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Autore: ___Darkrose___    05/12/2014    3 recensioni
Cosa sarebbe successo se Inuyasha e i suoi compagni un giorno si fossero ritrovati nel presente? Cosa sarebbe successo se al posto di Kagome avessero incontrato un'altra ragazza?
Ci saranno nuove sconvolgenti sorprese, una nuova avventura piena di colpi di scena e di nuovi personaggi che si uniranno al gruppo dei nostri amati eroi!
La mia prima FF, sono emozionata! *.*
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Miroku, Nuovo personaggio, Sango, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Solo uno spirito'
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~~Non so per quanto tempo rimasi immobile a fissare gli occhi gelidi di mio padre, non so per quanto tempo non riuscii a muovere la bocca per dire una frase.
So solo che sentivo la tensione crescere nella stanza, fino a quando Inuyasha non mi prese la mano da sotto al tavolo e la strinse forte, come per farmi coraggio come avevo fatto io sull’aereo.
Non potevo credere che quelle cose stessero capitando a me, non potevo credere che in così poco tempo la mia vita potesse essere stravolta fino a quel punto.
Dopo l’ennesima stretta del mezzodemone riuscii finalmente a respirare senza rischiare di piangere e, continuando a fissare gli occhi di quello che credevo fosse mio padre, parlai. – Cosa? -.
L’uomo si levò gli occhiali e li pulì sulla camicia chiara che portava, continuando a guardare il terreno, ma non provò neanche a proferire parola.
Picchiai i pugni sul tavolo facendo tremare tutti quanti e cominciai a gridare sempre più forte ad ogni parola. – Parla santo cielo! Chi sei, chi diavolo sei? -.
Inuyasha dovette prendermi per le braccia per impedirmi di andargli in contro e gridargli in faccia, ma lui non si muoveva. Teneva gli occhi bassi e continuava a respirare profondamente.
Io non sapevo più cosa fare e cominciai a sperare che quello che aveva appena detto fosse solo uno stupido scherzo di cattivo gusto.
Finalmente si avvicinò a me, facendo cenno ad Inuyasha di lasciarmi andare e, lasciandomi di sasso, mi strinse tra le braccia.
Sentivo che tremava e forse stava trattenendo il pianto. – Sam, la mia piccola e fragile Sam. – sussurrava. – Avrei tanto voluto che questo giorno non arrivasse mai, avrei tanto voluto tenerti stretta a me ancora per un po’ di tempo, ma quei giorni sono finiti. Sono finiti e devi prendere la strada che ti è stata destinata -.
Io non capivo, stringevo le spalle di mio padre e non riuscivo a parlare o fare altre domande. Perché diceva che il suo tempo era finito? Perché parlava come se sapesse tutto quello che era accaduto in quei giorni?
- Papà… - mormorai.
Gli altri sembrarono capire e si allontanarono, uscendo fuori e lasciandomi sola con quello che credevo fosse mio padre.
Mi allontanò quel tanto che bastava per guardarmi negli occhi e vidi una lacrima che gli scendeva lungo la guancia. – Tu non devi essere triste per noi, perché siamo parte di te. Io e tua madre non ti abbandoneremo mai, saremo sempre parte del tuo spirito. Ti abbiamo protetto da quando sei nata e sapevamo che questo giorno sarebbe arrivato, ora ti prego va con loro, vai con Inuyasha e gli altri e lascia che ti proteggano e ti conducano dove devi -.
Quelle parole mi lasciarono a bocca aperta. – Ma cosa stai dicendo? Dove dovrei andare? Cosa sanno loro e cosa sai tu? Non capisco quello che vuoi dirmi -.
Lui mi accarezzò la guancia come aveva fatto la mamma prima di andarsene e provò a sorridere. – Loro non sanno ancora, ma sapranno e anche tu saprai. Ora devi prendere le cose per come sono. Torna dove tutto è cominciato piccola mia, torna dove sei nata -.
- Ma io sono nata a… -
Mi interruppe. – Nulla è come sembra, tu sei molto di più di quello che pensi  e di quello che credi -.
Rimasi bloccata e continuai a parlare, anche se mi sembrava tutto irreale. – Papà, io chi sono? -.
