Disclaimer: Harry ed Herm non mi apparterranno mai. Li ha creati una donna che non ha saputo farli stare insieme; anche se, lo ammetto, la Rowling ha saputo regalci una scena magnifica in HP7. Puramente intelligently.
Questa shot partecipa al contest Harry o'Lantern (http://fanfictioncontest.forumcommunity.net/?t=20399150) indetto dal forum Collection of Starlight - Spells in the Moonlight.
Il contest prevedeva un rating possibilmente VM18, ambientazione obbligatoriamente notturna, tipologia a scelta tra Raccolta e One-shot, e come tema il più classico racconto dell'orrore ovvero i protagonisti calati nell'atmosfera halloweeniana, intenti a raccontarsi storie nel buio e nel caldo delle coperte.
Ultima precisazione: credo che sia una delle mie storie migliori. Non so nemmeno io perchè, ma la reputo tale. C'è un qualcosa che mi affascina, in questa storia. Forse sarà la mia venerazione assoluta per Halloween, non so ma la storia nella storia mi ha davvero presto. Un giorno e mezzo di scrittura, mezza giornata per il labor limae. Ma quanto amo scrivere.
Artemisia
“Venite con me
È la festa di Ognissanti
Faremo tremare tutti
quanti...”
(Da una cartolina del XIX secolo)
“Il tempo non è importante.
Solo la vita è importante.”
(The Fifth Element)
“La morte del corpo non è la fine dello
spirito,
ma solo una tappa del viaggio,
come quando nei tempi andati
si cambiava diligenza.”
inheritance.
An irish ghost
story.
<<…sono sorpresa però, sai.
>>
Hermione quella sera era strana. Niente di diverso nel suo
aspetto: era sempre la stessa. Stessa divisa perfettamente stirata, stessi
capelli arruffati, stesse leggere occhiaie sotto gli occhi. Ma era così strana, si ritrovò a pensare Harry,
molto più strana del solito; non era qualcosa di perfettamente tangibile, era
più una sensazione. Si, esatto, una
sensazione. Qualcosa che poteva sentire solo la pelle. Harry schioccò la lingua
prima di rivolgerle di nuovo l’attenzione.
<< Per cosa, Herm? >> chiese. La ragazza
ridacchiò, mentre versava dell’acqua in una teiera e poi la metteva a scaldare su una corolla di fiammelle
arancioazzurre.
<< Perché non sei alla festa? Ron ti terrà il
muso fino al prossimo Halloween, lo sai. Anche gli altri. Ci tenevano tanto.
>>
<
<< Ci sarebbe stata anche Cho.
>>
<< Non avevo voglia di vedere gente, Herm.
>>
E aveva ridacchiato di nuovo. Ecco perché era strana:
sembrava che avesse negli occhi e nella voce qualcosa di difficile
individuazione. Qualcosa che sapeva di notte, di erba alta, di pietre levigate
dai fiumi. Di quadrifogli e di stanze alte. Hermione non sembrava esattamente
lei.
Harry la guardò strofinarsi le mani davanti al camino,
poi stendere le braccia e quasi accarezzare le fiamme. Sembrava lontanissima,
assorta così nei suoi pensieri, con uno sguardo d’indifferenza su tutto; fu il
fischio della teiera a riportarla nella sala comune vuota – Adha, l’asociale del
quinto era andata a dormire mezz’ora fa, dopo aver deciso definitivamente di
abbandonare il compito di Aritmanzia.
Portò sul tavolo due tazze, una zuccheriera, del
latte. Ricavò da due cicche di sigarette un piatto pieno di biscotti a forma di
zucca e dei bastoncini di cioccolato. Decisamente l’orgoglio della
McGrannit.
<< Scusami Harry. Per me Halloween non è
Halloween senza zucca e senza dolci. Quante zollette?
>>
Hermione ne mise due ancor prima che Harry le
rispondesse, poi versò l’infuso e sprofondò nella poltrona. Per un paio di
lunghi, lunghissimi minuti si sentì solo il suono metallico dei cucchiaini
contro la porcellana delle tazze. Poi il lento sorseggiare di Hermione che,
immobile, continuava a guardare il fuoco.
