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Autore: Jack RedFlag    26/11/2014    2 recensioni
I mugiwara dovranno affrontare una nuova avventura dove, però, il suo tema principale sarà il sentimento contraddittorio che lega in particolar modo due nakama.
L'una cerca di mentire a se stessa o a negare quella che per gli altri é l'evidenza; l'altro vuole soffocare i propri sentimenti che crede non corrisposti.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara | Coppie: Sanji/Nami
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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 *prima di lasciarvi al capitolo, ci tengo a ringraziare tutti i lettori che seguono questa storia e che l'hanno messa tra le ricordate, le seguite ed alcuni addirittura tra i preferiti! A voi va un grande ringraziamento per aver sinora sopportato e letto questo testo xD Vado, buona lettura!*



Il villaggio non era molto grande ed assomigliava più che altro ad un accampamento di fortuna con tende sparse a semicerchio attorno ad un falò. Non c'era nessuno nei paraggi e Zoro controllò se la legna dello stesso fosse ancora caldo.
-l'hanno utilizzato da poco, qui c'è qualcuno- disse, sguaniando una seconda spada.
-forse si sono nascosti spadaccino. Mostrarsi subito minacciosi non è una buona idea- commentò l'altra, guadagnandosi un'occhiata truce dell'uomo e il rinfodero delle sue spade.
-C'è qualcuno?- urlò l'archeologa -ci siamo persi, cerchiamo aiuto!
-Dopo qualche istante di silenzio, un'anziana signora uscì da una delle tende laterali e si avvicinò con passo lento ai due mugiwara.
Zoro instintivamente impugnò l'elsa della sua fedele Shusui appena ne avvertì la presenza.
-Salve viaggiatori, come posso esservi di aiuto?- disse con voce roca l'anziana.
Robin si voltò verso di lei, scrutandola con attenzione: piuttosto bassa ed esile, si reggeva con un bastone in legno. Capelli completamente bianchi, legati con un elastico giallo, che le scendevano sino ai piedi. Il suo viso era completamente segnato dalla vecchiaia, tuttavia gli occhi erano vispi e di un grigio profondo. Addosso aveva una lunga vestaglia arancione con degli strani disegni etnici rossi e bianchi.
-Salve signora, io sono Robin mentre lui è Zoro...-
-So chi siete, fate parte della ciurma del ragazzo col cappello di paglia- esclamò con leggerezza; d'altro canto, Robin ne rimase stupìta.
-Vi ho già visti, in passato-
-Visti?- fece Zoro anticipando la compagna.
-Sì spadaccino, visti-
Lo sguardo di quella vecchia era capace di gelare il sangue ad entrambi i nakama.
-lei conosce noi ma noi non conosciamo lei, signora..?-
-Delfi, chiamatemi Delfi-
Che razza di nome è? Pensò il verde, non togliendole nemmeno per un secondo gli occhi di dosso.
-Delfi, è sola su quest'isola?- continuò ancora la corvina.
-Certo che no, come avrà di certo constatato nel vedere questo nostro accampamento-
Detto questo, l'anziana avanzò impacciata verso una sorta di poltroncina di pietra, di fronte al falò.
Nel camminare, Robin e Zoro avevano notato che questa facesse completo affidamento al suo bastone per indirizzarsi. Dunque convennero insieme che l'anziana fosse priva della sua vista.
-sedetevi miei cari. Ho molto da dirvi su quest'isola e sul vostro futuro-
Una pazza, questo era quella vecchia, pensò Zoro.
Robin stette al suo gioco invece, senza fiatare; l'archeologa notò lo scetticismo negli occhi del suo nakama ma sapeva che non l'avrebbe lasciata da sola.
Infatti, poco dopo, prese posto al suo fianco, su un tronco d'albero.
-Questa è L'isola di Dodona. Divinità antica che si dice abbia fondato queste terre con il sacrificio di migliaia di uomini che la veneravano. L'isola è divisa in tre zone: l'accampamento dei bambini, dei giovani e questo, l'accampamento degli anziani.
