Camminare era l’unica cosa che
la calmava: sbuffò soffermandosi davanti ad una vetrina, senza veramente
osservarne il contenuto, intenta com’era a far girare le rotelle del suo
cervello. Aveva le prove dell’innocenza, ma non le poteva esibire:
fortunatamente Yanagisawa del laboratorio analisi aveva un debole per lei e
aveva eseguito le analisi senza farsi scoprire, e aveva confermato il suo
sospetto che il terriccio trovato sullo stipite fosse proprio quello della
pianta. Si girò per continuare a passeggiare e per poco non venne travolta da
un passante.
«Mi scusi, non L’avevo vi…
agente Yamamizu!»
«Misaki-san. Buongiorno.» salutò
Aya con un inchino.
«Non dovrebbe essere a lavorare
per trovare il vero assassino di Tsubasa?- commentò sarcasticamente il ragazzo,
ma quando vide il volto della ragazza rabbuiarsi cambiò tono –Mi scusi, non
volevo…»
«Sono stata sospesa: quando ho
detto al mio capo che credevo nell’innocenza della Nakazawa mi ha dato un
“periodo di riposo”…»
«Le andrebbe di… parlarne
davanti ad una tazza di the?» propose Taro, dopo aver controllato che ci fosse
un bar nelle vicinanze.
«Preferirei un caffè, comunque
accetto…»
Si sedettero, ordinarono due caffè
grandi e stettero qualche minuto in silenzio, prima che Aya iniziasse a parlare:
«Devo ammetterlo, all’inizio
non ho escluso nessuno dalla lista dei sospettati: il mio lavoro consiste nel
trovare il colpevole, non potevo lasciarmi trarre in inganno da lacrime o
simili…»
«Però poi qualcosa L’ha
convinta del contrario, e adesso crede che Sanae sia innocente. Cosa Le ha fatto
cambiare idea?»
«Mi prenderà per sciocca ma…
ho avuto una sensazione… sento che c’è qualcosa che non quadra, che non
tutte le opzioni sono state vagliate… ma non posso muovermi, ho le mani
legate…»
«E l’agente Hakitawa non può
aiutarLa?»
«Rischierebbe il posto, per il
capo il caso è stato chiuso… e io mi sento impotente…»
Taro strinse tra le mani la tazza
di caffè e osservò per qualche istante il liquido fumante, pensieroso.
«Anch’io sono della Sua
opinione, agente: c’è qualcosa che non quadra, è tutto così… scontato!»
Aya bevve un lungo sorso della
bevanda bollente, poi annuì:
«Nel corso degli anni, sebbene
non eserciti questa professione da molto tempo, ho capito che spesso i casi
semplici da risolvere sono bluff che nascondono qualcosa di più complicato…
qui stiamo parlando di un ipotetico delitto passionale, in cui la Nakazawa si
premura di usare i guanti, però poi si dimentica di cancellare le sue impronte
dall’arma del delitto; ruba l’anello di fidanzamento però piange sul
cadavere lasciando sue tracce; finge di chiudersi in bagno per darsi un alibi e
commette tutti questi errori? Non è credibile, e io non so cosa fare…»
«E intanto Sanae è in carcere,
oltre ad aver perso l’uomo che amava…» mormorò Taro.
§§§
«Non hai capito un tubo come al
solito, Ishizaki: io sono affranto quanto voi, per la morte di Tsubasa, ma posso
avere una mia opinione in merito?»
«E perché la tua opinione
dovrebbe riguardare Sanae?» intervenne Yukari, sempre pronta a difendere
l’amica.
«Perché la capirei se avesse
realmente commesso quel gesto! Stiamo parlando di un uomo che l’ha sempre
messa in secondo piano, dietro ad un pallone. Ragazze, un pallone: ragionate un
secondo prima di dare aria alla bocca!»
«Sanae era innamorata…»
mormorò Yayoi, fissando Hyuga con odio.
«E Tsubasa lo era? O era più
preso dal pallone?»
«Le tue insinuazioni mi fanno
vomitare, Hyuga!» esclamò Wakabayashi, che fino a quel momento aveva cercato
di stare zitto per non litigare.
«E anche se non fosse stata lei,
rimane il fatto che qualcuno si è preso la briga di ammazzarlo: cosa mi
assicura che non sia stato uno di voi?»
Il gelo calò sul gruppetto,
mentre sguardi agghiacciati iniziarono a scrutare i volti dei compagni di
nazionale.
«Piantala, Hyuga!- intervenne
Misaki –Nessuno di noi ha ucciso Tsubasa, a meno che tu non nutrissi nei suoi
confronti un senso di ripicca…»
«E perché, tu no? In fondo in
nazionale eravate la coppia d’oro, ma al di fuori tu sei sottovalutato dai
club…»
«E tu allora?- esclamò Ishizaki
–Tsubasa è sempre stato più forte di te, chi ci dice che tu non l’hai
ucciso per prendere il suo posto di leader nella nazionale?»
«Se devo esprimere un sospetto,
io dico Wakabayashi!- si intromise Ken, fissando con odio il rivale portiere
–Potresti benissimo averlo fatto perché Tsubasa era praticamente l’unico
che sapeva come batterti: con lui non esisteva nessun SGGK…»
«Allora il discorso vale anche
per te, caro il mio Wakashimazu: Tsubasa poteva segnarti goal ad occhi chiusi!»
«Scusate, ma nessuno ha pensato
ai cari coniugi Matsuyama? Loro hanno lasciato l’albergo attorno all’ora in
cui è stato ucciso Tsubasa!» insinuò Takeshi.
