Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: Herm735    19/12/2014    8 recensioni
Quando una nuova cattiva minaccia la sicurezza di Storybrooke, sarà compito di Regina ed Emma cercare di tenere la città al sicuro. Regina vuole essere buona e cerca di redimersi, ma per farlo deve aiutare Emma nella lotta contro un nemico che metterà a dura prova entrambe. Quello che non avrebbero mai potuto aspettarsi è che ogni passo di Regina verso la propria redenzione è anche un passo verso la loro sconfitta. Se neanche la redenzione può salvarle dal male, cosa possono fare? Dove il resto fallisce, solo un atto di fede potrebbe riuscire a salvarle. (SwanQueen)
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Malefica, Regina Mills, Ruby/Cappuccetto Rosso
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'The Path Less Traveled'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A






Hide the Beast Deeper Inside


Emma non capiva come le risultasse ogni volta così difficile tenere il passo con Regina, nonostante lei indossasse sempre tacchi alti e scomodi.
Aveva classe, le doveva concedere come minimo quello.
Quando finalmente furono dentro l'ospedale, trovarono Robin, Marian e Will nella sala d'aspetto, Hood scattò in piedi appena vide Regina. Lei lo ignorò, forse neanche facendoci caso, dirigendosi il più velocemente possibile verso la camera dove stava riposando Mulan.
Una volta dentro, Regina si paralizzò.
L'espressione dura che aveva in volto si fece ancora più inespressiva ed Emma capì che era arrabbiata con se stessa, per quello che era successo alla donna che aveva davanti.
“Cosa le è successo?” domandò piano, avvicinandosi al suo letto.
“Ha sbattuto la testa, ha un braccio rotto” elencò Emma “chissà che altro. Conoscendola, avrà lottato contro Malefica fino a perdere conoscenza.”
“Non stento a crederlo. Guarda il suo viso.”
Emma fissò l'occhio, più scuro di quanto avrebbe dovuto essere, il labbro sanguinante, un taglio sulla guancia sinistra, uno sul sopracciglio destro.
Regina alzò la mano nella sua direzione, passandola delicatamente sopra le ferite. La spostò poi sul suo braccio ed Emma vide che non vi era più sangue sulle sue bende, né lividi attorno al suo occhio.
Dopo qualche istante, Regina si voltò verso di lei.
“L'hai guarita.”
“Quello che ho potuto. Il braccio le farà male, ma non è più rotto. Le costole sono di nuovo a posto, ho fermato l'emorragia interna e ho fatto sparire tagli e lividi. Non ho rimedi per guarirla dai suoi ricordi, temo.”
Emma sorrise. “Grazie.”
La mora scrollò le spalle. “Di cosa? Non ho guarito te.”
“Qualcuno doveva dirtelo, ed io sono qui.”
Regina appoggiò le mani sui propri fianchi con fare irritato.
“Miss Swan, non l'ho fatto per avere una sorta di ricompensa, non mi serve che lei indori la pillola per me. Sono abituata a non essere ringraziata per le cose gentili che faccio, sebbene io convenga che sono eventi più unici che rari.”
Emma alzò le sopracciglia al suo tono serio e deciso.
“Quando hai salvato la vita a mia madre il ringraziamento è stata la mano del Re e diventare regina, o sbaglio?”
Qualcosa, un lampo scuro, passò sui suoi occhi. Ed Emma capì di aver detto la cosa più sbagliata che avrebbe mai potuto dire in quel momento.
“Quel ringraziamento, miss Swan, è risultato nella morte dell'uomo che amavo quando avevo solo diciotto anni ed in suo nonno che strisciava dentro il mio letto ogni notte senza mai preoccuparsi di ciò che io avevo da dire a riguardo, in una vita di infelicità e nell'addormentarmi ogni sera tra le lacrime mentre sua madre nella stanza affianco sentiva e non aveva il coraggio di stare dalla mia parte.”
“Regina, io-”
“Se lo risparmi. Le persone come lei, sua madre e suo nonno, miss Swan, sono il motivo per cui ho smesso di fare cose gentili in primo luogo. Perché invece di un ringraziamento non prova a fare un atto gentile a sua volta.”
