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Autore: I_SHIP4    26/11/2014    2 recensioni
Alexandra e i suoi amici Lukas, Thomas e Lija sono semplici studenti, con i classici problemi di quattro adolescenti che devono crescere. Ma qualcuno cambierà tutto. Possibile che esista il soprannaturale? E loro riusciranno a gestirlo? La loro vita cambierà, sono pronti?
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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I

Il nuovo professore

-Kejeken! Mi stai ascoltando?- Alexandra, una ragazza mora, piuttosto robusta e solitamente sveglia, ma dopotutto la prima ora è dura per tutti. Sopratutto se la notte prima non si ha chiuso occhio. -Si certo prof, sono pienamente d'accordo con lei- Il prof sbuffò, non sopportava quella ragazza, i suoi capelli sparati in testa che si reggevano solo grazie a chili di gel, il fatto che avesse sempre una risposta pronta, che fosse sempre e comunque la prima della classe, no, non l'avrebbe mai accettata. - Veramente non ho mai espresso il mio parere , ragazzina è pregata di ascoltare, invece di dormire ad occhi aperti in classe- Alla ragazza era sempre piaciuto pensare che in quella scuola sarebbe successo qualcosa, qualunque cosa (anche un rapimento alieno andava bene) pur d'interrompere il ciclo continuo: lei non ascolta, il prof si arrabbia, lei risponde giusto, il prof si arrabbia ancora di più. La campanella. Cambio d'ora. Questo era uno dei pochi casi in cui gli alunni restavano seduti e cambiavano solo i professori. Stava per iniziare matematica e Alexandra amava matematica, ma non valeva la stessa cosa per il professore: un'irritante, stupido, scorbutico e nemmeno competente vecchietto che sarebbe ora andasse in pensione. La classe non era affatto impaziente di iniziare la lezione col professor Fedo, ma quando al suo posto entrò un ventenne, beh si ricredettero. 

-Buongiorno, mi chiamo Nicholas Kenwill ma per voi sono il professor Kenwill- Il professore era alto, muscoloso, con i capelli corti talmente scuri da sembrare mori. Era molto più convincente come modello che come professore, con quegli occhi poi, verdi chiaro quasi gialli, il lato femminile di Alexandra ci si perdeva. Mentre invece il lato “razionale”, come le piaceva chiamarlo, era fermamente convinto che non fosse possibile qualcosa del genere. Ma forse era qualcosa più grande di lei. L'ora passò tranquilla, le ragazze erano ammaliate dal professore e i ragazzi di certo lo preferivano a Fedo.

-Alex!Alex! Hai sentito di quel nuovo professore? Dicono sia un dio!- Lija le correva incontro entusiasta con Thomas e Lukas alle spalle, la ragazza era l'esatto opposto di Alexandra; alta, snella, bionda, solare e bellissima. I due ragazzi invece con un'occhiata veloce potevano essere scambiati per fratelli: entrambi castani, piuttosto alti, con gli occhi chiari. Ma bastava fermarsi ad osservarli qualche secondo il più, cosa che nessuno faceva, per notare le differenze: Thomas era più altro e muscoloso, i capelli erano più chiari e aveva i tratti francesi. Invece Lukas era più esile, pallido e aveva sempre quel sorriso sarcastico che Alexandra adorava.

-Si ho sentito, è il mio professore di matematica e non è nulla di speciale-

-Mmh parla la Alexandra ragazza o quella che si è tagliata i capelli in quel modo?-

-Parla Alexandra- la ragazza non avrebbe mai ammesso di trovare qualcuno anche solo minimamente carino.

-Ho capito, lasciamo stare i tuoi capelli...-

-Anche se va detto che sei un perfetto riccio- il solito sarcasmo di Lukas.

Alexandra guardò Thomas che rischiava di soffocare dalle risate -Thomas attento che c'è chi è morto ridendo-

-Come sei negativa, sorridi alla vita!- La voce squillante di Lukas suscitò le risate di Lija. -Io sorrido! È Thomas che sorride troppo-

-Ragazzi non vorrei interrompere la vostra interessante discussione e credetemi non lo farei se non fosse importante, ma credo che dovreste tornare in classe- fantastico, la ragazza amava farsi riprendere dai professori nuovi, così, giusto per il gusto di farsi una buona reputazione.

