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Autore: Therainsmelody    03/12/2014    1 recensioni
Abby ha problemi con il padre che la tratta come una serva;
Cara vive una vita agiata ma è insoddisfatta di se;
Nicholas ha un terribile e oscuro passato;
Lucas non fa che preoccuparsi per gli altri;
Ethan cerca solo di salvare il fratello dalla loro disastrosa famiglia
e Alan di scoprire il segreto che suo padre gli tiene celato da anni.
Sarà una lettera a dare inizio a quella che verrà ricordata come
la più grande rivelazione di segreti a cui la piccola cittadina di Wahoo abbia mai assistito,
ma la verità arriva sempre con un prezzo.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 12 – Nel tuo cuore

Porta un albero verde nel tuo cuore
E forse gli uccelli vi verranno a cantare.
 
Pov Abby
 
Fuori si gelava ma all’interno della tenda la temperatura era più che accettabile.
Avevamo montato le nostre tre tende tra alcuni alberi, che si trovavano in mezzo a quella che sembrava la più grande distesa erbosa della storia; per arrivare in paese bastava camminare dieci minuti eppure nella riserva naturale pareva proprio di trovarsi al centro del nulla.
Io e Nick occupavamo quella centrale, la più piccola.
Cara si era fiondata al seguito di Lucas nella prima sulla destra e tutti avevamo notato quanto fosse sollevata nel aver trovato posto con uno dei suoi migliori amici.
Infine, sulla sinistra, stavano Alan e i due McKaine che, praticamente, non si conoscevano.
Non ero mai stata così felice di avere un ragazzo come in quel momento, non dovevo nemmeno pormi la questione sul chi avrebbe diviso la tenda con me!
I lembi dell’entrata si scostarono lasciando passare Nicholas che, una volta richiusa la “porta”, si lasciò cadere di peso sul suo materassino.
<< Stanco? >> Alzò la testa quel poco che bastava per poter sbirciare con un occhio nella mia direzione e sorrise impercettibilmente.
<< Montare queste tende è stata la cosa più faticosa e complessa che io abbia mai fatto. >>
<< Quindi sei stanco. >> Conclusi io.
Facendo leva sui gomiti alzò il busto e mi lanciò un’occhiata ben più seria della precedente.
<< E tu come stai? >>
Come sto?
Bella domanda.
Non ne avevo la minima idea.
Non avevo voluto nemmeno pensarci, non finché non fossimo stati abbastanza lontani dalla minaccia di John.
Ora lo eravamo.
Una vocina in fondo alla mia testa diceva che non era vero, che non eravamo in salvo.
Invece lo eravamo, dovevamo esserlo.
Lo avevo deciso io.
Volevo con tutta me stessa che fosse così.
<< Non lo so. >> Ci fu un lungo attimo di silenzio fra di noi. Io continuavo a fissarmi i piedi ma riuscivo comunque a sentire il suo sguardo indagatore su di me.
<< Ascolta. Nessuno ti dice che devi prendere tutto quello che Chris ha detto per vero. Ok, sappiamo tutti che John è una persona orribile e che probabilmente ha davvero fatto … insomma, quello che ha fatto, ma questo non significa che tu debba odiarlo e cancellare anche quei pochi ricordi belli che hai con lui. Per quanto ne sappiamo Alexis avrebbe potuto dirgli che voi non eravate figli suoi solo perché amava Chris e voleva sapervi al sicuro con lui. >> Nick si alzò del tutto e scivolò velocemente al mio fianco, circondandomi nel suo confortante abbraccio.
<< Abby, nessuno può essere certo della verità ma soprattutto nessuno può decidere come ti senti. È certo che Chris è tuo padre e che Alan è tuo fratello? Bene! Questo però non significa che per te debbano essere tali. Mio padre era un mostro; picchiava me e mia madre. Il fatto che fosse mio genitore era più che certo, ma questo non mi ha impedito di non reputarlo tale. Non l’ho mai considerato mio padre nel vero senso della parola; per me quello era solo il nostro grado di parentela, nulla di più. >>
