Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: ___Darkrose___    30/11/2014    1 recensioni
Cosa sarebbe successo se Inuyasha e i suoi compagni un giorno si fossero ritrovati nel presente? Cosa sarebbe successo se al posto di Kagome avessero incontrato un'altra ragazza?
Ci saranno nuove sconvolgenti sorprese, una nuova avventura piena di colpi di scena e di nuovi personaggi che si uniranno al gruppo dei nostri amati eroi!
La mia prima FF, sono emozionata! *.*
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Miroku, Nuovo personaggio, Sango, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Solo uno spirito'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
~~
Stavo sognando. Ero nel buio, ma qualcosa continuava a chiamarmi insistentemente. C’erano tante creature mostruose che gridavano.
 - Sei tornata! Sei tornata! -.
 Io cercavo di scappare, ma non potevo muovermi. Non avevo gambe, non avevo voce, non avevo corpo. Ero il nulla, ero quel buio. Ero quei demoni.
Mi svegliai sudata e spaventata e con le lacrime che mi rigavano il viso. Provai un dolore atroce al braccio e quando lo guardai vidi che i tagli erano profondi e che avevo perso parecchio sangue, sporcando tutto il letto e anche il mio vestito.
 Mi alzai e andai nel bagno a prendere delle garze e del disinfettante, ma sulla mia strada trovai Inuyasha.
 Rimasi in silenzio a fissarlo; neanche lui si era cambiato. Aveva ancora addosso i vestiti della festa, si era solo tolto il cappello e le orecchie si muovevano nervose.
- Stai bene? – chiese il mezzodemone, guardando il mio braccio.
 Annuii. – Sì -, stavo mentendo spudoratamente, ma non volevo farlo preoccupare.
 Ovviamente non mi credette e mi lasciai guidare da lui nel mio giardino.
 Ci sedemmo all’ombra dell’albero di mele e lui osservò la ferita. – Mi dispiace tanto – mormorò, sinceramente dispiaciuto.
- Non fa niente, non è stata colpa tua – risposi.
 Mi prese il braccio e cominciò a leccare la ferita, ma lo ritirai preoccupata. – Cosa diavolo stai combinando? Non sono uno spuntino! – esclamai.
 Lui mi guardò innvosito.  – Scema! Sto solo cercando di curarti -.
Mi sentii dispiaciuta per aver sbraitato in quel modo, così gli diedi il braccio e lui continuò a curarmi.
- Quello era il demone malvagio di cui parlavano Sango e Miroku? – chiesi.
 Inuyasha annuì.
- Quel bastardo, ha usato Callie per avere i frammenti. – sibilai. – Per colpa sua, lei si è ferita e ora non vorrà mai più avere nulla a che fare con me -.
Senza dire nulla, Inuyasha mi prese tra le sue braccia e mi strinse forte, affondando il viso nei miei capelli.
- Mi dispiace – disse. – Se non fossimo arrivati qui, non avresti avuto tutti questi problemi, forse dovremmo andare via -.
Sentii la sua presa allentarsi, ma io lo presi per le maniche della felpa e mi strinsi ancora di più a lui, lasciandomi andare ad un  pianto disperato. – Non andare via. – lo supplicai. – Se quel mostro dovesse tornare…io…io non voglio rimanere sola -.
Il mezzodemone rimase spiazzato, ma alla fine tornò a cingermi la vita con le sue braccia e ad accarezzarmi i capelli. – Non ti lasceremo sola, io rimarrò qui a proteggerti. Te lo prometto -.
Rimanemmo abbracciati senza più parlare fino a quando l’alba non ci illuminò, ma ormai entrambi stavamo dormendo.
 Quando mi svegliai mi ritrovai nel mio letto. Inuyasha doveva avermi messa lì perché non prendessi freddo.
 Il sole era alto e io sarei dovuta andare a lavorare, ma non ci riuscivo. Non volevo vedere lo sguardo inorridito di Callie, non volevo vedere la sua faccia spaventata.
 Mi alzai e andai in cucina e trovai i quattro ad aspettarmi in silenzio.
 Sango mi corse incontro e mi abbracciò forte. – Mi dispiace, sarei dovuta venire con voi per aiutarvi -.
La abbracciai anche io. – No, non è colpa tua -.
Anche Shippo si unì all’abbraccio, ma quello più mortificato di tutti era Miroku, che sentiva ancora i postumi della pasticca che gli avevano rifilato ieri.
- Sono mortificato per il mio comportamente, Samantha-chan. Prometto che non accadrà mai più e che farò tutto ciò che è in mio potere per aiutarvi a capire cose è successo ieri notte -.
Già, ieri notte.
 Non avevo più pensato a quello che era successo, forse perché neanche io volevo trovare una spiegazione e volevo solo archiviare l’accaduto.
 Ben presto, mi resi conto che sarebbe stato impossibile farlo.
 Avevo respinto un demone solo con la forza del pensiero, il mio corpo era diventato incandescente. Ero stata capace di mandare Inuyasha al tappetto facendo funzionare il rosario che avevo al collo.
 Dovevo capire per forza cosa fosse successo e anche trovare un modo per uscire da quella situazione di cui stavo lentamente perdendo il controllo. Ora che ci penso, ho veramente mai avuto il controllo?
 Abbassai lo sguardo, probabilmente Inuyasha si era accorto del mio disagio e sviò subito il discorso.
- Quanti frammenti abbiamo? – domandò a bruciapelo, risvegliando tutti da una specie di trance.
 Sango si avvicinò al sacco che si era portata dietro dal primo giorno in cui era arrivata. Prese un piccolo contenitore dove dentro c’era qualche scheggia luminosa come quella che avevo visto ieri.
 Avrei voluto avvicinarmi di più a vederle, sentivo un desiderio spasmodico di toccarle, ma mi allontanai ricordandomi cosa era successo il giorno precedente.
