Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: ___Darkrose___    28/11/2014    1 recensioni
Cosa sarebbe successo se Inuyasha e i suoi compagni un giorno si fossero ritrovati nel presente? Cosa sarebbe successo se al posto di Kagome avessero incontrato un'altra ragazza?
Ci saranno nuove sconvolgenti sorprese, una nuova avventura piena di colpi di scena e di nuovi personaggi che si uniranno al gruppo dei nostri amati eroi!
La mia prima FF, sono emozionata! *.*
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Miroku, Nuovo personaggio, Sango, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Solo uno spirito'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

~~Il mattino dopo mi svegliai nel mio caldo letto, stiracchiandomi e sentendo i muscoli intorpiditi.
Forse tutto quello che era successo la sera prima era solo un sogno, non poteva essere possibile che quattro persone fossero magicamente sbucate fuori dal pozzo in giardino e due di loro fossero delle specie di mostri. Ancora più impossibile era che venissero da un’era lontana e per di più dal Giappone! Come diavolo sarebbero potuti arrivare in una cittadina della California?
No, era veramente tutto troppo insensato, doveva per forza essere stato un sogno, anzi un incubo dal quale ero felice di essermi svegliata.
Scesi dal letto e mi infilai le ciabatte di Pluto che avevo ai piedi del letto e uscii, percorrendo il corridoio che portava fino alla sala.
Rimasi di sasso quando appallottolati sul pavimento vicino al divano trovai quei quattro pazzi che dormivano beatamente.
No, non era stato un sogno.
Mi avvicinai cercando di fare il minor rumore possibile e infilandomi nella cucina che dava proprio sulla sala.
Cercai di tirare fuori la caffettiera, stando attenta a fare il minor rumore possibile, ma era proprio sotto una pentola che avevo messo ad asciugare la sera prima.
Spostai la pentola, ma cadde a terra con un tonfo sordo e metallico che svegliò tutti.
- Hiraikotsu! -, la voce di Sango rimbombò nella casa e prima che potessi voltarmi per dire che andava tutto bene, ritrovai l’enorme boomerang piantato nel muro a pochi centimetri dal mio viso.
Sango si coprì la bocca con una mano visibilmente dispiaciuta. – Mi dispiace Samantha-chan, non volevo! -.
Rimasi immobile con la caffettiera in mano e le ginocchia che mi tremavano. – Il…il…muro – mormorai, notando l’enorme buco che quel coso aveva lasciato.
Inuyasha e Miroku si erano tirati in piedi e cercavano di trattenere le risate.
Direi che quello era un risveglio del tutto fuori dal comune.
Misi su il caffè, rendendomi conto che loro non sapevano neanche di cosa si trattasse.
Sango si era offerta di riparare il muro, ma le dissi che avrei chiamato qualcuno al più presto per riparare il buco. Fortunatamente il danno era minore di quello che sembrava e non aveva passato la parete da parte a parte; se no in casa ci sarebbe stata un’altra finestra.
Il mezzodemone era seduto a gambe incrociate e braccia conserte dalla finestra, intendo a meditare su qualcosa, mentre guardava fuori dalla finestra.
Miroku continuava a toccarsi la mano destra con aria sofferente, mentre Shippo si era infilato in camera mia per dormire ancora un po’.
Presi quattro tazze e servii il caffè a tutti quanti.
- E’ amaro – disse Inuyasha stizzito. – Non mi piace -.
Strinsi le labbra in una smorfia cercando di mantenere la poca calma che mi era rimasta. – Allora non berlo – sibilai.
Miroku e Sango invece si gustarono la bevanda in un religioso silenzio, consapevoli della mia irritabilità causata dalla loro irruenta presenza.
Restammo in silenzio per un tempo infinito, fino a quando non decisi di romperlo. – Allora, per quanto tempo avete intenzione di rimanere? – chiesi.
Loro sembrarono parecchio imbarazzati. – Non lo sappiamo, sembra che il passaggio da dove siamo arrivati sia chiuso e non sappiamo come tornare indietro – rispose Miroku, che però non sembrava a disagio nel scroccare ospitalità.
Chi era veramente a disagio in quella situazione era Inuyasha, che sembrava insofferente al dover stare chiuso in casa.
- Ah… - mormorai esausta. – Beh, ma quella sfera di cui parlavate, può avere il potere di mandarvi indietro? – chiesi speranzosa.
