Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: _windowsgirls    13/12/2014    3 recensioni
Sophie cadde con la testa sul libro aperto, gli occhiali storti e la mente che aveva preso a girare sempre più velocemente, finchè non chiuse gli occhi.
Dal secondo capitolo:
« Non dovresti essere qui. »
« Fidati, lo so bene anche io. »
[...]« Non credo che sia entrata in un libro, per niente. »
Cosa succederebbe se una ragazza, nel giorno del suo diciassettesimo compleanno, finisse in un libro i cui personaggi non sono altro che dei supereroi, non avendo la benché minima idea del perché sia finita in mezzo a loro?
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




Only appearance?



Quando Sophie riaprì gli occhi, si rese conto di essere rimasta poco tempo incoscente e attorno a lei regnava il caos. Si mise seduta e vide Botrux galleggiare sopra di loro, le braccia allungate ai fianchi. « Questo non l'avevo previsto. »  e salì in alto, passando attraverso le nuvole e scomparendo, facendo sparire anche il tempaccio da quella piccola apertura che aveva lasciato al suo passaggio. Il sole stava illuminando il parcheggio del centro commerciale, e Sophie si rese conto improvvisamente di tutto. Si girò a sinistra e vide tutto il gruppo accerchiato vicino al guard reil. Liam teneva in braccio un Louis che era andato a salvarli, rompendo le bolle di sapone, e lo lasciava a terra mentre Isabelle si acchiappava al suo fianco e si accasciava contro la sua gamba, piangendo.
Sophie si alzò di scatto avendo un leggero capogiro, poi in mezzo al gruppo individuò Harry e lo raggiunse. Avrebbe tanto desiderato non averlo mai fatto.
Niall era steso a terra, le braccia scomposte, completamente sporco di fuliggine e con gli occhi chiusi. Era bianchissimo e metà del suo corpo aveva i vestiti strappati. I capelli si erano anneriti e la vena sul collo era di uno strano color nero, le labbra gli erano esangui e il respiro immobile.
Anastasia era seduta accanto a lui, con la sua testa appoggiata sulle gambe inginocchiate. Sophie si sentì cedere le gambe ma Harry la mantenne in piedi con uno scatto del braccio. Tutte le ragazze stavano piangendo ed erano attorno ad Anastasia, Sophie invece si sedette ai piedi di Harry, lo sguardo immobile su quel corpo. Non poteva essere vero, non lui, non Niall.

« Sophie, mi hanno trattato bene? » spostò lo sguardo sulla nuova arrivata, che scosse le spalle.
« Se la definizione di 'coglione del gruppo' ti si addice, allora sì. »
Niall lanciò uno sguardo indignato a Liam, decisamente disgustato.

« Che hai? » Niall era seduto sul sedile dell'autobus accanto a quello di Sophie ed era ancora tutto sporco di viola, i capelli appiccicati alla fronte. Quei capelli che in quel momento non sembravano neanche i suoi, di quel bel biondo che tanto gli donava.
« Niall, mi sono sentita inutile. Anzi, lo sono stata. »
«  Ma dai! Fossero queste le cose importanti.. »
 « É stata la vostra prima battaglia e se continuerete così, potreste.. »
« Cosa? Farci male? »
« Stavo per dire morire. »
« Mamma mia, che melodrammatica. »


« Niall, smettila. Tanto non te la da! » Zayn aveva gridato dalla panchina e scoppiò a ridere, contagiando tutti gli altri, mentre Niall, girandosi, gli mostrò non molto delicatamente il dito medio.


Liam prese Niall per la vita, « Liam, le tue manie sessuali riservale per quando stiamo da soli. »
Il moro gli diede uno schiaffo in faccia e partì a sua volta.


