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Autore: ___Darkrose___    10/12/2014    3 recensioni
Cosa sarebbe successo se Inuyasha e i suoi compagni un giorno si fossero ritrovati nel presente? Cosa sarebbe successo se al posto di Kagome avessero incontrato un'altra ragazza?
Ci saranno nuove sconvolgenti sorprese, una nuova avventura piena di colpi di scena e di nuovi personaggi che si uniranno al gruppo dei nostri amati eroi!
La mia prima FF, sono emozionata! *.*
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Miroku, Nuovo personaggio, Sango, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Solo uno spirito'
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Ci eravamo accampati in una radura nel bosco, da quello che aveva detto Inuyasha non eravamo lontani dal villaggio della divina Kaede, che a quanto pare era una sacerdotessa che forse poteva darmi alcune delle risposte che cercavo, o almeno così speravo.
Mentre gli altri dormivano io ero appoggiata al tronco di un albero che continuavo ad osservare la cicatrice lasciata dalla spada della figura incappucciata e i due frammenti che vi erano incastonati.
A quanto pare le anime dei miei genitori erano all’interno di essi e quando mi ero trovata in difficoltà mi avevano raggiunta e salvata, portando con loro anche i frammenti che mi erano stati rubati.
Alzai lo sguardo verso il cielo e rimasi a fissare le stelle per un bel pezzo. In città non si riuscivano mai a vedere così chiaramente e quello era uno spettaccolo davvero suggestivo.
Shippo, che era steso vicino a me, cominciò ad agitarsi nel sonno e gli accarezzai la fronte nel tentativo di calmarlo; per fortuna funzionò.
- Come mai sei sveglia? -.
La voce di Inuyasha mi colse di sorpresa e mi fece sobbalzare. – Non ho molto sonno, e tu? -.
Si avvicinò e si mise seduto a gambe incrociate vicino a me. – Preferisco controllare che non ci siano pericoli, Naraku si sarà sicuramente accorto di aver perso due frammenti e questo lo avrà reso furioso e quindi più pericoloso, dobbiamo prestare molta attenzione -.
Annuii e avvicinai le mani al fuoco. I miei vestiti leggeri da caldo africano non erano molto adatti per il clima di quel posto e il mio zaino con i vestiti più caldi era andato disperso nel fiume. Non mi dispiaceva di aver perso i vestiti quanto di aver perso il mio album di foto.
Inuyasha continuava a muovere nervosamente le orecchie e avevo imparato a capire che, quando si comportava in quel modo, c’era qualche pensiero che lo tormentava. – Che hai? – gli domandai.
Il mezzodemone sembrò riscuotersi da un sogno. – Niente…stavo pensando -.
- Non fare cose che non sei abituato a fare – dissi per prenderlo in giro.
Ovviamente non capì lo scherzo e andò subito su tutte le furie. – Ehi! Guarda che non sono uno stupido! Se c’è una stupida qui sei tu! -.
Lo guardai torvo. – E’ perché sarei stupida? Sentiamo! -.
- Perché ti sei buttata davanti a me per proteggermi! –
Lo guardai allibita. – Beh…io l’ho fatto solo perché ero preccupata per te! Sei proprio stupido a non capirlo! -.
- E’ stato più stupido il tuo gesto! Il mio corpo non è come quello degli esseri umani, non mi sarei fatto molto! – sbraitò.
Mi alzai adirata. – Benissimo! Allora d’ora in poi non mi preoccuperò mai più per te! Hai ragione, sono stupida perchè solo una grandissima stupida potrebbe… -, rimasi improvvisamente in silenzio, rendendomi conto di non poter proseguire con la mia frase.
- Potrebbe? – domandò incuriosito.
- A CUCCIA! -.
Mi allontanai dall’accampamento, inoltrandomi nel bosco senza pensare a tutti gli avvertimenti che mi avevano fatto gli altri. Dicevano che di notte il bosco era pieno di demoni, ma allontanarmi era una questione di vita o di morte.
Solo una grandissima stupida potrebbe innamorarsi di te, era quella la frase che stava per uscire dalle mie labbra.
Era da un po’ che mi ero resa conto che Inuyasha non mi era del tutto indifferente, ma con tutto quello che era successo non ci avevo mai riflettuto molto. Ma quelle parole non stavano uscendo solo dalla mia bocca, ma anche dal mio cuore.
