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Autore: Seekerofdreams_    22/11/2014    18 recensioni
The maid (in italiano La domestica) è la storia di una ragazza universitaria che si riempie di marshmallow e caramelle piangendosi addosso davanti ad un pc guardando serie tv e ascoltando musica. Un giorno deciderà di cambiare tutto, ma sarà il giorno giusto per alzarsi dal letto e iniziare a vivere? La risposta la troverà in un paio di occhi azzurri. Tra figuracce, nuove amicizie, tradimenti e segreti vi narrerò la storia d'amore di Niall e Serena.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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.The Maid.

 

Epilogo


 

A voi che state leggendo.

A Niall.


 

 

20 anni dopo


Narratore esterno

 

“Assolutamente no” dice Serena risoluta.

“Mamma, ho sedici anni, posso andare ad una festa da sola” risponde Jane arrabbiata prima di cercare con sguardo supplicante quello del padre.

Occhi azzurri contro occhi azzurri.

Infondo Jane ha ereditato i tratti irlandesi di Niall, comprese delle piccolissime lentiggini sul naso, che lei odia tantissimo.

Ha sedici anni, nata fuori dal matrimonio dei suoi genitori, troppo presto perchè se ne potessero rendere conto.

E forse Niall l'ha sempre saputo che lasciare Serena per mesi e mesi a crescere da sola una figlia gli si sarebbe ritorto contro, perchè adesso quando vorrebbe rispondere acidamente che no, la sua bambina dovrebbe restare a casa, non ha il coraggio di negarle nulla, perchè in fin dei conti sua figlia potrebbe rendersi conto che lui non c'è stato mai e che non ha voce in capitolo.

“Dai, è solo una festa tra amici, ma non tornare tardi” risponde sorridendole.

In pochi secondi si ritrova i capelli biondi della ragazza in faccia e un “Sei il migliore” urlato ai quattro venti.

Sorride imbambolato, mentre Jane sale le scale della loro casa per andare a prepararsi.

Serena lo guarda alzando gli occhi al cielo.

“Tua figlia ti rispetta più di quello che pensi, potevi dirle di no” dice avvicinandosi.

Stanno insieme da tanto tempo, ma ogni volta riescono a sentire quell'amore puro quando si abbracciano.

“Ho sempre paura che per lei io non sia nessuno”

Si morde il labbro prima di distogliere lo sguardo e Serena ride, perchè ogni volta che Niall torna dai suoi viaggi con la band ha sempre questo tipo di crisi, puntualmente poi si ritrova con Jane che lo strapazza di coccole per poi portarlo in giro ogni giorno e comportandosi come se lui fosse sempre con lei.

“E' orgogliosa di te Niall e comunque il punto è un altro” dice Serena.

“Ovvero?” chiede sedendosi sul divano.

“Tua figlia sta per uscire con i ragazzi” dice sedendosi accanto a lui Serena.

“Con i ragazzi?”

“Matt e Shon, hai presente... i figli diciottenni dei tuoi compagni di band!” dice sarcasticamente.

“Eh?”

Niall scatta in avanti, alzandosi e maledicendosi sotto voce.

“Dio ma perchè Liam non tiene il suo figlio uscito direttamente da una rivista di moda segregato in casa? E Louis idem?” chiede a nessuno in particolare.

“Tu sai dove andranno” rincara la dose Serena.

“Lo so” dice buttandosi poi sul divano e accoccolandosi sulle gambe di sua moglie.

 

 

Niall e Serena stavano insieme da quattro anni quando Jane è arrivata, continuavano a vivere divisi tra la casa in centro, la casa sul lago e i mille posti nel mondo in cui Niall si ritrovava a girare insieme ai ragazzi.

Serena aveva trovato lavoro in una agenzia pubblicitaria a Londra e lavorava spesso da casa, così quando una mattina di fine estate si era ritrovata ad uscire dallo studio di un ginecologo con un sorriso sul volto, aveva continuato a tenere il suo posto.

Era corsa nello studio di registrazione dei ragazzi e appena aveva incrociato gli occhi di Niall aveva sorriso.

