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Autore: ChibiRoby    08/12/2014    4 recensioni
E se dopo la morte di Maria, German non fosse scappato dal passato?
Violetta vive in una gabbia dorata finché non le si presenta l'occasione di fuggire, grazie al suo amore per la musica e a un paio di occhi verdi troverà il suo posto nel mondo.
Pablo e Angie sono una coppia sposata alle prese con un arrivo speciale che rivoluzionerà la loro vita.
Diego e Camilla da sempre migliori amici si ritroveranno alle prese con un nuovo sentimento mai provato prima.
E German dopo anni di paure scoprirà che si può sempre tornare ad amare.
Tratto del capitolo 11
[...] -Non credevo che provassi quello che provo io. – ammise abbassando lo sguardo imbarazzata.
-Invece è così, mi piaci da impazzire Violetta, fin dalla prima volta che ti ho vista, mi sei entrata dentro e non riesco a smettere di pensare a te. – le rivelò alzandole il mento con due dita per guardarla negli occhi.
-Tu non mi piaci Leon, io ti amo! – rivelò con un’audacia che neanche lei sapeva di avere, annullò nuovamente la distanza tra i loro volti e lo baciò. [...]
Leonetta, Pangie, Fedemilla, Camiego accenni Naxi, Marcesca, Andresx?, Larax?, Brodwayx?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Camilla, Diego, Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 13 - Consapevolezze
 
 


