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Autore: telesette    24/11/2014    2 recensioni
Makoto Kino, diciassette anni, è la vergine prescelta per ospitare il corpo della Suprema Signora dei Demoni. Avvicinandola sotto mentite spoglie, il demone seduttore Fùlger dovrà dunque fare in modo che la giovane ed ignara fanciulla gli si conceda spontaneamente. Le cose si mettono male, per la Paladina Sailor, se non fosse che nelle vene dell'affascinante demone scorre anche il sangue di un essere umano...
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Makoto/Morea, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
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La breve gita marittima era già finita, più veloce di com'era arrivata.
Le ragazze avevano già preparato le borse e stavano appunto per salire sul pulmino che le avrebbe riportate in città.
Non erano ancora salite a bordo che, ignorando William e Makoto piacevolmente in disparte dal resto del gruppo, tutte loro esortavano Usagi a smetterla di litigare con Chibiusa e a darsi invece una mossa. La bionda compagna era infatti alle prese con una delle sue solite sfuriate, rimproverando la piccola peste di averle nascosto la sua spazzola preferita con i coniglietti rosa, e da qui era degenerata una delle tantissime sceneggiate che tutti conoscevano benissimo.

- Tira subito fuori il maltolto!
- Scordatelo!
- Guarda che non te lo sto chiedendo... Te lo "ordino", piccolo sgorbio che non sei altro!
- Di' un po', ti sei mai vista allo specchio?
- Poppante!
- Strega!
- Carciofa!
- Pattumiera!
- GRRRRRRRRRRRRR !!!

Gli sguardi fiammeggianti di entrambe, malgrado la differenza di statura, avevano innescato tra loro un'atmosfera che suggeriva ai passanti di restarsene almeno di cinque o sei metri alla larga... per evitare di bruciarsi. Incuranti della discussione, Makoto e il suo innamorato non facevano che commentare la splendida notte trascorsa assieme all'insaputa delle altre.
Fùlger avrebbe voluto dirle qualche bella frase ispirata ma, essendo egli stesso confuso per la gioia indescrivibile del suo cuore, a malapena riusciva a guardare la fanciulla negli occhi senza sembrare un demente.

- Allora, più tardi vuoi che ti chiamo?
- E che ho da rimettere a posto alcune cose - provo a dire Makoto, cercando di giustificarsi. - E poi sono indietro con l'algebra, la geometria e...
- E se ti aiutassi io a ripassare? - sorrise lui.

Makoto deglutì.

- Telefonami - cinguettò.

Fùlger fece per baciarla quando, drizzando improvvisamente lo sguardo, si rese conto che qualcuno aveva tamponato intenzionalmente la fiancata del pulmino con un grosso camion da trasporto. Il conducente del veicolo, un uomo alto e muscoloso più o meno sulla quarantina, scese dunque dall'abitacolo e si parò dinanzi a Rei e alle altre con sguardo tuttaltro che amichevole.

- E' questo il modo di parcheggiare? - ringhiò. - Spero per voi che siate assicurate, altrimenti vi tiro il collo!
- Ma che faccia tosta - replicò la sacerdotessa furibonda. - E' lei che ci è venuto addosso!
- Con il dovuto rispetto, signore, le faccio notare che il Codice della Strada proibisce chiaramente di parcheggiare mezzi di trasporto pesanti in aree riservate ai veicoli da turismo e...
- E con questo ?!?

Ami rabbrividì.
L'energumeno camionista era il classico cafone prepotente, forte del fatto di avere a che fare con delle studentesse delle superiori, cosicché le ragazze non sapevano come far fronte alla situazione senza compromettersi. Makoto si stava già rimboccando le maniche, pronta a dare a quel villano il fatto suo, tuttavia William le sussurrò gentilmente di farsi da parte e lasciare a lui l'incombenza.

- Scusa, amico - esclamò il giovane, prendendo da parte il camionista. - Ti dispiace se facciamo una chiacchierata io e te, senza disturbare le signorine?
- Cos'è, sei stanco di vivere, damerino!

Fùlger non si scompose.
Malgrado il camionista lo avesse afferrato per il bavero, quasi strappandogli parte della camicia, lui rimase tranquillo e impassibile. Makoto fece per accorrere in suo aiuto ma, non appena lui le disse di non preoccuparsi, rimase perplessa dal suo sorriso e dalla tranquillità del suo sguardo.

- Non preoccuparti, tesoro - esclamò. - Tra due minuti sono da te!
- In una bara, volevi dire - commentò il camionista. - Ammesso che rimanga qualcosa di te da metterci dentro!

Ciò detto, i due si allontanarono dietro al camion.
Qui l'energumeno iniziò a scrocchiarsi le dita, soffiando gasato sul proprio pugno, con l'evidente intenzione di trasformare l'interlocutore in un ammasso di carne trita. Ma quando Fùlger cambiò tosto espressione, alterando parte dei tratti umani nel suo vero volto di demone, tutta l'arroganza tronfia del camionista andò a farsi benedire.

- Che ti prende, amico? - domandò Fùlger beffardo. - A giudicare dalla tua faccia, sembra quasi che tu abbia appena visto il diavolo!

