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Autore: En91    27/11/2014    2 recensioni
.:Hijack:.
Hiccup guardò Jack per un istante. Nessun rumore osava disturbare la quiete di quel momento. Sembrava come se tutto il bosco si fosse immobilizzato, consapevole di quello che stava succedendo. Il nordico si lasciò sfuggire un timido sorriso, poi prese fiato e intonò l’unica canzone che conosceva capace di trasmettere le parole che tanto desiderava pronunciare.
Genere: Avventura, Poesia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Altri, Hiccup Horrendous Haddock III, Un po' tutti
Note: Cross-over, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2
Desiderio al chiaro di luna
 
Se questo tempo maledetto ci oltraggerà
io lo trapasserò da parte a parte.
Perché tu sei sempre stato il mio centro
ancora prima che ti conoscessi.

 
 
La prima cosa che Jack Frost ricordava era l’oscurità. Un oscurità profonda e spaventosa. Lui era morto per salvare sua sorella. Era morto in un atto di pura generosità e abnegazione. Era morto, e poi la luna lo aveva riportato in vita. La luna gli aveva parlato e lo aveva reso un guardiano.
 

Jack Frost sapeva che il suo destino era di essere sempre da solo, di essere uno spirito passeggero presto dimenticato dai bambini che in lui riponevano fiducia. Lo aveva sempre saputo. Eppure quando quell’unico bambino, quel bambino che per primo aveva creduto in lui, lo dimenticò, fu come ricevere una pugnalata sul cuore. Non voleva essere solo. Non più. Non voleva che nessuno si dimenticasse ancora di lui.

 
Il guardiano del gelo osservò la luna sospirando. La neve attorno a lui ricopriva ogni cosa. In lontananza si vedeva solo il cielo notturno e nient’altro.

 
“Non ho il diritto di provare desideri egoistici. Non ne ho il diritto e non ne ho l’intenzione..” Jack scosse il capo dando le spalle alla luna. I piedi nudi sulla neve lasciavano delle vaghe impronte scomposte. Indossava solo una felpa col cappuccio e un paio di pantaloni lacerati. Ovviamente non sentiva freddo, non poteva. Lui ERA il freddo.

 
“Non credevo mi avrebbe davvero dimenticato.. Come ha potuto Jemie dimenticarsi di me?”

 
Lui era il suo centro

 
Jack si lasciò cadere stancamente su di una sporgenza rocciosa ricoperta di neve. Il capo chino, le mani strette saldamente attorno ad esso. Per tutta la vita aveva sempre desiderato che qualcuno credesse in lui, che qualcuno riuscisse finalmente a vederlo. Certo, sapeva bene di avere avuto un’altra vita prima di essere un guardiano. Ma, ehi, passare circa 300 anni di solitudine per poi vedersi sottrarre quell’unica persona che per lui significava tutto era troppo crudele, inaccettabile.
 

“Mi dispiace, hai riposto così tanta fiducia in me. Ma io non sono così forte, io non sono come North o SandMan.. io.. io volevo solo che qualcuno potesse restarmi accanto, per sempre..”
 

Jack osservò la luna. Le lacrime scendevano silenziose e modeste. Non era mai stato un tipo capace di versare fiumi di lacrime, anche nelle situazioni più disperate. Lui era il gelo. E gelato lo era anche il suo cuore. Poco alla volta, ad ogni addio Jack Frost diventava sempre più freddo.
 

“Che importanza ha che qualcun altro mi veda? Che altri credano in me? Prima o poi anche loro smetteranno di farlo. Questo è.. troppo da sopportare. Sarò anche uno spirito.. UN GUARDIANO, ma questo non mi rende incapace di provare dolore..”
 

Jack si raggomitolò in posizione fetale. La neve iniziò a cadere lentamente dal cielo. Come una carezza, ogni cristallo di ghiaccio sfiorava il suo volto. Ciò che sentiva tuttavia era il vuoto. Nemmeno la sua neve poteva riuscire a riempire quel vuoto.
 

“Tu.. tu non puoi startene lassù e basta. Non puoi decretare il destino di una persona e poi lavartene le mani! Dannazione, non è corretto!”
 

In uno scatto d’ira Jack si alzò con uno scatto repentino e colpì il terreno col suo bastone. La neve che fino ad allora aveva ammantato il terreno divenne immediatamente ghiaccio. Completamente sovrastato dai propri sentimenti Jack non poté fare a meno di sfogare la sua ira. Dopotutto li non c’era nessuno. Nessuno avrebbe assistito alla sua debolezza. Nessuno lo avrebbe mai saputo.
 

