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Autore: Papillon_    03/12/2014    4 recensioni
“Promettimi che qualunque cosa accada, Blaine, qualunque, un pezzetto del tuo cuore rimarrà comunque mio. Anche piccolo, anche insignificante; tu promettimi che lo lascerai per me. A me basterà. Sarà la cosa più bella del mondo, e potrò dire che mi hai amato. Senza paure e per sempre.”
“...Te lo prometto, Kurt.”
.
Blaine è convinto di aver perso Kurt per sempre e adesso è completamente solo, in un mondo fatto di paura e di virus e di morte. Ma un giorno ogni cosa cambia - e Blaine scoprirà l'importanza delle seconde opportunità, ed avrà l'occasione di ricominciare tutto da capo.
[Crossover Glee/In the flesh; Klaine AU]
Genere: Angst, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Alla dolce Rob (Ambros).
Perché lei forse non se ne rende conto, ma ogni giorno mi ispira e mi emoziona in modo diverso – e quando scrive è come se ogni sua parola si tatuasse sul mio cuore.
Sei speciale – solo questo.
E naturalmente, a tutte alle ragazze del Sevensome. Sono davvero fortunata ad avervi trovate.




 

Capitolo 5

Love

 

Rimasero abbracciati per un tempo così lungo da parere infinito, un tempo a cui non si poteva dare un nome, non finchè il respiro di Blaine era caldo e presente e le braccia di Kurt non lo lasciavano andare. Senza parole né indugi o movimenti – semplicemente rimasero a stringersi sotto la neve per molto tempo, quasi dimenticandosi perché erano arrivati lì, come tutto quello era semplicemente cominciato.

Si staccarono solo quando si resero conto che aveva smesso di nevicare.

“Non nevica più.”, sussurrò Kurt alzando il viso verso il cielo, e adesso c'era qualcosa di diverso in lui; sembrava più aperto, meno triste, con un briciolo di speranza in più ad increspargli i lineamenti del viso. Era ancora lontano dall'essere il Kurt spensierato che Blaine aveva cominciato a conoscere dai primi anni del loro fidanzamento e più tardi, in forma completa, in quelli del loro matrimonio – ma era diverso da prima. Indubbiamente lo era, e quello riempiva di gioia il cuore di Blaine.

Kurt abbassò lo sguardo e notò che Blaine lo stava guardando con quegli occhi enormi e pieni di gioia, e non potè fare a meno di avvolgere una mano tra i suoi riccioli bagnati e sorridere beatamente. Blaine gli sorrise di rimando, le sue labbra che tremavano leggermente.

“Stai morendo di freddo.”, sussurrò Kurt. “Andiamo dentro.”

Si presero per mano ed entrarono in casa, e tutto quello era assurdo e Kurt lo sapeva benissimo, ma sembrava impossibile che in qualche modo quell'ambiente fosse cambiato. Forse perché erano cambiati loro dentro, nel profondo. Ora Kurt vedeva più luce e più vita, e non vedeva l'ora di ricominciare le sue giornate in compagnia di Blaine.

Blaine tremava ed era piccolo piccolo contro il suo corpo, così Kurt lo trascinò sul divano e con un sorriso avvolse entrambi attorno a una coperta – e adesso erano così vicini da poter scorgere ogni sfumatura dell'altro, ogni guizzo di movimento.

“La giornata è quasi finita.”, mormorò Blaine, mordicchiandosi il labbro. Kurt annuì, prendendo le sue mani per potergliele scaldare. “Posso tenerti con me?”, chiese Blaine poco dopo. Il suo naso era rosso proprio come le sue guance, e Kurt baciò tutti e tre quei punti prima di rispondere.

“Sì.”, sussurrò, le labbra a pochi millimetri da quelle di Blaine. “Non voglio che mi lasci andare.”

Questa volta il volto di Blaine si illuminò di un sorriso che abbagliava più di mille soli. Era il suo Blaine, quello stesso ragazzo che lo aveva salvato in mille modi diversi e che gli aveva dato il per sempre – e Kurt si chiese cosa avesse mai fatto nella sua vita precedente per meritarsi una persona come lui, adesso.

Blaine poi incastrò il suo volto nell'incavo del collo di Kurt e lì cercò calore; si rilassò respirando e chiudendo gli occhi e beandosi del profumo della pelle di Kurt – usava ancora tutte le sue creme, ma la sua pelle aveva sempre avuto un odore particolare, Blaine ormai lo avrebbe riconosciuto tra mille. Ed era incredibile che quell'odore fosse rimasto, perché sì, anche se forse era meno intenso, era pur sempre vivido e reale sulla pelle di Kurt – e Blaine lo amava.

Passò diverso tempo prima che Blaine smettesse di tremare, e solo dopo riemerse dal suo collo e lo guardò negli occhi, una vena di tenerezza mischiata a qualcosa di più denso e importante.

“Credo di voler baciarti.”

“Non...non devi chiedere il permesso. Lo sai.”

Blaine si avvicinò e lasciò le proprie labbra a una distanza insignificante da quelle di Kurt. “Posso...posso farlo? Perché io vorrei che fosse come una volta, quando...quando era semplice, sai? E non c'era bisogno che dicessimo niente, le nostre labbra si trovavano e basta.”

Il respirò di Kurt accelerò leggermente. “Credo di volere che sia ancora così.”, ammise, senza mai distogliere lo sguardo. “Voglio che sia ancora così.”

E Blaine non ebbe bisogno di nient'altro, perché poi semplicemente chiuse gli occhi e annullò quella distanza e cominciarono a baciarsi, baci caldi e sempre nuovi e sempre diversi avvolti da quelle coperte calde e mani che vagavano o che indugiavano su pezzetti di pelle – e quando si staccarono avevano il fiato corto, proprio come le prime volte, proprio come dopo i primi baci.

Poi Blaine scoppiò a ridere, e Kurt pensò che non ci fosse suono più bello della sua risata.

“Blaine?”, chiese Kurt ridendo un pochino a sua volta e osservando il volto di suo marito così rilassato e felice. Blaine non accennava a smettere, di tanto in tanto gli prendeva le mani e quando apriva gli occhi erano lucidi per le lacrime.

“E' solo...”, cominciò, mordendosi un pezzetto di labbro. “Sono solo felice, Kurt.”, sussurrò poi, guardandolo negli occhi. “Per la prima volta dopo tanto tempo mi sembra di poter tornare a respirare. A vivere.”

Qualcosa si smosse dentro Kurt.

“Sono felice anche io, Blaine.”, disse piano Kurt, alzando un angolino della bocca. “Non hai idea.”

Blaine voleva dire a Kurt che invece ne aveva una, ma si limitò ad alzarsi in piedi e trascinare Kurt con sé. Lo portò in mezzo al salotto con la coperta in qualche modo ancora avvolta attorno a entrambi, poggiò la testa sulla sua spalla e sospirò piano, proprio come se avesse vinto una lunga battaglia.