Mi misi seduta sotto le fronde di un albero e cominciai a giocare con una ciocca dei miei capelli, mentre pensavo a tutte le volte che Inuyasha si era comportato in modo dolce con me e quanto quei momenti mi avessero scaldato il cuore.
Mi ricordai di quando gli avevo chiesto perché fosse così premuroso nei miei confronti e il ricordo della sua risposta mi fece veramente male.
E’ normale…è gratitudine, erano state queste le sue esatte parole, lui non provava nulla per me.
Purtroppo non potevo dire lo stesso di me; io qualcosa provavo per quel mezzodemone facilmente irritabile, ma non volevo che lo sapesse.
Per questo lo avevo mandato a cuccia, sapevo di non potergli mentire. Quando mi guardava con quegli occhi color ambra non ci capivo più nulla e non ero più capace di mentire.
Lui era il primo ragazzo che mi aveva fatto dimenticare Chris; ogni aspetto del suo carattere mi faceva impazzire, mi piaceva persino quando ero arrabbiato.
Scacciai il pensiero, in quel momento avere una relazione non era proprio la mia priorità, ora dovevo solo pensare a scoprire chi fossi e perché quelli che credevo i miei genitori fossero in possesso dei frammenti della Sfera.
Mi alzai in piedi per tornare all’accampamento, ma mi resi conto di non sapere da che parte fosse.
Camminai fin quasi all’alba e mi ritrovai nei pressi del fiume e decisi di fermarmi. Ormai mi ero resa conto di essermi persa e l’unica possibilità che avevo era che Inuyasha fiutasse il mio odore e mi trovasse.

Il mattino dopo mi svegliai sentendo qualcosa che mi toccava.
Quando aprii gli occhi il piccolo Shippo mi stava scrollando per svegliarmi. – Ci hai fatto preoccupare! Non sapevamo dove fossi – mormorò, avvinghiandosi alla mia spalla.
Inuyasha mi guardò innvervosito. – Tzè, la prossima volta ci penserai due volte prima di allontanarti solo per un capriccio -.
Miroku mi guardò perplesso. – Ora che ci penso, come mai siete andata via? Inuyasha vi ha infastidita? -.
- Ehi! Perché deve essere per forza colpa mia?! – sbraitò il mezzodemone.
Shippo lo guardò sorridente. – Perché la maggior parte delle volte è effettivamente colpa tua -.
- Shippo, vieni qui così posso ammazzarti! -.
- Samantha-chan? – mi chiamò Sango, sapevo esattamente cosa voleva che facessi.
Guardai Inuyasha torva. – Inuyasha -, il suo sguardo si fece preoccupato. – A cuccia! -.
Dopo che mi ebbero recuperata ci incamminammo verso il villaggio.
I miei occhi vagavano da un punto all’altro. Ogni cosa per me era nuova e volevo imparare quanto più fosse possibile a proposito di quel luogo e ora capivo come si dovevano essere sentiti gli altri quando erano arrivati nella mia epoca.
Ogni suono, ogni odore, ogni cosa era una novità e tutto mi stupiva; era come tornare bambina ogni volta.
Inuyasha mi stava dietro per evitare di perdermi di nuovo, anche se la sua vicinanza era l’unica cosa che non desideravo in quel momento.
Quando arrivammo nei pressi del villaggio rimasi imbambolata. Si sentiva odore di legna bruciata e di fiori freschi e le capanne di legno riempivano il paesaggio insieme al fiume e agli alberi. Per i miei occhi quello era uno spettacolo del tutto nuovo. In quel luogo anche il cielo sembrava più azzurro.
Mi incamminai a passo spedito verso il villaggio, volevo vedere le botteghe degli artigiani, i contadini nei campi e le coltivazioni di riso. Quel mondo per me era tutto nuovo e volevo vedere tutte le cose di cui sentivi parlare solo nei libri di storia.
Le donne mi guardavano stranite mentre camminavo per le vie del villaggio e le potevo ben capire. Portavo un paio di pantaloncini e una cannottiera con una felpa, era un abbigliamento decisamente diverso da quello che portavano loro.
Nelle narici sentivo l’odore di frutta fresca, che mi fece aprire immediatamente lo stomaco e mi fece venire voglia di mangiare qualcosa, ma purtroppo non avevo soldi.
- E tu chi sei? – mi chiese una voce femminile, anche se un po’ roca.
