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Autore: chiara_ sweety    11/12/2014    0 recensioni
'Com'è lungo morire
nel silenzio che incombe.
Pare che mai
voglia tacere nel sentire.
Poiché lentamente
l'esultare di vita
si fredda dentro il cuore'
-solitudine nascosta
**
Lei si circonda di libri da leggere.
Lui osserva le persone.
Lei è sola.
Lui è popolare.
Loro frequentano la stessa scuola.
Loro sono praticamente due estranei,almeno fino a quella mattina di Giugno.
Lei è Haley Cohen.
Lui è Justin Bieber.
Due anime solitarie che si ameranno inconsapevolmente dal primo istante.
Capiranno che da soli si sta bene,ma che insieme si sta ancora meglio.
Genere: Generale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Justin Bieber
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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SPAZIO AUTRICE
L'ho messo qui sopra per precisare che l'ispirazione per scrivere questo capitolo da come potrete vedere leggendolo,
me l'ha data la canzone dei Modà 'Se si potesse non morire',grazie buona lettura.
Fatemi sapere che ne pensate ci tengo molto. Chiara:*

"Si sente sola,ora ha paura,

l'ho vista piangere e poi chiedere

una risposta al cielo

e ora il suo sguardo non mente

ha gli occhi di chi nasconde

gli abusi osceni ma

non vuol parlarne”

 

'Finalmente soli' espiro bruscamente quando la mia schiena sbatte contro il muro,sono quasi le otto di mattina ed io invece di stare in classe ad annoiarmi e a seguire le lezioni mi trovo in un vicolo stretto a pochi metri da scuola con Truck che mi tiene ferma premendomi il suo corpo contro.

'Sbaglio o mi hai evitato negli ultimi giorni piccola?' non gli rispondo evitando di incrociare i suoi occhi,'Sbaglio?' ripete staccando il mio corpo dal muro per poi farlo sbattere nuovamente,un altro sbuffo spezzato mi fuoriesce dalle labbra. 'Vuoi rispondermi quando ti parlo?' sbraita serrando la presa sulle mie braccia,'N-on ti ho evitato Truck' solleva un angolo delle labbra rivelando il suo ghigno,quello che sfodera tutte le volte che sta per colpire,'No? E allora perché mi sfuggi di continuo?' 'Avevo da fare' toglie le mani dal mio corpo indietreggiando 'Risposta sbagliata ragazzina' e prima che abbia il tempo di replicare o semplicemente di veder caricare il colpo,il suo pugno mi colpisce dritto allo stomaco. Resto sdraiata sull'asfalto ruvido per quelle che mi sembrano ore nel vano tentativo di riprendere fiato ignorando il dolore sordo alla bocca dello stomaco ogni volta che compio il più piccolo movimento.

Sono una stupida,se mi fossi presentata quel pomeriggio dopo le lezioni probabilmente ci sarebbe andato più leggero,magari si sarebbe limitato a qualche spinta.

Le lacrime mi pungono gli occhi e spingono per uscire ma le ricaccio indietro.

Non piangerò per lui.

Mi devo alzare.

Stringo gli occhi e reggendomi al muro mi tiro su stabilizzandomi nuovamente sulle mie gambe,tiro fuori il telefono per controllare l'orario,le otto e dieci,ho dieci minuti per raggiungere la East High e altri cinque per entrare in classe. Costringendo le gambe a muoversi esco dal vicolo e raggiungo il cancello di scuola,attraverso il cortile a testa bassa e mi precipito lungo il corridoio fino a raggiungere i bagni delle ragazze. Una volta dentro apro tutte le porte per controllare che non ci sia qualche ragazza o qualche coppietta a pomiciare e poi mi piazzo davanti allo specchio sollevando la maglia all'altezza del seno. Come immaginavo. Nel punto colpito da Truck la pelle si è arrossata e tempo qualche ora si sarà formato un nuovo livido violaceo da aggiungere alla lista. Mi giro di schiena e ruoto il collo per vedere che anche all'altezza dei reni la pelle si sta annerendo,sbuffo lasciando ricadere la maglietta e dopo essermi data una sistemata ai capelli vado in classe.

