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Autore: GirlWithChakram    13/12/2014    4 recensioni
Raccolta di OS legate alla fanfiction "Your Spanish Lullaby", che vedrà il ritorno di Brittany, Santana e la loro variegata compagnia, in diversi Missing moments, alle prese con le avventure non raccontate nell'opera originale.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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THE ECHO OF YOUR SPANISH LULLABY
 
Avvertimento: si consiglia di aver letto prima la fanfiction a cui questa raccolta fa riferimento. QUI il link diretto al primo capitolo.
Ulteriore avvertimento: TRISTE, munitevi di attrezzatura anti-lacrime.


 
Somewhere over the rainbow
 
Il momento dell’addio, del congedo dalla vita, è quello che più temiamo, ma, al contempo, quello che più siamo curiosi di scoprire cosa ci riservi.
Una volta, in una ninnananna, ho sentito parlare di una terra bellissima oltre l’arcobaleno. Spero che sia il luogo dove mi dirigerò tra breve, ma prima ho ancora un saluto da fare.
Lei è qui, è sempre stata qui per me. Trema debolmente perché ormai non ha più lacrime da versare. Continua a sfiorarmi lievemente, certa che la carezza che mi sta dedicando sia l’ultima delle numerose che hanno costellato la nostra vita insieme.
«Ti prego» geme «Non lasciarmi.»
Vorrei poter restare, ma il mio tempo è sempre più vicino, è qualcosa che non posso più rinviare.
Sono tutti riuniti attorno a me, come non accadeva da tempo. Mi metterei a fare le fusa, se solo non fossi così stanco…
James e Vivian si stingono l’un l’altra, guardandomi con gli occhi gonfi.
«Tubbs…» mugola Ashley, grattandomi dolcemente il mento, come sa che mi piace «Non hai finito il tuo progetto di conquista del pianeta.»
«Però almeno ha smesso di fumare» le fa eco Brittany, senza smettere di arruffarmi dolcemente il pelo. Sembra aver smesso di singhiozzare, spero per sempre perché non sopporto di vederla triste. Ricordo bene quante volte, la notte, l’ho sentita piangere sotto le coperte e mi sono precipitato… Beh, “precipitato” è un’espressione forte… Diciamo che l’ho raggiunta con passo lento e misurato, per offrirle il mio conforto.
Adesso qualcun altro dovrà assolvere quel compito.
Fisso gli occhi scuri di quella ragazza che è lì accanto e mi osserva impassibile. Non posso dire di averla presa subito in simpatia, anzi. Le prime volte che si è presentata a casa Pierce, ho fatto di tutto per renderle la permanenza un inferno. Non capitava spesso perché la mia amata padrona ormai non viveva più con il resto della famiglia, ma alle volte mi faceva il piacere di tornare, ovviamente per godere della mia compagnia e per controllare che seguissi le tappe della riabilitazione. E lei c’era, quella latina dalla lingua tagliente che trovava sempre il modo di fare qualche battuta su di me. Le sue scarpe hanno pagato per la sua insolenza.
Ad un tratto la sua espressione neutra sembra però lasciar trasparire qualcosa, come un delicatissimo accenno di infelicità nel vedermi ormai morente. Che stia ripensando a quanto, in fondo, ci siamo divertiti ad odiarci a vicenda?
 