 Inuyasha rimise apposto il frammento che aveva con sé e si mise a contare. – Sei – mormorò. – Soltanto sei -.
- Non essere pessimista Inuyasha! Almeno Naraku non li ha ancora tutti – disse Miroku, appoggiando una mano sulla spalla del mezzodemone.
- Ma come? Naraku non è morto? – chiesi perplessa, mi ricordavo distintamente che ieri notto lo avevo dissolto nel nulla.
 Sango si voltò nella mia direzione. – No Samantha-chan, quella era solo una copia, quel vigliacco non si presenta mai di persona! -, sentivo la sua voce incrinarsi per la rabbia e io mi sentii impotente.
 Speravo che almeno lui fosse fuori gioco e l’unico problema fosse recuperare i pezzi che mancavano, ma mi sbagliavo di grosso.
 Shippo, nel frattempo, si era avvicinato a me e mi guardava con gli occhi dolci. – Dai Samantha, ci siamo noi -.
Presi in braccio il cucciolo di demone e lo strinsi forte a me, mentre anche il piccolo si stringeva alle mie spalle.
 Si erano riuniti tutti intorno a me, e non sapevo se la cosa mi facesse piacere oppure se mi facesse sentire oppressa.
- Sappiamo che siamo entrati nella tua vita in modo un po’ burrascoso, ma ti aiuteremo e non ti lasceremo sola, promesso – disse Sango, sorridendo candidamente.
 Inuyasha li guardò di sbieco. – Scusate, ma per caso stavate ascoltando il nostro discorso di prima? -.
I tre impallidirono. – Ehm, assolutamente no – dissero in coro.
- Maledetti spioni! – si mise a gridare.
 Era vero, erano entrati in modo burrascoso nella mia vita, ma adesso non sarei riuscita ad imparare a stare senza di loro.
Decisero di lasciarmi stare, di cercare di non farmi stressare troppo almeno in quei giorni. Ovviamente Inuyasha non era d’accordo perché voleva mettersi subito alla ricerca di Naraku, ma un paio di bastonate da parte di Sango lo fecero ragionare e si decise a zittirsi e seguirmi come gli altri durante la giornata.
 Inuyasha mi convinse almeno a portare con sé Tessaiga e i frammenti quando andavamo in giro, così da poterci proteggere. Così avevo tirato fuori la custudia della mia vecchia chitarra e avevamo riposto lì la spada, così che passasse il più inosservata possibile.
 Il giorno dopo la fatidica sera in discoteca, decisi di tornare finalmente in università. Erano parecchi giorni che non andavo e sapevo di aver perso molte lezioni e di dover recuperare gran parte del programma.
 Inuyasha, Sango, Miroku e Shippo mi seguivano per le strade, mentre Inuyasha e Miroku spiegavano ai due cosa fosse una macchina, una strada e i palazzi che si vedevano davannti a loro.
 Arrivai in università e li mollai nel giardino, pregandoli di non andare in giro e di rimanere lì, così almeno sarei riuscita a ritrovarli subito.
 Passai tutta la mattina in università, cercando di non pensare a quello che era successo nelle giornate precedenti e mi buttai a capofitto nello studio della psicologia di mercato, anche se mi sembrava che le parole mi ballassero davanti agli occhi.
 Dopo due ore corsi in biblioteca, avevo una ricerca da fare.
 Mi infilai nella biblioteca e cominciai a cercare qualche informazione sulle leggende dell’opoca Sengoku, nel tentativo di scoprire cosa potesse essermi successo.
 Cercai per mezz’ora, fino a quando non mi accorsi di tutto il tempo che era passato, così presi il libro e uscii, sperando che quei quattro non avessero combinato qualche disastro.
 Arrivai nel giardino e li trovai sulle panchine, circondati da una marea di gente.
 Cominciai a sentire il cuore che mi batteva a mille, che Inuyasha si fosse messo ad attaccare briga?
 Gli corsi incontro e trovai il piccolo Shippo circondato da una marea di ragazze che lo coccolavano.
- Com’è bello! – esclamavano tutte abbracciandolo e strizzandogli le guance.
 Il cucciolo di volpe non sembrava molto contento di ricevere tutte quelle attenzioni e quelle tirate di guance.
 Sango si avvicinò a me con aria disperata. – Miroku ha sfruttato il povero Shippo per circondarsi di donne, quel maledetto monaco! – sibilò la ragazza.
 Indietreggiai, dovevo ammettere che quando era arrabbiata faceva davvero paura.
Avevo preparato la cena a tutti e poi avevo indicato a Sango un posto tranquillo dove andare ad allenarsi con il suo Hiraikotsu e per stare lontana da Miroku. Vicino alla mia abitazione c’era un boschetto tranquillo dove qualcuno andava a fare delle scampagnate, ma in quel periodo era praticamente vuoto.
 Il monaco, invece, si era ritirato in giardino in meditazione, anche se secondo me aveva solo voglia di stare solo coi suoi pensiero e trovare un modo per farsi perdonare.
 Shippo invece si era incollato davanti al televisore e non c’era verso di farlo staccare di lì, mentre Inuyasha si era ritirato in mezzo al bosco con Sango, neanche lui riusciva più a stare fermo.
 Dopo molti giorni avevo qualche momento solo per me.
 Mi infilai in camera e cominciai a sfogliare il libro che avevo preso in biblioteca.
 Era un libro di antiche leggende giapponesi che risalivano all’epoca Sengoku.
 C’erano immagini di demoni che somigliavano ad enormi insetti e altri simili ad umani, ma che alla fine si rivelavano essere più mostruosi degli altri.
 Alla fine trovai la leggenda che mi interessava.
 Trattava di quella che era la sfera Shikon. Era un antico manufatto che poteva accrescere a dismisura i poteri del demone che la utilizzava e cominciai a capire perché Inuyasha la desiderasse tanto.
