Film > Star Wars
Segui la storia  |       
Autore: Leysarya    28/11/2014    1 recensioni
«Che succede?» chiede la mia amica, non consapevole di ciò che sta accadendo poiché molto occupata a pilotare il veicolo, ma sembra anche lei turbata da qualcosa.
«Le comunicazioni hanno smesso di funzionare. Siamo tagliate fuori, dovremo aspettare di arrivare a Coruscant per riportare al consiglio ciò che è accaduto.» Rispondo dandole le spalle.
«Vie-Gan vieni qua, c’è un altro problema, forse più grave.»
«Definisci “più grave”» e avvicinandomi capisco cosa intende. La mappa è scomparsa, le coordinate anche. Non sappiamo più in che zona siamo e non possiamo di certo tornare su Pria III. Anche se potessimo in ogni caso non sarebbe la mia prima scelta, l’ambiente è umido e poco ospitale, benché la popolazione non sia così male, ma è pure poco sviluppato dal punto di vista tecnologico, e non troveremmo di certo lì la soluzione ai nostri problemi.
«Dobbiamo tentare un atterraggio di emergenza sul primo pianeta che troviamo»
«Ma siamo lontani dai territori della Repubblica» dice ingenuamente lei.
«Non credo che quei Cloni siano stati mandati da qualche altra organizzazione, potrebbe essere sia la nostra fortuna che la nostra sfortuna trovarci così lontani. Possiamo solo tentare.»
Genere: Avventura, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Qui-gon, Un po' tutti, Yoda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L’inquietudine che mi accompagnava da qualche ora a quella parte iniziava a mostrarsi anche all’esterno; infatti, mentre assorta nei miei pensieri guardavo fuori da una delle immense finestre dell’accademia, avevo iniziato senza accorgermene a torturare il guanto nero che portavo già allora sulla mano sinistra. Lo facevo e lo faccio tutt’ora ogni qual volta sono molto nervosa o in ansia.
Guardavo le navicelle sfrecciare veloci nel cielo del primo pomeriggio, con la luce che filtrava tra i pochi spazi tra gli edifici, e solo la voce del maestro Carrick mi riportò alla realtà. In un primo momento non capii cosa avesse detto, nonostante sapevo che stesse parlando con me, così gli chiesi di ripetere.
 «Va tutto bene?» disse allora, prendendomi il polso per farmi smettere di stirare la stoffa del guanto. So che non lo fece con un cattivo intento, ma il risultato fu solo di farmi innervosire più di quanto non lo fossi già, e mi liberai dalla leggera presa in modo poco educato. Non era nelle mie intenzioni, fu quasi un riflesso involontario, ma tanto ormai il mio maestro ci era abituato.
 «No» risposi alla sua domanda con tono forse un po’ malinconico “Non ho un buon presentimento.” «Cerca di stare tranquilla e non avere paura, tutto andrà bene.» «Non ho paura, solo un po’ di ansia» d’altronde però l’ultima volta che sono stata veramente tranquilla avevo 11 anni, ero nel posto sbagliato al momento sbagliato, e da quel momento la mia vita ha preso completamente un’altra strada. Ma quella è un’altra storia.
Tornai a guardare fuori dalla finestra con le mani dietro la schiena.
 «Abbiamo una nuova missione» cambiò rapidamente discorso «Ti ho mai parlato dal maestro Myrasu?»
 «No, mai, perché?»
 «Perché sarà il nostro compagno di viaggio, per così dire, insieme alla sua allieva.»
 «Come si chiama?» chiesi interessata, sempre pronta a fare nuove conoscenze, ma il mio già non eccessivo entusiasmo venne mitigato quasi subito.
 «Ana-Rei, e ha 17 anni» mi fu risposto.
 «È piccola.»
 «Solo quattro anni più piccola di te in fondo. Sono sicuro che andrete d’accordo.»
Io alzai le spalle non del tutto convinta, ma decisi di darle almeno una possibilità.