Senza aggiungere altro superò Emma, spalancando la porta della camera con un gesto della mano e dissolvendosi in fumo appena fu un solo passo fuori dalla porta.
Emma si chiese perché non si era limitata a tenere la bocca chiusa in primo luogo.

Si era appena versata il secondo bicchiere di whisky quando sentì bussare alla porta. All'inizio pensò solo di ignorarlo, ma quando la persona lì fuori bussò di nuovo, capì che se non avesse risposto alla porta Henry avrebbe potuto svegliarsi.
La persona che vide ferma nel suo patio la spinse ad un alzata di occhi al cielo da record.
“Miss Swan” sospirò in modo stanco. “Sta cercando di svegliare nostro figlio mentre dorme, per caso?” buttò giù tutto d'un fiato il contenuto del bicchiere che aveva in mano.
Emma sorrise involontariamente.
“Cosa?”
“Hai detto nostro figlio. Nostro” indicò prima sé e poi Regina per un paio di volte, prima di rendersi conto di quanto sdolcinato doveva sembrare che stesse sorridendo per quella cosa.
“Per l'amor di Dio” sussurrò lei in risposta, alzando di nuovo gli occhi al cielo, battendo il record che aveva appena stabilito. “Entra, ho bisogno di versarmi altro whisky per continuare questa conversazione.”
Emma la seguì dentro lo studio.
Regina, dandole le spalle, versò due bicchieri uguali per contenuto a quello che aveva in mano quando aveva aperto la porta. Ne porse uno ad Emma, che lo accettò con un piccolo sorriso.
“Mi dispiace per quello che ho detto prima” si scusò sedendosi sul divano.
Regina sospirò. “Non avrei dovuto risponderti in quel modo. Avrei dovuto soltanto dire prego e stare zitta. D'altra parte non si può pretendere che tu sia dotata di qualche tipo di tatto, a giudicare dal comportamento dei tuoi genitori.”
Fu il turno di Emma di alzare gli occhi al cielo.
“Guarda che hanno notato tutti che hai smesso di cercare di uccidere mia madre. Puoi dirlo, sai? Di averla perdonata e di essere tornata a volerle bene. Sei stata la sua matrigna per tanto tempo.”
Regina fece una faccia disgustata.
“Non mi piacciono queste insinuazioni, io non ho mai provato niente se non disgusto per tua madre. E l'unico motivo per cui non sto cercando più di ucciderla è che è la nonna di Henry” chiarì, sorseggiando il suo whisky, sedendosi a sua volta difronte ad Emma, che scosse la testa e si lasciò sfuggire una piccola risata.
“Sei così testarda.”
“E tu sei così sfacciata.”
Emma si rigirò il bicchiere tra le mani, prendendone un sorso e continuando a guardare in basso mentre si decideva a chiedere.
“Perché pensavi che Malefica avesse preso me?”
Regina fu colta in contropiede.
“Era la cosa più logica da pensare. Ha detto che avrebbe rubato la magia ad una persona che conoscevo ed ho pensato a te.”
“Ma avevi detto poco prima che anche Ruby aveva della magia. Magia invidiata da molti, perfino.”
“La tua è invidiata dai più. Magia bianca, il prodotto del Vero Amore. La Salvatrice. Ho dato per scontato che avesse preso te.”
“L'hai pensato perché ti sentivi in colpa per non avermi fatto rimanere dove potevi vedermi, per non avermi protetta.”
“Non sei mica mia figlia” le disse, ridendo. “Potresti andare tranquillamente a giocare dove non posso vederti ed io dormirei sonni tranquilli, cara.”
“E allora perché hai pensato a me?”
“Sei l'altra madre di Henry, l'unica amica che ho. Era logico pensare che avesse preso te.”
“Il mio superpotere dice che stai mentendo.”
Regina rise amaramente, alzandosi in piedi e dandole le spalle.
“Ha detto che aveva preso la mia ragazzina” pronunciò le ultime due parole con una rabbia che prese Emma alla sprovvista. Fece attenzione ad omettere il 'bella' che Malefica aveva usato. “Che le avrebbe tolto i poteri magici e alla fine me l'avrebbe restituita. So quanto sei gelosa dei tuoi giochi, mi ha detto” Regina rise con marezza. “Non ha ancora visto niente” la sua voce si incrinò leggermente durante quella minaccia, seguita da un altro sorso di whisky.
