Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: ___Darkrose___    15/12/2014    3 recensioni
Cosa sarebbe successo se Inuyasha e i suoi compagni un giorno si fossero ritrovati nel presente? Cosa sarebbe successo se al posto di Kagome avessero incontrato un'altra ragazza?
Ci saranno nuove sconvolgenti sorprese, una nuova avventura piena di colpi di scena e di nuovi personaggi che si uniranno al gruppo dei nostri amati eroi!
La mia prima FF, sono emozionata! *.*
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Miroku, Nuovo personaggio, Sango, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Solo uno spirito'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

~~Non appena arrivammo alla fucina del fabbro il vecchio sembrò sorpreso di vederci.
Inuyasha era già nervoso, voleva spaccargli la faccia da quando avevo rischiato la vita per salvarlo. Lo reputava colpevole di averci quasi fatti morire tutti quanti, ma io volevo pensare per il meglio e sperare che in realtà il suo errore non fosse stato in cattiva fede.
- Ancora non capisco perché hai lasciato i frammenti a Koga – disse Sango, mentre stavamo per raggiungere l’interno della grotta.
- Gli avevo promesso che glieli avrei restituiti e non volevo mancare alla parola data – risposi.
Miroku rise. – E’ stato impagabile vedere l’espressione di Inuyasha mentre Koga ti abbracciava, avrei voluto avere uno di quei cosi che bloccano i momenti, come si chiamavano Samantha-chan? -.
- Macchina fotografica – risposi divertita.
Inuyasha lo fulminò con lo sguardo. – Piantala bonzo -.
Entrammo nella fucina e trovammo Shippo steso a terra esausto. – Ragazzi, che faticaccia –
Sango tirò fuori qualche pietra recuperata dalla grotta e io mi allontanai, protetta dal caldo abbraccio di Inuyasha. Il ricordo di come ero stata in quella grotta era ancora vivido nella mia mente e non avevo intenzione di ripetere l’esperienza.
- Mi stupisco di vedervi tornare tutti interi, i demoni ragno non perdonano – commentò Totosai.
Sbiancammo tutti quanti e quella frase fece esplodere tutta l’ira che Inuyasha aveva trattenuto fino a quel momento.
- Dannato idiota tu sapevi che c’erano quei mostri  e non ci hai avvertito? – sbraitò innervosito, mentre lo prendeva a pugni.
Questa volta non lo fermai, perché se avessi potuto lo avrei preso a schiaffi anche io. Quel pazzo aveva rischiato di farci uccidere tutti quanti.
Anche Miroku si unì, doveva essere stato in pena per la sorte di Sango e questo sembrò lusingare la sterminatrice di demoni, che sorrise impercettibilmente.
Decidemmo di attendere fuori che finissero di litigare, così Shippo, Sango ed io ci godevamo i tiepidi raggi del sole.
Shippo si mise a giocare con Kirara, mentre Sango ed io chiacchieravamo del più e del meno.
Alla fine decisi di farle la fatidica domanda. – Ma come mai non dici a Miroku quello che provi? – chiesi.
La donna diventò paonazza e abbassò lo sguardo. – Perché io non provo nulla -.
- Come mi hai detto tu una volta, sono una donna, le capisco queste cose – dissi ridendo.
Il piccolo demone volpe si fermò e si voltò verso di noi. – Eppure l’ho capito anche io che sono un bambino, sia di Miroku e Sango che di Inuyasha e te -.
Diventammo entrambe viola per l’imbarazzo, non ci rendevamo conto che i nostri sentimenti erano così palesi e che gli unici che non se ne accorgevano erano Inuyasha e Miroku. O meglio, soltanto Miroku dato che finalmente io avevo guadagnato l’agognato titolo di sua donna.
Sango continuava a torturarsi le mani e a guardare l’erba. – Io, io non credo che io e Miroku potremmo mai stare insieme, lui è un donnaiolo e non starà mai con una donna soltanto -.