Pochi minuti dopo, tra il via vai sporadico di gente che c’era in quel corridoio, due persone si avvicinarono a me e al mio maestro. 
Erano un uomo adulto e una ragazza. Lui era alto, la carnagione scura quasi quella di Mace Windu e i capelli castani, quasi in completa contrapposizione con il maestro Carrick, alto sì ma dalla pelle chiara e i capelli biondi. 
Fu proprio quest’ultimo a parlare per primo «Maestro Myrasu, è un piacere rivederla» disse tendendogli la mano.
 «Lo è anche per me, ma avrei preferito che le circostanze fossero ben diverse» rispose stringendogliela, poi mise una mano sulla spalla della ragazza accanto a sé per incoraggiarla ad andare avanti. Si vedeva che era veramente giovane, la sua espressione trasudava eccitazione e non c’era nemmeno un accenno di tristezza o rimpianto. Il mio primo pensiero, sicuramente dettato dal personale pessimismo del momento, fu che non avesse visto ancora abbastanza di ciò che le riservava la vita. I suoi occhi seppur neri erano tutt’altro che spenti, e i capelli che le incorniciavano il viso erano anch’essi di quel colore, tanto intenso che la sua treccia da Padawan spiccava anche sulla sua tunica quasi marrone.
Mi squadrò dalla testa ai piedi con particolare attenzione «Io sono Ana-Rei, piacere di conoscerti» disse poi non molto convinta.
 «Il piacere è mio, Ana-Rei. Io mi chiamo Vie-Gan» falsificai un sorriso a labbra strette.
Le espressioni dei nostri maestri diventarono tutto d’un tratto serie e ci chiesero di allontanarci un po’. Noi ubbidimmo immediatamente e ci spostammo qualche metro più in là, in modo da non sentire ciò che avevano da dirsi.
Un classico silenzio imbarazzato calò tra di noi. Io dal canto mio non ero molto intenzionata a parlare, non sono mai stata il tipo da sbandierare la mia vita ai quattro venti, Ana-Rei invece, seppur ancora un po’ diffidente, mi diede l’impressione di essere impaziente di dire qualcosa.
 «Questa è la mia prima missione, sai? Sono così emozionata» disse poi finalmente, non riuscendosi evidentemente a trattenere.
 «Buon per te» risposi fredda e lei subito si ammutolì di nuovo corrugando la fronte.
Era visibilmente infastidita da quella risposta e continuava imperterrita a scrutarmi, sempre meno convinta, ma non per questo dava segni di resa, anzi, sembrava molto determinata ad instaurare una conversazione con me. Più volte aprì la bocca ma nessun suono usciva dalle sue labbra, quasi non riuscisse a trovare un argomento veramente valido, e per sfortuna mia i nostri maestri non accennavano a finire le loro discussioni.
Iniziai di nuovo a giocare con il bordo del mio guanto, questa volta consapevolmente, e Ana-Rei se ne accorse quasi immediatamente, ed evidentemente incuriosita cominciò a fare molte domande.
 «Come mai porti un solo guanto?»
Non risposi.
 «Perché è tagliato in questo modo?» in effetti il tessuto copriva, oltre ovviamente il polso, solo due dita: il mignolo e l’anulare. Anche questa volta ritenni opportuno non rispondere.
Allora lei azzardò una mossa, alla quale con il senno di poi avrei potuto reagire in modo diverso, e mi prese la mano. Inutile dire che la ritrassi subito estremamente contrariata «Credi di aver finito?» chiesi poi, e lei di nuovo si ritirò nel silenzio.
 «Suvvia Vie-Gan, non tenere quell’espressione corrucciata sul viso, non ce n’è bisogno» i nostri maestri si avvicinarono senza che me ne accorgessi e, non volendo infondo dare una brutta impressione di me decisi di sforzarmi almeno a fare un sorriso. Almeno in parte mi riuscì.
 «A quanto pare non ci sono problemi solo su Naboo, ma anche sulle lune a lui vicine» andrò dritto al punto il maestro di Ana-Rei «Di questi tempi bisogna sempre tenere in considerazione anche le più piccole minacce. È per questo che ci hanno chiesto di recarci su Erai III, una luna del sistema Erai ma molto vicina a Naboo. Non dovrebbero esserci importanti complicazioni, poiché si tratta solo di un controllo per accertarsi che non ci siano navicelle sospette sul suolo del pianeta, ma dobbiamo essere pronti a tutto.»
 «Credo non ci sia nient'altro da aggiungere al momento. Se siamo pronti possiamo partire anche immediatamente, prima arriviamo più abbiamo la possibilità di scoprire qualcosa. In caso contrario ogni minuto che perdiamo è prezioso e potrebbe far sfuggire informazioni importanti» concluse il maestro Carrick.
 «Allora non abbiamo un minuto da perdere!» esclamai io mantenendo quel finto sorriso.
Lasciai che la giovane Padawan raggiungesse il suo maestro e che si allontanassero prima di smettere di fingere. 
 «Ah, e io che pensavo di potermi distrarre un po' con una nuova missione.» Dissi a bassa voce così che solo il mio maestro poté sentirmi.

