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Autore: _neikos_    25/11/2014    4 recensioni
Un amore non corrisposto o forse solo un amore temuto da troppi.Un destino già scritto che non dà pace e non dà speranze. Una partenza sofferta e odiata, basteranno ad arrendersi?
Una nuova avventura ha inizio e stavolta Bunny prenderà da sola le sue decisioni.
In questa storia fonderò aspetti sia dell'anime che del manga.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Nuovo personaggio, Seiya, Usagi/Bunny | Coppie: Seiya/Usagi
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
Capitoli:
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Il tempo sul pianeta Kinmoku sembrava essere trascorso molto più velocemente che sulla terra. Tra il rientro e la ricostruzione, le giornate erano piene e molto simili tra loro.
La stanchezza ormai si faceva ben sentire, ma ci erano riusciti! Avevano riportato lo splendore di un tempo. Le tre Sailor Starlights erano state quelle più impegnate in tutto, ed ora avevano la riconoscenza del popolo e la fiducia più completa da parte della principessa e dei generali, i quali invece non erano riusciti a tenere testa al nemico. I ragazzi erano ben visti da tutti e considerati eroi, in più adesso gli competevano diversi incarichi, sia militari che politici. Erano ancora le guardiane della principessa in veste di guerriere, ma a Taiki spettava la ricerca scientifica mentre Yaten si occupava oltre che dell’addestramento delle nuove reclute Sailor, di mantenere le relazioni tra i guardiani di tutto il regno. Seiya era diventato un bellissimo uomo. Ogni momento della giornata che rimaneva libero lo dedicava alla preparazione atletica e al combattimento, ma nonostante tutto si ritrovava spesso a pensare a quanto fosse cambiata profondamente la sua vita. Non cantava più e non componeva più musica, quel passatempo che era diventato il modo per rintracciare la principessa Kakyuu, ora era solo un altro modo per soffrire, un altro modo per pensare a quella testolina buffa che si emozionava nel sentire le sue canzoni d’amore. Era un’altra persona ma chi? Prima Sailor, poi Idol, e ora? Un guerriero, un soldato.. Un capitano! Si, era il Capitano Seiya Kou, deciso a tutti i costi a difendere il suo pianeta da chiunque lo avesse attaccato. Per di più era il consigliere più fidato di Kakyuu che lo considerava anche un grande amico anche se lui fuggiva la compagnia di chiunque, inclusa quella dei suoi fratelli Yaten e Taiki, che ormai a stento lo riconoscevano. Il ragazzo allegro e rubacuori lo avevano lasciato sulla terra insieme al suo sorriso e probabilmente alla sua anima, catturata da due codini biondi.

Seiya era a palazzo, stava perlustrando il castello , un po’ per dovere un po’ per stare lontano da tutti quelli che, visto la calma del momento, e in realtà dell’intera giornata, cercavano di avere una conversazione con lui. Aveva liquidato con qualche buongiorno e con qualche cenno del capo diversi dipendenti e colleghi in armi, stava camminando a testa alta ma con lo sguardo a terra, quando per poco non aveva risposto male alla cameriera di turno che provava a passare del tempo con “l’eroico capitano”, per pochi attimi di celebrità. O questo era quello che credeva quando si sentì chiamare con tanta familiarità: “ma possibile che qui dentro chiunque pensa di potermi trattare come un compagno di bevute???” «Che cosa vuoi??» . Ma decisamente aveva sbagliato occasione, e in un attimo accortosi della pessima figura, si era chinato sul ginocchio destro e aveva portato il pugno destro al petto: «Principessa sono mortificato, io… io ero sovrappensiero e credevo..» «Si so cosa credevi Seiya, ma non sarebbe stato comunque carino rispondere così a chiunque altro. Si può sapere cosa ti prende? Cosa c’è capitano possibile che tu non abbia intenzione di rifarti una vita? Sono passati quasi due anni ormai da quando siamo tornati e non ti ho ancora visto sorridere!». Ma il moro non rispose, voltò il capo di lato e rimase in ginocchio, stringendo il pugno al petto ancora di più, aspettando il permesso di alzarsi, in silenzio. Così Kakyuu provò ancora una volta: «Alzati Seiya ti prego… non essere assurdo! Facciamo una passeggiata in giardino ti va?» Così si alzò in piedi e porse il braccio a Kakyuu che glielo chiedeva.