-Devo assolutamente ricordarmi di non scommettere mai più contro Ludmilla! – pensò Federico appoggiato al muro di un negozio di abbigliamento femminile del centro commerciale. Quella era la sua penitenza, un intero pomeriggio di shopping in compagnia della sua Supernova, come sempre doveva portarle le buste ma questa volta gli era proibito lamentarsi o provare a proporle qualunque altra attività.
Fortunatamente non era solo, appena scoperto il loro programma pomeridiano Camilla, Francesca e Violetta si erano unite a loro, trascinandosi dietro a loro volta: Diego, Marco e Leon, in realtà quest’ultimo era stato l’unico ad unirsi spontaneamente, senza sbuffare o cercare una qualunque scusa valida per non unirsi al gruppo senza scatenare l’ira della propria accompagnatrice.
Neanche lui sapeva il perché, sapeva solo che quando Violetta lo aveva guardato con i suoi grandi occhioni, confessandogli, quasi con imbarazzo che aveva sempre sognato di passare un pomeriggio di shopping con le amiche e con lui, non aveva saputo dirle di no, nemmeno quando gli aveva detto che capiva benissimo che a un ragazzo lo shopping non piacesse che poteva andare da sola con le ragazze. Aveva capito che facendo compere insieme a lui sarebbe stata più felice e non aveva saputo dirle di no.
-Secondo voi per quanto tempo rimarranno lì dentro? – domandò Marco guardando l’entrata del negozio nella speranza di vedere uscire una delle ragazze. Preferiva sentirsi un mulo da soma mentre portava decine di buste da un negozio al altro invece di stare fermo come una statua. Fortunatamente non era un negozio di intimo altrimenti non osava pensare per cosa li avrebbe scambiati la gente vedendoli.
-Poco, è la mia preghiera! – sbuffo Diego. Capiva gli altri tre che erano lì per far felici le loro ragazze ma lui che ci stava a fare? Tutta colpa di quella pazza di Camilla che lo aveva praticamente costretto ad unirsi al gruppo!
-Leon! – urlò una voce familiare facendo voltare l’intero gruppo. Era Francesca che affacciata alla porta del negozio faceva segno al messicano dagli occhi verdi di avvicinarsi.
-Fran, è successo qualcosa? – chiese il fidanzato raggiungendola insieme agli amici.
-Si tratta di Violetta. – iniziò venendo subito interrotta da Leon –Che le è successo? Si sente male? – domandò preoccupato.
-Tranquillo sta benissimo. – lo rassicurò – Camilla e Ludmilla l’hanno costretta a provarsi un vestito un po’ scollato, le sta benissimo ma non vuole ascoltarci, perciò pensavamo che il tuo parere l’avrebbe aiutata a convincersi.
-Che intende con un po’ scollato? – si domandò seguendo l’amica italiana fino ai camerini. Fortunatamente in quel negozio c’erano solo ragazze, non avrebbe rischiato una rissa con qualche moscone che osava guardare dove non doveva.
Fuori da un camerino si trovavano Ludmilla e Camilla, quest’ultima teneva in mano i vestiti con cui era uscita la sua fidanzata, vedendolo le due ragazze si spostarono per permettergli di avvicinarsi alla porta. Fece per bussare ma prima si voltò verso il trio facendogli segno con lo sguardo di allontanarsi.
-Vilù, sono Leon aprimi. – bussò appena se ne furono andate.
-No, mi vergogno!  – ribatte decisa guardandosi allo specchio, non aveva mai messo un abito simile e anche se infondo le stava bene si sentiva a disagio. Avrebbe tanto voluto rindossare i suoi vestiti ma Ludmilla li aveva presi e sicuramente non glieli avrebbe restituiti tanto facilmente.
Dall’altra parte della porta Leon rise – Di me? – domandò divertito – Non ne hai motivo, sono il tuo ragazzo.
-Sono il tuo ragazzo… Leon Vargas è il mio ragazzo. – ripete mentalmente sorridendo, quella frase era il suo punto debole, ogni volta che Leon glielo ricordava si scioglieva e diventava come creta nelle mani del suo messicano.
-Sei solo? – chiese, non aveva la minima intenzione di farsi vedere da qualcun altro oltre Leon.
-Si tranquilla. – sorrise, entrando velocemente dentro il camerino e richiudendosi la porta alle spalle prima di voltarsi verso la fidanzata.
-Wow! – riuscì a sussurrare estasiato ammirandola dalla testa ai piedi, indossava un abito rosso fuoco senza spalline, il bustino era aderente quasi come una seconda pelle, mettendole il risalto il seno e la vita, la gonna a balze arrivava fino a metta coscia e metteva in mostra le lunghe gambe della giovane. Quando Francesca gli aveva detto che l’abito era un po’ scollato, aveva subito temuto il peggio credendo che quelle due pazze l’avessero costretta a indossare un abito troppo corto e decisamente non adatto a lei, invece questo era perfetto! Certo era un po’ più scollato di quelli che indossava di solito ma sembrava fatto apposta per lei.
Violetta arrossi e non riuscendo a sostenere lo sguardo di pura adorazione che Leon le stava rivolgendo, abbasso il capo iniziando a cercare di abbassare la gonna con fare nervoso.
-Non essere nervosa. – sorrise stringendole le mani tra le sue – Ti assicuro che sei bellissima.
-Davvero? – chiese guardandolo finalmente negli occhi – Non è un po’ troppo… - si fermò un attimo arrossendo mentre cercava la parola giusta – scollato?
-Nah è perfetto! – la rassicurò posandole una mano sulla spalla, accarezzandola lievemente.
-Se lo dici tu mi fido. – si sollevò sulle punte facendo congiungere le loro labbra in un lieve bacio.
-E questo per che cos’è? – domandò sorridendo sornione. Violetta era così timida eppure da quando stavano insieme riusciva sempre a sorprenderlo baciandolo quando meno se l’aspettava. Non che gli dispiacesse, anzi lo faceva impazzire.
-Ne avevo voglia. – ammise alzando le spalle – Non posso?
-Certo, ma si fa così. – le cinse la vita con un braccio attirandola a se fino a far combaciare i loro petti e la baciò.
 
 
 
***
 
 
 