“Sono incinta” aveva detto e sul volto del suo allora fidanzato, era comparso un sorriso che poteva illuminare il mondo intero.

Aveva rischiato di svenire un paio di volte, poi la loro vita aveva cominciato ad evolversi.

Ne avevano passate tante ma Niall si ricorda ancora che ha esitato per più di un anno per chiedere a Serena di sposarlo.

Aveva paura allora, ne aveva così tanta che quando si era inginocchiato di fronte a lei, mentre stavano osservando la loro bambina nel lettino, aveva chiuso gli occhi e gli aveva riaperti solo qualche minuto dopo quando aveva sentito dei singhiozzi e un “Pensavo non me lo chiedessi più” sussurrato a bassa voce.

 

 

“A cosa stai pensando?” chiede Serena accarezzando i suoi capelli.

“A quando ci siamo sposati”

“Ah, mi hai fatto penare per anni”.

Scoppiano a ridere entrambi prima di essere distratti da Jane.

Jeans stretti neri, camicia aperta su una maglietta nera e chitarra in spalla, sembra la fotocopia di Niall agli inizi della sua carriera e a lui si chiude lo stomaco.

La guarda per qualche secondo, non vuole che sua figlia faccia la vita che ha fatto lui, ha tutto è vero, ma ha dovuto rinunciare anche a tanto.

L'ha sempre spronata verso la musica ma di certo non si sarebbe aspettato che lei volesse seguire le sue orme. E' la sua bambina infondo, non se la immagina e nemmeno vuole immaginarsela accerchiata da ragazze e ragazzi.

“Papà...” lo richiama Jane sperando in un suo in bocca al lupo.

“Mi avevi detto che dovevi andare ad una festa, come mai la chitarra?” chiede con tono piatto.

“Io... ecco, mi devo vedere con Matt e Shon dopo e... noi, siamo bravi papà” dice arrendendosi.

Niall chiude gli occhi, perchè tutte le sue paure si stanno materializzando davanti a lui.

“Io ho solo paura, voi non sapete cosa significa...”

“Non capiamo cosa significa? Scherzi papà? Io lo so che sei sempre lontano ma io amo quello che faccio e voglio diventare qualcuno nel mondo della musica come lo sei diventato tu, non... non ostacolarmi!”

“Io non voglio ostacolarti”

“Tu ami quello che fai papà?” lo interrompe Jane.

“Certo che lo amo, non sarei qui altrimenti!” risponde Niall piccato.

“Allora dacci una possibilità, vieni ad ascoltarci domani sera, abbiamo la nostra prima serata in un locale” chiede speranzosa.

“Dio, una serata in un locale? Da quanto tempo va avanti questa cosa?” chiede paonazzo.

“Niall, calmati dai, voleva dirtelo di persona!” dice Serena raggiungendolo e poggiando una mano sul suo braccio.

“Maledizione, sei una bambina!”

“Papà anche tu avevi sedici anni quando sei andato ad Xfactor!”

“Era diverso... io, tu sei la mia bambina!” dice abbassando lo sguardo.

“Papà tu hai paura che io me ne vada via ma sai quanto ci vuole per sfondare a livello mondiale? Dovresti saperlo! E comunque sono sempre la tua bambina e ho bisogno di te, ti prego, pensaci su ma domani vorrei avere anche te e gli zii ad ascoltarci” dice teneramente Jane avvicinandosi a lui.

Niall annuisce prima di abbracciarla e farla uscire.

 

 

Pov di Niall

 

Resto qualche secondo fermo a fissare il vuoto e poi sento le braccia esili di Serena circondarmi la vita.

“Niall, pensi che io non sia spaventata? Ma ha bisogno del nostro appoggio, lo sai! Cosa avresti fatto tu se i tuoi non ti fossero stati vicini?” mi chiede dolcemente.

E lo so che ha ragione, lo so che io non avrei fatto assolutamente niente.