Quando Isabelle entrò in casa, si ritrovò un Niall che strisciava per terra, trascinandosi con le braccia.
« Ora mi dici che cazzo stai facendo? »
« Ho tanto, tanto, caldo...»
« Farti un bagno? » disse lei sarcasticamente mentre superava il biondo avviandosi verso la scala a chiocciola.
« Il bagno posso farmelo quando voglio, testona! »



Sophie ripensava a tutto, fin dai primi momenti in cui quel viso d'angelo le si era reso disponibile, da sempre. Il primo a cui aveva importato da subito qualcosa di lei, di cui si prendeva cura e cercava di mettere a proprio agio.
Anastasia abbassò la testa su quella di Niall e gli lasciò un rapido bacio sulla fronte. Aveva la faccia distrutta e piangeva, piangeva perchè le avevano tolto una delle persone più importanti a cui si era affezionata a dismisura nel giro di qualche giorno. « Niall, amore.. » sibilò, ma in quel silenzio triste fu facile sentirla con quel peso che gravava su tutti loro.
Isabelle era ancora aggrappata a Liam e piangeva contro il suo petto, mentre tutti i ragazzi erano in religioso silenzio, il buio che li oscurava il viso, le mascelle contratte. Tutti si allontanarono, lasciando solo Anastasia vicino al suo ragazzo, mettendosi tutti in disparte. « Non doveva andare così.. » pianse Ania, una sua lacrima che tratteggiò la traiettoria su quel volto sporco di fuliggine. « Non dovevi andartene, Niall. Perchè ci hai lasciati? Perchè hai lasciato me, proprio ora che avevamo deciso di provarci? »
Era passata un'ora da quando erano arrivati al parcheggio ed erano accadute così tante cose che nessuno avrebbe mai potuto solo pensarle.
L'autobus stava tornando e Louis, scesi tutti i passeggeri, parlò nelle mente dell'autista, cambiandogli il modo di vedere le cose.
Liam e Zayn afferrarono il corpo di Niall come se fosse svenuto e se lo caricarono sopra il pullman, mentre tutti gli altri li seguivano e Clary e Jasmine sorreggevano Anastasia per le spalle, che non aveva neanche la forza di fare un passo.

                                                                                ***

Nel pomeriggio del giorno dopo si tennero i funerali, e alla famiglia era stato detto che fosse morto in un incidente stradale. La chiesa era strapiena di persone, di parenti, gente che teneva a Niall e che lui amava. La messa fu soffocante e insopportabile per alcuni di loro, la mamma di Niall non riuscì a resistere e svenne sopra al marito che non distoglieva mai lo sguardo da quella bara nel bel mezzo della navata. Il fratello Greg era affiancato dalla moglie che si teneva stretta al petto il figlio addormentato, quel piccolo Theo che Niall non avrebbe mai visto crescere. Tutti piangevano perché Niall era stato amico di tutti e soprattutto i famigliari non si capacitavano di una cosa del genere, non potevano credere che il loro figlio minore se ne fosse andato via definitivamente. Il gruppo di amici era vestito interamente di nero e occupava due panche al fianco della bara e Anastasia non distoglieva gli occhi da quella foto che lo ritraeva così sorridente, con quel sorriso che l’aveva fatta innamorare. Dato l'ultimo saluto, tornarono a casa di Liam. I genitori l'avevano chiamato e sarebbero arrivati l'indomani, per cui quello era l'ultimo giorno in cui la casa sulla spiaggia sarebbe rimasto il loro rifugio, il luogo che aveva visto tutto.
Zayn era seduto sul primo gradino della scala a chiocciola e teneva le testa appoggiata alla mano, Liam era in piedi vicino al camino a consolare la sua ragazza, Louis pensava a Jasmine ed Harry invece era seduto sul divano, con la mascella serrata, le sopracciglia aggrottate e gli occhi spenti.
Anastasia era seduta sul dondolo nell'atrio, il vestitino nero che si muoveva per il leggero venticello. Sophie uscì un pò fuori per prendere aria e sì, anche per osservare il mare.
Anastasia stava piangendo silenziosamente mentre si dondolava, i capelli ricci che le ricadevano lungo le due spalle. « Sai, gli occhi di Niall era più scuri del mare..erano profondi. »
Sophie rimase in silenzio e si richiuse la porta alle spalle, così da rimanere solo loro due. « L'acqua era il suo potere, e vedere il mare ora mi fa pensare solo a lui. »
« Anche noi lo pensiamo, tutti quanti. »
« Non doveva andarsene, non doveva lasciarmi. »
Sophie si andò a sedere accanto ad Anastasia e le prese una mano. « Ti posso rincuorare dicendoti che non avrebbe mai voluto lasciare una ragazza come te? »
La riccia scosse la testa. « Non riesco a pensare che non ci sia più, non posso proprio. »
« E non farlo. »
« Se solo penso che era solito sedersi qui fuori e parlare.. » la voce venne interrotta da un singhiozzo uscito all'improvviso. « Non doveva morire. » poi si buttò su Sophie e scoppiò a piangere liberamente e la ragazza prese ad accarezzarle la schiena. « Lo so, Ania. » disse lei, mentre le scendevano piccole lacrime lungo le guance. « Lo so benissimo. » poi chiuse gli occhi e si abbandonò in quell'abbraccio.