“Balla con me.”

E Kurt ridacchiò perché era ridicolo, ma alla fine avvolse Blaine e si lasciò stringere – le dita di Blaine sui fianchi scottavano – e cominciarono a dondolare senza musica, senza un ritmo preciso e costante, perché erano solo loro due, senza musica ma accompagnati dai ritmi dei loro cuori che battevano in sincrono.

“Sei la mia vita, Kurt.”

“Tu la mia. Lo sai.”

E non dicevano molto altro, si limitavano a muoversi piano e imparare un ritmo nuovo insieme all'altro, ed era rilassante ed intimo allo stesso tempo riscoprirsi così.

Poi Blaine allungò un braccio per poggiare sotto il mento di Kurt due dita, e fece pressione in modo che si potessero guardare.

“Ti amo più di tutto.”, sussurrò, e i suoi occhi erano colmi di lacrime non versate, e Kurt poi gli baciò uno zigomo.

“Ti amo anche io.”

Fu bello sentire di nuovo la risata di Blaine. Fu strano invece sentire che il proprio mondo veniva messo sotto-sopra nel momento in cui Blaine lo prese tra le braccia e lo portò a letto, e poi ci caddero sopra, ridendo e scherzando e facendo vagare mani. Si guardarono a lungo, a un certo punto, avvolti dal silenzio più assoluto e infranto appena dai loro battiti di cuore.

“Vado a dormire.”, sussurrò Blaine a un certo punto, sorridendo tristemente. Kurt gli avvolse il collo per trascinarlo giù.

“Ma Blaine-”

“No, piccolo.”, soffiò Blaine. “Non...non così. Va bene, dormirò di là. E' la cosa giusta, e tu hai bisogno dei tuoi spazi.”

Blaine sembrava ferito mentre diceva quelle parole, ma aveva anche tremendamente ragione. Kurt non era sicuro di essere pronto a volere che dormissero di nuovo nel loro letto – e anche se gli spezzava il cuore separarsi da Blaine proprio adesso, doveva ammettere che era la cosa giusta.

Blaine gli baciò la fronte, poi percorse una scia immaginaria fino alle sue labbra, che baciò lentamente, indugiando. Kurt rimase letteralmente senza fiato.

“Non credo di volere che tu vada via.”, sussurrò Kurt sulle sue labbra.

“Non so nemmeno io cosa sto facendo, ma...è meglio così. Deve esserlo.”, mormorò, e Kurt aveva sempre amato moltissimo quella parte di Blaine, quella parte fragile che in ogni caso riusciva ad essere forte. Lo baciò di nuovo, prima di vederlo scivolare via dalla sua stretta.

“Sarò proprio di là sul divano.”

“Lo so. Buonanotte, Blaine.”

Kurt scorse il suo sorriso nell'oscurità. “Buonanotte, amore mio.”

 

Kurt si sentiva vuoto e riempito allo stesso tempo, e c'erano strane luci e strani rumori attorno a lui – era tutto troppo intenso, troppo pieno, e la testa gli pulsava continuamente, proprio con una ferita.

Si trovava in un luogo buio, un luogo senza contorni e senza nome in cui il suo corpo vagava senza meta e barcollando. Non riusciva a capire perché si trovasse lì, ma sapeva comunque che doveva camminare, e così lo fece. I piedi erano leggeri insieme a tutto il resto, e improvvisamente il mondo intorno a lui si fece più nitido e scorse le mura di un edificio che in un primo momento sembrava proprio uguale agli altri.

Ci entrò dentro perché una vocina nella sua testa gli gridava di farlo.

Dentro ogni cosa era buia, ma gli occhi di Kurt si abituarono presto a quella situazione e riuscì finalmente a distinguere le forme. C'erano corsie piene di cibo e carrelli della spesa e più in là, dove c'era la luce di una lampadina che traballava e che funzionava a colpi, altre persone che vagavano senza meta, proprio come lui.

E poi la vide.

Succedeva spesso in verità, nei suoi sogni. Viaggiava senza avere una meta apparente finchè non tornava in quel supermercato e poi la rivedeva, la ragazza dai capelli neri alla quale aveva strappato la vita – la sua ultima vittima. In un primo momento la vide bella, il volto aggraziato e senza difetti; ma con il passare dei secondi cominciarono ad apparire delle rughe sul suo volto, tagli netti e sangue denso che scivolava lungo il corpo. Kurt a quel punto desiderava sempre indietreggiare, chiudere gli occhi o sparire; ma non ci riusciva. Era come se qualcosa lo inghiottisse e lo costringesse a rimanere lì, fermo a fissare quella ragazza.

Cominciò a fare qualche passo incerto verso di lui, i piedi nudi che inciampavano e gli occhi spenti ormai senza un colore particolare – e Kurt avrebbe voluto urlare Fermati, ma non aveva voce. Urlare non serviva, non la poteva salvare.

E adesso erano di fronte, e lei piangeva.

Kurt a quel punto di solito si svegliava urlando, ma quella volta non accadde. Quella volta la ragazza scomparve, e al suo posto arrivò Blaine. Il suo bellissimo, immacolato, puro Blaine – senza sangue o ferite o rughe, era giovane e perfetto.

E piangeva.

Lo guardava e piangeva, e Kurt sentì il suo corpo andare in mille pezzi. Allungò le mani per toccarlo ma non successe niente, Blaine non smise di piangere o fece qualcosa di significativo per fargli capire che stava andando tutto bene. Continuò a piangere con piccoli singhiozzi, e poi lo guardò negli occhi, ambra velata di tristezza.

“Ho paura, Kurt.”

“Non- non devi averne, Blaine.”, sussurrò Kurt, ritrovando finalmente la parola. Allungò una mano e l'appoggiò delicatamente a una guancia di Blaine, soffice e calda, raccogliendo anche qualche lacrima.

“Mi farai del male.”

“No.”, disse fermamente Kurt, scuotendo la testa. “No, non è vero. Non ti farei mai del male. Lo sai.”, sussurrò, avvicinando ulteriormente i loro corpi. “Ti prego, ho bisogno che tu mi creda, Blaine.”

Blaine si morse un pezzetto di labbro inferiore, e Kurt fu sul punto di credere che stesse cedendo, che si stesse lasciando andare; ma poi i suoi occhi si spensero di colpo, e Blaine cadde lentamente, accartocciandosi nelle sue stesse braccia.

“Blaine!”, gridò kurt, afferrando il suo corpo e cercando di farlo distendere sul pavimento senza che si facesse troppo male. “Blaine, cosa-”

Blaine sanguinava. C'era rosso, rosso ovunque, sul corpo di Blaine e sulle mani di Kurt e sui vestiti e sul pavimento attorno a loro e oh mio dio cosa aveva fatto-

“Ti prego no, Blaine.”, soffiò Kurt. “Non avrei mai voluto questo, non...non lasciarmi. Andrà bene, andrà tutto bene.”

