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Autore: JessyJoy    25/11/2014    6 recensioni
Shannon, quarantaquattro anni, ha finalmente deciso di mettere la testa a posto chiedendo alla sua compagna di sposarlo. Ma il cammino verso l'altare è ancora lungo e le insidie si celano dietro ogni angolo. Tra ricordi del loro passato, amori dimenticati e vecchie dipendenze, dovranno fare affidamento solo sul loro amore per superare ogni ostacolo e arrivare più uniti che mai al giorno del fatidico Sì.
Ma dopotutto nemmeno le favole finiscono sempre con un lieto fine e loro lo sanno; dovranno mettercela tutta per coronare quello che all'inizio era solo un sogno.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Shannon Leto, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti,
Ecco il nuovo capitolo della mia storia. Ringrazio tutti i coloro che hanno letto ed inserito la storia tra le preferite, le ricordate e le seguite.
Spero sia stata di vostro gradimento. Grazie a chi in privato mi ha fatto sentire la propria opinione e i suoi pareri, sono sempre ben accetti.
Alla prossima
Buona lettura!!
JessyJoy


 

Once upon a dream

 

CAPITOLO 2

15 Novembre 2014, Los Angeles
 
Mi giro tra le lenzuola cercando con una mano la sua presenza, mi volto e lo trovo darmi le spalle mentre dorme sul bordo del letto. Mi avvicino con cautela, non voglio svegliarlo, gli passo un braccio intorno alla vita e lo sento sospirare e stringermi la mano. Fuori Los Angeles inizia a svegliarsi, la luce che entra dalla grossa finestra di fronte a noi illumina i nostri profili di una luce arancione, mi riaddormento tenendolo stretto.
Sono le dieci passate quando sento la barba di Shannon pizzicare sulle mie guance, apro gli occhi e lo trovo a baciarmi il collo.
-Buongiorno principessa- sussurra.
Gli sorrido, adoro quando mi chiama ancora così, dopo tanti anni.
-Hai dormito?- domando.
Lui annuisce continuando a stuzzicarmi con la bocca.
-Shannon, è tardi. Dobbiamo alzarci- dico fingendo di opporre resistenza.
-Ancora dieci minuti- sussurra al mio orecchio.
Rido scivolando sotto di lui e facendo mia la sua bocca.
Abbiamo appena finito di pranzare quando il telefono di Shannon suona. Mi domando chi possa essere di sabato pomeriggio a disturbarlo, avevamo stabilito che oggi, considerato che la band non aveva impegni l'avremmo passato insieme. Risponde, è una telefonata breve, poi riaggancia e lo spegne.
-Chi era?- domando fingendo disinteresse mentre lavo i piatti.
-Emma- risponde -Ha prenotato il ristorante per questa sera- aggiunge prima che io possa voltarmi e domandare cosa volesse ancora.
Annuisco, io ho avvisato i miei genitori questa mattina e loro hanno accettato, probabilmente senza immaginare nulla, credo di aver scordato di dire che ci sarebbe stata tutta la famiglia e la band di Shannon al completo; inizieranno a sospettare qualcosa quando ci incontreremo.

***
 
-Amore...sei pronta?- domando entrando nella cabina armadio e trovandola intenta a cercare un paio di scarpe.
-Quasi- borbotta continuando a darmi le spalle.
Ne approfitto per osservare le sue lunghe gambe che spuntano oltre il vestito bianco e nero che indossa, le forme perfette dei suoi fianchi e i capelli che le ricadono in morbide onde dorate sulla schiena.
-Sei bellissima- le sussurro andandole vicino. Si volta e mi osserva con quei meravigliosi occhi blu che mi hanno fatto innamorare di lei la prima volta che l'ho incontrata.
-Tu lo sei- risponde lei di rimando -Non sai quanto mi fai impazzire quando indossi la camicia e la cravatta-.
Rido, più di una volta mi ha detto e dimostrato tutto il suo apprezzamento per il mio abbigliamento.
-Stai facendo le prove per lo smoking?- domanda prendendomi in giro.
-Forse- rispondo inginocchiandomi per aiutarla ad indossare le scarpe che ha scelto.
-Ci stai prendendo gusto? Mr. Leto?- chiede mentre le lego il cinturino.
-A fare?- domando sollevando lo sguardo verso di lei non prima di averlo fatto correre lungo la sua gamba nuda.
-A metterti in ginocchio ai miei piedi-.
Rido allacciandole l'altra scarpa, poi mi sollevo e la bacio. -Ti aiutavo solo ad indossare la scarpetta, principessa-.
La guardo sorridere, e nei suoi occhi non vedo la paura o il timore che invece vi leggevo la prima volta che l'ho presentata alla mia famiglia.