La voce gelida e gli occhi color del sangue, senza contare i bianchi denti affilati contratti in una specie di ghigno satanico, Fùlger era compiaciuto del terrore che l'altro stava provando nell'osservare il suo vero aspetto.
Il camionista era pietrificato.
Le dita, prima forti e decise, gli erano diventate come di gelatina. A stento riusciva a respirare, mentre un brivido gli percorreva la spina dorsale, e la risatina satanica di Fùlger gli riecheggiava nelle orecchie come una promessa certa di morte.

- Cos'è, hai perso la lingua - fece il demone, sfoderando orgoglioso i lunghi artigli della sua mano destra, come se volesse sventrarlo e riversare le sue budella sull'asfalto. - O devo forse strapparti quella lardosa palla di ciccia tremolante che ti ritrovi addosso?
- A... A... AAAIUUUTOOO !!!

Rapido come un centometrista sullo scatto di partenza, il camionista si trascinò sulle quattro zampe per infilarsi il più in fretta possibile all'interno del camion. Subito mise in moto e, prima che il fumo del tubo di scappamento si fosse diradato, aveva già abbandonato l'area del parcheggio di almeno dieci chilometri.
Fùlger si affrettò a riacquistare le sembianze di William, per non insospettire Makoto e compagne, ma non poteva certo nascondere la soddisfazione che provava nell'aver spaventato a morte quell'idiota.

- William, stai bene? - domandò Makoto preoccupata.
- Certo, benissimo - rispose l'altro tranquillo. - Gli ho solo fatto notare che non era carino alzare la voce in quel modo, oltretutto era in ritardo con le consegne... Insomma, oltre a domandarvi scusa, mi ha anche lasciato detto che gli dispiace molto e che non si ripeterà più!

Makoto sbattè le palpebre incredula.

***

Circa due ore dopo, una volta tornate in città, Usagi e compagne stavano commentando l'accaduto davanti al tavolino di un bar.
L'unica a cui l'intera faccenda non quadrava era Rei, che pure riteneva di avere ottimi motivi per dubitare di quel William, ma naturalmente non poteva dire chiaro e tondo quello che aveva percepito circa l'aura intensa e malvagia del nuovo ragazzo di Makoto.

- Dai, stai scherzando - esclamò Minako con una smorfia. - Secondo me, visto che lui e Makoto vanno così d'accordo, può darsi che sia davvero un "fusto" da paura! 
- Non credo si tratti di questo - replicò Rei ostinatamente. - C'è qualcosa di strano in quel ragazzo, qualcosa che non riesco a spiegarmi... 
- Di' un po' - rintuzzò Usagi, guardando l'amica di traverso. - Non sarai mica gelosa di Makoto, vero?

A quelle parole, Rei scattò subito rabbiosamente.

- Mi credi forse tanto meschina - strillò. - Ma per chi mi hai presa?
- Per quello che sei: una zitella acida che, non avendo un fidanzato, deve dire sciocchezze su quello delle altre!
- Attenta a te, Usagi, non ti permettere assolutamente di...
- Allora, sentiamo, che cosa avrebbe di strano quel ragazzo, a parte il fatto che è bello, gentile e innamorato di Makoto fino al midollo?

Rei tacque.
Non capitava spesso che Usagi riuscisse a metterla a tacere, specie quando riteneva di avere ragione da vendere, ma ovviamente non poteva accusare William sulla base di semplici supposizioni.
Il fatto che lei avesse "percepito" in lui un'aura negativa non era una prova schiacciante.
Contrariamente a ciò che pensava Usagi poi, Rei era sensibile al pari delle altre nei confronti di Makoto e, non volendo appunto ferire l'amica solo per via di un semplice sospetto, la poverina si ritrovò completamente spiazzata e incapace di rispondere a tono com'era abituata a fare di solito.

- Lo vedi che avevo ragione - incalzò Usagi. - Non ti facevo così egoista, dovresti essere felice per Makoto, anziché inventarti delle cattiverie assurde sul suo ragazzo!
- Pensala come vuoi, allora - tagliò corto Rei, ferita e profondamente offesa dall'accusa ingiusta di Usagi. - Io ho solo detto come la penso e, per il bene di Makoto, spero solo di sbagliarmi... Comunque non sono affatto come dici tu!

Ciò detto, spingendo da parte la bionda amica sputasentenze, Rei si alzò in piedi e uscì fuori dal locale senza salutare nessuno. 

 

continua col prossimo capitolo )

 

NOTA DELL'AUTORE
Chiedo scusa per il ritardo...
Ho trascorso buona parte della settimana a ri-caricare le immagini rese invisibili nel passaggio al mobile del sito - e ancora ho un bel po' di lavoro di assestamento da fare! - ma dal momento che qualcuno sostiene che sia estremamente comodo leggere dal telefono cellulare...
Bof, contenti/e loro!
Comunque io sono qui, finché non muoio, e le storie le continuo a scrivere. Quando non ci sarò più, tra MOOOLTO moltissimo tempo s'intende, quello che resterà qui non sarà più di mio interesse.
^__^ Alla prossima!


DADO 

   
 
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