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Autore: ELIOTbynight    12/12/2014    3 recensioni
Naruto è diventato Hokage (ed era pure ora!), ma per portare avanti il suo lavoro ha bisogno dei suoi amici di sempre, che per fortuna non hanno mai smesso di stargli accanto.
Konoha e tutto il mondo ninja sono in tempo di pace, ma qualcuno trama nell’ombra, rispolverando pericolosamente il passato … e Kurama si prepara ad avere una nuova forza portante.
Si tratta della protagonista di una nuova generazione di ninja: il suo nome è Eri Uzumaki.
*
- Così te ne sei accorto, baka.-
Un vocione profondo lo distolse improvvisamente dai suoi pensieri e Naruto sussultò, ritrovandosi mentalmente nel suo buio subconscio.
- Kurama!- esclamò, fissando il suo cercoterio dal basso. - Tu sapevi che Eri possiede una parte di te?!-
Il volpone rispose, beffardo e malizioso:
- E’ ovvio! Piuttosto, mi sorprende che tu l’abbia scoperto solo adesso … Si vede che eri proprio concentrato, quella notte!-
Naruto arrossì violentemente fino alla punta dei capelli e gridò:
- Di che cosa stai parlando??-

*
[Ambientata in un ipotetico futuro alternativo, senza tenere conto del capitolo 700 del manga. Ogni riferimento a fatti o persone esistenti o già inventate da qualcun altro è puramente casuale. Buona lettura!]
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Gaara/Matsuri, Hinata/Naruto, Sai/Ino, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Ed eccomi tornata, finalmente! E' in arrivo un capitolo strainteressante, con tantissime novità!
La soundtrack a cui ho pensato stavolta è - sorpresa sorpresa - il tema di Hinata e Neji, ovvero quello del clan Hyuuga. Lo dedico alla prima parte del capitolo, perché verso la fine ci sarà un colpo di scena abbastanza incredibile... xD
Godetevi la lettura ;)




Capitolo 6
: L’aggressione


Sorpresa da un ticchettio che veniva dalla porta, Eri andò verso di essa, saltellando per casa.
- Arrivo!- esclamò lei, prima di allungarsi verso la maniglia ed aprire.
Di fronte a sé vide ergersi in tutta la sua autorità il vecchio capo del clan Hyuuga, che a sua volta abbassò lo sguardo per catturare gli occhi grandi e curiosi della nipotina.
- Buongiorno, Eri.-
- Nonno, che bello vederti!- sorrise la bambina. - Entra pure … -
Eri fece educatamente spazio per accogliere il nonno in casa e farlo accomodare. Tenendo bene a mente le regole di comportamento che le aveva insegnato sua madre, restò in piedi vicino a lui, chiedendogli con gentilezza se gradisse una tazza di tè. Nonno Hiashi accettò volentieri, senza aver paura di scomporsi un po’ davanti a tutta quella tenerezza.
Mentre la piccola Eri si destreggiava con fatica tra scaffali e utensili per mettere a bollire l’acqua per il tè, Hiashi la osservava con piacere. Da una parte era stato il fare impacciato ed infantile di Eri ad addolcirlo, in parte era merito dell’impegno e del rigore con cui lei ci teneva a fare bella figura. Ormai la nipote conosceva le sue nobili origini da parte di mamma e con la voglia di fare che Naruto le aveva trasmesso, aveva deciso di mettercela tutta per non deludere il nonno neanche nelle piccole cose.
La grazia che accompagnava i suoi gesti, ma anche la determinazione che le si poteva leggere negli occhi, fecero riaffiorare alcuni ricordi nella mente di Hiashi; ricordi che risalivano a circa sette anni prima, quando il destino del clan Hyuuga prese una piega inaspettata e quasi rivoluzionaria, grazie a Naruto, ma soprattutto grazie alla forza d’animo di Hinata …
 
<< Sette anni prima >>
 
Non gli era mai capitato di vedere da parte di Hinata uno sguardo così fermo. Hiashi non era nemmeno completamente sicuro di avere di fronte proprio la figlia primogenita, che aveva sempre avuto una certa soggezione nei suoi confronti, almeno fino a quel momento.
- Sei davvero sicura di quello che mi stai chiedendo, Hinata?- domandò il capoclan, assottigliando gli occhi.