-Avete da fare domani sera?- domando fingendo noncuranza mentre aiuto mia madre a sparecchiare.
Jared, seduto sul divano, solleva lo sguardo verso di me. -Io sono libero- annuncia -Perché?-.
Mi volto verso mia mamma che sta indossando i guanti per cominciare a lavare i piatti.
-Anch'io sono libera, cos'hai in mente?- chiede scrutandomi perplessa, sanno che il sabato sera preferisco trascorrerlo in giro per locali.
Prendo fiato, è una settimana che penso a come dirlo e come farlo e non posso più tornare indietro. -Volevo presentarvi una persona- esclamo tutto d'un fiato.
Sento Jared chiuere la rivista e posarla sul tavolino, so di avere addosso i suoi occhi e la sua attenzione, ma io sto guardando Costance che si volta senza accorgersi che l'acqua continua a scorrere.
-Chi è?- domanda.
-Una ragazza- replico.
-Credo siano anni che non ci presenti più una ragazza- mi fa notare.
-State insieme?- domanda Jared alle mie spalle.
Mi volto verso di lui acido -Perché pensi che voglia presentarvela altrimenti?-.
-Forse perché sono un figo e sapendo di chi sei fratello voleva conoscermi- risponde gongolante.
Gli lancio uno strofinaccio -Non credo proprio-. Mi volto nuovamente verso Costance -Vi va di conoscerla?-.
-Certo tesoro- risponde lei sorridendo. -E' una cosa seria, spero-.
Annuisco -Penso di aver trovato la persona giusta- dichiaro senza riuscire a controllare le mie parole.
Mia madre sorride -Da quanto state insieme?- domanda.
-Ci siamo conosciuti due mesi fa e abbiamo deciso di frequentarci per poterci conoscere meglio prima di provarci, credo che per entrambi sia ufficiale da dieci giorni o poco più-.
Mia mamma mi osserva attentamente -Non credi di correre un po' troppo?-.
Scuoto la testa -E' una cosa che sento a pelle quando sono vicino a lei. Sento di voler mettere la testa a posto,  voglio una persona che mi sia vicina e che mi conosca meglio di quanto io conosco me stesso, qualcuna con cui ridere e parlare, che sappia quando ho bisogno di stare solo e quando ho bisogno di una spalla-.
Costance sgrana gli occhi -Devo dire che se questo è l'effetto che ti fa hai la mia approvazione-.
Sorrido abbassando lo sguardo -Dovete sapere una cosa però- sussurro sentendo le guance prendere colore.
Entrambi mi guardano aspettandosi chissà quale rivelazione. Forse credono che stia con una divorziata, o con qualche alcolista, se non  peggio, li vedo tirare un sospiro di solievo alla mia rivelazione. -Ha ventun'anni-.
Li vedo scambiarsi un'occhiata oltre le mie spalle. -Tutto qui?- domanda mia madre -Niente figli, o passati nella droga o nella prostituzione?- domanda ironica.
-No- rispondo offeso.
-Per me va bene, è una bambina, ma l'età dopotutto si dice che sia solo un numero;  se poi è anche capace di farti mettere a posto quella zucca vuota avete la mia benedizione-. Si volta e riprende a lavare i piatti.
Vedo Jared osservarmi sogghignando prima di riaprire la sua rivista e tornare a leggere.

-Shannon, davvero io non ho fretta di essere presentata alla tua famiglia- esclama mentre usciamo da casa sua -Dopotutto sono solo due mesi che ci conosciamo-.
-Lo so- replico prendendole la mano -Ma penso di averti già fatto capire quanto tu sia importante per me e voglio che tu faccia parte della mia vita-.
-Sì, lo so- sussurra stringendo la mia mano più forte. -Sicuro che a tua mamma non dispiaccia averci invitato a casa sua? Non era meglio prenotare da qualche parte? Non so, in un terreno neutro come una pizzeria?-.
Rido sentendo il terrore nella sua voce. -Mia mamma non ha mai mangiato nessuno, per quanto non fosse mia abitudine presentarle le mie ragazze, ma sono quasi certo che quelle di Jared siano ancora tutte integre-.
-D'accordo-.
Mi fermo voltandomi verso di lei -Ehy...niente paura, ci sono io con te, non potrà succederti nulla. Chiaro?-.
Annuisce senza parlare. L'abbraccio prima di aprirle la portiera per farla salire in macchina.
Arriviamo davanti a casa di mia mamma, la macchina di Jared è già parcheggiata. Sto cercando in ogni modo di onvincerla a scendere.
-Non ho mai cenato con la famiglia di una star internazionale-.
-E' uguale a tutte le altre famiglie, ora perfavore scendi dalla macchina-.
-Sì, ma anche Jared è una star, musicale e cinematografica per di più, e se non gli piaccio?-.
-Tu fagli due complimenti sul suo aspetto e digli che apprezzi il suo lavoro nel mondo dello spettacolo e l'avrai conquistato-.
-Sicuro che non disturbiamo tua mamma?-.
-Whitney, io e mio fratello siamo qui a pranzo e a cena praticamente ogni volta che ci troviamo a Los Angeles, non è un piatto in più che la disturba-.
-Va bene- dice scendendo dalla macchina -Allora andiamo-.
Le prendo la mano e percorriamo il vialetto. Apro la porta di casa, Jared e mia mamma sono in cucina, non hanno sentito il nostro arrivo. -Siamo qui- annuncio mentre poso le chiavi della macchina su una mensola in marmo.
Li sentiamo raggiungerci in ingresso mentre Whitney cerca di nascondersi dietro la mia schiena. La spingo davanti a me nel momento in cui mia madre e Jared compaiono davanti a noi.
Mia mamma sorride e tutta la sua attenzione è focalizzata sulla mia ragazza -Ciao tesoro, sono Costance- dice porgendole la mano.
Lei l'afferra -Whitney- risponde arrossendo e dal modo in cui mia mamma la sta osservando so che ha fatto colpo su di lei.

***

-A cosa stai pensano?- domando a Shannon imbambolato a fissarmi.
Lui scuote la testa -Ripensavo alla prima volta che abbiamo cenato con la mia famiglia-.
Gli sorrido -Già, avevo un'ansia tremenda, non che questa sera sia da meno, insomma, stiamo per annunciare a tutti che vogliamo sposarci-.
-E sono tremendamente felice per questo- risponde stringendomi. -Dobbiamo anche decidere una data, penso che tutti saranno impazienti di saperlo dopo il nostro annuncio-.
-Io pensavo all'estate dell'anno prossimo-.
Shannon annuisce -D'accordo, per il momento questo basterà-.
Gli sorrido mentre lui mi stringe più forte, poi afferro la borsetta e lo seguo nell'ingresso pronta a sconvolgere la serata della nostra famiglia.
  
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