 Una sacerdotessa di nome Kikyo era incaricata di proteggere la sfera e a quel punto la storia si fece molto interessante.
 La sacerdotessa si era innamorata di un mezzodemone che desiderava avere la sfera dei quattro spiriti per diventare un demone completo.
 Quando arrivai a leggere il nome del mezzodemone, il libro mi cadde dalle mani.
 Il nome del mezzodemone era Inuyasha.
Non riuscii ad andare avanti con la storia. Mi sembrava di intromettermi in affari che non mi riguardavano. Inuyasha non voleva che si parlasse della sua storia, e non potevo farmi gli affari suoi in quel modo, anche se la curiosità mi stava davvero uccidendo.
 Sicuramente le sue parole sgarbate sul mio odore non mi aiutavano ad essere più rispettosa e a sopprimere la mia curiosità, ma decisi di essere buona e andai avanti fino alla parte che riguardava la sfera.
 Non ci capii molto, dato che probabilmente avevo saltato gran parte della storia. Arrivai al punto in cui c’era scritto che a causa di una freccia la sfera si divise in mille pezzi e che nessuno riuscì mai più a ritrovarla.
 Mi resi conto che questa storia era stata scritta molto tempo fa e forse il fatto che loro si trovassero con me, poteva aver modificato l’andamento della storia nel corso dei secoli.
 Le domande che mi affollavano la mente erano infinite e avrei desiderato con tutto il cuore trovare un modo per aiutarli, ma non sapevo neanche come aiutare me stessa in quel momento.
 Chiusi il libro e mi stesi a pancia in su sul letto, fissando il soffitto. Qualche settimana prima quei quattro si erano infilati in casa mia e li avevo trovati proprio di fianco a me che discutevano e da quel momento la mia vita era completamente cambiata.
 Era ormai buio quando smisi di leggere l’enorme volume riguardante l’epoca Sengoku e mi era venuta un improvvisa fame notturna.
 Mi alzai, facendo molta attenzione a non disturbare Miroku e Shippo che si erano addormentati sul divano-letto, mentre l’acqua che scorreva mi fece capire che Sango si stava lavando.
 Mi resi conto che Inuyasha non era in casa e capii che doveva ancora essere nel boschetto. Saltai la staccionata sul retro di casa mia e mi misi a cercarlo, tenendo il cellulare in mano e usandolo come torcia.
 Era molto inquietante girare per il bosco durante la notte e mi aggiravo guardinga in cerca di quel mezzodemone testardo.
- Inuyasha! – lo chiamai a squarciagola, sperando che mi sentisse.
 Continuavo ad inciamparmi e cominciavo anche a sentire freddo, uscire in pigiama non era stata proprio una buona idea, soprattutto con quel pigiama anti-sesso che mi ero comprata in un momento di follia.
 Sicuramente se c’era qualche guardone in quel bosco, non avrebbe trovato molto da guardare se non un pigiama larghissimo con dei conigli disegnati sopra.
 Continuai a camminare fino a quando non mi resi conto di essermi persa e cominciai ad avere paura.
 Quella notte non c’era neanche la luna ad illuminare il bosco e ogni rumore mi sembrava qualcosa di inquietante pronto ad attaccarmi.
 Quando credevo che sarei rimasta lì per sempre, sentii qualcosa toccarmi la spalla e cominciai ad urlare. Davanti a me c’era un ragazzo dai capelli scuri e gli occhi viola che mi fissava e la mia rezione fu semplice; gli tirai un forte pungo sul naso.
 Il ragazzo si piegò in due, ma nei suoi mugolii trovai qualcosa di familiare e invece che scappare mi fermai per qualche secondo a guardarlo.
- Ma sei diventata completamente scema?! Stupida che non sei altro! – cominciò a sbraitare il ragazzo e solo in quel momento mi resi conto di chi fosse.
- Inuyasha, ma sei proprio tu? – domandai.
- Certo e chi vuoi che sia?! –, Inuyasha non faceva che gridare, mentre aveva gli occhi lucidi a causa della botta appena presa.
 Lo fulminai con lo sguardo. – Piantala di sbraitare, è stato solo un piccolo incidente -.
- No che non la pianto mi hai fatto male! -.
- Inuyasha, vuoi che ti mandi a terra? – lo minacciai.
 Il ragazzo sbiancò e smise subito di brontolare. – Sei insopportabile -.
- La ragazza insopportabile ti era venuta a cercare perché era preoccupata per te! – lo rimproverai puntandogli l’indice contro.
- Tzè, sono benissimo in grado di cavarmela da solo! – rispose secco, voltandosi dall’altra parte.
 Respirai profondamente nel tentativo di non prenderlo a sberle. – Va bene uomo forte e coraggioso, mi potresti riportare a casa? Mi sono persa -.
Inuyasha rimase paralizzato e si voltò verso di me. – Beh…veramente…io non tornavo a casa perché senza il mio fiuto non sapevo orientarmi -.
- Io ti uccido! – cominciai a gridare. – Ma si può sapere cosa cazzo ti è successo? Non hai neanche più le orecchie! -.
Mi mise una mano sulla bocca costringendomi a tacere. – Gracchi più dei corvi, vuoi piantarla di urlare come una pazza? -.
Rimasi ferma fino a quando non mi levò la mano dalla bocca e poi pronunciai le fatidiche parole. - A cuccia -.
- Quindi vuoi dirmi che durante le notti di luna nuova diventi completamente umano? – domandai.
 Ci eravamo seduti sotto un grande albero lì vicino, in attesa del sorgere del sole o dell’arrivo di Miroku o di Sango. Non aveva senso inoltrarci ancora di più nel bosco per poi rischiare di allontanarci ancora di più da casa.