Ero abbastanza sicura che la storia di Chris corrispondesse al vero, bastava guardare me e Alan: io ero uguale ad Alexis; lui era uguale a Chris, ma entrambi avevamo gli occhi ambrati di nostra madre; eravamo nati lo stesso giorno e se questo non fosse stato sufficiente c’era la lettera di John nella quale era più che evidente che si parlava di noi.
Era la verità, non c’era alcun dubbio.
Ma era vero per me?
Quello che Nick voleva dirmi era che solo io potevo decidere, nel profondo del mio cuore, se queste persone erano la mia vera famiglia.
<< Grazie, Nicholas. È incredibile come tu sappia sempre cosa dire per tirarmi su il morale. >> Sentii le sue labbra premere delicatamente sulla mia nuca.
<< In fondo sono il tuo ragazzo. >> Un bacio sulla fronte.
<< Sarei un pessimo ragazzo se non riuscissi a confortarti. >> Un altro sul naso.
<< O mi sbaglio? >> Finalmente la sua bocca raggiunse la mia.
Era tutto il giorno che aspettavo di poterlo baciare senza angosciarmi su quale treno o autobus saremmo dovuti salire di lì a poco.
Mi abbandonai tra le sue braccia.
Baciare Nick era come volare. Il mio corpo non aveva più peso, la forza di gravità non lo spingeva più verso il basso. Ero libera di andare dove volevo.
<< Non ti sbagli. >> Risposi dolcemente quando ci separammo.
Lo facevo malvolentieri ogni volta.
Avrei voluto poter restare per sempre così; vicino a lui non avevo paura di niente e di nessuno.
Ero davvero felice, sarebbe stato bello poterlo essere in ogni istante.
Nicholas mi scostò un ciocca di capelli dal viso accarezzandomi lentamente la guancia per poi scendere al collo.
Lo afferrai per la maglietta e lo trassi a me. Il mio gesto lo sorprese così tanto che finì per perdere l’equilibrio ed entrambi ci ritrovammo sulla mia parte di letto, uno sopra l’altro.
<< Ero piuttosto certa che saresti stato tu a farci finire in questa posizione. >> Dissi sogghignando.
<< Guarda che la mia era tutta una tattica per farlo fare a te! Mi piacciono le ragazze che prendono l’iniziativa. >> Non feci in tempo a ribattere che Nick mi stava nuovamente baciando.
Avrei voluto sciogliermi; fondermi con lui così da poter essere un tutt’uno. Per sempre.
Il calore che percepivo nel basso ventre aumentò fino a raggiungere ogni parte del mio corpo.
Nicholas scese con la bocca a baciarmi il collo; quanto adoravo quel punto, era il migliore per i baci. Feci scorrere le mani sulla sua schiena, lentamente, mentre le sue labbra continuavano a sfiorarmi il collo. Raggiunsi l’orlo della sua felpa e la tirai verso di me, sfilandola in un solo colpo assieme alla maglietta.
Le gettai lontano.
Nick tornò a concentrarsi sulla mia bocca; le mani che accarezzavano dolcemente i miei fianchi.
Poco dopo il mio maglione finì con gli altri indumenti in un angolo remoto della tenda.
I baci erano rincominciati a scendere, sempre più in basso, sempre più piacevoli.
Un gemito mi sfuggì dalle labbra e Nick alzò gli occhi su di me.
<< Devo dire che è terribilmente strano e mi mette parecchio in imbarazzo chiederti questo, ma … vuoi … ? >> Era diventato completamente rosso, nello stesso modo in cui lo era quando mi aveva baciata la prima volta.
<< Farlo? >> I suoi occhi verdi non si staccarono dai miei, neanche per una frazione di secondo, mentre aspettava la mia risposta.
C’era un tale casino nella mia testa in quel momento che, anche sforzandosi, non sarebbe mai riuscito ad immaginarlo.
<< No, non ora e non in queste circostanze. Ci sono cose che devo ancora capire e altre che forse non comprenderò mai davvero. Al momento sono piena di emozioni contrastanti e non voglio che queste m’intralcino nelle mie decisioni. >> Un ciuffo, nero come la notte, gli ricadde sulla fronte e, automaticamente, lo scostai imprimendo in quel gesto tutto l’amore di cui ero capace.
<< E riguardano anche me queste cose che devi capire? Hai dei dubbi su di noi? >> Sembrava realmente preoccupato che la risposta fosse sì.
<< No, riguardano solo me e la mia famiglia. >> Si lasciò cadere di lato, la sua testa appoggiata appena sotto al mio seno.
<< Quando succederà il mio cuore sarà solo per te. >>
 