Oggi è Lunedì,il Lunedì mi piace particolarmente perché alle prime due ore abbiamo filosofia. Arrivo davanti alla mia classe trovando la porta aperta,entro gettando un'occhiata veloce alla classe,strano,Mr Hale è sempre in anticipo.

Mr Hale è il professore di filosofia,detto anche il Sognatore.

Sognatore perché quando inizia a parlare della filosofia si perde nei suoi pensieri e rende partecipi noi studenti di questo. A dir la verità di filosofia insegna poco e niente,preferisce raccontarci piccoli scorci della sua vita,di alcune esperienze che per lui hanno significato molto,della spinta economica e del sostegno che ha ricevuto dalla sua famiglia e ama citarci le frasi più celebri di Charles Bukowski e di Emily Dickinson.

Ma in particolare lo chiamiamo Sognatore perché ripete sempre la stessa frase 'Inseguite sempre i vostri sogni,non lasciate che vi vengano strappati e portati via perché solo se ha la libertà di sognare l'uomo può definirsi libero di vivere.'

La sua frase,che ora è diventata una sorta di motto,mi ha colpita. Ha smosso qualcosa dentro di me,è come se avesse riacceso la mia passione per i viaggi.

Quando c'è Mr Hale sono più che felice di venire a scuola e ascoltare la sua lezione.

'Buongiorno ragazzi' porto di scatto lo sguardo alla porta trovandoci appunto il sottoscritto con fogli,libri e quaderni tra le mani e un sorriso smagliante stampato sulle labbra.

Il professor Hale è giovane,avrà al massimo una trentina d'anni,veste semplice e attira le occhiate sognanti di molte ragazze all'interno della classe,oserei dire troppe all'interno della scuola. Entra in classe e si sistema,come sottofondo il rumore assordante delle sedie degli studenti che stridono contro il pavimento, 'Buongiorno professore' il Sognatore poggia tutti i suoi libri sulla cattedra e una volta sistematosi gli occhiali quadrati sul naso impugna un pezzo di gesso e scrive una frase sulla lavagna

'Immagini se...'

Ecco un'altra delle sue lezioni strambe.

Tutti gli studenti lo guardano completamente rapiti e assorti,non si può dire di certo che sia un professore come gli altri,i suoi schemi d'insegnamento sono infatti completamente diversi,Mr Hale sa mantenere viva una lezione,non ti fa annoiare,non è ripetitivo e non ci assegna i compiti o ci fa studiare sui libri,scrive semplicemente delle frasi e ci aiuta ad arrivare al concetto chiave e poi ad una spiegazione.

'Ditemi la prima cosa che vi passa per la testa leggendo questa frase' una ragazza della prima fila alza la mano 'Si signorina Jones?' 'T'immagini se con un salto si potesse anche volare' il Sognatore allarga il suo sorriso allungando la mano con il gesso porgendolo a Jones,la ragazza si alza e scrive sulla lavagna il suo pensiero, 'Altri?' chiede voltandosi verso la classe, un ragazzo si alza e scrive,poi un altro,un altro ancora e ancora e ancora, 'Signorina Cohen lei non scrive nulla?' richiama la mia attenzione infilandosi le mani nelle tasche dei jeans,titubante mi alzo facendo attenzione a non sbattere la schiena contro la sedia e con la lentezza di un bradipo supero i banchi e prendo il gesso.

Leggo le frasi dei miei compagni :

 

'Immagini se con un salto si potesse anche volare'

'Immagini se in un abbraccio si potesse scomparire '

'Immagini se i baci si potessero mangiare'

'Immagini se non avremo il tempo di soffrire'

'Immagini se le stelle si vedessero col sole'

'Immagini se si potesse dormire al buio senza paura'

'Immagini se gli animali ci potessero parlare'

 

Prendo un respiro profondo e spingo il gesso sulla superficie ruvida della lavagna,come finisco di scrivere la frase mi volto abbozzando un sorriso,

'T'immagini se si potesse non morire'

il Sognatore incrocia le braccia al petto annuendo con la testa.