 Inuyasha si massaggiava ancora il viso e mi guardò di sbieco. – Sì, ci vuole tanto a capirlo? -.
- E a te costerebbe tanto cercare di essere un po’ più garbato? Certo che no, eppure continui a infastidirmi – risposi, dandogli le spalle e prendendomi le gambe tra le braccia per il freddo. – Non ti ho fatto nulla di male, eppure continui a trattarmi malissimo senza ragione, vorrei proprio sapere perché sei così scontroso con me; facendo così ferisci solo le persone! -.
Non mi arrivò nessuna risposta sarcastica, nessun rimprovero per quello che avevo appena detto. Sentii soltanto qualcosa appoggiarsi sulle mie spalle e mi resi conto che il mezzodemone si era levato la sua felpa per metterla sulle mie spalle e scaldarmi.
 Ci guardammo negli occhi senza pronunciare una parola.
 Fu Inuyasha a interrompere per primo il silenzio. – Non volevo ferirti con le mie parole – disse. – E’ solo che… -, non continuò la frase, si limitò ad abbracciarmi, mentre io mi accoccolavo al suo petto.
 Mi piaceva stare con lui, è vero erano più le volte in cui litigavamo che quelle in cui riscivamo a parlare come persone civili, eppure quando ero con lui mi sentivo protetta e sicura.
 Mi domandai se non fosse il momento giusto per chiedergli chi fosse la sacerdotessa Kikyo e cosa fosse successo tanti anni fa.
 Presi coraggio e mentre ero ancora con il viso appoggiato alla sua spalla gli feci la domanda che mi ronzava in testa da quando avevo cominciato a leggere quel libro. –Inuyasha, chi è Kikyo? -.
Lo sentii irrigidirsi e spostarmi quel tanto che bastava per guardarmi negli occhi, che avevano assunto un’espressione irritata. – Chi ti ha parlato di lei? È stato Miroku? Giuro che lo uccido quel maledetto bonzo! -.
- Nono, nessuno mi ha detto nulla! – esclamai, spostandomi a malincuore dal suo abbraccio. – Oggi quando ero in biblioteca ho cercato un libro che parlasse della sfera dei quattro spiriti, per capire anche quello che mi sta succedendo. Però ho trovato anche la storia che parlava di Kikyo e…anche di te -.
Inuyasha mi guardava con rabbia. – E tu ovviamente l’hai letta vero? Ti sei fatta gli affari miei? – gridò furioso.
- No! – gridai più forte di lui. – Per chi mi hai presa? Ho chiuso il libro e non ho voluto leggere oltre. È per questo che sono venuta a chiedere a te -.
Finalmente smise di guardarmi con rabbia, probabilmente era sorpreso che avessi smesso di leggere.
- Grazie – mormorò, senza guardarmi negli occhi.
 Io non smisi di guardarlo. – Non mi sarei mai permessa di farti questo -.
- Vuoi sapere cosa è successo? – chiese a bruciapelo.
 Annuii, preparandomi ad ascoltare la storia.
 Lui si mise a gambe incrociate e continuò a guardare a terra. – Devi sapere che molti anni fa io volevo impossessarmi della sfera dei quattro spiriti per diventare un demone completo, fino a quando non incotrai lei, Kikyo -, fece una piccola pausa. – Alla fine, mi convinse che potevo usare la Sfera dei Quattro Spiriti per diventare un essere umano e…vivere la nostra vita insieme per sempre -, un’altra pausa, sembrava diventare sempre più triste e gli presi la mano, facendolo sussultare.
 Rimase in silenzio a guardare la mia mano per qualche secondo, poi andò avanti. – Ma quel bastardo di Naraku è riuscito a metterci l’uno contro l’altra. Kikyo mi improgionò per cinquant’anni fino a quando non venni risvegliato da sua sorella Kaede. Mi raccontò cosa aveva fatto Naraku, del fatto che ci avesse messi l’uno contro l’altra, e che aveva bisogno del mio aiuto. Voleva vendicare la morte della sua sorella e per farlo doveva trovare i frammenti della Sfera che erano andati distrutti in uno scontro. Decisi che avrei vendicato la morte della donna… - si bloccò in quel momento, non riusciva ad andare avanti e dire quelle parole.
- La donna che amavi – continuai io per lui, stringendogli la mano.
 Inuyasha annuì. – Da quel momento mi sono messo in viaggio alla ricerca dei frammenti della sfera e non avrò pace fino a quando non avrò distrutto quel bastardo. Devo farlo per Kikyo -.
Non riuscii a trattenermi e questa volta fui io a stringerlo a me, senza dare peso al suo corpo che si irrigidiva a contatto col mio.
- Mi dispiace tanto per quello che ti è successo, non ti meritavi nulla di tutto questo – dissi. – Però non puoi privarti della vita e degli affetti solo perché Kikyo ha sofferto, lei non vorrebbe che tu ti privassi della tua stessa esistenza. E penso che sia per questo che tieni tutti a distanza da te, pensi di non meritare di andare avanti per essere caduto in un tranello, ma non è così -.
Sentivo che Inuyasha avrebbe voluto reagire e darmi torto, ma non si muoveva, si godeva il calore del mio abbraccio.
 Ci addormentammo fino a quando il sole non fu alto, dormendo così profondamente da non accorgerci del mutamento del mezzodemone.
La mattina ci accolse con i raggi caldi che ci picchiavano sul viso. Mi ero resa conto che durante tutta la notte io ed Inuyasha avevamo dormito abbracciati. Io avevo avuto freddo e lui, oltre a mettermi la sua felpa, mi aveva tenuta stretta, infatti il suo corpo sembrava un pezzo di ghiaccio e mi sentii in colpa.
 Lui ancora non si era svegliato e io non sapevo se muovermi o rimanere ancora un po’ accoccolata al suo corpo. Non mi importava del dolore atroce al collo, volevo godere ancora un po’ di quella sensazione.
