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Autore: NerdGirl_Marta    28/11/2014    1 recensioni
Quando fai di tutto per realizzare il tuo sogno può capitare che la vita ti sorprenda...accetta ciò che il destino ti regala e vivi l'occasione come un dono! Non puoi mai sapere cosa ti riserva il futuro...
Questa è una storia diversa, non vedrete mai un ''Tom'' che si innamora della protagonista...anche perchè la protagonista sono io!
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8 - La casa sul lago

 

“Davvero non so che dire! E' una situazione troppo assurda...forse sono un pazzo a fidarmi così tanto delle persone! Eh eh eh...” dissi divertito vedendo la macchina allontanarsi per poi sparire dietro ad una curva. Marta se ne era già andata insieme al marito e l'amica ed io ero rimasto solo con Amy davanti a quella casetta che non aveva nulla a che fare con il mio stile ma che, nonostante tutto, aveva qualcosa di stranamente accogliente. L'ingresso era qualcosa di magnifico, dovevo ammetterlo, una pesante porta di legno circondata da edera rampicante si stagliava imponente davanti ai miei occhi, era aperta, un piccolo fascio di luce calda filtrava verso l'esterno e le chiavi erano ancora inserite nella toppa. Guardai Amy che stava sorridendo, un po' per l'emozione di stare finalmente da sola con me e un po' per la curiosità di andare a scoprire cosa c'era all'interno della casa. Mi sentivo un po' come un bambino che va alla scoperta di un mondo nuovo ed inesplorato e a dirla tutta era davvero così in un certo senso perché non avrei mai immaginato di ritrovarmi un giorno in una situazione del genere. Stavo per passare una settimana intera in compagnia della donna che amavo, questo era un bene, ne avevo proprio bisogno ma allo stesso tempo ero un po' agitato perché mi trovavo in un posto che non conoscevo, in una casa la cui proprietaria per me era una totale sconosciuta. Normalmente la mia agenzia o il mio pubblicist avrebbero preso in mano la situazione organizzandomi la vita come succedeva ormai da qualche anno, quella per me era la normalità. Quella volta invece ero solo, finalmente libero di fare ciò che volevo senza dar conto a nessuno tranne che a me stesso e ad Amy. Serviva veramente poco per farmi felice e una piccola casetta, sulle sponde di un lago che circondava una minuscola città italiana a me completamente sconosciuta era veramente un ottimo inizio. Entrammo curiosi ed eccitati, capimmo subito che la casa era a due piani perché davanti all'ingresso, sul lato destro, c'erano delle scale di legno che portavano al piano superiore. Sul lato sinistro invece c'era un arco oltre al quale si intravedeva un grazioso salottino con un grande divano, un vecchio televisore e un enorme camino d'epoca. “Oh dovremmo assolutamente accenderlo quello!” dissi ad Amy indicando il camino. Lei rise forte, di gusto portandosi le mani al petto e riuscì a catturare completamente la mia attenzione che fino ad un istante prima era rivolta alla cucina che appariva in lontananza essendo la stanza adiacente al salotto. Mi voltai di scatto e mi rivolsi ad Amy che continuava a ridere, con aria scherzosa dissi “Che c'è? Che hai? Non vedo l'ora di stare con te sotto le coperte davanti al camino acceso? Che c'è di male?”. Lei fece una strana smorfia prima di cercare di parlare “ Ah,ah...forse non ti ricordi com'è andata a finire quella volta in montagna! Ti credi forse un boyscout? Ahahahha! A casa tua è facile perché hai quello elettrico ma qui ci vuole la legna, quella vera...lo sai che non sei capace di accenderlo!” e continuò a ridere appoggiandosi allo stipite della porta. Aveva pienamente ragione, iniziai a ridere anche io, era una delle cose migliori che mi piaceva fare con lei, ridere, senza sosta, senza un motivo preciso. Con due falcate le arrivai addosso e iniziai a punzecchiarla facendole il solletico e più lei rideva più la mia goia diventava incontenibile, era bellissima quando era così felice, semplice e totalmente naturale. Si divincolò velocemente dalle mie braccia lanciandomi uno sguardo di sfida e di corsa prese a salire le scale, guardandosi ogni tanto alle spalle come ad incitarmi a seguirla. Afferrai le valigie e le buttai in malo modo appena vicino alla porta d'ingresso e chiusi velocemente la porta di casa per poi lanciarmi all'inseguimento di Amy che ormai aveva raggiunto il piano superiore. Quando anche io arrivai al secondo piano era tutto buio, l'unica fonte di luce era quella dei lampioni del giardino che entrava dalle finestre del corridoio. In tutto c'erano solo tre porte, avrei trovato Amy molto velocemente, non era poi così difficile. Spalancai la prima porta che avevo scoperto essere un piccolo e angusto studio, la seconda era il bagno e la terza, pensai fosse la stanza da letto ancora prima di aprire la porta e trovare Amy che ancora sghignazzava seduta sul materasso al centro della piccola camera. “Beccata! Non hai più scampo!” le dissi spavaldo subito prima di buttarmi su di lei obbligandola a sdraiarsi sotto il mio corpo, le mie ginocchia ai lati dei suoi fianchi. Ridemmo insieme ancora per pochi minuti quando senza che ce ne accorgessimo il rumore delle nostre risate si affievolì sempre di più trasformandosi in una dolce melodia fatta di baci, sussurri e gemiti. Iniziammo a spogliarci, come se fosse la cosa più normale da fare in una situazione del genere, quasi come una coreografia, una danza che avevamo già ballato molte volte assieme. Il profumo della sua pelle si sentiva