-I giovani vivono la loro vita secondo rigide regole e seguono la via della contemplazione e della venerazione. I bambini, privi del potere, sono i sacrificabili ed é grazie a loro che Dodona protegge queste acque e quest'isola-
Bambini sacrificabili? Che intende dire?!
Il sangue ora ribolliva nelle vene di Zoro.
-Si parla di sacrifici umani?- chiese sconvolta l'archeologa, pur intuendo già la risposta.
-é il loro destino, mia cara-
-Tu lurida vecchia, come puoi far questo a dei bambini innocenti?!-
 sbottò lo spadaccino, preparandosi ad attaccarla con tutte e tre le sue spade.
-Aspetta Zoro!-
Le si parò davanti Robin, bloccandolo.
-Ha qualcos'altro da dirci-
-non mi importa, voglio farla fuori e radere al suolo questo posto!- disse accecato d'ira.
Anche Robin era infuriata ma cercava di controllarsi poiché, ci avrebbe messo la mano sul fuoco, ciò che la vecchia Delfi stava per dirle era molto più importante di quanto immaginassero.
-Fidati di me, spadaccino- le sussurrò, sicura che il suo nakama l'avrebbe seguita anche all'inferno se necessario.L'uomo grugnì, e le voltò le spalle. Avrebbe atteso la fine della storia dopodiché le avrebbe ficcato una spada nel petto per vendicare tutte le vittime innocenti di quel posto.
-Sei sveglia Nico Robin, tutta tua madre... Olvia, giusto?-
Robin non si capacitava di come potesse conoscerla, lei non era stata un pirata con una taglia sulla testa!
-Come fai a...-
-Te l'ho detto, io vi conosco- rispose laconica. -Comunque, ho un dono per te- disse, posando una mano nella sacca centrale della sua tunica. Vi estrasse un libro, all'apparenza molto antico, e lo porse alla mugiwara. 
Quest'ultima le si avvicinò per prenderlo: la copertina, in pelle, era di un marrone scuro e non vi era scritto alcun titolo.
-Questo, è il mio diario- disse -qui vi è raccolta la mia storia e i miei presagi. Sapevo che sareste venuti e sapevo che uno di voi mi avrebbe ucciso-
 continuò, guardando Zoro.
-La mia ora è giunta, ma lascia che ti faccia un ultimo regalo, Nico Robin...-
L'archeologa acconsentì con un cenno.
-Dodona custodiva un tesoro, un tesoro immenso si dice. Questo tesoro era però protetto da acque misteriose e oscure, e da un guerriero dalle incredibili capacità.
-Avanzate verso nord-est, nel mio diario c'è una mappa che vi aiuterà a raggiungerlo-
-Cos'è, una trappola?- esclamò Zoro.
-Potrebbe esserlo se non vi ritenessi capaci di affrontare questo viaggio. Siete forti e uniti, vi sto proponendo un'avventura che vi permette di mettere alla prova le vostra potenza e di guadagnare un bel po' di danari...-
Fu in quell'instante che i due nakama pensarono alla navigatrice. Lei di sicuro non vi avrebbe rinunciato.
-Esatto, Nami ne sarebbe felice-
Zoro, incredulo, affiancò l'archeologa e si rivolse all'anziana: -leggi anche le nostre menti adesso? Chi sei?!-
-Sono un oracolo e discendo dalla famiglia della dea Dodona acquisendone dunque i suoi poteri. Ne eravamo sette, ma a poco a poco sono tutti morti. Io sono l'unica rimasta-
-tra i giovani- intervenne Robin -ce ne sono altri come te?-
-Sì, tutti tranne i bambini, ma in pochi possono vantare di prendere il mio posto di guida...-
Zoro le si avvicinò con passo deciso e le mostrò la spada nera.
-Hai ucciso non so quanti bambini in nome di una divinità che non esiste- fece, con tono accusatorio -è giunta la tua ora, vecchia- sussurrò per poi trafiggerla nel petto. La morte fu instantanea, non degna di lei pensò lo spadaccino.
Robin l'osservò impassibile; un gemito di dolore fuoriuscì dalle labbra dell'anziana quando si accasciò al suolo in una pozza di sangue.


