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Autore: ___Darkrose___    14/12/2014    2 recensioni
Cosa sarebbe successo se Inuyasha e i suoi compagni un giorno si fossero ritrovati nel presente? Cosa sarebbe successo se al posto di Kagome avessero incontrato un'altra ragazza?
Ci saranno nuove sconvolgenti sorprese, una nuova avventura piena di colpi di scena e di nuovi personaggi che si uniranno al gruppo dei nostri amati eroi!
La mia prima FF, sono emozionata! *.*
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Miroku, Nuovo personaggio, Sango, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Solo uno spirito'
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~~Il giorno dopo ci eravamo fatti trovare nella capanna uno lontano dall’altra, avevamo deciso di tenere segreta la nostra storia, avrebbe solo causato battute da parte di Miroku e forse ci avrebbe messi più in pericolo.
Era stata dura dormire lontana da lui, perché ora che l’avevo trovato avrei voluto tenerlo vicino a me il più possibile, ma dovevo fare buon viso a cattivo gioco.
Il risveglio fu dolce, perché vidi Inuyasha che, appoggiato alla parete dall’altra parte della stanza, vegliava su di me e mi sorrideva.
Gli sorrisi di rimando, facendo attenzione a non farmi notare dagli altri che erano nella stanza, anche se l’aria così calma li insospettiva.
- Ieri avete fatto pace? – chiese Shippo contento.
Io annuii, cercando di sembrare disinvolta. – Certo -.
Il cucciolo di demone guardò prima me e poi Inuyasha. – Eppure mi sembra strano che Inuyasha non tenga il broncio…c’è qualcosa che dovete dirci? -.
Il mezzodemone ed io sbiancammo, ma prima che potessi fare qualsiasi cosa, un pugno si era riversato sulla testa del piccolo, buttandolo a terra.
- Ehi ma che fai?! – sbraitò.
Inuyasha lo guardò torvo. – Piantala di dire idiozie, è ovvio che non sto dicendo niente solo perché non voglio sentirla rompere! -.
Lo fulminai con lo sguardo. – Non costringermi a mandarti a cuccia! -.
Peccato che, nonostante non fosse mia intenzione, l’avevo spedito a terra, facendogli picchiare il viso.
- Dannata… -.
- Non cambieranno mai – mormorarono Sango e Miroku.
Mangiammo qualcosa e ci preparammo per metterci in viaggio verso il luogo dove si trovava l’anziano demone Totosai, a quanto pare lui poteva dirci come liberarmi dalla Sfera.
Nel frattempo Sango mi aveva consegnato gli altri frammenti, che si erano uniti a quelli sulla mia spalla. Ogni volta che se ne aggiungeva uno, mi sentivo sempre più forte e piena di energie.
Nonostante mi sentissi nel pieno delle forze, Inuyasha insistì per portarmi sulle sue spalle, affermando che in quel modo saremmo arrivati più in fretta.
Non riuscii a riufiutare la sua offerta per molto tempo, il pensiero di stare abbracciata a lui e bearmi del suo profumo non mi dispiaceva affatto, e poi era l’unico modo per stare un po’ vicini.
Partimmo già di primo mattino, ci sarebbero voluti solo pochi giorni per arrivare fino alla caverna del demone, anche se a quanto pare era molto difficile farlo ragionare e non sempre era così disposto a dare una mano a tutti. In poche parole dovevo sperare di essergli simpatica.
Arrivammo fino ad una sorgente di acqua calda e ci accampammo lì vicino.
Sango ed io decidemmo di farci un bel bagno caldo per rilassarci, era proprio quello che ci voleva dopo una giornata del genere.
Eravamo immerse nell’acqua termale e ci godevamo il calore e il relax di quel posto, fino a quando Sango non ruppe il silenzio.
- Samantha-chan, dove andrai a vivere quando tutto sarà finito? – mi chiese.
Io rimasi interdetta, ormai era ovvio che avrei seguito Inuyasha dovunque fosse voluto andare, ma non potevo dirglielo. – Ancora non lo so, forse rimarrò con la divina Kaede e la aiuterò a proteggere il villaggio -.
- Non pensi di rimanere con Inuyasha? -, quella domanda a bruciapelo mi fece sussultare.
