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Autore: darknesraven    23/11/2014    1 recensioni
Mi chiamo Shane Haner Sullivan (e no, questa non è una Jimmy x Brian) e sono nella merda fino al collo
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, The Rev, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutto torna bianco ed io scuoto la testa con forza.

«Che cosa avevi sognato?» io abbasso la testa.

«Il mio passato. Ho sognato le punizioni dell’asilo.» abbasso ancora di più il capo.

«L’ho allontanato solo per non fargli vedere la macchia sul materasso, per non farlo vergognare, ma ho solo fatto casini.» James annuisce.

«Ora guarda.» i colori tornano e ci ritroviamo in cucina. Brian è a terra e piange. La mano piena di schegge di vetro. Michelle lo raggiunge e lo guarda. Non è ubriaco ma non solo la bottiglia è in pezzi.

«Brian..»

«Ha paura di me.» Michelle gli si avvicina.

«Brian..» lui scuote il capo.

«Ha paura di me.» Michelle gli si avvicina.

«Non ha paura di te, ma del bambino che ha picchiato.» Brian aggrotta la fronte.

«Non si ricorda nulla di quello che è successo anni fa. Eppure la paura è rimasta viva. Stava sognando qualcosa di quei giorni e forse la tua voce è arrivata nel momento meno opportuno.» Brian sospira.

«Che cosa devo fare?» lei scuote il capo.

«Non lo so. Ha paura che tu lo odi. Ora sta dormendo.» Brian annuisce.

«Salutalo. Tra un paio d’ore parto.» Michelle scuote il capo.

«Devi farlo tu.» Brian scuote il capo.

«Non ce la faccio.» si alza e prende le valige.

«Brian..» lui scuote il capo e la bacia.

«Ti amo» Michelle sorride sulle sue labbra.

«Anche io.» lui sorride tristemente ed esce. La spaccatura tra me e Brian era appena stata aperta.

 

I colori cambiano. Il piccolo me si alza dal letto e scende in cucina correndo. Vuole salutare Brian prima che parta per il tour. Quando arriva in cucina, però, c’è solo Damon, suo fratello e Michelle che prepara la colazione. Il sorriso sul suo viso si spegne ed il suo piccolo cuore si spezza, nella mente un solo pensiero: Papà mi odia.

 

Quella sera Shane non salutò Brian al telefono e Brian i giorni seguenti non chiese di lui. Entrambi convinti che l’altro lo odiasse.

 

I colori cambiano e mi rendo conto di essere a scuola. Ho 14 ed ho appena scatenato una rissa. Ho una maglietta dei Sevenfold sporca di pittura e la faccia incazzata. Sono anni che io e Brian parliamo solo a monosillabi. Il preside ci raggiunge e ci fa entrare in presidenza. Non lo ascolto mentre mi sgrida. Sento la porta aprirsi e mio padre entrare. Lo sguardo deluso.

«Sono stanco signor Haner. Ho deciso di espellerlo.» Brian annuisce e fa cenno al giovane me di uscire. Arrivati a casa Brian scuote il capo.

«Mi hai deluso Shane. Credevo in te. Ora va in camera tua e restaci. Non voglio vederti per la prossima settimana.» il me del passato abbassa la testa e fa un passo verso di lui.

«Papà..» Brian scuote la mano.

«In camera tua ho detto. Non voglio essere il padre di un teppista.» il ragazzo abbassa di colpo lo sguardo e sale scale. Un sorriso triste sulle labbra. Se quello era l’unico modo per parlare con Brian lo avrebbe fatto più spesso.

 

«Hai esagerato Brian.» lui scuote il capo.

«Deve capire dove sbaglia.» Michelle sospira e culla Eclipse di quattro anni tra le braccia.

 

«Hai esagerato Shane. La seconda scuola che ti espelle in un solo anno. La decima rissa. Mi hai deluso, ragazzo. Va via. Non voglio vederti per un po’.» il ragazzo sale le scale, la testa bassa ed un triste sorriso sul volto.

 

Brian piange in bagno e Michelle lo abbraccia.

