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Autore: Blueorchid31    10/12/2014    9 recensioni
Ritorno allo shippuden, dopo gli avvenimenti degli ultimi due capitoli. La mia personalissima versione circa il buco temporale che intercorre tra il 699 e il 700. Naturalmente ci saranno lacrime, risate e tanto, tanto Sasusaku. Penso che abbiate capito che faccio veramente schifo nelle introduzioni, quindi vi auguro solo una buona lettura.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden, Dopo la serie
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#3 Nukenin o eroe?

Parte I







"Dobbiamo prendere una decisione"

Il nuovo Hokage, Kakashi Hatake, fresco fresco di nomina, guardava i suoi colleghi cercando di intuire su chi di loro potesse contare. Aveva sperato fino all'ultimo che Tsunade si occupasse di quella ostica faccenda, Sasuke era stato un suo allievo ed essendo a conoscenza di quello che aveva passato non poteva non parteggiare per lui. Il Raikage e il Tsuchikage volevano la sua testa, era così palese, mentre Mei e Gaara sembravano più propensi a un atteggiamento clemente. Su Gaara non aveva dubbi, era affezionato a Naruto e conosceva bene il dolore della perdita e la rabbia che ne poteva scaturire. Ma Mei? Perché la Mizukage sembrava incline a perdonare l'Uchiha? Non si erano forse scontrati nel Paese del Ferro?

Probabilmente aspettava che lui prendesse una posizione per poi far pesare la sua decisione oppure era davvero decisa a perdonare Sasuke?

Conosceva poco le persone sedute a quel tavolo e per quanto il suo carattere fosse tendenzialmente volto alla diplomazia, quella questione gli stava troppo a cuore per essere obbiettivo. Fino a quel momento non aveva proferito parola, cercando di cogliere nell'accesa conversazione tra i suoi nuovi colleghi un appiglio a cui aggrapparsi per poter aiutare Sasuke. Non vi erano compromessi diplomatici, né scambi di prigionieri da poter sfruttare dato che nessuno di loro era più un nemico ed era impensabile addurre come difesa per il comportamento del suo allievo quella storia di cui era venuto a conoscenza. I Kage avrebbero chiesto delle prove inconfutabili e per quello che ne sapeva lui gli unici a conoscere i fatti di quella vicenda erano morti o preferivano tacere per evitare conseguenze poco piacevoli. La parola di un nukenin contro quella di due anziani del villaggio, non avrebbe avuto alcuna credibilità.

"La politica non fa per me" pensò, nascondendo dietro la maschera un sorriso sghembo.

Lui era sempre stato un uomo d'azione, eseguiva gli ordini, portava a termine missioni, era abituato a sporcarsi le mani con la polvere del campo di battaglia non con l'inchiostro di un pennino. Sarebbe stato in grado di ricoprire quel ruolo? Come poteva pensare di governare un intero Paese se non era in grado neanche di difendere un suo allievo, ?

Era sempre stato particolarmente incline a comprendere la vera natura delle persone, eppure in quella situazione stava trovando molteplici difficoltà. Era seduto al tavolo dei grandi, ma si sentiva piccolo. Era accaduto tutto troppo in fretta.

I suoi colleghi, finanche Gaara, avevano un atteggiamento risoluto che ben si addiceva al loro ruolo. Lui stava provando le stesse sensazioni di quel primo giorno di accademia, in cui guardava tutti con diffidenza. Non riusciva ad entrare nella parte, nella sua testa era ancora un jonin, un mezzo, non riusciva a pensare da Hokage.

"Sai che ho detto a Naruto di diventare Hokage? Ma lui potrà essere il Settimo Hokage perché il Sesto dovrai essere tu."

Obito non aveva avuto, in fondo, tutti i torti. Quando aveva ascoltato quelle parole, ne era rimasto piacevolmente stupito, ma non avrebbe mai pensato che si sarebbero avverate.