“Il ghiaccio.. il freddo.. è solo questo che sono?!”
 

Con un altro colpo del bastone fece gelare completamente i pochi alberi che crescevano attorno alla pianura. Divennero immediatamente di ghiaccio. E di ghiaccio divenne ogni cosa attorno a lui. Fece crescere stalattiti dal terreno quasi come fossero piante. Attorno a lui in poco tempo tutto divenne una fredda landa desolata. Poi urlò, urlò con tutta la forza che aveva in corpo. Dannazione, si disse, perché devo subire questo destino?
 

Quasi come a voler assecondare i suoi sentimenti il ghiaccio esplose. In un turbinio di neve e ghiaccio tutto divenne di cristallo. Ogni cosa venne distrutta. Ma Jack non voleva fermarsi. Non si controllava più. Il suo dolore era talmente grande da traboccare fuori con prepotenza. Il gelo iniziò poco alla volta a ricoprirlo mentre si sollevava di qualche metro da terra. Divenne d’un tratto brillante come il diamante. Freddo come il diamante. Perché lui era il freddo.
 

Poi la sua luce esplose, esplose il suo dolore.
 

Spossato si accasciò al suolo, privo di sensi. Una lacrima solitaria ornava il suo volto. L’espressione addolorata non lo abbandonò nemmeno in quell’istante. Per la prima volta da quando Jemie lo aveva dimenticato, tuttavia, dormì profondamente. Quasi come se non volesse più svegliarsi. Si sarebbe lasciato cullare in un sogno che avrebbe appagato i suoi desideri. Egoistici desideri, lo sapeva. Ma qualcosa si era rotto in lui. Non riusciva più ad essere completamente altruista. Non voleva più essere solo. Voleva quell’unica cosa che tutti vogliono. Qualcuno che fosse la sua perfetta metà. Qualcuno che fosse per lui il giorno e la notte. L’inizio e la fine di ogni cosa.
 

Dall’alto la luna, addolorata, non restò impassibile alla sua disperazione. Quasi come se piangesse, la luna sgorgò raggi di luce dal cielo e, poco alla volta, avvolse Jack Frost in un caldo abbraccio. Poco alla volta raccolse ogni sua supplica, ogni sua paura, ogni suo dolore, ogni sua disperazione. La luna, che aveva dato vita alla leggenda di Jack Frost, esaudì il suo desiderio.
 

In un raggio di luna Jack svanì e di lui non ci fu altro che il ricordo.
 
 
***

 
Hiccup si svegliò di colpo nel cuore della notte. Era completamente ricoperto di sudore e aveva il respiro affannato. Il cuore gli batteva all’impazzata. Non ricordava di preciso cos’aveva sognato. Ricordava solo tanta tristezza.. e rabbia.

 
“La neve.. ricordo di aver sognato la neve..” borbottò fra se e se lasciandosi ricadere stancamente sul cuscino. Lo sguardo fisso verso l’alto mentre, quasi istintivamente, puntava una mano verso il soffitto. Era come se qualcosa gli fosse sfuggito via, come se durante il sonno avesse scoperto qualcosa di molto importante.

 
Fuori tutto sembrava calmo. Quel giorno i draghi non li avevano attaccati e, a quanto pareva, non lo avevano fatto nemmeno durante la notte. D’un tratto un brivido freddo lo attraversò da parte a parte. Era ancora presto per l’arrivo del gelo. Nonostante nelle loro terre facesse freddo praticamente tutto l’anno quel gelo gli sembrò così innaturale, così forte, così.. caldo?

 
Hiccup non sapeva perché ma, per qualche strana ragione, quel freddo gli risultò familiare. Come se avesse appena salutato qualcuno che stava attendendo da molto tempo. Lentamente il sonno prese nuovamente il sopravvento e, nell’arco di un paio di minuti, si addormentò profondamente.

 
Sognò ancora la neve. Una neve che parlava di solitudine e disperazione. Una neve che lo chiamava.

 
La neve. Lui non lo sapeva ancora ma la neve sarebbe stata accanto a lui per molto tempo. Perché la luna aveva appena esaudito un desiderio che avrebbe sconvolto i destini di due creature talmente lontane da dover oltrepassare il tempo per incontrarsi. 
  
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