“E' troppo tardi, Kurt.”, sussurrò Blaine con il poco fiato che gli era rimasto in corpo, gli occhi ormai alla deriva.

“Ho promesso di non lasciarti più.”, ansimò Kurt, accarezzandogli i capelli. “Blaine, ti prego. Non ti azzardare, Blaine, non...” ma Blaine non respirava più, i suoi occhi erano chiusi, a Kurt rimaneva solo il suo corpo ricoperto di sangue.

“Blaine! Blaine ti prego non- non puoi. Non puoi lasciarmi, non...non di nuovo, non posso perderti di nuovo, Blaine. Blaine!”

Kurt perse la voce in un singhiozzo, il mondo che diventava buio e improvvisamente-

 

Improvvisamente una mano calda era sotto il suo collo e un'altra infilata tra le sue dita, Kurt spalancò gli occhi e si trovò ad ansimare immerso nel buio più totale, una voce rassicurante che gli sussurrava in continuazione vicino al volto.

“Shhh. Era solo un incubo, Kurt.”, gli disse Blaine, le dita delicate tra le sue che stringevano la presa. “Solo un incubo- è tutto finito.”

Kurt sbattè le palpebre diverse volte alla ricerca di qualsiasi cosa potesse dirgli che quella era la realtà; ma alla fine si dovette accontentare di guardare gli occhi di Blaine, e quelli non mentivano mai. Brillavano di attenzione e premura, e Kurt si aggrappò a quella scintilla con ogni briciola della sua forza.

Le lacrime scivolavano copiosamente dai suoi occhi, e Blaine gliele spazzava via dolcemente, una ad una. Era semplicemente seduto accanto a lui a fissarlo e aspettare che si calmasse.

“Ehi.”, un soffio vicino alle labbra. “Va tutto bene adesso, sono proprio qui con te.”

“I-io...”, cominciò Kurt balbettando, distogliendo lo sguardo e facendo scivolare il suo sguardo un po' ovunque davanti a loro “Ho sognato c-che t-ti facevo d-del male, Blaine.”

“Shhh. Non era reale.”

“Però l'ho visto.”, insistè Kurt, e forse sembrava isterico, forse Blaine avrebbe preso paura, ma a Kurt non importava perché aveva fatto male. “Eri proprio davanti ai miei occhi e stavi morendo per colpa mia, Blaine. E mi dicevi che era troppo tardi.”, disse, e nella sua voce c'era qualcosa di più scoperto della tristezza, qualcosa di vivido che si insinuava sotto le pelli e impediva di respirare.

“E-e non riuscivo a fare niente per s-salvarti.”

“Shhh, smettila.”, gli mormorò Blaine, passando la punta del pollice sulla sue labbra. “Non mi farai mai del male. Lo so e basta.”, gli disse poi, un angolo della bocca che si alzava verso l'alto. Il cuore di Kurt era sospeso in mezzo a loro, la paura che scorreva nel suo corpo al posto del sangue.

“N-non voglio che tu abbia paura di m-me, Blaine.”

“Non ho paura di te.”, gli disse lui, avvicinandosi ulteriormente per far scontrare le loro fronti. “Non avrò mai paura di te.”

Kurt si aggrappò con entrambe le mani alle sue spalle forti, il respiro accelerato che si infrangeva tra di loro, e poi semplicemente chiuse gli occhi.

“Dormi con me stanotte.”

Blaine smise letteralmente di respirare.

“Non...non deve succedere niente, solo...”, spiegò Kurt, la voce che si incrinava leggermente. “Voglio stringerti e farmi stringere. Proprio come i primi mesi, quando non c'era ancora il sesso ma ci addormentavamo abbracciati. Era semplice, era perfetto.”

Blaine gli baciò a lungo la fronte.

“Fidati dei nostri cuori, Kurt.”

E Kurt lo fece, e strinse Blaine in un abbraccio, lasciandosi stringere a sua volta. Caddero sul letto intrecciati, Blaine che inglobava Kurt e che di tanto in tanto gli accarezzava i capelli.

E alla fine, contro ogni logica e aspettativa, si addormentarono - e per la prima volta dopo molto tempo nessuno dei due durante la notte ebbe incubi.

 

Il mattino dopo, svegliarsi fu come entrare in un sogno. Fu come rileggere le pagine di un libro scritto da entrambi, un libro in cui ogni pagina parlava della loro vita insieme. Quando Kurt aprì gli occhi trovò quelli miele di Blaine già aperti, distesi nel loro colore che sembrava miele sciolto unito al calore di mille soli – e Kurt sarebbe arrossito, nella sua vecchia vita. La sensazione la ricordava ancora perfettamente, quel bruciore che arrivava dall'interno e sbocciava e faceva imporporare le guance - ma non poteva, Kurt non poteva arrossire, per cui si limitò a sbattere le palpebre e distogliere lo sguardo.

Mossa sbagliata, perché Blaine gli afferrò il mento con due dita e lo costrinse a guardarlo dritto negli occhi, quell'oceano di cose non dette che aleggiava su di loro – ma non era necessario dirle, non subito, non adesso che avevano scoperto di appartenersi ancora.

E poi Blaine appoggiò la fronte alla sua, il respiro caldo e irregolare che si infrangeva sulla pelle di Kurt, e quel sorriso piccolo che era la sua firma, che aveva sempre avuto quando si svegliavano insieme la mattina.

“Non posso crederci che sia reale.”, sussurrò, per poi sfiorare le labbra di Kurt con le proprie, un bacio sussurrato, un soffio, qualcosa di semplice e intimo al contempo, e Kurt tremò.

“E' reale.”, confermò Kurt, sbattendo le palpebre piano, come se non volesse perdersi nemmeno un movimento che apparteneva al volto di Blaine. “Siamo reali.”

E poi Blaine avvolse il volto di Kurt tra le mani e lo baciò, un bacio completo in cui entrambi sospirarono – ed era come se i loro corpi si stessero risvegliando, come se fossero stati in un periodo di completo torpore; c'era questa scintilla che partiva dal profondo dei loro corpi e risvegliava ogni loro piccola fibra solo quando si toccavano. Kurt si aggrappò al maglioncino di Blaine sentendone la consistenza sotto le dita, e presto i loro corpi furono pressati l'uno contro l'altro e c'erano lotte e passione e avidità, e anche qualche sorriso che spuntava sulle labbra di entrambi.

Fu semplice riabituarsi al tocco. Fu semplice per Kurt lasciarsi baciare, lasciare che Blaine facesse scorrere le sue mani sul collo e sulle braccia e poi sui fianchi arrivando lì e avvolgendoglieli con dolcezza e possesso insieme. Fu bello sentire la sua bocca staccarsi dalle sue labbra e cercare le sue guance, il mento e il collo e un pezzetto di clavicola che spuntava fuori dal maglioncino, e poi Kurt si lasciò andare ed inarcò la schiena, il viso rivolto verso l'alto e il collo nudo completamente scoperto.

