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Autore: StormLight94    24/11/2014    6 recensioni
Fanfiction AU.
Pasadena, California.
Sheldon ha ventidue anni, è molto affascinante e all'università non passa inosservato. Ha una fila di ragazze che gli cadono ai piedi e che morirebbero pur di avere la sua attenzione. Nonostante ciò non ha nessuna intenzione di avere relazioni serie, anzi preferisce divertirsi e passare da una festa all'altra con i suoi migliori amici Leonard, Howard e Raj. È un genio, ma prende tutto troppo superficialmente.
Amy si è trasferita da lontano per iniziare l'università e insieme alla sua migliore amica, Penny, dovrà ambientarsi in quella città nuova. È introversa e preferisce un buon libro a una festa sfrenata. Il suo unico interesse è quello di studiare e prendere buoni voti.
Ma cosa succederebbe se due persone così diverse si incontrassero? E se iniziassero a passare molto tempo insieme? Potrebbe andare bene o sarebbe un disastro?
Dal primo capitolo:
"« Tu?! » dissero all'unisono Amy, con un'espressione sconvolta e Sheldon con un'aria sorpresa e leggermente divertita.
Doveva essere un incubo, o una specie di scherzo.
Il tizio più irritante che avesse conosciuto era il vicino di casa della sua migliore amica."
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Farrah Fowler, Sheldon Cooper, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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cap1

Capitolo I.
Meeting.

 

"So che quando ci incontreremo non conterà quanto ci sia voluto per trovarti.
Quando ci incontreremo avremo tutto il tempo del mondo per dirci quello che dobbiamo dirci." 

● Sarah Butler ●

 

 

 