La guardai ironicamente. – Per favore, questa è una scusa! In fondo lo sai che il tuo sì è l’unico sì che vuole sentire dire, dopo quello non avrebbe occhi se non per te -.
Le miei parole sembrarono sortire l’effetto desiderato, perché Sango alzò gli occhi verso di me con sguardo sognante. – Lo pensi davvero? -.
Sorrisi. – Ne sono certa -.
- Futili discorsi da umane -.
Una voce glaciale interruppe il nostro discorso e quando alzai il viso mi sembrò di avere davanti a me una sorta di Inuyasha più grande e perfido.
Gli occhi erano glaciali quanto la voce, i capelli lisci e morbidi, mentre il viso non faceva trasparire nessuna emozione.
Sango si apprestò a prendere il suo hiraikotsu e questo mi fece capire che quel demone non doveva essere un demone amichevole.
Inuyasha, come attirato dalla mia paura, uscì dalla caverna e si parò davanti a me, sussurrandomi di coprirmi il collo.
Quel suo gesto mi mise in allarme. Desiderava così tanto che si sapesse che ero la sua donna e poi mi nascondeva a quel demone?
- Fratellino, è inutile che le fai nascondere il segno, si sente benissimo che lei è la tua donna – mormorò il demone.
Quando capii che quello era il fratello di Inuysha rimasi esterrefatta. Per quanto si somigliassero sentivo che in lui c’era qualcosa di malvagio a differenza di suo fratello.
- Sesshomaru, maledetto cosa ci fai qui? – domandò.
Il demone piantò il suo sguardo nel mio, suscitando in me molta paura. – Voglio lei -.
Calò il silenzio, Inuyasha mi strinse tanto da farmi male e mi nascose dietro di lui. – Scordatelo bastardo -, la sua voce era un ringhio, non lo avevo mai visto così.
Sesshomaru sembrò non sentire quello che aveva detto e si avventò su di me, cercando di strapparmi alla presa del mezzodemone.
Mi ritrovai con la sua spada appoggiata alla gola e il respiro corto, il demone era riuscito a prendermi ed era stato tutto così veloce che non mi ero neanche resa conto che avesse scaraventato Inuyasha a terra.
Sango e Miroku stavano venendo verso di me per aiutarmi, ma Sesshomaru li minacciò. – Se qualcuno osa avvicinarsi di un altro passo le taglio la gola e lascerò il suo sangue scorrere a terra, sai che ne sarei capace -, il suo sguardo era puntato su Inuyasha che non riusciva ad alzarsi da terra.
- Perché vuoi che venga via con te? – chiesi, da quando era arrivato non ero ancora riuscita ad aprire bocca e non fu facile far muovere ancora le mie labbra.
Il demone non smise neanche per un secondo di puntare la lama contro la mia gola. – Non sono affari che ti riguardano, umana -.
Inuyasha si scaraventò su di lui, ma fu ferito dalla lama della sua spada, mentre io continuavo a essere trattenuta per il collo. Non appena vidi il mio mezzodemone steso a terra con un profondo tagli su un braccio sentii una tale rabbia crescere dentro di me che feci fatica a controllarla.
- In questo ti sbagli – sibilai. – Io non sono affatto umana -.
Il mio corpo cominciò a bruciare di nuovo, tanto da riuscire quasi a incenerire l’erba sotto i miei piedi e tanto da farmi lasciare andare dal demone.
Mi parai davanti ad Inuyasha, sapendo che la mia barriera sarebbe stata in grado di proteggermi senza problemi. – Toccalo ancora, e giuro che ti ammazzo –.
Purtroppo, il demone non si lasciò spaventare così facilmente, poiché il suo sguardo rimase glaciale e serio. – Ti porterò con me in ogni caso, che tu lo voglia o no -.
Non avevo intenzione di mettere a rischio la vita di Inuyasha e se avessi saputo perché doveva portarmi via, avrei valutato se accettare o meno la sua risposta.