"Naruto non ha abbastanza esperienza, ha bisogno di una guida. Avrà tempo per diventare Hokage e sarai tu a istruirlo come hai sempre fatto" gli aveva detto Tsunade dopo avergli comunicato la sua decisione.

Aveva annuito come se avesse ricevuto un ordine e non una onorificenza. Era orgoglioso di sé, chi non lo sarebbe stato, eppure provava un senso di inadeguatezza. Dopo che tanti avevano ambito a quel posto, lui c'era arrivato, era suo, ma inspiegabilmente qualcosa in lui lo rifiutava.

Chiunque al suo posto avrebbe fatto i salti di gioia, ma non lui. La sua innata capacità di analisi aveva già valutato i pro e i contro di quella nuova condizione: il mondo ninja non si sarebbe ripreso in fretta da quanto era accaduto, c'era la faccenda di Sasuke e un Villaggio da governare. All'attuale stato delle cose, di pro ce ne erano davvero pochi.

Tsunade gli stava passando una patata bollente che rischiava di esplodere da un momento all'altro. Certo, al momento, erano tutti uniti, tutti alleati, ma per quanto tempo sarebbe durata? Su di lui sarebbe gravato il peso della pace, avrebbe dovuto mantenere salde le alleanze e sapeva che il "caso" Uchiha avrebbe potuto creare la prima crepa.

Non poteva permettere che Sasuke venisse condannato. Non voleva più abbandonare i suoi compagni e ogni abitante di Konoha, adesso, poteva definirsi tale.

Durante la notte i volti dei suoi compagni morti gli avevano fatto visita in sogno. Li aveva rivisti a uno a uno, sorridenti, finalmente in pace. Sembrava come se si stessero congratulando con lui e cercassero di rassicurarlo. Si era svegliato di buon umore e si era presentato a quella riunione – in ritardo – con un inattesa fiducia in se stesso.

Quella stessa fiducia che adesso ricercava disperatamente mentre ascoltava gli altri Kage parlare, esigere, ordinare perentoriamente. Lui sarebbe mai stato in grado di farlo?

Era stato un Anbu, poi un Maestro dell'Accademia, aveva gestito situazioni delicate e allora perché ora riteneva quell'onore di cui era stato insignito, un onere troppo pesante da portare?

I Kage gli stavano spiattellando davanti agli occhi uno dei suoi più grossi fallimenti. Dopo Obito, dopo Rin, aveva perso anche Sasuke. Non aveva mai perdonato a se stesso di non aver dato ascolto al suo intuito e alle avvisaglie di quell'ammutinamento che diventava ogni giorno più prevedibile. Avrebbe dovuto cercare di fermarlo, aveva mentito a Sakura e a se stesso, fingendo che andasse tutto bene, che quello scontro sul terrazzo dell'ospedale fosse una semplice bravata di due ragazzini in competizione. Lui lo sapeva, lo aveva sempre saputo. Aveva letto negli occhi del suo allievo l'oscurità, ma aveva sperato che essa risiedesse solo lì, che non avesse intaccato anche la sua anima.

Sasuke aveva riso di lui e non aveva potuto dargli torto.

"Come leader del Team 7 sono state le mie mancanze ad aver causato la disgregazione della squadra. Sakura, è stato un gesto irresponsabile da parte mia dirti quelle parole per risollevarti il morale, forse stavo solo cercando di convincere me stesso. Ti chiedo scusa... sono stato un terribile insegnante per tutti voi."



Aveva ammesso il suo errore, ma era ormai troppo tardi per porvi rimedio: l'animo di Sasuke era stato irrimediabilmente corrotto. Non era giusto che Sakura si prendesse carico delle sue colpe, anche se comprendeva perfettamente le motivazioni che l'avevano spinta a quel gesto estremo.