<< Sai, forse stiamo sbagliando. >> fece
ad un tratto, sempre senza guardarlo.
<< Mh? E perché? >> Eccola, la Herm
strana. Anche il thè sapeva d’erba. E le fiamme si piegavano come trifogli nel
vento.
<< A tenere il fuoco acceso, dico. È Halloween,
forse stiamo sbagliando. >>
Harry alzò un
sopracciglio.
<< Non ti seguo Herm.
>>
<< Non ricordi quello che diceva Vitious,
martedì scorso? Sui tre movimenti della magia: mescolanza, convergenza e
assottigliamento. C’è una sovrapposizione di tutti e tre, nel crepuscolo che
precede Ognissanti. Poi il giorno dopo la coincidenza è perfetta.
>>
<< Ah, si. Il momento di passaggio, eh.
>>
<< Già, Harry.
>>
Notò che quando posava la tazza in grembo le mani le
tremavano leggermente. E aveva pronunciato Harry con un’intonazione che non le
aveva mai sentito nella voce. Ma chi aveva davanti, quella
notte?
<< E cosa c’entrerebbe il fuoco?
>>
<< Il fuoco, si. Sarebbe meglio non tenerlo
acceso. Sai, nelle stanze, durante Ognissanti si lasciava morire il fuoco
durante il giorno per rendere la casa inospitale durante la notte, così gli
spiriti evitavano di possedere gli abitanti. Le stanze erano alte, e faceva così
freddo nel castello che io e …>>
Hermione si interruppe, strozzando la parola che aveva
nella bocca.
<< Stai parlando in prima persona, Herm?
>>
<< No, no Harry. Devo essermi confusa. I libri
che sto leggendo, sai. Dovrei smetterla di leggere romanzi, quando non ho nulla
da fare. >>
<< Tu dovresti leggere di meno, Herm. >>
E vivere di più, ma non glielo
disse.
Un colpo di bacchetta e due biscotti si alzarono
leggeri, per poi adagiarsi sulle mani di entrambi. Hermione si sporse ancora un
po’ verso il fuoco.
<< Da dove hai preso queste informazioni?
>>
<< Un diario.
>>
<< Dove lo hai trovato? Qui in biblioteca?
>>
<< Si, nella memorialistica. Le pagine dedicate
alla festa di Samhaini sono interessanti. Tanto
interessanti…>>
L’orologio, unico compagno in movimento nella stanza
vuota ma colma della luce del fuoco scoccò le undici. Herm sussultò, poi si
voltò lentamente, troppo lentamente,
notò Harry e la mano sulla tazza non tremava più. La luce delle fiamme le aveva
arrossato il viso e i suoi occhi sembravano due bottoni luminosi nell’oscurità
della sala: cercò la bacchetta.
<< Vicino la mezzanotte era un inferno poi, sai?
Anzi, era l’inferno. Ogni legge
morale e fisica veniva sospesa, non esistevano più confini tra i morti e i vivi.
Gli spiriti ci facevano visita e noi li vedevamo sedersi ai nostri tavoli,
mimare conversazioni davanti alle sedie vuote, prendere i cappelli
dall’appendiabiti e sparire. Ma erano normali! I vivi invece, - ah, i vivi.
Nessuna regola, nessuna regola. E più ci si avvicinava alla mezzanotte, più era
difficile. >>
Hermione non era Hermione, quella sera. Harry sentì il
bisogno di posare la tazza e andarsene in silenzio, come se nulla fosse
successo, ma le fiamme continuavano a piegarsi come giunchi a pelo d’acqua.
Nessuno tornava ancora dalla sala grande. Ed era Halloween. E lui non aveva mai
avuto paura di una leggenda, perché lui era leggenda e non poteva temere se
stesso. Ma ora Hermione guardava il fuoco e tutto sembrava fuorché la sua Hermione.
Avrebbe voluto scuoterla, metterle addosso il suo
mantello e scortarla fino in camera.
<< …più difficile? A che punto siamo noi, ora?
>>
<< Noi, Harry? – si voltò verso di lui, e quei
bottoni sembrò cucirglieli addosso con lo sguardo – noi siamo già oltre.
>>