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Autore: _NewGirl_    07/11/2008    0 recensioni
"La notte prima degli esami è strana. Ti chiedi cosa accadrà il giorno dopo ed avverti come un presagio di fallimento...questa è la nostra notte prima degli esami." Salve a tutti! Ecco a voi la mia prima fanFiction! Buona lettura^^
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1: Notte Prima degli Scritti

 

“La notte prima degli esami è strana, ti chiedi cosa succederà il giorno dopo e avverti come un presagio di fallimento. Qualsiasi cosa cerchi di ripassare non ti entra in testa perché sei talmente in ansia che neanche riesci a respirare…questa è la nostra notte prima degli esami, una notte nella quale tutti e 24 proviamo le stesse emozioni…VG vi voglio benissimo, sono stati cinque anni stupendi, non vi dimenticherò mai, grazie a tutti di tutto…manda questo messaggio a tutta la VG.”

 

Sharpay distolse stancamente gli occhi dallo schermo del Nokia tra le proprie dita affusolate. Abbozzò un sorriso, poi selezionò l’opzione inoltra ed inviò il messaggio appena ricevuto all’elenco dei suoi compagni di classe. -So chi l’ha mandato- sussurrò nel profondo buio della cameretta dove dormiva.

 

O meglio, dove provava a dormire. La ragione per cui non le riusciva, aveva un nome preciso: esami. Infatti Sharpay avrebbe dovuto svolgere il tema della maturità il giorno dopo e in seguito alle altre prove, gli orali una settimana più tardi.

 

Provate solo ad immaginare come si potesse sentire. Magari tutti voi ci siete passati con l’esame della terza media ma vi posso assicurare che la maturità ha tutt’altro valore. Avete presente il leggero malessere dei 13 anni? A 18 si può aver bisogno di un antidolorifico.

 

La ragazza si alzò dal proprio letto in preda ad un attacco d’arsura, raggiunse la cucina e bevve avidamente, sempre immersa nelle tenebre. Fece ritorno in camera con la faccia funerea di chi ha appena visto un fantasma per recuperare il cellulare sul comodino. Notò con piacere e sorpresa che le erano arrivati tre messaggi identici. Da parte delle tre persone dalle quali era certa di riceverlo. Ammiccò compiaciuta prima di coricarsi nuovamente nel tentativo di riposare almeno un poco prima delle quattro cruciali ore del giorno successivo.

 

Chiuse gli occhi e iniziò ad immaginare ogni sorta di disgrazia. Erano più o meno le tre del mattino quando trovò la quiete necessaria per abbandonarsi al sonno.

 

La nottata fu afosa, ma anche se ci fossero stati 5° sottozero, la nostra ragazza si sarebbe sentita avvampare. Nel sonno. La finestra era aperta e tenui raggi lunari filtravano all’interno insieme a quel poco di brezza, illuminandole il viso. La chioma bionda era legata in una poco ordinata coda di cavallo e la frangetta accarezzava le gote rosate e le labbra ciliegia. Attraverso le palpebre sottili, le iridi caramello erano al riparo dalla luce per quelle poche ore. Era un angelo.

 

Una persona si addormentò pensando all’angelo, quella notte. Io definirei angelo anche lui, ma per essere originali mi limiterò a presentarlo. Anche lui, come Sharpay aveva ricevuto quattro messaggi uguali di cui uno da numero privato e tre, dai suoi migliori amici.

 

Gli azzurrissimi occhi di Troy Bolton erano sotto il pallore della luce quando un sonno improvviso lo sovrastò. Serrò inconsciamente le palpebre mentre il cervello non smise mai di essere in attività. Pensava a lei. E sai che novità…direte voi, ma questa volta Troy aveva preso una decisione. Non poteva restare come un fesso ad andare appresso a qualcuno che non lo considerava neanche, da quel punto di vista. Si era stufato. E forse proprio il fatto di aver ritrovato la serenità dell’animo gli dette la possibilità di abbandonarsi al riposo. il bagliore del cellulare perse pian piano intensità sul suo petto che si gonfiava e sgonfiava. Un respiro dopo l’altro. Ogni boccata d’aria lo avvicinava. Li avvicinava. Ma a cosa poi? Alla maturità? E quale?