Quel giorno nessuno riuscì a toccare qualcosa da mangiare, né tantomeno a parlare. Nessuno ne aveva voglia perché la perdita di Niall era stata una cosa forte e inaspettata e nessuno aveva la forza di fare qualsiasi cosa. Anastasia era salita al piano di sopra e si era chiusa in bagno, c’era chi stava in cucina con le braccia appoggiate al tavolo senza fare nulla, chi invece preferiva stare in salotto per stare in compagnia in quel momento di vera solitudine.
Non riuscivano a pensare che quel coglione non sarebbe più entrato in quella casa, che non avrebbe più giocato con i suoi poteri e che non se ne sarebbe uscito con quelle sue battute di cattivo gusto che facevano ridere comunque. Sarebbe mancato a tutti quel ragazzo così pieno di voglia di vivere e di divertirsi, sarebbe mancato ogni singolo giorno finchè sarebbero rimasti tutti insieme.
Era il 30 giugno e quel giorno faceva particolarmente fresco, il cielo era annuvolato e tirava un forte vento, questa volta senza un uomo che scatenasse la tempesta.
Avrebbe piovuto senza dubbio, anzi, Sophie pensava che lo avrebbe fatto da lì a poco. Era affacciata alla finestra della sua camera temporanea e passava il dito sul cornicione della finestra. Si girò e incominciò a vedersi intorno, le pareti stinte, il letto sfatto e alcuni suoi vestiti buttati alla rinfusa sul letto e sulla scrivania. Le sembrava tutto così reale che non pensava potesse abbandonare tutto da un momento all’altro. Sapeva che Botrux sarebbe tornato, quando invece nessuno in quella casa aveva più la forza di reagire. Tornò a guardare fuori dalla finestra, mentre la chiudeva perché aveva iniziato a piovere. Si avvicinò talmente tanto al vetro che il suo respiro lo fece appannare e utilizzò il bordo della sua maglietta nera per pulirlo.
Beatrice stava entrando nella sua stanza proprio in quel momento, i capelli marroni tirati indietro da un cerchietto scuro.
« Oggi è un giorno troppo forte per poter combattere. »
« Fidati, lo so. » disse Sophie mentre appoggiava la fronte al vetro. Beatrice la raggiunse e la abbracciò da dietro, passandole le mani sul petto. « Dobbiamo farci forza, tutti quanti. »
Sophie si girò e scoppiò a piangere, nascondendo la faccia tra il collo e la testa.
« E’ difficile, troppo difficile. Niall è stato il primo, insieme a te, che.. »
« Shh. »  disse l’altra zittendo l’amica e accarezzandole la schiena, piangendo anche lei. « Lo so. »
Sophie si staccò e si passò un pugno sotto gli occhi per asciugarsi le lacrime. « Oggi scade anche il mese, ed Harry è ancora a rischio. »
« Non importa adesso. » Beatrice si passò un indice sugli occhi e si passò due ciocche di capelli dietro l’orecchio. Tirò su col naso e affiancò Sophie, guardando fuori dalla finestra le goccioline che scendevano sul vetro.
« Sai, » disse seguendo la traiettoria di una piccola goccia. « Da piccola giocavo a fare le gare, vedendo quale gocciolina sarebbe scesa per prima. »
« Anche io lo facevo….anzi. » Sophie scosse la testa e le accennò un sorriso. « Lo faccio ancora qualche volta. »
Beatrice le prese una mano e gliela strinse forte. « Andrà tutto bene. Fidati di me. »
« Tris, promettimi che ti ricorderai di me così come sono. -
La ragazza aggrottò le sopracciglia e lasciò la mano dell’amica. « Cosa intendi? »
« Ricordati che io ti voglio bene davvero. Se davvero sono in un libro, tornerò presto a casa e ti giuro, non scorderò neanche un momento che ho trascorso con tutti voi. »
L’amica le sorrise. « Nemmeno noi ti scorderemo mai, puoi starne certa. Ti voglio un mondo di bene anche io. » Poi abbassò la tapparella e chiuse la piccola tendina azzurra. « Ora scendiamo dagli altri? »
« Sì, solo un minuto però… »
Beatrice annuì e uscì piano dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle. Sophie si andò a sedere sul letto, schiacciando i suoi vestiti. Sì, il desiderio di tornare a casa era troppo forte, ma non voleva lasciare quei ragazzi, soprattutto in quel momento. Si toccò la perla al collo e incominciò a giocarci, fin quando sentì un ticchettio alla finestra. Si girò ma non ebbe il tempo di fare nulla che una cosa la colpì in testa duramente.