L’altra aggrottò la fronte e con tono gentile ribadì:
- E’ la decisione più importante della mia vita, padre. Non potrei essere più sicura di così.-
- Ma ti rendi conto che in questo modo cambierai per sempre il destino della nostra famiglia?- continuò lui, alzandosi in piedi quasi di scatto, reggendosi al bastone come se in realtà non ne avesse davvero bisogno.
Dopotutto era il capo della famiglia e doveva essere forte ed autorevole nonostante l’età avanzata, anche se gli risultava inspiegabilmente difficile davanti ad una determinazione così rara da parte di Hinata.
- E se anche fosse?-
Con ogni frase che la figlia diceva, lo spirito conservatore che viveva nel cuore di Hiashi vacillava. L’uomo sudava freddo e stavolta non seppe cosa rispondere.

- Padre, non ho altra scelta. Non posso prendere il tuo posto come capostipite del clan.- proseguì lei, addolcendo lo sguardo notando che il padre era in difficoltà. - Io e Naruto stiamo per avere un bambino, lo sai … Finalmente avremo una famiglia tutta nostra. Di conseguenza non posso portare avanti le tradizioni del clan Hyuuga come hai fatto tu.-
Sulle prime, quel discorso era inaccettabile per il capo del nobile clan, ma era anche vero che da buon padre doveva essere aperto e prossimo alle volontà della sua adorata primogenita, la quale andò avanti dicendo, a testa bassa:

- E poi … non mi sono mai sentita adatta a questo ruolo. Ho sempre pensato di essere l’anello debole della famiglia, lo hai constatato anche tu. Come ninja non ho saputo dare abbastanza onore al mio clan, a differenza invece di Neji-nii-san, per esempio.-
Hanabi, che ascoltava il discorso lì accanto con pochi altri membri della famiglia, intristì i propri occhi che guardavano la sorella maggiore. L’aveva sempre ammirata moltissimo perché non si faceva problemi ad ammettere le proprie debolezze, pur andando avanti sicura per la propria strada. Pregò che il padre le desse ascolto e le venisse incontro, insieme a Naruto, che era quasi completamente in disparte, ma ci teneva ad essere presente in un tale momento.
Hiashi sospirò.
- Ho compreso le tue ragioni, figlia mia. Ma quando morirò, chi diventerà il capostipite degli Hyuuga, se non tu che sei la mia primogenita?-
Hinata, a quel punto, accennò un sorriso e si voltò.
- Hanabi, naturalmente.- rispose, facendole cenno di avvicinarsi.
La minore arrossì vagamente e si affiancò a lei, pronta ad ascoltare. In cuor suo, aveva sempre saputo che sarebbe stato il suo destino seguire le orme del padre al posto di Hinata e si sorprese nel constatare di esserne compiaciuta, perché questa decisione avrebbe soddisfatto le esigenze del clan, se il capofamiglia avesse acconsentito definitivamente.
- Prendi Hanabi al mio posto.- proseguì quindi la maggiore. - Cedo volentieri a lei la possibilità di rappresentare al meglio il nostro clan. Dopotutto questo ruolo le si addice molto più di me.-
Le due sorelle si sorrisero dolcemente, trasmettendosi un’infinita fiducia, e Hinata concluse:
- Fin da quando eravamo piccole, Hanabi ha dimostrato di avere molto più talento di me, come ninja. Sono sicura che con lei all’apice, la nostra famiglia ritroverà lo splendore di un tempo.-
Hiashi le osservò. Hanabi e Hinata erano diventate due donne meravigliose; forti, coraggiose, amorevoli e a modo. Il suo orgoglio di padre traboccava da tutte le parti e non poteva più essere ignorato a favore delle antiche tradizioni.
- Ti prego padre, accetta la mia proposta.-
- Mi hai convinto. Tuttavia non mi sento ancora sicuro … - sospirò ancora lui, tornando a sedere. - Restando parzialmente fuori dalla famiglia, il tuo Byakugan è comunque senza protezione, anche dopo la morte. Il nostro clan ha sempre custodito i segreti di questa abilità innata con successo, ma ora …?-
Hinata parve rifletterci su, sotto gli occhi curiosi di tutti i presenti, Hanabi e Naruto in particolare. Istintivamente le tornò alla memoria Neji e il triste momento della sua morte. Rialzando lo sguardo verso il padre, disse:
- Se può farti sentire meglio, posso farmi tatuare anch’io sulla fronte il simbolo maledetto della casata cadetta. In questo modo il mio Byakugan scomparirà quando morirò e resterà così il segreto del clan Hyuuga.-
Era un’opzione a cui non si era mai osato pensare, eppure in quell’attimo Hiashi si accorse che poteva funzionare.
- Fidati di me, padre. Ti chiedo soltanto questo.- lo pregò la figlia, giungendo le mani verso il petto e tenendo la fronte bassa in segno di rispetto.
Hinata non aveva mai voluto deludere la famiglia, non aveva mai preteso nulla in cambio del proprio impegno. Non aveva mai rinunciato a rimanere se stessa, nonostante fosse consapevole di non andare bene agli occhi del padre. Era cresciuta coltivando molte intense passioni e maturando in modo esemplare le proprie virtù.
Hiashi ebbe la sensazione che avrebbe fatto un grosso errore, se le avesse detto di no, così abbozzò un sorriso e le si avvicinò per stringerla forte.