Sgranai gli occhi imbarazzata. – Ma cosa dici? No, tra me e lui… -.
- Sono una donna anche io, certe cose le capisco. È ovvio che voi due vi piacete, lo vedo da come vi guardate; sembra che viviate uno negli occhi dell’altro -.
Il rossore del mio viso diminuì, con Sango mi sentivo di poter parlare di quelle cose, e poi era l’unica amica che avevo. – Beh…è vero sta nascendo qualcosa tra noi, ma ho paura -.
- Di cosa? -.
Sospirai. – Di come andrà a finire; se io dovessi sparire a causa della Sfera lascerei un nuovo vuoto nel suo cuore e non vorrei mai che soffrisse ancora, perciò se il mio destino sarà quello di lasciare questa terra, semplicemente gli dirò che ho sbagliato e che non lo amo, così per lui sarà più facile dimenticarmi -.
Sango mi guardò perplessa. – E non credi che questo lo farebbe soffrire ancora di più? -.
- Forse...anche se non ne sono certa -.
- Miroku torna subito qui! Dannato bonzo -.
Entrambe avvertimmo il sibilo di Inuyasha che stava inseguendo Miroku, forse era venuto a spiarci.
Sango lanciò prontamente un sasso nella sua direzione, colpendo qualcosa. Quando ci avvicinammo, però, ci rendemmo conto di aver preso il piccolo Shippo.
- Ahi – mormorò il cucciolo.
Sango si scusò subito. – Ma tu che ci facevi qui? -.
- Ero venuto a portare via Miroku insieme ad Inuyasha – disse.
Sango ed io sbiancammo e ci girammo, vedendo che dall’altra sponda Miroku stava venendo trascinato via da Inuyasha che lo rimproverava.
- Guardala ancora una volta e ti cavo gli occhi! – gridava Inuyasha.
Miroku non sembra per niente intenzionato ad andare via e teneva gli occhi puntati su me e Sango.
Io diventai paonazza e cacciai un urlo disumano. – A cuccia! A cuccia! A cuccia! -.
Inuyasha cadde su Miroku, così i due rimasero piantati a terra per un bel pezzo, dando a me e Sango il tempo di rivestirci.
- Non capisco perché avete picchiato anche me…io non c’entravo nulla – si lamentava il mezzodemone.
Miroku, nonostante le botte, sembrava ben felice di essere riuscito a vedere qualcosa.
Stava per aprire bocca, ma Sango lo fulminò. – Dì una qualsiasi sciocchezza delle tue e giuro che te ne prendi ancora! -.
Era ovvio che quei due si piacevano, ma litigavano più di me ed Inuyasha e non era mica facile.
- Inuyasha – lo chiamo divertito Miroku. – Come mai ti sei scaldato tanto prima per Samantha-chan? -.
Tanti cari saluti al bel segreto pensai, sfregandomi il viso con le mani.
Il mezzodemone lo guardò innervosito. – Era solo perché questi tuoi comportamenti mi infastidiscono e poi non mi interessa se la guardi, non c’è molto da… -.
- A cuccia! – sbottai.
Quella mia reazione aveva ovviamente rovinato ogni tentativo di tenere la cosa segreta, ma proprio non lo sopportavo quando si ostinava a fare il freddo e distaccato, anche se lo faceva per eliminare i sospetti.
Shippo rise. – Allora avevo ragione! Samantha e Inuyasha si piacciono! -.
- Piantala cucciolo pestifero! – sbraitò Inuyasha. – Non è il caso di gridarlo ai quattro venti -.
- Ti da solo fastidio perché come al solito avevo ragione! -.
- Non è vero! -.
- Sì che è vero! -.
- Non è vero! -.
- Eh basta! – sbraitai. – Tutti e due a nanna -.
Certe volte Inuyasha si comportava proprio come un bambino, ma mi piaceva lo stesso.
Sango si tenne ben lontano dal giovane monaco, ancora offesa per essere venuto a spiarci durante il bagno.
Aspettai che tutti si fossero addormentati, poi allontanai Shippo da me, sistemandolo sotto la coperta e avvicinandomi ad Inuyasha, che dormiva sul ramo di un albero.