Mi voltai e davanti a me trovai una signora anziana dai capelli lunghi tenuti in una coda e una benda sull’occhio. – Io, ehm…io sono con loro – dissi, indicando il gruppo che finalmente mi stava raggiungendo.
- Divina Kaede! – esclamarono Sango, Shippo e Miroku per salutarla.
La donna si voltò verso di loro con un sorriso. – Finalmente siete arrivati, siete stati via quasi un giorno! -.
Tutti quanti sgranammo gli occhi, nella mia epoca era passato quasi più di un mese da quando erano arrivati.
Kaede si voltò verso di me e poi di nuovo verso i miei amici. – Chi è questa ragazza dallo strano kimono? -.
Sango sorrise. – E’ una storia lunga divina Kaede -.
Andammo nella capanna dell’anziana donna e ci volle la sua grande paziena per stare ad ascoltare gli altri mentre io continuavo ad aggirarmi curiosa per casa.
Inuyasha fu costretto a tirarmi per la felpa e farmi sedere a forza.
La divina Kaede sembrò non credere alle sue orecchie quando Miroku e Sango terminarono di raccontare la storia.
- Se non avessi davanti a me questa ragazza, non vi crederei! – esclamò. – Però il suo comportamento svampito mi fa capire che non deve essere di questo tempo -.
Mi sentii offesa da quel commento, non era colpa mia se ero così curiosa, dopotutto dovevo imparare alla svelta dato che sarei rimasta a vivere lì.
Miroku prese un sorso del thè che la donna aveva preparato. – Abbiamo solo un dubbio riguardo Samantha-chan -.
Smisi di fissare i vestiti della donna e la guardai negli occhi non appena si voltò verso di me. – Se mi stai per chiedere se è una sacerdotessa ti rispondo subito che non lo è -.
Quelle parole mi delusero, anche se già sospettavo che i miei poteri non derivassero dal fatto che fossi una sacerdotessa.
La divina Kaede si avvicinò a me. – Però ciò non toglie che abbia dei grandi poteri spirituali, sei anche in grado di localizzare i frammenti? -.
Annuii. – Sì – mormorai, mi sentivo a disagio vicino a quella donna.
Lei abbassò il volto cominciando a riflettere. – Allora, se ti hanno detto di andare dove tutto è cominciato, direi che devi andare nel luogo in cui la Sfera è stata creata -.
Io la guardai. – E dove quindi? -.
- Vicino al villaggio degli sterminatori, non ci vorrà più di un giorno per arrivare – rispose Sango. Il pensiero di tornare al suo villaggio doveva averla messa a disagio, perché vidi il suo sguardo rabbuiarsi.
Inuyasha si alzò. – Bene, allora partiamo subito -.
Lo guardai disperata. – Ma…ma sono stanca! Sono giorni che non ci fermiamo! -.
Mi guardò innvervosito, ma alla fine si accucciò. – Sali sulla mia schiena ti porterò io. Prima scopriamo qualcosa prima potremo tornare alla ricerca dei frammenti -.
Non ne potevo più della sua ossessione per i frammenti, ma non potevo certo biasimarlo, nella mia epoca aveva perso parecchio tempo e Naraku era un pericolo costante nella sua esistenza e ormai anche nella mia.
Non ebbi neanche il tempo per salutare la divina Kaede, poiché Inuyasha era già partito e solo dopo poco tempo mi resi conto che Sango e Miroku non ci stavano seguendo.
- Come mai gli altri non sono venuti? – chiesi.
Inuyasha continuò a correre nella direzione del villaggio degli sterminatori. – Forse Sango non se la sente di tornare al villaggio, ci sono troppi brutti ricordi lì per lei -.
Annuii, capivo Sango e non la biasimavo se non voleva venire. Capii anche che Miroku doveva essersi fermato con lei solo per non farla sentire sola, chissà se prima poi le avrebbe confessato il suo amore. Secondo me quei due si piacevano davvero tanto.
Peccato che non fosse lo stesso tra Inuyasha e me.
Pensare di fare un viaggio con lui da sola mi terrorizzava, non volevo rimanere con lui, avevo quasi paura di quello che avrei potuto fare.
Calmati Samantha, sei una persona matura e responsabile e saprai tenere il tuo istinto sotto controllo, continuavo a ripetermi, peccato che all’ennesimo salto mi strinse più forte per non farmi cadere e sentii il cuore perdere un colpo.