- Dimmi perché dovrei e forse verrò di mia spontanea volontà a e ti creerò meno problemi – dissi, cercando di calmarmi prima di causare un incendio.
Sango, Miroku e Shippo erano dietro di me, che aiutavano Inuyasha a tirarsi in piedi. Sesshomaru era un avversario che non perdonava e doveva essere parecchio pericoloso, ma ora che cominciavo a capire come usare i miei poteri ero molto più sicura di me stessa e non mi lasciai spaventare.
- Tu non sei un demone e non sei una sacerdotessa, come fai ad avere certi poteri? – domandò il demone.
Lo guardai con aria di sfida. – Mi sembra di essere stata la prima a porre la domanda -.
- Conferirò solo con te in privato – disse.
Inuyasha si alzò e sguainò Tessaiga. – Scordatelo, non ti darò la possibilità di farle del male, se vuoi la sua vita per un odio nei miei confronti, ti consiglio di rinunciare, perché la proteggerò fino a quando avrò fiato in corpo -.
Il fratello rise di gusto. – Povero sciocco, non ruota tutto attorno a te, la vendetta non c’entra nulla e ormai verso di te provo solo indifferenza -.
Questa risposta sembrò irritare ancora di più il mezzodemone, che si lanciò all’attacco.
Cominciò lo scontro tra i due, le spade cozzavano e mi sembrò di assistere ad una danza mortale.
- Samantha-chan state bene? – chiese Miroku, avvicinandosi a me. – Dovete allontanarvi mentre Inuyasha lo tiene occupato -.
Ovviamente, da brava testa dura quale ero, mi rifiutai. – Assolutamente no! – esclamai. – Perché Sesshomaru e Inuyasha sono in questi rapporti? -.
- Perché Inuyasha è un mezzodemone, mentre Sesshomaru è un demone completo, vede suo fratello come un insulto al sangue puro della famiglia e il fatto che loro padre abbia donato Tessaiga ad Inuyasha invece che a lui non ha certo migliorato i loro rapporti – rispose Shippo.
Guardai lo scontro. – Ma perché dovrebbe volere me? Io non c’entro nelle loro discussioni tra fratelli -.
Sango era perplessa quanto me. – Avete notato che non è seguito da quella ragazzina che è sempre con lui? – disse. – Chissà dove è finita -.
Miroku sembrò illuminarsi. – Forse gli serve la divina Samantha proprio per recuperarla, forse si trova in pericolo -.
Sentii una stretta al cuore, mi ero rifiutata di dargli aiuto e forse la sua preoccupazione era pari a quella che avevo provato io quando temevo per la sorte del mio Inuyasha.
Mi sembrava di avere capito che genere di persona fosse Sesshomaru; doveva essere un tipo che non amava mostrare i propri sentimenti e che probabilmente non ne era neanche capace. Forse avrei dovuto aiutarlo, sapevo come ci si sentiva quando si rischiava di perdere qualcuno a cui si teneva sul serio.
Mi allontanai dai miei amici e lo chiamai. – Sesshomaru! -.
Entrambi i due si voltarono verso di me, smettendo di combattere.
- Dimmi il motivo per cui vuoi portarmi con te! -, suonava più come un ordine che come una gentile domanda e questo sembrò irritarlo.
- Non darmi ordini, ragazzina –, il suo volto adesso era una maschera di rabbia e mi sentii morire. I suoi occhi facevano davvero paura.
Abbassai il capo, per una volta dovevo cercare di essere meno testarda e adeguarmi alla situazione. – Per favore, smettete di combattere e spiegami perché hai bisogno di me -.
Questa mia semplice forma di rispetto sembrò calmarlo e renderlo più amichevole, se la sua ritrovata calma poteva definirsi così.
Inuyasha, al contrario, era furibondo e non sembrava intenzionato a smettere di combattere. – Non ci sarà bisogno di parole da parte sua, perché sarà morto in meno di due secondi! -, si preparò ad alzare la spada per colpirlo e riprendere lo scontro.