Mi arrampicai fino vicino a lui, cercando di non fare rumore e mi accoccolai al suo petto. Ovviamente si era accorto della mia presenza e mi strinse tra le braccia, affondando il viso tra i miei capelli.
Ero imbarazzata, perché mi aveva vista svestita e stargli vicina adesso mi metteva un po’ a disagio.
Continuò a tenermi vicina a lui, fino a quando non parlai. – Eri così geloso di Miroku? -.
Lui diventò paonazzo. – Beh sì…ora io ti considero la mia donna -.
Sentirgli dire quella frase era meraviglioso e mi strinsi ancora di più a lui.
- Però ho anche sentito quello che dicevi a Sango – mormorò triste.
Il cuore smise di battere per un secondo, non avrei mai voluto che sentisse quello che avevo detto. – Non ti arrabbiare…devo essere pronta a tutto, non posso permettermi di vivere solo un sogno, devo essere pronta anche al peggio -.
Lo sentii stringermi ancora più forte. – Non dire mai più una cosa del genere, io non permetterò mai che ti accada nulla, non permetterò a nessuno di portarti via da me o di farti del male -.
Affondai il viso nei suio capelli e assaporai il suo profumo. – Lo so Inuyasha, grazie -.
Purtroppo io sapevo che tutto questo sarebbe potuto non durare per sempre, ma non volevo caricarlo di quella paura e decisi che sarebbe stato un peso che avrei portato da sola.
Lo baciai sulle orecchie morbide, sentendolo irrigidirsi, sapevo che quello era un punto particolarmente sensibile.
Si impossessò delle mie labbra e mi addormentai cullata dal suo dolcissimo sapore.

Arrivammo il pomeriggio seguente nel luogo dove si trovava Totosai e cominciai a tormentarmi le mani. Se non gli fossi piaciuta sarebbe stato difficile farmi aiutare.
Inuyasha sembrava più impaziente di me, voleva scoprire assolutamente se era possibile aiutarmi e sapevo bene che il suo temperamento sarebbe potuto essere d’intralcio.
Da quello che mi avevano detto aveva già avuto qualche discussione in passato con Totosai per Tessaiga, ora dovevo sperare che facesse il bravo.
Mi incamminai verso la sua grotta e già dall’esterno si poteva sentire il calore della fornace, probabilmente il demone stava forgiando qualche spada.
Fui accolta da un bue con tre occhi, che mi spaventò a morte.
Mi voltai verso gli altri. – E’ lui Totosai? -.
Mi guardarono come se fossi diventata pazza. – No Samantha-chan, quello è solo un bue – rispose Sango divertita.
- Solo un bue? Ha tre occhi santo cielo! -.
- E allora se ha tre occhi dovrei essere io? Mi insulti ragazzina -, la voce proveniva da dentro la caverna e mi resi conto di essermi rovinata la possibilità di essere simpatica al fabbro.
In quel momento mi sarei voluta seppellire sotto un enorme tumulo di terra. Ma perché non tenevo mai la bocca chiusa?
Miroku stava trattenendo a stento le risate, ma fu prontamente ripreso da Sango con uno schiaffo dietro la nuca.
- Inuyasha, hai di nuovo problemi con Tessaiga? Me lo aspettavo – commentò Totosai.
Il mezzodemone cominciò subito ad adirarsi. – Ehi! Cosa vorresti dire vecchieto?! -.
Lo fermai prima che potesse andargli incontro e prenderlo a sberle, se lo avesse fatto mi sarei giocata l’ultima possibilità di farmi aiutare.
- Sono io che ho bisogno di aiuto – dissi.
Il demone mi osservò. – Tu chi sei? Non ti ho mai visto prima di oggi -.
Cercai di essere il più dolce possibile nella mia spiegazione. – Vengo da lontano e sono venuta qui perché sto cercando un modo per distruggere del tutto la Sfera dei Quattro Spiriti -, ovviamente nella mia spiegazione evitai di dire che io ero lo spirito della Sfera e che provenivo da un’altra dimensione.
Rimasi in attesa di una risposta e alla fine il demone scoppiò a ridere. – E’ ovvio che lo conosco, ma c’è solo un piccolo problema – disse.
- Di che si tratta? – chiese Shippo.