Pov Alan
 
L’aria notturna era gelida; forse, se la temperatura fosse scesa ancora un po’, avrebbe addirittura potuto cominciare a nevicare. Non che me ne importasse; per me avrebbe potuto venir giù anche un metro di neve che non avrei notato la differenza.
Non sentivo niente.
Non provavo niente.
Il mio cuore era diventato di ghiaccio.
Mio padre era sempre stato il mio solo e unico genitore; il mio punto di riferimento; la mia ancora di salvezza e ora, dopo ben diciassette anni, saltava fuori che era stato un delinquente; che aveva nascosto un omicidio; che aveva dovuto vedere in segreto la donna che amava e che con lei aveva avuto due figli.
Due, non uno, due.
Potevo perdonargli qualsiasi cosa, ma non Abby.
Riempii i polmoni con tutta l’aria a cui riuscii a far spazio, poi espirai il più lentamente possibile e rimasi a fissare il mio respiro condensarsi in piccole nuvolette bianche.
Faceva davvero freddo, ma le basse temperature non mi avevano mai dato fastidio. Inoltre le nostre tende avevano una tenuta termica eccezionale; se avessi deciso che là fuori il gelo era troppo anche per me avevo sempre un posto dove andare a rifugiarmi. Alzai gli occhi verso il cielo: la luna era quasi piena, mancava solo un misera e sottile falce.
Un rumore improvviso mi fece voltare.
Passi che si dirigevano verso di me facendo scricchiolare il tappeto di foglie morte sul quale si posavano. Appena fu abbastanza vicino lo riconobbi: Lucas.
<< Che ci fai qua fuori al freddo e al gelo? >> Sorrideva.
Non c’era stata neanche una volta, da quando lo conoscevo, che non l’avessi visto con quel sorriso stampato sulle labbra.
Tornai ad alzare lo sguardo, ma continuai ad osservarlo con la coda dell’occhio.
<< Rifletto. >> Rimase a fissarmi, in silenzio, senza alcun motivo apparente. Non stava aspettando una risposta migliore; non voleva pormi nessuna domanda.
Attesi.
<< Sulla tua famiglia; su Abby; su tutto questo casino, immagino. >> Non c’era molto altro a cui pensare; non ci voleva un genio per capirlo.
<< Sì. >> Lucas smise di guardarmi e alzò gli occhi alla luna.
Io li abbassai, posandoli su di lui.
<< Nessuno di noi può scegliere la propria famiglia, ci si nasce e non c’è via di scampo. Io so di essere fortunato: la mia famiglia è piena d’amore, di affetto e siamo tutti molto legati tra di noi. So anche che non tutti lo sono; so che, per quanto la tua vita possa sembrarti noiosa o brutta, c’è sempre qualcuno messo peggio di te. Abby è cresciuta con un padre degenere, uno pseudo psicopatico che, tra l’altro, si è scoperto non essere il suo vero padre. Cara può sembrare felice, a prima vista, ma sua madre pretende che lei sia una persona diversa da quella che è realmente e nessuno dei suoi genitori si è mai dato la pena di chiederle cosa volesse dalla vita o che genere di persona aspirasse ad essere in realtà. Nicholas ha perso i suoi genitori perché suo padre era un alcolizzato violento che picchiava lui e sua madre; l’unica persona che gli è rimasta è sua zia e non si può dire che quella donna abbia avuto una vita facile. Di Ethan e Jess non so dirti molto se non che la madre li ha abbandonati anni fa e il padre è un drogato senza speranze. Nessuna famiglia è perfetta; tutti abbiamo dei problemi, solo che alcuni ne hanno di più grossi rispetto ad altri. Questo però non significa che siano insormontabili. >>
Bel discorso.
Cazzo, se lo avessi saputo farei io un discorso così, la verità sarebbe venuta fuori anni fa. Non avrei dovuto vivere nell’ombra delle bugie di mio padre.
