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Autore: Michelle Morrison    30/11/2014    2 recensioni
Questa storia parla di come io, Page e Flip abbiamo ucciso Gesù, un anno fa, durante un pigiama party a casa di Julie.
Detto in questo modo potrebbe sembrare una stupidaggine, ma vi assicuro che non è così. Lo giuro! Come potrei voler mentire su una questione seria come questa? Dico, se non fosse la verità, non lo avrei certo raccontato giusto per avere le spie del Vaticano alle calcagna o per essere inseguito da qualche sicario mandatomi dal Papa in persona. Cioè, se non fosse vero, non mi inventerei una balla simile solo per guadagnarmi l’inimicizia della Chiesa o una scomunica!

Ian, Page e Flip hanno ucciso Gesù. Ma come è successo?
Che cosa li ha portati all'omicidio?
Cosa ha spinto il Vaticano a scomunicarli e farli inseguire dalle loro spie?
Genere: Comico, Dark, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: AU, Otherverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Disclaimer:

Non prendete questa storia per qualcosa di serio, davvero.

 

 

Prologo  - Mi chiamo Ian e ho ucciso Gesù.

 

 

Questa storia parla di come io, Page e Flip abbiamo ucciso Gesù, un anno fa, durante un pigiama party a casa di Julie.

Detto in questo modo potrebbe sembrare una stupidaggine, ma vi assicuro che non è così. Lo giuro! Come potrei voler mentire su una questione seria come questa? Dico, se non fosse la verità, non lo avrei certo raccontato giusto per avere le spie del Vaticano alle calcagna o per essere inseguito da qualche sicario mandatomi dal Papa in persona. Cioè, se non fosse vero, non mi inventerei una balla simile solo per guadagnarmi l’inimicizia della Chiesa o una scomunica! Esistono migliaia di altri modi per farsi scomunicare; come, per esempio, mostrare i propri gioielli di famiglia in piazza San Pietro e sbatterli in faccia a un qualche religioso di passaggio, o –che ne so- inneggiare a Satana mentre si squarta un capretto davanti a una guardia svizzera. Anche se ho i miei dubbi riguardo a quest’ultima opzione, se devo dirla tutta. Credo che nemmeno questo basti, effettivamente. Flip, una volta, ha suggerito anche di rubare le mutande in un convento di suore, di cantare “The Number of the Beast” dall’ambone durante la messa, di correggere l’acqua per il battesimo con della vodka, o, magari, di usare una pila di Bibbie come poggiapiedi durante una partita alla Xbox. Per quanto riguarda la pila di letture religiose, beh, posso assicurarvi che non vi farà beccare alcuna pena canonica, ma, perlomeno, vi salverà da un terribile mal di schiena dopo una maratona di Battlefield online.

Diciamo che, nella vita, si pensano a mille modi divertenti per farsi scomunicare, però, alla fine, non ne metti in pratica nemmeno uno. Sono discorsi che fai il venerdì sera, davanti alla sesta birra, seduto sulle panchine di fronte alla chiesa, quando hai finito di lamentarti delle ragazze che hanno visualizzato il tuo invito ad uscire su whatsapp senza darti alcuna risposta. Dannate “√√ azzurre. A parte questo, torniamo a noi… Nessuno tenta veramente di farsi sbattere fuori dalla comunità cristiana, anche se è ateo, perché alla fine non gli importa una mazza di questa roba. Lo si dice così, tanto per far due chiacchiere e divertirsi. E, comunque, nemmeno ai preti frega davvero di cancellare il tuo nome dai registri, ammettiamolo. Altrimenti ci sarebbe troppo lavoro, troppo sbattimento. Meglio chiudere un occhio anche quando dei ragazzi dai lunghi capelli ricci, dalle barbe incolte e dalle magliette nere con disegnata sopra una suora nuda con crocefissi infilati in posti indicibili, entrano in un duomo bestemmiando a rutti. Al massimo i sacerdoti li rimproverano, li sbattono fuori dalla porta e poi ritornano nel confessionali ad ascoltare l’ultimo peccato di un’anziana che ha avuto pensieri impuri riguardo al George Clooney di turno.

Davvero, di questi tempi, nessuno riceve più una scomunica.

Nessuno a parte me, Flip e Page.

Ma, siamo chiari, non ci sarà più un caso simile perché di Gesù ce n’era uno e, come vi ho detto, lo abbiamo ucciso noi.