Sango sospirò. – Non sappiamo neanche questo; però potrebbe anche darsi! – provò a dire con  aria turbata.
L’idea di essere bloccati in un posto che non conoscevano non doveva piacere a nessuno di loro e nemmeno a me piaceva l’idea di essere costretta ad ospitare quelle persone.
- Ma se conoscete un monastero nel quale farci dare ospitalità potremmo andare lì, così non vi recheremo più alcun disturbo – disse Miroku.
Monastero? A Edenville? Sì certo, sarebbe stato più facile trovare quel benedetto ago nel pagliaio piuttosto che un monastero buddista nel raggio di chilometri. E se anche ci fosse stato non avrei potuto certo mandarli la, avrebbero causato il panico e si sarebbero ritrovati in qualche prigione o in qualche circo come fenomeni da baraccone.
Sospirai. – No, potete rimanere – mormorai. – Fino a quando non troverete il modo di tornare a casa vi ospiterò io -.
Il giovane monaco si inginocchiò ai miei piedi e mi prese le mani tra le sue. – Oh dolce Samantha-chan, siete una donna di cuore – disse. – Vorrei chiedervi l’onore di fare un f… -, prima che finisse la frase Sango gli aveva tirato un pugno sulla testa.
- Non finire la frase se non vuoi che ritiri la sua gentile offerta – sibilò Sango al monaco dolorante.
Inuyasha si alzò da terra. – Ti ringraziamo, ma non possiamo restare qui; dobbiamo cercare i frammenti -.
Quel ragazzo era proprio fissato con quei benedetti frammenti, cominciava a darmi sui nervi, quasi più del monaco ninfomane.
Miroku si ricompose, mentre si continuava a massaggiare la testa dolorante.  – E da dove vorresti cominciare? Non credo che qualcuno in questo luogo conosca l’ubicazione esatta dei frammenti e senza una sacerdotessa che li possa localizzare è un’impresa impossibile -.
Il mezzodemone sembrò scoraggiato e si rimise seduto a terra sconsolato. – Allora cosa pensi di fare? –
- Tutto a tempo debito, ora cerchiamo di vedere se durante il corso della giornata il passaggio si riaprirà – disse Sango, mentre prendeva le tazzine e le metteva nel lavandino.
Forse oggi in biblioteca avrei trovato qualche informazione riguardante quella Sfera di cui tanto parlavano.
- Oh no la biblioteca! – gridai, correndo nella mia stanza.
Erano ormai le dieci e le lezioni mattutine erano ormai andate, avevo perso una delle mie lezioni preferite con il mio professore preferito.
Dannazione!
Buttavo all’aria tutti i vestiti fino a quando non trovai un paio di jeans e un maglione pesante.
Saltellai per casa mentre cercavo di infilarmi le scarpe e raccattavo i libri sparsi per la sala.
- Samantha-chan, dove vai? – chiese Shippo, sfregandosi gli occhi ancora assonnati.
Mi misi la borsa in spalla e gli accarezzai la testa; a primo impatto mi aveva spaventata, ma quel cucciolo era davvero dolcissimo. – Vado a studiare Shippo, torno per l’ora di cena – risposi.
- Cosa? – esclamò Inuyasha. – E noi dovremmo restare qui? –
Alzai gli occhi al cielo, quel ragazzo era isterico quanto affascinante. – Sì, per oggi va così. Appena tornerò a casa discuteremo su cosa fare -.
Il mezzodemone sembrò finalmente rassegnarsi, ma qualcosa lo fece arrossire. – Senti, ehm, per…per il bagno uso il giardino? -.
Sgranai gli occhi e diventai quasi paonazza per l’imbarazzo.
- No! Il giardino non è un bagno! – esclamai.
Lo presi per un braccio e lo trascinai nel mio bagno, mentre lui si guardava intorno spaesato. Gli spiegai velocemente i fondamentali di come si usava un cesso e poi tornai in cucina.
- Dentro il frigo -, ma dalla loro aria perplessa capii che non afferravano ciò che intendevo.
Mi avvicinai al frigorifero e lo aprii. – Questo – spiegai. – C’è del pollo -, indicai il pacchetto di carta stagnola che conteneva il pollo arrosto che non avevo mangiato la sera prima. – Mettetelo nel microonde e accendetelo, così potrete scaldarlo e almeno a pranzo avrete qualcosa da mangiare -.