Mi fece vedere la sua mano e su di essa vidi di nuovo un frammento e mi sentii morire, non volevo credere che anche lui sapesse qualcosa di quella Sfera che mi stava tormentando la vita.
- Io non posso dirtelo, sarai tu a decidere quando sarà il momento in cui vorrai sapere – rispose. – In questo sarai sola, ma sarà l’ultimo momento in cui lo sarai. Quando saprai chi sei potrai scegliere e so che sceglierai sempre per il meglio piccola mia -.
Io rimasi immobile, sapevo che voleva che prendessi il frammento, ma non volevo farlo perché in cuor mio sapevo che anche lui si sarebbe dissolto come mia madre e non volevo perdere anche lui, così lo abbracciai.
- Samantha, non puoi rimandare, devi prenderlo – mi sussurrò, stringendomi ancora.
Io lo guardai. – Chi sei tu veramente? -.
- Sono parte di te, e  quando saprai chi sei potrai capire la mia frase – rispose, e mi posò il frammento nella mano.
Lo guardai svanire e questa volta non piansi. Era stato uno dei suoi ultimi desideri chiedermi di non essere triste per loro e almeno questa promessa volevo mantenerla.
Ero arrivata lì per proteggerlo ed era stato lui a salvare me dal cadere a terra e lasciarmi andare.
Avevo una missione e uno scopo, sapere chi veramente fossi e rendere onore al loro sacrificio. Questo era il mio compito e non mi sarei tirata indietro, avrei fatto ciò che entrambi mi avevano chiesto.
Uscii dagli altri e mi misi seduta sull’erba vicino a Sango e Miroku, di fronte a me avevo Inuyasha che mi guardava preoccupato; sapevo che aveva sentito tutto grazie al suo straordinario udito.
Mostrai ai miei amici il frammento che avevo nella mano e gli altri capirono cosa volevo dire. – Anche mio padre aveva un frammento, anche lui è andato via. Ora non voglio perdermi in convenevoli. Dobbiamo trovare il modo per tornare nell’epoca Sengoku perché non ho altra scelta, so che le risposte che mi servono sono lì. Mi ha detto di tornare dove tutto è cominciato, la Sfera è stata creata lì. Dobbiamo tornare indietro -.
Miroku sospirò. – Lo so che è dura per te Samantha-chan, voglio che tu sappia che ti siamo vicini e che ti aiuteremo -.
Io sorrisi, sapevo che le sue parole erano sincere, ma non riuscivo a ringraziarli e a perdermi in grandi dimostrazioni di affetto, mi sentivo fredda e svuotata, avevo bisogno di stare ancora un po’ da sola e di riflettere.
- Potreste darmi il frammento di mia madre? – chiesi.
Sapevo che Sango lo aveva tenuto separato dagli altri per farmi un favore e me lo consegnò. Lo chiusi dentro una piccola busta di carta che avevo preso da dentro casa insieme a quello di mio padre. Volevo avere vicino qualcosa di loro.
Presi da parte Sango per parlarle. – Ho bisogno di stare un po’ da sola, vorrei potervi portare da qualche parte, ma ora proprio non me la sento -.
Sango provò a parlare, ma la interruppi. – Qui accanto c’è una gentile signora che fa da guida turistica, se le chiedete di farvi vedere il posto sarà felice di accompagnarvi anche senza compenso. Comportatevi in modo normale e andrà tutto bene -.
La ragazza capì che non poteva discutere e mi sorrise, stringendomi forte a sé. – Sarà dura, ma starai meglio, ci sono già passata -.
Le sorrisi e risposi al suo abbraccio, anche Shippo si avvinghiò a me e Miroku mi diede un’amichevole pacca sulla spalla, almeno per una volta aveva evitato i suoi comportamenti da maniaco, doveva aver capito come stavo.
Inuyasha accennò un sorriso da lontano e non so per quale motivo, ma quello era il gesto che mi scaldò di più il cuore.
Mi lasciarono  sola e io mi infilai dentro il letto di mio padre, stringendo la sua camincia e ricordandomi il profumo di dopobarba che sentivo tutti i giorni in cui venivo da lui.
Mi tonrò in mente il pensiero di Chris, o meglio di Naraku e mi ricordai di uno strano episodio accaduto poco prima che lo cacciassi di casa.