Sembrava che il demone ci stesse per prospettare un problema insormontabile dall’aria che aveva. – Mi mancano gli ingredienti e non ho voglia di andarli a prendere -.
Ora capivo perché Inuyasha andasse su tutte le furie ogni volta che lo vedeva.
- Ma si può sapere cosa ti passa per la testa?! Ci hai fatto venire un colpo! – continuava a gridare Inuyasha e sia io, che Miroku e Sango ce la mettemmo tutta per non fargli commettere qualche sciocchezza.
- Di quali ingredienti si tratta? – domandai.
L’anziano demone ci fece sedere dentro la sua caverna e cominciò a spiegarci cosa gli serviva. – Il metallo non è un problema, ne ho a sufficienza, dovete trovare una cosa con il quale sarà possibile forgiare l’arma in grado di distruggere la Sfera; il cristallo bianco -.
Capii immediatamente che quello che ci stava chiedendo non era certo una cosa che si poteva trovare facilmente lì vicino.
Ci disse che dovevamo dirigerci fino sulle montagne e poi, in cima, avremmo trovato una caverna e lì il cristallo bianco. Disse che non ne sarebbe servito molto, ma che era essenziale per creare l’arma.
Sango, Miroku e Inuyasha sembravano già pronti a partire, ma io ero nervosa all’idea di dover ripartire, avevo paura di distruggere la Sfera per sempre perché non sapevo cosa avrebbe comportato per me.
Cercai di rassicurarmi, per ora dovevo solo trovare qualche ingrediente per preparare qualla famosa arma, poi avrei potuto riflettere su cosa questo avrebbe potuto comportare e avrei deciso il da farsi.
Avremmo lasciato Shippo con Totosai, così che nel frattempo lo aiutasse a preparare i metalli che servivano e attuare già gran parte del lavoro, il tempo cominciava a stringere e Naraku non avrebbe certo aspettato molto per attaccare ancora.
Shippo non era molto felice di dover rimanere, ma alla fine si convinse a lasciarci andare senza fare troppe storie.
Inuyasha sembrava più ansioso di me e voleva partire il più presto possibile e risolvere una volta per tutte la situazione. Probabilmente il discorso della sera precedente lo aveva messo in allarme e non aveva alcuna intenzione di rischiare di perdermi per sempre. Questo suo comportamento mi riempiva di gioia, ma anche di preoccupazione, come avrebbe reagito se avesse scoperto che non si poteva fare nulla per salvarmi?
Mentre ci dirigevamo ad una velocità inimmaginabile verso i monti di cui Totosai aveva parlato, io mi godevo la sensazione di stare abbracciata al mio mezzodemone, mentre affondavo il viso nei suoi capelli morbidi.
Ogni volta che mi stringevo di più a lui muoveva le orecchie e non potevo fare a meno di sorridere, ma dovevo limitare tutte le effusioni, ora dovevo concentrarmi su altro.
Inuyasha aveva così tanta fretta di arrivare che nella notte eravamo già lì. Non ci eravamo fermati neanche per un momento e Kirara era esausta, ma decidemmo comunque di entrare nella grotta indicata dal demone.
Era buia e umida e mi metteva paura il doverci entrare.
- Samantha avanti muoviti! -, con quel suo comportamento cominciava a darmi sui nervi, capivo che dovevamo muoverci, ma non tutti avevamo la sua foga, anzi più mi avvicinavo, meno voglia avevo di entrare.
Lo guardai torva. – Piantala! Non è necessario essere così acidi! – lo rimproverai e mi mossi velocemente verso l’entrata, ma qualcosa mi blocco e mi respinse.
Provai e riprovai, ma ero l’unica che non riusciva ad entrare.
- Forse i frammenti di Samantha-chan le impediscono di entrare, non sarebbe strano. In questo luogo c’è ciò che li può distruggere, sarà una spece di protezione – disse Miroku.
Inuyasha si voltò verso di me. – Allora voi andate, io rimango fuori con lei -.
- No vai con loro, dentro potrebbe essere pericoloso, qui fuori non c’è niente di cui aver paura – risposi, cercando di tranquillizzarlo.
Sango si avvicinò a Kirara. – Lascerò Kirara con lei a proteggerla, sarà al sicuro vedrai -.