“Perché Malefica dovrebbe pensare questo di Ruby?”
“Non lo so, onestamente. Penso che abbia osservato l'assemblea, abbia visto che Ruby ha preso le mie difese. Avrà tratto le sue conclusioni.”
“E tu pensavi che si riferisse a me?” chiese Emma, con un filo di voce.
Vide le spalle di Regina abbassarsi.
“Ero soltanto preoccupata per i tuoi poteri. Non illuderti, Swan.”
Guardò Regina mentre si versava dell'altro liquore e si voltava, per passarle la bottiglia. La bionda svuotò il proprio bicchiere in un solo sorso e poi lo riempì nuovamente quasi fino all'orlo, appoggiando la bottiglia sul tavolino basso tra lei e Regina.
“Devi ammetterlo però, la nostra è un'amicizia singolare” le disse Emma con un piccolo sorriso. Ed era vero per così tanti motivi che Regina neanche perse tempo a ripassarli tutti nella propria mente prima di ridere.
Il suono di quella risata alleggerì il cuore di Emma.
“La Cattiva e la Salvatrice.”
Emma svuotò di nuovo il proprio bicchiere e dopo averlo appoggiato accanto alla bottiglia si alzò in piedi, fronteggiando Regina.
“È difficile considerarti la mia cattiva.”
“È difficile considerarti la mia salvatrice.”
Continuarono a guardarsi negli occhi per diversi momenti, c'era a malapena mezzo metro a separarle ed Emma aveva bevuto troppo whisky e Regina era ferita troppo in profondità.
Emma avrebbe semplicemente voluto dirle che anche se non era la sua salvatrice, avrebbe voluto più di ogni altra cosa al mondo esserlo. Avrebbe voluto che Regina abbassasse le sue dannate difese solo il tempo necessario a capire che Emma non avrebbe mai lasciato perdere, non con lei, che quello che voleva era solo che lei fosse felice. Che lei fosse salva.
Ma non poteva dirlo.
Non poteva, dopo tutta la fatica, tutti i suoi sforzi per diventare così amica con la madre di suo figlio, farla fuggire via perché sentiva qualcosa dentro sé che non avrebbe mai e poi mai dovuto sentire. Quindi fece quello che aveva fatto dal giorno in cui avevano sconfitto la Regina delle Nevi, mesi prima, e seppellì nelle profondità di se stessa quel sentimento a cui solo da allora era riuscita a dare un nome, ma che da moltissimo tempo prima aveva iniziato a fiorire dentro lei.
Regina, invece, avrebbe solo voluto dirle di andare via. Di prendere Henry e di fuggire lontano, il più lontano possibile dalla morte che la seguiva ovunque andasse, dall'infelicità che era sempre sulla scia dei suoi passi.
Avrebbe voluto dirle di andare via ed essere felice e smetterla di preoccuparsi per lei, per una stupida amicizia ammaccata e piena di bende. Di smetterla di preoccuparsi di ferirla e di pensare soltanto ad andare avanti. Le persone, Regina lo sapeva, stavano sempre meglio dopo averla superata ed essere andati per la loro strada.
Ma nessuna delle due disse niente di ciò che pensavano. Era troppo difficile.
Regina fu la prima a distogliere lo sguardo e a voltarsi, posando il proprio bicchiere.
“Per prima cosa domani mattina, porto Henry a casa tua. Rimarrà con te, dove potrai proteggerlo, dove la sua vita non sarà messa a rischio dalla mia presenza. Voglio che sia al sicuro.”
“Non c'è posto al mondo in cui Henry si senta più al sicuro che al tuo fianco.”
Regina rise amaramente.
“Non so se lo hai notato, ma il mio fianco è il luogo dove una persona innocente oggi è stata rapita. Se succedesse ad Henry non me lo perdonerei mai.”
“Tu non eri insieme a Ruby. Ma se sei insieme ad Henry, niente di male gli può succedere. So che lo proteggerai a qualsiasi costo, e lo sa anche lui.”