 

* * *

 

Era il tredici novembre 2013, fuori pioveva e faceva freddo, mentre nel locale il riscaldamento era acceso e si stava all’asciutto, accomodati su una sedia nera. C’eravamo io, Rob, Flip e Page davanti a dei bicchieri mezzi vuoti e delle patatine al formaggio, mentre il nostro amico Will parlava di videogiochi vecchi, roba dei cabinati, facendo giocare alcuni dei presenti davanti a un proiettore. Serata nerd per ragazzi soli e abbandonati a se stessi – se non contiamo Page, che era del sesso opposto, ma era comunque sola e abbandonata-. Sulla parete bianca, potevamo osservare Pac-man che scorrazzava in un labirinto, mangiando pallini mentre dei fantasmini colorati e cattivi come non mai lo inseguivano. Era una corsa per la sopravvivenza, ragazzi. Dico, questo povero pallone epatico stava scappando da degli spettri hippie che lo volevano ammazzare e, per riuscire a evadere da questa sadica prigionia, si ingozzava di pillole tonde fino a non lasciarne più nessuna. L’unico modo che aveva per sconfiggere i suoi nemici era ingoiare la pastiglietta magica, più grossa delle altre, così gli si evolveva in un ectoplasmivoro, in modo che poteva mangiare anche loro. Ci credo che poi si è gonfiato così, il poveretto. Epatite acuta da farmaci, ve lo assicuro!

Comunque, noi eravamo lì perché Will ci aveva promesso che ci avrebbe fatto giocare a Metal Slug, tutto qui. Ci eravamo allenati per la serata tutta la settimana, davanti alla Wii della sorella minore di Flip, che aveva dovuto rinunciare al pomeriggio danzante che ogni mercoledì organizzava con le sue amichette. Eravamo agguerriti, pronti a tutto, mentre aspettavamo il nostro turno commentando le prestazioni da noi ritenute scarse degli altri gamer.

«…è la quarta volta che perde da scemo.» Aveva commentato Flip, scuotendo la testa con dissenso, come se fosse un architetto davanti alla torre di Pisa. «Guarda! Doveva andare in su, poi a sinistra. Non così. Lo vedi?! Ha perso ancora!»

«Hai ragione. Ma io sarei comunque andato a destra, verso la ciliegia.» Gli risposi, pizzicandomi il mento su cui era cresciuto qualche pelo pungente. «E non sarei comunque morto così stupidamente.»

«Immagino che voi giochereste meglio, eh?» Ci chiese Page, che si stava alzando per andare al bagno. Da sola, visto che non c’erano altre ragazze con noi. «Vorrei proprio vedervi! Offritevi volontari!»

«Siamo qui per Metal Slug. Vedrai che facciamo il culo a tutti, con quello!»

L’urlo di Flip fece voltare un intero tavolo di quarantenni single e stempiati, che si misero a ridacchiare, prendendolo per uno scemo. Ovviamente, avrebbero smesso di ridere quando ci saremmo messi davanti a leve e pulsanti colorati, sparando come manco Sylvester Stallone in Rambo.

Fortunatamente, Will ebbe la decenza di cacciare quel giocatore inesperto che non aveva finito neppure il primo schema e, senza esitazioni, introdusse il videogioco per cui avevamo deciso di scollarci dal divano di casa per darci alla vita sociale. Si mise a parlare, mentre noi prendevamo posto alla postazione, con le mani che tremavano bramose di tamburellare sui bottoni colorati a un ritmo forsennato. Raccontava cose storiche, a mo’ di un professore universitario a un convegno sulla piramide di Giza, ma noi non ascoltammo una sola parola.

Genere bla dell’anno blabla, prodotto dalla blablabla e blablablabla, ecc.

Io e Flip spingevamo come se avessimo il diavolo nelle dita, tirando bestemmie qua e là, giusto perché fare una partita senza ricoprire Dio con qualche colorato epiteto non è giocare. Stavamo andando da campioni, alla faccia di quei quarantenni soli e panzoni alle nostre spalle. Distruggevamo tutti quanti, senza rimorsi, senza esitazione. È come nella vita: o uccidi o vieni ucciso. O, perlomeno, è quello che ripeteva sempre Flip quando giocavamo agli sparatutto, spaparanzati sul divano. Nessuno di noi due, comunque, si era mai trovato nella situazione di dover ammazzare veramente qualcuno per non essere ammazzato a sua volta, dico, in quella città del cazzo non succedeva mai nulla. Niente guerre, sommosse, battaglie, sparatorie, rapine a mano armata o roba del genere. Era tipo il villaggio dei Puffi, ma senza Gargamella

«Cazzo mi hanno colpito!» Urlò il mio amico, tirando un pugno al tavolo. «Fanculo!»