Ma ho così tanta paura... Ma in fondo devono essersi sentiti così anche i miei. I genitori spesso non li capiamo, ci arrabbiamo con loro e con le loro scelte ma quando lo diventi tu un genitore, le cose sono diverse, inizi a capire come si ragiona e tutto, tutto è per il bene dei figli.

“Lo so, io sono contento che a lei piaccia la musica ma ho solo paura del mondo là fuori, è la nostra piccolina” ribatto mordendomi il labbro.

“Sta crescendo amore” mi dice accarezzandomi i capelli.

“Già, sta crescendo” dico sospirando.

Abbraccio Serena beandomi dell'odore della sua pelle e mi tranquillizzo un pò.

Sono passati anni eppure mi sembra di amarla come il primo giorno.

 

 

Passiamo la serata a cenare seduti a terra davanti al camino e a coccolarci, è una delle cose che mi manca di più quando sono in tour. Mi manca stringerla a me e ridere con lei, mi manca baciarla e guardare un film insieme.

“Credi che Louis e Liam lo sanno?” dico tornando con la mente a Jane.

“Non lo so Nì, Sophia ed El di sicuro” mi risponde.

“Dovrei chiamarli?” le chiedo e lei scrolla le spalle.

“Se ti fa stare tranquillo si” mi risponde dolcemente.

Annuisco, ho visto Matt e Shon crescere, come ho visto crescere l'amore tra Louis ed Eleanor e Liam e Sophia negli anni. Come ho visto crescere i figli di Zayn e quelli di Harry.

Si può sapere perchè hanno tutti figli maschi e l'unica bambina dev'essere la mia?

“Chris invece?” chiedo.

“E' identico ad Harry, Jane mi racconta sempre che in classe da spettacolo e fa dei pessimi giochi!” dice ridendo.

“Anne e Robin lo vizieranno immagino” dico ridacchiando.

“Immagini bene, Harry e Nicole sono fortunati ad averli vicino!”

Harry e Nicole si sono conosciuti una sera in un programma in cui eravamo ospiti, lei conduceva e Harry mi ricordo, ne era rimasto folgorato immediatamente, l'impulsività l'ha spinto a sposarla in pochissimo tempo e quando quattro mesi dopo Jane era nato Chris, Dio... “Credo ancora che se Harry non è morto la notte in cui è nato Chris non morira più” dico ridendo.

“Ti ricordi come stava?” ride anche lei.

Rimaniamo a ricordarci episodi passati e ridere dei nostri amici e alla fine ci addormentiamo sul divano spalla contro spalla.

 

 

Il giorno dopo mi sveglio con un dolore esagerato alla spalla, siamo rimasti sul divano tutta la notte, cerco di fare meno rumore possibile e vado a mettere su una macchinetta del caffè per poi salire le scale e andare in bagno.

Faccio una doccia e infilo i vestiti puliti, faccio per riscendere giù ma prima mi concedo qualche secondo per fissare mia figlia dormire dolcemente nel suo letto.

La sua camera è un po' come ho sempre immaginato la stanza delle nostre fan quando eravamo più piccoli, è piena di poster di band che ascolta e foto con i suoi amici.

E' piena di foto con Matt, Shon, Chris e Daniel, il figlio di Zayn. Sono cresciuti quasi tutti insieme e li abbiamo mandati nelle stesse scuole, un po' perchè alla fine siamo sempre insieme, un po' perchè avevamo paura che fossero presi di mira. Dobbiamo ringraziare che si vogliono così bene, altrimenti le cose sarebbero diverse, anche tra noi ragazzi.

Sono tutti dei bravi ragazzi, magari un po' fuori di testa e sono sicuro che proteggono la mia Jane sempre.

“Papà” sento mugugnare.

“Ehi tesoro” dico avvicinandomi e sedendomi sul suo letto, mentre la vedo stropicciarsi gli occhi.

“Non ho dormito quasi per niente” dice mettendosi seduta.

“Sei agitata?” le chiedo ripensando alle prime volte che mi sono esibito davanti ad un pubblico.

Annuisce e io allargo le mie braccia per tenerla stretta.

