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Autore: live_evil    04/12/2014    1 recensioni
Savhanna ama i suoi colori, e cerca costantemente di tenerli in vita, anche se poi la sua nuova vita ancora le fa schifo.
Luke non conosce i colori, lui vede tutto in modo trasparente, anche se lui poi è tutt’altro che trasparente.
Alexix è azzurro, come quello degli occhi di Savhanna, prima che fossero travolti dalla tempesta. Il suo è un azzurro cielo, sereno. Lei porta serenità ovunque si trovi.
Ashton è verde, un verde speranza. Perché lui in un miglioramento ci crede.
America è rosso, America è un vulcano in continua esplosione che è pronto a travolgere tutto.
Calum è lillà, lui è tutto ciò di più calmo e dolce ci sia.
Kayla è giallo, come i fiori che ormai ornano sempre i suoi capelli.
E poi c’è Michael, il cui suo silenzio potrebbe sembrare vuoto, ma in realtà è pieno di significati nascosti, proprio come il bianco.
Loro insieme sarebbero un caos di colori, ma infondo a loro il caos piace.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Why?
Un ringraziamento speciale  a Nicchan_
che ha recensito e aggiunto la mia storia alle seguite.
 
Savhanna non seguiva mai le lezioni, questo era poco ma sicuro, preferiva disegnare sul suo squadernino. Non sapeva mai cosa disegnava, seguiva il suo istinto, le mani andavano da sé e deve ammettere che spesso neanche lei capiva i significati dei suoi disegni. Quello, era uno di quei giorni.
 
Perché aveva disegnato una rosa di cui ogni petalo aveva un colore differente, e aveva riempito quella rosa di spine? Questo non lo sapeva. Non sapeva perché avesse scelto proprio quei colori: il nero, l’azzurro, il verde, il lillà, il rosso, il giallo e il bianco, quei colori che tra loro non avevano proprio nulla in comune, quei colori che insieme facevano solo un gran caos.
 
Erano tanti, i ‘’perché’’ che si poneva quella mattina, ma zero erano le risposte.
 
D’un tratto, sente vibrare la gamba e, alzando gli occhi al cielo, prende il telefono tra le mani, aprendo il messaggio.
 
‘’Raggiungimi nel cortile della palestra.
xx Luke.’’
 
Ed ora la domanda di Savhanna era solo una: come diamine faceva quel ragazzo ad avere il suo numero?
‘’Come fai ad avere il mio numero?’’
 
Gli chiese così, senza giri di parole. Lei era sfacciata, diretta, una ragazza senza peli sulla lingua e quell’Hemmings di certo non avrebbe potuto cambiarla.
 
‘’Se vieni, magari te lo dico.
xx Luke.’’
 
‘’D’accordo.’’
 
-Professoressa, non credo di sentirmi molto bene, sa’, un certo mar rosso, mi scusi, arrivederci.-
 
Disse velocemente, portandosi le mani alla pancia in modo teatrale, per poi raccogliere tutte le sue cose velocemente ed uscire dalla classe dopo aver rivolto un falso sorriso alla professoressa, ormai rassegnata a quella ragazza.
 
 
 
-Allora? Come cazzo fai ad avere il mio numero?-
 
Gli domanda appena arrivata in cortile, stretta nella sua felpa a causa del freddo, cogliendo il giovane a fumare una sigaretta.
 
-Innanzi tutto, ragazzina, non parlarmi con quel tono.-
 
Le risponde lui con tono abbastanza minaccioso, alzandosi in piedi per andare vicino alla ragazza.
 
Ma a Savhanna quelle provocazioni non facevano paura, non ancora, e  si limitò a far roteare gli occhi al cielo, per poi porgli nuovamente quella domanda, subito seguita da un’altra.
 
-Come hai fatto ad avere il mio numero? E perché mi hai voluta qui?-
 
-Due chiacchiere. Vuoi?-
 
Le risponde nel modo più naturale possibile, facendo una scrollata di spalle, per poi porgerle una sigaretta.
 
