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Autore: Defensiveshoe56    19/11/2014    1 recensioni
Ciao tutti sono nuovo qui e spero che la mia prima storia possa comunque piacervi!
Spero anche di aver creato quella suspense che cerco costantemente nei miei racconti. Buona lettura!
Genere: Horror, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Uscii di casa e sorpassai l'incrocio fra Stone's Street e Trost Road, ero agitato, non avevo idea di che genere di colleghi avrei incontrato; avrebbero potuto essere degli idioti senza speranza o dei depressi di bassa autostima, però preferivo quest'ultimi.

Camminavo su un marciapiede di una strada molto grande, composta per lo più da pub e si connetteva con la tangenziale che portava al centro di Phoenix.

C'era tanta umidità e cominciavo a pensare che sarei arrivato in ritardo a causa dei troppi semafori. Camminando guardavo il terreno, mi aiutava a concentrarmi, stavo pensando all'evento della sera precedente ma sopratutto a quel dannato suono misterioso; “Doveva esserci qualcosa fuori” mi suggeriva il mio cervello, ma anche dandola per buona, come si collega alla finestra che esplode ricoperta di fili scuri?

Stavo per formulare una risposta ma ero appena giunto nel complesso in cui avrei lavorato.

Salii le scale di fretta anche se ero molto in anticipo e scrutai il cielo che ormai era pronto per una nuova pioggia.

Attraversai un corridoio con diverse porte bianche numerate, poi decisi di tirare fuori il cellulare e controllare la mia sezione.

-753 sezione B... Dunque, dovrebbe essere proprio a questo piano-

Dissi tra me e me.

-Precisamente!-

A parlare fu un uomo alto, in giacca e cravatta e con un cappotto nero vintage.

Aveva la barba piuttosto corta e dei capelli castani arruffati.

-Piacere io sono Roland, tu sei Dave O'Connor giusto?- Mi chiese con un sorriso smagliante.

-Sì, esatto, potresti accompagnarmi qui per favore?- E gli indicai il display del cellulare.

-Certamente! Sai anch'io devo incontrare il signor Philips, ma immagino che tu debba farlo perché sei nuovo- Mi disse con gentilezza.

-Sì, devo firmare le carte di entrata- Gli risposi mentre mi conduceva alla stanza con passo veloce.

Dovemmo attraversare due corridoi grigi e pieni di piante finte prima di giungere alla sala d'attesa della camera 753.

-A quanto pare c'è un po' di fila, ma non importa sono ancora le sette e mezza- Mi disse annoiato mentre si sedeva vicino ad una donna con gli occhiali.

Ci vollero venti minuti prima che la ragazza dell'altoparlante chiamò il mio nome.

Entrai con un po' di esitazione, probabilmente era colpa dell'ansia.

-Dave O'Connor, trasferito da circa una settimana, sposato e laureato in lettere...-

Un uomo seduto su una sedia di pelle chiara mi stava guardando con un largo sorriso. Aveva una giacca blu con sotto una camicia bianca, gli occhi azzurri e dei capelli bianchi.

-Salve, sono qui per il colloquio e le firme delle carte-

Dissi io timido.

-Lo so bene figliolo, ma non devi preoccuparti dovrai solo firmare questi due documenti-

Disse mentre mi allungava delle carte rivestite in pelle.

-Sai sono felice di averti qui con noi; ho visto le tue prestazioni nel test di ammissione e inoltre posso finalmente avere qualcuno con qui affrontare il caso di Ursula Nicholson-

Mi spiegò mentre firmavo.

-Comunque sarò breve, voglio solo sapere come ti muovi nel settore della criminologia-

Disse allungandomi una tazza di caffè.

-Deve sapere che ho già il certificato di aspettative logiche e che mi trovo bene con i complotti e gli omicidi di massa nelle grandi città-

Gli spiegai per filo e per segno i casi che avevo affrontato in precedenza e la conversazione si concluse con il signor Philips che mi strinse la mano e mi augurò buona fortuna.

Uscii dalla stanza glorioso e Roland mi disse avvicinandosi.

-A quanto pare ho dei nuovi ordini, vieni ti accompagno nel tuo nuovo ufficio-

Dovetti salire al secondo piano ed andare in una grossa sala piena di persone davanti al computer.

-Vedi quella porta là in fondo? La 202, quello è il tuo nuovo ufficio- Mi disse per poi andarsene velocemente.

Entrai eccitato nella mia nuova postazione di lavoro, era pulita e ordinata, c'erano solo una scrivania con un dossier sopra e un computer.

-Presto sarai pieno di quadri-

Dissi al mio ufficio.

Per prima cosa posai la mia borsa per terra e mi sedetti sulla sedia della scrivania. Estremamente pronto a cominciare il mio lavoro, aprii il dossier alla prima pagina e cominciai a leggere.


Caso: 41

Nome: Ursula

Cognome: Nicholson

Data di nascita: 8 novembre 1985

Causa del decesso: Emorragia, mutilazioni multiple

Data del decesso: 2 settembre 1992

Voltai pagina e continuai a leggere.



