Arigatou gozaimasu a Dafne, Mew Angel 91, Chihiro, Kia91 e Bea_chan per
i commenti!^O^;; Mi avete fatto venire voglia di scrivere subito il secondo
chap! Però..ecco…spero di essere all’altezza delle vostra aspettative…çç
PS: ho di nuovo internet!!^//^;;
by JunJun
Memories
Ichigo strinse stancamente gli occhi, senza trovare la forza di aprirli. “C-Che cosa mi succede?” si chiese. Era sdraiata supina in un letto, aveva qualcosa che le copriva parte del viso, come una maschera. Non sentiva più le braccia e le gambe, ogni movimento le costava una fatica immensa. “Dove…dove mi trovo?”. Aveva nelle orecchie un ticchettio debole ma costante, ma non riuscì ad associarlo a niente che lei ricordasse.
Forse perché in quel momento non ricordava assolutamente
niente. La sua mente era annebbiata, vuota…
-Ichigo?- sentì sussurrare da qualcuno alla sua destra. Solo
dopo qualche secondo comprese che quella parola strana era il suo nome. Avvertì
un tocco leggero sulla sua guancia, e a quel punto raccolse tutte le sue
energie per schiudere gli occhi color cioccolato. La prima cosa che vide fu un
volto…
Capelli biondi come l’oro…
Occhi azzurri come il cielo…
“Chi è questo ragazzo…? …eppure io l’ho già visto…lo
conosco, io…”.
- Ichigo!- la chiamò lui, cercando di trattenerla, ma lei
sentiva nuovamente le sue forze venirle meno.
-R-Ryo…- gemette la ragazza, poi il sonno la precipitò di
nuovo nell’oblio.
Quando Ichigo si riebbe, si sentiva…rigenerata.
Come se si fosse appena risvegliata dopo una tranquilla
notte di sonno.
Per cui, anche se era ancora un po’ debole, si rimise a
sedere sul letto senza troppi problemi.
La prima cosa che fece su guardarsi intorno: capì subito
di trovarsi in un’anonima stanza d’ospedale, ma non ricordava assolutamente
come ci era finita. Era sola. Si alzò, incerta sul da farsi, quando la porta
alle sue spalle si aprì.
Ne entrò una ragazza con in mano alcuni vestiti, che alla
sua vista lasciò cadere a terra per la sorpresa.
Ichigo rimase a lungo a fissarla dubbiosa, cercando di
associare a quella persona un nome: era sicura di aver già visto da qualche
parte quei grandi occhiali rotondi.
-Ichigo! Ti..ti sei risvegliata!- strillò la ragazza,
correndo verso di lei, che rimase immobile. -Oh, grazie al cielo! Ichigo!
Eravamo così in pena!- disse, e la abbracciò, stringendola forte.
“Eravamo…chi?” si chiese la rossa, mentre l’altra si
staccava da lei e si asciugava rapida una lacrima di gioia dal viso.
-Perché mi guardi così…non mi riconosci?- le chiese poi,
incerta -Io sono Retasu-
-Retasu?- ripeté Ichigo meccanicamente. Di colpo, le
ritornarono in mente tutte le sue amiche. –Ora ricordo…- sillabò, portandosi
una mano alla testa, che aveva cominciato a farle male. -Che cosa…che cosa
succede, Retasu? Perché mi trovo qui? Che cosa è successo?- chiese nervosa.
Retasu esitò molto prima di rispondere: -Dopo l’ultima
battaglia…gli alieni ti avevano ferita…- sussurrò. -Sei caduta in coma-
-Che..che cosa?-
-Si, non ti ricordi? Il chimero di Pai e Taruto stava per
ucciderti, e noi eravamo immobilizzate…- spiegò paziente la ragazza -Poi
all’ultimo momento è arrivato il Cavaliere Blu e ti ha salvato la vita, però tu
non accennavi a risvegliarti e così ti abbiamo portato qui…ora che stai bene
potrai tornare a casa!- concluse raggiante.
-Si…certo…- annuì distrattamente Ichigo, cercando di
riordinare i ricordi. Si sedette sul letto, guardandosi addosso la leggera camicia
bianca dell’ospedale: -…sai dove sono i miei vestiti?- chiese ad un certo
punto.