Ci accampammo poco lontano dal villaggio, lo avevo costretto a fermarci solo perché non ne potevo più di stare così vicino a lui.
Praticamente ero rimasta muta per tutto il viaggio e anche in quel momento non avevo molta voglia di parlare.
Continuavo a torturarmi le dita e non osavo neanche posare lo sguardo su di lui e anche Inuyasha non sembrava essere a suo agio.
In quel momento avrei tanto voluto avere con me Sango, Miroku e Shippo, mi avrebbe fatto stare decisamente meglio.
Alzai lo sguardo e trovai il mezzodemone che mi fissava e non appena vide che lo avevo notato distolse lo sguardo e arrosì violentemente, voltando il viso dall’altra parte.
Sorrisi impercettibilmente, non capivo perché mi fissasse, ma mi piaceva quando mi guardava e poi arrossiva, lo faceva sembrare più dolce.
Mi misi stesa a terra per dormire e gli diedi la buonanotte.
- Mi dispiace – mormorò, mentre mi stavo addormentando.
Mi voltai intontita. – Per cosa? -.
-Beh, per quello che ti avevo detto l’altra notte…noi sei stata stupida ad aiutarmi…sei stata dolce – disse e dalla sua voce si sentiva che era imbarazzato nel dirmi quelle cose.
Mi avvicinai a lui e mi appoggiai alla sua spalla come avevo fatto in aereo. – Non ti scusare, ormai lo so quando non dici sul serio e mi insulti solo perché sei testardo -.
Lui arrossì violentemente. – Ah…mi conosci davvero così bene? -.
Mi accoccolai ancora di più sulla sua spalla. – Sì Inuyasha, fin troppo -.

Il giorno dopo arrivammo davanti alla grotta dove era stata creata la Sfera e la cosa mi spaventò a morte. Forse non ero ancora pronta per sapere la verità, ma allo stesso tempo non potevo continuare a vivere nell’ignoranza. Se avessi scoperto qualcosa sul mio passato, avrei anche potuto decidere cosa fare del mio futuro.
Strinsi un lembo della veste di Inuyasha per farmi forza e lui mi poggiò una mano sulla spalla, incitandomi ad andare nella grotta. – Andrà tutto bene – mi disse.
Io ingoiai il groppo che avevo in gola e mi avvicinai alla grotta con al mio fianco Inuyasha.
Io riuscii a passare, ma Inuyasha rimase bloccato all’esterno e sentii l’ansia crescere nel mio animo.
- Non voglio andare da sola – esclamai, dirigendomi di nuovo nella sua direzione.
Lui mi spinse indietro. – Sciocca, sapevi che questa parte del viaggio avresti dovuto affrontarla da sola, ti era già stato detto da tuo padre -.
Rimasi interdetta. Inuyasha aveva ragione, ma io non volevo andare in quel luogo da sola, provavo veramente troppa paura.
- Al tuo ritorno sarà qui ad aspettarti, te lo prometto Samantha – mi sussurrò, cercando di sorridermi in modo sereno.
Io cercai di ricambiare il sorriso e mi voltai, percorrendo il sentiero buio della grotta.
Continuavo a respirare profondamente nel tentativo di farmi forza e ogni tanto mi voltavo indietro per guardare Inuyasha, anche se ormai era solo un puntino veramente lontano.
Il buio si faceva sempre più intenso e mi accostai alla parete per non inciampare.
La grotta era fredda e umida e ogni rumore che sentivo mi faceva sobbalzare, eppure quel luogo mi sembrava familiare, mi sembrava di essere già stata lì.
Camminai per parecchio tempo, fino a quando non inciampai e caddi a terra rovinosamente.
Mi pulii il viso dalla terra e quando alzai lo sguardo rimasi a bocca aperta.
Davanti a me c’era una statua di moltissimi demoni, avvinghiati al corpo di una bellissima donna che aveva un buco al centro del petto.
Sentii la spalla pulsare e quando mi voltai a guardarla mi resi conto che i frammenti stavano risplendendo. Capii che doveva essere quel luogo a renderli ancora più attivi.
Mi prostrai a terra e cominciai a sperare che accadesse qualcosa, che qualcuno rispondesse al mio desiderio di sapere del mio passato e chi realmente fossi.
Sentii uno strano rumore e quando alzai il viso mi resi conto che uno dei demoni si era risvegliato e si stava avvicinando a me minacciosamente.