Savhanna normalmente non fumava, ma quella situazione la innervosiva, quel ragazzo si comportava come se farla uscire dalla classe per ‘’due chiacchiere’’, fosse la cosa più normale del mondo, come se fossero amici da tempo e lei ora si poneva altri ‘’perché’’ tipo: ‘’perché proprio me?’’, ma stette zitta e prese la sigaretta tra le dita e metterla tra le labbra, aspettando che il ragazzo l’accendesse, e fumò, fumò tutta la sigaretta, restando costantemente in silenzio, così come il ragazzo, troppo presa dai suoi pensieri. ‘’Perché chiamarmi per due chiacchiere e poi fare scena muta?’’
 
 
 
-Ashton, che ci fà tua sorella con Luke?-
 
Domanda Calum ad Ashton, troppo preso in quell’esercizio di matematica che stava svolgendo da solo, mentre il compagno guardava fuori dalla finestra.
 
Il ragazzo subita alza la testa dal suo quaderno e si appresta a guardare fuori la finestra, per poi scuotere la testa contrariato.
 
 -Non ne ho idea, ma ne parlerò sia con Hanna che con Luke, questo è certo.-
 
Risponde semplicemente, ritornando poi al suo esercizio e lasciando l’amico, a sorvegliare i due, apparentemente preoccupato. Ma perché essere preoccupati, in fondo?
 
 
 
-Hanna, che ci facevi oggi con Luke?-
 
Domanda immediatamente Ashton, irrompendo nella camera di Savhanna ormai a casa già da tempo.
 
-Prima di tutto, si bussa. Seconda cosa, non vedo perché dovrebbe interessarti.-
 
Risponde facendo così sbuffare il ragazzo che, chiudendosi la porta alle spalle, si avvicina al suo letto sedendosi su.
 
-Hanna… Luke è pericoloso, stagli alla larga, lo dico per te.-
 
-Scusami? Ma tu sei suo amico, come puoi dire questo di lui?-
 
Gli domanda aggrottando le sopracciglia, non riuscendo proprio a comprendere il comportamento del ragazzo mentre, sentendo la mano grande di Ashton sul suo ginocchio, fa volare lo sguardo li, accennando un piccolo sorriso per quel contatto rassicurante che non le aveva mai dato in due anni di convivenza.
 
-Lo so ma... è comunque pericoloso. Ti prego, cerca di non legarti troppo a lui, che non esci più, poi.-
 
E si alza dal letto, va via, lasciando Hanna immersa nelle sue domande, alle quali non riesce a dare una risposta. Va via con uno sguardo serio e cupo, mai visto sul viso di Ashton e forse ciò fa preoccupare ancora di più Savhanna, che debba stargli realmente lontana?
 
 
 
 
Calum intrigava Alex come mai nessuno aveva fatto.
 
Aveva quegl’occhi che rapivano completamente la ragazza, e le quelle guancie che lei avrebbe voluto baciare in continuazione e le labbra… di certo non erano da meno.
 
Tutto era iniziato quel giorno, quasi due mesi fa , quando era ancora fidanzata con Gordon, un ragazzo più grande di lei che, ubriaco, stava per picchiarla in quell’orribile vicoletto buio che ancore le mette i brividi e le fa salire le lacrime.
 
Calum non sarebbe dovuto essere li, eppure, quella sera fu proprio una fortuna trovarlo.
 
Camminava con le mani nei Jeans, Alex lo ricorda bene, quando lo vide un briciolo di speranza le riempì ogni singola parte del corpo e gridò, gridò e ricevette un pugno nello stomaco che la fece cadere per terra.
 
Calum se ne accorse, almeno, vide lo sguardo terrorizzato della ragazza puntato nei suoi occhi e corse verso di loro. Picchiò il ragazzo colto di sorpresa assestandogli un pugno sul naso, uno successivo nello stomaco e lo lasciò li per terra, facendo alzare la ragazza e portandola via, al sicuro, a casa sua. La medicò, non chiese nulla, solo dove abitava, per riportarla a casa e da quel giorno gli incontri dei due erano fatti solo di sguardi, nulla di più.
 