 

***

 

La sveglia della mattina successiva fu tragica, decisamente confusionaria per 24 ragazzi di Oxford. Durante la notte infatti c’era stato un black-out dell’energia elettrica che aveva mandato in tilt tutte le sveglie. I ragazzi, appresa la notizia si premurarono di svegliare i compagni in modo che nessuno di loro fosse rimasto a dormire e costretto a ripetere l’anno.

 

Quindici minuti prima del fatidico inizio della fine il piazzale del liceo classico “William Shakespeare” era affollato di diciottenni pronti o non del tutto a cominciare la maturità. C’erano proprio tutti…oppure no?

 

-Porca miseria, abbiamo scordato Troy!- ad un tratto questo grido si levò dalla massa e poco dopo due ragazze presero a correre in direzione di Fighter’s Street 14. arrivarono cinque minuti più tardi e suonarono frettolosamente il campanello. Aprì loro una donna in vestaglia visibilmente assonnata. -Ragazze, ma che ore…Oddio!- imprecò lanciando uno sguardo all’orologio. -Andate voi a svegliare Troy?- domandò poi. -Ci penso io Sharpay, tu va ad avvertire che stiamo arrivando.-

 

Fu una ragazza mora dalla carnagione color dell’ambra a parlare. Ricevuto il consenso dell’amica, si precipitò su per le scale in marmo nero e quasi sfondò una porta di legno bianco. -Troy! Svegliati che tra otto minuti inizia la maturità!- Scosse ripetutamente l’amico tra le lenzuola. Stranamente però non ottenne risposta. Provò con un paio di buffetti sulla guance, ma fu tutto inutile.

 

Gabriella accostò lentamente l’orecchio ai pettorali nudi ed apprese con orrore che il cuore non batteva. -Signora Bolton!- urlò mentre gli occhi le si annacquavano irrefrenabilmente.

 

°*_.-._*°

 

Capitolo 2: Lui Non L’amava

 

Nel frattempo Sharpay correva verso la scuola, affannata. Non aveva idea dell’accaduto in casa Bolton. Giunse sul portone appena trillò la campanella informando tutti che di lì a poco sarebbero arrivati anche Troy e Gabriella.

 

Il migliore amico di Troy, ovvero il riccioluto Chad Danforth, allungò improvvisamente il collo scrutando l’orizzonte e mormorò -Ma quella non è Gabriella?- Tutti si voltarono nella direzione indicata e Sharpay le corse incontro, interdetta nel non vedere il suo amico.

 

Le bastò trovarsi a tre metri da lei per capire che c’era qualcosa che non andava. -Oi! Che è successo Gabry?- L’amica aveva il volto pallido e lo sguardo vuoto. Rispose senza sentimento -L’hanno portato all’ospedale. Ha avuto un infarto durante la notte.-

 

Sharpay si portò le mani alla bocca sgranando gli occhi. Poi accorse Chad il quale appena apprese la notizia, fece per correre verso la clinica della loro città ma fu trattenuto da Gabriella che gli mormorò in tono  quasi scocciato dalla sua impulsività -Ma dove credi di andare? Non gli saremmo d’aiuto lì e comunque lo andremo a trovare dopo gli esami-. Il moro dagli occhi scuri la squadrò stupito ma decise che era meglio far correre le parole ed avviarsi in classe dove avrebbero dato la notizia ai docenti.

 

I tre salirono lentamente le scale e si sedettero ai banchi abituali. Chad era da solo. Taylor, la sua ragazza lo notò triste e si accomodò al suo fianco facendosi spiegare tutto. Poi scambiò un’occhiata con le migliori amiche Sharpay e Gabriella che però non si potevano alzare dal momento che il commissario esterno aveva appena fatto il suo ingresso in aula.

 

Il tempo per pensieri extra-scolastici era finito. Dovevano concentrarsi tutti sull’esame che avrebbe deciso la loro vita. Nessuno di loro lo fece.

 

Taylor fu la prima a consegnare. La ragazza dalla carnagione scura ed i lunghi capelli mossi aspettò i compagni appoggiata al freddo muro esterno imbrattato di graffiti. Dopo di lei uscì Ryan, il quale si era interrogato a lungo sul motivo degli sguardi passati in classe. Taylor gli raccontò la situazione. Ryan era il gemello di Sharpay nonché uno dei migliori amici di Troy. Preoccupatissimo.