Fu più o meno in quel momento che riacquistò lucidità e si rese conto di cosa stava succedendo – come si rese conto del problema nei pantaloni di Blaine e, fino a prova contraria, anche nei suoi. Fece un po' di pressione sul petto di Blaine per poterlo guardare negli occhi – e oh, erano così bui, così scuri da annegarci dentro in un istante.

“Forse dovremmo...dovremmo fermarci.”, sussurrò Kurt, lo sguardo che scivolava ovunque tranne sul volto di Blaine. In realtà l'intimità con Blaine era una cosa che aveva sempre amato e voluto, ma non sapeva cosa sarebbe successo adesso – e credeva che fosse troppo presto. Nemmeno conosceva il suo nuovo corpo da quel punto di vista – non sapeva nemmeno se fosse in grado di soddisfare Blaine come era riuscito in passato, e a quel pensiero si sentì morire.

Le labbra di Blaine si posarono delicate sulla sua fronte.

“Non faremo niente di quello che non vuoi”, lo sentì mormorare, le dita che gli accarezzavano i fianchi scoperti. “Però vorrei davvero, davvero sentirti.”, sussurrò, percorrendo una via immaginaria con le sue labbra che andava fino all'orecchio di Kurt. “Solo quello, sentirti.”

Il respiro di Kurt si trasformò in un rantolo, e presto rimase senza fiato, il suo corpo che si tendeva verso Blaine – proprio come se fosse una droga, una calamita, e lui non avesse scelta. Le labbra di Blaine furono su una vena del suo collo, lì dove tutto era intenso e amplificato e perfetto, e poi cominciò a succhiare, e Kurt decise che la cosa migliore era cedere. Blaine conosceva il suo corpo, conosceva i suoi punti deboli e come toccarlo e in che modo distruggerlo – e per questo Kurt si lasciò andare.

I loro corpi si intrecciarono ancora e presto tornarono a baciarsi come se l'uno fosse il respiro dell'altro, aggrappandosi come due corpi alla deriva – e questa volta nessuno sussultò quando i loro bacini si scontrarono, ma gemettero ingoiando il suono dell'altro. C'erano solo loro, loro e i loro respiri perfettamente sincronizzati, mani che vagavano ovunque e scie bagnate di baci sulla pelle.

Kurt sentì di essere la persona più potente del mondo quando superò la maglietta di Blaine e toccò la pelle del suo petto – e oh, era una sensazione che non aveva dimenticato, quella sua pelle bollente e soffice sotto le dita, la peluria accennata, la perfezione di ogni singolo nervo teso. Blaine sussurrò il suo nome – Kurt Kurt Kurt Kurt - e lo strinse più forte, e Kurt gli mise una mano sul cuore – perché proprio quel cuore era la sua vita, il suo tutto.

Si mossero insieme pigramente, senza mai spingersi troppo oltre ma senza nemmeno fermarsi davvero; una leggera danza di corpi e ansimi e baci. A volte aprivano gli occhi, e c'erano frasi come Non puoi immaginare quanto mi sia mancato tutto questo o ancora Sei la mia vita e Non andartene mai, e Blaine a un certo punto si trovò sopra Kurt, Kurt con le gambe agganciate alla vita di Blaine e Blaine che si muoveva sopra di lui e lo baciava a lungo e lentamente, e con un gemito un po' più forte Kurt perse le sue labbra e gettò la testa di lato, ed era come se tutto avesse un senso.

“B-Blaine.”, piagnucolò, stringendo forte gli occhi. Blaine rallentò le spinte perché conosceva quel tono di voce, lo conosceva tanto bene e se n'era innamorato con il tempo; Kurt lo usava quando gli chiedeva in modo tacito qualcosa, e in quel caso gli stava chiedendo di fermarsi. Così Blaine si fermò, gli baciò il collo scoperto e uno zigomo e poi gli sfiorò le labbra, senza mai baciarlo davvero.

“I-io...lo voglio.”, ammise Kurt, guardandolo negli occhi. “Lo voglio davvero, così...così tanto, solo-”

“E' troppo presto.”

“Immagino di sì. Scusami, Blaine.”

“Va bene così.”, disse piano Blaine, baciandogli piano un sopracciglio. “E' perfetto così. Mi basta averti così.”, gli disse, e il petto di Kurt fece qualcosa di molto strano, qualcosa che non avrebbe dovuto fare. Poi Blaine lo baciò con trasporto, qualcosa che smosse Kurt fin dentro l'anima.

“Vieni con me in un posto.”

E come avrebbe fatto a dirgli no, quando lo guardava in quel modo, carico di amore e aspettativa?

 

Kurt riconobbe quasi immediatamente le mura della Dalton. Era un edificio facile da riconoscere, ma a parte quello, lì dentro c'era praticamente la sua vita, il suo cuore. Lì era dove ogni piccola cosa era cominciata, dove la sua vita aveva trovato un senso – dentro quelle mura lui e Blaine si erano innamorati grazie a segreti sussurrati e sorrisi offerti da lontano.

Tuttavia, Kurt rimase perplesso dal fatto che Blaine si dirigesse senza alcun tipo di problema versa la porta sul retro e che, con qualche abile mossa, riuscisse anche ad aprirla. Lo guardò con un sopracciglio alzato e un mezzo sorriso.

“Da quando sei diventato uno scassinatore?”

Blaine trasalì a quella domanda, perché non poteva essere totalmente sincero con Kurt. Non poteva dirgli che aveva imparato come entrare negli edifici quando era entrato a far parte dell'esercito – ma fu un attimo, perché poi gli prese la mano e lo trascinò via, lontano.

“Seguimi.”

C'erano un sacco di ricordi, legati a quel posto. C'erano corse tra i corridoi, mani nelle mani, sorrisi timidi e canzoni – e poi c'era quel Coraggio, il loro primo bacio, la proposta di matrimonio. Era tutto quasi troppo; alla Dalton ogni piccola cosa gridava di loro, e forse fu per quello che quando percorsero il loro corridoio Kurt sussurrò: “Io mi sono innamorato di te proprio qui.”

E poi Blaine lo trascinò senza dire nulla fino all'inizio delle scale, si voltò indietro e cercò il suo volto. Blaine brillava come mille soli, e Kurt si chiese per la prima volta da quando erano lì cosa stesse per succedere. Il cuore di Kurt era bloccato da qualche parte nel petto, e lui sapeva che avrebbe battuto freneticamente se avesse potuto – e dio, gli occhi di Blaine. Gli occhi di Blaine erano il sole.

Kurt fece qualche passo e poi si voltò e oh – erano proprio messi nella posizione in cui si erano conosciuti, Kurt un po' più in alto e Blaine che lo guardava con quel viso aperto, e un milione di emozioni diverse lo travolsero.

“Qui è cominciato tutto.”, sussurrò Blaine, guardandolo da sotto le lunghe ciglia. “Qui è esattamente dove la mia vita è cominciata, dove ha iniziato ad acquisire un senso, perché proprio qui ho incontrato te.”, continuò. Il cuore di Kurt pesava d'amore.