Cominciai ad indietreggiare, ma quel demone era molto più veloce di me e si scagliò contro la mia spalla per impossessarsi dei frammenti.
Una figura dai lunghi capelli scuri si parò davanti a me e distrusse il demone.
Rimasi ferma al mio posto, mentre le mie membra erano scosse da forti tremiti e sentivo il cuore pompare il sangue ad una velocità impressionante.
La figura si voltò verso di me e mi resi conto che si trattava di Midoriko, la sacerdotessa che, da quello che mi aveva raccontato Miroku, aveva creato la Sfera dei Quattro Spiriti.
Si voltò verso di me e sorrise. – Finalmente sei tornata -, la sua voce aveva un suono melodioso, sembrava quasi una canzone.
La osservai stupita. – Tu mi conosci? – domandai.
Lei si accucciò vicino a me. – Deve essere passato davvero molto tempo nel luogo in cui ti trovavi, sei una giovane donna ormai -.
Mi avvicinai al suo viso con il cuore in gola. – Tu sai chi sono? Ti prego raccontami -.
Sorrise ancora una volta e mi prese la mano.- Perché raccontare quando posso mostrartelo? -.
I miei occhi si oscurarono e in pochi secondi capii cosa voleva dire con quella frase.

Ero come uno spettatore seduto davanti alla televisione. Vedevo di nuovo quella grotta, solo che ora i demoni e la sacerdotessa Midoriko erano vivi e stavano combattendo fino allo stremo delle forze.
Alla fine la sacerdotessa sigillò i demoni, uccidendo perfino se stessa, e in quel momento nacque la Sfera dei Quattro Spiriti.
Brillava di una luce intensa e pura e mi sentivo scaldata da quella luce, come se facesse parte di me.
Vidi i viaggi che la Sfera fu costretta a fare e quanti esseri umani e demoni la sfruttarono per i loro scopi malvagi e più quell’oggetto veniva usato, più mi sembrava che la sua luce si spegnesse. All’inizio quella luce era così pura e raggiante, fino a che non si spense quasi del tutto.
Fu a quel punto che accadde.
Durante uno scontro la Sfera fu fatta in mille pezzi a causa di una freccia sacra scagliata da una sacerdotessa. I frammenti si dispersero per tutto il mondo e alcuni di essi finirino addirittura in un’altra dimensione, la mia. Ma per quel luogo non passarono soltando i frammenti della Sfera, ma anche la luce stessa che essa possedeva.
I due frammenti che oltrepassarono la barriera si trasformarono in due figure che io conoscevo bene; mia madre e mio padre, mentre in braccio tenevano quella piccola e flebile luce che era uscita dalla Sfera e giuravano di proteggerla.
Quella luce si incarnò in una bambina.
La bambina ero io.

Aprii gli occhi e cominciai a tossire, come se vedere quelle cose fosse stato uno sforzo enorme.
Mi allontanai dalla sacerdotessa Midoriko, mentre la mia mente sembrava rifiutarsi di recepire quello che aveva appena visto, nonostante sapessi che non era una menzogna.
- Shikon no Tama – mormorò Midoriko, sorridendomi.
La guardai esterrefatta. – Cosa? -.
- E’ il tuo nome, Shikon no Tama, Sfera dei Quattro Spiriti -.
Sentivo il sangue battermi dentro le tempie, mentre il respiro sembrava dimezzarsi sempre di più, come se qualcuno si fosse seduto sul mio petto.
La guardavo e sentivo la voglia di piangere farsi sempre più forte dentro di me. – Io…io non posso essere la Sfera, io sono viva…ho un corpo…non è possibile! – gridai.
La sacerdotessa continuava a mantenere uno sguardo sereno e questo mi mandava sempre più in bestia. – Ogni anima ha un corpo. Tu sei l’anima della Sfera, che si è incarnata in un corpo per sfuggire al suo destino, per non essere mai più intrappolata o costretta a fare qualcosa che non desiderava, tu sei uno spirito ribelle ed è per questo che sei fuggita. I tuoi genitori erano emanazioni della Sfera che tu stessa hai creato per proteggerti; loro non erano veri e propri esseri viventi -.
- Allora neanche io lo sono – mormorai, più che una frase quella che avevo pronunciato mi sembrò una condanna.
Mi appoggiò una mano sulla spalla. – Non sei un vero essere vivente, ma non sei neanche un’emanazione. Tu sei puro spirito, e per questo più libera di qualunque altra creatura sulla terra -.