Il mezzodemone si convinse ed entrò insieme agli altri, lasciandomi sola con il demone gatto.
Era tornata un’innocua gattina e la tenevo in braccio.
Mi strinsi nelle spalle, mentre il vento ululava tra le montagne. Faceva freddo e l’idea di stare da sola non mi faceva impazzire. Era vero, avevo imparato a proteggermi abbastanza bene, ma dopo l’incontro con Koga ero terrorizzata all’idea di essere rapita di nuovo o di incontrare Naraku.
Presi un lungo respiro e aspettai.
Sembrava che fossero passate ore e i miei amici non tornavano ancora. Io non potevo entrare a cercarli e non potevo eliminare i frammenti dalla mia spalla perché in caso di pericolo mi sarei trovata senza protezione.
- Kirara, valli a cercare e quando torni fammi capire se stanno bene o no – le dissi.
Il piccolo demone non sembrava molto convinto all’idea di lasciarmi da sola e dissubidire a Sango, ma il mio sguardo non ammetteva repliche e così andò.
Ora ero davvero sola e cominciai a muovermi nervosamente avanti e indietro davanti all’entrata della grotta. Ero talmente agitata che mi lanciai parecchie volte contro quella barriera invisibile per cercare di entrare, ma l’unica cosa che riuscii ad ottenere fu un livido sul fondoschiena per tutte le volte che caddi a terra.
- Cavolo! – cominciai a gridare.
Kirara non tornava e neanche gli altri. Avevo paura che potesse essere successo qualcosa agli altri e cominciai a tirare pugni su quella dannata barriera.
Era buio e cominciavo ad avere davvero paura. Non ne potevo più e l’ansia cominciava a crescere sempre di più.
Stavo per impazzire, fino a quando non capii che avevo un altro problema a cui pensare, dati i versi lugubri che provenivano da dietro alla mia schiena.
Mi voltai e vidi che dietro di me c’erano delle creature da incubo, dei demoni-ragno giganteschi, che mi osservavano con quegli otto occhi enormi e rossi.
- Carne – mormoravano. – E frammenti della Sfera -.
Indietreggiai, fino a quando non trovai dietro di me quella dannata barriera. Il cuore batteva ad un ritmo inimmaginabile e, anche se mi concentravo, non riuscivo ad evocare la mia barriera. Quel luogo bloccava i miei poteri, dovevo fuggire alla svelta.
Cominciai a correre come il vento, infilandomi nelle aperture strette delle rocce, dove quegli enormi ragni non potevano raggiungermi.
Ero terrorizzata all’idea che Inuyasha e gli altri fossero stati presi dai quei maledetti e che stessero rischiando la vita solo per uno stupido pezzo di cristallo.
L’ansia era troppa e non riuscivo a ragionare razionalmente, ero così spaventata che riusicivo solo a nascondermi e non mi ero allontanata abbastanza da quel luogo in modo da poter usare di nuovo i miei poteri.
- Dove sei ragazzina? -, quelle voci mi perseguitavano e rimbombavano per quelle rocce, dandomi i brividi.
Non potevo rimanere lì o avrei rischiato di perdere la vita e i miei amici. In quell’insenatura c’erano molte piccole rocce appuntite, ne presi una che riuscivo a tenere in una mano così da potermi difendere in caso di attacco e mi preparai ad andarmene.
Uscii dalle rocce e cominciai a correre più veloce che potevo, mentre sentivo i passi di quei maledetti demoni sempre più vicini.
Fui afferrata da qualcosa per una caviglia e caddi a terra, uno di quei demoni mi era riuscito a prendere con una ragnatela e mi stava trascinando verso di lui.
Provai a tagliarla, ma era troppo rigida e quando fui abbastanza vicina al ragno, piantai la roccia in uno dei suoi occhi, provocando solo maggiore ira da parte sua.
- Stupida! Ti mangerò insieme ai tuoi dannati frammenti! – gridò furioso l’enorme ragno.
Chiusi gli occhi e il mio ultimo pensiero volò ad Inuyasha e alla paura che avevo per la sua sorte.
- Non la toccare! -.
L’urlo che sentii non era quello di Inuyasha, come avevo sperato, ma quello di Koga.