Regina scosse la testa. “Poi sono io quella testarda.”
“Beh, faccio del mio meglio per tenere il tuo passo” scherzò Emma.
“Se qualcosa dovesse succedermi, Emma” si voltò verso di lei, facendo un passo nella sua direzione e guardandola nuovamente negli occhi “devi prenderti cura di lui.”
“Non ti succederà niente. Non lo permetterò.”
“Ma se dovesse succede, devi fare in modo che lui sia al sicuro.”
“Regina, per favore.”
“Promettimelo.”
“Non ti succederà niente di male.”
“Emma, promettimelo e basta, devo saperlo.”
“Non posso promettertelo! Non posso e basta perché se ti succede qualcosa Henry non starà mai più bene, non si sentirà mai più al sicuro. Nessuno può riprendersi dal perdere una madre, e lui ti vuole così tanto bene, Regina. Se ti succedesse qualcosa, lo distruggerebbe. Quindi non fare cavolate e sopravvivi. Se non vuoi farlo per te o per me, fallo per Henry.”
Dicendo il nome di loro figlio Emma le prese la mano con la sua.
La mora annuì, sospirando.
“Ti accompagno alla porta” le disse piano. “È tardi e domani dobbiamo iniziare a cercare Ruby immediatamente.”
Emma annuì, capendo che quello era il suo modo di troncare la conversazione.
D'altra parte quando, come in ogni loro discussione, arrivavano ad un'impasse, non c'era molto altro da fare se non arrendersi al fatto che nessuna delle due avrebbe mai dato ragione all'altra.

Cercarono Ruby per tutta la giornata successiva. Niente sembrava funzionare. Malefica aveva una predisposizione per eludere gli incantesimi di localizzazione e avevano cercato in tutti i posti noti di Storybrooke, ma non avevano trovato niente.
“C'è un libro che mi ha dato Belle” iniziò subito Emma quando Regina aprì la porta. “I centouno modi per trovare una persona.”
La mora le fece cenno di entrare.
“La cena è quasi pronta. Togliti il giacchetto, posa quel libro polveroso e siediti a tavola. Voglio che la vita di Henry continui normalmente, quindi adesso faremo cena come una famiglia normale e poi parleremo del libro. Tutto chiaro?”
L'unica risposta fu un'alzata di spalle.
Quando Regina faceva uno dei suoi discorsi, Emma si trovava spesso in difficoltà a fare altro se non concordare.
La cena trascorse tra i racconti di Henry sulla scuola e le sue domande inquisitorie su Malefica, ma alla fine Regina gli disse che era l'ora di andare a letto, visto che il giorno dopo aveva scuola.
Lei ed Emma si spostarono nello studio, libro alla mano, si sedettero alla scrivania ed iniziarono a cercare qualcosa di utile tra quei centouno modi di rintracciare una persona.
Circa una settimana dopo, avevano messo in pratica tutti gli incantesimi, i trucchi, i consigli scritti in quel libro uno per uno e anche qualcosa in più.
Ma Ruby era introvabile. Sembrava che fosse sparita dalla faccia della terra.
Ogni sera Emma si fermava a cena a casa Mills, cenavano con Henry e poi leggevano i nuovi libri che Belle di volta in volta portava loro. E parlavano. Di qualsiasi cosa venisse loro in mente, dal perché una regina avesse imparato a cucinare la lasagna al forno, al tipo di musica che ascoltavano, c'era solo un argomento che rimaneva intoccabile: il passato di Regina. Il poco che Emma sapeva era ricavato da mezze frasi e frecciatine messe insieme per formare un quadro neanche lontanamente completo.
“Non ne posso più, è completamente inutile!” sbottò Emma, lanciando il libro che aveva in mano sul divano ed alzandosi.
“Per una volta, mi trovo d'accordo. Sono passate due settimane da quando Ruby è sparita, leggere libri non ci sta aiutando a trovarla e di sicuro non la riporterà indietro.”
“Propongo di cambiare tattica.”
“E cosa vorresti fare? Chiamare Malefica e chiederle se per favore riporta qui l'amica di infanzia di tua madre?”
Emma roteò gli occhi. “Tu hai idee migliori?”
