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Autore: RoloChan105    20/11/2014    5 recensioni
"Tutti adoravano ballare. Lei no.
Tutti adoravano le feste. Ancora no.
Non l'aveva mai preso come un piacere, ma come un dovere.
Anche la ricerca di un marito poteva definirsi tale sotto un lungo quanto preciso ragionamento."
*Fan fic partecipante allo Zonami Week del Midori Mikan* - Rating provvisorio-
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro, Un po' tutti | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 4


Solo dopo aver ricevuto quella lettera, Nami era tornata l'energica quanto malandrina padrona che i suoi servi conoscevano bene.

A gran voce aveva chiesto che un meraviglioso bagno agli estratti di mandarino fosse pronto per le sei, un nuovo vestito adatto per la serata da trovare già sistemato nella propria stanza e un acconciatura adeguata che la rendesse sublime.

Si era come rianimata e i servi, non potevano che esserne felici.

Dopo essersi agghindata con uno scuro quanto magnifico abito color smeraldo e ammirata allo specchio almeno una decina di volte, dette il proprio consenso per partire alla volta del castello.

Stava per dare l'ordine al cocchiere di preparare la carrozza, quando i nitriti di quattro cavalli neri la fece fermare. Sbalordita, corse alla finestra e si sorprese nel vedere una carrozza nera che l'attendeva davanti all'entrata.

A quanto sembrava, Roronoa voleva del tutto giocare in casa quella sera.

Un sorriso compiaciuto si dipinse sul suo volto e rassicurando i suoi servi, scese le scalette e montò sulla carrozza davanti a se.

-Non aspettarmi alzato-Mormorò al maggiordomo che negli anni, aveva imparato il significato di quella frase. -Segui piuttosto le solite istruzioni...-Concordò con un cenno del capo. L'uomo, sorrise e flettendo il busto in avanti, abbozzò un inchino.

-Certo mia signora.-

-Molto bene.-Sospirò soddisfatta per poi annunciare al cocchiere che potevano partire.



Il suo cuore batteva all'impazzata.

Non poteva farci niente.

Era eccitazione mista a paura. Inoltre, i problemi che già aveva non le semplificavano certo il lavoro. Prima di tutto, doveva pensare bene se accettare o meno quell'impegno.

Per quanto Roronoa sembrasse una bella persona, lei conosceva bene la natura dei tipi come lui. Ammaliatori, splendidi e colti. Parlantina amabile e un inconcepibile sicurezza.

Era senza dubbio un “esemplare” davvero meraviglioso...

Nell'arrivare al castello, il riflesso della luna sulla superficie del lago Sheltz, le mozzò il respiro.

Nessuna nuvola in cielo e nessun segno di voler piovere.

Una maestosa quanto misteriosa falce di luna illuminava tutto il percorso della montagna rendendo più facile la traversata.

In pochi minuti, raggiunsero il castello e ad attenderla, quasi stentando a crederci, non c'era nessuno.

Zoro non poteva essersi dimenticato di lei e men che meno i suoi servitori. Da sola, scese le scalette della carrozza e sempre da sola, si avviò verso l'entrata, scoccando un occhiataccia alla maleducazione dell'uomo a cassetta.

Avvolto da un nero mantello, l'uomo la ignorò limitandosi ad un ghigno poco fiducioso.

Alzandosi le gonne, salì quei pochi scalini e sbiancò, quando si rese conto dell'immensità del luogo.

Il giardino era il triplo del suo e molti fiori, alberi e siepi adornavano quello sprazzo verde. Il castello beh...era davvero un enorme castello.

Pensava che scherzasse, che in realtà fosse più una villa, esattamente come la sua, ma si era sbagliata. Poteva vedere i segni del tempo sulla costruzione e molte pietre e l'intonaco, così come le colonne, erano ancora da riparare.

Della luce però sembrava provenire dall'interno segno che per l'appunto, qualcuno c'era.

Con la mano guantata, si avvicinò all'enorme batacchio e con forza, lo smosse producendo un suono forte e allo stesso tempo baritonale.

Nervosa, si distanziò dal portone e attese che qualcuno le aprisse.

Dopo una decina di minuti, ancora nessuno si era presentato.

Ok, tutto era strano...molto strano.

Che Roronoa fosse in realtà un cafone? O peggio, si era preso gioco di lei?

Sbuffante, provò a battere nuovamente qualche colpo e finalmente, la porta si aprì.

Per poco non le andò la saliva di traverso quando incrociò il profondo sguardo di Zoro in persona. A differenza di quello che aveva pensato però, non sembrava proprio in condizioni di attendere ospiti, tanto meno lei.

-Nami...-Contrasse le sopracciglia quando catturò il suo sguardo.-Ma...-

-No.-Lo fermò alzando velocemente una mano-Non dirmelo...-Una rabbia cocente si formò dentro di lei. Che fosse maledetto...che fossero tutti maledetti.

Con determinazione, si voltò dandogli le spalle e scendendo i gradini.

Come poteva essersi anche solo illusa in quel modo? Che diavolo di pensieri si era fatta!?

Era tutto troppo assurdo e per poco, non c'era cascata!