Ritrovamento del corpo e dettagli:


Il commissario Jhon Donovan era in pausa venerdì 2 settembre e alle 10:46 ed era in un pub con un amico, secondo le testimonianze, Donovan aveva assunto cinque bicchieri di whisky che gli avevano provocato vomito e incapacità di ragionare.

Sempre secondo le testimonianze, Donovan è uscito dal pub attorno alle 11:01

e si è diretto verso il bosco di Lock Lake con passo goffo e lento, esso dopo essere scomparso tra gli alberi avrebbe urlato e corso per più di cinque minuti secondo degli abitanti locali.

Quando la polizia giunse, Donovan era sotto shock e confuso e le uniche parole che pronunciò nella stanza degli interrogatori furono:

-È stato lui! L'ha massacrata con i suoi stessi arti! Non tornate in quel posto... Lasciatelo sordo! Lasciatelo sordo! O vi ucciderà!-

Si ipotizza che l'uomo abbia visto l'assassino in modo confuso a causa dell'alchol

assorbito.

Il corpo di Ursula Nicholson è stato ritrovato nel bosco alle 11:45 smembrato in più punti come si può notare nella foto sottostante.”



Guardai l'immagine e rimasi sconcertato a vedere una bambina di sette anni senza arti e con la faccia irriconoscibile.

Decisi quindi di accendere il mio computer e cominciare le prime ricerche, aprii il browser e digitai “Ursula Nicholson teorie abitanti Phoenix”.

Mi apparvero molti siti ed il primo mi colpì parecchio; si trattava del sito ufficiale delle leggende metropolitane di Phoenix, anzi, sembrava più una community e le sezioni presenti nella home page erano tante. Scorrei i vari argomenti finché sotto la sezione U.F.O trovai “L'omicidio di Ursula Nicholson è stata la prima comparsa del mostro di Lock Lake”.

Cominciai subito a leggere.

Esistono molti nomi che vengono attribuiti al mostro di Lock Lake: Il Sodiun, Il ladro della conoscenza, o anche Il Costrim.

Ma la particolarità di questa creatura non sono i nomi ma l'anatomia, molti dicono che sia del tutto nera, altri invece grigia.

Dicono anche che non abbia tratti somatici e che al posto degli arti abbia lunghe lame affilate.

Si regge in piedi pur avendo delle gambe inadatte e attacca le sue vittime caricandole a quattro zampe, si pensa non abbia articolazioni secondo gli avvistamenti della popolazione mentre si muoveva e che sia alta circa due metri”


Mentre leggevo mi dissi.

-Forse è meglio che approfondisca a casa, intanto devo concentrarmi sulle prove certe-

Poi guardai il mio orologio da polso e decisi che era ora di pranzare, uscii dall'edificio e mi diressi alla prima tavola calda che vidi.

Entrai notai che c'erano pochissime persone e la maggior parte erano vicino al bancone a bere.

Mi sedetti e feci un cenno alla cameriera che ero pronto ad ordinare, lei si avvicinò e io dissi.

-Una zuppa verde della casa, grazie-

Prima che la cameriera se ne andasse con la mia ordinazione guardai il suo braccio destro, dove era presente una grossa cicatrice.

-Cosa le è successo al braccio, se posso chiedere?-

Le dissi con paura che si potesse offendere.

-Oh questa... Me la sono fatta quando ero alle medie nel 1992-

Mi rispose per poi andarsene.

Proprio mentre cominciai a rimuginare sulla risposta della cameriera mi ricordai che avevo lasciato la borsa in ufficio, non era un problema visto che ci sarei tornato subito dopo pranzo ma all'interno c'era il mio cellulare.

Decisi comunque di lasciar perdere e di aspettare la mia zuppa, quando qualcuno mi toccò la spalla.

-Anche a te piace mangiare guardando la pioggia, vero?-

Mi voltai di scatto e vidi che c'era Roland che stava prendendo posto nel divanetto da tavola calda di fronte a me.

-Roland! Stavo proprio pensando ad una cosa di cui volevo parlarti-

Gli dissi.

-Dimmi pure-

-Sai oggi ho cominciato a leggere il dossier sul caso affidato a me, quello di Ursula Nicholson, dopo aver letto i primi tre paragrafi ho cercato su Internet delle informazioni sulle testimonianze degli abitanti della periferia di Phoenix e ho trovato un argomento.

Probabilmente non ci crederai, ma in me ha stuzzicato molta curiosità-

-Scommetto che si tratta del Sodiun-

Mi disse Roland come se fosse una cosa scontata.

-Bhè, d'altronde Phoenix ha tante leggende e questa è una delle più celebri, è una delle poche che incuriosisce anche me-

Io stupito gli chiesi.

-Potresti parlarmene di più?-

-Okay, dunque immagino che tu sappia come le persone pensano che sia fatto quindi ti parlerò del caso della scuola Jefferson E.C.

Devi sapere che il caso di questa scuola è accaduto nel 1992 quando alcuni studenti erano nel cortile della scuola, ti dico i nomi di tre in particolare:

Stephania Smith, Dennis Brown e Clara Jhonson-

A quest'ultimo nome il mi si bloccò il cuore.

   
 
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