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Autore: Nana_Hale    28/11/2014    0 recensioni
La pericolosità delle missioni non è una novità per Tony e Steve. Ma quando ,per un malaugurato caso, Steve causa il ferimento, forse permanente, di Tony entrambi reagiscono in un modo che non si sarebbero mai aspettati, capendo di essersi cambiati l'un l'altro più di quanto avevano mai realizzato. (Steve/Tony)
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Steve Rogers/Captain America, Thor, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Forgiveness
 

Tony era nel suo laboratorio, seduto alla scrivania, gli occhiali da sole modificati tra le mani.
L'abuso di quell'aggeggio gli aveva provocato una terribile emicrania ma già in macchina, pochi minuti dopo la fuga dai giornalisti, si era ripreso accorgendosi subito di essere senza occhiali, di nuovo nel buio totale.
E così era rimasto tutto il resto della serata.
Era rientrato e si era fatto guidare da JARVIS fino in laboratorio, senza cenare, senza scambiare una parola con nessuno, e lì era rimasto a giocare con oggetti che parevano quasi nuovi, diversi, dal momento che non poteva più vederli.
Li studiava uno per uno e li sistemava in ordine sul tavolo in base alle dimensioni o all'utilizzo o alla frequenza con cui li usava, riorganizzando lo spazio e la praticità del laboratorio un pochino alla volta.
Era passata la mezzanotte e lui stava smontando gli occhiali quando JARVIS lo avvisò dell'arrivo del Capitano Rogers.
"Accomodati."
Disse senza nemmeno voltarsi sentendo la porta aprirsi e richiudersi, e i passi avvicinarsi a lui fermandosi approssimativamente a poco più di un metro di distanza dalle sue spalle.
Steve non rispose al saluto, non disse assolutamente niente e Tony dopo un minuto pieno si alzò dalla sedia continuando ad armeggiare con qualche attrezzo, rimanendo però sempre di schiena.
Non sapeva perchè ma in quel momento un pensiero stupido gli attraversò la testa: aveva gli occhi azzurri adesso e, dato che lui e Steve si prendevano sempre in giro su questo tipo di cose, pensò che gli sarebbe piaciuto sapere cosa Steve pensava di questo suo nuovo look.
E così glielo chiese.
"Allora? Non mi hai ancora detto come sto con gli occhi azzurri."
Ma non ottenne risposta.
"Va bene, se ti vergogni a dirmelo puoi anche non farlo!"
Disse scherzosamente, ma niente.
Assolutamente niente.
"Mi stai facendo il trattamento del silenzio perchè non ho fatto quello che dicevi?"
La voce di Tony si fece un po' più aspra mentre una sensazione di nervosismo si faceva largo dentro di lui.
"Vuoi che ti dica che ho sbagliato? Perchè sai che non lo farò. Non questa volta."
E ancora nessuna risposta.
"Te ne starai lì con il tuo sguardo giudice e la tua faccia incorruttibile senza sputare una frase?"
Ancora nemmeno una parola e il nervosismo si trasformò in fastidio quando i minuti di silenzio diventarono più lunghi.
"O forse è perchè ti faccio pena? Eh? Hai portato qui il tuo sguardo carico di pietà? Peccato che io non possa vederlo."
E all'ennesimo silenzio, il fastidio si trasformò in rabbia.
"RISPONDI MALEDIZIONE!"
Tony si voltò di scatto buttandosi verso di lui allungando le mani per afferrarlo all'altezza del colletto.
"DI' QUALCOSA!"
Ma le sue mani finirono troppo in alto, contro il suo viso, toccando la sua guancia e ritraendosi immediatamente nel sentire un singhiozzo di sorpresa soffocato.
Ci mise qualche secondo prima di accorgersi che la punta delle sue dita era umida, prima di udire il respiro di Steve farsi più pesante e affaticato.
Il buio che vedeva ad occhi aperti sembrò farsi ancora più profondo e triste quando sentì una voce quasi irriconoscibile, bisbigliare pianissimo.
"Mi dispiace..."
Istintivamente si toccò di nuovo le dita facendo sfiorare i polpastrelli contro il pollice mentre la sua testa si rifiutava di collegare quella voce così flebile e carica di rabbia con il viso della persona a cui apparteneva.
"E' stata... colpa mia...
Lacrime.
Le sue dita erano bagnate di tiepide lacrime.
"E' colpa mia...
Lacrime di Steve.
"Non dovevo chiederti quel campio-"
"No..."

Con un rapido gesto, Tony allungò la mano arrivando di nuovo a toccare il viso di Steve, facendolo zittire; e questa volta le sue dita si fermarono a contatto con la sua guancia.
Riuscì a sentire la mandibola tesa quasi al limite del possibile e aprì la bocca per parlare, per dirgli qualcosa, ma le parole gli morirono sulla bocca quando sentì una lacrima scivolare proprio in mezzo alle sue dita.
Quasi involontariamente alzò anche l'altro braccio, facendo un passo avanti e posando delicatamente la mano sull'altra guancia di Steve.
"Tony-"
"Sssh..."