“E' normale piccola, non ti abituerai mai a salire sul palco, avrai sempre paura di sbagliare ma è questo che rende un cantante un artista, se tu non avessi paura saresti già alla fine della tua carriera, ma sono sicuro che sarai bravissima!” le dico dolcemente.

Perchè questa è la verità, pura e semplice. L'arroganza non porta a nulla, bisogna rimanere con i piedi per terra e cercare di migliorare ogni giorno.

“Questo significa che verrai papà?” mi chiede dolcemente e io annuisco.

“Aaah, grazie papà!” urla abbracciandomi e uscendo dal letto per poi prendere il telefono e urlare un “Devo dirlo ai ragazzi, ora puoi uscire!”.

Sbatto più volte le palpebre davanti alla porta chiusa della sua stanza e sospiro tornando giù.

Trovo Serena intenta a preparare la colazione, le circondo la vita e poggio la testa sulla sua spalla.

“Ciao” sussurra lasciandomi un bacio sulle labbra.

“Ciao anche a te” dico dolcemente.

Mi perdo a baciarla per un po', almeno fino a quando il “Prendetevi una stanza” di Jane non ci fa scoppiare a ridere.

“Forza, tutti a fare colazione” dice Serena prima di sedersi con le guance leggermente arrossate.

Mangiamo tranquillamente godendoci il sole che filtra dalla finestra, Jane sembra eccitata all'idea di suonare questa sera e io, seppur dentro sono ansioso, le sorrido dolcemente.

“Tra poco passa Matt, andiamo a provare!” dice alzando gli occhi dal cellulare.

“Ma tu e Matt...” chiedo sospettoso.

“Papà!” dice paonazza in viso.

Serena sorride e mi lancia un calcio sotto il tavolo per farmi stare zitto, alzo un sopracciglio e lei scuote la testa.

Indagherò.

 

Il citofono suona una ventina di minuti dopo e Matt mi sorride felice sulla porta.

“Zio Niall” sorride stringendomi.

“Ciao campione, come stai?” chiedo abbracciandolo.

“Bene, tu? Quando andiamo a guardare una partita, papà non mi accompagnerà mai!” dice alzando gli occhi al cielo.

“Ma lascialo perdere tuo padre, ti può portare solo a guardare il tennis!” dico ridendo e pensando che Liam non è tipo da stadio di calcio.

“Ehi, smettetela di prendere in giro zio Liam” dice Jane spuntando alle mie spalle e avvicinandosi a Matt, per poi alzarsi sulle punte e lasciargli un bacio dolce sulla guancia.

“Perchè le mie donne hanno una passione per i Payne? Non lo capirò mai, giuro” dico scuotendo la testa, mentre mia figlia e mia moglie scoppiano a ridere.

“Ciao tesoro” dice Serena salutando Matt.

“Zia” dice lui abbracciandola.

“Noi andiamo o facciamo tardi e poi chi se lo sente Shon” dice Jane abbracciandoci.

Annuisco e li vedo salire in macchina e uscire dal vialetto, alzo la mano sulla porta di casa e sorrido pensando che la mia bimba è diventata una bellissima ragazza.

“Secondo te stanno insieme?” chiedo a Sere tornando in cucina.

“Mmh, non credo” risponde lei.

Alzo le spalle e mi dirigo verso il salotto per godermi una mattinata di tranquillità assoluta.

 

 

 

La sera arriva più velocemente del previsto, Jane ci avverte che lo spettacolo non inizierà prima delle 21:00 così ci prepariamo per andare a cena fuori.

Mi vesto semplicemente con un jeans ed una camicia, Serena mi imita quasi in tutto se non per le sue scarpe con i tacchi. Sembra che il tempo non sia passato mai, sembriamo i due ragazzini innamorati dei primi mesi e questa è una cosa che adoro del nostro rapporto.

“Sei bellissima” le dico mentre le accarezzo una guancia.

Arrossisce e sorride chiudendo gli occhi e adagiando la faccia nella mia mano.

Restiamo così per qualche secondo, poi ci sorridiamo a vicenda e decidiamo di uscire.

