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Autore: didi_95    02/12/2014    7 recensioni
" I suoi occhi così scuri e profondi si immersero nei miei e quella fu la prima volta che mi sentii davvero completo "
Questa storia parla del profondo legame tra due fratelli, Fili e Kili, del loro coraggio e della loro determinazione durante il difficile viaggio verso la Montagna Solitaria. Condizionati dai nobili ideali e dalle rigide opinioni dello zio Thorin Scudodiquercia scopriranno a loro spese che non tutto è bianco o nero, ma che la vita ha molteplici sfaccettature.
-Recensite se vi va :) Urgono incoraggiamenti!-
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Dìs, Fili, Kili, Tauriel
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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#Capitolo 1#



I suoi occhi così scuri e profondi si immersero nei miei e quella fu la prima volta che mi sentii davvero completo.

Appartenere alla stirpe di Durin non era un compito molto semplice, né lo era essere l'unico erede dopo mio zio Thorin Scudodiquercia.
Nonostante la mia tenera età ero consapevole delle responsabilità che avrebbero gravato su di me quando sarei cresciuto e mia madre Dìs era sempre pronta a ricordarmi i miei doveri di principe.
Non volevo altri pesi, non volevo altri limiti alla mia vita già così programmata e delineata.
Non che mi mancasse qualcosa, la nostra famiglia era di stirpe reale e, nonostante l'esilio, aveva un tenore di vita superiore a quello di tutte le altre. Amavo i miei genitori e loro mi ricambiavano ma mi sentivo oppresso, inquadrato e controllato.
Volevo divertirmi come tutti i nani della mia età ma non mi era permesso fare ciò che volevo.
Mio padre era l'unico che riusciva a capirmi più degli altri, anche più di mia madre; lui sapeva quando ero triste, abbattuto o scoraggiato e trovava sempre il modo di farmi stare meglio. Non è facile avvicinarsi e far ragionare un nano quando è arrabbiato o triste....siamo un popolo orgoglioso e quasi mai accettiamo l'aiuto che ci viene offerto. Ma mio padre era speciale e con dei semplici e piccoli gesti mi faceva sempre tornare il buon umore.

Guardo il nano privo di sensi vicino a me ed una lacrima silenziosa mi scivola sulla guancia,
"Oh Kili...fratello mio... come ho potuto pensare che saresti stato un peso?"

La notizia che avrei avuto un fratellino mi cadde addosso improvvisamente e non ne
fui affatto felice, cominciai ad immaginarmi come la sua vita sarebbe stata diversa dalla mia, priva di pensieri, libera e spensierata. Mi vergogno pensandoci ora, ma ero solo un piccolo nano alle prese con la vita. I miei genitori pensarono fosse meglio ignorare la cosa, ma per me, che già cominciavo a sentirmi escluso, fu molto peggio.
Ricordo ancora il giorno più brutto della mia vita, quello della morte di mio padre.
Ero nella mia camera davanti ad una gigantesca mappa della Terra di Mezzo e cercavo di capire dove posizionare una scritta particolarmente lunga senza rovinare il disegno dell'Ered Luin tracciato da mio padre prima della sua partenza.
Quella mappa era nostra ed era quasi finita, mancava solo la cosa più importante....la Montagna Solitaria. Avevamo deciso di aspettare per rendere più giustizia possibile alla nostra vecchia patria e mio padre aveva tracciato parecchi schizzi preparatori per esercitarsi e trovare la forma più bella...poi, proprio il giorno in cui ci eravamo finalmente decisi a terminare il lavoro, il giorno del mio quinto compleanno, egli dovette partire.
Mi arrabbiai con lui....pensai che preferisse andarsene piuttosto che stare con me, ancora non mi rendevo conto dei doveri che doveva assolvere...quanto mi pento delle parole inesperte ed egoiste che uscirono dalla mia bocca.
Ma mio padre, capendomi come al solito, mi prese tra le braccia e mi disse:" Fili, figlio mio, un giorno capirai i motivi della mia partenza, la stirpe di Durin sarà fiera di te...diventerai un grande guerriero e, se Mahal lo permetterà, un re saggio. Cresci tuo fratello con bontà e dolcezza ma insegnagli anche ad essere un Durin. Sappi che ti voglio bene e che questo non cambierà mai. Al mio ritorno finiremo ciò che abbiamo iniziato. Addio figliolo."
Quanto capisco quelle parole, fratellino mio, ma le capisco solo ora. Credo che nostro padre sapesse a che cosa andava incontro e fu per questo che mi rivolse quelle parole, più adatte ad un nano adulto che a me.
Poi, quel giorno. Quel maledetto giorno.
Ero davanti alla mappa, immerso nei miei pensieri, quando vidi mia madre appoggiata alla mia porta che mi fissava senza vedermi, con uno sguardo spento che non le avevo mai visto nei luminosi occhi azzurri.
Era lì da tempo e le lacrime scorrevano sul suo viso lente ma inarrestabili, dimostrando un dolore immenso.
Corsi verso di lei con un funesto presentimento nel cuore...

Il mondo mi cadde addosso.

   
 
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