Tutti erano di sotto e parlavano sotto voce, come se ci fosse qualcuno che stava dormendo e non volevano disturbarlo. Anastasia aveva lo sguardo abbassato sulle sue mani strette, Beatrice era in braccio ad Harry e Jasmine si beveva un bicchiere d’acqua. Louis guardava fuori dalla grande finestra e Zayn gli si affiancò.  « Pensi abbia sentito dolore? » gli chiese, le mani nascoste nelle tasche del jeans nero.
Louis scosse la testa, amareggiato e davvero molto triste, con gli occhi velati di lacrime, ma si sa, i maschi non demordono e non ne versano neanche una . « Il mio contatto con lui si è interrotto nel momento stesso in cui la palla l’ha avvolto. »
Zayn ingoiò a vuoto e si passò una mano tra i capelli. « Che cazzo però. »
Poi un movimento frettoloso li fece girare tutti quanti, e videro Sophie scendere le scale di corsa, con le mani chiuse a coppa davanti alla faccia. Trapassò il salotto e si fiondò fuori, andando vicino la riva del mare. Il sole era tramontato e in cielo le nuvole erano di un inquietante rosso, tipico delle nuvole temporalesche. Beatrice si alzò da Harry, « Vado io da lei. »
« Prenditi un ombrello, almeno. »
« No, tanto è estate, non potrà mai fare tanto freddo se ci bagnamo. » gli diede un rapido bacio sulle labbra e uscì anche lei. Non pioveva a dirotto, ma i capelli le si impregnarono subito d’acqua, mentre Sophie era con le scarpe vicino al bagnoasciuga, lo sguardo rivolto verso l’alto. Piangeva, piangeva tanto e le gocce di pioggia spazzavano via quelle lacrime che le impregnavano le guance e le arrossavano gli occhi.
« Sophie, anche noi siamo tristi, ma non serve fare queste pazzie. »
La ragazza si girò e incontrò gli occhi di Beatrice che trasudavano tristezza, mentre si stringeva la perla in mano. « Come fai a non scoppiare? Come riesci a mantenere questo autocontrollo? »
« Non ho autocontrollo. »
« Oh, invece sì. Non so voi, ma io per stare bene ho bisogno di sfogarmi. Quindi, per favore, lasciami da sola. »
« Sophie, » la ragazza si avvicinò, cercando di spostarsi i capelli bagnati dalla faccia. « Vai a piangere nella tua stanza, è pericoloso stare in spiaggia con questo tempo. »
« Va’ via, Tris, per favore. » Sophie era in piedi, le mani chiuse a coppa sugli occhi. « Ti prego. »
Beatrice le si avvicinò ancora, con la pioggia che scendeva molto più fitta e pesante. « Sophie, sta arrivando un temporale.. »
La ragazza continuò a darle le spalle e piangere singhiozzando. Beatrice ormai era dietro di lei, le onde del mare che arrivavano quasi a toccare i loro piedi. Il vestitino che le svolazzava intorno trasportato dalle forti correnti di vento sembrava la incitasse ad allontanarsi, ma Beatrice appoggiò comunque una mano sulla spalla dell’amica. « Sophie. »
A quel punto l’altra si girò di scatto facendo togliere la mano dell’amica, « Ho detto di andare via! » urlò, mentre un fulmine cadeva nell’acqua dietro di lei. Sophie si sentì le mani intorpidire e le puntò contro l’amica, facendo partire una scarica di luce che colpì Beatrice proprio all’altezza del petto, scaraventandola a parecchi metri di distanza.
« NO! » Harry urlò dalla finestra del salotto, in quanto si era soffermato a guardare la due ragazze da dentro casa,  e si fiondò fuori, correndo da Beatrice. La ragazza era viva, ma respirava rapida e aveva gli occhi chiusi, con le palpebre che tremolarono. Tutti i ragazzi si fiondarono fuori, fregandose della pioggia.
« Si può sapere che cazzo ti è preso? »
« Le avevo detto di lasciarmi stare, non ho bisogno sempre di conforto! »
Liam spiccò il volo e si avvicinò furtivo ai tre vicino al mare. « Ragazzi, continuiamo dentro, per favore..si sta scatenando una tempesta qui! »