 Un rumore poco lontano svegliò il mezzodemone, che drizzò le orecchie morbide. Solo in quel momento si rese conto di avermi ancora tra le sue braccia e quando ci guardammo ci allontanammo subito imbarazzati.
 Sentivo il viso in fiamme, probabilmente lui non aveva gradito quella vicinanza, al contrario di me.
 Vidi da un cespuglio il piccolo Shippo, che si catapultò verso di noi affannato. – Inuyasha, Samantha, meno male che vi abbiamo trovati! Quando questa mattina non vi abbiamo visti ci siamo preoccupati! – esclamò.
 Arrivarono anche Sango e Miroku con il fiatone. – Samantha-chan, menomale eravamo tanto in pena per te! – esclamò la ragazza.
- Tzè, grazie della preoccupazione – commentò Inuyasha tra i denti.
 Miroku guardò Inuyasha con un sorrisetto furbo. – Allora Inuyasha, a quanto pare tu e la divina Samantha… -, lasciò intendere il resto e io diventai paonazza, anche perché avevo ancora addosso la sua felpa.
- Ma cosa stai dicendo depravato di un monaco?! – scattò Inuyasha alzandosi in piedi. – Ci siamo persi e abbiamo dormito qui, in attessa che recuperassi il mio olfatto e potessi portarla indietro! -.
- Eppure l’alba è sorta ormai da parecchie ore e non mi sembravate ancora intenzionati a tornare – commentò il monaco.
 Sango lo fulminò. – Piantala Miroku, non vedi che la stai mettendo in imbarazzo -.
- Scusate Samantha-chan, effettivamente quello che è successo è un argomento molto privato, volevo solo complimentarmi con il cagnaccio per la sua conquista -.
- Come devo dirti che non è successo niente! – continuò a gridare Inuyasha, diventando sempre più rosso per la furia.
 Shippo sospirò. – E’ ovvio che non sia successo nulla, Inuyasha è troppo stupido per poter essere l’uomo di Samantha -.
- Shippo non è carino – provai a dire.
 Inuyasha cominciava ad avvicinarsi minacciosamente al cucciolo. – Cosa hai detto? -.
- Ora basta – ordinò Sango, sistemandosi Hiraikotsu sulle spalle. – Adesso torniamo a casa. Samantha-chan, quel coso-portatile con cui riesci a parlare con le persone a distanza non fa che suonare, come si spegne? -.
- Oh cazzo, sarà sicuramente mia madre! – cominciai a gridare.
 Inuyasha mi prese sulle spalle. – Vieni con me. Arriveremo prima e mi allontanerò da questo dannato bonzo -.
Arrivammo in pochi secondi nel mio giardino e mi catapultai a cercare il cellulare. Come avevo previsto era mia madre che mi aveva cercata ben otto volte, probabilmente le stava per venire una crisi isterica.
 Riuscii a rispondere e la prima cosa che sentii fu la sua voce preoccupata. – Sam? Ma si può sapere cosa stavi facendo? Perché non mi rispondevi? -.
- Ehm scusa mamma ero nel…nella doccia – mi corressi, non potevo dirle che ero nel bosco, le sarebbe venuto un infarto.
- E non hai sentito il cellulare? Va beh non importa, cosa fai in questi giorni? All’università tutto bene? Quello stronzo di Chris si è più presentato? -.
- Mamma! – esclamai, stupita dal linguaggio di mia madre. – No, Chris non si è più fatto vivo -.
- Ma se l’altro giorno è venuto q… -, prima che Inuyasha potesse parlare ancora gli avevo tappato la bocca con una mano.
- Tesoro chi è? – chiese mia madre, quella donna quando voleva aveva un udito fin troppo fino.
 Alzai gli occhi al cielo disperata. – Niente mamma, era solo Callie -.
Dall’espressione di Inuyasha capii che non era così felice di essere paragonato ad una donna.
 Mia madre cominciò a parlare per ore di quanto fosse felice dei miei risultati scolastici e di quanto le mancassi. Del fatto che mio padre fosse partito ancora per il Sud Africa e che questa volta era rimasta a casa per sistemare le ultime cose. Mi chiese se avessi trovato un ragazzo e continuai a ripeterle che non c’era nessuno che mi interessasse, anche se mentre dicevo quelle parole la mia mente continuava a volare a quella notte.
- Sai bambina mia, avrei tanta voglia di vederti – disse mia madre con voce triste.
 Sorrisi. – Anche tu mi manchi mamma, davvero tanto -.
- Sai che ti dico? Adesso prendo un bel biglietto aereo e vengo a trovarti! -.
Caddi dalla sedia quando sentii quella frase e mi si gelò il sangue nelle vene.
 - Tesoro tutto bene? -, probabilmente aveva sentito il rumore e anche gli altri, che nel frattempo erano arrivati, mi guardarono storditi.
 Cominciai a sudare a freddo. – Mamma non mi sembra il caso, come fai a venire qui? -.
- Semplice compro un biglietto aereo e vengo da te! Sono mesi che non ti vedo piccola mia, e poi ti abbiamo preso un divano letto apposta per poter venire a dormire da te! -.
- A quindi più che un regalo era un pretesto per fermarvi da me! – commentai, tralasciando il fatto che quel divano letto era occupato e che anche il mio letto a due piazze era occupato da Sango e Shippo, dove l’avrei messa a dormire?
- Piantala di essere così scontrosa! Ormai ho deciso, sabato arrivo da te! Corro a fare i biglietti, ci vediamo sabato, ti voglio bene! -.
- Ciao mamma – bisbigliai, chiudendo la telefonata.
 I quattro erano seduti sul divano e aspettavano che gli spiegassi il perché della mia reazione.
- Adesso come faccio? – dissi, senza rendermi conto che avevo parlato ad alta voce.