appena perché l'unica cosa che riuscivo a sentire in quel momento era l'odore delle coperte fresche di bucato mescolato al tipico odore di stantio delle case vecchie. Non avevo neanche fatto in tempo a notare com'era la stanza in cui mi trovavo perché tutta la mia attenzione era ormai catturata dal corpo nudo e caldo di Amy che era stesa su di me, le sue mani che scorrevano sul mio torace fino a scendere all'elastico dei boxer che ancora indossavo. Scostai le coperte da sotto il mio corpo per poi, con esse, avvolgere entrambi creando una protezione, un nido dal quale non saremmo usciti tanto presto. Qualche ora più tardi la fame ci costrinse a scendere di nuovo al piano inferiore per cercare qualcosa da mangiare, l'ora della cena ormai era passata da un pezzo. Era assurdo come passasse velocemente il tempo quando stavo con lei, ormai erano le dieci di sera e dovevamo per forza mettere qualcosa sotto i denti, non potevamo vivere di solo amore purtroppo. Avevo infilato solo i pantaloni grigi della tuta, in Italia anche se era autunno si schiattava dal caldo, ero abituato a ben altre temperature, quando arrivai in cucina notai con piacere che il frigo era pieno di qualsiasi ben di dio. “Amy vieni a guardare, quelle ragazze sono degli angeli!” dissi indicando con un cenno l'interno del frigorifero stracolmo di cibo. Lei mi raggiunse in punta di piedi sul marmo freddo, non indossava le ciabatte ma avrebbe dovuto perché non eravamo a casa mia a Londra, gli italiani non usavano la moquette e i pavimenti erano sempre gelidi. Arrivò al mio fianco con la faccia sbalordita e appoggiò una mano sulla pelle nuda della mia schiena accarezzandola appena “Oddio e adesso cosa mangiamo? Troppa scelta! Ho talmente tanta fame che mangerei tutto...beh intanto iniziamo dai!”. Impiegammo un po' a decidere cosa mangiare poi per tutta la durata della cena parlammo del più e del meno pensando a cosa fare nei giorni successivi “...beh domani mattina ce ne stiamo qui soli soletti che ne dici? Poi però dobbiamo sentire Marta e ringraziarla per tutto! Magari potremmo chiederle se conosce un qualche posticino tranquillo per la sera così possiamo portarli fuori a cena per sdebitarci. Non abbiamo neanche parlato del compenso per averci permesso di stare qui, voglio pagare l'affitto o almeno dare alla sua amica i soldi per potermi sdebitare anche con lei, non voglio avere debiti e poi se c'è qualcosa che non mi manca grazie a dio sono i soldi!” dissi. Amy annuì alla mia affermazione per poi afferrare un chicco d'uva e portarselo alla bocca gustandolo con piacere. Passammo ancora qualche ora abbracciati davanti alla tv, sotto un enorme coperta blu che avevamo trovato nell'armadio della camera da letto. Non capivamo nulla dei programmi televisivi italiani ma ci divertivamo un sacco a intuire il senso delle frasi cogliendo solo il significato di alcune parole. L'unico canale che trovai in cui parlavano in lingua inglese fu Mtv quindi alla fine decidemmo di guardare o meglio, ascoltare un po' di musica prima di andare a dormire, la musica d'altronde era uguale e quindi comprensibile a tutti. Amy si addormentò tra le mie braccia, il suo corpo steso sul fianco destro era raggomitolato davanti al mio, la sua schiena appoggiata al mio petto. Le scostai una ciocca di capelli dal collo per mettere in luce il suo viso ed assicurarmi che stesse veramente dormendo. Quando ne fui certo, sfilai delicatamente il braccio da sotto la sua testa e mi alzai in piedi cercando di non svegliarla. Dopo aver spento la tv presi in braccio Amy per portarla a letto ma lei si svegliò di colpo spaventandosi per un istante. Quando però capì la situazione il momento successivo si abbandonò completamente tra le mie braccia appoggiando la testa alla mia spalla, era bellissimo sentire il suo respiro caldo e rilassato sul mio collo. Arrivai in cima alle scale con un po' di fiatone, nonostante fossi in forma portare una donna adulta a peso morto per due rampe di scale aveva messo a dura prova anche me. La appoggiai delicatamente sul materasso, afferrai le coperte ancora sfatte dalla nostra precedente incursione per coprire Amy. Lei si riaddormentò all'istante dopo avermi regalato un sorriso dolce in risposta al bacio che le avevo posato sulla fronte. Mi stesi anche io al suo fianco ma prima di sistemarmi per dormire afferrai il cellulare con l'intento di mandare un messaggio tramite Twitter a Marta che sicuramente stava già dormendo da un pezzo.

 

“Buona notte Marta! Grazie mille per tutto, la tua amica è stata gentilissima, la casa è fantastica. Non saprò mai come ringraziarti abbastanza ma per ora ti prego di accettare il mio invito a cena per domani! p.s. Ovviamente il posto lo devi scegliere tu perché io a mala pena so dove mi trovo! Ti aspettiamo domani pomeriggio qui. Vieni quando vuoi...”

 

Sul display del cellulare l'orologio segnava le due di notte, c'erano anche quattordici messaggi e sedici chiamate senza risposta ma non me ne preoccupai molto quindi spensi il cellulare e mi allungai dietro Amy che mi stava dando le spalle. Incastrai il mio corpo al suo, ero così vicino alla sua nuca da poter sentire solamente l'odore dei suoi capelli, fu in quella posizione, sul fianco con un braccio sotto il cuscino e l'altro stretto attorno al costato di Amy che mi addormentai e l'ultima cosa che ero riuscito a sentire prima di cedere al sonno era il rumore del mio respiro che si era perfettamente sincronizzato al suo.

   
 
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