« E tu togliti un po’ dalle palle. » scagliò un’altra scarica di luce che fece precipitare Liam a terra, facendogli rompere la caviglia nell’impatto sulla sabbia. Isabelle urlò e, scagliando occhiatacce a Sophie, lo prese in volo che si dimenava per il dolore e lo portò dentro, tutto moribondo, come Beatrice. Harry era seduto per terra, i ricci bagnati che gli cadevano sulla fronte e Tris stretta tra le braccia che sembrava stesse dormendo. « Hai aspettato solo adesso per mostrarci il tuo potere, facendo del male? Proprio ora che Niall è morto per salvare me e te? »
Sophie si mise in braccia conserte e lo guardò con sguardo di sfida. « Niall avrebbe anche potuto non farlo, sapendo cosa sarebbe successo al gruppo. Per quanto riguarda il mio potere.. » abbassò lo sguardo sui palmi bagnati delle sue mani. « Non sapevo di averlo fino a questo momento e loro due sono capitati nella mia traiettoria. Non puoi darmene una colpa. »
« Avresti potuto ucciderli. »
« No, non l’avrei mai fatto, non dopo quello che è successo. Ehi Harry, che c’è? Ti da fastidio che forse il mio potere è più forte e potente del tuo? »
A quel punto Harry non ce la fece più e, scostandosi i capelli dalla faccia, le puntò il dito contro. « Sapevo fin dall’inizio che non avremmo dovuto fidarci di te, perché sapevo ti saresti rivelata la persona orribile che sei e che hai cercato sempre di reprimere. » Lasciò Beatrice sulla sabbia, facendo un cenno a Isabelle affinchè la portasse dentro, al sicuro. Poi incominciò ad accorciare la distanza tra lui e Sophie che lo guardava con una certa sfida negli occhi. « L’ho sempre saputo, ma ho provato comunque ad esserti amico. Niente, non è mai cambiato niente; ma ehi, che ci puoi fare. E’ nella tua indole. »
« Come incazzarsi è nella tua. » la ragazza si allisciò la maglietta che si era appiccicata alla pancia, strizzandone un lato con entrambe le mani.
Harry a quel punto incominciò a sentire caldo e Sophie si allontanò di poco, arrivando a immergere i piedi nell’acqua. Intorno a lui si creò quella piccola e protettiva barriera di fuoco che era apparsa la sera in cui Clary e Sophie si stavano picchiando appena fuori dal Luna Park.
« Io non mi sto arrabbiando. »
« Oh no, certo che no. E come mai hai iniziato a brillare? » disse lei, indicandolo con l’indice.
I ragazzi del gruppo decisero che sarebbe stato meglio allontanarsi, per cui si  andarono a riparare tutti sotto l’atrio, il cielo tempestato di tuoni e lampi e la pioggia che cadeva fittissima.
Harry abbassò gli occhi sulle sue braccia muscolose ed effettivamente le sue vene stavano brillando sotto pelle, per cui cercò di pensare a Beatrice, il suo calmante, ma ritornava sempre su Sophie, qualsiasi fosse il suo pensiero ritornava sempre e comunque a lei. « Questo è nella mia indole: brillare. »
« Sì, certo, come no. »
« Sophie, sta’ zitta. »
« Non mi faccio zittire da una persona che non esiste. » urlò la ragazza stringendo le mani in pugni. Sophie, smettila. Vuoi rovinare tutto così?. Louis stava cercando di parlarle ma non serviva a nulla, era come se quelle sue parole nemmeno la scalfissero.
Harry sentì chiaramente gli occhi brillare di fiamma e sentì tutto il suo corpo bruciare, letteralmente. Sarebbe scoppiato in poco tempo.
« Sophie, vattene se no ti uccido. »
« Non lo faresti mai. » lo stuzzicò l’altra, incominciando ad aprire e a chiudere le mani, sentendo chiaramente la luce attraversare le sue dita affusolate.
« Non mettermi alla prova. » Harry ormai aveva le fiamme in mano ma si stava servendo di tutto la sua energia per controllarle, almeno per un altro po’ perché lei era sempre Sophie, e non avrebbe mai avuto il coraggio di ucciderla per davvero. O pensava fosse così.
Sophie scoppiò a ridere e si portò una mano allo stomaco. La pioggia ormai scendeva come se il cielo avesse sbialanciato un secchio pieno fino all’orlo, ed erano completamente zuppi. Poi Sophie si asciugò una lacrima dall’occhio e lo guardò in volto. « Ma Harry, tu sei sempre stato in prova. »
Questa fu la goccia che fece traboccare il vaso ed Harry aprì le mani proprio davanti a Sophie che se ne stava immobile, mentre la fiamma incominciava a caricarsi tra i suoi palmi.