Lo zittì con delicatezza e, come se fosse stato rapito da un incantesimo, chiuse gli occhi e iniziò ad accarezzare il suo viso con le dita, seguendone i tratti, i contorni.
La sua pelle bagnata dalle lacrime era calda e morbida e senza nessuna imperfezione, come doveva essere; sentì i suoi muscoli rilassarsi a quel contatto così insolito e inaspettato e i suoi respiri farsi più calmi.
Sfiorò i suoi zigomi, il profilo dritto e sottile del naso salendo fino alle palpebre, trovandole chiuse, prima serrate con forza ma che, sotto il suo tocco, si aprirono lasciando che le sue dita raccogliessero la lacrima rimasta incastrata fra le sue ciglia.
Seguì le linee del suo viso come se lo stesse disegnando o modellandolo affettuosamente nella creta: le sopracciglia folte, le tempie, la mandibola definita, e la bocca.
Quando gli accarezzò dolcemente le labbra morbide con il pollice, le sentì dischiudersi, lasciando uscire un tiepido respiro quasi di sollievo.
In tutto quel gelo di metallo e acciaio che lo circondava, quel calore così umano, così affettuoso e premuroso che Steve sprigionava gli fece scorrere un brivido dentro allo stomaco, come una scossa elettrica, e Tony si rese conto di non averlo mai visto come lo riusciva a vedere in quel momento. 
Era bello. In ogni modo in cui una persona può essere bella. Bello anche al solo tocco delle dita.
Ebbe quasi un sussulto quando si scoprì a pensare che un giorno avrebbe voluto andare oltre con le sue mani sul corpo di Steve; sentire le sue robuste spalle alzarsi ad ogni respiro, il suo cuore battere freneticamente dentro al petto, il suo ventre fremere nel momento in cui le punte fredde delle sue dita lo sfioravano, e dirgli quanto combattere con lui ed averlo accanto, lo avesse fatto diventare una persona migliore senza che nemmeno se ne potesse rendere conto.
Spostò le dita al lati del suo volto afferrandolo fra di esse ed ebbe la sensazione che Steve stesse rispondendo al suo tocco, spingendo la guancia contro il palmo della sua mano;  riaprì gli occhi, ricordandosi tristemente di non poterlo comunque vedere, e iniziò a parlare.
"Non è stata colpa tua..."
Sussurrò desiderando con tutto il cuore di poterlo guardare negli occhi.
"Se... se non trovassimo una... una cura..."
"Vorrà dire che resterò così."

La decisione, la fermezza e il coraggio con cui rispose fecero sussultare Steve, e Tony se ne accorse immediatamente, lasciandosi sfuggire un piccolo sorriso.
"Me l'hai insegnato tu."
Con un lento movimento, lasciò scendere una mano dal viso di Steve lungo il collo, la spalla, fino ad andare a fermarsi proprio al centro del petto.
"A volte non c'è una via d'uscita."
Sentì sfuggire un singhiozzo dalla bocca di Steve e, prima che potesse rendersene conto, si ritrovò stretto fra le sue braccia, avvolto dal calore del suo corpo; le dita strette sulla sua schiena come se non volesse più lasciarlo andare e il viso nascosto nel suo collo, si sentì stringere contro il suo petto tanto da avvertire davvero il ritmo dei suoi battiti.
Spostò le mani e lo abbracciò a sua volta, appoggiando il viso sulla sua spalla, e stringendolo con forza mentre per la prima volta da quando si era ritrovato cieco si rendeva conto di avere paura di non essere in grado di farcela, di scoprire di non poterlo sopportare, di fallire. 
Non per se stesso, ma proprio per l'uomo che stava stringendo fra le braccia.
Ma, come sempre, Steve riuscì a leggergli dentro come nessuno era in grado di fare, dimostrandogli quanto in profondità entrambi si fossero conosciuti, capiti, completati l'un l'altro, e, con un sussurro di voce, gli disse le parole che il suo cuore aveva bisogno di sentire.
"Tu la troverai..."
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 Per farmi perdonare dela brevità della storia lascio una piccola fan art che ho fatto basandomi su questa fanfiction QUI
 
E così finisco, bella gente. Non vogliatemi male per non mostrare cosa succede a Tony ma sentivo fosse giusto lasciare questa porta aperta.
D'altra parte so che questi due insieme potrebbero superare qualsiasi cosa, cecità permanente e non. Quindi in qualche modo lascio a voi la scelta!!!
Alla prossima!
Bacio!
-Nana



 
  
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