- Sam vieni via di lì, finirai per cascarci dentro – mormorò Chris, stringendomi tra le sue braccia, mentre mi sporgevo verso il pozzo.
Sorrisi e mi appoggiai con la testa al suo petto. – Non credo proprio, non ci passerei mai -.
Si mise a ridere, cercando di allontanarmi. – Non mi piace questo pozzo, vorrei che stessi lontana da qui, è troppo inquietante -.
Lo strinsi a me, sorridendogli malignamente. – Hai paura? -.
Chris mi guardò ironicamente. – Non credo proprio, solo che se sparisci lì dentro, come farei senza di te? -.
Lo baciai e lo strinsi più forte. – Non sarà così facile sbarazzarti di me -.
- Dici? – sorrise.
- Sì, non ti libererai mai di me -.

Sentii lo stomaco rivoltarsi mentre mi rendevo conto che ero stata con quel mostro per ben due anni della mia vita. Avrei voluto poterli cancellare dalla mia mente e non aver mai provato quel sentimento per lui.
Mia madre e mio padre mi dicevano che non era il ragazzo adatto a me, che sapessero che in realtà lui era un demone?
Ormai non potevo più chiederglielo, dovevo trovare le risposte che mi servivano da sola.
Guardai la piscina fuori dalla finestra e decisi di infilarmi a fare un bagno. Ne avevo proprio bisogno.
Potevo anche farlo in biancheria intima, tanto non c’era nessuno che mi potesse vedere. Mi misi a mollo e infilai la testa sott’acqua.
I miei genitori si stupivano sempre di quanto riuscissi a trattenere il fiato.
Immersa lì mi godevo il silenzio che mi circondava e il riuscire a poter stare da sola con i miei pensieri e riuscii a riflettere più razionalmente.
Ormai non potevo più fare niente per riportare indietro i miei genitori e autodistruggermi non mi avrebbe portata da nessuna parte. Dovevo andare avanti proprio per loro, per poterli ricordare ogni giorno e far valere il loro sacrificio.
Mi ricordai che Naraku aveva parlato di riuscire ad aprire un portale con i frammenti della Sfera e forse anche noi saremmo riusciti a farlo, anche se non sapevo in che modo. L’unico libro che avevo trovato sulla Sfera non parlava di come poterla usare, diceva solo che poteva avverare i desideri.
Improvvisamente mi sentii tirare sul fondo. Qualcosa mi stava trascinando e quando guardai vidi un orribile serpente bianco che si era avvinghiato alla mia caviglia e mi trascinava sul fondo.
Provai a scalciare, ma non riuscii a liberarmi. Quel serpente, però, sembrava volermi indicare una direzione, voleva farmi arrivare da qualche parte. Non voleva farmi del male, mi guardava come per comunicarmi qualcosa.
Di nuovo mi sentii afferrare, ma questa volta da qualcuno che cercava di riportarmi in superficie.
Fui tirata fuori e finalmente riuscii a prendere una boccata d’aria e davanti a me trovai Inuyasha, che mi spostava i capelli bagnati dal viso e mi guardava terrorizzato.
- Sei diventata completamente pazza? – gridò. – Dannata scema volevi ammazzarti? -.
- No assolutamente – balbettai, infreddolita dal vento e dallo spavento. – C’era…c’era qualcosa sul fondo che mi trascinava -.
Lui si sporse immediatamente verso la piscina e tornò a guardarmi perplesso. – Sul fondo non c’è nullla -.
Corsi a guardare e effettivamente c’era solo il pavimento di piastrelle azzurre e niente di più.
Il volto del mezzodemone si fece paonazzo e si voltò dall’altra parte, passandomi la sua maglia e mostrandomi il suo fisico scultoreo.
Mi resi conto di essere in biancheria intima e mi infilai subito la maglia, rimanendo seduta accanto a lui. Quando mi fui rivestita tornò a guardarmi.
- Samantha, non è che cercavi di ucciderti? – chiese Inuyasha, visibilmente preoccupato.
Io lo guardai furiosa. – Cosa ti salta in mente?! Assolutamente no! Ti giuro che c’era qualcosa la in fondo e poi tu che ci fai qui? -.
Anche Inuyasha cominciò ad irritarsi. – Ero preoccupato, ok? Dopo quello che è successo non volevo lasciarti sola, stupida! -.
Rimasi interdetta, non sapevo se prenderlo a schiaffi o abbracciarlo, ma alla fine scelsi per la seconda e lui rimase con le braccia larghe, senza sapere cosa fare.
- Perché ti preoccupi sempre per me? – chiesi, senza spostarmi dal suo petto.
Anche lui mi abbracciò. – E’ normale…è gratitudine – mormorò.
Sentii un vento gelido passarmi nel cuore, forse avevo sperato che la sua non fosse solo gratitudine, ma anche affetto. – Beh…allora ti ringrazio Inuyasha -.
Mi lasciò andare e si sporse con il viso verso l’acqua. – Ma come fa a piacerti stare qui dentro? -.
Sorrisi, quella posizione era perfetta per giocargli un piccolo scherzetto. – A cuccia! -.
Finì dentro la piscina e quando riemerse i capelli argentei erano appiccicati alla faccia e le orecchie erano tirate all’indietro e vibravano per il nervosismo.
- Dannata – sibilò.
Subito lo vidi sorridere impercettibilmente, e sul mio viso apparve un sorriso sincero, il primo da molti giorni.

 

Salve a tutti!
Finalmente sono riuscita ad aggiornare!
So che il capitolo non è molto lungo, ma devo riuscire a dividerli in modo che non succedano troppe cose in uno solo ^^
Voglio ringraziare Heart e BluTsunami per le loro recensioni! :)
Spero che anche questo capitolo vi abbia soddisfatti; so che non succede molto, ma non dovrete aspettare tanto per avere altri colpi di scena!
A presto :*

   
 
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