Gli spiegai come si usava il microonde prima di ritrovarmi il giardino in fiamme, dato che loro credevano di dover mettere il pollo nel macchinario e poi mettere quest’ultimo su una fiamma.
Uscii finalmente di casa e potei prendere finalmente una boccata d’aria.
Ormai di andare in biblioteca non se ne parlava, quindi andai il più in fretta possibile a prendere l’autobus per andare alla caffetteria dove lavoravo.
Forse sarei riuscita a distrarmi un po’.


Ovviamente il lavoro non riuscii a distrarmi.
Era difficile lavorare, mentre continuavo a pensare che a casa mia c’erano quei quattro pazzi scatenati che, con la loro poca conoscenza degli oggetti in casa mia, potevano combinare un vero disastro.
Dovevo anche pensare a trovargli dei vestiti adatti, qualcosa per nascondere le orecchie di Inuyasha e quelle di Shippo, e anche le zampette del piccolo demone.
Che numero di scarpe poteva portare?
Mentre pensavo a tutte le cose che avrei dovuto fare quel giorno, mi rovesciai sulla mano il caffè bollente, facendo cadere a terra la tazza e lanciando un urlo disumano.
- Cristo santo! – gridai disperata, correndo a buttare la mano sotto l’acqua fredda.
Callie mi si avvicinò preoccupata. – Sam tutto bene? Forse è meglio che tu oggi vada a casa, mi sembri distrutta. È successo qualcosa? -, mi tempestò di domande e io non sapevo cosa rispondere.
Tutto bene, a parte il fatto che ho un mezzo demone in casa, una cacciatrice di demoni, un monaco depravato e un cucciolo piagnone
Ok, non potevo rispondere in questo modo, mi avrebbe fatta rinchiudere sicuramente.
- Sì tutto bene, solo che…ehm… -, cosa potevo inventarmi? La mia mente era del tutto occupata da quello che era successo la sera prima.
Improvvisamente il viso della mia amica si illuminò. – Ho capito! Ti è venuto a trovare per una “visitina” quel ragazzo di cui mi hai tanto parlato vero? -.
Diventai paonazza. – Cosa? – esclamai. Poi capii che forse rispondere in modo affermativo era l’unico modo per levarmi da quell’impiccio. – Ehm sì, sì, in effetti è venuto proprio lui, ehm, sì lui! -.
Maledizione non mi ricordavo neanche il suo nome! Era vero, avevo incontrato un ragazzo in caffeteria qualche giorno fa, ma alla fine non l’avevo neanche richiamato.
La mia amica sorrise beffarda. – Eh Sammy, Sammy! – mi pungolò. – Vai a casa dal tuo bello! Ti copro io! -.

In due secondi ero su un autobus per tornare a casa. La mano era fasciata a causa della bruciatura e la gente sull’autobus continuava a scontrarmi, accrescendo il mio nervosismo.
Dopo mezz’ora riuscii ad arrivare davanti alla porta di casa, ma avevo paura ad entrare. Chissà cosa avrei potuto trovare la dentro.
- Maledizone ti avevo detto di non toccarlo cucciolo pestifero! –
- Ma avevo fame! –
- Non me ne frega niente brutto scemo! -.
Le voci di Inuyasha e Shippo si sentivano da fuori dalla porta e mi fecero gelare il sangue.
Infilai la chiave nella toppa ed aprii, quello che trovai mi lasciò a bocca aperta.
Sango e Miroku cercavano di trattenere Inuyasha dal picchiare il povero cucciolo, mentre Shippo era in un angolo che inveiva contro il mezzodemone.
Ma non fu quello che mi fece preoccupare.
Il mio microoende.
Il mio povero microonde.
I vetri erano sparsi dovunque e dal macchinario veniva un fumo che riempiva tutto il piano cucina.
- Che cazzo avete fatto?! – gridai, lasciando cadere a terra la borsa.
I quattro si voltarono tutti verso di me, bianchi per la paura.
Quando ero arrabbiata sarei riuscita a mettere paura al più incazzato dei demoni.
Inuyasha si liberò dalla presa dei due e alzò le mani in aria. – Non è colpa mia! È colpa sua! – e indicò il cucciolo che si era nascosto dietro ad una sedia.
Strinsi i pugni fino a far diventare le nocche bianche. – Vi voglio tutti fuori! -.
- Oh no la prego Samantha-chan, non sapremmo dove andare! – mi supllicò il monaco inginocchiandosi davanti a me.