 

“Hai sentito i ragazzi? Vengono anche loro stasera?” mi chiede mentre siamo in auto.

“Harry mi ha mandato un messaggio e stasera è dei nostri, come anche Louis, Zayn e Liam non li ho ancora sentiti” rispondo svoltando a destra.

“Va bene, speriamo che andrà tutto bene” dice per poi accendere la radio.

Lo spero anche io sinceramente, spero con il cuore che nessuno rovini la serata a mia figlia.

 

Parcheggio davanti al ristorante italiano e scendiamo tranquillamente, negli anni sono riuscito ad uscire più tranquillamente del solito, anche se i fan ci seguono ovunque, ci permettono anche di respirare.

“Buonasera e bentornati” ci accolgono all'ingresso.

Sorrido a qualcuno che mi riconosce e poi ci accomodiamo in un tavolo un po' appartato.

Il cameriere ci serve immediatamente un po' di vino, sappiamo esattamente cosa prendere, negli anni questo è diventato uno dei nostri posti fidati.

“E' sempre un piacere avervi qui” ci dice l'uomo mentre appoggia davanti ai nostri occhi un tagliere di formaggi e salumi per l'antipasto.

Lo ringraziamo e cominciamo a mangiare.

Non parliamo molto, o almeno Serena non parla molto, io non ce la faccio a rimanere zitto per più di cinque minuti.

Così mi ritrovo a parlare dei vecchi tempi e dei primi anni nei One Direction, Serena ride, ricorda tutto perfettamente.

“Spero che andrà bene stasera a Jane” dico di nuovo.

“E' molto brava Niall, sarai orgoglioso di lei” mi dice coprendo la mia mano con la sua sul tavolo.

“Io sono già fiero di lei” dico sincero.

“Lo so” mi risponde teneramente.

Dopo un attimo di silenzio torno a parlare dei nuovi lavori che sto facendo con i ragazzi, stiamo lavorando ad un nuovo album, ne abbiamo lanciati tanti in vent'anni e ogni volta cerchiamo di migliorarci.

“Ovviamente poi mi farai sentire qualche nuovo canzone” dice Serena mentre mangia una patatina fritta e mi fa l'occhiolino.

“Certo amore” dico sorridendo, ma lei lo sa che non le farò ascoltare niente in anteprima, amo troppo vederla impazzire il giorno dell'uscita di un album.

Prendiamo una fetta di crostata al limone e poi ci alziamo in fretta, di solito mangiamo con calma e rimaniamo a parlare per ore ma questa sera abbiamo un appuntamento importante.

“Alla prossima, grazie” diciamo uscendo fuori e correndo verso l'auto.

Sono le nove meno dieci, così quando saliamo in macchina, schiaccio il piede sull'acceleratore e mi avvio verso il locale.

“Lì c'è un posto” mi dice Serena indicando un parcheggio libero.

Riconosco la macchina di Liam e quando scendiamo ci avviamo mano nella mano all'interno.

Il locale sembra carino, le luci basse e i tavolini in legno donano un tocco rustico e caldo, c'è un piccolo palco rialzato illuminato da tante lucine gialle.

Mi guardo intorno fino a trovare i miei compagni, i miei fratelli, con le loro famiglie a ridere e scherzare occupando metà del locale.

“Ci sono proprio tutti” dico guardando Serena.

Lei sorride e annuisce e si avvia verso i tavoli.

“Oh finalmente, dov'eravate finiti?” dice Liam alzandosi e abbracciandoci.

Salutiamo tutti, vedo mia moglie abbracciare tutti, ci sono anche Chris e Daniel così do il cinque a tutti e due e mi siedo accanto a loro.

“Zio!” mi dice Daniel.

Gli stessi occhi di Zayn a sorridermi e io mi sento un po' tornare ai vecchi tempi, alle nostre uscite.

“Papà, Mamma... siete arrivati finalmente!”

Jane arriva come una furia e ci lascia un bacio veloce, poi afferra Chris e se lo trascina dietro le quinte.