Distrusse facilmente il demone che mi teneva legata e mi portò via alla svelta da quel luogo, mentre i demoni ci inseguivano.
- Torna indietro Koga, Inuyasha è in quella grotta! – gridai disperata.
Lui mi osservò perplesso. – Che ci fa lì dentro? -.
I demoni ragno continuavano ad inseguirci, ma più ci allontanavamo più sentivo i miei poteri tornare.
Ci fermammo al limiti di enorme dirupo, Koga sarebbe potuto saltare facilmente dall’altra parte, grazie al potere dei frammenti, ma lo costrinsi a fermarsi.
- Cosa hai intenzione di fare? – mi domandò, mentre aspettavo che i ragni arrivassero il più vicino possibile.
Lo guardai seria. – Se tutto va bene dovrei ucciderli tutti in un colpo solo, stai il più vicino possibile al bordo e al momento giusto prendimi e salta dall’altra parte -.
Koga sembrava parecchio confuso e avrebbe voluto obbiettare, ma l’avanzata di quei cosi lo zittì. Mi tenne per un braccio, mentre io mi concentravo sulla terra sotto i miei piedi.
Se veramente avevo il controllo sui quattro elementi, avrei fatto in modo di sfruttarlo.
Quando furono abbastanza vicini, con grande sforzo, riuscii a far spaccare la terra sotto i nostri piedi.
Koga fortunatamente fu rapidissimo e mi afferrò prima che cadessimo nel dirupo insieme a tutti gli altri demoni.
Arrivammo all’altro lato e mi sentii stanchissima. Avevo praticamente distrutto gran parte di quel versante della montagna solo per far cadere quei ragni giganti e mi aveva portato via un sacco di energie.
Mi accucciai a terra, riprendendo fiato, mentre Koga cercava di reggermi.
- Come diavolo hai fatto? – esclamò il demone.
Mi alzai, cercando di reggermi sulle mie gambe. – Non ho tempo di spiegare, ti prego riportami in quella grotta, devo salvare Inuyasha e i miei amici, ti prego Koga -.
Non era molto felice all’idea di andarlo a salvare, ma riuscii a convincerlo in ogni caso.
Anche lui sembrava stanco a causa dell’influenza di quel luogo e sarebbe stato un problema entrare, poiché entrambi eravamo in possesso di alcuni frammenti della Sfera.
Mi resi conto che però i demoni che avevo incontrato non erano usciti da quell’entrata, perché se no li avrei visti.
- Posso percepire il loro odore e trovare l’altro luogo da cui sono usciti, devono per forza arrivare da questa grotta e magari da lì riusciremo a passare – disse.
Mi affidai al suo fiuto e alla fine riuscimmo a trovare il passaggio. Era un tunnel buio e mi spaventava l’effetto che avrebbe avuto su di me entrare, ma la mia priorità era salvare Inuyasha.
Si poteva solo scivolare per entrare e mi sembrò di essere finita in un enorme scivolo ad acqua, dove più scendevo più mi sentivo oppressa.
Sbucammo finalmente all’interno della grotta, ma non fu una bella sensazione. Mi sentivo oppressa e mi sembrava di non riuscire a respirare. La vista si appannava e muovere le braccia e le gambe sembrava quasi impossibile.
Koga sentiva meno l’influsso di quel luogo, ma cominciava comunque a sentirsi stordito.
- Leva i frammenti dalle gambe – gli sussurrai a fatica.
Mi guardò perplesso. – Perché dovrei? –
- Koga fidati, ti prego – lo scongiurai.
Mi accontentò e subito cominciò a sentirsi meglio non appena i frammenti furono lontani da lui.
- Non posso lasciarli qui, se ci fossero altri di quei bastardi potrebbero portarli via – disse.
Li presi io, anche se farlo rese ancora più difficile stare in quel luogo. – Li porterò io, ti prometto che te li restituirò -.
Senza farmi notare mi levai i frammenti dalla spalla, che nel frattempo si erano uniti in uno solo. Nonostante li avessi levati, facevo comunque fatica a muovermi e questo perché io ero parte integrante della Sfera.
Provai a camminare da sola, ma inciampavo ogni volta per la stanchezza.
Koga si voltò verso di me e mi sorrise. – Ti porto io in braccio -.