Il problema, quindi, risiedeva nel fatto che lui era convinto di non meritare di essere diventato Hokage e quella consapevolezza lo stava facendo vacillare a tal punto che rischiava di non risultare utile neanche in quel frangente in cui la sua parola avrebbe potuto davvero fare la differenza.

"Hokage, Sasuke Uchiha è stato un suo allievo, pertanto comprendiamo quanto per lei possa essere difficile, ma come capo del Villaggio della Foglia anche lei deve prendere una posizione"

La Mizukage lo ridestò da quei pensieri.

Il momento era giunto.



-§-



" Sakura- chan, anch'io ho ancora delle ferite che mi fanno male!" piagnucolò Naruto, cercando di attirare la sua attenzione.

"Ho quasi finito, Naruto." gli rispose, riavvolgendo delicatamente la fascia intorno al moncherino di Sasuke che stava guarendo molto velocemente rispetto alle previsioni.

Era il momento della giornata che preferiva e se avesse potuto non avrebbe fatto altro che medicarlo e medicarlo e medicarlo ancora perché era l'unico istante in cui era così vicina da poter sentire il suo profumo e sfiorare di sfuggita la sua pelle diafana senza incorrere nel pericolo che lui potesse fraintendere i suoi gesti.

Era assurdo che dopo avergli dichiarato il suo amore più volte avesse ancora paura di dimostrarglielo apertamente. Il fattore bloccante probabilmente risiedeva nella paura di essere rifiutata e questa volta in maniera definitiva e inequivocabile. La qual cosa l'avrebbe condotta a una depressione cosmica che sarebbe poi scaturita in una serie di tentati suicidi. Non che quell'evenienza non l'avesse messa in conto, ma aveva sempre sperato che dopo aver soddisfatto la sua vendetta e aver tentato di uccidere Naruto, Sasuke potesse decidere di dedicarsi a qualcosa di meno macabro. E lei sarebbe stata lì, in prima fila, pronta a fargli conoscere le gioie della vita – tutte le gioie della vita.

Prima di tutto gli avrebbe fatto capire cosa si era perso in quegli anni – questo per suo mero sfizio – e poi lo avrebbe preso per mano e condotto nel meraviglioso mondo dei sentimenti - quello in cui lei viveva da tanto tempo, sola e disperata.

Se solo lui le avesse dato una possibilità, lei l'avrebbe sfruttata in toto.

Tuttavia era pienamente cosciente di alcuni aspetti – ostacoli – che avrebbe dovuto affrontare.



  1. La psiche di Sasuke aveva subito dei danni irreparabili, pertanto riuscire a trovare un briciolo di normalità in quella testa sarebbe stato come cercare un ago in un pagliaio.

  2. L'unica donna della vita di Sasuke fino a quel momento era stata sua madre – buon'anima – e reggere il confronto sarebbe stato alquanto complicato. Inoltre di Mikoto "Buon'anima" Uchiha sapeva ben poco.

  3. Avendo avuto come unica relazione affettiva quella con sua madre, per l'appunto, doveva essere totalmente ignorante in materia di... sì, proprio quello, o almeno lo sperava – anche se quella Karin non gliela raccontava giusta. La stessa cosa valeva anche per lei che tuttavia a furia di sognarlo aveva una mezza idea di quello che doveva – voleva – fare.

  4. Tra i suoi tanti propositi – e se li ricordava davvero bene – c'era anche quello di ripristinare il suo Clan e senza la materia prima risultava molto difficile da mettere in pratica. Lei era sana e disponibile e superati i punti 1,2,3, non ci sarebbero dovuti essere problemi.

  5. Lui. Era lui il problema più grande, quello che rendeva insuperabili i punti 1,2,3 e quindi impossibile il 4. Lui non se ne sarebbe mai uscito con una frase del tipo "Sakura, ti andrebbe di andare a prendere un gelato?" oppure "Diventa la madre dei miei figli". Come diavolo si sarebbero potuti rapportare se lui continuava a fare scena muta e guardare nel vuoto.