Si diressero all’esterno, per poi arrivare in un bellissimo giardino dietro al castello circondato da querce e con una schiera di fontane al centro che rendevano quel posto quasi sovrannaturale. Si avviarono per raggiungere quella centrale attraverso un vialetto contornato da siepi di rose rosse e bianche, e mentre Seiya cercava di sembrare il più tranquillo possibile Kakyuu riprese : «è tanto che non parliamo, io e te, come amici… Veramente.. è tanto che non parli più con nessuno, Yaten e Taiki non sanno più come comportarsi con te. Sono i tuoi fratelli eppure hanno la possibilità di stare con te solo quando mi fanno da guardiane come Sailor, per di più in quei momenti devono anche attenersi a parlarti solo come al loro superiore. Non mi sembra giusto Seiya, cosa ti hanno fatto per meritare tanta indifferenza da parte tua?» Così il ragazzo si riprese e finalmente la guardò negli occhi e per un attimo sembrò essere tornato «Cosa mi hanno fatto? No Kakyuu non mi hanno fatto proprio niente! Sono io che sbaglio e lo so bene, ma proprio non ce la faccio..» E il suo sguardo si spense di nuovo, ma almeno continuò a parlare: «Non ce la faccio più a rispondere sempre alla stessa domanda e non voglio fingere di essere sereno per non farli stare in pena. Ci ho provato davvero, ma evidentemente non ci sono riuscito poi così bene, altrimenti tu non saresti neanche qui a farmi questo discorso. Vorrei essere felice te lo giuro, ma a quanto pare sono un dannato stupido che non riesce ad andare avanti.. La sto ancora aspettando.. Spero di vederla arrivare da un momento all’altro.. Aspetto ancora che scelga me!» Posò il suo sguardo su una rosa e poi la prese tra le mani «Vorrei riprendere la mia vita da dove l’avevo lasciata, ma mi sembra inutile. Per questo mi sono allontanato, per permettere almeno a loro di farlo. Non voglio che stiano sempre lì a preoccuparsi per me. So che dovrei andare avanti… Sicuramente lei sarà felice con il suo bel principe, ma non ci riesco!» E così chiudendo gli occhi, cominciò a stringere la rosa nel suo pugno, quasi per riversare in quel gesto la rabbia e il dolore. «Io la amo. Probabilmente l’amerò per sempre e ogni volta che provo a dimenticarla mi manca il respiro. Ogni volta che sto per fare un passo avanti, mi sembra di tradirla, di tradire quel ricordo così dolce e puro, e fa ancora più male… Io la sogno ogni notte sai? Spesso sogno che siamo insieme come due ragazzi normali al parco, altre volte sogno la sua incoronazione e lei che butta la corona e corre da me, altre volte sogno quel maledetto giorno sul tetto e lei che mi viene incontro chiedendomi di restare. Ma poi mi sveglio e rivedo quel dannato damerino che la stringeva e non riesco a contenere la rabbia. Non so più cosa fare Kakyuu e questa calma qui a palazzo mi fa solo impazzire. Non è il mio posto e tu lo sai! Dammi un incarico, uno qualsiasi, ti prego!» Kakyuu era triste per lui e allo stesso tempo sorpresa da quella richiesta inaspettata. Non voleva allontanarlo, sapeva che con i fratelli avrebbero potuto fare qualcosa «Tu hai già un incarico Capitano» e così dicendo accentuò il suo ruolo. «Si lo so principessa ma ti prego, vuoi aiutarmi? Dammi una missione, una qualsiasi. Mandami ovunque tu voglia, ma fammi fare qualcosa ti scongiuro! Qui non c’è bisogno di me. Non al momento comunque e sai che sono il migliore!» «Si so che sei il migliore! Per questo ti voglio qui a difendere il tuo pianeta, ne abbiamo già passate abbastanza mi pare». «Si ma io..» «Basta Seiya, ho già preso la mia decisione» Ma cercando i suoi occhi li trovò ancora più inquieti e così si sedette sul bordo della fontana ed emise un sonoro sospiro: «E dove vorresti andare sentiamo?» e lui si riprese mostrando quasi un sorriso che a Kakyuu non sfuggì «Ovunque davvero non m’importa» «Fammici pensare un po’ su, va bene?» a quel punto era fatta, Seiya sfoggiò un sorriso che nascondeva da troppo tempo e l’abbracciò. «Grazie Kakyuu» a quel punto la principessa era crollata. Dopo averlo visto felice, non gli avrebbe mai negato di partire «Ehi calma calma moretto, non metterti in testa strane idee, viaggi brevi capito?? Ti voglio qui con noi! Sei pur sempre il mio migliore amico.. » «Si kaky! Lo so, tranquilla. Allora dove mi mandi?» «Non lo so, parlerò con il generale Sairus per farti dare qualche incarico diplomatico. Però niente guai!! È chiaro Seiya?» «Promesso!!» «So già che me ne pentirò» disse rassegnata emettendo un altro sospiro «Perché?» chiese il moro, domanda seguita da una sonora risata, «Perché la diplomazia non è il tuo forte!» alla risposta seguirono altre risate, stavolta da parte di entrambi. La principessa lo guardava con tenerezza, finalmente eccolo lì il vero Seiya. Quella risata riempiva l’aria di entusiasmo e serenità, e non sarebbe stata certo lei a spegnerla. «Va bene su forza torniamo a palazzo, ho una missione da organizzare, e soprattutto un generale da convincere! Neanche lui vorrà che ti allontani..» «Ma io ho fiducia in te Kakyuu!» disse facendole l’occhiolino. Era incredibile. La principessa arrossì leggermente, in un pomeriggio aveva ritrovato completamente il Seiya di due anni prima: entusiasta, insistente, sfacciato e terribilmente affascinante. Forse gli avrebbe fatto bene sul serio, forse stavolta se la sarebbe tolta dalla testa una volta per tutte, anche se questo voleva dire saperlo lontano da lei. Lo riprese sotto braccio e si incamminarono per rientrare.