Usopp faceva fatica a credere che un intero tavolo adornato di prelibatezze di ogni tipo fosse completamente alla loro mercè senza che nessuno potesse fermarli.
E se questo cibo fosse avvelenato? Pensò. E se qualcuno stesse aspettando il momento giusto per attaccarli alle spalle?
Luffy e Chopper non ci pensarono due volte prima di abbuffarsi, chi di carne e chi di dolci, mentre Usopp cercava di mantenersi sempre in allerta. Per quanto possibile: il suo stomaco brontolava come mai prima d'ora e la vista di tutto quel ben di dio non facilitava le cose.
-Ehi Usopp, perché non ti unisci a noi?- chiese il capitano mentre strappava con la bocca la carne di una coscetta di pollo.
-perché tutto ciò mi puzza...-
-puzza? No no è tutto squisito!-
-Non mi riferisco alla qualità del cibo, Chopper! Piuttosto, questo villaggio sembra deserto eppure hanno lasciato tutta questa roba qui? Dev'esserci qualcuno che ci osserva...-
-*sniff sniff* sì, sento un odore particolarmente forte provenire da quella tenda laggiù!- fece la renna, indicando un grosso capannone grigio scuro dall'alta parte del villaggio.
Luffy ingoiò per intero una mela per poi voltarsi verso la tenda indicatole da Chopper.
-Beh? Che aspettiamo, andiamo! Devo ringraziarli per il cibo!-
Iniziò ad incamminarsi, seguito dagli altri due nakama.
-non so se è una buona idea, Luffy. Veramente il cibo non ce l'hanno offerto, non vorrei si arrabbiassero, la soluzione più efficace sarebbe andarsene. Ora...- disse un Usopp nervoso, nel vano tentativo di fermare il suo capitano.
Chopper si aggrappò alla schiena del cecchino alla ricerca di un po' di sicurezza.
Arrivato all'entrata del capannone, Luffy mise le mani a mò di cono ed urlò a gran voce: -EEEHHIII C'È QUALCUNOOO?! SIAMO DEI PIRATI E VORREMMO RINGRAZIARVI PER IL CIBO!-
Usopp non attardò a sferrare un pugno su quella zucca vuota.
-ma sei impazzito a presentarci come dei pirati in questo modo?!-
Il sorriso da ebete non svanì comunque dal suo viso.
-*sniff sniff* si avvicina qualcuno...- sussurrò la renna con voce tremolante.
Infatti, poco dopo, una ragazza dagli occhi azzurri e vestita di nero con una lunga casacca, uscì dal capannone e si parò davanti a loro. Sembrava piuttosto giovane. 
-Ciao, io sono Luffy- si presentò il mugiwara -e sarò il prossimo re dei pirati!-
Usopp sconvolto dalla schiettezza del suo capitano, cercò di dileguarsi quando avvertì una presenza alle loro spalle.
-Tu chi sei?-
-Avete osato profanare il dono fatto alla dea Dodona- esclamò perentoria la donna.
-Dea Donnona? E chi sarebbe?-
Persone, armate d'ascia e lance si avvicinavano minacciosi a loro, da ogni dove.
-Aaaah chi s-sono quelli?! Ho p-paura Usopp!-
-Aaaaaah non lo sooo! Luffyyyy aiutoooo-
-In cambio di questo sacrilegio, sarà offerto il vostro sangue-
-Senti, hai iniziato a stancarmi!-
Luffy chiuse gli occhi raggiungendo uno stato di concentrazione massima. Quando li riaprì, tutti gli uomini che avevano accerchiato lui e i suoi amici, persero i sensi andando ko.
Usopp e Chopper restarono pietrificati ed interdetti.
Anche la donna restò stupefatta ma per niente timorosa.
-Delfi ci aveva avvertiti...- sussurrò, per poi rientrare nel capannone in tutta fretta.
Il cecchino si avvicinò ad un corpo inerme e vi sfilò il cappuccio.
-Ma... Sono dei ragazzini?- disse la renna.
-Avranno si e no, sedici anni. Meno male che non li abbiamo attaccati...-
-Andiamocene, raggiungiamo i nostri amici e andiamo via. Non mi piace questo posto- esclamò Luffy piuttosto pallido in volto.