Non incontrammo nessun demone, dovevano essere usciti tutti dalla tana quando avevano avvertito la presenza dei miei frammenti. Fortunatamente Koga era arrivato tempestivamente a salvarmi, altrimenti sarei già stata dentro la pancia di quel mostro.
Ero sempre più stanca e la vista mi si annebbiava sempre di più, ma non mi sarei arresa.
Arrivammo in una stanza colma di quei cristalli. Erano piccole pietre chiare e luminescenti e più ci stavo vicino, più mi sentivo debole.
I miei amici erano intrappolati in dei bozzoli e cercavano di dimenarsi per liberarsi, ma quelle ragnatele dovevano essere molto resistenti. I ragni dovevano averli attaccati in un momento di distrazione.
- Samantha cos’hai? – mi domandò il demone lupo quando cominciai a tremare dal dolore.
Cercai di trattenermi. – Non ti preoccupare, sto bene. Aiutami a liberare gli altri -.
- Samantha-chan, come sei arrivata qui? – domandò Sango.
Mentre Koga liberava gli altri, io mi avvicinai ad Inuyasha. – E’ lunga da spiegare – mormorai, cercando di riprendere fiato.
Provavo a tirare la ragnatela dal suo corpo, ma non avevo forze e mi accasciai a terra.
- Samantha! Samantha rispondi! – gridò Inuyasha.
Io, però, non riuscivo a parlare. Non riuscivo neanche più a respirare. Stavo perdendendo i sensi e lo sforzo che stavo facendo nel tentativo di tenermi sveglia era immenso.
Fui costretta a chiudere gli occhi, mentre tossivo a causa della mancanza di fiato.
Ero venuta lì per salvare Inuyasha e non riuscivo neanche a liberarlo da un paio di ragnatele.
Mi sentii prendere in braccio e il vento forte sul viso poteva significare solo una cosa, stavamo correndo velocemente fuori da quel luogo.
Provai a rimanere sveglia, ma il buio mi accolse in un attimo.

Quando mi svegliai ero tra le braccia di Inuyasha ed eravamo di nuovo a valle. Mi doveva aver portata via davvero velocemente, perché gli altri ancora non erano arrivati.
Mi sentivo stordita e avevo ancora qualche difficoltà a respirare, ma ero di nuovo sveglia e la cosa più importante era che lui stava bene ed era di nuovo con me.
- Oddio Samantha, credevo non ti svegliassi più -, il suo volto era una maschera di paura, dovevo averlo fatto preoccupare sul serio. – Ma come ti è saltato in mente di entrare? -.
Con grande difficoltà alzai le braccia per stringerlo a me. - Avevo paura per te, avevo paura che non tornassi più -.
Evitò di stringermi ancora, dato le difficoltà che avevo a respirare, ma sentii le sue labbra sulla mia fronte e mi rilassai subito. – Non farlo più hai capito, non rischiare mai più la vita per me, non sopporterei l’idea di perderti -.
Non potei replicare, perché arrivarono tutti quanti.
Koga fu il primo ad arrivare, e prima che potesse dire qualsiasi cosa gli restituii i suoi frammenti, li avrei ripresi in un momento più opportuno.
- Samantha-chan ma cosa fai? – esclamò Miroku.
- Il bonzo ha ragione, non puoi ridarglieli – esclamò Inuyasha.
Koga lo guardò con disprezzo. – Leva subito le braccia dalla mia donna! – esclamò.
Oh no, non di nuovo pensai disperata, mentre mi alzavo e Koga mi afferrava per trascinarmi verso di lui.
Inuyasha diventò una furia e in un attimo ero di nuovo tra le sue braccia. – Vorrei dirti che lei non è la tua donna, perché lei è la MIA donna! Hai capito? -.
Il demone lupo lo guardò divertito. – Ma piantala di dire certe idiozie -.
- Sì sono la sua donna -, interruppi la discussione e il viso di Koga diventò bianco latte in meno di due secondi.
- C-cosa? – domandò. – Ma cosa? Come? Perché? -.
Lo guardai, cercando di sorridere. – Non c’è un perché, non si possono spiegare certe cose –.
Mi guardò dispiaciuto. – Oh…peccato -.