La musica ad alto volume del locale le rimbombava fastidiosamente nelle orecchie mentre osservava con aria annoiata la gente muoversi e ballare a poca distanza dal suo tavolo. Cosa ci trovassero i suoi coetanei di entusiasmante a ballare sulla base di una musica rumorosa e senza senso, ubriachi da non ricordarsi nemmeno il proprio nome per poi finire nei bagni con gente che non conoscevano nemmeno, ancora non riusciva a capirlo. Anzi, a dirla tutta ne era disgustata.
Quindi cosa ci faceva in un posto che detestava con tutta se stessa? Se lo stava chiedendo dal preciso istante in cui aveva messo piede nel locale.
Penny, la sua unica nonché migliore amica, l'aveva trascina con lei. Erano appena arrivate in quella grande città e ancora non conoscevano praticamente nessuno, perciò, a detta sua, cosa c'era di meglio se non spassarsela in un locale cercando di fare nuove amicizie e, perché no, magari rimorchiando qualcuno?
Sbuffò sonoramente quando scorse in mezzo alla folla la sua amica parlare con il fidanzato. Aveva in mano un bicchiere mezzo vuoto e, a giudicare da come rideva e dal colore delle sue guance, doveva essere abbastanza su di giri.
Nonostante odiasse questi posti -e Penny lo sapeva bene- quando quella mattina stessa le propose di uscire non era riuscita a dirle di no anche se avrebbe preferito passare la serata a leggere.
Come lei e Penny fossero diventate amiche rimaneva un mistero per chi le osservava da fuori. A vederle in un primo momento erano una l'opposto dell'altra. Penny amava uscire e divertirsi mentre lei preferiva stare per conto proprio. Non si definiva proprio un'asociale, ma non era poi così lontana dall'esserlo davvero. Erano diverse, ma anche molto simili, molto più di quanto si potesse notare al primo impatto.
Si erano conosciute alle superiori dato che erano nella stessa classe. All'inizio pensava che Penny fosse la solita approfittatrice che le faceva la bella faccia davanti per farsi aiutare in qualcosa e poi di spalle gliene diceva di tutti i colori. Invece in diverse occasioni l'aveva difesa dai compagni che la prendevano in giro con cattiveria, lasciandola più di una volta stupita e affascinata da quel carattere così forte che invidiava.
Una volta finite le superiori avevano continuato a uscire insieme e, a poco a poco, aveva cominciato a coinvolgerla nelle sue attività e a farle frequentare quegli ambienti che aveva deciso categoricamente di evitare, ma che aveva imparato a conoscere anche se non li aveva mai apprezzati completamente.
Quando decise di lasciare la sua città per iniziare l'università Penny la seguì dicendo che aveva bisogno di cambiare aria e conoscere nuova gente. Sapeva che in realtà non voleva lasciarla sola, ma non lo avrebbe mai sentito dire direttamente da lei.
Alzò lo sguardo dal drink che era stata praticamente costretta a prendere e subito un ragazzo biondo con gli occhi verdi si sedette di fronte a lei.
« Come mai ti hanno abbandonata qui da sola? »
Sorrise forzatamente cercando di essere gentile e di non mandarlo subito a quel paese.
« Non sono sola. Sono con un'amica »
Il ragazzo sorrise e bevve un sorso di birra.
« Vuoi ballare? »
Si stupì sentendo quell'invito. Di sicuro era la prima volta che qualcuno le chiedeva di ballare senza contare le volte che lo facevano solo per avere un pretesto per avvicinarsi a Penny.
Guardò dietro di lui e vide un gruppetto di ragazzi che li fissavano sghignazzanti e si sentì fremere di rabbia. Si alzò di scatto e si allontanò dal tavolo, sentendo il ragazzo lamentarsi di aver perso la scommessa.
Uscì fuori e l'aria fresca della sera la costrinse a mettersi la giacca e restò a osservare il via vai delle persone per la strada. C'erano gruppi di ragazzi che ridevano e scherzavano, chi camminava mano nella mano con il partner e ragazze tirate al massimo che la squadravano da capo a piedi con aria di sufficienza mentre entravano nel locale.
Mentre ripensava a quanto sarebbe stato meglio se fosse rimasta a casa l'odore acre di fumo di sigaretta la invase facendole storcere il naso disgustata.