Lo attraversai con lo sguardo. – Intendo in giardino – sibilai.
I quattro si dileguarono immediatamente uscendo dalla porta finestra; potevo distintamente sentire Shippo che gridava, mentre Inuyasha gli riempiva la testa di pugni, ma in quel momento dovevo assolutamente riuscire di pulire quel disastro.
Shippo aveva infilato il pollo, ancora fasciato nella carta stagnola, dentro il microonde, causandone l’esplosione.
Quella era la mia fonte di sostentamento, ero troppo pigra per cucinare e quella era l’unica maniera veloce per prepararmi qualcosa da mangiare senza faticare troppo.
Presi dallo sportello un sacco nero dell’immondizia e ci infilai il microoende e raccolsi i pezzi di vetro da terra con la scopa e infine richiusi il sacco, portandolo fuori.
I tre erano seduti in terra, mentre Inuyasha era sull’albero di mele.
Shippo aveva ancora gli occhi lucidi e me lo trovai abbracciato alla gamba implorante. – Scusami Sam, scusami non volevo! È che avevo tanta, tanta fame! -.
Era impossibile riuscire a resistere a quegli occhioni dolci e a quelle orecchie da volpe, così lo presi in braccio e lo strinsi. – Tranquillo tutto a posto, ne prenderò un altro. Ma prometti che non lo toccherai senza il permesso questa volta! -.
Shippo si strinse forte a me. – Promesso, promesso! -.
- Tzè, ruffiano! – sibilò Inuyasha.
Alzai gli occhi al cielo, mettendo il cucciolo in terra. – Dai, entrate – ordinai, tornando dentro casa. – Ho delle cose per voi -.

- E secondo te dovrei uscire in questo modo?! Sono ridicolo! –
Inuyasha sbraitava da ore perché i vestiti che gli avevo portato non gli piacevano. Non era mica colpa mia se il mio ex aveva lasciato solo delle vecchie tute e avevo solo quelle da dargli.
Però non stava neanche così male, il grigio gli donava e la T-Shir nera aderente gli stava a pennello. Gli infilai un cappellino da basseball per nascondere le orecchie e la mia opera era completa.
- Piantala di gridare! Questo è quello che c’è e ti accontenti! – sbuffai, tornando ad aiutare Miroku che osservava le All Star nere in maniera curiosa.
- Strano tipo di calzature – commentò, mentre le infilava.
A Sango avevo dato un paio dei miei jeans e una delle mie maglie, per fortuna avevamo la stessa taglia e lo stesso numero di scarpe.
Shippo era seduto a terra, faceva i capricci perché a lui non avevo ancora avuto il tempo di prendere nulla. Allo stesso tempo, però, non poteva lamentarsi esplicitamente dopo il danno che aveva fatto quel pomeriggio.
- Sembro uno stupido – commentò Inuyasha guardandosi allo specchio.
- Sembri? – domandò Miroku con aria furba, mentre si osservava anche lui allo specchio.
Sango continuava a toccare il tessuto dei jeans stranita. – Che tipo di seta è? – mi chiese.
- Ehm, non è proprio seta, si chiama jeans – risposi, dato che neanche io ero molto esperta al riguardo. Era dura spiegargli certe cose, perché io le davo per scontate e non mi facevo quindi tutte quelle domande.
Almeno ora sarebbero potuti uscire senza destare troppi sguardi.
Avrei voluto lavare i loro vestiti, ma avevo anche paura che la mia lavatrice potesse rovinarli. Li avrei lavati a mano il giorno dopo.
Li buttai dentro la lavanderia, con grande disappunto del mezzodemone per come avevo trattato la sua roba.
- E’ proprio necessario vestirsi così? – chiese Sango, decisamente a disagio.
Le sorrisi – Sì, in questa epoca credo che sareste considerati strani se foste usciti con i vostri abiti -.
Miroku fissava il fondoschiena di Sango, particolarmente interessato. – Non preoccuparti, stai molto bene! -.
Cinque dita si stamparono sul viso del monaco.
- Il solito depravato – mormorò Shippo.


Era l’ora di cena e si misero tutti a mangiare voracemente la pizza che avevo ordinato. Dopotutto non avevo voglia di mettermi a cucinare e non disdegnavo sicuramente una buona pizza calda.
- Come hai dettto che si chiama? – chiede Inuyasha, divorandone un pezzo dopo l’altro.
