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Autore: ___Page    25/11/2014    4 recensioni
Al numero 19 di corso Acacia, nel quartiere di Dressrosa, a Raftel, c'è un piccolo negozio di giocattoli dove gli adulti possono tornare bambini e i bambini sentirsi adulti.
Koala e la sua cuginetta Sugar si preparano al Natale, accogliendo i clienti più singolari e unici, tra zii, fratelli maggiori e colpi di fulmine.
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eustass Kidd, Koala, Roronoa Zoro, Sabo, Trafalgar Law
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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-Tutto bene  piccola?!- domando a Sugar, posandole una mano sui capelli verdi e arruffandoglieli un po’.
Lei annuisce tornando poi a concentrarsi sulle tabelline, mentre il campanello attira la mia attenzione annunciando l’ingresso di un cliente.
A passo deciso mi allontano dall’area dedicata ai bambini, ritrovandomi a sorridere nel mettere a fuoco un ragazzo alto, ben piazzato e con una spettinata zazzera verde che porta sulle spalle un bimbo che avrà sì e no otto o nove anni.
Enormi occhi castani, come i capelli, lo sguardo dolce e una piccola voglia color mirtillo sulla punta del naso.
Si guarda attorno con sguardo meravigliato ed entusiasta, colpito dall’atmosfera che aleggia nel negozio, dimostrando meno anni di quelli che effettivamente ha.
È semplicemente adorabile.
Osservo il suo adulto posarlo a terra con delicatezza.
-Okay, Chopper, fai pure un giro ma attento a non perderti!- gli dice mentre il bimbo già si avvia, deciso a perdersi nei meandri di questo paese delle meraviglie per i suoi occhi innocenti.
Prima di allontanarsi però si gira a guardarlo.
-Va bene Zoro! Vale anche per te!- mormora con un sorriso dolcissimo, prima di caricare meglio lo zainetto blu sulle spalle fasciate da una giacca bordeaux e correre via con passi veloci.
Lo osservo intenerita qualche istante prima di tornare su Zoro.
-Ciao!- lo saluto e lui mi risponde con un bel ghigno sghembo -È il tuo fratellino?- domando, incuriosita dalla totale mancanza di somiglianza fra i due.
Scuote la testa mentre incrocia le braccia al petto.
-È come se lo fosse però! È il fratello della mia ragazza e oggi siamo in giro per un pomeriggio tra uomini!- mormora.
Lo dice con serietà ma leggo un guizzo divertito nei suoi occhi e per un attimo mi domando chi si prende cura di chi dei due.
-Sembra un bimbo molto dolce!- affermo dopo un istante.
-Ed è anche molto sveglio!- aggiunge subito con un’espressione di autentico orgoglio che mi fa allargare ancora di più il sorriso.
-Posso offrirti una tazza di the o di caffè?!- mi offro, indicando con il pollice il bancone, dietro cui tengo sempre un thermos di the e uno di caffè per i clienti.
-Un po’ di caffè lo bevo volentieri!-annuisce per poi seguirmi verso il bancone.
Recupero due tazze di ceramica, verso il liquido scuro e gli porgo la sua prima di addossarmi alla superficie azzurra con i gomiti.
-Siete qui per un giro o per  acquisti?!- domando, non per vendere ma per fare un po’ di conversazione, sorseggiando la bevanda.
Anche lui si appoggia, con un braccio solo, accarezzandosi la nuca un po’ imbarazzato.
-Un giro… in realtà gli comprerei volentieri qualcosa ma ho pochi soldi- ammette, cogliendomi alla sprovvista.
A pelle mi è parso un tipo abbastanza orgoglioso, non mi sarei aspettata che affermasse una cosa così con tanta leggerezza.
In effetti però, questa è solo l’ennesima conferma che, quando ci sono di mezzo i bambini, gli adulti diventano imprevedibili e insospettabili.
Anche più dei bambini stessi.
-Pensavi a qualcosa in particolare?!- domando gentile, senza smettere di sorridere.
Non è una posa la mia.
Sorridere mi piace davvero, trovo che arricchisca chi hai di fronte senza togliere nulla a te.
E poi se si parla di bambini e uomini grandi e grossi che si sciolgono come neve al sole di fronte a un paio di occhioni speranzosi e/o felici, mi viene ancora più spontaneo.
Zoro mi osserva prima di far vagare lo sguardo nero e denso sul locale.
-Suppongo gli piacerebbe il kit del piccolo medico. Da grande vuole fare il dottore-
Lancio un’occhiata di striscio al gioco nominato, un kit che comprende uno stetoscopio che funziona davvero, un misuratore di pressione, una cartellina di quelle professionali su cui annotare i dati, un camice e un finto ricettario.
Non costa poco e, anche volendo andargli incontro, non posso che fargli uno sconto di certo troppo irrisorio per le sue tasche.
Ma non mi arrendo, e un’altra idea mi colpisce, improvvisa come un fulmine.