 Miroku mi guardava sorridente. – Avanti Samantha-chan, sappiamo che Inuyasha è un tipo scontroso ma sua madre apprezzerà il fatto di avere una progenie così forte, anche se magari un po’ canina -.
- Piantala dannato monaco! – sbraitò Inuyasha, facendo piombare sulla sua testa un forte pugno.
 Avrei voluto prenderlo a schiaffi anche io, ma ero troppo terrorizzata all’idea di presentargli quei quattro pazzi.
 Tra tutti quelli che mi preoccupavano di più erano Inuyasha e Shippo. Si sarebbe insospettita a vederli girare con un cappello tutto il giorno e soprattutto la coda di Shippo poteva risultare tenera se vista come un costume che per capriccio non si voleva togliere, ma prima o poi si sarebbe accorta che era vera!
 Sango si avvicinò a me e mi scrollò per farmi riprendere. – Samantha-chan avanti, cosa sta succedendo? Ci sono problemi con sua madre? -.
La guardai con uno sguardo disperato. – Vuole venire qui tra quattro giorni -.
- E dove sarebbe il problema? – chiese Inuyasha.
 Mi voltai verso di lui ad occhi sgranati. – Tu mi chiedi qual è il problema?! – esclamai, guardando prima loro e poi la casa.
 Da quando erano arrivati erano stati pochi i momenti in cui ero riuscita a pulire qualcosa e sembrava che in casa fosse arrivata una tromba d’aria.
 Shippo si guardò intorno. – Effettivamente credo che sarà difficile spiegare una cosa del genere a sua madre -.
- Samantha-chan, sua madre soffre di cuore? – chiese Miroku.
 Scossi la testa.
- Fiù! Allora magari non morirà dallo spavento -.
Questa volta gli tirai anche io un pugno sulla testa. – Piantala di dire certe idiozie, devo inventarmi qualcosa! -.
Passai la giornata a correre per casa insieme a Sango per ripulirla nel modo migliore possibile, lasciando i tre ragazzi fuori in giardino a farsi i fatti loro, anche se poco dopo erano spariti nel bosco.
 Sango ed io eravamo sfinite, avevamo pulito da cima a fondo tutta la casa e ancora non avevamo lavato tutti i piatti e rimesso a posto il bagno, dove i capelli argentei di Inuyasha avevano invaso tutta la doccia.
 Come farò a spiegargli che a vent’anni suonati quello ha già i capelli grigi?
 La povera sterminatrice di demoni cercava di darmi una mano come poteva, ma era più il tempo in cui le spiegavo come funzionava l’aspirapolvere o la lavatrice che quello in cui riuscivamo effettivamente a pulire.
 Le affidai il compito di lavare i piatti e io andai fuori a stendere i panni..
 Appena finito mi misi seduta sotto l’albero a prendere una boccata d’aria, non avevo neanche pranzato ed erano già le quattro del pomeriggio. Dovevo andare al lavoro, ma non ne avevo la forza.
 Era dalla sera della festa che non ci andavo e ormai erano già passate due settimane. Se fossi tornata il capo mi avrebbe mandata a quel paese, ma non era quello a preoccuparmi, quanto Callie.
 Non ci eravamo più viste, non aveva risposto alle mie chiamate o ai miei messaggi. Era completamente sparita dai radar.
 Sospirai e mi spostai i capelli di lato, dovevo farmi anche io una doccia, anche se sporcare la doccia che avevo appena finito di pulire mi innervosiva.
I quattro giorni seguenti li passai tra i preparativi della casa e il tentare di trovare una scusa per spiegarle come mai quei quattro si trovassero lì.
 Gli mostrai per un sacco di ore immagini di Tokyo e mi sarei inventata che Sango era una ragazza alla pari e che avevamo legato moltissimo in quei mesi e l’avevo invitata a rimanere ancora per qualche periodo da me. Così alla fine aveva chiesto se poteva invitare anche il suo ragazzo, Miroku, il fratellino Shippo e Inuyasha che era…beh a lui non avevo ancora pensato. Non somigliava proprio a nessuno di loro; non potevo neanche invetarmi che era il mio ragazzo, mia madre mi avrebbe uccisa se avesse scoperto che c’era già uno nuovo a vivere da me, già non sopportava l’idea che Chris vivesse da me.
 Shippo però era un vero problema, la coda non si riusciva a nascondere sotto i pantaloni e non me l’ero sentita di vestirlo da ragazza, non potevo sottoporlo ad una simile umiliazione infilandogli una gonna.
 Mancava solo un giorno all’arrivo di mia madre e i quattro erano intenti a studiare le ultime cose sulla città di Tokyo, mentre io preparavo ad ognuno di loro i vestiti da infilare in quei giorni in cui mia madre si sarebbe fermata da me.
 Continuavo a pensare a quante cose ancora dovevo preparare, a cercare di trovare un posto dove far dormire mia madre.
 Magari Inuyasha poteva fare finta di andare via e poi dormire nel bosco, ma mi dispiaceva farlo dormire lì in mezzo, anche se sembrava più a suo agio lì che nel letto.
 Sentii il campanello suonare e pregai che mia madre non fosse arrivata con uno dei suoi soliti anticipi.
 Aprii velocemente la porta, mentre tutti trattenevano il fiato per paura che mia madre fosse già sulla soglia di casa.
 - Ciao Sam -.
 Non potevo crederci. Era proprio lì davanti a me. Dopo tutti quei giorni, dopo tutto quel tempo.
 Callie, la mia amica d’infanzia era proprio vicina a me, era tornata, non mi aveva dimenticata.
 Chiusi la porta dietro di me, non mi sembrava il caso di fargli vedere ancora i demoni che l’avevano terrorizzata la sera prima. Per me in quel momento la cosa più importante era che lei stava bene, che era davanti a me e che mi voleva ancora bene, tanto da venirmi a cercare ancora.