«Santana» annunciò Brittany «Questo è Lord Tubbington. Tubbs» si rivolse poi a me «Questa è Santana.»
Io e la nuova arrivata ci scambiammo uno sguardo carico di tensione. Non mi piaceva per niente e il sentimento pareva essere reciproco. Mi scagliai possessivo verso le gambe di Britt e iniziai a strusciarmi per farmi coccolare.
«Vieni qui, ragazzone» disse infatti la mia padrona, sollevandomi, con non poca fatica, e iniziando a lasciarmi qualche bacio sulla testa.
«Mi sembra di essere di troppo» commentò sprezzante l’ospite «Volete che vi lasci soli?»
«San, piantala. Ti avevo avvisata che è Lord T. la mia anima gemella, te lo ricordi?»
«La prima sera che ci siamo conosciute, me lo ricordo» rispose «Ma non pensavo di doverti prendere sul serio.»
«Io ero serissima» replicò la bionda, solleticandomi i baffi.
Solitamente non ero così incline alle coccole, ma volevo mettere in chiaro a chi appartenessero le attenzioni di Brittany. Avevo un raduno del club “I Signori del Male” che mi attendeva, però consolidare la proprietà sulla ragazza era più importante. Se i miei colleghi mi avessero visto così docile e mansueto mi avrebbero preso in giro a vita.
«Britt!» urlò Vivian dalla cucina «Vieni a darmi una mano con la cena!»
La giovane ubbidì, lasciando me e l’ispanica soli a fissarci in cagnesco da un lato all’altro dell’ingresso.
«Tu non mi piaci affatto, sacco di pulci» sussurrò nella mia direzione «Ma per amore di Brittany cercherò di ignorarti. Comunque, vedi di tenerti alla larga da me. Non mi sono mai piaciuti i gatti.»
Non mi sprecai a rivolgerle neppure un miagolio, semplicemente drizzai la coda e trotterellai verso Ashley che era intenta ad apparecchiare tavola.
«Devo apparecchiare anche per te?» mi domandò «Ma non avevi un raduno con il tuo clan?»
Scossi piano la testa, avrebbero fatto a meno di me per quella volta. Balzai agilmente, per modo di dire, sul tavolo e mi sedetti comodamente nel piatto di Santana, sommergendolo completamente con il mio abbondante posteriore.
«Sciagurato ammasso di lardo ambulante! Maldito gato obeso!» imprecò la mora «Levati subito da lì!» mi ordinò.
Ma chi si credeva di essere? Per farle meglio comprendere chi fosse al comando, mi sistemai ancor più confortevolmente, artigliando la tovaglia di modo da non poter essere portato via di peso.
«Ash, fa’ qualcosa» supplicò la latina «Guarda cosa sta combinando!»
«Mi spiace dirtelo, San» le rispose la bambina «Ma a quanto pare a Tubbs non piaci molto. Di solito si comporta così solo con i potenziali terroristi o con i suoi nemici dei giochi online.»
L’altra la guardò stranita, incapace di cogliere se si trattasse di uno scherzo o meno, ma quando vide i miei occhi, ridotti a fessure di puro disprezzo, smise di pensarci.
«A tavola!» gridò Vivian, portando una grossa teglia di lasagne.
A quelle parole, anche James, fino ad allora chiuso nello studio a leggere il giornale in santa pace, scattò verso la sala da pranzo, mentre Britt compariva dalla cucina con le bottiglie d’acqua e una birra per il padre.
I quattro Pierce si accomodarono ai posti consueti, lasciando me e Santana a contenderci quello rimasto.
«Lord Tubbington» disse Brittany, spalancando i suoi begli occhi azzurri «Saresti così gentile da cedere il tuo posto alla nostra ospite? So che non ti va a genio, ma gradirei che almeno provaste a sopportarvi. Voglio molto bene ad entrambi e non sopporto l’idea di dover scegliere tra di voi.»
Mi passai con noncuranza una zampa dietro l’orecchio per grattarmi, volevo farle capire che ero io a prendere le decisioni.
«Per favore, Tubbs» continuò con aria supplice.
«Per favore, gatto» ringhiò l’ispanica, esasperata «Mi farebbe molto piacere potermi godere la prima cena in compagnia della famiglia della mia ragazza, lei sarà molto triste se questa serata andrà male e tu non vuoi che sia triste, vero? Soprattutto per colpa tua.»
Touché. Aveva capito benissimo quale tasti premere.
Mi alzai controvoglia e scesi con un piccolo tonfo. Vivian si affrettò a cambiare il piatto dell’ospite e poi iniziò a servire la cena.
Mi accoccolai ai piedi di Britt, facendo le fusa, in attesa che la mia adorata padrona mi offrisse qualche boccone prelibato, come faceva sempre. Non tardò, infatti, ad arrivare un grosso pezzo di lasagna, con tanto di formaggio filante. Lo spazzolai in pochi secondi. A mio parere Garfield aveva capito tutto della vita: le lasagne, in particolare quelle della mia famiglia, erano la cosa migliore della terra.
Non prestai particolare attenzione ai discorsi che si facevano ai “piani alti”, me ne stavo tranquillo al mio posto, lasciando che Brittany mi facesse di tanto in tanto il solletico con i piedi, dopo che le avevo preso le pantofole per usarle come cuscino.
Al primo seguirono molti altri assaggi, che andarono via via colmando il vuoto del mio stomaco. Ora della fine del pasto ero quasi sazio. Avrei mangiato volentieri un po’ di fonduta, ma nessuno sembrava aver messo a sciogliere del formaggio, così mi rassegnai, leccandomi i baffi ancora sporchi di torta.
