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Autore: GeorgiaRose_    24/11/2014    4 recensioni
Salve a tutti! Sono Martina Stoessel e ho 17 anni. In questo momento sono in aeroporto con mio padre… Ci stiamo trasferendo per l’ennesima volta a causa del suo dannato lavoro: il commercialista. Il mio rapporto con lui non è dei migliori, infatti litighiamo in continuazione, che sia per un motivo o per un altro.
Purtroppo mia madre è morta quando io avevo solo 4 anni, ed è stato da quel momento che mio padre è totalmente cambiato.
Questa volta andremo a vivere a Buenos Aires, mi ha sempre affascinato quella città e non vedo l’ora di vederla, sperando di incontrare persone simpatiche.
Sono al terzo anno di superiori e la mia nuova scuola si chiama “Istituto Baldracchieri”.
Bene! Questa è la mia vita e questa sono io!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DUE SETTIMANE DOPO
Stephie e Michael sono fuori scuola attendendo l’inizio delle lezioni. Lui sta fumando la terza sigaretta, poggiato al suo motorino, mentre lei è occupata a limarsi le unghie.
-Amore.- La chiama lui, ma non sembra ottenere risposta. –Amore…- Riprova, facendo sobbalzare questa volta la ragazza.
-Che c’è, Michael?
-Ti vedo pensierosa oggi. Qualche problema?- Getta la sigaretta a terra, per poi avvicinarsi alla giovane.
-Oggi Martina uscirà dall’ospedale.
-E quindi?
-E quindi dobbiamo trovare un altro piano per fargliela pagare.
-Ancora con questa storia, Stephie? Dannazione! Ma lo sai che ha rischiato la vita per colpa nostra?! È finita in coma perché un’auto la buttata sotto! Non credi sia abbastanza?
-Odio quando mi urli contro!- Esclama lei.
-Stephie, davvero, promettimi che non le farai più niente.- Le dice prendendole le mani.
Stephie sospira, per poi annuire.
-Va bene… In fondo hai ragione. Averla mandata in coma credo che sia sufficiente.
-Me lo prometti?
Lei annuisce e Michael, come risposta, l’abbraccia sorridendo.
-Brava bambina.