Il tè era caldo e dolce al punto giusto e quando il nonno disse che era buono, Eri tirò un sospiro di sollievo e si sedette al tavolo accanto a lui.

- Come stanno i tuoi genitori?- chiese lui.
La bambina alzò gli occhi al cielo e pensò:
- La mamma è uscita e dovrebbe tornare tra un po’. Papà, invece, è pieno di lavoro!-
- Ma stanno bene entrambi, vero?-
- Certo!- fece lei, sorridendo ancora senza stancarsi di farlo.
In quel momento, si avvertirono alcuni rumori vicino alla porta. Hinata era tornata dal suo giro di commissioni della mattinata. Fu ben felice di trovare il padre e lo fu ancora di più quando seppe che Eri l’aveva accolto con tutti gli onori.
- Ti dirò, Hinata … - esordì Hiashi. - La mia nipotina ha una fermezza negli occhi uguale a quella che aveva Neji.-
La mamma della piccola si sedette vicino a lei e le accarezzò amorevolmente la schiena, confermando:
- Hai ragione; sono sicura che sarebbe molto fiero della mia Eri.-
Quest’ultima arrossì e poi sobbalzò sulla sedia, ricordando improvvisamente qualcosa.
- Nonno, lo sai che papà mi ha portato un ritratto dello zio Neji? Te lo faccio vedere!-
Corse nella sua cameretta a prenderlo, sotto gli sguardi addolciti della madre e del vecchio nonno, i quali si scambiarono un’occhiata d’intesa.
- Eccolo.-
Le calde manine della bambina si strinsero per un momento a quelle consumate di Hiashi, che osservò il volto di Neji nel ritratto con nostalgia.
- Non lo dimenticheremo mai … - mormorò, aggrottando la fronte con velata commozione.
- Papà ha detto che lo zio Neji è morto per salvarlo e che quindi è un eroe!- esclamò Eri. - Era forte, vero nonno?-
- Non era solo forte … ha donato la sua vita per proteggere chi voleva bene. Il suo cuore era grande, anche se non lo dava molto a vedere.- disse Hiashi, dando il ritratto a Hinata, che aggiunse:
- Sotto molti aspetti, fu uno shinobi migliore di me. Il fatto che fosse nato nella casata cadetta non aveva influito sul suo talento e il suo Byakugan era straordinario.-
Eri conosceva a grandi linee la differenza che c’era stata tra casata principale e casata cadetta del clan Hyuuga ed era rimasta compiaciuta del fatto che questa disparità si fosse ridotta col tempo, anche grazie a Naruto. Ciò di cui però ancora ignorava l’esistenza era il Byakugan, l’abilità innata di quella nobile famiglia.
- Che cos’è il Byakugan?- domandò ingenuamente.
Nonno Hiashi si stupì molto dell’ignoranza della nipote e chiese spiegazioni a Hinata:
- Com’è possibile che Eri non sappia che cosa sia il Byakugan? Non gliene hai mai parlato?-
- Ho pensato che fosse troppo presto.- fece lei, imbarazzata. - E’ ancora piccola per iniziare a conoscerlo, dopotutto non lo possiede dalla nascita come noi. I geni del nostro clan le sono stati trasmessi solo per metà … -
A questo Hiashi non aveva pensato. In effetti Eri non era propriamente una Hyuuga.
- Capisco … -
- Forse è possibile che sia predisposta a usarlo, anche se è un’abilità innata di nostra esclusiva.- ipotizzò Hinata.
Confusa in mezzo a quei discorsi, Eri guardava prima la mamma e poi il nonno con sguardo sempre più interrogativo. Si grattò la testa ed attese che la coinvolgessero nella discussione, ma quando capì che il Byakugan era un’abilità speciale, li interruppe e disse:
- Voglio imparare a usare il Byakugan!-
Gli altri due la fissarono, sorpresi. Di nuovo quella fermezza nello sguardo, che di certo era motivo d’orgoglio, si manifestò sul volto di quella bambina ancora piccola e apparentemente fragile.
- Ce l’ho anch’io, vero mamma?- aggiunse Eri, stringendo i pugni e guardandola dritta negli occhi.
Hinata non seppe di preciso cosa le fu trasmesso attraverso quel contatto con la figlia, ma improvvisamente fu sicura in assoluto che Eri possedesse il Byakugan, da qualche parte nel suo dna, e che serviva soltanto svilupparlo. Le accarezzò i capelli e sorrise:
- Naturalmente, piccola mia.-
 