Alexandra guardò l'orologio e poi Lija, il primo faceva le 11:10, quindi la lezione era iniziata da dieci minuti, mentre la ragazza sembrava trovarsi nel mondo dei sogni. Decise che ne avrebbero parlato dopo, ora doveva decisamente andare in classe.

 

Due di pomeriggio. -come fai a non amarlo? In classe lo amano tutte! E hanno ragione, con quel sorriso, quella voce, e quegli occhi! Hai visto i suoi occhi?- Erano circa dieci minuti che Lija assillava Alexandra con il nuovo professore di matematica. La ragazza si era rassegnata a passare un intero pomeriggio così quando sentì dei passi in salotto, passi decisi che venivano verso la loro camera. Non aspettavano nessuno. Stava già pensando al modo più veloce e silenzioso per arrivare alla collezione di coltelli sulla scrivania, ma era quasi impossibile non fare rumore. Dovevano rischiaree. -Ragazze! Abbiamo una notizia!- le due si guardarono, erano Lukas e Thomas, il primo al settimo cielo per chissà quale stano motivo, il secondo un po' in disparte, con una faccia mortificata che guardava la padrona di casa, quasi a voler dire: “non è colpa mia”. -No! Ora voi due, in particolare tu Lukas, ascoltate noi! Vi rendete conto della paura che c'avete fatto prendere? E poi come avete fatto ad entrare in casa di Alex?- Lilja le aveva praticamente levato le parole di bocca.

-Oh si, vero, non ti avevo avvertito, ho una copia delle chiavi di casa tua- La ragazza rimase a guardarlo a bocca aperta per qualche secondo -Tu hai le chiavi di casa mia? Fantastico- il “fantastico” fu seguito da uno sbuffo piuttosto rumoroso.

-E' quello che dico anch'io! Anche se Thomas non è d'accordo. Amico mi devi dieci euro-

-Dieci euro e per cosa esattamente?- Alexandra odiava le scommesse.

-Avevo scommesso che ci avresti picchiati e per una volta sono contento di aver perso una scommessa- e odiava ancora di più quando scommettevano su di lei. Quindi scommettevano sempre su di lei.

-Comunque, qual'è questa fantastica notizia?-

-Ve lo dice Thomas- tipico di Lukas, passare la patata bollente agli altri.

-Allora, premetto che non è affatto fantastica. É morta una ragazza. Elsa Stonqualcosa.

-E voi come lo sapete? Lukas non dirmi che ti sei di nuovo infiltrato nella stazione di polizia- Lija fece suonare quel “infiltrato” più come un gioco per bambini che qualcosa da prendere sul serio, anche se il loro amico aveva passato una notte il cella per ciò.

-No,certo che no! Ho sentito mio padre parlarne al telefono, tutto qui-

-Perché tuo padre, un macellaio, dovrebbe parlare di un omicidio?-

Thomas guardò l'amico indeciso, questa era la parte peggiore. -E' stata trovata nella macelleria, con uno di quei coltelli giganteschi nel petto. La finestra era rotta.-

-Lija non vomitare sul pavimento!- La ragazza era pallida e scrutava gli altri spaventata, Alexandra si sentiva più o meno come lei, solo che riusciva a nascondere i suoi sentimenti, andava molto fiera di questa sua abilità.

-Hanno ucciso una ragazza con un coltello da macellaio nell'attività del padre di Lukas? E perché?-

-E' proprio quello che dobbiamo scoprire!- La ragazza stava iniziando a spazientirsi, okay giocare a fare i detective, anche se ormai avevano quasi diciassette anni, ma questo era molto più grave e loro non potevano intromettersi.

-No, lascia fare alla polizia, questa è una cosa seria Lukas-

-Io credo che abbia ragione lei-

-Si anche io- era strano che Thomas si intromettesse in una qualche discussione, solitamente stava in un angolino e accettava le decisioni degli altri tre, quindi quando anche lui espresse il suo parere Alexandra si convinse ancora di più, era la scelta migliore, anche se l'idea l'attirava.

-Maddai! Dobbiamo almeno provarci! Ho già un piano pronto: stiamo un po' intorno ai poliziotti per...

-I tuoi piani fanno sempre schifo, Lukas, no- Alla fine, se pur titubante, il ragazzo accettò di lasciar stare e tornarsene a casa, dopo aver dato la copia di chiavi all'amica.