Come la maturo, mi domando come ho fatto a non averci mai pensato prima.
Mi guardo intorno alla ricerca di un oggetto adatto allo scopo, individuando sotto la cassa un vecchio contenitore  di caramelle in vetro, di quelli fatti a barattolo con il tappo in sughero un po’ storto.
Lo recupero e stappo, abbandonando il pezzo di sughero sul bancone, prima di appoggiarlo davanti a Zoro che lo osserva e mi osserva con le sopracciglia corrugate e un’espressione interrogativa.
-Il 23 dicembre viene qui “Babbo Natale”- comincio a spiegarmi, simulando le virgolette con le dita e facendolo ghignare di nuovo -Chi vuole può mettere il proprio nome qui dentro e i tre fortunati bimbi che verranno estratti potranno avere il giocattolo che preferiscono gratis! Mentre per tutti gli altri ci sarà uno sconto!- concludo, sorridendo trionfante e soddisfatta della mia stessa inventiva.
Lo sguardo scuro del mio interlocutore si illumina e io gli tendo carta e penna.
Lo osservo scrivere con cura il nome di Chopper, prima di piegare il bigliettino e lasciarlo cadere nel barattolo.
Uno scroscio di risa ci arriva dalla zona nascosta dagli innumerevoli scaffali e pile di giocattoli che occupano il locale.
-Koala! Vieni a vedere!-
È la voce di Sugar, che non riesce a smettere di ridere e, sempre mezzo ghignando, ci spostiamo incuriositi.
-Guarda com’è buffo Chopper con quel cappello!- esclama la mia cuginetta come entriamo nel suo campo visivo, indicando il bambino che si gratta il naso senza guardare direttamente noi, le guance imporporate dall’imbarazzo ma un guizzo divertito negli occhi.
In testa porta un cilindro color ciliegia con una X bianca sopra.
-Eddai Sugar!- protesta debolmente.
-Sembra il Cappellaio Matto!- ride ancora lei, tenendosi la pancia, e Chopper si unisce a lei non riuscendo a resistere oltre.
Naturalmente non mi stupisco del fatto che si chiamino per nome e si comportino come se si conoscessero da anni anziché da circa cinque minuti.
Sono bambini, è normale e giusto così.
Se anche gli adulti lo facessero molti dei nostri problemi non esisterebbero nemmeno.
-Ti sta molto bene sai?!- esclama Zoro dopo qualche istante e Chopper si volta a guardarlo.
Capisco dal lampo che gli attraversa gli occhi nocciola che l’opinione di Zoro è estremamente importante per lui.
Lo ammira molto e Zoro a sua volta mi sembra essere protettivo nei suoi confronti.
È bello che abbiano un rapporto così.
-Davvero?!- chiede il piccolo, fremendo quasi.
Zoro annuisce, le braccia incrociate al petto e Chopper si illumina ancora di più.
-Quanto costa quello?!- domanda Zoro in un sussurro, sporgendosi verso di me, mentre il suo fratellino acquisito torna a parlare con Sugar di cose loro in cui noi nemmeno proviamo a immischiarci.
Io mi volto a guardarlo, prima di lanciare una fugace occhiata ai due marmocchi, facendo rapidamente mente locale.
-Beh è una rimanenza di Halloween quindi è scontato! Viene 7 berry!-
Gli occhi di Zoro si accendono di soddisfazione, mentre porta una mano alla tasca dei pantaloni e ne estrae il portafogli, allungandomi poi una banconota.
-Allora glielo prendo!-
Tra una storia e l’altra si fermano al negozio più di un’ora e Zoro si ritrova a prendere il the con il Cappellaio Matto e la Lepre mentre io mi allontano di tanto in tanto per servire gli sporadici clienti che entrano, la maggior parte giusto per dare un’occhiata.
Non è una giornata particolarmente fruttuosa, so che il pienone per Natale arriverà più avanti ma, quando apro il battitore di cassa per mettere via la banconota che ho ancora in tasca, dopo aver salutato Zoro e Chopper, mi sento la persona più appagata del mondo.
Intercetto con lo sguardo Sugar che, salutato il suo nuovo amico, sta tornando verso il tavolino a cui ha giocato fino a pochi minuti fa per finire la tabellina del nove, il suo ultimo compito per oggi pomeriggio.
Noto che si sta per togliere il cerchietto con le orecchie da lepre.
-Sugar!- la chiamo e lei si volta con aria interrogativa, la manina ferma intorno a una delle due folte orecchie -Tienilo pure!- mormoro sorridendole e la guardo illuminarsi.
Lo tiene in testa per tutto il tempo rimanente e io non posso fare a meno di sghignazzare divertita più tardi, quando la vedo obbligare zio Dofla a indossarlo al posto suo, facendogli raggiungere la macchina parcheggiata a qualche metro di distanza così conciato.
 
  
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