 

A poco a poco tutti gli studenti lasciarono la classe e si diressero verso l’uscita. Tutti tranne Gabriella Montez. Una ragazza che con Troy Bolton, il capitano della squadra di basket non aveva poi molto a che fare. L’aveva conosciuto per un caso del destino secondo il quale la migliore amica del playmaker diventasse anche la sua migliore amica.

 

Ma Gabriella adorava il Destino e si fidava ciecamente di lui. Dalla prima volta in cui posò gli occhi su Troy, capì che non era stato un caso. O forse lo era. La coincidenza più bella che le fosse mai capitata.

 

Quando anche lei ebbe terminato la prova, sceso le gradinale e raggiunto gli amici, tutti insieme si avviarono all’ospedale. Appena arrivati, gli infermieri comunicarono loro che una sola persona sarebbe potuta entrare, per non caricare il paziente. Il gruppetto convenne che Sharpay, da sempre migliore amica del playmaker e per il quale lui aveva un debole da sempre, dovesse andare. La giovane però non se la sentiva di vedere Troy attaccato a mille tubicini ed in più aveva il terrore del sangue. A quel punto delegò Gabriella alla visita dato che l’aveva soccorso lei.

 

La moretta prese in grosso respiro e fece il proprio ingresso nella camera. Chi trovò all’interno le regalò un sorriso debole che le parve magnifico. Restituì il saluto sedendosi su una seggiolina di vimini accanto al letto.

 

Troy aveva gli occhi violacei, il viso pallido, i capelli scomposti e le braccia forate da innumerevoli aghi e cannule destinate a chissà cosa. Attraverso il camice bianco passavano un filo giallo e uno blu che correvano fino ad arrivare ad un ingombrante cassa metallica a sua volta attaccata ad un monitor con sopra numeri, istogrammi e linee saettanti bal basso verso l’alto in un movimento costante.

 

Per Gabriella fu terribile vederlo in quello stato, ma tentò di mantenere un’espressione serena ed esordì -Abbiamo avvertito la Borgh di quanto è successo e non ti preoccupare, ti faranno dare l’esame a settembre, quando ti rimetterai.- Sorrise -Grazie bella. A voi come è andata?- domandò il malato con un fil di voce sommessa -Tutto bene, ho scelto la traccia riguardo il sovraffollamento delle metropoli in tutto il mondo, invece Sharpay ha scritto una pagina di diario…- annuì -E ci credo, tu sei una secchiona!- Scherzo il palymaker, guadagnandosi un buffetto (che somigliava più ad una carezza) sulla guancia. I due risero.

 

-Hai detto tutto a Chad?- Chiese dopo un po’ Troy -Lo sanno tutti. Sono qui fuori. Avrebbero voluto accompagnarmi ma l’infermiera ha detto di no, non vuole che ti “carichiamo troppo”…che tipa!- Gabriella face una smorfia buffa. -C’è anche Sharpay?- La mora si aspettava quella domanda -Certo. Volevamo che entrasse lei ma ha rinunciato perché ha paura del sangue. Comunque ti manda un grande abbraccio.- Riferì la ragazza. -Un bacio sarebbe stato meglio!- Commentò allora il biondo. -Io non capisco ancora come hai fatto ad innamorarti della tua migliora amica. Credo che se succedesse a me, scapperei in Tibet!- mugugnò Gabry.

 

Quello che Troy non sapeva era che in effetti la ragazza ci stava passando. Ma lui aveva deciso. Non gli importava più di Sharpay, da quel momento in poi l’avrebbe considerata solo un’amica anche perché il suo amore non era ricambiato.

 

-Se vuoi la chiamo dentro- continuò lei -No, aspetta! Ti devo dire una cosa!- La bloccò. -Dimmi tutto, invalido.- E Gabriella ascoltò il racconto di come l’amico avesse abbandonato ogni speranza con Sharpay e del fatto che già da un po’ di tempo pensava a lei, ma senza provare tutto quel frenetico vortice di emozioni tipico degli innamorati.

 

Ogni parola pronunciata in quel senso gonfiava di felicità il cuore di Gabriella. Anche se ancora c’era un problema…lui non l’amava.

 

 

 

 

"*"*"*"*"

Salve a tutti! Lo so lo so, il mio ritardo non è neanche qualificabile...^^ Mi limito perciò a dirvi che mi sono resa conto di aver eliminato tutti i dialoghi...quindi ho imbucato anche il primo capitolo qui ^^.

Vado di fretta ragazzi...perciò, un bacio enorme a tutti ^^

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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