Sango ed io lo guardammo un po’ disgustate per il modo in cui continuava ad ingurgitare il cibo. – Pizza – risposi, distogliendo lo sguardo.
Shippo si era steso sulla sedia con la pancia gonfia per quanto aveva mangiato, mentre Sango ed io ripiegammo i cartoni della pizza e li buttammo nel cesto.
Aprii una birra e la buttai giù, cercando di non farmi notare. Non sapevo se fossero abituati a bere e non volevo che mi chiedessero di provarne un po’. Già da sobri mi avevano quasi distrutto casa, non sapevo cosa avrebbero potuto combinare da ubriachi.
La buttai giù tutta, stupendomi di quanto sentissi il bisogno di sentirmi rilassata quella sera, ma forse non era neanche così strano. Credo che per chiunque sarebbe stato difficile gestire una situazione di quel genere.
Per di più sembrava che non si riuscisse a tornare indietro dal pozzo dal quale erano usciti e non potevo rispedirli tutti a casa.
Nonostante tutto mi faceva piacere averli in casa, un po’ di movimento mi faceva piacere. Ma per quanto sarei riuscita a tenerli chiusi in casa?
- Miroku, come la mettiamo con i frammenti della Sfera? – chiese Inuyasha.
Ti pareva pensai. Proprio ora che pensavo di essere riuscita a tenerli calmi.
- Non lo so, eppure gli indizi che avevamo ci hanno guidati fin qui, è possibile che un pezzo sia nascosto proprio in questa casa? – chiese il giovane monaco.
- Potrebbe, se no perché saremmo arrivati fin qui? -, anche Sango si era unita alla conversazione.
Inuyasha si era alzato. – Allora dobbiamo setacciare la casa da cima a fondo! – esclamò.
- Ehi, ehi, ehi! – sbottai. – Si da il caso che questa sia casa mia e non abbia mai visto nessun frammento! Quindi non pensare di metterti a ficcanasare dovunque! – esclamai, puntando in modo accusatorio il dito contro il mezzodemone.
Inuyasha incrociò le braccia e sbuffò innervosito. – Va bene, va bene! -.
Qualcuno suonò insistentemente il campanello e io mi sentii morire.
Andai a guardare dallo spioncino e mi si gelò il sangue nelle vene. Chris era fuori dalla porta, era venuto a riprendersi i vestiti.
Merda, merda, merda, merda! Adesso come potevo spiegargli la presenza di tutta quella gente a casa? E non potevo neanche ridargliela dato che parte dei suoi vestiti erano indosso a Miroku e Inuyasha.
- Samantha-chan perché non apre? – chiese Miroku. – Qualche problema? -.
- Sssssh! – intimai a tutti.
- E’ inutile Samantha so che sei in casa! – gridò Chris da fuori dalla porta, battendo i pugni.
Si riunirono tutti intorno a me. – Ma chi è? – chiese Sango.
- Un demone? – domandò Inuyasha, già pronto a correre nell’altra stanza per prendere la sua spada.
Dovevo sembrare un fantasma, perché tutti mi squadravano con aria preoccupata. – Peggio di un demone, è Chris! – esclamai, come se loro potessero sapere chi era Chris.
Mi guardarono con aria interrogativa, più confusi di prima.
- Se non è un demone cos’è un Chris? – domandò Shippo, nascosto dietro le gambe di Sango.
Sospirai disperata. – E’ il propietario dei vestiti che hanno addosso Miroku e Inuyasha, non posso farlo entrare e spiegargli tutta questa faccenda! -.
- Ho le chiavi Sam e aprirò che tu lo voglia o no! – continuava a sbraitare fuori il ragazzo.
Presi sotto braccio Sango e Miroku e li infilai in giardino insieme a Shippo, intimandogli di non farsi ne vedere ne sentire.
- E perché io dovrei rimanere qui? – domandò Inuyasha perplesso.
Gli sistemai alla svelta il cappello sulla testa, così che non si notassero le orecchie. – Tu stai qui con me, non fiatare e asseconda tutto ciò che dico, ok? -.
Il mio sguardo minaccioso sembrò convincerlo.
Mi avvicinai alla porta poco prima che Chris aprisse, ritrovandomelo davanti.
- Perché non aprivi? – domandò seccato.
Lo guardai con aria torva. – Ero impegnata, non pensavo che avresti avuto il coraggio di ripresentarti – sbuffai.
Si voltò per guardare dietro le mie spalle e si stupì nel vedere Inuyasha, che era rimasto imbambolato in mezzo alla cucina con un’espressione confusa.
