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Autore: tins_    17/12/2014    0 recensioni
"Who we are and who we need to be to survive are two different things"
Come immagino la storia dopo la puntata 1x11
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, Finn Collins, Octavia Blake, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Clarke
Sono passati due mesi dall’ultimo attacco al campo e da allora molte cose sono cambiate.
Prima di tutto il luogo in cui ci troviamo: alla fine abbiamo deciso di spostarci e dopo vari giorni di esplorazione abbiamo trovato una ex base militare sotterranea. È situata vicino ad un lago ed è lontana dai grounders. Tutto intorno abbiamo disposto delle recinzioni (ovviamente in legno), abbastanza alte. Vi sono solo due entrate: il cancello e il molo.
Come siamo riusciti a fare tutto questo? Un trattato di pace.
Ci sembrava l’unica cosa da fare. Anya si è vista costretta ad accettare, le perdite erano elevate per entrambi i fronti.
Così ci ritroviamo qui, con un po’ di calma in più riusciamo anche a coltivare e la vita si è fatta meno pesante. In più è arrivata la primavera, la temperatura è mite e di giorno è piacevole prendere il sole in riva al molo.
L’unica cosa che mi rende inquieta è lo strano raffreddore che si è manifestato in alcuni dei ragazzi. Nei libri di mia madre c’era una patologia simile… allergia, mi pare di ricordare. Il problema è che non posso fare niente per loro. Bellamy ha trovato delle mascherine e ha pensato potessero alleviare i sintomi, magari funziona.
L’unica incognita rimane Finn.
Dopo la pace i grounders ce l’hanno riconsegnato illeso, ma non è più lo stesso. Esce dal campo la mattina presto e torna quando ormai solo le sentinelle sono rimaste sveglie. Non mi parla, anzi, non parla con nessuno. Continua a lanciare strani sguardi a Bellamy.
-Se sguazzi un altro po’ potresti somigliare a quella- un ragazzo alto dai capelli scuri indica col dito un punto vicino a me. Mi giro e vedo una rana.
La prendo in mano e la tiro verso di lui. –Prova a baciarla, magari si trasforma in una principessa- scherzo io.
Lui ammicca –Una basta e avanza-. Scoppiamo a ridere.
Bellamy non cambia mai.
Esco dall’acqua e mi passa i vestiti asciutti.
-Allora, cosa c’è di così importante da interrompere il mio momento di relax?- gli dico ironica.
-Finn…- prende fiato prima di riprendere –Non possiamo continuare a ignorare i suoi comportamenti, potrebbe metterci in pericolo-.
So che ha ragione, ma non vedo modo per convincerlo a parlarci. Gli dico quello che penso e lui concorda.
 
Finn
Vedo Clarke avvicinarsi al mio dormitorio, stranamente non è con Bellamy, forse potrei spiegarle tutto… ma non mi perdonerebbe mai. Meglio restare fedeli al piano A.
Continuo con nonchalance a preparare lo zaino. Lei bussa delicatamente e chiede se può entrare. Le dico di si ma non mi volto, non ancora, non riuscirei a mantenere il contatto con i suoi occhi, non riuscirei più a partire.
-Cosa fai?- mi chiede cercando di guardare oltre le mie spalle, non vuole avvicinarsi a me.
-Niente- rispondo. Mi rendo conto che il mio tono è spento, ma non posso fare altrimenti.
-Finn, vedo lo zaino… dove credi di andare?- la sento muoversi per la stanza, continuo a non voler sostenere il suo sguardo.
-Una ricognizione, magari trovo qualche erba medica- freddo come il ghiaccio.
Mi mette una mano sulla spalla e mi sposta, mi gira verso di lei. Nonostante tutto però non riesce a guardarmi negli occhi. E io sospiro. Anche se da una parte sono felice, vorrei che le cose tornassero come prima.
-Mi ami ancora, se no riusciresti a guardarmi- affermo senza pensarci.
-Finn, non hai detto a nessuno quello che ti è successo- tenta di virare il discorso altrove.
-Non ho voglia di parlarne, ti ho detto che ero al sicuro!- sbatto a terra lo zaino senza accorgermene. Clarke si allontana lentamente.
-E allora dov’eri mentre la nostra gente moriva?- si limita a sussurrare. È impaurita ma anche indignata dalle mie parole, forse dalle mie azioni.
-C’era Bellamy a proteggerti- dico sprezzante.
-Devi smetterla di ridurre le nostre discussioni a lui, non c’entra niente e oltretutto è l’unico su cui posso contare a quanto pare!- prende fiato, si calma –Fai quello che vuoi Finn, vai pure a schiarirti le idee. Quando torni parleremo seriamente e mi dirai cosa ti è successo-.
Esce, si blocca un secondo sulla porta, forse vuole darmi un ultimo sguardo infernale, di quelli che solo Clarke Griffin può fare. Invece se ne va.
L’ultima immagine che avrò di lei sarà questa, mentre mi volta le spalle.
 