« Che schifo! » disse agitando una mano per cacciare via la nuvola di fumo. Si voltò per vedere chi era e i suoi occhi incrociarono quelli di un ragazzo molto alto, magro e piuttosto attraente che, a giudicare da un primo sguardo, doveva avere solo una paio di anni più di lei.   
La guardò con un sorriso beffardo mentre scrollava la cenere dalla sigaretta.
« Scusa, non volevo. »
Ovviamente non ci voleva un genio per capire che non si stava scusando davvero, ma che era solo sarcastico.
Fece una smorfia e si girò dall'altra parte. Aveva già capito che tipo era e, per quella sera, ne aveva avute abbastanza.
« Cosa ci fai qui fuori da sola? » domandò aspirando una boccata di fumo.
« Niente. » sbottò stringendosi nella giacca dopo una folata di vento più forte delle altre.
« Stai aspettando qualcuno o ti diverti a rimanere qui fuori a guardare la gente che passa? » chiese ironico mentre giocherellava con l'accendino accendendolo e spegnendolo e facendolo ruotare tra le dita.
Alzò gli occhi al cielo e sospirò seccata da tutto quell'interesse da parte di un perfetto sconosciuto.
« Potrei farti la stessa domanda. » mormorò guardando davanti a sé le macchine che passavano.
Il ragazzo lanciò il mozzicone per terra e si infilò le mani nel giubbino di una marca piuttosto costosa.
« Ho capito, ti hanno dato buca. »
Si girò e notò che la stava fissando e solo ora si accorse dei suoi occhi di un intenso azzurro. Sorrideva, quasi si stesse prendendo gioco di lei.
Stava cominciando a non sopportarlo e si conoscevano da trenta secondi scarsi. Decise di ignorarlo, ma lui non sembrava intenzionato a demordere.
« Questo locale fa pena. Sto aspettando degli amici per andare da un'altra parte. »
Lo guardò accigliata e lui scrollò le spalle.
« Beh, mi hai chiesto anche tu cosa ci facessi qui fuori, no? »
"Già, peccato che non mi interessi affatto" pensò e, sebbene fosse tentata di dirglielo, preferì stare zitta. Lo invidiò leggermente perché lui se ne sarebbe andato da lì a poco mentre lei chissà quanto avrebbe ancora dovuto aspettare.
« Forse dovresti andare a casa. » disse lui facendole alzare lo sguardo dal marciapiede. « Non sembri il tipo di ragazza che frequenta locali e discoteche. » la stuzzicò.
Incrociò le braccia sul petto e lo guardò con aria di sfida da sotto gli occhiali.
« Ah sì? Perché, cos'ho di diverso? »
Il ragazzo ghignò e si avvicinò di qualche passo.
« Tanto per cominciare non sei truccata e non porti scarpe con il tacco. Inoltre non ho mai visto nessuna indossare un cardigan come il tuo per venire in discoteca. » si fermò poco distante da lei mentre il vento gli scompigliava i capelli castani, ma sembrò non curarsene affatto. « Sembri una mocciosetta. » aggiunse, ridendo divertito dall'espressione imbronciata e offesa della ragazza.
« Non sono affari tuoi. » sbottò infastidita. Ma chi si credeva di essere per giudicarla? Non la conosceva nemmeno!
« Okay okay, scusa! » replicò alzando le mani e sorridendo.
Improvvisamente una macchina nera si fermò davanti a lui. Abbassò il finestrino e sentì all'interno più di una persona, di cui una con un forte accento indiano, spronarlo a salire in fretta.
Aprì la portiera del passeggero e, prima di richiuderla riuscì a sentire la conversazione tra lui e il conducente.
« Chi è quella? La conosci? »
« Certo che no! Ti sembra per caso il mio tipo? »
La macchina sfrecciò via mescolandosi nell'intenso traffico. Rimase a guardare nella direzione in cui andò l'auto per qualche secondo quando sentì una voce familiare chiamarla.
« Amy! »
Si voltò e la sua amica la raggiunse stringendo la mano a Zack, il suo ragazzo.
Zack e Penny si erano conosciuti ad una festa un paio di giorni dopo essersi trasferite  ed erano andati subito d'accordo. Ora erano solo un paio di settimane che stavano insieme e si leggeva dal suo volto quanto fosse felice.
« Ti ho cercata dappertutto sai? È successo qualcosa? » chiese preoccupata.
« No. Stavo solo prendendo una boccata d'aria tutto qua...»
Penny addolcì lo sguardo.
« Si sta facendo tardi. Ti accompagno al campus okay? »
Amy annuì. La bionda diede un bacio al moro dietro di lei, mise una mano sulla schiena dell'amica e si avviarono verso il parcheggio.