 

Come dopo ogni disgrazia i professori facevano tutti un discorso sensibilizzante, ognuno a modo suo, in questo momento era il turno dell'allenatore di pallavolo, nonché insegnante di Etica, quindi quello da cui ci si aspettava qualcosa di profondo; ma come sapevano i suoi allievi non era certo il tipo: -Come immagino che sappiate tutti è stata uccisa una ragazza di questa scuola, nella macelleria- Probabilmente Lukas stava cercando nello zaino un portale che lo facesse sparire all'istante -Con una mannaia, vi risparmio i dettagli. Però né a me, né a voi, importa quindi iniziamo la lezione-. Alexandra amava la sincerità quindi per una volta si trovò d'accordo con l'allenatore, anche perché sei discorsi tutti uguali: “Ci mancherà, mancherà a tutti noi, dobbiamo andare avanti senza Elsa, lei vorrebbe così, è sempre nei nostri cuori...” scocciavano, soprattutto contando che in pochi la conoscevano davvero a quanto pare. Elsa era una ragazza molto timida ed introversa, proprio per questo tutti si chiedevano chi avrebbe mai potuto fare una cosa del genere...-Hey! Terra chiama Alex!- Thomas le stava di fronte e le agitava una mano in faccia -Ricordi? Hai detto niente caso e niente caso sia!-

-Lo so, lo so, solo che i discorsi in un certo senso mi hanno colpita-

-Davvero? A me per niente, tutti ipocriti-

-Appunto, nessuno la conosceva, eppure è morta, cos'avrà fatto di male?-

-Adesso mi ucciderai, me lo sento, ma: Lukas ha passato tutta l'ora di chimica a farmi le stesse domande-

-Perché lui non ha ancora lasciato stare l'idea folle di indagare, io si!-

-E allora non pensarci nemmeno per sfizio. Piuttosto, se proprio dobbiamo indagare io direi di scoprire dove va il nuovo prof dal cognome impronunciabile in tutte le pause. Sarò l'unico ma a me quello sta antipatico, troppo simpatico per i miei gusti- Alexandra lo guardò indecisa tra ridere o rispondere seriamente. Perché, in effetti, non vedeva mai il professore durante le pause.

-Sto scherzando! È Lukas ad avere queste idee! E le idee di Lukas fanno sempre schifo, ricordi?- All'ultima parte della frase si soprappose la campanella che indicava la ripresa delle lezioni. -Beh adesso ho matematica, ti farò sapere!- E scappò in classe per evitare il secondo ritardo della settimana.

 

Le due amiche del cuore Alice e Sara erano all'ultimo banco e si sbellicavano dalle risate per chissà quale imperdibile battuta di Josh, l'unico ragazzo in grado di far saltare i nervi ad Alexandra anche solo con la sua presenza. Nel banco accanto c'erano Lija, con un'aria rassegnata, e Lukas. Avanti ai suoi amici Jordan lanciava palline di carta verso lo schiacciatore della squadra di pallavolo Will, la ragazza pregò per lui che non reagisse; avrebbe continuato volentieri l'ispezione della classe alla ricerca di un posto libero, ma dallo sguardo del professore intuì di doversi sedere al primo banco. Sarebbe stata una lezione molto lunga.

Non aveva mai capito il senso di musica, la detestava, e l'insegnante detestava lei, nulla di nuovo. Si considerava portata in parecchie cose ma la musica proprio no, non aveva orecchio per il tempo, per le note, era stonata a cantare e non riusciva nemmeno a sentire le stonature. Solitamente preferiva sedersi all'ultimo banco e passare l'ora a disegnare, ma questa volta era esattamente di fronte al professore e doveva almeno fare finta di essere interessata, almeno. -Kejeken mi si ripetere quello che ho appena spiegato?-

-Ehm si certo, allora: Mozart era un gran compositore, sapeva suonare molto bene e... Si ecco, il succo è questo-. Mai dire: “il succo è questo” a un professore. Alexandra in meno di un minuto si era ritrovata dal preside, ora aspettava fuori dalla porta una sgridata che non si sarebbe dimenticata facilmente. Solo che nell'ufficio al momento c'era qualcuno a farsi sgridare, la ragazza ci mise qualche secondo per riconoscere la voce che rispondeva, anche perché cosa avrebbe mai potuto fare un professore appena arrivato di così grave da farsi trattare così?