Nel frattempo dentro casa Sophie si era risvegliata con la tempia che le martellava forte e vedendo il tempo fuori, scese dal letto ignorando tutti i giramenti che le stavano venendo in quel momento e la nausea che le bloccava anche il respiro. Scese di corsa le scale e si ritrovò Isabelle alle prese con Liam e Beatrice, entrambi moribondi sul divano, mentre il ragazzo si stringeva la caviglia tra le mani. « Chi è stato? » urlò, e quando Isabelle la vide strabuzzò gli occhi, indicando fuori la porta. « Tu. »
« No. » disse Sophie, scuotendo la testa. « Io fin ad ora sono rimasta svenuta in camera mia! »
Isabelle spalancò la bocca e scosse la testa. « Merda. » riuscì a dire solo mentre strizzava un tovaglialo imbevuto di alcol per Beatrice. « Voglio solo immaginare chi sia. »
Sophie deglutì, uscendo fuori  e vide che tutti erano sull’atrio. Incominciò a farsi strada a forza di gomiti, « Ragazzi, toglietevi, per favore! » gridava, fin quando Louis la bloccò per le spalle.
« E tu che ci fai qui? »
« Io sono stata a casa fin ad ora! » Sophie lo guardava dritta negli occhi, e il ragazzo li sgranò improvvisamente.
« E allora quella chi è? » Louis si scostò proprio nell’esatto momento in cui Harry stese le braccia e fece uscire le fiamme che tanto lo stavano scuotendo internamente, scagliandole sopra quella che tutti credevano fosse Sophie.
« Harry, no! » urlò la vera, fiondandosi sulla spiaggia, ma Zayn la bloccò, « Sta’ ferma qui! »
« Harry, fermo! » gridò ancora lei da sopra la spalla di Zayn che la teneva ferma, ma il ragazzo non la sentiva, accecato dalla rabbia e dalla volontà di colpirla con tutta la sua potenza.
Ma nel momento in cui la falsa Sophie avvicinò entrambe le mani davanti alla faccia, ecco che il fuoco incominciò ad entrare in lei, completamente, catturato dai polpastrelli e immettendosi nelle mani della ragazza. Harry non si accorse di nulla, e continuò a lanciarle il fuoco contro, fin quando non si sentì l’energia abbandonarlo improvvisamente, insieme all’adrenalina, e fu costretto a cessare il fuoco prima di crollare sulla sabbia. A Louis presero fuoco i capelli e Jasmine lo prese e lo buttò sulla sabbia bagnata, facendogli sporcare la testa per spegnere le fiamme.
Solo che il fuoco sulla sua testa non lo scalfì minimamente e gli fece capire tutto. « Botrux. »
Harry era privo di sensi sulla sabbia e la vera Sophie si fiondò su di lui, accarezzandogli la testa. Era pallido come lo erano stati tutti gli altri, i polpastrelli delle mani anneriti dal fuoco e le vene delle braccia e del collo che pulsavano più rapide contro la sua pelle. « Dai, Harry, svegliati! » sussurrò, i capelli bagnati che le ricadevano sugli occhi.
Intanto poco più in là, vicino al mare la falsa Sophie se la rideva vittoriosa e incominciò a levarsi verso l’alto, fin quando l’aspetto della ragazza incominciò a sfumarsi, scomparendo lentamente e rivelando l’abito nero e la maschera con il ghigno che si osservava orgogliosa le fiamme che lambivano i suoi guanti di pelle nera. Poi chiuse le mani in pugno e scoppiò a ridere, la voce metallica che sembrò reicheggiare per tutta Los Angeles, quando invece la città non aveva idea di cosa stesse succedendo sulla spiaggia.
« Sapevo che Harry non ci sarebbe mai arrivato. »