- A cuccia Inuyasha! -.
Il mezzodemone cadde a terra, non fu un gesto simpatico da parte mia, ma forse avevo trovato il modo di parlare con Sesshomaru e non potevo farmi scappare l’occasione.
- Vedi? La tua donna sa chi è meritevole di rispetto e chi no – lo canzonò il fratello.
Fortunatamente Inuyasha era bloccato a terra e non potè reagire alle sue provocazioni. Lo guardai con uno sguardo dispiaciuto, che implorava perdono per averlo messo in ridicolo, ma sapevo che non sarebbe bastato quello a farmi perdonare.
Il demone mi guardò fisso negli occhi e cominciò a parlare. – Sono venuto qui per scambiarti con la vita di Rin, una ragazza che viaggia con me -, mi resi conto che Sango e Miroku avevano ragione, Sesshomaru era in pena per la vita di qualcuno. – E’ stata rapita da una donna incappucciata che sta con Naraku. Non sono riuscito ad inseguirla e l’unica maniera che ho di riprenderla e portarle te entro domani all’alba, non è stato difficile trovarti, è bastato seguire l’odore di mio fratello -.
Naraku, di nuovo quel maledetto. Aveva usato la vita di una povera bambina per perseguire i suoi scopi.
Per un secondo mi sembrò di vedere una scintilla di tristezza negli occhi dell’imperturbabile demone e questo mi fece prendere una decisione.
- Verrò con te – dissi.
Inuyasha, Sango, Miroku e Shippo sbiancarono a quella mia risposta, mentre Sesshomaru si lasciò sfuggire un sorriso compiaciuto.
- Sei completamente impazzita? – gridò Inuyasha. – Non ti lascerò andare da sola con lui! – gridò.
Mi avvicinai e lo abbracciai. – Tranquillo amore, ho un piano -.
Il piano consisteva nel farci seguire da Inuyasha, Sango e Miroku. Totosai ci avrebbe messo qualche giorno per finire di preparare il pugnale che ci serviva e questo ci dava il tempo di aiutare Sesshomaru.
Inuyasha non era molto felice all’idea di dover aiutare il suo odiato fratello, ma mi avrebbe seguita dovunque, quindi alla fine acconsetì alla mia richiesta.
Partimmo subito, lasciando Shippo di nuovo con il fabbro demoniaco. Gli promisi che era l’ultima volta che lo lasciavamo indietro e che da ora in poi non lo avrei fatto mai più.
Dovevamo fare in fretta, poiché la vita di Rin era in pericolo e non riuscivo a non sentirmi in colpa per questo. Se io non fossi stata in quella dimensione, non sarebbe successo nulla.
Allo stesso tempo mi resi conto che se Naraku mi voleva, doveva aver scoperto chi ero.
Il pensiero aveva messo in allarme tutti e quindi partire era l’unica soluzione per risolvere il problema alla svelta.
Sesshomaru mi fece salire in groppa ad Ah Un, un enorme drago a due teste, in modo che non fossi d’intralcio e fossi abbastanza veloce da stare dietro a loro. Sembrava l’unico a non sapere che fossi parte della Sfera dei Quattro Spiriti e poco gli importava perché Naraku mi volesse, per lui l’importante era recuperare Rin.
Non appena partimmo sembrò che Inuyasha e Sesshomaru facessero a gara a chi era più veloce, tanto da lasciare indietro Sango, Miroku, Kirara e me.
I due demoni facevano il possibile per stare dietro ai fratelli in competizione, ma non era assolutamente facile. Alla fine rinunciammo, avremmo seguito la scia del loro odore.
Sango e Miroku sembravano stare molto vicini mentre erano in groppa a Kirara e parlavano animatamente. Forse il discorso che avevo fatto a Sango aveva ottenuto qualche effetto e mi apprestavo a capire di cosa stessero parlando.
Ah Un sembrò capire le mie intenzioni ed emise un ringhio di disappunto per la mia curiosità.
