Anime & Manga > Bloody Kiss
Segui la storia  |       
Autore: Kurokage    08/12/2014    1 recensioni
[Storia in fase di revisione | Sarà interrotta per un lungo periodo]
[Bloody Kiss]«Vorrei che la mia vita cambiasse. Solo un poco.»
Yuki Katokashi è una donna di ventun anni con una vita monotona. Lavoro normale, vita normale, vita sentimentale al di sotto del normale ed una gran voglia di staccarsi da quel capo che la corteggia.
Mandata a chiedere la vendita di una casa, Yuki scoprirà che qualcuno, lassù, l'ha ascoltata ed ha in serbo un po' di cosette per lei.
Cosa fare quando l'amore ti coglie (quasi) a prima vista?
Cosa fare quando, quell'amore è il tuo opposto?
Cosa fare quando, lui, si rivelerà essere...
«Vorrei che la mia vita cambiasse. Solo un poco.»
Ne sei sicura, Yuki?
---------
-:-:- Fanfiction Ispirata dal Manga Bloody Kiss di Furumiya Kazuko. La storia avviene dopo la fine del manga.
Questa storia riguarda un'ipotetica relazione tra un nuovo personaggio (Yuki Katokashi) ed Alsh.
Ci tengo a dire che, la suddetta, non è un continuo del manga, e quindi di non prenderla per oro colato(?).
Il titolo "Io.. non ho una sposa", è una citazione presa dal manga e detta da Alsh. -:-:-
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 4 - Something I couldn't see: Ci sono cose che non posso dirti.
 

Salii sul taxi e tornai all'hotel.
Una volta arrivata corsi alla mia stanza, presi la valigia con cui ero partita e la riempii in fretta e furia con la mia roba.
« Devo... devo seriamente andarmene da questo luogo. Io... No. Mai più. »
Un po' mi intristiva. Non avrei più potuto rivedere Alsh, ma non aveva importanza. Lui...
Lui è un vampiro. Un vampiro, DANNAZIONE!
Chiusi la valigia con uno sbuffo e mi ci sedetti sopra.
Volevo davvero tornare a casa?
Senza darmi una risposta, scesi alla reception e chiesi il conto della stanza.
Il receptionist mi chiamò un taxi che arrivò quasi subito.
Caricai i bagagli e mi feci portare verso la stazione.


Seduta sul sedile della metro, controllai il telefono.
Due chiamate dal capo.
Una quarantina di messaggi da Yuriko.
Telefonai a quest'ultima.
« Cosa diavolo pensavi di fare, eh?! Mi sono preoccupata a morte! Non hai risposto ad uno solo dei miei messaggi! Mi spieghi cosa stavi facendo?! Kuro sta impazzendo per la tua assenza... »
Allontanai il telefono dall'orecchio, evitandomi così la lunga ramanzina che mi stava facendo.
Lo riavvicinai dopo poco.
« Finito ora? »
« Umhf. Tanto non mi stavi ascoltando. Quindi? Com'è andata? »
« Io... ne possiamo riparlare quando arrivo? »
« Tesoro, tutto bene? » mi chiese, seriamente preoccupata.
« Ne riparliamo, neh? Ora... Ora devo andare, ho il capo sull'altra linea. Ciao. »
« Yuki...! » chiusi la chiamata bruscamente.
Ero stata cattiva, ma non volevo ricordare Alsh.
... Ecco. Cos'è che non volevi fare, Yuki?” pensai sbuffando.
Le fermate passarono veloci, ma per me era come se passassero lentamente.
Molto, molto lentamente.
Così lentamente che avevo tutto il tempo per ripensare ad Alsh.
Perchè mi aveva baciato?
Insomma, aveva dimostrato apertamente di provare tutto l'opposto della simpatia che invece aveva mostrato Kiyo.
-:- Fermata di Nagano: Arrivo. Fermata di Nagano: Arrivo -:-
La voce metallica mi annunciò che il miei pensieri e le mie rogne erano giunti al termine.
O almeno, per quanto riguardava la metropolitana.
Telefonai a Yuriko.
« Yuri.. »
« Sono già qui, tesoro. » mi disse una voce proveniente sia dal telefono che da dietro di me.
Mi voltai sorpresa.
« Yuriko... mi hai spaventata! » le dissi chiudendo la telefonata e facendole un mezzo sorriso.
« Non fingere, cara. Forza, dammi il bagaglio, dirigiamoci verso l'auto e piangi a dirotto. »
Perchè mi capiva sempre così bene?