L'unica cosa di cui aveva la certezza era che se la sarebbe dovuta sbrigare da sola, ovvero che per l'ennesima volta si sarebbe dovuta umiliare. Appena archiviata la faccenda del Nukenin, gli avrebbe parlato con il cuore in mano – come sempre – sperando di trovarlo ben disposto al dialogo. In alternativa si sarebbe tolta la soddisfazione di incastonarlo in qualche muro con un bel cazzotto e a quel punto sarebbe stato costretto comunque ad ascoltarla.

Questi ottimi propositi, tuttavia, si infrangevano contro quell'imbarazzo che aveva ricominciato a provare in quel clima di semi-serenità che si era venuto a creare. Non voleva in nessun modo rovinare quel momento anche se gli unici davvero felici sembravano lei e Naruto.

Dallo sguardo di Sasuke traspariva ancora una profonda tristezza e lei desiderava tanto fare qualcosa per alleviare le sue pene, ma non aveva la più pallida idea di come fare, come approcciarsi a quel ragazzo così diverso da come lo ricordava. Non che fosse mai stato un simpaticone, ma sembrava aver perso quell'orgoglio e quella grinta che lo avevano sempre contraddistinto. Sembrava vuoto, o meglio, svuotato.

Per lui non sarebbe stato facile ricominciare: avrebbe dovuto ricostruire la sua intera persona e trovare un senso alla sua vita. In questo lei sapeva di non potergli essere utile.

"Stai guarendo molto in fretta, Sasuke-kun" gli comunicò, sforzandosi di sorridere nella maniera più spontanea possibile.

"Bene" le rispose, guardandola di sottecchi.

I pensieri che quella notte gli avevano tolto il sogno continuavano a perseguitarlo e riuscire a guardarla in faccia gli risultava più difficile del solito.

Tutta quella gentilezza da pate sua non faceva altro che aumentare il suo senso di inadeguatezza e cominciava a sentire l'urgenza di sapere cosa davvero pensasse di lui, se quell'atteggiamento fosse dovuto solo al sollievo che la guerra fosse finita o se lei fosse davvero contenta del suo ritorno. Non riusciva a decifrarla e nel contempo non riusciva neanche a capire cosa lo spingesse a fare simili riflessioni. Sapeva solo che quel revival del Team7 che si stava svolgendo in quella tenda, gli sembrava falso e forzato.

Il pezzo di stoffa che fungeva da porta si aprì inaspettatamente facendo entrare la luce del sole.

"Buongiorno."

La figura di Shikamaru Nara comparve sull'uscio, al suo seguito Kiba e Hinata.

La Hyuga si era accodata per sincerarsi delle condizioni di Naruto, anche se sapeva che la visita di Shikamaru non sarebbe stata di piacere.

"Come stai Naruto-kun" mormorò dolcemente, avvicinandosi di qualche passo alla branda.

"Hinata-chan!" saltò in piedi "Sto bene grazie, anche se Sakura-chan mi trascura un po'" sottolineò senza pensare alle conseguenze che quella sua affermazione avrebbe causato.

Un sonoro pugno si abbatté sulla sua testa.

"Ma che diavolo dici Naruto!" urlò Sakura che non tollerava di essere colta in fallo nel suo lavoro. I pazienti per lei erano tutti uguali – o quasi.

"I Kage vogliono parlare con voi" comunicò Shikamaru, facendo cadere il silenzio nella tenda.

Sasuke alzò appena lo sguardo verso di lui e Sakura tentò di intercettarlo per riuscire a capire quale fosse stata la sua reazione. Nulla. Lo stesso sguardo vuoto e spento di poco prima.

Non era quello il giusto atteggiamento per affrontare un processo e Sakura cominciò a temere che lui non avesse alcuna intenzione di difendersi.

"Vi aspettiamo fuori"

Rimasero di nuovo da soli.