***

Dopo tre settimane passate all’interno di una camera d’ospedale, Martina finalmente mette di nuovo piede all’interno della sua amata casa. Le due ultime settimane le ha passate prendendo vari farmaci e facendo esercizi di riabilitazioni. Potete immaginare la noia… Ma per fortuna al suo fianco c’è stato Jorge, che l’ha supportata e aiutata, sempre con quel bellissimo sorriso stampato in faccia, che riusciva a provocare anche quello della ragazza. In più, anche suo padre Felipe, Ana, Angela, ed anche a volte Pablo, le sono stati accanto.
Quando rientra in quella grande casa, Olga, seguita da Roberto, corre ad abbracciarla.
-Oh, piccolina mia! Quanto mi sei mancata!
-Olga!- Ricambia l’abbraccio Tini, prima di abbracciare anche Roberto.
-Come stai?
-Adesso bene.
-Ah, meno male. Quel cattivone del tuo papà mia ha chiuso in casa!
-Ehi, io sono qui.- Risponde Felipe alla provocazione della signora.
-E allora? Sarei potuta andare almeno una volta, ma lei non ha voluto!
-Sì, adesso non ci pensiamo più.- Dice l’uomo, stanco delle polemiche di Olga.
-Adesso ti vado a preparare il tuo dolce preferito! Va bene?
-Ah, sì! Grazie mille, Olga! In quell’ospedale sono andata avanti con brodini e verdure, mi ci vuole proprio un bel dolce!
-Perfetto, allora!- Comunica la signora per poi dileguarsi insieme al compagno Roberto.
-Tini, devo mostrarti una cosa… Vieni?- Le chiede gentilmente Jorge, già avviandosi verso le scale.
-Cosa?
-Sorpresa! Vieni, dai!
-Arrivo!- Esclama eccitata Tini, provocando un sorriso sul volto degli altri presenti in soggiorno, ovvero Felipe, Ana, Angela e Pablo.
Jorge sale in fretta le scale e Martina lo segue, più contenta che mai.
-Allora, chiudi gli occhi!- Afferma Jorge, davanti alla porta chiusa della camera della ragazza.
-Perché?
-Chiudili e basta.
-Uhm, e va bene…- Martina chiude gli occhi, continuando a sorridere.
Il ragazzo apre lentamente la porta e guida Martina verso l’interno della stanza, per poi allontanarsi da lei per chiudere la porta alle sue spalle.
-Perfetto! Ora puoi aprirli!
Martina apre gli occhi, ma davanti si trova solamente la sua scrivania, i suoi panni sulla sedia, quelli che aveva usato il giorno prima dell’incidente, il letto fatto. Insomma, tutto normale.
-Voltati!- Ride Jorge.
Martina esegue gli ordi e alla vista di quello striscione con la scritta “Bentornata amore” contornato da rose rosse, non può far altro che accentuare il suo sorriso.
-Bentornata!- Le si avvicina Jorge, porgendole l’ennesima rosa rossa.
-Be’, grazie!- Sorride lei, prendendo la rosa dalla mano destra del fidanzato, per poi baciarlo dolcemente. –Sei il miglior ragazzo del mondo.
-E tu sei la più bella!- Le dice lui, per poi ribaciarla.
Questo bacio è più passionale del precedente e c’è molto più trasporto. Martina si siede sul letto, continuando però a baciare Jorge, che si posiziona sopra di lei, e lascia perdere, letteralmente, la rosa che cade ai piedi del letto.
Jorge solleva leggermente la maglia della ragazza, iniziando ad accarezzarle il ventre, mentre con l’altra mano le sfiora la gamba.
-Non hai idea di quanto io ti voglia in questo momento.- Le dice una volta staccati.
-Dovrai aspettare un po’, Jorge.- Ride lei.
-Un po’ quanto?
-Si deve presentare l’occasione…
-L’occasione? E questa non ti sembra un’occasione?
-Con i nostri genitori di sotto? No, assolutamente.
-Mmh, aspetterò con ansia.- Le dice dopo averla baciata per l’ennesima volta.
-Andiamo di sotto.- Sorride lei, facendolo alzare.
I due ragazzi scendono le scale velocemente. In soggiorno, Ana, Angela, Felipe e Pablo stanno bevendo del caffè, parlando tranquillamente.
-Papà!- Attira l’attenzione Tini, avvicinandosi a suo padre, mentre Jorge si siede accanto a quest’ultimo.
-Dimmi tesoro.
-Credo che sia arrivato il momento di parlare.
-Sì…- Felipe si irrigidisce leggermente. Posa la tazza contenente ancora del caffè caldo sul tavolino dinanzi a lui, per poi volgere di nuovo lo sguardo a sua figlia, che è ancora in piedi.
-Che vuoi sapere?
-Tutto.
-Sì, mi sembra logico…- Commenta Felipe. –Io e tua madre, come mi sembra che già ti avesse anticipato Ana, ci siamo conosciuti al College… Avevamo più o meno 15 anni, secondo anno. All’età di 16 ci siamo messi insieme, ma non tutto andrò come previsto. Tua madre rimase incinta, di Angela. E data la nostra giovane età, dovemmo darla in adozione. Passarono dieci anni, io e tua madre ci sposammo ormai maturi, no? E dopo altri quattro anni nascesti tu.- Martina ascolta tutto per filo e per segno, senza distrarsi un solo secondo. –Ecco, dopo circa uno o due anni, ricomparì Angela nella nostra vita.
-Sì. Ormai avevo 15 anni e i miei genitori adottivi mi avevano spiegato di essere stata adottata.- Adesso è Angela a parlare. –Quindi, volli trovare la mia vera famiglia. E, fortunatamente, riuscì nel mio intento.- Sorride, ricordando i vecchi tempi.
-Ma poi ci fu quell’incidente.- Prende parola Ana. – Tuo padre scappò letteralmente da Buenos Aires.
-Angela aveva da poco compiuto 18 anni, e decise di rimanere qui, a Buenos Aires.- Continua a spiegare Felipe.
-Anche se in realtà dopo poco decisi di partire anch’io. Sono tornata solo un mese fa, quando ci siamo conosciuti. Sai, ti ho riconosciuta quasi subito; anche se un grande aiuto mi è stato dato dal nome.- Ride la più grande delle sorelle provocando un sorriso anche sul volto della più piccola.
-Jorge…
-Sì?
-Tu da quanto tempo lo sai?
-Ecco, non so… Più o meno un mese, un mese e mezzo, credo…
Tini annuisce.
-Io però non ho capito una cosa.
-Cosa?- Chiede Felipe.
-Perché non me lo hai detto, papà? Insomma, io pensavo di avere solo te… Ma torno a Buenos Aires, e scopro dell’esistenza di Ana e Jorge… A distanza di qualche mese, scopro di avere una sorella. Non so, magari tra un po’ scopro di avere dei nonni.- Ironizza la Stoessel. –Perché non me lo hai detto?
-E se ti dicessi che non lo so?
Martina assume un espressione stranita.
-Sì. Tu continuavi a crescere ed io non ho più avuto notizie di Angela. Diciamo che… non ci ho più pensato… E mi dispiace, sinceramente, anche per questo. Avrei dovuto portare Angela con me e adesso non staremmo a questo punto, non ci sarebbe stato l’incidente e tutto il resto appresso. Mi dispiace, Martina, davvero. Avrei dovuto dirtelo, ne sono consapevole, ma non so cosa mi sia preso. Ti prego, perdonami.- Felipe china il capo, iniziando a guardare le sue scarpe, mortificato.
Tini gli si avvicina e si posizione tra le sue gambe, che l’uomo ha leggermente divaricate. Posiziona le sue mani sulle spalle del padre, per poi alzargli il capo. Gli sorride, facendo sorridere anche lui, per poi abbracciarlo.
-Certo che ti perdono, papà.- Gli sussurra all’orecchio.


 

*Angolo autrice*
Ehi Ehi Ehi!! Scusate per il ritardo, scusate anche per la pietosità (?) del capitolo, e per la sua cortitudine (?)... Insomma, scusate un po' per tutto... Volevo dirvi che questo è stato l'ULTIMO capitolo... *Piange*... Eh, già! Adesso manca solo l'epilogo e la storia potrà ritenersi completa. Mi mancherà, lo ammetto.
Non ho molto tempo, quindi vi chiedo scusa anche per la pietosità (? pt.2) dell'angolo autrice, ma sono veramente stanca e tra poco cado a terra. Notte a tutte, chicas.
Per qualsiasi cosuccia, su Twitter sono @Smile__Ever
Bacini!
Smack Smack.

  
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