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Autore: lilithrose98    13/12/2014    0 recensioni
-Benvenuti alla Darktear Academy. Qui vi sarà data un'ottima preparazione, ci saranno insegnanti eccellenti a vostra disposizione. Una struttura impeccabile e protetta, con molti dormitori. Sono certa vi sentirete subito a vostro agio...ma solo se siete esseri soprannaturali.-
Cosa succederà perciò quando Lilith Cross cacciatrice di demoni e ovviamente 'umana', frequenterà questa scuola?
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Triangolo
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Capitolo 2 : Prime impressioni.




Dopo due ore di macchina, l'autista svoltò in una stradina asfaltata immersa in un bosco che man mano ci addentravamo diventava più tetro. Dal finestrino vedevo soltanto alberi alti, i cui rami troppo sporgenti picchiettavano talvolta sulla macchina.
Nel frattempo il sole era già calato, ma nel cielo quella sera non c'era traccia della luna. 
-Siamo arrivati, signorina- disse d'un tratto l'autista che non aveva parlato per tutto  il tragitto,  spaventandomi.
Aprii la portella dela macchina, ma quando scesi rimasi sotto shock. Intorno a me non c'era nulla, se non alberi, allora guardai davanti la macchina ma la strada finiva lì. 
Intanto l'autista mi passò la valigia, mantenendo sempre la sua espressione tranquilla mentre io ero nel panico più totale.
Di scatto mi allontanai dall'uomo, pensai che magari aveva brutte intenzioni nei miei confronti.
Del resto era stato lui a portarmi in quel luogo e poi era troppo calmo.
-Forse non gliel'hanno detto?- domandò grattandosi i capelli credo imbarazzato a seguito della mia reazione.
Io rimasi in silenzio facendo cenno di no con testa.
Sbuffò si guardò intorno e poi si rivolse nuovamente verso di me.
-Bene, le spiego subito... La scuola è all'interno di un campo rivestito di magia che la rende invisibile, proprio per tenere alla larga gli umani, per questo non la vede. Deve solo continuare a camminare lungo la strada.- disse indicandola con un dito.
Così presi dalla mia valigia la bottiglietta da cui bevvi una goccia come mi avevano raccomandato.  
Infine lo ringraziai e mi avviai da sola.
Arrivata alla fine della strada chiusi gli occhi e respirai con calma un'ultima volta ancora.
Coraggio. Coraggio. Mi ripetei. Feci altri due passi e aprii gli occhi.
Rimasi letteralmente a bocca aperta per ciò che vidi davanti a me.
Era un' imponente struttura, simile a un castello, con due torri di vedetta ai lati, circondata da una cancellata di ferro.
La costruzione era fatta di mattoni di colore grigio, che le davano un aspetto spaventoso.
Aveva un sacco di finestre ma tutte piccole e illuminate.
C'era un forte vento che mi fece rabbrividire più volte, perciò passai in fretta per il cancello già aperto e raggiunsi il portone.
Sopra di esso in grande c'era la scritta Deartear academy con accanto  uno stemma molto sbiadito che raffigurava due dragoni.
La struttura doveva avere sicuramente una certa età,infatti  non vi era traccia  di un campanello, però c'erano due enormi battenti.
Bussai due volte e aspettai.
Dopo un paio di secondi si aprì. 
-Salve e benvenuta alla Darktear academy. Sono la preside Lorelaine Spencer. Tu invece devi essere la nuova studentessa Lilith Cross.
Entra sbrigati
.- Ad accogliermi c'era una donna di mezza età molto bassa e di grassa corporatura.
Aveva una montagna di capelli neri e ricci che le contornavano il viso paffuto.
Indossava uno stretto vestito lungo che evidenziava le sue forme.  A vederla tranne per quello strano gusto di vestirsi sembrava un normale essere umano.
Ella mi rivolse un sorriso e mi consegnò delle chiavi sulle quali c'era scritto il numero 95.
-Sembri esausta, per stasera puoi andare nella tua stanza, ti verrà spiegato tutto domani.
Sulla chiave c'è scritto il numero starai con un'altra studentessa. Ora chiamo Richard che ti accompagnerà.
- disse andandose e al suo posto dopo poco arrivò un signore molto anziano in abito nero. Mi fece cenno di seguirlo.
All'interno quella scuola era davvero sfarzosa, il pavimento era tutto di marmo scuro e le pareti erano piene di quadri o scaffali con varie foto e trofei. Raggiungemmo un cortile interno. Di fronte, dall'altra parte, c'era una porta sulla quale c'era scritto dormitori femminili.
Girai lo sguardo e vidi anche quelli maschili. L'anziano mi lasciò senza dire una parola, e come aprii la porta fui stordita a causa delle grida che si sentivano di alcune ragazze che correvano per le stanze rincorse da due guardie.
A vederle così non sembravano mostri, ma non mi sarei lasciata ingannare dall'aspetto innocuo, dietro al quale poteva nascondersi qualunque cosa.
Salii delle scale finchè non arrivai alla mia stanza. 
Mentre la aprivo mi tremavano leggermente le mani. Avrei condiviso la stanza con un mostro? Speravo tanto di no. 
Accesi le luci, la camera era vuota per fortuna. Era abbastanza grande. C'erano due letti singoli con un comodino ciascuno, un grande armadio con accanto una scrivania e una finestra di fronte la porta.
Poi c'era un'altra porta  sulla sinistra, probabilmente quella per il bagno.
Sopra uno dei due letti c'era già una valigia, così mi stesi sull'altro e chiusi gli occhi per alcuni minuti. Presi il cellulare che avevo in tasca, vidi che erano già le undici, volevo mandare un messaggio a mia madre, ma non c'era campo.  Naturalmente, me lo dovevo aspettare, essendo in mezzo a un bosco. Sarà un anno infernale, pensai rassegnata.
Mi avevano insegnato a provare una repulsione tale per i mostri che l'unica cosa certa era che li sarei stata il più lontano possibile.
Nel frattempo distrutta dal sonno mi addormentai.
   
 
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