<< È bello quello che stai dicendo, ma il fatto che i problemi si possano sempre superare non implica necessariamente che questo non causi dolore. Spesso è più semplice rinunciare che affrontare le difficoltà; quando attacchi non ne esci mai indenne, anzi, a volte non ne esci affatto. >> Le mie parole attraversarono l’aria e ,come scintille, accesero lo sguardo di Lucas di una determinazione così bruciante che avrebbe potuto radere al suolo l’intero universo.
<< Rinunciare non è semplice, è facile! Noi non siamo nati per le scelte facili, siamo nati per combattere e per rialzarci dopo ogni caduta. Chi fugge sopravvive, questo è vero, ma quanto è triste e desolata una vita da fuggiasco? Quanta sofferenza procurano i rimpianti? Ne vale davvero la pena? Se li affronti potrai anche non vincere, ma avrai il diritto di camminare a testa alta; potrai sempre dire che tu, almeno, ci hai provato. Chi ti dice, poi, che non prevarrai sui tuoi nemici? Chi ti dice che non riuscirai a raggiungere la felicità che stai cercando? Se non tenti non avrai mai le risposte a queste domande e ancora meno avrai il tuo lieto fine. >> Ansimava, in tutta la frase aveva preso fiato soltanto una volta: all’inizio. Il suo respiro di trasformava in piccole nuvole effimere, pochi istanti ed erano svanite.
Ero semplicemente ammutolito.
Nessuno aveva mai sprecato così tanto tempo e parole per me, nemmeno Abby.
Perché darsi tanta pena per uno che si conosceva su per giù da una settimana.
Lucas era ancora fermo nella stessa identica posizione: le braccia tese sui suoi fianchi; le mani strette a pugno; il petto che si alzava e si abbassava più in fretta del normale; le labbra senza la minima ombra di sorriso; la mascella contratta e una sorta di vago tentennamento negli occhi.
Sembrava sul punto di fare qualcosa e, allo stesso tempo, di non fare assolutamente niente.
Era un po’ come se il nostro discorso si stesse applicando alla realtà in quel preciso momento: Lucas stava decidendo se scappare o combattere.
La domanda sorse spontanea nella mia mente.
Per cosa?
Dopo quello che mi aveva detto non avrei scommesso per nulla al mondo sulla sua fuga, eppure indugiava.
Cos’è quella cosa che fa vacillare anche il cuore più saldo?
Mi chiedevo se la risposta fosse unanime, se a quel quesito corrispondesse un’unica soluzione.
Se era così, allora mi bastava pensare.
Come risponderei a questa domanda, se mi venisse posta?
Amore.
Anche il più deciso dei cuori trema di fronte all’amore.
Lo capii una frazione di secondo troppo tardi.
Lucas aveva deciso più in fretta di quanto io avessi ragionato.
Scattò in avanti afferrandomi per la giacca ed io ero troppo scioccato anche solo per reagire. Mi trasse a sé con sicurezza, facendo aderire perfettamente i nostri corpi, e poi le sue labbra trovarono le mie. Non avevo mai baciato un ragazzo in tutta la mia vita; in realtà l’unica che avessi mai baciato, oltre che essere la ragazza di un altro, era anche mia sorella.
La mia esperienza poteva quindi dirsi pressoché disastrosa.
Quando sentii la sua mano scivolare fra i miei capelli realizzai in quale situazione assurda fossi finito e la mia mente urlò a piena voce: fa qualcosa, qualsiasi cosa!
Non è che volessi ferire i suoi sentimenti; fu una reazione piuttosto istintiva.
Poggiai entrambe le mani sul suo petto e lo spinsi via con tutta la forza di cui disponevo.
Quello che vidi in lui fu un’immensa tristezza, io più di tutti sapevo quanto facesse male essere rifiutati, ma non potevo ricambiare quel bacio; non potevo mentire solo per farlo sentire meglio.
<< Alan …  >>
<< Non è colpa tua. >> Non riuscivo più neanche a guardarlo.
Ero proprio una persona orribile.
<< Scusa. >> Non aspettai una risposta, mi voltai e cominciai a correre.
 