«Sei tu che sei sfiga…»

Non feci in tempo a finire che colpirono anche me, così, senza nemmeno impegnarmi, definii il caro Gesù in modo tanto terribile e innovativo che dietro di me sentii una grossa risata da parte di Rob e un paio di altri soci. Se ci fosse stato un parroco, probabilmente, mi avrebbe cosparso di acqua santa e mi avrebbe ordinato di dire una quarantina di Ave Maria in cinque minuti, per non rischiare di patire le pene dell’Inferno.

Effettivamente avrei preferito che ci fosse un prete qualunque, piuttosto. Forse sarebbe andata molto meglio! Dico, quelli del clero non hanno affatto poteri paranormali, non fanno miracoli e, soprattutto, non ti rovinano la serata. Gesù, invece, sì. Un gran burlone, lui, quando deve vendicarsi in qualche modo per essere stato insultato.

Beh, non passò molto dal mio schizzo di blasfemia estrema, che, improvvisamente, nel livello di Metal Slug apparve una porta mai vista prima d’allora. Anche Will se ne accorse e, prima ancora che ci suggerisse di entrare, noi la raggiungemmo.

«Signori! I nostri due campioni, qui, hanno sbloccato un livello segreto?!» Proclamò nel microfono, con gli occhi fuori dalle orbite. Sembrava uno di quegli invasati per gli U.F.O. che ha appena incontrato dal vivo uno dei grigi. «Non sapevo nemmeno che ce ne fossero!!»

«Manco noi, Will!» Gli risposi prontamente, osservando la schermata di caricamento, dove apparvero degli angeli, mentre dalle casse veniva sparata la “Ave Maria” di Schubert in 8 bit. «Che diavolo…?»

«Cazzo, che storia!»

Flip si sporse sulla postazione, preso come non mai, mentre alle nostre spalle era calato il silenzio assoluto: eravamo tutti in attesa. Solo Page si lasciò scappare un “mi sono persa qualcosa?” mentre tornava dalla toilette, ma venne comunque ignorata. Stavamo per scoprire qualcosa di unico, me lo sentivo. Eravamo Colombo che mette piede in America, Higgs che scopre il bosone, Bulma e Goku che trovano tutte le sfere del drago e invocano Shenron per la prima volta.

Il livello iniziò e ritrovammo i due personaggi vestiti con una tunica bianca, tipo i romani, che tenevano in mano un cestello pieno di pixel colorati. Non capimmo esattamente cosa fossero, al momento, ma non ci importava più di tanto. Eravamo talmente eccitati, che iniziammo a procedere verso destra aspettandoci qualche nemico da riempire di piombo. Provammo a sparare, giusto per vedere se avessimo un’arma nuova, ma –inaspettatamente- i protagonisti lanciarono solamente quei coriandoli colorati tutt’intorno a loro e, nello spazio in cui caddero, crebbero delle pianticelle.

«Che cosa sono?» Domandò Will, mentre, dietro di lui, l’altro organizzatore della serata smanettava con lo smart phone alla ricerca di informazioni utili su qualche sito. «Non ho mai sentito parlare di questo livello!»

«Non esiste roba del genere! Nessuno ne ha mai parlato…» Gli riferì Todd, lasciando perdere la ricerca sul web, per poter guardare quello spettacolo senza precedenti. «Stanno piantando dei fiori?»

«Il tuo emulatore del cazzo ci sta prendendo per il culo!» Gli fece Flip, senza smettere di lanciare coriandoli, petali o quello che erano. «Che è ‘sta roba da fighette?»

«Non è mai successo niente del genere! Ci stavamo giocando ieri sera…»

A quel punto gli organizzatori entrarono nel panico, ma nessuno osò interromperci, sperando che andando avanti succedesse qualcosa. Non successe nulla. Zero. Nisba. I nostri cari ometti continuarono a camminare in quel deserto vuoto, seminandolo di fiori, mentre la rivisitazione della “Ave Maria” iniziava a darci sui nervi. Passarono cinque minuti, prima che Will si decidesse a spegnere il gioco, lasciando me e Flip a guardare la schermata come due deficienti strafatti di allucinogeno. Non avevamo capito che cosa fosse successo, nessuno l’aveva capito in quel locale strapieno di nerd. .

Il giorno seguente, sul gruppo di facebook, iniziarono a piovere domande e commenti e, come dei pazzi, tutti iniziammo a fare ricerche per trovare qualche informazione. Non ce n’erano: quel livello non esisteva. Will e Todd scrissero all’azienda di produzione per capire cosa fosse accaduto, ma –come c’era da aspettarsi- non ricevettero mai risposta.