«MA E' UN GRANDISSIMO PEZZO DI-» «SHHH!!!! Yuriko siamo in un luogo pubblico!!»
Difatti, tutti (ma proprio tutti) si erano voltati a guardarci.
Il thè di prima mattina era la seconda cosa più buona dell'universo.
La prima era il latte.
Erano passati due giorni dal mio ritorno, ed al lavoro mi avevano tutti abbracciato e pianto come se fossi appena tornata dal fronte.
Quindi, questo era effettivamente il terzo giorno di casa.
Appena tornata, Yuriko aveva passato tutta la giornata con me, a consolarmi per quello che mi era successo.
Non le avevo rivelato la vera natura di Alsh e di Kuroboshi, e per questo si era e mi aveva chiesto più volte perchè fossi scossa.
L'unica cosa che era riuscita a fare era piangere.
Forse perchè aveva sfidato la sorte.
Forse perchè avevo sfidato la morte.
Forse aveva ragione chiunque avesse fatto la dannata teoria del coraggio del topo.
Fatto sta' che ora stavamo tranquillamente facendo colazione del solito bar, alla solita ora, del solito monotono giorno.
Effettivamente, mi ero scoperta ad amare questa monotonia.
Ma chi non l'amerebbe, dopo aver passato quello che mi era toccato?
«Terra chiama Yuki, Yuki rispondi.
Terra chiama Yuki, Yuki rispondi.
Terra chiam-»
«Houston, abbiamo un problema.»
«Eh?»
Io risi.
Ero ancora abbastanza scossa ma ora potevo riderci sopra, non con leggerezza, ma era sempre meglio di niente, no?
«Che abbiamo da fare, oggi?»
«Pratiche, pratiche, pratiche e... »
«Pratiche?»
«Mi hai tolto le parole di bocca, cara.» disse Yuriko ridendo.
Ci alzammo, pagammo e ci dirigemmo a lavoro.


Era tarda sera, quando vidi uscire Yuriko con una faccia pallida da fantasma.
«Hei...» dissi avvicinandomi a lei «Hai visto un fantasma o sei posseduta tutto d'un botto?» le sorrisi divertita.
Lo sguardo vuoto che mi fece di rimando mi spaventò a morte.
«Yu...Yuriko?»
«Vodka.»
«Yu..riko?»
«Whisky.»
«Yuriko?»
«ORA!»
Infumanata, mi trascinò nel primo locale che trovammo.
«Le sign-» «Whisky. Doppio.» «Ce-certo.» «Per me un analcolico.» «Subito.»
il fatto che Yuriko aveva un caratteraccio quando riceveva brutte notizie, non era mai stata una bella cosa.
Il barista era pure carino...
Sbuffai.
«Quindi? Cos'è successo?»
«Com'è che definisci il capo, tu?»
«Umh... "tutto muscoli e niente cervello"?»
«Ebbene! Rivedi la tua affermazione, Yuki!»
La guardai incuriosita.
«E' un' emerita testa di-umhf!» per fortuna le tappai la bocca in tempo.


Dopo il quinto bicchiere, riprovai.
«Yuriko, vuoi dirmi che è successo?»
Lei scoppiò a piangere.
«NO! NON E' GIUSTO! PERCHE' SEMPRE IO? MA DICO!» le porsi un fazzoletto e lei si soffiò il naso «Giusto perchè TU NON CI RIESCI, NON significa che devo farlo IO!»
Continuavo a non capire.
«Yuriko...?»
«LUI! LUI!!! UN ALTRO!» sbraitò contro il cameriere.
«Le dia qualcosa di analcolico, per favore.» bisbigliai al cameriere che, conscio della situazione, annuì.
Abbracciai Yuriko.
«Dimmi.»
Lei ricominciò a piangere ma, in mezzo ai singhiozzi, biascicava qualche parola.
«Lui... è cattivo... questo... perchè io... buona!»
Le presi il volto fra le mani. «Yuriko, concentrati. Datti una sistemata e torna la donna che sei. Non puoi abbandonarti così. Tu vali più di un bicchiere di Whisky.»
Mezza ubriaca, mi guardò come se fossi la sua salvatrice personale.
«Hai... HAI RAGIONE!»
«Bene. Ora mi vuoi dire che ti è successo?»
Mi guardò seria, come se l'alcool fosse completamente svanito dal suo corpo.
«Yuki... so che può farti andare in escandescenza, che può farti stare male ed altro, ma io ho bisogno di sapere.»
La guardai con cautela, assorbendo ogni parola che mi diceva.
«Sapere... cosa?»
Lei fece un respiro profondo, dall'odore di alcool.
«Sapere che cos'è successo dai Katsuragi.»
«Io non cre-»
«Yuki! Devo sapere.»
«Perchè?»
Lei non rispose, ed io feci morire l'argomento li.