Sembrava sconvolto, pensò Usopp, chissà cosa aveva visto.


-Franky é scomparso, gli altri sono scomparsi e ancora non ho capito come cavolo siamo finiti in questa cella puzzolente!-
-stavamo per presentarci ad una ragazzina quando ci hanno colto di sorpresa con una bastonata e abbiamo perso conoscenza... AHIA!-
-lo so benissimo come ci siamo finiti! É tutta colpa tua!-
Era da circa un ora che si trovavano lì, Sanji e Nami, in una cella di una vecchia prigione abbandonata grande quanto un ripostiglio per le scope.
Sanji era seduto su una piccola panca, che serviva probabilmente per dormire (anche se non si capacitava il come fosse possibile giacché riusciva malapena a starvi seduto), Nami invece passeggiava nervosamente avanti e indietro costringendo al povero cuoco di spostarsi continuamente per lasciarle spazio sufficiente a girarsi.
Spazientito anche lui, le si parò davanti facendola fermare.
-Nami, mia adorata, non riesco a pensare se sento continuamente il rumore dei tuoi tacchi nelle mie orecchie- l'uomo si era sforzato non poco a mantenere un tono di voce calmo e gentile.Nami, che in un primo momento aveva acconsentito alla richiesta del cuoco stando ferma, attese giusto due secondi prima di assestargli un pugno sul capo.
-AHIAA che ho fatto adesso, mia dea?!-
-MUOVITI E FACCI USCIRE DA QUI!-
L'uomo massaggiò delicatamente il bernoccolo prima di rivorgerle lo sguardo piangente:
-speravo che qualcuno sarebbe venuto qui a darci spiegazioni, ma a questo punto direi che é arrivato il momento di uscire...- disse, ritornando serio.
-spostati il più possibile piccola, abbatto quest'ammasso di ferraglia-
La rossa fece come chiesto, spiaccicandosi dalla parte opposta della cella; Sanji alzò la gamba destra e sbagliò un violento calcio sulla porta d'acciaio che non si mosse di un centimetro.
-Uh uh... Complimenti- fece sarcastica.
L'uomo gettò la sigaretta finita a terra per poi spegnerla con un piede.
-e va bene... EXTRA HACHE!- 
Una serie di calci fulminei e potentissimi si scagliarono contro la possente porta.
Nami fu costretta a tapparsi le orecchie a causa del rumore assordante che provocavano gli attacchi del cuoco.
Dopo una serie quasi interminabile di calci, il cuoco si fermò per riprendere fiato.
La porta risultava solo un po' ammaccata in alcuni punti ma per il resto non si era nemmeno spostata.
-non è possibile...- sussurrò il biondo basito.
Nami, con ancora le mani sulle orecchie, si sporse al di la del cuoco per vedere se fosse riuscito ad aprirla ma le venne un colpo nel constatare il contrario.
-Perdi colpi, Sanji?-
-I...io n-non capisco-
Ma il cuoco non si perse d'animo: -COLLIER SHOTT! COTOLETTE! GRILL SHOTT!!!-
La navigatrice se ne stava ranicchiata dietro la panca per proteggersi dal suono assordante dell'acciaio che rimbombava nella cella e da possibili schegge.
Aprì un istante gli occhi e notò delle crepe che stavano formandosi sul soffitto e in parte sul muro.
Doveva fermarlo o l'intera cella sarebbe crollata su di loro!
-APRITI MALEDETTA!-
La gamba del cuoco aveva iniziato a bruciare, ecco che avrebbe assestato uno dei suoi colpi più potenti!
Con un balzo da vero felino, Nami gli era saltata sulle spalle facendogli quasi perdere l'equilibrio.
-Fermo Sanji, guarda la'!-
Gli disse allarmata, indicandogli le profonde crepe.
-maledizione, un altro colpo e questa maledetta stanza ci avrebbe sotterrato-
La rossa, ancora aggrappata alle possenti spalle del nakama, sospirò.
-Meno male che mi hai fermato- fece l'altro, leggermente imbarazzato e sconsolato.