- E quello chi è? Perché ha i miei vestiti? -, Chris sembrava parecchio incazzato.
Decisi che sarebbe stato bello prendermi una piccola rivincita. – Lui è Inuyasha, è venuto a trovarmi e alla fine è rimasto per la notte, e dato che non aveva altri vestiti puliti ho pensato di dargli i tuoi – risposi, cingendogli i fianchi suscitando uno scatto del mezzodemone, che però sembrò recepire il messaggio e anche lui mi cinse la vita.
- Ciao – mormorò, a quella distanza riuscivo a vedere le sue gote arrossate per l’imbarazzo.
Chris non lo degnò neanche di uno sguardo. – E ti è sembrata una buona idea dargli i miei vestiti?! Sei impazzita?! Per di più ti tieni in casa uno con cui hai avuto una botta e via? -.
- Botta e…? – chiese Inuyasha evidentemente imbarazzato, probabilmente aveva intuito cosa intendeva Chris.
Mi staccai dal ragazzo e mi avvicinai a lui infuriata. – Ma come ti permetti! Prenditi la tua robaccia ed esci immediatamente da casa mia! – gridai.
Non era il massimo farlo assistere ad una litigata tra me e il mio ex, ma cos’altro potevo fare? Dovevo far sloggiare Chris al più presto.
Corsi in camera e tirai fuori i suoi ultimi vestiti rimasti e li buttai in una borsa e gliela lanciai.
- Esci immediatamente adesso! -.
Chris, però, mi bloccò il polso costringendomi ad avvicinarmi. – Avanti Sam, piantala! Lo so che ti manco, butta fuori questo coglione e ripensiamoci! -.
- Coglione a chi, bastardo? – sbraitò Inuyasha.
La situazione stava degenerando velocemente, e i due erano ormai uno davanti all’altro e si prospettava una brutta gatta da pelare.
- Adesso basta! Inuyasha rimane e tu vai fuori oppure chiamo la polizia! – esclamai, sperando di spaventarlo.
Inuyasha ghignò. – Non c’è bisogno di chiamare nessuno, lo posso fare a pezzi con una mano! -.
Sbarrai gli occhi e mi misi in mezzo. – Nessuno fa a pezzi nessuno! Tu fuori, tu a cuccia! -, come se avessi pronunciato non so quale potentissima formula magica, Inuyasha cadde a terra picchiando con il viso sul legno del pavimento.
Prima che Chris potesse fare una qualsiasi domanda lo avevo già sbattuto fuori di casa e avevo chiuso la porta.
Devo assolutamente far cambiare la serratura pensai, sentendomi sollevata non appena il rumore dei passi di Chris svanì.
- Mi spieghi come hai fatto, dannata? – gridò Inuyasha, che non era ancora riuscito a rialzarsi da terra.
I tre rientrarono attirati dal rumore della caduta e rimasero sbigottiti.
- Inuyasha, che ci fai a terra? –


Effettivamente neanche io sapevo cosa avevo combinato. So solo che alle parole a cuccia Inuyasha era crollato a terra come se la forza di gravità sotto di lui fosse improvvisamente aumentata.
Il giovane monaco osservava il rosario che il demone portava al collo e sembrava intento a riflettere.
- Nessuno era mai riuscito a far funzionare questo coso, e non pensare che non ci siano mai stati tentativi da parte mia e di Sango – disse Miroku. – Anche perché tenere a bada questo qui non è facile -.
Inuyasha sembrò irritarsi. – Tzè, ci vuole molto di più di questo per tenermi buono -.
Shippo giocherellava con una pallina anti-stress che aveva trovato in giro per casa e la lanciò contro Inuyasha. – Lo aveva detto la divina Kaede che avremmo trovato qualcuno che lo avrebbe fatto funzionare, stupido! – lo insultò il cucciolo.
Inuyasha stava per colpirlo e istintivamente gridai. – A cuccia, Inuyasha! -.
Il mezzodemone crollò a terra nuovamente, ringiando nervosamente qualcosa tra i denti.
- In effetti Shippo ha ragione, ma ha detto che sarebbe stata una secerdotessa a farlo funzionare, significa che Samantha-chan è… ? -.
Li bloccai immediatamente. – Fermi un attimo! – sbottai. – Io non sono una sacerdotessa, ho vent’anni e non mi è mai capitato qualcosa di simile -.