Era quasi passata una settimana, ormai, ed io e Yuriko ancora non ci parlavamo.
Non avevo paura di raccontarle cos'era successo.
Avevo paura di dire troppo.
Quel troppo che le sarebbe costata la vita.
Durante la pausa pranzo, mi fermai a mangiare un boccone al bar davanti l'agenzia, intravedendo dai vetri Yuriko ed il capo che parlavano animatamente.
Il capo annuì un paio di volte, disse qualcosa, poggiò la mano sulla spalla di Yuriko e la lasciò andare tornando al suo lavoro.
Notai con la coda nell'occhio che lei si avvicinava al bar.
A me.
Entrò, ordinò qualcosa e si mise davanti a me.
«Dobbiamo parlare.»
Silenzio.
«... Senti, Yuki, so di averti ferito, ma c'è una spiegazione molto più che logica, dietro la mia domanda.»
«E sarebbe?»
«Il capo... ecco, lui... mi ha passato l'incarico.»
La guardai sbalordita.
«Che? Sei diventata presidente?»
«No, sciocchina!» disse lei con un sorriso dolce che si rabbuiò subito.
«Lui... mi ha passato il tuo incarico.»
Sentii il boccone fermarsi in gola.
«Lui... cosa?»
«Sì, Yuki, mi ha passato il tuo incarico.»
La guardai ancora più incredula.
«Ritenendoti non più idonea psicologicamente, ha deciso di mandare me. Ecco perchè mi servono le informazioni, Yuki.»
Mi ricomposi e la guardai fissa negli occhi, seria.
«Se vuoi sapere. Allora ci vorrà molto... tempo.»
«Ho chiesto al capo il pomeriggio libero. Ad entrambe.» mi disse con un sorriso da gatto.
Io feci un mezzo sorrisino.
«Vieni, andiamo a casa mia. Ti racconterò... quello che so.»
No, Yuki. Le racconterai ciò che puoi raccontarle.


Era sera inoltrata, ormai.
Yuriko mi fissava sbalordita.
Avevo evitato tutto ciò che potesse anche solo far spuntare un'idea su quello che era veramente Alsh.
«Wow. Quindi... è questo ciò che ti è capitato?»
«Sì.»
«Quindi, mi stai dicendo che questo Alsh è un gnoccone-one?»
Imbarazzata le risposi con un mezzo cenno.
«Sì o no?» fece lei sbrigativa «Come vuoi definirlo.» le risposi.
«... Sei innamorata.» sbottò lei.
«Che?!Cosa?!NO!!»
«Sì, sei cotta. Sennò non mi avresti mai sorriso.»
«Yuriko... Yuriko, t-tu sei... pazza!»
«Non preoccuparti, mia cara. Io ho già il capo.»
Si alzò, andò a pagare e tornò a casa.
Io ero rimasta impietrita dallo shock.
Come diamine può piacermi un... un... UN VAMPIRO, PER ODINO!”
Mi alzai, tornai all'auto ed andai a casa.
Lungo la strada, però, mi venne una seria domanda.
Accostai, presi il cellulare e chiamai Yuriko.
«... Pronto, Yuki?»
«Yu-Yuriko, ciao!»
«Oddei, ho dimenticato qualcosa, per caso?»
«No, io... senti, quando parti?»
«...»
Silenzio.
Silenzio, ed ancora silenzio.
«Yuriko?»
«...»
«Yuriko, sei in-»
«Domani.» e chiuse la conversazione.
Feci un dietrofront e mi precipitai a casa di Yuriko.
Dopo cinque minuti, scesi dall'auto, andai alla porta e suonai incessantemente il campanello.
«Ma chi cav... Yuki.»
«Che cosa vuol dire "domani"?! Quando avevi intenzione di dirmelo, fra tre settimane?!»
«Yuki, è solo un viaggio di lavoro, perchè sei così preoccupata?»
«Tu.. tu...! Tu non sai niente.» le dissi con disperazione.
«Yuki, mi stai facendo preoccupare. Che cosa c'è?»
Le mi si le mani sulle spalle e la fissai negli occhi, seria.
«Stai lontano da Alsh.»
Lei fece un mezzo sorriso «Vedi? Lo sapevo che ti piac-» «Yuriko! Dico sul serio!»
Lei mi guardò seria e preoccupata.
«Alsh è pericoloso. Stagli alla larga. Lo dico per te, Yuriko.»
Poi tornai in macchina, accesi e partii, lasciandola sulla soglia di casa in vestaglia e completamente shoccata.
Domani... Spero non le succeda nulla di male...”



/*Note d'Autore*/
Holala!
Questo capitolo mi è parso un po' turbolento, ma spero sia piaciuto.
Non volendo cancellare il capitolo che avevo già scritto, ho cercato di adattarlo il più possibile.
Yuki è sinceramente preoccupata per Yuriko, e nel prossimo capitolo scopriremo come andrà l'incontro fra Alsh e Yuriko.
Stay tuned!
Un bacio,

Kurokage

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Bloody Kiss / Vai alla pagina dell'autore: Kurokage