Spazio autrice
Ciao a tutte, eccomi qui con un nuovo aggiornamento.
Allora, come avete potuto vedere, accandono un sacco di cose: il capitolo si apre con l'addio di Niall *piange* e il suo funerale, per poi cambiare totalmente registro con la scena di Sophie e Beatrice. 
In questo capitolo ho fatto accadere un colpo di scena che spero vi abbia sbalordite, o almeno un po' ahahah Botrux che prende le sembianze di Sophie per prendere il potere di Harry. Ricordate quando nello scorso capitolo, quando Botrux disse 'Harry, vedremo se darai prova di essere intelligente'? Bene, ecco svelata la prova che Harry non ha superato, per cui Botrux è riuscito ad ottenere quello che vuole.
Il prossimo capitolo sarà il capitolo, perchè vedremo la guerra effettiva e soprattutto Sophie riuscirà a capire e a scopriere tutto, per cui stay tuned.....ah, e il prossimo sarà anche l'ultimo capitolo prima dell'epilogo. 
Poichè quindi questa storia è ormai giunta al termine, io ho iniziato a pubblicare l'altra a cui spero possiate dare un'occhiata, magari dicendomi cosa ve ne pare; ve ne sarei davvero grata.
Grazie per le recensioni che mi avete lasciato, e spero di leggere anche altri commenti che riescono comunque a strapparmi un sorriso.
Siete bellissime. Ci vediamo sabato prossimo :)
Eli.


P.s vi lascio il link per andare al primo capitolo di 'Tell me something'' : 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2943972&i=1




 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: _windowsgirls