«Mich, che cosa è cambiato? Ti ricordi quando mi ha chiesto di chiamarmi papà? Era felice.. che cosa è cambiato?» un urlo li fa sobbalzare è Damon che entra di corsa in bagno.

«Papà, Shane è chiuso in bagno ed esce acqua rossa!» Brian alza di scatto la testa e corre fuori. Tenta di aprire la porta del bagno ma quella è chiusa a chiave. Comincia a prenderla a spallate fino a quando la serratura cede. Il bagno è inondato di acqua rossa e nella vasca da bagno ci sono io, svenuto. I polsi tagliati. Brian spalanca gli occhi e continua piangere. Mi tira fuori dall’acqua e mi stringe al petto. Michelle prende degli asciugamani e me li preme sui polsi. Lentamente il sangue si ferma ma non smettono di piangere. Sulla porta Damon ed Eclipse piangono anche loro. Non sapevo mi avessero visto. Mi volto verso il me del passato e lo vedo muovere le palpebre. Brian sospira e poggia la mano destra a terra dove si stringe su un foglio di carta.

«I want to leave how I’m arrive, so alive. I wouldn’t struggle on in a world so wrong, in a world so cold. I’m not running away been fighting it so long, such a price that we pay we got to be so strong, in a lie. Scusa se non sono abbastanza.» Brian stringe tra la mano il foglietto e passa una mano tra i miei capelli.

«Shane, tu sei più che abbastanza.» io abbasso il capo e James mi abbraccia. Sto piangendo. Se lo avessi saputo non avrei fatto quello che ho fatto dopo.

 

Il giorno dopo il me del passato si sveglia sul letto di camera sua e si passa una mano sui capelli. Sente i polsi che gli fanno male e li vede bendati. Non c’è riuscito. Scende per fare colazione e trova Brian che beve del caffè in silenzio e Michelle che piange. Brian alza lo sguardo verso di lui e vede gli occhi spenti di Brian.

«Siediti.» il ragazzo esegue in silenzio.

«Perché?» una semplice domanda che fa abbassare il volto del me del passato.

«Shane è una sola domanda, rispondi almeno a questa.» il ragazzo abbassa il capo ma non risponde.

Brian poggia di colpo la tazza sul tavolo facendolo sobbalzare

«Shane, cazzo! Sono tuo padre, ed esigo delle risposte!» Shane alza lo sguardo ferito.

«Tu non sei mio padre! I padri non odiano i figli!» si alza di scatto dalla sedia e corre in camera. Brian ha la bocca spalancata sconvolto.

«Ma io non lo odio..» Michelle continua a piangere.

 

Terza scuola, quindicesima rissa. Brian è a scuola e parla col preside ho 15 anni.

«Sembra strano che sia suo figlio signor Haner. Voi siete così educato.» lui alza le spalle.

«L’ho adottato.» ricordo quel giorno. Il mondo mi è crollato addosso. Preferiva dire che non ero suo figlio, preferiva non vergognarsi di me. Preferiva non parlarmi per giorni, da una rissa all’altra. E io che menavo la gente che lo insultava.

A casa, Brian indica la stanza del ragazzo senza parlare. Il me del passato sale le scale e si chiude dentro. Apre un cassetto e prende delle pillole avvolte nella carta. Prende una bottiglietta d’acqua e le ingolla tutte insieme. Si siede a terra e aspetta. Dopo due ore è mezzo svenuto sul pavimento ed ha i conati di vomito ma non vuole vomitare. Brian bussa alla porta ma non risponde. Cerca di aprire la porta ma è chiusa a chiave. Brian sbianca. «Non ancora» sussurra.  

n.d.a.
Hola Gente! 
Stiamo arrivando alla fine, e vedo che continuate a leggere in tanti :) Sono felicissima che continui a piacervi. Mancano solo pochi capitoli e poi dovremo lasciare Shane al suo destino. ringrazio chi ha recensito fino ad ad ora, e please, mi fareste sapere cosa e pensate? Grazie mille anche solo se siete dei lettori silenziosi.
Alla prossima.
Darkness Raven

  
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