Mi lasciai spupazzare da Ashely mentre gli altri sparecchiavano, poi la compagnia rimase ancora un’oretta a chiacchierare, lasciando soprattutto che Santana parlasse di sé e della propria famiglia. Dovevano essere davvero persone poco raccomandabili dato che non avevano un animale domestico, stabilii.
Finiti gli argomenti a disposizione, i signori Pierce, nonostante non fosse molto tardi, insistettero per mettere a letto Ash e poi coricarsi a loro volta, lasciando le due piccioncine da sole, o meglio, sole con me.
«Ci vediamo un film?» propose Brittany, prendendo per mano l’altra e trascinandola verso il divano.
«Non mi pare di avere molta scelta» commentò prima di baciarla.
Sentii un moto di gelosia e piantai con decisione gli artigli della zampa destra nei suoi pantaloni, fino ad arrivare alla pelle.
Santana emise un soffocato grido di dolore e si guardò intorno, cercandomi, consapevole che fossi stato io. «Il tuo gattaccio mi ha ferita!» si lamentò «Guarda!»
Nei jeans era rimasto il segno delle mie unghie.
«Oh, Tubbs» mi rimproverò la bionda con tono dolce «Non fare il gelosone, lo sai che siete entrambi speciali, non  devi trasformare tutto in una competizione per il mio affetto.»
Finsi di darle retta, per nulla intenzionato a sopportare ulteriori smancerie.
Purtroppo l’intrusa sembrava decisa quanto me ad ottenere un po’ di coccole. Si sdraiò sul divano, aspettandosi che Britt si accomodasse con lei, ma io fui più rapido. Lasciai che la forza di gravità agisse, comprimendo il mio corpo sulla pancia della sventurata. Le sentii mancare il fiato.
«Piccolo combina guai» mi redarguì ancora una volta Brittany, prendendomi in braccio «Non vorrai mica uccidere San?»
In effetti era una delle ipotesi che stavo cominciando a considerare.
Scelsero un film che io ero certo di aver visto almeno un milione di volte, uno di una saga con tre ragazzini buffi che scorrazzavano per boschi e castelli senza mai combinare qualcosa di utile.
«Perché proprio “Il prigioniero di Azkaban”?» chiese Santana.
«Lo vedrai» rispose enigmatica Britt.
Decisi di impossessarmi della poltrona, rimasta vuota dato che le due erano comode sul divano, e rimasi in loro compagnia. Ogni tanto una delle due anticipava le battute o faceva un commento che faceva ridere l’altra, capitava anche che cominciassero a condividere un po’ troppa saliva per i miei gusti e a quel punto mi toccava intervenire, emettendo un profondo miagolio di disapprovazione.
«Ho capito» bisbigliò la latina quando, a notte fonda, il film terminò «Ma sappi che il tuo “Grattastinchi” non mi andrà mai a genio e poi io non ho intenzione di essere paragonata a quel tonto di Weasley… E poi guardami! Insomma: ti sembro forse una Grifondoro?»
Brittany ridacchiò, poi calò il silenzio.
«Allora… Vuoi che vada?» domandò Santana.
«I miei hanno detto che puoi fermarti per la notte» disse la bionda «Ma se non vuoi restare…»
«No, no… È solo che, forse non è… “Appropriato”.»
L’altra scoppiò a ridere. «“Non appropriato!”» continuò a ripetere tra le risa «Ma che cosa avevi in mente, Lopez?»
L’ispanica arrossì e balbettò: «Beh, non lascerei mai mia figlia a dormire con la propria ragazza, o ragazzo, sotto il mio tetto. Non che io avessi in mente qualcosa… Questa volta
«Perfetto, allora non c’è motivo per cui tu non possa rimanere.»
Io un motivo lo avevo. Io ero un motivo.
Mentre le due erano intente a prepararsi per la notte, mi arrampicai sulle scale fino ad arrivare alla camera di Britt. Lei dormiva sul lato destro del letto, quindi, con la mia considerevole mole, occupai la parte sinistra.
«Tubbs» mi sgridò per l’ennesima volta la mia padrona «Come pensi che ci stia San se tu occupi tutto lo spazio rimasto?»
Mossi le orecchie con indifferenza.
«Senti, Britt» si intromise l’ispanica «Non fa niente, posso dormire di sotto. È chiaro che non gli piaccio e voglio evitare di trovarmi i vestiti a brandelli domani mattina. Forse è meglio così.»
Gli occhi di Brittany si fecero grandi e lucidi, colmi di delusione.
Odiavo il senso di colpa che quello sguardo era in grado di suscitare in me. Mi trascinai verso il fondo del letto, lasciando che l’ospite avesse la propria parte di materasso.
«Grazie Lord T. So che ti costa molto lasciare che qualcuno, oltre te o Ash, dorma con me. Apprezzo molto il tuo gesto.»
Il suo sorriso mi ripagò di tutto.
Parlarono ancora un po’, poi si fece davvero tardi e la bionda iniziò a sbadigliare con troppa frequenza.
«Direi che è ora della ninnananna» mormorò Santana.
Ero ancora sdraiato ai piedi della mia padrona, ma la mia mente era praticamente già nel mondo dei sogni. Fu quella canzone ad accompagnarmi del tutto. Non avevo compreso le parole, ma evocavano in me immagini felici, di una terra lontana, oltre l’arcobaleno, dove sarei potuto essere felice per sempre insieme alle persone che amavo.
Forse, un giorno, quando avrei raggiunto quel luogo meraviglioso, avrei permesso anche a Santana di farmi compagnia.
 