Un'ora dopo la campanella scandisce la fine della seconda ora e una baraonda di ragazzi si riversa in corridoio,il professore si avvicina al mio banco 'Tutto bene signorina Cohen?' annuisco,'Ho notato che ha difficoltà nel muoversi,è successo qualcosa?' diamine.'Va tutto bene Mr Hale,devo aver dormito male stanotte' il professore sorride 'Per qualsiasi cosa sa dove trovarmi' poi esce dall'aula come tutti gli altri. Raccolgo lo zaino dal pavimento ed esco anch'io. Camminare in corridoio al cambio dell'ora mi è sempre piaciuto,riesco a confondermi tra i ragazzi senza essere notata,supero il mio armadietto e salgo le scale diretta al laboratorio di chimica e biologia,la professoressa vuole farci lavorare con i composti chimici,sarà un bordello. Salgo l'ultimo gradino e giro a destra,sorpasso un gruppo di ragazzi intenti a scherzare e spintonarsi per gioco quando vengo bloccata proprio da uno di loro. 'Ehi tu' continuo a camminare quando questo tipo mi sbarra la strada allargando le braccia 'Sei l'amichetta di Bieber?' inarco un sopracciglio senza capire,amichetta? Non ricevendo alcun segno da me il ragazzo riccio alza un braccio e scuote la mano incitando qualcuno a raggiungerci,questa situazione inizia a non piacermi,un rumore di tacchi alle mie spalle mi fa voltare per vedere una ragazza venire verso di noi ancheggiando vistosamente. Mi volto strizzando gli occhi,chi diavolo è?

Il ticchettio cessa,alzo lo sguardo stupita di trovarmi davanti proprio lei. È più alta di me di qualche centimetro,le sue gambe sono fasciate da un paio di jeans aderenti e sopra porta una canottiera con uno scollo a v che lascia intravedere il reggiseno rosso. Mi concentro sul suo viso,sorrisetto divertito,occhi azzurri ben truccati,labbra piene e rosse e i capelli biondi raccolti in una coda alta. E' Celine.

'E' lei la ragazza' ridacchia il riccio,Celine si morde un labbro senza perdere il sorriso 'Così tu saresti un'amica di Bieber?' sbatto le palpebre non sapendo cosa rispondere,nel dubbio nego con la testa,lei però non sembra notarlo perché continua a parlare puntandosi le mani suoi fianchi,'Non sapevo che Justin s'interessasse anche alle sfigate' incasso l'insulto senza dire nulla, 'Ti ha già portata a letto?' sono in ritardo per biologia,'Dubito che voglia fare qualcosa con un tipo come te,sicuramente gli hai fatto pena' continua ridendo. Pena. Non voglio far pena a nessuno e non voglio la compassione di nessuno,so bene di essere ritenuta una sfigata ma fino ad ora non mi era mai passata per la mente l'ipotesi che Justin provasse pena per me. È vero ha scuola mi ha rivolto la parola solo per aiutarmi con i libri..mi ha aiutata per pena? Però allora perché si è scomodato a farmi conoscere i suoi amici? Scuoto la testa per scacciare questi pensieri,'Devo andare' la bionda mi afferra trattenendomi per un polso 'Vi ho visti giorni fa insieme,sta lontana da lui ragazzina' annuisco liberandomi il polso con uno strattone,'Ho capito' poi filo in classe sentendoli ridere alle mie spalle.

Justin è abituato a ragazze come Celine,io non c'entro nulla con loro.

Non mi diverto come loro,non mi trucco come loro,non indosso quei vestiti per valorizzare le forme perché non ne ho bisogno. Non ho un corpo come il loro.

Mi massaggio la parte esterna del braccio,gli faccio davvero così pena?

Arrivo davanti al laboratorio,la porta è chiusa,busso aspettando che la voce squillante della prof mi faccia entrare,'Avanti!' abbasso la maniglia sporgendo la testa all'interno,puntando gli occhi sulla figura di Mrs Tompson ferma davanti alla lavagna multimediale,'Signorina Cohen è in ritardo' 'Mi scusi' 'Si vada a sedere vicino al signor Adams,è l'unico posto libero' Adams? Non abbiamo un Adams nel corso di chimica. Annuisco cercando con lo sguardo questo ragazzo,alla fine lo individuo,ultimo banco attaccato al muro,ah mi ricordo di lui. Non frequenta nessun corso con me a parte chimica da come posso vedere.