 

~°~

 

Amy camminava a passo svelto per il lungo viale che portava all'ingresso di una delle più prestigiose università del Paese. Con una mano cercava di sistemare i lunghi capelli castani che la tiepida brezza autunnale continuava a spettinare rendendo perciò vani i suoi sforzi.
Guardò l'orologio, arricciò il naso e affrettò il passo. Avrebbe avuto lezione fra poco ed era già in ritardo il primo giorno.
Fantastico.
Aveva proprio scelto la mattina sbagliata per non sentire la sveglia.
Una volta varcato l'ingresso rimase stupita vedendo quanto fosse grande. Era tutto così nuovo e curato che la lasciò a bocca aperta.
Passò per i corridoi, ma erano tutti uguali e faceva fatica ad orientarsi. Decise di fermarsi un attimo per fare mente locale sperando di ricordarsi dove fosse l'aula giusta.
Se ci fosse stata Penny non avrebbe avuto problemi, ma lei era a un corso completamente diverso dal suo e cosa più importante non era in ritardo.
« Ti sei persa? »
Sussultò sentendo una voce non familiare alle spalle. Si girò con l'intenzione di dire che era tutto a posto quando rimase stupita vedendo chi aveva davanti.
Occhi azzurri, capelli castani, sorrisetto beffardo...
Non aveva dubbi.
Era lo stesso ragazzo che aveva incontrato fuori dal bar qualche sera prima.
Con la sua semplice maglietta a maniche corte e i jeans stretti era molto diverso rispetto all'ultima volta che lo aveva visto e, se le fosse passato semplicemente in parte senza attirare la sua attenzione, probabilmente non l'avrebbe nemmeno riconosciuto.
Era rimasto a fissarlo senza dire una parola e lui la guardò sorridendo.
Solo quando si accorse di aver fatto passare decisamente troppo tempo prima di aprir bocca decise di rispondere.
« No, non mi sono persa. Stavo...stavo solo aspettando un'amica. » mentì sperando di non sembrare stupida. L'ultima cosa che voleva era essere presa in giro già il primo giorno nella nuova università.
« Davvero? A me sembravi piuttosto smarrita invece. » ghignò fissandola attentamente.
Amy sbuffò e incrociò le braccia.
« Invece non è vero. Sto solo aspettando un'amica. » ripeté sperando di averlo convinto e che se ne andasse il più in fretta possibile. Aveva lo stesso atteggiamento dell'altra sera e già stava incominciando ad innervosirsi.
Il misterioso ragazzo si avvicinò di un passo.
« Non credo sia così. Scommetto che non hai la più pallida idea di dove ti trovi, ma non hai il coraggio di chiedere a qualcuno. Ho indovinato vero? »
Amy spostò il peso da una gamba all'altra mentre osservava nervosamente il numero di studenti farsi sempre più ridotto. Cominciava ad essere davvero tardi.
Se si fosse trovata davanti un'altra persona non avrebbe esitato a chiedere dove fosse l'aula giusta, ma quel tizio aveva un'aria così di superiorità che non voleva dargliela vinta. Aveva già intuito che tipo di persona era e sapeva anche che meno aveva a che fare con lui meglio sarebbe stato.
Gli rivolse uno sguardo seccato mentre pensava a una risposta efficace.
« Ti sbagli. » soffiò Amy sistemandosi la tracolla su un punto non dolorante della spalla a causa del peso. « E comunque non sono affari tuoi. » aggiunse infine.
Il moro rise e si infilò le mani in tasca. Amy notò un tatuaggio nella parte interna del braccio sinistro. Era una frase in inglese e fece fatica a decifrarla a causa della grafia un po' contorta. "What doesn't kill you makes you stronger " riuscì infine a capire.
« Anche l'altra sera, fuori dal locale, mi hai risposto allo stesso modo dopo che ti ho chiesto cosa ci facevi lì fuori. È l'unica cosa che sai dire? » la punzecchiò e lei rimase quasi sorpresa vedendo che non solo si ricordava di lei ma addirittura si ricordava cosa si erano detti.
Lo vide piegare leggermente la testa di lato e corrugare la fronte.
« Sbaglio o indossi lo stesso cardigan da mocciosetta dell'altra volta? »
Amy abbassò lo sguardo sul petto e notò che aveva ragione. Non ci aveva nemmeno fatto caso quella mattina, ma lui come faceva a ricordarsi tutti quei dettagli?
Si imbronciò ancora quando si accorse di essere stata chiamata mocciosetta un'altra volta e si chiese perché tra tutte le persone che c'erano proprio lui doveva fermarsi.
Controllò l'ora sull'orologio. Se non si dava una mossa sarebbero stati guai.
« Senti, devo andare sono in ritardo. » lo superò ma aveva ancora la sensazione dei suoi occhi puntati addosso.
« Che facoltà frequenti? »
Si fermò e strinse le labbra incerta se dirglielo o proseguire e ignorarlo.
« Biologia. » rispose infine e lui sorrise.
« Il Dipartimento di Biologia è dall'altra parte. » indicò il corridoio alle sue spalle.
« Lo sapevo. » replicò Amy facendo dietrofront verso la direzione giusta.
« Certo come no. Bastava chiedere, Pigeon » disse senza smetterla di guardarla con quel modo divertito che lei trovava assolutamente irritante.
Si chiese cosa ci fosse di così divertente, poi si rese conto di aver praticamente fatto la figura dell'imbecille. Probabilmente più tardi si sarebbe fatto quattro risate alle sue spalle con i suoi amici.
Voleva convincersi che non le importava nulla, ma sapeva bene che quello era il classico ragazzo che scherniva chi non era come lui. Ne aveva viste fin troppe di persone come lui. Si stava solo prendendo gioco di lei, glielo si leggeva in faccia.
« Pigeon? Guarda che ce l'ho un nome. » disse alzando un sopracciglio perplessa al nomignolo che le aveva appena affibbiato.
« Davvero? Allora qual è? Non me l'hai ancora detto e pensavo non ne avessi uno. » rise quando lei gli lanciò uno sguardo furioso. Si girò dall'altra parte decisa a ignorarlo completamente.
« Okay allora ti chiamerò Pigeon. »
« Amy, mi chiamo Amy. » sbottò alzando gli occhi al cielo.
« Io sono Sheldon. » disse in tono amichevole lasciandola un attimo confusa. Spostò poi lo sguardo dietro di lei.
« Ti accompagnerei in aula, Pidge, ma ho un impegno improvviso. » le passò velocemente in parte e raggiunse una ragazza mora, piuttosto formosa e le cinse le spalle con il braccio. Prima di sparire in un corridoio laterale lo vide girarsi verso di lei.
« Segui il corridoio, sali le scale fino al secondo piano. Lì c'è il Dipartimento di Biologia. Se ti dai una mossa non arrivi troppo in ritardo! »
Amy rimase immobile qualche secondo domandandosi cosa fosse successo. Le sembrava tutto piuttosto assurdo, sopratutto perché non era riuscita a inquadrare bene quel ragazzo. Prima sembrava la stesse prendendo in giro, poi invece si presenta come se volesse stringere amicizia e le fornisce addirittura le informazioni di cui aveva bisogno.
Scosse la testa e decise di darsi una mossa, seguendo il suo consiglio.