“Ho incontrato te, ed è stato come cominciare a vivere davvero. Come se tutto ciò che avevo fatto prima non avesse importanza. Da qui i nostri fili si sono intrecciati e poi non si sono mai davvero sciolti, nemmeno quando entrambi pensavamo che fosse finita.”

Kurt respirava affannosamente, perché il Blaine che aveva di fronte adesso gli ricordava troppo quello che gli aveva fatto la proposta – e non poteva sopportarlo.

“E' strano, ma è come se ogni azione della mia vita mi riporti qui.”, ammise Blaine, un sorriso luminoso che gli increspava le labbra. “Come un cerchio. Se ci pensi, qui è dove ti ho conosciuto, è dove tu ed io abbiamo smesso di essere due persone e siamo diventati un uno; e ora, è da dove io vorrei che tutto potesse ripartire. Perchè quel filo, Kurt - quel filo invisibile che lega il mio cuore al tuo - io sento che non si è ancora spezzato.”

“Blaine-”

“Aspetta, fammi finire.”, sussurrò Blaine, percorrendo uno scalino verso di lui. Erano più vicini adesso, faccia a faccia, cuore a cuore, uniti da un filo invisibile che era più forte di qualsiasi cosa, persino della paura.

“Te l'ho detto così tante volte, Kurt, ma non mi stancherei mai di ripetertelo: sei l'amore della mia vita. Tutto di me ti appartiene, ogni mio gesto, ogni mio respiro. Sono tuo, completamente; è sempre stato così, anche quando non potevo vederlo – ma tu lo hai sempre saputo. Ti ho perso una volta, Kurt, e dio, è stato...stato più che spegnersi. Era come se il buio avesse divorato la mia anima, e credevo di non poter tornare a vivere più. Ma poi sei tornato. Sei tornato, e ogni cosa era di nuovo colorata, vivida; ogni cosa piano piano ha riacquistato vita e senso, e poi tu eri lì, eri lì e mi hai sorriso – e io sono tornato ad essere Blaine, perché mi hai restituito la vita.” Gli occhi di Kurt sembravano uno specchio, erano così lucidi da sembrare trasparenti, belli come non mai. “Volevo solo...dirti grazie, per questo. Per tutto.” continuò piano Blaine, gli occhi che sembravano un oceano dorato.Per permettermi di vivere, per emozionarmi ancora, proprio come la prima volta; per darmi un noi, senza paure e per sempre. Come ti avevo promesso.”

Una singola lacrima scivolò giù dall'occhio destro di Kurt, nel momento in cui Blaine estrasse dalla tasca una piccola scatola di velluto blu. Dentro, proprio come la ricordava, c'era la sua fede. La stessa che aveva scelto insieme a Blaine quelli che sembravano millenni prima – eppure il loro amore era ancora lo stesso, ed era ancora così vivido e forte da far male.

“Kurt-”, soffiò Blaine, guardandolo negli occhi. “Qui e oggi voglio ricominciare ad averti. Voglio ricominciare a viverti, anche se il mio cuore sente che non ti ha mai davvero perso. Eri lì, sei sempre stato lì, non te ne sei mai davvero andato; e anche se di solito dicono di non credere nelle seconde opportunità, io voglio credere in te. Voglio credere in noi. Ti avevo detto che io e te siamo destinati a incontrarci ad ogni vita e innamorarci, ancora e ancora, vero? Questa è la tua nuova vita, e io scelgo di amarti anche adesso. Ci siamo innamorati anche adesso, e sarà così per tutta l'eternità – ed è così bello pensare all'eternità, quando ti stringo la mano, Kurt. Diventa talmente reale.”

Le braccia di Kurt bruciavano per quanta voglia avesse di stringere Blaine fino a fargli mancare il fiato.

“Quindi, Kurt Hummel.”, sussurrò Blaine, afferrando il piccolo anello, “Sii mio ancora. E per sempre, fin quando lo vorrai. Amami e permettermi di amarti. Costruiamo il nostro nuovo per sempre.”

“Blaine-”

“Dì di sì.”, sussurrò Blaine, gli occhi lucidi e pieni di speranza. “Ti prego Kurt, dì di sì”

Kurt sorrise, un sorriso che andava oltre le lacrime ed era leggero come una piuma. “Sì.”, sussurrò, allungando le dita per poter farsi mettere l'anello. “Avresti dovuto sapere che avrei detto sì.”

E a quel punto, proprio come anni prima, Blaine lo baciò – un bacio in cui le parole non erano ammesse e in cui le braccia si aggrapparono a tutto, qualsiasi cosa – e solo dopo gli infilò l'anello, e lo contemplarono insieme ancora una volta, con la stessa bellezza e incredulità della prima.

Poi Blaine alzò la sua di mano sinistra, facendo vedere a Kurt la sua fede, e a Kurt mancò il fiato.

“Ce l'hai ancora.”

Blaine sbattè le palpebre una singola volta prima di parlare. “E' come se non l'avessi mai tolta.”, gli confessò, gli occhi enormi e luminosi e lucidi, così lucidi che sembrava sul punto di piangere e tuttavia in bilico.

“Sono così innamorato di te, Blaine.”, sussurrò Kurt, gli occhi chiusi e la fronte appoggiata alla sua, il mondo sfocato attorno a loro che ormai aveva perso ogni tipo di senso. “Hai tutto, tutto di me.”

“Tu hai tutto di me.”, mormorò di rimando Blaine.

“Sai che io non posso più andarmene. O cambiare”, disse Kurt, stavolta senza paure o senza stupide bugie. “I-io...io rimarrò così per sempre, Blaine-”

“E io invecchierò. Lo so, c'è scritto sugli opuscoli.”

“Lo...lo sapevi?”

“L'ho sempre saputo.”

Kurt lo strinse più forte, aggrappandosi alla sua maglietta con le dita e facendosi venire le nocche bianche.

“Come hai fatto a tenermi con te?”, chiese, il tono di voce basso, la voce che sembrava vetro. “Come...come hai fatto a non lasciarmi andare?”

“Proprio come tu non hai mai lasciato andare me.”, gli disse Blaine, riaprendo gli occhi. Si guardarono a lungo, ambra immersa nell'oceano. “Perdere una persona che per te era tutto cambia ogni cosa, Kurt.”, spiegò Blaine. “Tu mi hai portato via tutto, e in un battito di ciglia me lo hai ridato. E ora non lo voglio perdere più, mai più.”

“Mi sorprendi sempre.”, ammise Kurt, strofinando piano il naso alla sua guancia. “Tu mi sorprendi sempre.”

“Davvero?”

“Davvero.”, il tono di voce era caldo, sincero, una medicina che curava vecchie ferite. “Anche in passato: credevo non riuscissi a superare certe cose, invece ci sei sempre riuscito. Sei più forte di quanto pensi, Blaine. Sei vita, sei stupendo, sei tutto ciò che di più bello ha questo mondo – e sono così felice di poter dire che mi appartieni.”