Era un pomeriggio dolce. Il vento soffiava leggero tra le fronde degli alberi, riempiendo di vitalità chi aveva la fortuna di passeggiare per le strade e godersi il sole di Konoha.
Tra la gente c’era anche il capitano Yamato, che si dirigeva verso il parco. Lo attendeva una missione piuttosto noiosa: doveva incontrarsi con un vecchio nobile brontolone e paranoico, che per spostarsi da una parte all’altra del Paese del Fuoco voleva essere per forza scortato da un jonin del villaggio. Quando giunse al luogo dell’appuntamento, Tenzo sbadigliò e si mise ad ammirare la natura per ingannare l’attesa.
Era completamente ignaro del brutto scherzo che gli era stato giocato.
Yamato stava terminando un gran sbadiglio, quando all’improvviso iniziò a sentirsi osservato. Si guardò intorno, ma non vide nessuno. Il suo cliente era anche in ritardo … apparentemente.
In mezzo agli alberi del parco, una losca figura stava accucciata, con un sorriso malvagio dipinto in volto e gli occhi azzurri fissi sulla sua vittima, aspettando il momento adatto per agire.
- Ho una brutta sensazione … - borbottò tra sé il capitano.
Quando quest’ultimo alzò lo sguardo per vedere se si nascondeva qualcuno tra i rami, trasalì e fece un balzo all’indietro, scansando per un pelo un oggetto che esplose al contatto col terreno.
- Come pensavo: la storia della scorta era una trappola!- esclamò Tenzo. - Mi pareva strano che Naruto non mi avesse convocato personalmente e mi avesse mandato una semplice lettera … -
- Allora non ho a che fare con uno stupido. Ti sei accorto quasi subito di me.- esordì una voce profonda proveniente dall’alto.
Yamato si voltò e sul ramo di un albero alle sue spalle riuscì a scorgere il suo interlocutore: era un ragazzo giovane e alto, dai capelli lunghi e biondi raccolti in due code laterali e dal torace scoperto. Il suo sguardo era piuttosto freddo, spezzato però dal lieve sorriso sornione che esprimeva tutto il suo cinismo.
- Chi sei?!- chiese l’altro, senza abbassare la guardia.
Il ninja misterioso non rispose e si limitò ad alzare due dita di fronte a sé, richiamando il chakra, per poi pronunciare con un filo di voce:
- Katsu.-
Delle violente esplosioni, una dopo l’altra, circondarono il capitano Yamato e gli impedirono di scappare. Riparandosi con le braccia, si accorse che ad esplodere erano delle piccole armi ninja fatte d’argilla.
“Non è possibile! Queste bombe d’argilla …”
Siccome stavano pian piano esplodendo tutte e lui non era sicuro di uscire indenne da quella situazione, unì le mani e decise di creare una cupola di legno per ripararsi.
- Mokuton!-
Quando il fumo delle bombe si diradò, Yamato era ancora dentro il suo guscio di legno. L’avversario si era velocemente spostato su un altro ramo ed aveva estratto dell’argilla da una tasca della tunica nera e bianca. Quando si liberò, Tenzo notò che la stava masticando.
- Non puoi essere Deidara, perché lui è morto! Allora chi sei??- provò ancora a domandargli.
Negli stessi istanti, un’altra ombra misteriosa e inquietante osservava la scena, nascosta tra gli alberi, in agguato.
Il giovane ninja biondo sputò alcuni kunai d’argilla dalla bocca e si limitò a dire:
- Non è importante il mio nome, quanto le mie opere d’arte.-
Yamato imprecò, ma non ebbe il tempo di attaccarlo, poiché fu di nuovo bersagliato dai kunai d’argilla, che esplodevano uno dopo l’altro intorno a lui ogni volta che l’avversario pronunciava “katsu”. Dovendo evitare le esplosioni, il jonin decise di salire su un albero e saltare di ramo in ramo per allontanarsi, ma l’altro cominciò a inseguirlo, sempre impastando l’argilla con la bocca e lanciandogli delle piccole bombe.
Ad un certo punto, Yamato trovò il modo per distanziarsi e riprendere fiato.
- Immagino di dover combattere contro uno sconosciuto.- sentenziò. - Mokuton!-
Facendosi aiutare dall’Arte del Legno, Tenzo allungò dei tentacoli lignei con l’intento di catturare e immobilizzare il nemico, ma quest’ultimo era piuttosto agile e saltava via velocemente. Arrivò un momento in cui il biondino dovette fermarsi per riprendere fiato, perciò Yamato ne approfittò per allungare entrambe le braccia e formare delle travi che avrebbero intrappolato il nemico.
L’espressione beffarda che non accennava a scomparire dal volto di quel ninja sconosciuto avrebbe dovuto tuttavia insospettirlo.
Stava per catturare il nemico, ma all’improvviso il capitano avvertì un dolore lancinante alla nuca. Con un grido, ritirò le travi di legno che partivano dalle sue mani ed atterrò su un altro ramo, dolorante. Tenendosi il collo, Yamato realizzò: qualcuno gli era saltato addosso alle spalle e l’aveva ferito, ma ciò era accaduto così in fretta che ogni reazione sarebbe stata impossibile. Il jonin si girò per vedere che fine aveva fatto il misterioso avversario e si accorse con disappunto che stava rapidamente balzando via, preceduto a diversi metri di distanza da un altro ninja, che però era troppo lontano per essere identificato o anche solo visto bene. Sicuramente era stato quel secondo individuo a ferire il capitano Yamato al collo.
- Fermatevi!-
Il dolore alla nuca era forte e i nemici troppo lontani e veloci. Il capitano si fermò quasi subito, sapendo di non poterli raggiungere, e notò che la mano con cui si stava tenendo la ferita era già piena di sangue.
Ponendosi mille domande, Yamato tornò in città con l’intenzione di avvisare Naruto il più presto possibile.
 