Sono contento di andarmene oggi, con al mio fianco le persone che amo.
Il veterinario sta tornando e so che lui porta con sé ciò che mi distaccherà per sempre da questo mondo.
L’ultimo saluto è silenzioso. Nessuno sa cosa dire, forse perché non c’è niente da dire.
I miei occhi sono stanchi, voglio chiuderli per riposare, almeno per un po’.
Brittany sembra sul punto di accasciarsi a terra, schiacciata dalla tristezza, ma Santana le tiene la mano, le infonde forza e coraggio, la proteggerà, so che si prenderà cura di lei come ho fatto io.
Mi sembra di risentire quella canzone, come se fosse lì apposta per accompagnarmi nel mio ultimo viaggio.
Quel posto che si trova da qualche parte, al di là dell’arcobaleno, mi aspetta e io là attenderò, paziente, fino a che un giorno non sarò riunito alla mia famiglia e, sì, sono certo che ci sarà anche Santana ed allora canterà ancora per me e per la sua amata.


NdA: Beh, gente, non ho gran che da dirvi, spero solo non sia esageratamente triste come capitolo, ma volevo esplorare, per una volta, un momento forte a livello emozionale da un punto di vista insolito. Spero di essere riuscita nel mio intento. Ormai wislava, strapelot, Mars__Twix e WankyHastings ne avranno abbastanza di ricevere i miei più sentiti ringraziamenti, ma non posso farci niente, mi viene naturale. Grazie anche a tutti gli altri lettori, che spero di ritrovare quando (in un futuro lontano) deciderò di dedicarvi un'altra OS. Fino ad allora, tanti saluti e un anticipo di buone feste.
   
 
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