Le lacrime mi scendevano dagli occhi incontrollabili. – Ma io voglio essere umana, una semplice umana -.
La sacerdotessa sparì nel nulla e l’unica cosa che rimase fu la sua voce. – Sei stata chi volevi essere, è tempo di tornare ad essere ciò che sei -.
Uscii dalla grotta quasi in trance. Camminavo senza rendermi conto di camminare veramente, fino a quando il sole non colpì i miei occhi e la stretta di Inuyasha mi riportò alla realtà.
- Samantha? – mi chiamò il mezzodemone. – Samantha dimmi cosa è successo! -.
- Shikon no Tama – mormorai.
Lui mi guardò esterrefatto. – Cosa? -.
- Io non mi chiamo Samantha…mi chiamo Shikon no Tama -.

Dopo che mi fui finalmente ripresa Inuyasha mi portò nel luogo dove ci eravamo accampati la sera prima e accese il fuoco. A quel punto si mise seduto di fronte a me e ascoltò quello che era successo in religioso silenzio.
Alla fine del racconto mi sentii più svuotata di prima. Dopo aver raccontato quella storia ad Inuyasha mi sembrò tutto ancora più assurdo. Io ero lo spirito che dimorava nella Sfera dei Quattro spiriti, liberatosi per smettere di dover subire un destino che sentivo non appartenermi, che aveva dimenticato tutto per proteggersi e che ora era costretto a tornare al suo originale aspetto.
Io non volevo tutto questo, non volevo tornare ad essere solo un oggetto magico, volevo essere viva, volevo poter avere una vita normale e non essere costretta a dimorare dentro la Sfera.
Cominciai a piangere e Inuyasha mi strinse forte tra le sue braccia. – Non devi piangere, troveremo una soluzione -.
- E quale? Io sono la Sfera, non c’è modo di scappare – mormorai.
Lui mi prese e mi costrinse a guardarlo. – Tu non sei la Sfera! Tu sei Samantha! Tu sei la ragazza che quando si arrabbia mi manda a cuccia, che mi compra vestiti orribili e mi fa la predica quando sono arrabbiato -.
Lo guardai torva. – Quanti complimenti -.
- Non mi hai lasciato finire! – disse irritato. – Sei la persona più irritante che io conosca…ma sei anche la persona più forte e coraggiosa che abbia mai visto. Sei andata avanti nonostante tutte le avversità che ti hanno colpita in così poco tempo, hai preso in mano le redini della tua vita e non hai badato alle avversità, sei solo andata avanti! Sei la ragazza che mi ha fatto sorridere e che mi ha fatto capire che dimenticare non è sempre una cosa negativa…e per questo si è meritata la mia stima e il mio affetto -.
Quelle parole mi scaldarono il cuore e strinsi forte le mani del mezzodemone, mentre le lacrime di dolore si mischiavano a quelle di gioia per le sue parole. – Inuyasha – mormorai.
- Samantha -, solo nelle sue labbra il mio nome aveva senso. Solo quando lui diceva il mio nome sentivo di poter andare ancora avanti, che non ero solo un oggetto, che ero umana e che avrei trovato un modo per rimanerlo, che tutto si sarebbe risolto, perché accanto a me avevo lui a darmi forza.
Mio padre aveva ragione, nello scoprire chi ero sarei stata sola, ma dopo non lo sarei stata più e finalmente capii cosa voleva dire con quelle parole. Scoprirlo era compito mio, ma farmi capire chi ero e chi volevo essere era un viaggio che avrei intrapreso con lui al mio fianco.
Non dissi nulla, chiusi solamente gli occhi e mi avvicinai alle sue labbra e finalmente, dopo averlo desiderato e pensato, riuscii a baciarlo.
Lui rimase interdetto, fino a quando non ricambiò il mio bacio lasciandomi senza fiato.
Quel bacio fu solo per noi e la luna fu testimone della nascita di quel sentimento che ci avrebbe legati per sempre.





Salve!
Allora? Sorpresi?
Non vedevo l’ora di arrivare a questo punto per poter rivelare chi era veramente Samantha *.*
Spero che questo non vi abbia sconvolti troppo e che la mia idea vi sia piaciuta ^^
Non smettere di leggere, perché ci sono altre cose che devono essere chiarite e per il nostro gruppo di amici tutto devo ancora cominciare ^^
A presto!

   
 
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