- Callie, stai bene? – le chiesi tutto d’un fiato.
 Lei annuì, ancora non mi guardava negli occhi. – Sì, posso parlarti? -.
- Certo che puoi! – esclamai, forse con un po’ troppa enfasi.
 Lei provò a sorridere, ma si vedeva che il suo sorriso era forzato. – Quella sera -, la sua voce era solo un flebile sussurro. – mi hai lasciata mentre stavo baciando quel ragazzo, peccato che quel ragazzo altro non era che quel mostro che mi ha rapita e portata da voi per farsi consegnare quel pezzo di cristallo che avevi in mano. Io ero spaventata, non sapevo cosa stesse succedendo e poi…e poi non capisco cosa sia successo. Hai distrutto quel demone riducendolo in polvere, il tuo amico aveva le orecchie da cane e aveva artigli che tagliavano qualsiasi cosa! Mi ha fatto paura, mi avete fatto paura -.
Era difficile ascoltare senza intervenire, ma capivo che se avessi provato ad interromperla forse avrebbe avuto più difficoltà ad esprimere quello che voleva dirmi, quindi rimasi in silenzio e la lasciai parlare.
- Mi dispiace per quello che ti ho detto, mi dispiace per essere scappata e per non averti mai risposto, ma avevo bisogno di riflettere e di capire cosa intendevo fare rispetto a quello che era successo. Ma più ti stavo lontana, più capivo che non volevo abbandonare una mia amica, non posso lasciarti sola in questo momento, voglio darti modo di spiegarmi cos’è successo. Sono qui Sammy -.
Mi venne quasi da piangere, ma mi trattenni.
 Cominciai a raccontarle tutto dal principio, dal momento in cui loro erano piombati nella mia vita come un’uragano, di quanto in poco tempo mi sia affezzionata a loro, di come mi sentivo confusa nel non riuscire a capire come avessi potuto sconfiggere un demone, come ogni giorno mi sentivo sempre più combattuta tra il volere riavere una vita normale e il non poter abbandonarli.
 Callie mi ascoltò, rimase anche lei in silenzio per darmi il tempo di poterle raccontare e cercare di darle tutte le spiegazioni possibili.
- Sam, perché non me ne hai parlato prima? Avrei cercato di aiutarti – disse quando smisi di raccontarle.
 Sospirai. – Non pensavo che potessi credermi, non ci credevo neanche io! -.
- Ma Sammy! Sono la tua migliore amica, è vero forse all’inzio ti avrei presa per pazza, ma poi avrei provato ad ascoltare e capire quello che volevi dirmi, non ti avrei mai lasciata sola! Mi sarei fidata -.
Mi abbracciò forte e mi lasciai cullare dall’abbraccio che conoscevo da quando ero piccola.
 - Forza, fammeli conoscere! -.
 Quando entrammo in casa erano attaccati alla porta che cercavano di captare qualche parola del nostro discorso.
 Li fulminai con lo sguardo e con gli occhi gli intimai di comportarsi bene e di non spaventarla.
 Callie era ferma sulla soglia, evidentemente in imbarazzo.
- Ehm…loro sono Inuyasha, Sango, Miroku e Shippo – dissi, indicandoli uno per uno.
 I quattro abbassarono il capo in segno di rispetto.
 Callie mosse la mano per salutare. – Ciao a tutti, io sono Callie -, il suo sguardo cadde sul piccolo cucciolo di demone volpe e si catapultò su di lui cominciando a coccolarlo e dando le spalle agli altri.
- Ma come sei carino! – gridò, cominciando a tirargli le guance e strizzandogli la coda.
 Miroku non perse l’occasione e facendo finta di niente le palpò il sedere, facendola sbiancare.
 Sango gli tirò un forte ceffone sul viso, lasciandogli stampata la mano.
- Ma…ma… - mormorò Callie sconcertata, e sulla guancia non ancora colpita si stampò la mano della mia amica.
- Miroku, sei sempre il solito – sbuffò Inuyasha.
La portai dentro casa e preparai il thè per tutti, ormai mi ero abituata a fare quello piuttosto che il caffè.
 Callie continuava a fare domande a raffica ad ognuno di loro, mentre continuava a tenere in braccio il piccolo Shippo che sembrava stufo di essere strizzato come un pupazzo.
 Inuyasha si teneva in disparte e la mia amica continuava a trattenere l’istinto di correre a strizzare le sue orecchie bianche e morbide.
- Da quanto tempo tu e Samantha-chan vi conoscete? – chiese Sango, mentre sorseggiava il suo thè.
 Callie lasciò finalmente andare il cucciolo di volpe. – Da quando siamo nate! – esclamò con un sorriso. – E volevo cogliere l’occasione per scusarmi con Inuyasha per averlo chiamato mostro -.
Inuyasha non le rispose neanche, si voltò dall’altra parte.
- Non fare lo scontroso dai! – dissi, dispiaciuta per il suo comportamento.
 Il mezzodemone si voltò verso la mia amica. – Scuse accettate -, poi aprì la porta finestra ed uscì a fare un giro.
- Ma è sempre così scorbutico? – chiese la mia amica.
 Miroku alzò le spalle. – Quasi sempre -.
- Solo con Samantha-chan ogni tanto è tenero – disse Shippo, mentre si concedeva un dolcetto al miele.
 Sbiancai non appena Callie si voltò con sguardo accusatorio verso di me. – Quindi adesso stai con il mezzodemone eh? – disse, dandomi una gomitata amichevole.
- Ma cosa dici! Non è assolutamente vero! -.
Miroku sorrise beffardo. – Eppure sembravate così felici di stare da soli la scorsa notte -.
- Ci hai scopato? – esclamò Callie.
 Io diventai paonazza. – Ma siete tutti impazziti?! Ci eravamo persi! P-E-R-S-I! -.