 

All'ora di pranzo Amy osservò la folla di studenti riversarsi verso la mensa alla ricerca di un tavolo. Fece passare velocemente lo sguardo da una persona all'altra nella speranza di incontrare Penny, ma inaspettatamente si ritrovò a posare gli occhi su ogni ragazzo con i capelli castani e gli occhi chiari.
Improvvisamente un braccio alzato cercò di attirare la sua attenzione dal fondo della mensa. Scorse la chioma bionda dell'amica e la raggiunse sistemandosi di fronte a lei.
Penny iniziò a raccontarle della mattinata, di come erano simpatici i suoi compagni di corso e di quanto era affascinante un certo Brad. Amy non la stava ascoltando più di tanto troppo presa a far guizzare lo sguardo da un tavolo all'altro. L'avrebbe rivisto?
Sospirò chiedendosi perché mai si stava interessando a quel tizio così irritante e invadente. Se non l'avrebbe più rivisto sarebbe stata una gran bella cosa. Magari neanche frequentava quell'università. Anzi, sicuramente doveva essere così, non sembrava il tipo da intraprendere una carriera universitaria. Probabilmente aveva semplicemente accompagnato la fidanzata.
Penny si accorse di star parlando al vento per cui si protese verso di lei, assumendo uno sguardo minaccioso.
« Amy, mi stai ascoltando? »
« Sì, stavi parlando di un certo Steve. » disse cercando di ricordare qualche frammento di conversazione.
« Brad. » la corresse lei.
« Sì, Brad. »
Penny abbozzò un sorrisetto malizioso. « A cosa stavi pensando? Non mi dire che hai adocchiato qualcuno. Lo conosco bene quello sguardo. »
Amy giocherellò con il cibo nel piatto, indecisa se parlargli o meno di Sheldon. Alla fine optò per mantenerla all'oscuro di tutto, sapendo come l'avrebbe assillata ed esasperata.
« No. Stavo pensando che...beh...che il programma è piuttosto tosto quest'anno. Tutto qui. »
Penny sembrava delusa. « Amy, Amy, cosa devo fare con te? » scosse la testa come se la stesse rimproverando. « È ora di cominciare a guardarsi intorno, sai? »
Amy sbuffò e alzò gli occhi al cielo come faceva ogni volta che veniva tirato fuori l'argomento "ragazzi".
« Sai che non mi interessa avere una relazione adesso. Non voglio avere distrazioni. » tagliò corto sperando che la cosa finisse lì.
Penny ridacchiò. « Non deve per forza essere una distrazione. Diciamo che potrebbe essere...uno sfogo, ecco. » ammiccò lei e Amy divenne rossa per l'imbarazzo.
« C-come vanno le cose con Zack? » disse per cambiare argomento. Il volto di Penny si illuminò.
« Benissimo! Zack è proprio fantastico! Usciamo mercoledì. Sapevi che è capitano nella squadra di football della scuola? Amy, credo sia quello giusto. »
Amy sorrise in modo forzato. Ogni volta era sempre così. Si innamorava, andava bene per un paio di mesi e poi puntualmente veniva lasciata o tradita. Voleva sperare che almeno lui fosse diverso, ma sapeva che non sarebbe stato così.
« Come mai non stasera? »
« È molto impegnato purtroppo. » sospirò. « Ehi, stasera vieni da me. Ho appena finito di traslocare e finalmente l'appartamento è diventato vivibile così te lo faccio vedere. Inoltre ti faccio conoscere i miei vicini di casa. » disse dandole una pacca sul braccio e facendole l'occhiolino.
"Oh, ci risiamo" pensò Amy notando la sua espressione fin troppo euforica.
« Non lo so Penny, volevo cominciare a studiare...»
Non era esattamente vero. Sarebbe andata volentieri a casa di Penny anche perché era curiosa di vedere il nuovo appartamento, ma l'idea che la sua amica avrebbe coinvolto anche i vicini di casa la metteva a disagio. Conoscere nuove persone la metteva sempre in difficoltà per questo aveva pochissimi amici.
« Possiamo studiare un po' insieme. » cercò di convincerla la bionda mentre mangiucchiava una patatina fritta.
« Tu studi psicologia. Come facciamo a studiare insieme? » domandò perplessa.
Penny alzò gli occhi al cielo e sospirò. « Leggiamo un po', ci beviamo due birrette, leggiamo ancora e poi usciamo. »
Amy rise e anche Penny le andò dietro.
« Certo, questo sì che si chiama studiare! »
« Allora vieni? »
« A quanto pare non ho scelta. »
« Bene allora ci vediamo stasera dopo le lezioni. » disse alzandosi e avviandosi verso l'uscita. Amy rimase al tavolo ancora qualche minuto e quando vide la mensa svuotarsi decise di andare a lezione.