Blaine avrebbe tanto voluto dirgli che si sbagliava, che non era perfetto. Ma poi Kurt lo baciò, e Blaine si lasciò baciare, dimenticandosi per un momento che in mezzo a tutta quella bellezza c'era sempre un pezzetto di dolore.

 

***

 

Fu facile ricominciare a vivere la loro vita insieme. Fu facile lasciarsi andare e tornare ad essere un'unica cosa – KurteBlaine – forse perchè non avevano mai davvero smesso di esserlo, proprio perchè era scritto sui loro corpi che erano destinati a stare insieme, a non perdersi, a non dire mai addio.

Quella stessa sera Kurt chiese a Blaine di dormire con lui, e questa volta non servirono incubi per convincerlo. Entrarono nel loro letto e rimasero a fissarsi per un po', le mani intrecciate da qualche parte nei loro petti tra di loro, con le fedi che combaciavano e luccicavano insieme – e Blaine a un certo punto chiuse gli occhi e sospirò baciandolo, e Kurt si perse nel bacio, smettendo per un attimo di esistere.

“Tu mi emozioni, Kurt.”, gli sussurrò, e Kurt dopo rise, ma non perchè pensava che Blaine fosse ridicolo, ma perchè non era mai stato più felice – ed era strano da pensare quando a conti fatti era morto e poi tornato in vita in un'altra forma. Era strano ma reale, perchè aveva Blaine.

Non successe niente più di quello, semplicemente si addormentarono stringendosi e sussurrandosi parole d'amore – e quello era tutto ciò che mai avessero avuto di più vicino alla perfezione.

Fu bello ricominciare a svegliarsi ogni giorno con baci e movimenti pigri, fu bello per Kurt iniziare di nuovo a dare un bacio a Blaine prima che cominciasse a lavorare e accoglierlo la sera quando era stanco e spossato; lo accoglieva tra le braccia e lui si rilassava, e poi cominciava a respirare, perchè solo con Kurt il suo respiro acquistava un senso.

La sera guardavano la tv o leggevano insieme – e c'era calma nella loro voglia di fare, perchè adesso sapevano di non dover perdersi, e di avere tutto il tempo del mondo.

Una sera Blaine si era appisolato tra le braccia di Kurt, e a un certo punto al telegiornale locale diedero una notizia, ed entrambi si destarono.

David Karofski era stato gentilmente ammonito dalle autorità per aver ucciso un non-morto. Blaine rabbrividì quando seppe che era stato solo ammonito, perchè in realtà avrebbe meritato di marcire in prigione – ma a conti fatti, si sentiva anche più sicuro adesso.

La stessa notizia ricordò che uccidere un affetto da PDS equivaleva a uccidere una persona normale, completamente viva, e che la pena poteva essere il carcere – e in casi più particolari, l'allontanamento dalla comunità.

Kurt guardò Blaine e immerse la testa nel suo collo.

“Sono al sicuro, vero Blaine?”

E il suo corpo tremava così tanto, così tanto; e il suo tono di voce era così piccolo da far temere a Blaine che si potesse spezzare da un momento all'altro, così gli baciò i capelli e poi lo strinse forte.

“Sì, Kurt.”, disse in un sussurro. “Sì, sei al sicuro.”

 

***

 

Era una domenica e Blaine era a casa dal lavoro, ed erano le giornate che Kurt preferiva, quelle, perché potevano dedicarsi a loro stessi, prendere ogni cosa con meno impegno e comportarsi pigramente – proprio come a New York quando erano a un passo dai loro sogni e tutti sembrava semplice.

Fuori uno strato di neve ricopriva delicatamente il loro prato, e loro erano lì sul divano seduti intrecciati, le dita che si erano modellate sulla pelle dell'altro e i respiri in sincrono. A Natale mancava solo una settimana, e quella mattina dopo essersi svegliati avevano preparato gli scatoloni con l'albero.

“Vorrei rivedere i miei genitori, Blaine.”, sussurrò Kurt a un certo punto, lo sguardo perso in chissà quale punto lontano del piccolo pezzo di panorama che potevano vedere dalla finestra. Blaine si irrigidì dietro di lui, ma continuò comunque ad accarezzare la sua pelle.

“Credo...credo che sia giusto così.”, gli disse semplicemente, chiudendo gli occhi per un attimo e desiderando che il tempo si fermasse. “Loro lo vorrebbero.”

“Non...non lo so, Blaine.”, ammise piano Kurt. “Ho paura.”

Blaine gli baciò i capelli. “Loro non posso smettere di amarti.”, gli disse, stringendo più forte le braccia attorno al suo corpo. “Non possono, perché semplicemente non hanno scelta. Ti amerebbero sempre e comunque, e io credo che una parte del tuo cuore lo sappia.”

“Volevo proteggerli, Blaine.”, confessò Kurt. “Da me, da ciò che sono diventato. Non so se riuscirei a sopportare che mi guardassero negli occhi e vedessero...che non sono più io.”

“Sei sempre tu.”

“Okay, sto cominciando a capirlo, Blaine. Ma non so se loro possono vederlo.”

Blaine a quel punto immerse il viso nell'incavo del collo di Kurt, lì dove tutto sapeva di loro, di casa e calore.

“Ho continuato a vederli, Kurt.”

Ci fu una pausa, una pausa in cui Kurt prese un bel respiro e fece per dire qualcosa – ma niente era abbastanza, e non capiva, forse non voleva capire, e voleva solo piangere.

“I-io...avevo bisogno di vedere qualcuno che mi ricordasse te. Avevo bisogno di credere di poterti trovare nei ricordi, avevo bisogno di specchiarmi in occhi che potevano comprendere il mio dolore. Tuo padre mi ha aiutato tantissimo, Kurt.”, sussurrò Blaine. “Senza di lui non ce l'avrei fatta.”

Kurt non avrebbe dovuto sentire il suo cuore spezzarsi, eppure qualcosa cadde nel suo petto, e fu lacerante.

Solo- lacerante.

“Perchè, Blaine?”, chiese Kurt, e la sua voce era un velo.

“Perchè a volte il dolore è l'unica cosa che fa sentire vivi.”, ammise Blaine. “E soffrire mi faceva credere che tu ci fossi stato. E che ti avevo amato.”

Kurt strinse le braccia di Blaine che erano sopra al suo stomaco, schiacciandosi contro il suo petto.

“Vorrei poter essere forte abbastanza da cancellare ogni singolo pezzetto del tuo dolore.”

“Lo hai già fatto.”, sussurrò Blaine, sospirando piano. “Hai cancellato tutto nel momento in cui mi hai promesso di non andare via.”

Kurt sorrise, anche se sapeva perfettamente che Blaine non poteva vederlo – ma ormai era come se conoscessero i loro sorrisi a memoria, e andava bene così.