Ha i capelli castani e ricci e gli occhi verde chiaro circondati da un paio di occhiali rotondi,è un ragazzo normale come me e anche lui rientra nella cerchia degli sfigati,come me.

 

-Flashback-

'Adams sei un pappamolle' 'Su alzati' 'Adams fai l'uomo e tira fuori le palle!' grida un ragazzo in piedi su un muretto,mi avvicino alla cerchia che si è formata in cortile e sguscio tra i corpi dei ragazzi urlanti arrivando in prima fila. All'interno del cerchio c'è un ragazzo con gli occhiali e davanti a lui un altro ragazzo,spalle larghe e pugni in mostra. Deve far parte della squadra di basket. Il ragazzo con gli occhiali è a terra e sembra affaticato,'Coraggio Alex fagli vedere chi comanda!' grida qualcuno,trattengo il respiro quando vedo il pugno di questo Alex entrare in collisione col viso del ragazzo,gli occhiali volano rotolando sull'asfalto,riporto lo sguardo sul suo viso notando che un rivolo di sangue gli fuoriesce dal naso depositandosi all'angolo della bocca,vorrei fare qualcosa ma la paura mi paralizza. Mi guardo intorno per chiedere aiuto ma la maggior parte dei ragazzi ride divertita osservando la scena e incinta Alex a colpirlo di nuovo.

 

-Fine flashback-

 

Prendendo un bel respiro mi avvicino ad Adams e mi siedo al mio posto.

'Riprendiamo ragazzi,oggi lavoreremo a gruppi perciò formate delle coppie con il vostro compagno e iniziamo' mi volto verso il ragazzo fissandolo con la coda dell'occhio indecisa se presentarmi oppure no. Alla fine opto per la presentazione,'Mi chiamo Haley,piacere' 'Joshua' ricambia la stretta accennando un sorriso,ha un bel sorriso. 'Be' iniziamo?'

 

**

 

Le ore rimaste scorrono normalmente e alle due sono finalmente libera di tornare a casa.

Oggi non ho visto Justin,forse non è venuto a scuola o più semplicemente è venuto ma non gli andava di passare a salutarmi.

M'incammino verso casa accantonando tutti i pensieri in un angolo della mente,una volta arrivata apro la porta e lascio lo zaino su una sedia in cucina,getto un'occhiata al frigo aspettando di trovare il solito biglietto di papà,stavolta però resto sorpresa,sul frigo non c'è nulla. Salgo nella mia stanza e mi lego i capelli in una crocchia,poi lo cerco nella sua stanza. Busso un paio di volte e non ottenendo risposta spalanco la porta.

'Haley. Non si usa più bussare?' il mio sguardo si focalizza subito sulla figura ricurva sulla poltrona al centro della camera,'Ho bussato' 'Come ti pare' sbuffa per poi scoppiare a ridere,'Hai bevuto papà?' esamino in fretta l'area che mi circonda cercando la bottiglia di Jack Daniel's che avevo nascosto,non la vedo da nessuna parte.

'Dannazione non sono un alcolizzato!' si inumidisce le labbra e continua 'Tua madre mi avrebbe creduto' colpo basso,mamma non è qui. 'Da quant'è che non prendi le tue medicine?' 'Non mi servono a niente' 'Ti aiutano a gestire i tuoi stati d'animo invece!' si lascia andare ad un'altra risata 'Mi aiutavano quando Emily era ancora qui. Adesso non mi servono,tanto non ho più nulla da perdere' hai me! Avrei voluto urlarlo fino a far tremare le pareti,prendere a pugni mio padre per fargli capire che io ho bisogno di lui e che deve andare avanti per me,ma probabilmente come la maggior parte delle cose che penso o che faccio,non sarebbe servito a nulla. 'Perché è morta proprio lei? Perché cazzo?' sbraita afferrando un cuscino dalla poltrona e scagliandolo con violenza contro il muro,poi si alza e in uno scatto d'ira ribalta il tavolinetto della sala facendo sparpagliare a terra tutti i fogli di giornale e inizia a tempestare di calci e pugni il divano. 'Papà smettila' mi avvicino cercando di bloccarlo dalla spalle,'Pa-' il suo braccio sinistro si abbassa e mi colpisce alla guancia facendomi traballare,'Haley,oddio Haley tesoro mi dispiace' la guancia mi fa male,ma il dolore che sento non è niente in confronto a quello che prova il mio cuore vedendolo in questo stato. 'Va tutto bene,ti porto le medicine' annuisce seppur tentennando,corro in cucina a riempire un bicchiere d'acqua prima che cambi idea e prendo le sue pasticche,mi avvicino lasciandogli le pastiglie sul palmo della mano e il bicchiere nell'altra. 'Mi dispiace,non volevo colpirti' 'Lo so,bevi' annuendo poggia le pasticche sulla lingua e le manda giù con l'acqua,poi si siede sulla poltrona aspettando che la medicina entri in circolo calmandogli i nervi. Pochi minuti dopo si addormenta.