Naruto sembrava molto preoccupato e questo non fece altro che aumentare l'agitazione che stava divorando lo stomaco della Kunohici che era alla ricerca di qualcosa da dire, una parola, una frase che potesse in qualche modo dare uno scossone a Sasuke.

"Andrà tutto bene" la rassicurò il compagno, posandole gentilmente una mano sulla spalla.

Sakura apprezzò molto il suo gesto, ma in cuor suo sapeva che con Sasuke in quelle condizioni, l'epilogo non poteva che essere negativo.

"Lasciaci Naruto, per favore"

Non sapeva da dove fosse scaturita quella determinazione, né cosa dirgli, ma aveva bisogno di stare con lui, da sola.

Sasuke aveva subito alzato lo sguardo verso di lei, che in piedi al centro della stanza, teneva gli occhi incollati al terreno.

Quando fu certa che Naruto fosse uscito, si avvicinò alla sua branda con passi brevi e incerti, sentendo addosso il suo sguardo che man mano che si avvicinava sembrava diventare più intenso.

"Non puoi presentarti così davanti ai Kage" sussurrò, a poca distanza da lui " Chiederò a Shikamaru di farti avere dei vestiti puliti" continuò, avvicinandosi ancora un po', con cautela.

In realtà non erano i vestiti a preoccuparla, ma sapeva che Sasuke avrebbe colto la sfumatura.

"Non mi dirai cosa provi in questo momento, vero?"

"Sakura"

"No, fammi finire. Ognuno di noi ha fatto degli errori, non siamo infallibili, ma abbiamo modo di rimediarvi. Non perdere questa possibilità, non essere troppo duro con te stesso. Vedrai, da adesso in poi le cose andranno meglio." gli disse con dolcezza. La stessa con la quale gli aveva poi scostato un ciuffo di capelli dal viso, riuscendo a superare la paura che rifiutasse quel contatto.





-§-



Varcare i cancelli di Konoha, tutti e tre insieme, fu per Sakura un'emozione incredibile. Naruto, in fondo, aveva mantenuto la promessa e anche se la loro meta non sarebbe stata Ichiraku, ma il Palazzo dell'Hokage, non riusciva a non essere ottimista.

Il discorso che aveva fatto a Sasuke sperava avesse sortito i suoi effetti. Shikamaru era riuscito a reperire dei vestiti per lui e Naruto, mentre lei aveva ancora indosso i resti della sua divisa da jonin, ma non le importava.

Camminarono per le strade del Villaggio sotto lo sguardo attento degli abitanti che scrutavano gli eroi e il nukenin con curiosità, in religioso silenzio.

Sasuke sembrava abbastanza tranquillo, il portamento fiero riusciva a celare il suo smarrimento e il fastidio di quegli occhi puntati addosso.

Kakashi era riuscito con una scusa ad uscire da quella sala riunioni che era diventata, a suo dire, claustrofobica e gli era andato incontro.

"Vogliono parlare con tutti e tre." gli comunicò, lasciandoli alquanto perplessi.

"Non ne vedo l'utilità" ribatté prontamente Sasuke.

"Penso proprio che ce l'abbia, Sasuke"

Kakashi aveva utilizzato un tono di voce che i tre ragazzi conoscevano bene. Aveva qualcosa in mente e forse era stato proprio lui a consigliare che anche Sakura e Naruto fossero presenti.





-§-





"Sasuke Uchiha, i capi di accusa che pendono sulla tua persona sono molto gravi" il Raikage prese subito la parola "Hai tradito il tuo Villaggio, ti sei macchiato dell'omicidio di Danzo Shimura e di aver cercato di catturare l'ottacoda, mio fratello. La condanna per gli atti che hai compiuto sarebbe la morte, ma il tuo aiuto è stato fondamentale per l'esito della guerra. Nonostante io sia dell'idea che tu debba marcire a vita in una prigione, alcuni dei miei colleghi pensano che meriti clemenza. In seguito a questa conversazione, prenderemo la nostra decisione."