Sango rideva di gusto. – Effettivamente non vedo cosa potrebbe nascere tra Samantha-chan e Inuyasha, sono troppo diversi -.
Finalmente una persona mi dava ragione!
 Riuscii a sviare il discorso e avere lì Callie mi fece nascere una grandiosa idea. – Senti Callie, vorrei chiederti un favore -.
I suoi occhi si illuminarono. – Tutto quello che vuoi, così mi farò perdonare -.
- Mia madre domani verrà qui e non posso tenere Shippo a casa, come vedi non passa proprio inosservato – cominciai, indicando la sua coda. – Quindi non è che potresti ospitarlo a casa tua? -.
- Ma certo! -, dalla sua risposta sembrava che le avessi appena detto che aveva vinto un milione. – E’ troppo dolce! -.
Shippo sembrava disperato, ma capì che non poteva fare nulla per evitarlo.
- Magari potresti portare a casa tua anche Inuyasha – provai a dire.
 Il mezzodemone piombò di nuovo dentro la stanza come una furia. – Non ci pensare neanche! Se Naraku arriva qui cosa pensi di fare? Non è detto che riuscirai di nuovo a proteggerti! -.
- Oh come siete carini, si preoccupa per te il tuo ragazzo – sorrise Callie.
 - NOI NON STIAMO INSIEME! -.
Mia madre arrivò puntuale come un orologio. Avevamo rifinito gli ultimi dettagli della nostra scenettta, avevo sistemato un sacco a pelo nel bosco, cosicché Inuyasha potesse dormire lì senza problemi.
 Non appena entrò mi riempì di baci e abbracci e quasi non notò neanche i tre alle mie spalle.
 Non appena li vide passò per parecchie volte lo sguardo da loro a me, in cerca di spiegazioni.
 Sango interruppe quel gioco di sguardi avvicinandosi e facendo un piccolo inchino con la testa. – Buongiorno Susan-chan, io sono Sango Hitari, un’amica di sua figlia -.
L’educazione di Sango e Miroku conquistò mia madre e, nonostnate il suo carattere scontroso e silenzioso, anche Inuyasha riuscì a conquistare la sua simpatia.
 Riuscimmo a farle credere che erano studenti di Tokyo e che li avrei tenuti lì ancora per un mese, mentre Inuyasha si era trasferito ad Edenville dalla loro stessa città per continuare gli studi.
 Nonostante fosse ormai Ottobre riuscimmo ad apparecchiare fuori in giardino, data la bella giornata.
- Ma come mai il tuo amico ha già i capelli bianchi? – chiese mia madre perplessa.
 Io continuai a tenere gli occhi fissi sull’insalata che stavo mescolando, se l’avessi guardata negli occhi si sarebbe accorta che mentivo. – Oh sai, è così da quando è nato, però non gli stanno male non trovi? -.
- No, affatto! Sembra simpatico – commentò, prendendo i piatti. – E credo che tu gli piaccia -.
La guardai basita. – Mamma smettila, non è assolutamente vero! -.
Lei mi sorrise e mi accarezzò la guancia. – Sai bambina mia, io sento le persone. A differenza di Chris, credo che lui potrebbe proteggerti il giorno che io non ci sarò più -.
- Mamma! Ma ti sembra il caso di fare certi discorsi? A me no, quindi finiscila, tu vivrai ancora per moltissimi anni e tra me ed Inuyasha non c’è nulla! -.
- Samantha, stai crescendo così in fretta – mormorò, e poi uscì fuori a portare i piatti.
 Non disse altro riguardo a quell’argomento, mi lasciò in cucina a pensare alle sue parole.
 Mia madre faceva spesso questi discorsi, quindi alla fine non ci diedi troppo peso e uscii a portare il cibo mancante.
 Finalmente ci sedemmo a tavola e mia madre fece il terzo grado a tutti quanti, per fortuna riuscirono a sostenere l’interrogatorio al meglio.
- E voi due, da quanto tempo state insieme? – chiese, rivolta a Sango e Miroku.
 Sango diventò paonazza, mentre Miroku ne approfittò per avvicinarla a sé. – Io e la mia Sanguccia? Ormai anni! -.
L’espressione di Sango era una maschera di imbarazzo, ma mia madre non ci diede troppo peso. – Oh, quanto vorrei che anche Samantha trovasse qualcuno con cui passare la vita – esclamò, lasciandomi di stucco. – Inuyasha, tu sei fidanzato? -.
- Mamma! – sibilai, tirandole un calcio sotto la sedia.
- Che c’è? -.
- Chi vuole il caffè? – esclamò Sango, alzandosi e cercando di sorridere.
 - Io -.
 Quella voce dietro di me mi fece gelare il sangue nelle vene, la conoscevo fin troppo bene. Dannazione, mi ero dimenticata di cambiare la serratura, con tutto quello che era successo non ci avevo pensato.
 Inuyasha sembrava parecchio nervoso e gli sguardi d’intesa che si lanciavano lui e Miroku mi mettevano in agitazione.
- Chris, che diavolo ci fai qui? – chiesi, voltandomi nella sua direzione.
 Lui sorrideva, un ghigno che avevo già visto e che mi fece rabbrividire. - Ora puoi anche smetterla di chiamarmi Chris, chiamami con il mio vero nome -.
 Sbarrai gli occhi, perché non volevo credere a ciò che mi stava passando per la mente. – Quale…quale è il tuo vero nome? -.
Sorrise ancora, in un modo che mi spaventò più di qualsiasi incubo mai fatto.
 - Naraku -.
 
 
Salve, salve!
 Rieccomi dopo pochissimo tempo.
 Milioni di grazie a Sheeta99 per recensire sempre la mia storia, mi fa davvero piacere!
 Ditemi cosa ne pensate, a prestissimo spero :*
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: ___Darkrose___