-No! Ascolti lei me signor Kenwill! Ho detto che non può essere libero il 14 e lei non sarà libero il 14!-

-Ma è una cosa fondamentale signore, ne ho veramente bisogno!-

-No-

La porta si aprì di scatto facendo perdere l'equilibrio ad Alexandra che caddé gambe all'aria davanti al professore, viva le buone impressioni insomma. -Stavi ascoltando?- Il tono dell'uomo non era tranquillo e pacato come al solito, c'era una punta di rabbia e sospetto che preoccuparono la ragazza, ora sarebbe sicuramente finita il punizione, ci poteva scommettere, e lei odiava le scommesse. -Io? No certo che no! Ero solo poggiata alla porta!- Il professore sbuffò per niente convinto ma probabilmente decise che non valeva la pena di spiegare alla ragazza che non si poteva origliare e se ne andò scocciato. Uno di quei colpi di fortuna che capitano una volta nella vita.

 

-Ci sarete? Dai ci dovete essere! Racconteranno delle storie fantastiche! Non potete mancare!- Le urla di Lukas si sentivano dall' altra parte del corridoio, Akexandra ipotizzò che probabilmente stava cercando di convincerli ad andare alla Notte Dei Racconti, lei si era fermamente rifiutata di partecipare, ma a quanto pare i suoi amici non riuscivano a fare altrettanto. -Lukas lascia stare i tuoi racconti di mezzanotte, nessuno vuole andare in mezzo alla foresta di notte solo per farsi terrorizzare-

-Ha ha ha molto divertente signorina-viva-l'umorismo, tanto per la cronaca si è prenotata un sacco di gente, e abbiamo ancora tre settimane per fare pubblicità!-

-Tu hai tre settimane, io Lija e Alex abbiamo altro da fare. Dobbiamo scoprire qualcosa sul professore nuovo- Thomas sussurrò le ultime parole con fare cospiratorio, che ottenne solo una risata comune. -A proposito, vuole le ferie il 14, cioè, uno arriva e subito chiede le ferie? Non credo sia la strategia migliore per far colpo-

-Magari vuole venire alla nostra...-

-Tua!-

-...Alla mia festa Dei Racconti. E poi tu come lo sai?-

-Ho casualmente sentito mentre le chiedeva al preside- Alexandra fece la faccia più innocente che le venne, non che fosse la prima volta che facesse qualcosa del genere, solo che si era ripromessa di diventare una studente modello e stava fallendo miseramente. -Finalmente la vecchia Alexandra! Ora che sei tornata te stessa e non quella insopportabile secchiona che è durata circa due settimane, possiamo occuparci dell'omicidio?-

-No!- la ragazza non ebbe nemmeno il tempo di aprire bocca per rispondere all'amico, ci avevano già pensato Thomas e Lija, che stava continuando a parlare -Abbiamo deciso di no, è una cosa seria e siamo tutti d'accordo-

-Io no! Dobbiamo indagare!-

-No, non dobbiamo, Lukas ne abbiamo già parlato, dacci ascolto, per una volta-

-Uffa, però a questo punto mi rifiuto di portare avanti qualsiasi tipo di indagine, anche sul bellissimo professore-

-Ma infatti stavano scherzando, vero Alex?-

-Eh? Si certo- Non stava seguendo il discorso degli amici da un po', era più interessata a guardare quell'uomo che girava come se non fosse mai entrato a scuola e a Mystic Port sono entrati a scuola almeno una volta.

-Ci stai ascoltando?-

-Per voi quello chi è?- Puntava sopratutto su Lukas per una risposta, era lui che sapeva tutto di tutti di solito.

-Non so di preciso chi sia, ma so che sta sempre con il professor Kenwill- Alexandra guardò Lija stpita. -E tu come lo sai? Non dirmi che lo segui!-

-No! Li ho solo visti insieme un paio di volte, anche se il professore non sembrava molto contento-. La ragazza tornò a guardare l'uomo. Sarà stato sulla trentina, decisamente palestrato, con i capelli chiari tagliati corti, quasi militare. Era il tipo di persona da cui si sarebbe tenuta lontana, se non fosse che era decisa a scoprire qualcosa, e lei se voleva scoprire qualcosa non si fermava di certo. Aveva già messo appunto la sua strategia: avvicinarsi, proporsi di accompagnarlo dovunque volesse, fargli tante domande. Era pronta, se non fosse che era appena arrivato il professor Kenwill e se ne stavano andando insieme, senza rivolgersi parola, solo un ciao sussurrato a bassa voce. Alexandra si girò verso i suoi amici. Dovevano scoprire qualcosa.
 


Non ho nulla di particolare da dire, spero che vi piaccia e che recensiate.

   
 
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