Arrivati nel salone centrale Kakyuu lo lasciò e andò per la sua strada. Era vero, non sarebbe stato facile convincere il generale Sairus a farlo partire, ma lei lo avrebbe fatto a costo di comandarglielo. Aveva intravisto la possibilità di ritrovare il suo vecchio amico e non l’avrebbe lasciata sfuggire per niente al mondo. Si diresse nella sala del consiglio e lo trovò indaffarato e completamente immerso nella lettura di documenti che in quel momento lei non si preoccupò di analizzare. «Generale è proprio voi che stavo cercando» disse con un tono di voce quasi da bimba. Il generale si alzò in piedi e si portò il pugno destro sul petto, proprio come aveva fatto Seiya. Poi attese un cenno della principessa come segno per poter proseguire, quest’ultimo arrivò subito «Ditemi principessa» «Avrei un’idea da sottoporvi, diciamo pure che ho un desiderio, e spero che voi possiate esaudirlo.» «Quello che desiderate altezza!» «Vorrei che lasciaste partire il Capitano Kou per la prossima missione, qualcosa che lo faccia viaggiare per un po’ ma non da farlo mancare per troppo tempo.» «Ma altezza il capitano è richiesto qui a capo delle guardie reali, non posso permettere che lasci il palazzo.» «Temo di dover insistere generale» aggiunse la principessa e stavolta il tono di voce non era affatto incerto, bensì imperativo. Allora il generale chinò nuovamente il capo e riportò il pugno al petto «Come desiderate vostra maestà. Se deve partire il prima possibile devo avvisarvi: la missione che dovrebbe comandare in quanto capitano partirà tra 6 giorni e non farà ritorno prima di 3 settimane. Non sarà pericolosa ma sarà di estrema importanza, la stella Misary è ormai una nana bianca, secondo i nostri migliori astronomi il nucleo collasserà in due settimane a partire dal giorno della partenza. Certo non corriamo il rischio di grandi disastri, ma anche se di piccole dimensioni, subiremmo dei danni, siamo sulla linea di collisione. Non è il caso di rischiare, abbiamo ripreso da poco una vita normale, il nostro popolo non è pronto a subire altri colpi, intaccherebbe troppo il suo spirito. Ragion per cui partirà una squadra che lancerà dei meccanismi autoimplosivi, questi faranno si che invece di esplodere la stella imploda senza un’onda d’urto, o almeno facendo si che quest’ultima sia di minima intensità e nemmeno ci si accorgerà del cambiamento. Ci vorranno un  paio di giorni per piazzare i meccanismi e non sappiamo ancora bene come si svolgerà il resto, ma non ci dovrebbero essere problemi.» «No  non se ne parla neanche, è tutto troppo incerto, vi ho parlato di una missione generale, non di un suicidio.» «Ci vado!» «Seiya!» «Principessa ci vado.» «NO mi dispiace. È fuori discussione.» «Non sarà pericoloso, il generale mi sembra molto tranquillo, non corro alcun pericolo.» «No non è vero! Nessuno lo ha mai fatto! Non rischierò la tua vita e quella di un intero equipaggio per evitare qualche graffio sui muri. Ci prepareremo e lo supereremo.» Ma Seiya ormai era convinto, con la sua mente era già partito «Principessa ho sempre viaggiato per lo spazio, è la mia vera casa, e non ho certo paura di una stella.» «Non è il tuo coraggio che viene messo in discussione Regina!»  Gli urlò la principessa esasperata, guardandolo con rabbia negli occhi. «Non voglio correre un rischio così grande per evitare dei danni minimi.» «Ma non c’è motivo di subirli mia principessa, è una missione semplice.» cercava di convincerla il generale «I meccanismi verranno attivati solo quando la nave sarà già sulla strada del rientro, non verrà coinvolta in nessun modo.» «E allora perché ci vuole tutto questo tempo per rientrare?» «Beh perché si dovranno accertare che non ci sia nulla intorno che possa subire gravi danni. La squadra dovrà anche accertarsi che nessun corpo celeste sia abitato e poi una volta che la stella sarà implosa dovranno essere sicuri che nessun detrito vaghi per lo spazio. Vogliamo solo essere certi che vada tutto per il meglio.» Alché Seiya prese la parola: «Principessa sarà solo impegnativo, non pericoloso. Lo posso fare, ho affrontato di peggio!» Disse con tono di scherno.