Il silenzio di Regina le disse tutto quello che doveva sapere.
“Sono così stanca” ammise la mora, alzandosi dalla scomoda sedia di legno e lasciandosi cadere sul divano su cui Emma aveva gettato il libro. “Voglio solo trovare quella ragazza e salvarla. Non è giusto. Non sarebbe dovuta morire così soltanto per avermi difesa.”
“Regina, per quello che ne sappiamo è ancora viva.”
Emma si mise accanto a lei sul divano, prendendole una mano.
“Sono passate due settimane, Emma. Se avesse davvero avuto intenzione di portarla indietro, lo avrebbe già fatto. Non credi?”
Emma non riuscì a trovare in sé abbastanza convinzione per mettere insieme una mezza verità, quindi si limitò a stringere la mano che teneva con la sua.
“Almeno nessuno prenderà più le mie difese, adesso che Ruby è mancata così tanto tempo da casa. Gli altri saranno tutti al scuro.”
Emma scosse la testa. “Io prenderò sempre le tue difese. Se lo avessi fatto per prima, quel giorno, forse adesso ci sarei io con Malefica.”
“Non dirlo neanche per scherzo, Emma! Se avesse preso te, mi avrebbe ucciso. Ed avrebbe ucciso Henry.”
Senza pensare, Emma si avvicinò all'altra donna, abbracciandola forte per qualche secondo e poi allentando un po' la presa, ma senza allontanarsi da lei.
“Troveremo una soluzione, Regina. Ritroveremo Ruby e la porteremo a casa sana e salva. Te lo prometto.”
“Questo è il motivo per cui non mi piacciono gli abbracci” mormorò Regina, che però lo stava ricambiando.
“Per il contatto fisico?”
“Perché non posso vedere la tua faccia e capire se stai mentendo.”
Emma rise piano, allontanandosi e guardando Regina negli occhi.
“Troveremo una soluzione” ripeté piano. “Te lo prometto.”
E Regina si concesse, solo per quella volta, di crederle.

Dopo aver accompagnato Emma alla porta si diresse in cucina per appoggiare i loro bicchieri dentro il lavandino quando sentì una sensazione a dir poco agghiacciante, un brivido gelido le percorse la schiena.
Fu allora che la porta d'ingresso si spalancò, un rumore assordante proveniente dalla porta principale invase la casa.
Henry corse immediatamente fuori dalla sua camera. Regina urlò nella sua direzione per assicurarsi che lui la sentisse.
“Devi dire ad Emma che cosa sta succedendo. Dille che sarò io a raggiungerla quando tutto sarà finito, probabilmente dovrebbero aspettare in ospedale” suggerì al figlio. Poi lo avvolse in una nube porpora e lo trasportò via.
Uscì correndo dalla porta di ingresso, trovandosi davanti una scena agghiacciante.
Ruby era stesa a terra poco distante dai gradini di ingresso, priva di sensi. Il corpo era pieno di lividi e tagli e stava perdendo sangue.
Alla fine del vialetto, c'era lei, nel suo abito magenta, immobile.
“Che le hai fatto?” le urlò contro.
“Oh, cara, non essere arrabbiata con me. Ho soltanto tirato fuori quello che mi serviva di lei.”
“Non puoi averlo fatto. Non puoi aver separato il lupo dalla ragazza senza averla uccisa.”
Fu mentre lo diceva che si rese conto che probabilmente era esattamente quello che aveva fatto per ottenere ciò che voleva.
“Rilassati, il tuo furetto è ancora vivo. Non per molto se non fai qualcosa, però.”
Regina mosse una mano, lanciando una pioggia di fuoco contro la donna difronte a lei. Ma il fuoco si dissolse con un simile movimento della mano della sua rivale.
“Cosa l'ho risparmiata a fare, se tu sei comunque così arrabbiata con me, mia cara?”
Regina non la stava ascoltando. Voleva solo proteggere le persone che amava e l'unico modo che aveva per farlo era eliminando la donna davanti a sé.
Materializzò delle frecce di metallo e le scagliò contro Malefica, che ne causò l'esplosione. Quando mosse di nuovo il polso, Regina roteò in aria e finì addosso all'albero alla sua destra.