Lo guardai innervosita. – Ehi, ho fatto da Cupido in questa storia ho il diritto di sapere come va – commentai. -  Oh ma che ne parlo a fare con te -.
Mi bastò vedere il modo in cui Sango si appoggiò alla spalla di Miroku per capire che avevo fatto c’entro. Forse si erano finalmente confessati ciò che provavano.
In fondo, nonostante l’oscurità che sembrava prospettarci il futuro, riuscivamo sempre a crearci il nostro piccolo angolo di luce, che fosse con una persona speciale o gli amici.
Io avevo trovato il mio piccolo angolo di Paradiso e non lo avrei lasciato per nulla al mondo.
Era per questo che volevo aiutare Sesshomaru, capivo i suoi sentimenti e se mi avesse detto tutto subito, avremmo anche evitato uno scontro.
Arrivammo a poche ore dal luogo dell’incontro e decidemmo di fermarci, in modo che non si accorgessero della presenza di Inuyasha e degli altri.
Ci scaldammo vicino al fuoco, ma Sesshomaru non si mise seduto con noi, ma si allontanò non appena ci fummo sistemati.
Inuyasha ancora non mi parlava, stava in disparte e teneva il broncio per come lo avevo fatto vergognare vicino al fratello.
Sango e Miroku si lanciavano sguardi complici e con la scusa di fare la guardia si allontanarono per stare un po’ da soli.
Il mezzodemone non accennava a volersi avvicinare a me, sembravano i primi tempi in cui ci eravamo conosciuti. Nessuno dei due parlava ed evitavamo di incrociare gli sguardi.
Quella situazione diventò insostenibile e decisi di parlare. – Ti prego Inuyasha non essere arrabbiato con me -, ovviamente non mi degnò di uno sguardo, ma continuai a parlare. – Capisco i sentimenti di Sesshomaru e capisco come si possa stare a pensare di poter perdere una persona a cui hai donato il tuo cuore e… -.
- Lui non ha un cuore Samantha, non lo capisci? – esclamò lui adirato. – TI avrebbe consegnata senza battere ciglio, ti sembra un comportamente umano questo?! -.
- Sì! – sbottai. – Tu non faresti lo stesso? Se io fossi in pericolo sappiamo tutti e due che faresti qualsiasi cosa per salvarmi e forse anche io…nonostante sia un demone quando si toccano le cose che ama è debole quanto me e te, solo che il tuo odio non ti permette di vederlo -.
Odiavo quando voleva fare di testa sua e non ascoltare ciò che avevo da dire, tanto che mi avvicinai a lui e lo costrinsi a guardarmi negli occhi. – Rispondimi! -.
- Sì è vero lo farei! -, sembrava che calmare la sua ira fosse impossibile. – Ma ciò non ti dava il diritto di mettermi in ridicolo proprio davanti a lui! -.
Abbassai lo sguardo. – Ti ho già detto che mi dispiace… - mormorai.
- Vado a fare anche io la guardia, i demoni di Naraku potrebbero essere in giro. Non commettere imprudenze in mia assenza ti prego – disse serio e se ne andò, lasciandomi sola e arrabbiata.
Strinsi i pugni dalla rabbia, perché non mi voleva mai dare retta quel testone?
Sesshomaru tornò indietro e si mise vicino a me. – Il mezzodemone fa i capricci? – domandò.
Lo guardai furiosa. – Piantala, è anche per come ti sei comportato che è successo tutto questo -.
Abbassò lo sguardo e capì che c’era qualcosa che non andava. – Sei pura come lei, sai Samantha? Anche tu ti sacrificheresti per gli altri, anche per uno come me, le somigli molto e mi dispiace così tanto -.
Mi fece tenerezza quel suo sguardo triste e abbassai la guardia. – Per cosa ti dispiace? -.
Dopo aver pronunciato quella frase mi colpì dietro la nuca e mentre perdevo i sensi lo sentii sussurrare. – Per questo -.