Giocammo ancora, ma non riuscimmo più a trovare quella porta maledetta né il livello del deserto e dei fiori. A un certo punto ci ritrovammo a credere di avere avuto una qualche allucinazione. Solo ora posso dire che, invece, era stato solamente tutto un grande scherzo di Gesù, uno dei suoi “miracoli”, se così vogliamo chiamarlo. Allora non me ne resi conto, ma adesso so che c’era anche lui, quella sera, seduto in un angolo del locale a sorseggiare del vino –o acqua, come c’era scritto sullo scontrino-. Me l’ha confidato lui, qualche mese dopo, in un bar del centro.

Tuttavia, non è il momento di perdersi a parlare di avvenimenti futuri. Torniamo a quella sera, nel momento in cui rinunciammo a ripetere lo stesso tratto del livello per cercare di ritrovare la porta segreta. Io e Flip tornammo a sederci al nostro tavolo, un po’ esaltati per la scoperta, un po’ incazzati per non aver giocato bene come volevamo.

«Ma che è successo?» Ci domandò Rob, agitandosi sulla scomoda sedia. «Cos’era quello?! Come avete fatto?!»

«Non lo sappiamo… Deve essere stato qualcosa di straordinario.» Mormorai, svuotando la birra. «Forse il punteggio, il numero di nemici uccisi, un cheat involontario. Non ne ho la minima idea!»

«Naaah, ti sbagli, Ian… Forse è l’emulatore che è impazzito. Me ne intendo, io.» Flip si passò la mano fra i capelli castani tutti arruffati e mi fissò con i suoi occhi neri. «Quella cosa non esiste!»

«…forse qualche programmatore ha fatto uno scherzo.» Page si aggiunse alla conversazione, ma non la prendemmo in considerazione. Per principio, una ragazza che parla di videogame è un ossimoro. «Però, magari, se foste andati avanti avreste trovato qualcosa di eccezionale!»

«La risposta alla domanda sull’universo, la vita e tutto quanto!»

«Quarantadue.»

Con quella botta e risposta, io e Flip ci battemmo il cinque sotto gli sguardi perplessi di Rob e Page, che si limitarono a finire le patatine rimaste senza fare domande. Alla fine della serata sui giochi arcade, quando il proiettore fu spento, attorno a noi si fece una folla di curiosi che cercò di carpire il “segreto del livello segreto”, ma io e il mio migliore amico restammo sul vago. Lo ammetto, ce la tirammo abbastanza, facendo roteare i bicchieri di birra come se fossimo gente importante o stronzi del genere. Atteggiamento che, contro ogni aspettativa, ci fece guadagnare talmente tante birre gratis dai curiosi, che, quando tornammo a casa, non riuscimmo nemmeno a girare la chiave nella serratura del nostro trilocale in affitto. Non prima di quaranta minuti di tentativi e imprecazioni, perlomeno.

Continuo a sostenere che, se non ci fossimo ubriacati, probabilmente avremmo notato che fra i presenti c'era anche Gesù, stretto nella sua polo bianca e l’anonima giacca color cachi. Lui, con i suoi bei capelli lunghi e neri e la barba ben rasata –ebbene sì, Cristo si rasa, nel 2014-. Non dico che lo avremmo riconosciuto, visto che di tipi così ce ne sono a bizzeffe; però, almeno, sarebbe stato un punto di partenza. Avrei potuto scoprire il suo nome, magari. Beh, poco importa, tanto non sarebbe passato molto e ci saremmo ritrovati a stringergli la mano e a bere quel suo vino speciale, al matrimonio della sorella maggiore di Page.

A ripensarci, effettivamente, forse sarebbe stato meglio non conoscerlo mai e restare con il nostro dubbio riguardo al livello segreto di Metal Slug, presto divenuto leggenda tra i gamer del paese. Se non l’avessimo mai incontrato, perlomeno, ora non saremmo con le spie vaticane al seguito e i sicari del Papa pronti a farci fuori.

Credetemi, non vorreste mai sapere come siamo arrivati a uccidere Gesù.

 

 

 

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Ciao!

 

Ecco una storiella che mi è venuta in mente. Scusatemi, ma sto leggendo un libro stupidissimo e dovevo fare qualcosa di stupido anche io.

Mi è venuta questa idea, così, a caso.

 

So che molti nel vedere che si parla di Gesù impazziranno, ma vabbè. Non dovrebbe essere offensivo. È solo uno scherzo… E poi si parla di un nuovo Gesù, quindi diciamo che è un urban fantasy o qualcosa del genere. J

 

Spero che vi sia piaciuta!!!

A presto, se volete scoprire come i nostri protagonisti hanno ucciso Gesù!!

 

Lasciate pure un commento, se volete e, mi raccomando, non prendetela sul serio!

 

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M.M.

   
 
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