La principessa era terribilmente contraria e incerta sull’esito di quella che non considerava una missione, ma un’assurdità. Rimase in silenzio diversi minuti, pensando a Seiya e al suo bisogno di evasione. Riflettendo sulla tranquillità del generale e sulle indubbie capacità dei suoi equipaggi e del suo migliore amico. Alla fine cedette. Non perché si fosse convinta, ma perché quando Seiya le chiedeva qualcosa con quegli occhi, proprio non sapeva dirgli di no.  «Ohhh.. e va bene!!» Poi si girò verso il generale «Ma sappiate che se non andrà come mi avete garantito, vi riterrò direttamente responsabile!» Concluse così la principessa, uscendo dalla stanza per dirigersi nel suo alloggio; aveva bisogno di calmarsi e di riacquistare un po’ di autocontrollo. Mentre il giovane capitano decise di andare dai fratelli e magari comunicargli l’ennesima follia che si era messo in testa.

«No ma dico, sei impazzito?!?» «Yaten calmati non alzare la voce!» Seiya aveva appena comunicato la notizia ai fratelli che non l’avevano presa molto bene, uno di loro in particolare. «Non alzare la voce dici? Taiki, tuo fratello è completamente impazzito e si vuole andare ad ammazzare e dovrei essere Io a calmarmi?» «Si tu! Perché se continui così ti sentiranno dal palazzo!» « Maledizione Seiya!! Ma non puoi fare come tutte le persone normali e bere? O che ne so… Vai in giro a divertirti, fatti una ragazza qualsiasi Seiya! Ma per l’amor del cielo! Non puoi far implodere una stella perché stai vivendo una delusione amorosa!» «Ma si può sapere cosa stai farneticando?» Seiya era scattato alla provocazione del fratello che però non aveva nessuna intenzione di fermarsi: «Sarei io quello che farnetica? Abbiamo lasciato correre sul fatto che ti arruolassi. Ora vuoi fare il capitano così ti senti più uomo? Padrone!! Magari così ti senti più all’altezza di Endymion o qualche idiozia simile.. d’accordo!!  Sei stato un fantasma praticamente per due anni e ti abbiamo lasciato i tuoi spazi, ma ora basta! Sono stufo marcio! Che cosa vuoi fare ancora per quella? Pensi che se vai a morire in questa fantomatica missione eroica, lei si ritrovi d’un tratto innamorata di te??» «Yaten ora esageri» aveva cercato di riprenderlo Taiki, «No, non esagero per niente! È lui che esagera, e da un pezzo anche!» Ma Seiya rimase in silenzio.. Finchè: «Non è una delusione amorosa.. è l’amore della mia vita. E comunque, non lo farò per lei ma solo per me. Ho bisogno di sapere che la mia vita ha ancora un senso Yaten, per me! E non mi interessa che tu sia d’accordo o meno, non ho chiesto il tuo permesso, ti ho solo avvertito! Tra sei giorni partirò!» «Bene, ma non ti aspettare una festa di ben tornato al tuo ritorno, sempre se ci sarà un ritorno!» Detto questo lasciò la stanza sbattendo la porta.
«Sei sicuro di quello che fai?» « Si Taiki sono sicuro!» «è inutile continuare a parlarne allora. Se ti metti in testa una cosa, non c’è verso di farti cambiare idea purtroppo… Lasciagli un po’ di tempo, gli passerà.. Buonanotte» ed anche Taiki uscì dalla stanza.

Solo lui rimase nel salone. Si diresse alla finestra, cercando inconsciamente una luna che dal suo pianeta non avrebbe mai potuto vedere. Quella notte l’avrebbe passata così: tra il ricordo di un sorriso e la consapevolezza che non lo avrebbe più rivisto.

   
 
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