 
 
 
 
Calum pensava spesso alla biondina e se avesse potuto, ci avrebbe parlato, non si sarebbe limitato a quei pochi sguardi, no.
 
Ma lui non poteva: c’era America.
 
 
 
 
Era annoiata, Kayla non conosceva nessuno, infondo. In Italia era piena di amici, non si annoiava mai, ma qui era diverso, lei era quella nuova, aveva solo Luke, che non sembrava neanche più lo stesso.
 
Decise di uscire, da sola, avrebbe sempre potuto fare qualche amicizia per caso, lei era solita stringere amicizia con chiunque, quindi non era per niente un’impresa difficile.
 
Faceva caldo, quel giorno a Sidney e lei non era abituata a quelle temperature, per questo motivo, possibilmente, avvertiva il calore molto più degli altri.
 
Mise dei pantaloncini che le aveva fatto trovare sua zia Liz, una canotta abbastanza larga con delle margherite stampate sullo sfondo bianco e, indossando velocemente della semplici vans nere, uscì di casa.
 
 
 
 
Michael era stanco di quella situazione, non ne poteva più. Il comportamento di Luke stava distruggendo tutti. Lui rivoleva il suo vecchio migliore amico e sperava davvero fosse un’qualcosa di possibile.
 
Si ritrova a pensare queste cose, seduto sul divanetto dello starbucks dinnanzi ad un frappuccino, circondato da sconosciuti con vite diverse, tutti con una storia da raccontare. Tutte quelle storie che si incrociavano in posti così comuni, per poi separarsi di nuovo.
 
Vide due gemelle sedute non molto distanti da lui, disegnare su un quaderno e sorrise a quella vista, presa anche lui il suo quaderno bianco che aprì su una pagina vuota, che iniziò a sporcare disegnando proprio quelle due bambine. Non ci volle molto a completare il disegno, i particolari li avrebbe aggiunti a casa con più calma, si diceva, ma i loro sorrisi, li aveva voluti disegnare perfettamente ‘chè un  po’ facevano sorridere anche lui.
 
-Wow.-
 
Sentendo quelle parole, Michael non può fare a meno che alzare lo sguardo incuriosito dalla persona che avesse potuto buttare un occhio sui suoi disegni, incrociando così quelli di un verde più scuro del suo di una ragazzina bionda che gli pareva aver già visto, le sorrise, quel giorno era felice, ma non disse nulla. Prese il suo cappuccino e si alzò per poi andarsene dopo aver rivolto un saluto alla bionda.
 
-Mi chiamo Kayla, comunque…-
 
Si ritrova a sussurrare la bionda, ormai sola.
 
 
 

 
LOOK AT ME!
Premetto di aver pubblicato oggi poiché né domani né sabato ci sarò e mi scuso in anticipo per eventuali errori di cui non mi sono accorta, appena posso rileggo e aggiusto tutto.
Comunque.
Cioè vabè, in questo capitolo si nominano praticamente tutti i miei bambini, aw.
No Okay… devo dire che sono abbastanza contenta di come sto portando avanti questa storia, ma soprattutto IO AMO I MIEI BAMBINI:
Cioè, vorremmo parlare di Calum e Alexix? Chi se lo sarebbe mai aspettato, eh?
Ma quest’America, chi è?
E poi i miei carissimi fratellini, Savhanna e Ashton, che dolcini che sono diventati.
Poi c’è Kayla, che poverina, non conosce nessuno e Michael invece di aiutarla a fare amicizia rimane chiuso nel suo silenzio.
E Luke? Lui cosa vuole da Savhanna? Cos’ha intenzione di fare?
No vabè, io la smetto di farmi tutte queste domande altrimenti impazzisco e vi lascio un caldo abbraccio mio e di Olaf, alla prossima!
-Live_evil.
  
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