Si diresse a passo svelto, ignorando le urla di Zoro, verso la carrozza per farsi riportare a casa, ma si bloccò quando si accorse che questa...era sparita.

Impotente, si morse le labbra e sobbalzò quando Zoro le afferrò il polso.

-Può gentilmente spiegarmi...?-

Accidenti, come poteva spiegare se anche lei poco ci aveva capito?

Bloccando un imprecazione e cacciandosi in volto un sorriso di circostanza, chinò il capo in segno di scuse.

-Mi dispiace...a quanto pare forse, ci devono essere stati dei...problemi.-

Non sapeva come definirli se non tali.

Problemi.

Grossi problemi.

Di natura enormi, quasi quanto un elefante.

-Problemi?-Una folata di vento gelido le strappò dalle labbra un gemito. Il vestito, per quanto bello e lavorato, non era proprio adatto a quel clima.-Venga dentro, parleremo con calma...-



In imbarazzo, mostrò a Roronoa la lettera che aveva ricevuto e rimase sorpresa di vederlo stralunato almeno quanto lei.

-Decisamente, non è la mia firma-Spiegò massaggiandosi la mascella e ammirando la grafia.-Non è elegante come sembra, è grossolana e imprecisa in alcuni tratti.- Alzò gli occhi verso di lei per riconsegnargliela-Inoltre...-Sospirò indicando l'intero maniero-Non lo chiamerei mai Roronoa's Castel... ha già un nome.-

Ok.

In poche parole aveva messo a crudo che quell'invito, non l'aveva scritto lui. Si vergognava non poco per la sua presenza nella sua abitazione, sopratutto perchè, come specificato prima, non era in condizioni ottimali di ricevere ospiti.

Una finissima camicia di flanella copriva o meglio, cercava di celare il perfetto fisico che dal primo bottone si poteva intravedere. Dei semplici pantaloni neri e degli stivali gli adornavano le gambe e nessuna giacca o cravatta, così come un doppiopetto e i guanti, erano presenti addosso a lui.

Un look veramente semplice da mostrare ad amici o a persone molto intime.

E lei non lo era.

A differenza sua che si sentiva a proprio agio, Nami invece si sentiva del tutto fuori luogo conciata in quel modo.

Tutta elegante e sfolgorante per...per cosa alla fine? Niente? Solo uno spreco di denaro, tempo e fantasticherie.

-Sono veramente spiacente...-Mormorò stringendo le mani e chinando di poco il volto.

Dannazione, spiacente era poco per definire come si sentiva.

Umiliata, illusa e per di più ferita.

-Quello spiacente sono io in realtà-Ammise con un sospiro.-Avrei dovuto sul serio invitarvi...-Con attenzione, accavallò le gambe e un sospiro pesante si liberò nell'aria.-Non è finito molto bene il nostro incontro...-Un sorriso sghembo gli incorniciò il volto.-Siete fuggita via lasciandomi nelle fauci di quella bisbetica.-

Cosa cosa cosa?!

Aveva appena dato della “bisbetica” a Perona?

-Sembravate molto intimi...-Si limitò Nami a stringersi nelle spalle-E la mia presenza era come...superflua.-

-Non lo eravate e sono stato stupido a non farmi risentire-Smentì con poche parole tutte le sue paure.-Volevo rivedervi...-Ammise con difficoltà-Ma...-Si fermò.

-Ma?- Lo incalzò a continuare con il cuore in gola.

-Avevo il timore che voi mi odiasse...- Si protese in avanti e intrecciò le dita della sua mano.-Forse la mia proposta è stata troppo audace?- Il respiro per poco non le si mozzò a quelle parole. Allora lui...in verità pensava ancora alla loro unione.

-Non vi odio...-Lo rassicurò abbozzando un timido sorriso.-Ma questo invito-lo indicò-Insomma, chi può essere stato?-Si mordicchiò nervosa le labbra-Ho visto solo un uomo che mi ha portato qua ma...-

-Un uomo?-La interruppe alzandosi in piedi all'istante.

-Beh...si.-Iniziò a descriverlo.-Sedeva in cassetta e aveva un lungo mantello nero drappeggiato addosso. Non l'ho visto in volto purtroppo ma ho pensato che fosse vostro servo e che...-

-No-Scosse preoccupato la testa iniziando a camminare avanti e indietro per la stanza. -Non fa parte della mia servitù.- A tal proposito, si domandò Nami guardandosi attorno, dove erano finiti tutti i servi?-Stasera rimarrete qua al castello-Le ordinò con voce dura avvicinandosi a lei-Qualunque sia l'obbiettivo o la trama dietro questo piano, le prometto che qui, sarà al sicuro.- E per la prima volta in vita sua, Nami quasi ci credette a quelle parole.




E anche questo capitolo è nato.

Lo sentite come piange?

Ha fame di un continuo?

O piange per la disperazione di non aver tempo e voglia? Molto più probabile la seconda ipotesi.

Dunque, grazie a tutti quelli che continuano a seguire questa storia.

Pace, amore e piss en lo(v) ← dite le prime due in inglese e capirete il significato nascosto!

( indovinello birbone della sera)

soluzione:(ollesip)

   
 
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