Diego sbuffò lasciandosi cadere a peso morto su una delle poltroncine in pelle messe strategicamente in vari punti del negozio, forse proprio per i poveri fidanzati costretti ad accompagnare le loro dolci metà in estenuanti giri di shopping. Fidanzati come Marco, Leon e Federico ma lui? Lui e Camilla non erano una coppia, era solo amici, i migliori certo ma era abbastanza per seguirla in giro per negozi trascinando pacchetti come se fosse il suo mulo da soma personale o il suo fidanzato! Incrociò le braccia dietro la testa e sospirò, la Torres aveva lo strano potere di convincerlo sempre a fare quello che voleva. Non riusciva proprio a capire come facesse!
-Cos’hai da sbuffare così tanto?
Alzò lo sguardo incrociando quello divertito di Marco mentre si sedeva sulla poltroncina accanto alla sua.
-Non stavo sbuffando! – si difese quasi seccato.
-Certo, guarda che ti ho visto. – lo ribeccò l’altro – Qual è il problema? – domandò tornando serio.
-Camilla. – mormorò Casal decidendo di aprirsi con l’amico, forse lui sarebbe riuscito ad aiutarlo a chiarire i suoi dubbi.
-Avete litigato? – chiese inarcando un sopracciglio con fare confuso. Le loro litigate non erano una novità, ma in genere facevano tremare la terra per un paio di minuti prima di andarsene ognuno per la propria strada giurando di non rivolger mai più la parola al altro, almeno fino al giorno dopo, quando si rincontravano, era come se la discussione del giorno prima non fosse mai avvenuta.
Scosse il capo – Non riesco a capire come faccia a farmi fare sempre tutto quello che vuole. – confessò gettando il capo al indietro e fissando il soffitto come se la risposta alla sua domanda potesse cadergli dritta in faccia da un momento al altro.
Marco si morse una guancia nel tentativo di non scoppiagli a ridere in faccia, possibile che piano piano se ne stessero accorgendo tutti tranne lui? Prese un grande respiro per recuperare la calma –Credo di sapere perché finisci sempre per accontentarla. – iniziò con calma, Diego era sempre stato un donnaiolo e sicuramente non avrebbe preso bene la notizia che alla fine la freccia di cupido aveva colpito anche lui.
-Perché? – domandò tornando a guardarlo di scatto. Senza accorgersene pendeva letteralmente dalle sue labbra.
-Forse… - iniziò, cercando bene le parole, certe bombe andavano sganciate con calma – Camilla per te non è più solo un’amica.
-Vuoi dire che potrebbe… - rise nervosamente, segno che nonostante ancora non ci credesse, il seme del dubbio stava lentamente germogliando nella sua mente.
-Marco, tesoro puoi venire un attimo? – l’urlo di Francesca interruppe la conversazione –Arrivo! – urlò in risposta alzandosi in piedi – Tu pensaci che poi ne riparliamo. – aggiunse dando una leggera pacca all’amico, lasciandolo solo con nuovi pensieri.
 
 
 
***
 
 
 
-Ecco a lei signorina. – sorrise Leon porgendole il bicchiere di succo d’arancia. Dopo aver comprato il vestito rosso, lui e Violetta si erano separati dal resto del gruppo, ufficialmente per bere qualcosa, in realtà per rimanere un po’ da soli.
-Grazie. – aspettò che si sedette per iniziare a bere, sotto lo sguardo attento di Leon che non si perdeva neanche una sua mossa.
Sentì il suo sguardo addosso e smise di bere – Ho qualcosa in faccia? – domandò arrossendo.
-No, sei bellissima. – ammise iniziando a accarezzarle la mano con naturalezza. Si rendeva conto che spesso i suoi complimenti la mettevano in imbarazzo ma gli veniva spontaneo farglieli e poi quando arrossiva era ancora più bella.
-Non dire così, mi fai arrossire. – confessò mentre le sue gote diventavano ancora più rosse.
-È questo il mio obiettivo piccola. – ammiccò sorseggiando il suo succo.
-Violetta!
Si voltarono vedendo che a chiamare la ragazza era stata una donna abbastanza giovane, dai corti capelli neri perfettamente acconciati.
-Jade! – sorrise la Castillo alzandosi per abbracciarla. Jade Lafontaine, la folle sorella di uno dei soci del padre, una donna molto bella che non brillava per intelligenza ma in sua compagnia non ci si annoiava mai. Ricordava ancora quando accompagnava il fratello alle riunioni con suo padre e saliva in camera sua per giocare alle principesse, farle le unghie e insegnarle a truccarsi e a prendersi cura del suo corpo. Pensandoci bene se riusciva a cavarsela con pennelli e rossetti era tutto merito suo. 
-Tesorino, come sei cresciuta! Sei diventata ancora più bella. – si complimentò la donna, spostò lo sguardo notando un ragazzo seduto allo stesso tavolo da cui si era alzata la Castillo.
-E quel bel giovanotto che non ti toglie gli occhi di dosso, chi è? – sussurrò maliziosa al orecchio della ragazza che arrossì vistosamente.
-Leon, è il mio… - iniziò imbarazzata davanti a tanta malizia. Jade era sempre stata così maliziosa.
- Leon Vargas, sono il fidanzato di Violetta. Piacere di conoscerla. – si presentò il messicano sfoggiando il suo sorriso più affascinante. Aveva notato l’occhiata che la signora gli aveva rivolto prima di sussurrare qual cosa all’orecchio della sua fidanzata e vedendola arrossire fino alla punta del orecchio aveva deciso che era il momento di agire. 
-Jade Lafontaine, il piacere è tutto mio. – sorrise stringendo la mano del giovane.
-Lafontaine? – pensò Leon, aveva lo stesso nome del socio di suo padre, che fossero parenti?
-Jade, hai preso il tavolo? – domandò una voce maschile, si voltarono ritrovandosi Matías Lafontaine a braccetto con una donna incinta dai lunghi capelli castani e bei lineamenti resi ancora più dolci dal suo evidente stato di maternità. Marcella camminava fiera mostrando il pancione con orgoglio.
-Leon, Violetta! Cosa ci fate qui? – esclamò rivoltò principalmente alla figlia di German Castillo.
 