Pov Lucas

 
Cara se n’era andata chissà dove e nella tenda c’ero solo io. Dovevano esserci almeno quindici gradi di differenza tra il dentro e il fuori. Era veramente impressionante.
Non che potesse importarmene davvero qualcosa, avevo ben altro per la testa.
Come diavolo m’è venuto in mente di baciarlo!
Ci conoscevamo da meno di una settimana, come avevo potuto anche solo pensare che avrebbe ricambiato? Sapendo quello che era successo tra lui e Abby avrei dovuto immaginarlo.
<< Lucas! Sei lì dentro? >> Quasi l’avessi evocata, la voce di Abby mi giunse, distante e ovattata, dall’altro lato di quella che Cara aveva soprannominato: “La Magna Entrata”.
<< Sì, entra. >> Dopo poco la sua esile figura fece capolino nella tenda e venne a sdraiarsi con uno sbuffo al mio fianco.
<< Come stai, Gigante Gentile? >> Una risata mi sfuggì dalle labbra quando sentii quel nomignolo. Era un sacco di tempo che Abby non mi chiamava così; l’ultima volta era stata all’inizio delle medie, forse. Risaliva ai tempi in cui ero cresciuto di ben otto centimetri in un solo anno, mentre lei era rimasta la tappetta di sempre, e sosteneva imperterrita che mi stessi trasformando in un gigante.
<< L’amore fa schifo e io sono proprio sfortunato in quel campo. >> Abby piegò la testa di lato, assumendo la sua tipica posa dubbiosa che, solitamente, era seguita da una richiesta di spiegazioni.
<< Cos’è successo? E, solo per la cronaca, non sei sfortunato! Voglio dire, sei probabilmente il gay che ha rimorchiato, senza volerlo, più ragazze in assoluto! >> Risi di nuovo. Quanto era dolce quando cercava di tirarmi su il morale.
<< Credo che tu ti sia dimenticata di Matt Bomer. >> Lei si coprì la bocca per cercare di fermare le risate; fu piuttosto inutile.
Ci mise ben cinque minuti prima di riuscire nuovamente a parlare.
<< Hai perfettamente ragione. >> Si era un po’ ripresa, ma ogni tanto veniva ancora colta da attacchi di ridarella acuta.
<< Allora, vuoi dirmi cos’è successo? >> Esitai. Non avevo voglia di parlarne, solo che lei era Abby e non potevo nascondere qualcosa alla mia migliore amica.
In più, quando loro due si erano baciati, lei me lo aveva detto.
<< Ho baciato Alan. >> La sua bocca si mosse nel vano tentativo di far fuoriuscire qualche parola, ma neanche il più piccolo dei suoni lasciò la sua gola.
Ci riprovò.
<< E lui? Che ha fatto? >> Era proprio da Abby.
Non mi avrebbe mai chiesto il motivo per cui avevo agito in un certo modo, non come prima domanda almeno. Quello che agognava sapere subito, era il dopo; cos’era successo e cosa avevo provato.
<< È corso via. Ora credo di aver compreso l’espressione “ho sentito il mio cuore cadere a pezzi”. >> Abby si avvicinò e mi avvolse nel suo caldo abbraccio.
<< Anch’io sono corsa via quando Alan e io ci siamo baciati, e sai perché l’ho fatto? >>
<< Forse perché dentro di te sentivi una vocina solitaria che ti urlava forte e chiaro: incesto! >> Un pugno mi colpì in pieno petto lasciandomi senza fiato.