“Sarò con te, Kurt.”, sussurrò Blaine a un certo punto, spezzando il silenzio. “Sarò con te, quando deciderai di vederli. Non ti lascerò. E se c'è una cosa che so per certo, è che tuo padre vorrebbe rivederti. Credimi.”

Kurt avrebbe voluto scomparire in quel groviglio di braccia e gambe, avrebbe voluto diventare così piccolo da inglobarsi in Blaine – tuttavia, ancora non sarebbe stato abbastanza per sentirlo vicino, vicino come realmente voleva.

E poi Kurt pensò che fosse normale, pensò che era un argomento che poteva tirare fuori adesso che era tornato tutto come prima e non c'erano più segreti – così si rigirò tra le braccia di Blaine, e lo guardò dritto negli occhi attraverso le lunghe ciglia dorate.

“Com'è morta tua madre, Blaine?”

Blaine spalancò gli occhi e percepì il proprio cuore precipitare – perché lo sentì, lo sentì sulla pelle e sul corpo e sull'anima, che era arrivato il momento, che non poteva più nascondersi, che non aveva scelta. Le sue mani cominciarono a tremare insieme alle labbra, e gli occhi cominciarono ad appannarsi e il mondo si fece più sfocato e più buio, finchè Kurt non avvolse il suo volto tra le mani.

“Non soffrire da solo, Blaine.”, sussurrò Kurt. “Fammi sopportare un po' del tuo dolore. Posso farlo, lo sai.”

E a quel punto Blaine smise di fingere, e si spezzò in mille minuscoli pezzi.

In quel momento Blaine smise di essere Blaine, e si trasformò nell'ombra di sé stesso che aveva commesso troppi errori.

In quel momento, Blaine tornò per un attimo ad essere ciò che era stato senza Kurt: niente.

 

Le parole vennero fuori una ad una; una cascata di grovigli di lettere pasticciate di lacrime e singulti in cui ogni tanto Blaine si perdeva e diventava un'altra persona – e Kurt ascoltava, ascoltava con il cuore in mano e gli occhi pieni di lacrime e il labbro inferiore tra i denti, il dolore liquido che ormai scorreva nelle vene insieme al sangue.

“N-non potevo saperlo, Kurt.”, disse a un certo punto, aggrappandosi alla sua maglietta. “N-non potevo sapere che tu eri...eri uno di loro, e così ho cominciato a...a ucciderli. Pensavo fosse giusto, non- non provavo più, non sentivo più niente; mio padre diceva che era la cosa giusta ed io ero così arrabbiato perché avevo perso te e poi la mamma e...”

Alla fine una lacrima rotolò via e si infranse sulle coperte sotto di loro.

“Ti prego, non odiarmi.”

Kurt tremava.

“Io non sapevo più chi ero, Kurt.”

Perchè a volte amare deve ferire così tanto?

“Il mio cuore non batteva più. Nulla aveva più senso, non senza di te.”

E Kurt a quel punto si aggrappò al volto di Blaine, Blaine afferrò con delicatezza il suo e piansero insieme – ed era qualcosa di nuovo, qualcosa che non avevano mai fatto. Lacrime che si mischiavano insieme e dolore che era così forte da lacerarli – era troppo, e loro lo sapevano, eppure rimanevano insieme, aggrappati come se se staccarsi significasse morire.

“Kurt, scusami.”

“I-io...” Kurt rimase senza parole. Non c'era niente da dire, niente che Blaine meritasse, niente che potesse cambiare quello che era successo. Era così e basta – e feriva.

“Non- non lasciarmi.”, lo implorò Blaine, sfiorando le sue labbra con le proprie. I suoi occhi di miele erano inondati di tristezza e sconfitta. “Solo- non lasciarmi.”

Ed era tutto troppo; le loro mani sui volti e le lacrime e tutto quel dolore e alla fine Kurt represse un singhiozzo e guardò Blaine negli occhi.

“Non ce la faccio.”

E si alzò. Si alzò perché non aveva scelta, doveva fuggire il più lontano possibile e riuscire a respirare lontano da tutto quello perché dio, non era possibile che la mamma di Blaine fosse stata uccisa da una persona che era stata come Kurt – come Kurt – e che Blaine poi avesse fatto parte dell'esercito per eliminarli – e davvero c'era dolore, troppo dolore anche solo da concepire. Kurt scivolò via dalle braccia di Blaine e andò in camera; lì chiuse la porta e si lasciò scivolare contro il legno.

“Kurt.”

Blaine aveva chiamato il suo nome in un sussurro, mentre lui si alzava. Un richiamo disperato, l'ultima ancora alla quale aggrapparsi per non annegare.

“Kurt-”

Ed ora, contro il legno della porta, Kurt sentiva Blaine piangere a pochi metri da lui, ma non riusciva a credere di essere forte abbastanza da asciugare le sue lacrime. Gli tremavano le mani, e le gambe, e il piccolo corpo – era tutto tremendamente sbagliato, e Kurt voleva sentire Blaine ridere. Non voleva più le sue lacrime, voleva una vita nuova, una vita senza sbagli e piena di luce.

Ma forse non era quello l'amore. Forse non era costruire qualcosa di perfetto e immacolato e privo di errori – forse voleva dire soffrire, soffrire insieme, forse voleva dire essere forti abbastanza da guardare le ferite e credere di poter essere più forti; forti abbastanza da dimenticarle e costruire nuovi percorsi. Era sempre stato così, fra di loro; nulla era mai davvero stato semplice ma alla fine avevano trovato un modo per amarsi. Amare è distruggere – ed avere il coraggio di guardare indietro e credere di poter continuare a farlo nonostante tutto.

E, proprio per questo, Kurt si alzò in piedi e aprì la porta e corse verso Blaine, e non aspettò un secondo di più a sedersi accanto a lui. Blaine era smarrito, il volto rigato di lacrime e il petto scosso da singhiozzi, ma non fece in tempo a dire nulla, perché Kurt avvolse il suo volto tra le mani e lo baciò – un bacio così denso di loro e puro e perfetto che dimenticarono per un momento perché stavano piangendo.

“Facciamo l'amore.”

Blaine spalancò gli occhi – e Kurt avrebbe riso, se non fosse ancora ridotto in quelle condizioni per colpa delle lacrime che non smettevano di scendere.

“K-Kurt-”

“Ti amo.”, soffiò Kurt, ogni parola che si infrangeva sulle labbra di Blaine. “Ti amo, e questo non cambia. Non potrà mai cambiare, e ti perdono. E non sono arrabbiato. Non ti odio, non potrei mai odiarti, e non ti lascerò.”, gli disse, per poi baciarlo piano di nuovo. “Dio, non voglio lasciarti, sei pazzo se pensi che possa farlo.”

Si baciarono con foga, Kurt si aggrappava al corpo di Blaine e Blaine che raggiungeva i suoi fianchi e i suoi capelli con le mani bollenti.