 

Justin's pov

'Jay razza di idiota,vuoi uscire da quel bagno?' sbuffo,è la terza volta che mi rompe i coglioni e sono solo le sette di mattina. M'infilo velocemente una maglietta e un paio di jeans a vita bassa ed apro la porta precedentemente chiusa a chiave,'Era ora santo cielo! Sai com'è anch'io dovrei farmi una doccia di tanto in tanto' ironizza acciuffando i vestiti puliti dall'armadio,'Direi che ne hai più che bisogno Hood' ah quanto amo prenderlo in giro.

'Ah ah,davvero molto divertente Justin' sbatte la porta continuando a borbottare improperi per conto proprio,ridendo mi dirigo in cucina e rubo una mela dal cesto di frutta al centro del tavolino. 'Calum sbrigati o faremo tardi' 'E' colpa tua se faremo tardi!' mi rimbecca dal bagno,continuando a ridere mi stravacco sul divano gustandomi in pace la mia colazione. Circa dieci minuti dopo il mio amico fa capolino dal bagno riservandomi un'occhiata omicida,'Andiamo signorina' sghignazzo alzandomi dal divano.

Arriviamo davanti alla East High con due minuti di ritardo il che per due tipi come me e Calum è un record e probabilmente una cosa che non accadrà mai più. Chiudo a chiave la macchina e calandomi gli occhiali da sole sugli occhi sorpasso il cancello della scuola. La maggior parte degli studenti di terza,quarta e quinta è seduta su un muretto a parlare e scherzare,i primini con i ragazzi di seconda invece sono giù entrati nell'edificio. 'Jay mi passi il clipper?'infilandomi una mano nella tasca posteriore dei jeans tiro fuori l'accendino e glielo lancio,Calum lo afferra prontamente e con la stessa destrezza si accende una sigaretta. Mi poggio con la schiena al muro scrutando i ritardatari che correndo sorpassano il cancello per poi precipitarsi a lezione,i miei occhi vengono catturati da una figura esile che si avvicina a testa bassa,raddrizzo la schiena e incuriosito mi paro davanti all'entrata sbarrandole la strada.

'Haley' alza di scatto la testa sgranando gli occhi 'Justin' mormora passandosi una mano sul petto 'Mi hai spaventata' 'Hai sciolto i capelli?' annuisce sorridendo appena,mi è mancato guardare il suo viso ieri,'Ti stanno bene' ed è vero,le sfinano il viso,'Grazie Justin' distendo le labbra in un sorriso spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio,il sorriso mi muore quasi subito sulle labbra non appena noto la macchia violacea sotto l'occhio destro che le arriva fino a metà guancia. Stacco la mano dal suo viso lasciandomela ricadere lungo il corpo 'Cos'è successo?' Haley sobbalza evidentemente presa alla sprovvista,è solo un attimo però,si ricompone subito sorridendo.

'Sono scivolata e ho sbattuto contro un mobile' la fisso per qualche attimo incerto se crederle o meno,l'espressione sul suo viso non cambia,sembra quasi essersi congelata. Alla fine annuisco inumidendomi le labbra con la lingua 'Cerca di stare più attenta la prossima volta' annuisce col capo prima di aggirarmi ed entrare a scuola 'Ciao Justin'

 

  
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