<< Non scherzare! Stavo parlando seriamente! >> Disse sorridendo.
Mi scusai e la spronai a continuare.
<< Mi sentivo in colpa per via di Nicholas. Non tanto perché, anche se avevamo litigato, continuavo a considerarlo il mio ragazzo e vedevo quel bacio come un tradimento nei suoi confronti. Assolutamente no, nulla di tutto questo. La verità è che sono scappata perché avevo paura di non riuscire a fermarmi, di potermi rifugiare in Alan per sempre perdendo quello che in realtà era il mio vero amore, perdendo Nick. >> Feci scivolare il mio braccio sulla sua schiena e la strinsi più forte a me.
<< Che stai cercando di dirmi con questo? >> Lei sospirò, quasi esasperata dal fatto che non riuscissi a cogliere un messaggio per lei così semplice.
<< Ciò che intendevo è che, davanti a quello che potrebbe essere amore, le persone possono anche spaventarsi e fuggire. Non ti sto dicendo che Alan l’abbia sicuramente fatto per questo motivo, ma potrebbe darsi. Forse in quel momento si è reso conto che avrebbe potuto amarti e ha avuto paura di perdere quello che per lui è il suo vero amore. >> Ero a dir poco perplesso.
<< Paura di perdere te? Ma sei sua sorella! >>
<< Sì, ma l’abbiamo scoperto solo dopo che si era innamorato di me, scemo! >> Restammo in silenzio per un attimo.
Feci scorrere, con molta dolcezza, le mie dita per tutta la lunghezza della sua schiena formando piccoli cerchi e spirali.
<< Posso farti una domanda, Abby? >>
<< Puoi chiedermi tutto quello che vuoi. >>
<< Se Nicholas non avesse mai fatto parte della tua vita e se Alan non fosse tuo fratello, credi che saresti rimasta? L’avresti amato? >> Sapevo che era una domanda difficile dal modo in cui Abby corrugò la fronte e strinse le labbra.
Stava ragionando.
Potevo quasi vedere gli ingranaggi ruotare nella sua piccola testolina.
<< Sì, l’avrei amato con tutto il mio cuore. >> Ero stupito della risposta così rapida e decisa.
Così poco tipicamente da lei.
<< Quindi dici che ne vale la pena di amarlo e di continuare a lottare per il suo cuore? >> Abby alzò la testa e mi fissò intensamente negli occhi prima di rispondere.
 << Il cuore di Alan non vale solo una lotta, vale una guerra intera. >>


Spazio Autrice

La mia lentezza è, come sempre, incredibile. Nonostante questo eccomi qua con il nuovo capitolo!
Prima di tutto spero davvero che vi piaccia e, naturalmente, sono sempre felice di leggere le vostre opinioni (quindi recensite!).
Sono stata indecisa fino all'ultimo sul bacio di Lucas e Alan (perché, dai, si conoscono appena!) però volevo dar modo a Lucas, per la prima volta dall'inizio della storia (credo), di preoccuparsi di un SUO problema e non di quelli che sembrano sempre circondare i suoi amici.

La frase all'inizio è un proverbio cinese che ho trovato sulla prima pagina di una delle mie raccolte di haiku e che ho sempre reputato molto carino.

Detto questo, la chimica mi richiede quindi scappo.

Alla prossima,
Mel

 
   
 
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