Superato ormai il confine del Paese del Fuoco, il misterioso ninja biondo che conosceva l’Arte dell’Esplosione scese dagli alberi ed atterrò con un sospiro.
- Vuoi già fare pausa … Hiroshi?-
Dietro di lui atterrò il suo collega, che si era tirato su il cappuccio della veste nera e bianca, uguale a quella che indossava l’altro. Il ninja incappucciato mormorò:
- Ormai non può più trovarci nessuno.-
Il biondino lo squadrò con i suoi azzurrissimi occhi e si appoggiò ad un tronco, poi vide Hiroshi porgergli qualcosa.
Quella non era una semplice mano sinistra, bensì qualcosa che poteva somigliare ad un grosso e mostruoso artiglio, dalla pelle scura e con due unghie lunghe e affilate. Tra di esse vi era un coprifronte della Roccia, un po’ rovinato.
- Lo hai perso mentre ce ne andavamo.-
- Puoi buttarlo via.- si limitò a dire l’altro, alzando le spalle.
Hiroshi lasciò cadere il coprifronte per terra, poi nascose l’artiglio nella manica, sentenziando:
- D’accordo, Kiichi. Come preferisci.-
Il giovane preferì cambiare argomento:
- Dunque, possiamo considerare la missione compiuta?-
L’altro sputò qualcosa dalla bocca, che finì nel suo artiglio. Era un pezzo di carne insanguinato.
- Certo.- rispose sommessamente. - Ho ottenuto quello che volevo e non è neanche stato difficile.-
Kiichi, ex ninja della Roccia, accennò un ghigno.
- Allora inizieremo subito con i preparativi … -
- Già. Se le mie deduzioni sono esatte, presto avrò dei nuovi occhi.- fece Hiroshi, stringendo il pezzo di carne tra le unghie del suo artiglio.
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
*





Ragazzi, ditemi quanto siete rimasti sorpresi! Siete curiosi, eh??
Per accontentarvi, vi posto volentieri l'immagine del misterioso Kiichi, il biondino della Roccia (ex, ormai) che ha attaccato Yamato. Il disegno è di Federica; se volete contattarla fatemelo sapere e vi darò privatamente il link della sua pagina su FB, con tutti i suoi disegni.
Non è un gran figo? *-*

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Ok, basta sbavare... Vi ringrazio tantissimo per essere passati a leggere e vi auguro buona giornata/serata! <3
Al prossimo capitolo

Eliot ;D
   
 
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