Sasuke aveva ascoltato in silenzio, guardando dritto negli occhi il Raikage che gli stava elencando quelle che, a suo dire, erano state le sue malefatte. Di alcune poteva anche essersi pentito, ma di aver ucciso Danzo, no. Quell'uomo meritava di morire, gli sharingan che aveva collezionato sul suo braccio destro meritavano di trovare pace e così anche Itachi.

"Ti abbiamo evitato un processo pubblico, come da richiesta del tuo Hokage e maestro, quindi puoi ritenerti fortunato: tutto quello che verrà detto qui dentro non trapelerà all'esterno." continuò l'uomo con tono duro, controllato, sintomo che non avesse alcuna intenzione di perdonarlo in alcun modo.

"Vi ringrazio" rispose l'Uchiha, facendo un cenno di assenso con il capo.

"Potete accomodarvi, non sarà breve" gli consigliò gentilmente la Mizukage, indicando loro tre sedie poste di fronte al tavolo.

Sakura alzò timidamente la mano che aveva iniziato a tremare appena udite le parole del Raikage.

"Facciamo noi le domande Haruno" la fermò immediatamente il Tsuchikage arricciando il naso rosso "Anzi, potremmo iniziare da te se i miei colleghi sono d'accordo"

"Cosa c'entra lei in questa storia?" chiese Naruto, vedendo l'agitazione dell'amica e traducendo in parole anche il pensiero di Sasuke che come lui non riusciva a capire perché anche Sakura fosse stata chiamata ad assistere al processo.

"Uzumaki, non hai il permesso di intervenire senza essere stato interpellato. L'Haruno è una testimone, proprio come te" sbraitò il Raikage, indispettito dalla sua irriverenza.

"Che diavolo sta succedendo???"

Tsunade fece irruzione nella sala riunioni come una furia scatenata. Shizune l'aveva avvertita che Sakura era stata convocata dai Kage per il processo Uchiha e aveva trovato quella mossa molto scorretta. Sakura era un'ottima Kunoichi, fedele a Konoha e al suo credo ninja, ma era anche una donna innamorata. Metterla di fronte alla scelta di proteggere Sasuke o mantenere la sua promessa di fedeltà al Villaggio era un atto meschino.

"Ba-chan!" urlò Naruto, felice di vederla. Anche Sakura si sentì più sollevata. Fino a quel momento Kakashi non aveva proferito parola e ciò che aveva appena detto il Raikage stava a sottintendere che l'avrebbero sottoposta a un vero e proprio interrogatorio e aveva già una vaga idea di dove sarebbero andati a parare.

"Tsunade-sama, non può stare qui, ormai lei non è più l'Hokage!" tuonò il Tsuchikage con la sua vocina stridula.

"Sta zitto nanetto! La mia allieva ha questioni più importanti di cui occuparsi che stare qui ad ascoltare queste idiozie" ribatté prontamente la bionda, infischiandosene di non avere più il grado per rivolgersi così al suo ex collega.

"Tsunade-sama, cercheremo di fare il prima possibile, così la sua allieva potrà ritornare alle mansioni preposte" intervenne la Mizukage con calma, cercando di calmare gli animi.

"Esigo allora di assistere. Dopotutto in quel periodo ero l'Hokage del Villaggio, quindi penso di aver anch'io una voce in capitolo" propose con risolutezza. Se non poteva evitarle quell'esperienza, almeno che le concedessero di essere presente.

"Penso che sia una buona idea" convenne Gaara che fino a quel momento non aveva fatto altro che tenere gli occhi chiusi e le braccia incrociate davanti al petto.

"Testarda di una Senju" borbottò il Tsuchikage.

Tsunade lo prese come un assenso e, presa una sedia, si accomodò poco distante da Sakura, lanciandole di sottecchi uno sguardo di intesa che riuscì a rassicurare un po' la ragazza.