Nami appoggiò il mento sulla clavicola dell'uomo e gli regalò un sorriso comprensivo; gli cinse il collo con le braccia e invitò con un gesto il cuoco a prendergli le gambe per una tenuta migliore.
-Sono pesante Sanji?- sussurrò al suo orecchio con fare malizioso, facendolo rabbrividire.
-Quanto un fiore, mia dea- risposte l'altro, con un tono profondo che lo rendeva incredibilmente affascinante.
Che era attratta da lui, Nami, lo aveva capito da po'; ma i suoi modi da galantuomo, da una parte lo rendevano unico e dall'altra lo facevano apparire come un idiota insensibile.
Si voltò verso la rossa, incrociando il suo sguardo.
Già, ma quando sei tutto mio, caro Sanji, ho voglia di prenderti e non mollarti mai più... Tranne per qualche milione di berry, sia chiaro.
-C-osa?- borbottò, sentendosi a disagio. Poche volte aveva avuto l'onore di riceve così tante attenzioni da lei e gran parte delle quali succedeva solo quando doveva riceve qualche cazzotto.
Ogni volta che ci provava veniva puntualmente rifiutato. Sanji, quindi, non capiva o non voleva capire che Nami lo stava solo prendendo in giro.
Distolse quindi il suo sguardo, in un moto di rabbia mista a tristezza.
-Avanti Nami, dobbiamo capire come uscire da qui...- disse, chinando il busto per farla scendere.
-Oh... Ok. Posso farti una domanda?-  fece la rossa una volta a terra.
-dimmi pure-
-cos'è successo ieri sera?- chiese incerta. -... non ricordo nemmeno se fosse ieri sera, in realtà- aggiunse poi, rendendosi conto solo allora di avere alcuni vuoti di memoria.
L'altro sospirò, stanco di dover ricordare per l'ennesima volta quel brutto episodio.
-Ti riferisci al bacio?-
-C'entra con quello che mi hai detto poco fa? Sulla promessa che mi hai fatto?-
Nami era piuttosto tesa; il fatto che non ricordasse una cosa così importante significava che non fosse mai successa.
-Davvero non ricordi?-
-Davvero-
Era una buona occasione questa!
Poteva dirle che non era niente di grave. Avere la possibilità di riprovarci!
Bastava solo... Mentire. A Nami? Oh no, mai! Che sia maledetto lui per aver pensato ad una cosa del genere!
Si voltò verso di lei, appoggiandosi alla porta d'acciaio che lo vedeva costretto ad affrontare la sua paura peggiore: l'essere considerato poco affidabile dalla sua amata Nami e perdere la sua fiducia.
-Ricordo solo fino a quando mi sono appoggiata alla ringhiera della Sunny...-
Mentì la rossa. In realtà ricordava anche quando l'ha raggiunta, quando si sono baciati, quando ha sentito che in cuor suo lui l'amasse davvero e... poi il vuoto.
-E bene ti ho raggiunta, di spalle. Volevo accertarmi che stessi bene Nami, eri pallida e poco in forze-
Si accese una sigaretta e tornò a guardare a terra; per quanto trovasse meravigliosi i suoi occhi, non aveva il coraggio di guardarli adesso.
-ti ho voltata verso di me e lì... ho capito che effettivamente stavi male. I tuoi occhi erano persi, la tua pelle era fredda, i tuoi occhi spenti-
La ragazza rimase sconvolta, possibile non lo ricordasse?! Ed ora perché stava bene, come se non fosse successo nulla?
-Ma io ora sto bene, mi sembra impossibile che...-
-accarezzavo la tua guancia e tu mi chiamavi- continuò, interrompendola -eri indifesa, non avresti potuto fermarmi. Quando la tua bocca ha pronunciato ancora il mio nome, ti ho baciato-
Fu allora che levò da terra il suo sguardo e fisso quello interdetto della navigatrice.
-ti ho baciato Nami e poco dopo, sei morta tra le mie braccia-









*ora la storia vi appare piuttosto confusionaria, ma più avanti verranno date le dovute spiegazioni e vi risulterà più chiaro... Forse. lol*
   
 
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