“Facciamo l'amore, Blaine.”, ripetè Kurt, gli occhi blu che brillavano di desiderio e di qualcosa di più radicale, qualcosa che arrivava dall'anima. “Solo...permettimi di dimostrarti che voglio rimanere. Non esistono le parole – lascia che te lo dimostri avendoti. Ti voglio, Blaine – voglio prendermi cura di te, voglio perdermi, voglio dimenticarmi di tutto, voglio annegare in te, voglio che esistiamo solo noi due. Ti prego, dimmi che ne hai bisogno quanto ne ho bisogno io.”

Blaine gli baciò lo zigomo, la guancia, un punto impreciso del collo, poi risalì lungo la mandibola.

“Ti voglio così tanto che mi fa male.”, ansimò. “Ma ho paura.”

“Siamo io e te.”, sussurrò Kurt, piegando la testa per appoggiare la fronte su quella di Blaine. “Non c'è bisogno che tu abbia paura.”

Si baciarono di nuovo, a lungo e disperatamente.

Ti prego.”, gemette Kurt, stringendo la maglietta di Blaine così forte tra le dita da sentire dolore.

E Blaine accennò un sorriso – il cuore che scoppiava nel petto, e poi smise di esserci solo buio.

 

Si spogliarono con calma e lentamente, le loro labbra che non si staccavano mai realmente e le mani che rincorrevano pezzi di pelle e c'era sospiri, tanti di quei sospiri e a volte il cuore di Blaine batteva così forte che cancellava tutti gli altri suoni. In qualche modo erano solo loro, il mondo nella sua interezza poteva aspettare e continuare per la sua strada, perché Kurt e Blaine erano in un angolino perfetto, l'angolino che avevano costruito e per cui avevano lottato, e andava bene così.

Si tolsero le magliette e le lasciarono scivolare per terra, e Kurt passò un singolo dito sul petto di Blaine e poi più in basso e Blaine fece un suono che non aveva un nome, un suono che veniva dal profondo della sua gola e vibrava di desiderio, poi i loro occhi si incontrarono di nuovo e si baciarono, ancora e perdendo fiato, perdendo il cuore e tutto, tutto quello che avevano.

“Sei la mia vita.”, Blaine non aveva paura di soffiare quelle parole. Le ripeteva come un mantra sulle labbra di Kurt e Kurt le ingoiava con dolcezza, tra un bacio e l'altro. “Sei tutta la mia vita.”

E in qualche modo si trovarono sdraiati sul letto, Blaine che sovrastava Kurt e Kurt che osservava ogni suo movimento – ed erano avvolti dal buio, dall'amore e da qualcosa che in qualche modo andava anche oltre.

“Non voglio perderti mai più.”, sussurrò a un certo punto Blaine, immergendo la testa nell'incavo del suo collo e cominciando a succhiare la sua pelle. “Mai più – non posso, non posso perderti.”

“Ti appartengo.”, ansimò Kurt a un certo punto, perché ora Blaine era ovunque, c'erano le sue mani e le sue labbra e calore e perfezione e Kurt di tanto in tanto inarcava la schiena e cercava le sue labbra – e poi annegava, perché Blaine gli portava via tutto, ogni piccola cosa. “Non puoi perdermi.”

Rimasero completamente nudi e intrecciati e si mossero con una calma che non pensavano di avere, e a Kurt scivolò via una lacrima quando Blaine tracciò con il pollice una linea sul suo volto e poi sorrise e disse: “C'è uno sbuffo di fondotinta.”, ma c'era tanto di quell'amore, tanta di quella devozione - qualcosa che non si può comprendere con gli occhi e con la pelle ma con ciò che c'è sotto, qualcosa di più profondo, primitivo, radicale.

“Mi fai sentire umano.”, sussurrò Kurt a un certo punto, mentre Blaine lo preparava e lo baciava sulle labbra. “Così vivo e umano, sento tutto, sento te, ed è da togliere il fiato.”

Blaine baciò i suoi lividi, i segni sulla pelle che si era procurato con il tempo con calma e devozione e pazienza – morse e succhiò e prese e pianse e sorrise tristemente e Kurt piagnucolò perché a volte sentiva di non farcela, ma poi Blaine gli afferrava la mano e lo baciava, e tutto smetteva di far paura.

Kurt accolse Blaine con una smorfia, gli morse piano la spalla e si aggrappò al suo corpo con tutte le forze – e solo quando furono entrambi pronti cominciarono a muoversi, e improvvisamente il mondo era di nuovo giusto, il mondo apparteneva a entrambi, a Kurt e Blaine, insieme, un unico essere.

“Non esistono parole per dirti quanto ti amo-”

“Shhh.”, gemette Kurt, mordendosi le labbra. “Va bene, Blaine – io ne ho un'idea.”

E poi ci fu lentezza e indugio e calma e premura in ogni gesto, negli sguardi e nei tocchi e nei baci – più di sempre, non erano mai davvero stati così gentili, nemmeno la prima volta, ma in un certo senso era come se lo fosse. Un punto in cui ripartire, in cui ricominciare ad essere loro stessi.

E quando finì e rimasero intrecciati, Blaine che non aveva alcuna intenzione di lasciare Kurt, questo gli baciò i ricci e poi diventò piccolo contro il suo corpo.

“Ti amo.”, disse. “Senza paure e per sempre.”

Kurt lo strinse più forte, cancellando ogni spazio che avevano lasciato tra di loro.

“Hai il mio cuore, Kurt.”, soffiò Blaine. “Ogni suo battito è tuo.”

.





 

.





 

.

Uhm. Dunque, per diverse ragioni ho fatto un po' fatica a scrivere questo capitolo e penso possiate immaginare il perché. Avevo paura di quest'ultima scena, perché riflettendo bene non sono ancora sicura che ci possa stare bene o meno. Kurt è uno zombie, quindi tecnicamente è morto, ha pochissimo sangue in circolo e per questo motivo non dovrebbe essere in grado di avere un rapporto sessuale - se quello che vi sto dicendo vi infastidisce minimamente smettete di leggere, pls! Detto questo – sono Kurt e Blaine. E solo – avevo bisogno di un qualcosa di più. Non mi interessa quello che succede tecnicamente o nei minimi dettagli, non mi interessa di quello che Kurt sotto le lenzuola può fare o non può fare – mi interessava il gesto, e volevo che si capisse che al di là di tutto, è la purezza dell'atto che va messa in primo piano. Non il sesso – fare l'amore, puro e semplice amore, non conta nient'altro.
Mi scuso in anticipo se trovate la spiegazione priva di senso o fastidiosa.
Detto questo – mi farebbe infinitamente piacere se mi faceste sapere cosa ne pensate. Davvero, non ne avete idea. Questi capitoli sono i più importanti e ho bisogno di sapere se stanno piacendo e vi stanno lasciando qualcosa! Vi giuro, ho troppissima ansia. Come sempre >.<
Grazie a tutti quelli che sono arrivati fin qui. Il capitolo è dedicato a ognuno di voi <3
Vostra,
 
Je <3
   
 
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