"Sperando di non essere più interrotti, possiamo cominciare" sentenziò il Raikage, volgendo lo sguardo verso Sakura che rabbrividì. " Purtroppo i rapporti inerenti a quella missione non sono reperibili, quindi dovremo basarci sulle vostre testimonianze"

Sakura sbarrò gli occhi dallo stupore: ricordava perfettamente di aver stilato lei il rapporto e averlo riposto poi nell'archivio. Kakashi le lanciò un'occhiata molto eloquente: evidentemente avevano avuto la premura di farli sparire.

"Sakura Haruno"

Un brivido le percorse la schiena.

"Kiba Inuzuka ha testimoniato che senza alcun ordine da parte del vostro Hokage, avete intrapreso una missione che aveva lo scopo di uccidere Sasuke Uchiha, è vero questo?"

"Non è corretto. " intervenne Tsunade "avevo dato io l'ordine di cercare di fermare l'Uchiha anche a costo di ucciderlo"

"Tsunade-sama, parli solo se interpellata per favore" la rimproverò la Mizukage che aveva trovato quella storia raccontata dall'Inuzuka davvero molto interessante."Haruno, aspettiamo una sua risposta"

"L'Hokage n-ne era al corrente" mentì, confermando la bugia raccontata da Tsunade. Il suo sesto senso, tuttavia, le suggerì che quello sarebbe stato solo l'inizio di una conversazione molto poco piacevole, dato che Kiba doveva aver spifferato tutto.

"È vero che per prima cosa avete raggiunto l'Uzumaki?"

Sakura annuì, mentre il suo stomaco cominciava ad attorcigliarsi all'idea di quello che Kiba potesse aver raccontato. Sasuke era lì alla sua sinistra e l'ultima cosa che voleva era quella di fargli sapere ciò che era avvenuto durante quell'incontro con Naruto che, come lei, sembrava molto nervoso. Sperò che Kiba avesse omesso almeno quella parte.

La Mizukage le sorrise prima di ricominciare a parlare.

"Durante la conversazione con l'Uzumaki hai dichiarato di esserti resa conto di esserne innamorata, che non aveva senso provare affetto per un fuggitivo e un traditore e che tutto ciò che l'Uchiha stava facendo era commettere crimini e spezzarti il cuore."

Non aveva omesso quella parte.





Angolo Autrice



Salve!

Non sono sparita, ho avuto solo un periodo un po' movimentato, tra lavoro, casa e il resto.

Ho dovuto spezzare il capitolo in due parti perché altrimenti sarebbe uscito un papiro e dopo un tot di pagine, a mio parere, l'attenzione precipita vorticosamente.

Ho adorato l'inizio con i pensieri di Kakashi. Non avevo mai scritto di lui in modo così approfondito, quindi è stata una bell'esperimento e spero che sia riuscito – ma questo sarete voi a dirmelo.

La seconda parte è sasusaku a gogò, ma è solo la punta dell'iceberg perché il bello deve ancora venire. Purtroppo o perfotuna quando tratto i pensieri di Sakura non riesco a non essere un pelino ironica, ma il mio intento è quello di creare una storia che alterni momenti di drammaticità ad attimi un po' più leggeri. Sto anche valutando l'ipotesi di trasformare questa long in una serie, in quanto il progetto è molto ampio e rischierei di superare un numero spropositato di capitoli. Si accettano consigli in merito. :-)

Vi ringrazio tantissimo per le tante recensioni che questa storia sta ricevendo, sono davvero contenta!! ^^ Cercherò doi rispondere il prima possibile. Ringrazio anche i lettori silenziosi(siete tantissimi!) e li esorto a non essere timidi: io sono qui per voi, vi adoro tutti e sono vegetariana, quindi non correte alcun pericolo.

Un grande abbraccio.

Blueorchid31

   
 
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