“Ma...” dico chiedendo spiegazioni.

“Chris è l'unico che riesce a farla stare tranquilla! Tutto nella norma” dice Daniel scrollando le spalle.

“Se lo dici tu” dico annuendo, più a me stesso che a lui.

Il locale sembra quasi pieno, ci zittiamo tutti quando Shon sale sul palco e dopo un “Prova – prova” ci fa una piccola introduzione della band.

Si presentano come i “The Sons” ci spiega che per il momento si occupano di cover e poi “Godetevi la serata” dice.

Mi sistemo sulla sedia e mentre sorseggio un po' di birra le note di una canzone degli Eagles risuonano nel locale. Jane suona egregiamente la chitarra mentre Shon, con la stessa voce dolce e delicata di Louis canta interamente Desperado.

Osservo Serena accanto a me e la vedo rapita, alza lo sguardo su di me, ci scambiamo un'occhiata e sorridiamo felici.

Cantiamo insieme ai ragazzi tutte le canzoni, Chris si riaccomoda accanto a me e insieme a Daniel iniziano a scatenarsi quando Matt alla batteria inizia TNT degli AC/DC.

“Non hanno un genere fisso eh?” chiede Harry sorridendo.

“Sono bravi in tutto, per il momento fanno un po' di ogni cosa” dice Daniel e a me sembra orgoglioso dei suoi amici.

Ma infondo lo siamo un po' tutti, soprattutto quando quaranta minuti dopo Shon introduce l'ultima canzone.

“Questa è una canzone speciale, una canzone che vogliamo dedicare alle nostre famiglie che sono qui questa sera, perchè è grazie a loro se amiamo la musica, sono e saranno sempre un esempio da seguire per noi”.

Sento gli occhi pizzicare e non ho la forza di girarmi verso gli altri, perchè altrimenti scoppiamo a piangere come bambini.

“Grazie per essere venuti qui a passare il vostro tempo con noi, questa è Fool's Gold” dice Jane sorridendo.

La sala applaude e io mi giro di scatto verso Harry, sta urlando e sembra un bambino.

“Haz non fare la quattordicenne” lo richiamo e lui tira fuori la lingua e sorride.

 

“And yeah I let you use me from the day that we first met
But I’m not done yet
Falling for your Fool’s Gold
And I knew that you turned it on for everyone you met
But I don’t regret falling for your Fool’s Gold”

 

Cantiamo a squarciagola tutti, noi, le nostre mogli, i nostri ragazzi.

Stringo la mano di Serena al mio fianco e sono talmente completo da sentire il cuore scoppiarmi nel petto, sono orgoglioso della mia famiglia, sono orgoglioso di cosa sono diventato e dei miei amici.

Incrocio lo sguardo di Jane sul palco e le faccio un occhiolino, mimo un Brava con le labbra e lei sorride.

“Grazie per esserti addormentata sotto quell'albero” sussurro.

 

 


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Non riesco a credere di aver messo la spunta “Completa” a questa storia. Ho provato tante emozioni scrivendo e spero di averne trasmesse a voi almeno un briciolo.

Volevo ringraziarvi tutte, veramente... dalla prima all'ultima, siete tantissime a seguire questa storia e non potrei esserne più felice. Grazie perchè siete costantemente qui a farmi realizzare un piccolo sogno, la storia ha quasi raggiunto 500 recensioni e io spesso mi trovo a ridere come una scema perchè non me lo sarei aspettata mai.

Voglio bene ad ogni persona che ha seguito The Maid dall'inizio e mi ha accompagnato in questo viaggio ma voglio bene anche a tutti voi che siete arrivati dopo eh, anzi mi fa sempre piacere avere nuovi lettori :)

Spero di non avervi deluso e spero di avervi lasciato qualcosa con questo scritto, ho già iniziato una nuova storia ma questa avrà un posticino speciale nel mio cuore.

Vi mando un abbraccio enorme e ancora grazie... grazie... grazie!

Serena.


Vi ricordo la nuova storia su Liam: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2874894&i=1

   
 
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