Mi avvicinai e lo abbracciai, suscitando un ringhio da parte del mio mezzodemone. – Però ti ringrazio per avermi salvata, davvero Koga, grazie di tutto quello che hai fatto oggi per me. Senza di te la vita di tutti noi sarebbe potuta finire -.
Il demone lupo mi tenne stretta tra le sue braccia per un bel pezzo, fino a quando Inuyasha non lo costrinse a lasciarmi andare.
- Giù le zampe lupastro – ringhiò. – Sei stato ringraziato e ora puoi andare, fino a quando non ci serviranno i tuoi frammenti -.
Koga sorrise spavaldo. – Sarà un vero piacere prenderti a calci quel giorno – rispose. – E comunque se mai ti stancherai di questo cagnaccio, sarò ben felice di essere il tuo uomo. A presto Samantha! -, e come era arrivato svanì senza lasciare traccia.
- Quel dannato, se lo prendo io… -
Lo fermai. – Per favore, invece che discutere possiamo andare a riposarci? Sono davvero stanca -.
Ci accampammo poco lontano e Inuyasha mi tenne per tutto il tempo vicino a sé.
Quando gli altri si furono addormentati presi la decisione di finire il discorso di oggi.
- Inuyasha, devo dirti una cosa – gli dissi.
Lui mi guardò perplesso. – E’ successo qualcosa? -.
Mi misi di fronte a lui per guardarlo negli occhi. – Oggi hai detto che non avrei dovuto rischiare la vita per salvarti, ma non avrei mai potuto non farlo. Sarebbe come se chiedessi la stessa cosa a te…io non voglio perderti, voglio rimanere al tuo fianco per sempre -.
Mentre parlavo gli tenevo le mani nelle mie e lui mi guardava serio.
Lasciò le mie mani per accogliermi tra le sue braccia. – Grazie, sei stata fantastica Sam – sussurrò. – Ma non posso pensare al fatto che stavi per rischiare la vita per me, perché l’idea di perderti mi uccide. È per questo che volevo correre a prendere quel cristallo, così da poter eliminare la Sfera e renderti libera, così che tu potessi essere mia per sempre -.
Quando parlava in quel modo aveva il potere di commuovermi e lo baciai fino a quando non ebbi più fiato.
- Non mi perderai mai – sussurrai. – E sei stato dolcissimo a dire a Koga che ero la tua donna -.
Lo sguardo del mio mezzodemone diventò serio e preoccupato allo stesso tempo. – Vorrei che tutti sapessero che sei mia, vorrei che si capisse subito – mi disse.
- Beh io farò sapere a tutti che sono solo tua e non voglio essere di nessun altro – risposi, sfregando il mio naso contro il suo.
Abbassò lo sguardo diventando rosso. – Ci sarebbe un modo per far capire che sei mia a tutti i demoni -.
- Quale? – chiesi, guardandolo perplessa e preoccupata. Avevo paura di scoprire quale potesse essere il metodo.
- Ti fidi di me? – domandò.
- Certo – risposi convinta.
Mi fece girare così da dargli la schiena e mi scosto i capelli dal collo. – Non ti farà male –mi sussurrò.
Mi baciò la parte posteriore del collo e poi diede un piccolo morso, facendomi sussultare.
Mi voltai stupita. – Ma che diavolo stai facendo? – esclamai.
- Ti ho fatto male? – chiese preoccupato. – E’ che questo è un segno per far capire che sei mia, il mio odore si mischierà al tuo e tutti sapranno -.
Lo guardai stranita. – Davvero? – chiesi.
Annuì convinto. – Sì…non volevi? Ho sbagliato? Mi dispiace se… -
Non gli diedi il tempo di repilicare perché gli tappai la bocca con un bacio. – Non potrei essere più contenta di essere definita la tua donna -.
Il mattino dopo ripartimmo per la fornace di Totosai e mi legai i capelli, felice di poter mostrare il simbolo dell’amore di Inuyasha.
Lui se ne accorse e sorrise fiero. Oltre al sole, c’era il suo sorriso ad illuminare quel giorno.





Rieccomi!
Ci ho messo un po’ più del solito ad aggionare ma in questi giorni sono stata parecchio impegnata!
Spero vi sia piaciuto ^^

 

   
 
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