“Non combatti da molto tempo, Regina. Sicura di sapere ancora come si fa?”
Nonostante un dolore lancinante alla metà sinistra del proprio volto e alla spalla destra, si alzò nuovamente in piedi.
“Stai attenta, Malefica. La bestia sta iniziando a vedersi.”
Con un gesto secco spezzò il bastone della donna, che si distrasse il tempo necessario a Regina per spedirla indietro di una decina di metri e mandarla a sbattere contro una macchina dall'altro lato della strada, il cui allarme partì all'istante.
Si rialzò in piedi, sollevando Regina a mezz'aria. Ma stavolta lei si fece trovare preparata, trasportandosi alle spalle della donna in magenta spingendola verso lo stesso albero su cui poco prima aveva sbattuto lei.
“Beh, attenta cara. Perché sta iniziando a vedersi anche la tua. Nascondi la bestia più in profondità, Regina. Continua a fingere di essere buona e un giorno potresti perfino convincere te stessa. Ma non me.”
Fu allora che una pioggia di corvi le si abbatté contro, beccandola e ferendola ovunque. Mentre sentiva i loro becchi e ali sulla propria pelle, qualcosa di freddo le tocco il petto. Una mano attraversò il proprio torace e si avvolse attorno al suo cuore. Ogni battito le rimbombò nelle orecchie.
Uno. Due. Tre.
Poi la mano si era ritratta, portando quel cuore con sé.
Dopo qualche secondo di panico, Regina si lasciò avvolgere dal fuoco, incenerendo i volatili che aveva intorno riapparendo subito dopo sui gradini di casa propria, accanto al corpo di Ruby.
Stringendo una mano nell'aria, afferrò per la gola la donna a qualche metro da lei. Lei fu sollevata di qualche centimetro da terra, ma sorrise beffardamente.
“Puoi scegliere, cara. Puoi salvare il tuo furetto, oppure puoi provare ad uccidere me e riprenderti il tuo cuore.”
Poteva vedere la rabbia cieca negli occhi di Regina.
Riusciva a percepire quanto sarebbe stato facile per lei mettere fine alla sua vita semplicemente chiudendo le dita. Ma lo stile di Regina era molto più sofisticato e doloroso.
Bastò quell'attimo di esitazione, per permetterle di spostarsi magicamente per essere di nuovo alla fine del vialetto.
“Scegli. Lotta e lasciala morire. Oppure sii una codarda e salva la sua vita.”
Fu allora che lo sguardo di Regina si spostò sulla ragazza svenuta ai suoi piedi.
“Questa è la scelta più facile del mondo” rispose, abbassandosi e sollevando Ruby tra le braccia, sentendo una fitta lancinante alla spalla destra, iniziò a respirare affannosamente. “Avrò altri giorni per scegliere di essere coraggiosa. Ma solo questo momento per salvare la sua vita.”
Senza aggiungere altro, una nube di fumo porpora la circondò, trasportando entrambe nella sala d'attesa dell'ospedale.
Vide Henry, ancora in pigiama, che aveva trascinato tutti lì in fretta e furia. Vide Emma camminare verso lei e la ragazza tra le sue braccia prese conoscenza proprio mentre Regina cadeva in ginocchio.
La sua spalla era ferita, il viso, le braccia, le gambe. Ogni parte di lei sanguinava a causa dell'assalto dei corvi. Ruby non era messa meglio.
Alzò una mano, sfiorando il viso di Regina. Le sue dita incontrarono sangue ed il viso della donna più grande si contorse per un solo istante con dolore.
“Mi hai salvata” mormorò debolmente.
La adagiò piano a terra, mentre la sua visuale iniziava ad annerirsi.
“Non ho salvato abbastanza.”
L'ultima cosa che riuscì a registrare, furono due braccia forti avvolte attorno al proprio busto e due occhi verdi fissi dentro i suoi.
“Emma” chiamò piano.
Poi il mondo attorno si fece buio.




Penso che il prossimo capitolo arriverà venerdì prossimo, cercherò di continuare ad aggiornare una volta a settimana. Se volete, fatemi sapere che ne pensate!





  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: Herm735