Inuyasha riuscì finalmente a tirarsi su da terra. – Tu una sacerdotessa? Tzè, se tu sei una sacerdotessa io sono un pesce rosso -.
- Ho detto a cuccia! – sbraitai.
Di nuovo a terra.
Shippo riprese la pallina e tornò a giocare, mentre Miroku e Sango sospirarono rassegnati.
- Parliamo d’altro per favore – supplicai, per quel giorno direi che ne avevo subite abbastanza.
I quattro sembrarono d’accordo, addirittura Inuyasha non obbiettò. Forse perché aveva paura che lo rispedissi a terra.
Presi una sigaretta. Era da un sacco che non fumavo ma in quel momento ne avevo davvero bisogno.
I quattro mi guardarono interessati. – Cos’è? – chiese Sango incuriosita.
E adesso come glielo spiegavo?
Cercai velocemente una spiegazione. – Ehm, conoscete le pipe vero? – domandai.
I quattro annuirono.
- Ecco, qui dentro c’è quello che c’è dentro la pipa, solo fasciato nella carta riso – risposi, sperando che potessero comprendere.
Sembrarono felici della mia spiegazioni e io potei finalmente accenderla.
L’olfatto di Inuyasha, che era particolarmente sensibile a qualsiasi odore forte, fu subito irritato dal fumo. Così fu costretto a ritirarsi in giardino.
- Ma come vi siete incontrati voi quattro? – chiesi incuriosita dalla loro storia.
Sango si mise a sedere in modo più composto, pronta a raccontare la storia. – Io e Miroku ci eravamo incontrati al mio villaggio, era venuto in cerca di rifugio dato che si era ferito durante uno scontro con un demone in possesso di un frammento. Come tu sai io sono una cacciatrice di demoni, e il nostro villaggio era colmo di sterminatori e per questo spesso rischiavamo di essere attaccati. Mi ero allontanata a cercare insieme a Miroku delle erbe medicinali e quando siamo tornati… -, la sua voce si incrinò per le lacrime.
Il monaco le poggiò una mano sulla spalla. – Continuo io – le sussurrò dolcemente. – Quando siamo tornati il villaggio era ormai distrutto. Siamo dovuti fuggire per non essere presi, da soli non saremmo mai riusciti a sconfiggere il demone che aveva attaccato il villaggio – raccontò il monaco. – Così ci siamo messi in viaggio per trovare i frammenti restanti e nel viaggio abbiamo fatto la conoscenza di Inuyasha e Shippo. Inuyasha lo aveva salvato dagli attachi dei demoni del tuono Heiten e Menten, che già avevano ucciso il padre del cucciolo -.
Mentre ascoltavo quelle parole mi veniva una voglia irrefrenabile di abbracciarli tutti. Quei poveretti ne avevano passate tante per trovare quella Sfera.
Avrei voluto aiutarli, ma cosa potevo fare?
- Mi dispiace – sussurrai.
Sango prese un po’ d’aria nei polmoni e cercò di sorridere di nuovo. – Se prenderemo i frammenti potremmo vendicare i nostri cari, e comunque ormai è andata così. Un giorno li rivedremo -.
Miroku appoggiò ancora la mano sulla spalla di Sango; quei due nonostante i litigi dovevano volersi bene.
- E di Inuyasha che mi dite? – chiesi, prendendo ancora una boccata di sigaretta.
Miroku sembrò sconsolato. – Lui è un mezzodemone scontroso, vuole assolutamente la sfera dei quattro spiriti per diventare un demone completo. Peccato che per recuperarla… -
Il racconto del monaco venne interrotto dall’improvviso arrivo di Inuyasha. – Non è necessario che conosca la mia storia bonzo – sibilò. – L’unica cosa importante è che ci ospiti fino a quando andremo via, poi potrà dimenticarsi di tutta questa storia -.
Certo, ma sarà mai possibile dimenticare?




Ciao, ciao!
Partiamo subito con i ringraziamenti a Sheeta99 per la sua gentilissima recensione, ho aggiornato il più in fretta possibile e spero che anche questo capitolo ti piaccia ^^
So che è ancora tutto molto confuso, ma dai prossimi capitoli la trama prenderà consistenza. Prometto che nei prossimi capitoli arriveranno tutte le spiegazioni necessarie :)
Grazie anche a chiunque abbia letto la mia storia!
A prestissimo :*



 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: ___Darkrose___