Bellamy
La vedo arrivare con la fronte corrucciata e so che in questi casi è meglio svignarsela.
Come se mi avesse letto nella mente una mano mi prende e mi porta nell’oscurità. Mi sbatte contro al muro e finalmente riesco a vedere il mio salvatore.
-Raven?!- rimango basito di fronte alla ragazza. –Non mi aspettavo che fossi tu- le dico.
-Che c’è Bellamy? Non hai voglia di un’altra avventura?- ride, mi guarda come farebbe un bambino di fronte ad una barretta di cioccolato. Effettivamente ci siamo divertiti un paio di volte da quando siamo arrivati qua, ma mi sembra la cosa più sbagliata da fare in questo momento.
Cerco di ritrarmi dalla sua morsa. –Penso che dovremmo smetterla- le rispondo non troppo sicuro.
-Forse hai paura che qualcuno ci scopra? Cos’hai da perdere?- fa la maliziosa ma stavolta sono deciso a non cedere… eppure è così bella. Non il tipo di ragazza per cui farei i salti mortali, ma ha un corpo mozzafiato. La stringo, prendendola per i fianchi ma non posso fermare il pensiero che si sta facendo piede nella mia testa: come sarebbe stringere Clarke?
 
Esco di nascosto dallo studio di Raven, lei si è addormentata e non vorrei svegliarla. Mentre passeggio per la base noto che non c’è nessuno in giro. Che ore saranno? Decido di andare a dare un’occhiata all’aria aperta.
Fuori è notte e le stelle splendono in cielo, la luna è piena e illumina il campo semideserto. Rimangono in piedi le guardie per il loro turno. Decido di sedermi sul molo e con un gesto della mano saluto i miei compagni.
Il molo si trova leggermente isolato dal resto dell’accampamento e a tenerlo d’occhio ci sono due persone: Octavia e Clarke.
-Buonasera ragazze-
-Oh Bellamy sei tu… ti ho cercato per tutto il pomeriggio- afferma la bionda leggermente irritata.
-Già fratellone, dov’eri finito?- Octavia mi guarda con occhio furbo, so che lei sa, e so anche che non lo dirà a Clarke, ma perché poi mi preoccupa così tanto che lei lo venga a sapere?
-Ero a riposarmi perché stasera ti do il cambio O sei contenta?- malgrado sappia che sto mentendo accetta di buon grado la mia proposta, in questi casi so dove se ne andrà: da Lincoln. Prima che inizi ad avviarsi le do un bacio sulla fronte e lei mi promette di stare attenta. Non posso che fidarmi e sperare.
Mi siedo vicino a Clarke. –Di cosa volevi parlarmi?- le chiedo ad un certo punto.
-Oggi ho parlato con Finn, stava per andare nella foresta… quando torna dobbiamo farlo parlare- ammette lei. Il suo tono è glaciale ma so che prova ancora qualcosa per lui.
-Non puoi parlare così del tuo fidanzato- mi rendo conto del tono indisponente che ho usato. Non faccio in tempo a scusarmi che mi ritrovo nel lago. –Corretto princess- le dico scoppiando a ridere –Ma non hai pensato alla vendetta-. Agilmente le prendo le gambe e la trascino nell’oblio dell’acqua con me.
Quando torna su con il viso cerca un appoggio per riuscire a respirare e io sono la cosa più stabile e vicina a lei.
-Sei una persona orribile Bellamy Blake!- osserva Clarke.
-Attenta perché sono l’unica cosa che ti permette di stare a galla in questo momento- la avverto scherzosamente.
Apre gli occhi, i suoi meravigliosi occhi blu e sento una strana energia pervadere il mio corpo. Non è come quello che provo con Raven, è diverso, meravigliosamente diverso.
So che lei sta sentendo le stesse emozioni perché è un po’ che non proferiamo parola. Mi avvicino, sento il suo respiro che si fa sempre più veloce.
Si aggrappa a me con più forza…
 
Octavia
La mia serata doveva prospettarsi tranquilla, coccolata tra le braccia di Lincoln proprio come ora stanno facendo quei due, ma il destino ha voluto diversamente.
Mentre mi stavo dirigendo da lui infatti qualcosa di eclatante ha fermato il mio cammino e non posso fare altro che tornare indietro per chiamare i rinforzi.
Il problema è che mi dispiace interrompere i piccioncini proprio ora, nel momento in cui finalmente hanno capito quello che tutti sapevano ormai da tempo.
Troveranno un altro giorno per scambiarsi smancerie.
-BELLAMY! CLARKE! DOVETE ASSOLUTAMENTE VENIRE CON ME!-
La ragazza palesemente si colora di rosso in viso, fortuna per lei è notte e mio fratello si schiarisce la gola.
-Scusate ragazzi per aver rovinato la serata- sorrido mentre lo dico, Clarke cerca di negare. –Ma questa sorpresa vi renderà persone migliori, soprattutto a te mia cara-.
Mentre ci dirigiamo verso il luogo Clarke si avvicina a me e mi sussurra –Non è successo niente-. Rido.
  
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