«Come osi!?- esclamò Hikaru
scattando in piedi col pugno alzato, mentre Yoshiko non riusciva a credere alle
sue orecchie –Noi non abbiamo fatto proprio niente: Tsubasa era ancora al
telefono quando siamo usciti…»
«Ma evidentemente c’è rimasto
per poco…- continuò Sawada –perché dopo poco è stato ucciso: niente di più
semplice per voi che tornare indietro, ucciderlo, e correre da noi per far sì
che avremmo confermato il vostro alibi…»
«Sawada sei un verme!» esclamò
Yoshiko scoppiando in lacrime.
«Ehm, ragazzi? Sono l’unico a
pensare che questa caccia alle streghe sia inutile?- le parole di Misugi
giunsero al momento opportuno, perché tutti tacquero e abbassarono lo sguardo
–Sappiamo tutti quanti che Sanae è innocente, e che nessuno di noi potrebbe
aver mai commesso un delitto del genere… quindi non attacchiamoci a vicenda
solo per scaricare la tensione, ma concentriamoci su Sanae. Lei è doppiamente
colpita da questa tragedia…»
Tutti annuirono, e nessuno ebbe
più il coraggio di dire niente.
§§§
Il cellulare vibrò solo due
volte prima che qualcuno rispondesse:
«Sì?»
«Non posso continuare ad
impedire all’agente Yamamizu di lavorare: dovrei fare un rapporto dettagliato
sulle motivazioni, e dato che le motivazioni sono futili verrebbe sicuramente
rifiutato…»
Silenzio.
«Sei ancora lì?»
«Allora reintegrala, e lasciale
continuare le indagini. A lei ci penso io.»
«Cos’hai intenzione di
fare? Non vorrai…»
«Questo non ti riguarda: meno
sai, meglio è.»
Chiuse la comunicazione e con
rabbia scagliò il cellulare sul letto: quell’agente di polizia era
d’intralcio, aveva scoperto il modo in cui Sanae era stata chiusa nel bagno e
adesso che sarebbe stata reintegrata avrebbe continuato ad indagare. Non poteva
rischiare che il suo piano venisse svelato, aveva faticato troppo per costruire
tutto quello per permettere ad una poliziotta qualsiasi di rovinarlo.
§§§
«Non sono d’accordo, Katsuo:
lo sceneggiatore avrebbe potuto impegnarsi un po’ di più con i dialoghi, è
stato una noia assurda questo film!»
«Lo dici solo per vendicarti del
fatto che settimana scorsa ti ho stroncato il film che avevi scelto te: i patti
sono patti, Aya!»
La ragazza spinse il maniglione
antipanico e uscì dal cinema multisala dove, assieme a Katsuo, si era appena
sorbita quello che lei aveva decretato un “mattone sudcoreano”.
«Io preferisco altri generi, e
lo sai bene: decisamente Ferro 3 non rientra tra i miei preferiti…»
«Allora vogliamo parlare di
quando mi sono sorbito Master and Commander? Quello sì che era una noia!»
«Punti di vista, Katsuo, punti
di vista…»
«Senti, discutere di cinema mi
ha messo appetito, ci facciamo un hamburger?»
«Volentieri, c’è uno zio Mac
proprio qui dietro!» decretò Aya dopo aver fatto mente locale. Si avvicinò
alle strisce pedonali e aspettò che il semaforo pedonale desse il verde, quindi
iniziò l’attraversamento. Ma a metà del percorso un rumore la face voltare
verso sinistra: una macchina nera giungeva a tutta velocità, fregandosene di
limiti e semafori. Aya la vedeva avvicinarsi ma non riusciva a muoversi, aveva
come le gambe paralizzate!
«AYA!!!!» Katsuo dietro di lei
(come mai era rimasto indietro?) la stava chiamando, ma lei non poteva muovere
nemmeno un muscolo. Chiuse gli occhi aspettando l’impatto.
Cosa sarà successo?
La trama si infittisce e qualche carta inizia a scoprirsi... le cose si
complicano, a quanto pare! La suspence sale e i sospetti si insinuano come tarli
nelle menti dei protagonisti... e io rido perché sono troppo machiavellica!!!
Silen: ovvio che un uomo non ci sarebbe mai riuscito, un neurone solo non
può riuscire in tutto questo XD Ti ringrazio per il sostegno che continui a
darmi, ti assicuro che è davvero importante per me!
Melanto: com'è andato l'esamino????? Comunque ricordati che spesso le
cose non sono quello che sembrano, e che gli indizi non sono terminati... e poi,
lo sai meglio di me, quella frasuccia di Sherlock che hai usato nell'ultimo
capitolo è la filosofia "poliziesca" che ho usato XD
Saretta: non mi è mai piaciuto considerare Sanae come una zerbina, al
contrario penso che abbia moltissimo carattere! Una persona come lei non poteva
abbattersi in carcere, a maggior ragione ora che Aya cerca di farla uscire!
OnlyHope: ok, allora ringraziate tutti Only perché adesso aziono il *cipcip*...
questo fatto che Sanae sia stata chiusa in bagno mentre Tsubasa viene ucciso
potrebbe far supporre che.... eheheh... Bettina lo sai che tutte e tre le
opzioni che hai vagliato sono plausibili? Eppure la verità è una e una
soltanto... ma quale??
Ragazze, io davvero non so come ringraziarvi, le vostre recensioni! E per
rispondere alla domanda: quanti capitoli mancano? Pochi, però ricordatevi che
solo quando leggerete l'epilogo la storia sarà veramente terminata! E ora vi
lascio, il weekend mi attende, Sakura crime will be back next week! Bacioni!