Mi ritrovai stretta tra le braccia di Sesshomaru, era ormai l’alba e ci trovavamo in una radura e lui sembrava attendere qualcuno.
Capii che ci aveva traditi, che aveva aspettato la distrazione di Inuyasha e gli altri per potermi portare via e questo spiegava perché avesse accettato così di buon grado la mia offerta.
Lo guardai esterrefatta. – Come hai potuto? Noi abbiamo cercato di aiutarti -.
Il suo sguardo aveva ormai perso la sua solita freddezza e sembrava preoccupato. – Non posso perdere Rin, lo capisci? Tu stessa hai detto che faresti la stessa cosa per Inuyasha -.
A sentir pronunciare quel nome sentii il segno che avevo sul collo pulsare, come se essere troppo lontana da lui fosse diventato doloroso, ma sapevo che era solo uno scherzo della mia mente.
Abbassai lo sguardo, era vero, sarei stata capace di fare la stessa cosa. – Chi ti dice che Naraku non ti ha mentito? E chi ti dice che Inuyasha non seguirà il mio odore fin qui? -.
Il demone sorrise. – Siamo entrati in una barriera, potrà anche cercarti per tutta la foresta, ma non si accorgerà mai dell’esistenza di questo luogo – disse. – E niente mi da la certezza che Naraku non mi abbia mentito, ma questa è la mia unica speranza -.
Il mondo mi crollò addosso, Inuyasha non sarebbe riuscito a trovarmi, mi ero fidata di suo fratello e avevo commesso un grandissimo sbaglio.
Sentii un ronzio provenire dal folto del bosco e la figura incapucciata arrivò, circondata dagli enormi insetti velenosi di Naraku.
Teneva per mano una bambina che portava un kimono dai colori sgargianti e che, non appena vide il volto del demone, sorrise felice e radiosa.
- Signor Sesshomaru! – gridò contenta.
Io la guardai, era solo una bambina ed era così indifesa. Come potevo non aiutarla? Quegli occhi scuri e pieni di vita erano gli occhi di chi è senza colpa, perché avrebbe dovuto pagare lei per la mia paura di morire?
Io non ero comunque umana e in ogni caso sarei tornata nella Sfera, non potevo permettere che morisse al posto mio.
Sesshomaru sembrò capire che non avevo cattive intenzioni e mi lasciò il braccio, spigendomi verso la figura incappucciata. – Ti ho portato ciò che volevi, ora consegnami la bambina -.
La figura portava una maschera bianca di porcellana, che le nascondeva il volto.
Nonostante capissi che il mio sacrificio era giusto, provai lo stesso ad alzare la barriera per proteggermi, forse più per istinto che per volontà.
Quella che sembrava una ragazza oltrepassò la barriera come se non ci fosse e non capii come fosse possibile, chi era veramente?
Il cappuccio le nascondeva gli occhi, ma mi sembrò di vederla sorridere.
Schioccò le dita non appena mi ebbe stretta saldamente per un braccio e fu l’Inferno.
Demoni che non avevamo visto sbucarono dal bosco e si lanciarono contro la piccola Rin, ma Sesshomaru fu veloce e le fece da scudo con il suo corpo.
Quel momento di distrazione le serviva per portarmi via, ma non mi sarei arresa ora che sapevo che Rin era quasi al sicuro.
La colpii al viso e la maschera cadde a terra.
A quel punto non sentii più le grida della bambina, non sentii più la spada di Sesshomaru che si faceva strada tra i demoni, ci fu solo il silenzio.
Quei capelli biondi e lunghi, quella faccia da bambina che ora era completamente cambiata.
Io conoscevo quella persona da quando ero nata.
Dalla mia bocca uscii solo un sussurro: - Callie -.




Aggiornamento super veloce ^^
Ho visto che 5 persone seguono la mia storia, grazie milleee *.*
A presto!

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: ___Darkrose___