 

~°~

Amy si trovò davanti a un grande palazzo. Guardò l'indirizzo scritto di fretta su un bigliettino stropicciato e lo comparò prima al nome della via sul cartello e infine al numero civico dell'edificio. Era quello giusto, non aveva dubbi. Entrò e si avvicinò all'ascensore, ma un cartello attaccato piuttosto malamente alle porte recitava la scritta "guasto". Sbuffò e guardò malamente la rampa di scale. Non aveva voglia di fare anche ginnastica.
Raggiunse il quarto piano e sentì un chiacchiericcio piuttosto rumoroso e della musica provenire dall'appartamento alla sua sinistra. Forse stavano dando una festa, o molto più probabilmente era gente che era convinta di abitare da sola in quel grande palazzo. Scosse la testa. Penny avrebbe avuto il suo bel da fare a sopportare quei vicini casinisti, ma con il suo carattere ci avrebbe messo poco a zittirli. Sembrava si stessero divertendo molto, però.
Attraversò il pianerottolo e si fermò controllando se il numero fosse giusto. Ci mancava solo che ad aprirle fosse stato un perfetto sconosciuto.
Una volta appurato che anche quello fosse giusto bussò alla porta dell'appartamento 4B e una Penny piuttosto euforica le aprì facendola entrare.
« Finalmente! Pensavo di fossi persa. »
Amy si sedette pesantemente sul divano e si guardò attorno. Era piuttosto disordinato, ma era molto carino e si trovava in una zona della città decisamente invidiabile.
Aprì la borsa a tracolla e tirò fuori libri e appunti. Penny la guardò accigliata.
« Cosa stai facendo? »
« Dobbiamo studiare no? » rispose con ovvietà.
Penny si passò una mano sulla fronte. « Davvero vuoi studiare? » chiese incredula.
« Hai detto che avremmo studiato solo per farmi venire qui? »
« Ehm...sì. » mormorò aspettandosi una sfuriata da parte sua.
Amy sospirò e gettò il libro nello zaino in malo modo.
« D'accordo cosa vuoi fare? »
« Per prima cosa mangiamo. » disse sorridendo e aprendo la porta di casa.
« Andiamo fuori? »
« Più o meno. » La prese per un braccio e la trascinò con sé fuori dall'appartamento.
Amy era sempre più confusa sopratutto quando la vide bussare alla porta dell'appartamento di fronte al suo. La musica si spense, ci furono voci ovattate all'interno e infine rumori di passi. In pochi secondi, la porta si aprì e si trovarono davanti un ragazzo molto alto e con gli occhi azzurri. Amy sussultò quando lo riconobbe.
« Tu?! » dissero all'unisono Amy, con un'espressione sconvolta e Sheldon con un'aria sorpresa e leggermente divertita.
Doveva essere un incubo, o una specie di scherzo.
Il tizio più irritante che avesse conosciuto era il vicino di casa della sua migliore amica.


Eccoci con il primo capitolo vero e proprio!
Allora come ve ne pare? Per ora abbiamo visto solo tre dei sette protagonisti e spero che come inizio vi piaccia :)
Succederanno un bel po' di cose nel corso dei capitoli, preparatevi u.u
Nel prosssimo verranno introdotti anche gli altri e Sheldon e Amy inizieranno a conoscersi un po' di più e....niente non posso dire altro per non fare spoiler xD
Alla prossima!

  
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