La giornata volgeva al termine e gli ultimi sprazzi di luce facevano capolino da dietro gli edifici.
Ci eravamo tutti riuniti nell'hangar, pronti a salire sulla navicella che il consiglio dei Jedi aveva messo a nostra disposizione appena ci avessero dato il consenso per partire.
La ragazza dai capelli neri sembrava piuttosto eccitata all'idea di partire per la sua prima missione, anzi, a dire il vero mi dava l'impressione di una persona abbastanza esuberante di fronte a qualsiasi cosa accadesse; passeggiava e si guardava intorno come se non avesse mai visto una navicella spaziale in vita sua.
Io rimanevo ferma accanto al maestro Carrick e al maestro Myrasu, il quale ogni tanto richiamava Ana-Rei e la sollecitava a stare ferma. 
Dopo poco salimmo a bordo e partimmo verso questa Luna di nome Erai III. Era un nome che non  mi era nuovo, sembrava familiare, ma sul momento non riuscivo proprio a ricordare dove lo avessi già sentito, e d'altro canto non chiesi a nessuno più informazioni sul suddetto corpo celeste.
Il mio maestro era ai comandi «Non ci vorrà più di qualche ora per arrivare a destinazione, non sarà un viaggio troppo lungo» disse.
E in effetti oltre ad essere relativamente breve fu anche poco turbolento.
 «Quando arriviamo?» chiese Ana-Rei ad un certo punto con impazienza.
 «Datti un contegno, arriveremo quando sarà il momento» rispose il suo maestro con un tono piuttosto calmo ma severo. Capii quindi che anche a lui a volte dava fastidio quel suo comportamento.
Carrick rise sommessamente mentre guidava il trasporto «Tranquilla arriveremo tra non molto, siamo molto vicini.»
 «Consiglio un atterraggio lontano dai centri abitati e le piattaforme di atterraggio» disse l'altro uomo.
 «Sono completamente d'accordo, non devono sapere che siamo qui.»
 «Cosa stiamo cercando di preciso?» chiesi allora io, credendo che fosse ora che ci dessero spiegazioni più approfondite. 
Ci fu un breve silenzio poi il mio maestro parlò di nuovo «Qualsiasi cosa o essere vivente non dovrebbe trovarsi lì. Navicelle spaziali della Confederazione dei Mercanti, ad esempio. È per questo che non dobbiamo dare nell'occhio, non vogliamo che scoprano anzitempo di essere controllati.»
Atterrammo poco dopo in mezzo al nulla e l'aria di quel pianeta non mi ispirava nulla di buono. Era freddo, quasi ostile. Mi voltai verso Ana-Rei e mi accorsi che all'improvviso aveva perso la sua vivacità, come se avesse capito finalmente l'importanza di ciò che stavamo andando a fare.
 «Va tutto bene?» le chiesi un po' preoccupata.
 «Ho una strana sensazione...» rispose lei guardando dritto davanti a lei. La capivo perfettamente.


Note:

Salve a tutti! Eccomi qui, questa volta l'autrice del capitolo sono io: Lady Leysa!
Io e Lady Arya ci alterneremo per la pubblicazione dei capitoli, e ci scusiamo in anticipo se potremmo metterci un po' di tempo, ma stiamo tentando di scrivere più capitoli di quelli effettivamente pubblicati così da non rimanere mai senza.
Non ho molto da dire, questo è un po' il capitolo introduttivo del mio personaggio Vie-Gan, e la vera avventura arriverà presto!
Come sempre speriamo che lasciate una recensione, ne saremmo entrambe molto felici.

A presto,
Lady Leysa


 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Star Wars / Vai alla pagina dell'autore: Leysarya