-Oh, no! I tuoi vestiti!- Retasu si affrettò a
raccoglierli tutti spiegazzati da terra dove li aveva abbandonati, e li passò
all’amica con un’aria dispiaciutissima.
Ichigo non disse niente, ma si limitò a prenderli e poi
iniziare a svestirsi. -Dov’è Ryo?- chiese dopo un po’, mentre si infilava la
maglietta.
-Non so…è stato qui finché non ti sei svegliata…-.
-L’ho visto…- annuì Ichigo -aveva una faccia così
strana…scommetto che è arrabbiatissimo con me…non appena mi vedrà mi rinfaccerà
che è tutta colpa mia e che sono un’incosciente e immatura, oltre che stupida,
imbranata, grossolana…-. Ora aveva finito di vestirsi, e senza nemmeno
guardarsi allo specchio per aggiustarsi i capelli uscì dalla stanza e si avviò
per il corridoio, stranamente deserto.
Retasu le tenne dietro: -Ma che dici?- esclamò allibita,
come se Ichigo le avesse appena detto che il Sole gira attorno alla Terra. –Ryo
era preoccupato da morire per te…-.
-Si…certo…-
-No, non fare così, per lui la notizia della tua malattia
è stato un vero e proprio shock…continuava a dirsi che era tutta colpa sua,
che non era riuscito a proteggerti, che se ti succedeva qualcosa non so cosa
avrebbe fatto…era fuori di se’…non c’era modo di calmarlo…-. Sospirò, esitante.
-Per fortuna ti sei risvegliata…- aggiunse poi. -E per fortuna state bene tutti
e due, ho parlato con la dottoressa che ti aveva fatto le analisi, dice che non
c’è stata nessuna complicazione, grazie al cielo- concluse con un sorriso che
voleva essere rassicurante.
Ma Ichigo la fissò, confusa: -Tutti e due?- ripeté -Cosa
vuoi dire?-
-Ma come, non ricordi?- sillabò Retasu sconvolta. Poi si
tranquillizzò: -Oh, scusami, i medici mi avevano detto che lo shock che hai subito
poteva averti causato uno stato temporaneo di amnesia…-
-Amnesia?-
-Si, una perdita della memoria…non preoccupare, è una cosa
temporanea…presto riacquisterai tutti i tuoi ricordi, non preoccuparti- la
tranquillizzò Retasu.
-No, aspetta, dimmelo adesso…cosa dovrei sapere? Che cosa
volevi dire prima?- chiese Ichigo nervosa. Aveva un presentimento strano. Si
fermò sul pianerottolo dell’ospedale.
-Non fare quella faccia preoccupata, è una cosa
bellissima…- le sorrise l’amica. –Ichigo, quando parlavo di tutti e due mi
riferivo a te e a…lui- aggiunse, indicando con la mano un punto dalla parte di
Ichigo.
-Lui chi?- chiese Ichigo, seguendo la direzione del dito
di Retasu con lo sguardo. Puntava alla sua pancia. Ichigo inorridì. Tornò a
guardare Retasu: -CHE COSA?!- esclamò, sconvolta. -Vuoi dire che…che io…io…-
disse, con voce sempre più flebile.
Retasu le sorrise incitante.
-…io aspetto un
bambino?- concluse Ichigo diventando in un momento così pallida che Retasu
temette che stesse per svenire. –E’ uno scherzo, vero?-
Retasu scosse la testa, facendola agghiacciare.
-E’ normale…non preoccuparti…- cominciò a quel punto l’amica, preoccupata -Stai tranquilla…è
tutto sotto controllo e…-
Il respiro di Ichigo si spezzò: -NO! NON C’E’ NIENTE SOTTO
CONTROLLO!- la interruppe, facendola sobbalzare. -IO NON POSSO ASPETTARE UN
BAMBINO! E’ UNA COSA ASSURDA! NON HO NEANCHE 15 ANNI! SONO ANCORA TROPPO
GIOVANE! E’ IMPOSSIBILE!-
-Ca-calma…n-non fare così…molte ragazze hanno avuto dei
figli alla tua età, e nel passato era normalissimo…forse…ecco, forse siete
stati un po’ troppo frettolosi, ma non preoccuparti…- provò spaventata Retasu
-e poi…eri…eri felicissima quando eri venuta a saperlo…-.