 
 
***
 
 
 
Pablo aveva passato l’intero pomeriggio chiuso nel ufficio del cognato cercando di far quadrare i conti. Tra sei mesi sarebbe diventato padre e le spese da affrontare erano molte, anche per una coppia con due ottimi stipendi come lui e Angie. Dovevano sistemare la cameretta, comprare la culla, il passeggino, il fasciatoio e mille altre cose che erano necessarie per prendersi cura al meglio di un bambino. Senza contare che la loro vita sarebbe cambiata radicalmente, non sarebbero stati più solo loro due.  Presto ci sarebbe stata una terza creatura completamente dipendente da lui, bisognosa delle sue attenzioni e del suo amore e anche se si sentiva come un padre per Violetta e gli altri alunni, una cosa era dare dei consigli a degli adolescenti alle prese col primo amore e le scelte per il loro futuro, un’altra era crescere un bambino.
Anche se non lo dava a vedere aveva una grande paura di non essere all’altezza della situazione, di non riuscire a essere un buon padre.
-Amore, Olga ha preparato il tè, ne vuoi una tazza? – chiese Angie entrando nel ufficio.
-Sì, grazie. – sorrise specchiandosi negli occhi dell’amata, non sapeva se sarebbe stato all’altezza del ruolo di padre ma era certo che finché Angie sarebbe stata al suo fianco sarebbe andato tutto bene.
 
 
 
***
 
 
 
-Alla fine la mia scelta di non partire ha portato benefici a tutti. – sorrise Matías dopo aver ascoltato la storia dei figli dei suo soci.
-È vero! - sorrise Violetta rendendosi conto che aveva pienamente ragione, se Lafontaine non avesse rinunciato al viaggio d’affari per rimanere vicino alla moglie e non perdersi la nascita del figlio, suo padre non sarebbe stato costretto a prendere il suo posto e lei non si sarebbe mai avventurata in quello che Olga e Roberto definivano il suo personale viaggio alla conquista del mondo. Infondo Matías, Marcella e il loro bambino potevano definirsi gli inconsapevoli fattori chiave della sua libertà e gliene sarebbe stata per sempre grata.
 
 
Angolo autrice:
Eccomi qua, perdonate il ritardo, ma ormai dovreste averlo capito io e la puntualità siamo due rette parallele che non si incontreranno mai. Come sicuramente avrete notato ho cambiato l’introduzione della storia, la precedente mi sembrava troppo banale, voi che ne dite è meglio questa o la prima?
Passando al capitolo, abbiamo finalmente scoperto come Federico dovrà pagare pegno, un lungo pomeriggio di shopping e senza lamentele con la sua adorata Supernova.
Intanto Diego si fa due domande sul suo rapporto con Camilla e Marco prova a spingerlo nella giusta direzione, mentre i Leonetta si godono la loro vita di coppia e fanno un simpatico incontro.
Fatemi sapere che ne pensate, a presto. Un bacio :D
   
 
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