-Io…io non…- Ichigo indietreggiò di un passo -Tutto questo
è completamente assurdo!- ripeté -E poi…chi sarebbe il padre, scusa?- chiese.
Retasu le lanciò uno sguardo confuso, come a dire: “Ma
come? Non ricordi neanche che suo padre è…”.
-Ryo?- chiese molto piano Ichigo, cogliendo
l’espressione di Retasu. -RYO?!?!?!-.
Meno di un minuto dopo, Ichigo aveva spalancato di botto
la porta di una sala d’aspetto, facendo sussultare e voltare di scatto il suo
unico occupante, un giovane biondo che stava alla finestra.
-Ichigo?!- sillabò per la sorpresa.
-RYO!- lo chiamò lei. La sua voce era un misto di paura,
rabbia, shock, e confusione. Si fermò a pochi centimetri da lui: -NON E’
POSSIBILE CHE NOI DUE ASPETTIAMO UN FIGLIO!- gli gridò in faccia, fuori di sè.
Lui sospirò, sostenendo il suo sguardo con uno serio ma
allo stesso tempo molto dolce e paziente: -Ascolta…- cominciò.
-NO! IO NON ASCOLTO UN BEL NIENTE!-
-…il medico ha detto che presto ricorderai…-
-IO RICORDO TUTTO!- tuonò Ichigo, costringendolo a
chiudere la bocca -E RICORDO BENISSIMO CHE NOI DUE NON SIAMO MAI STATI INSIEME
RYO! COME- gridò, afferrandolo per il colletto del vestito -COME AVREMMO FATTO
A CONCEPIRE QUESTO FIGLIO?! TELEPATICAMENTE?!-
Lui si girò dall’altra parte: -Ichigo, senti, io…ok,
basta, ne riparliamo più tardi va bene? L’importante ora è che tu stai bene-
concluse.
-STO BENE UN CAVOLO!! IO…-
-Calmati, non sforzarti, sei ancora debole!- Ryo la prese
per le spalle, notando che era diventata livida da fare paura -Ichigo! Hai
capito? Calmati!-
Lei sentì all’improvviso come una fitta al cuore,e si
sentì nuovamente mancare. Ricadde in avanti, fra le braccia del ragazzo. -Ryo…-
sussurrò, prima di svenire un’altra volta.
Ichigo rinvenne dopo quello che le sembrò un secondo. -Che
succede?- chiese brevemente, scattando a sedere.
Si trovava a bordo di un’auto che aveva appena
parcheggiato. Davanti a lei, seduto al posto del guidatore, vi era Ryo.
-Ti ho portato al Caffè- le spiegò lui -Ma non ci staremo
per molto. Volevo solo tranquillizzare le ragazze, poi ti porto a casa. Resta
qui, torno subito…- aggiunse, ed uscì.
-Hm- gemette Ichigo, poco convinta .–No, vengo- si decise
infine, e scese anche lei dall’auto.
A pochi passi da lei c’era Ryo, ma non riuscì a chiamarlo
perché fu distratta da un insolito spettacolo: dalla parte opposta della strada
vi era parcheggiata un’auto scura. Fin qui niente di strano, ma c’era una
ragazza appoggiata alla macchina che fissava insistentemente il Caffè, come se
stesse aspettando qualcosa...o qualcuno.
Ichigo la osservò meglio, cercando di ricordare se
l’avesse già vista da qualche parte.
Ma non le venne in mente nulla. Sospettò che la sua
amnesia avesse colpito ancora.
Squadrò nuovamente la ragazza: era alta, magra, molto
carina a dire il vero, aveva lunghi capelli lisci del colore del miele, e occhi
verdi. Quando vide Ryo varcare la soglia del Caffè, si mosse leggermente, ed
Ichigo giurò che stesse sorridendo.
Aggrottò la fronte. Mentre si avviava dietro Ryo, si fermò
un attimo e si girò indietro, verso di lei: i loro sguardi si incrociarono, ed
in un attimo il sorriso sparì dalle labbra della ragazza, i suoi occhi
sembravano gridarle addosso le peggiori maledizioni.
Ichigo si morse un labbro, turbata, e voltatele le spalle,
entrò di corsa nel Caffè.