Anime & Manga > Candy Candy
Segui la storia  |       
Autore: Monoi    19/12/2014    1 recensioni
"Anche io volevo bene a Candy, tutti noi le volevamo bene... perchè in questa giornata lui non vuole mai dividere il suo dolore con noi?" - 1922. Sono passati sei anni da quando Candy ha perso la vita in un terribile incidente ferroviario di ritorno da Rockstown. La grande famiglia degli affetti di Candy si ritrova per ricordarla alla Casa di Pony. Tra il dolore di chi l’ha amata fioriscono silenzi, rancori e misteri inconfessabili.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annie Brighton, Archibald Cornwell, Neal Leagan, Terrence Granchester, William Albert Andrew
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

~~

Archie era corso da Annie. Era stato un miracolo che, tra le lacrime e la rabbia per quel l'ennesimo pezzo di cuore che la morte gli aveva portato via, non avesse fatto un incidente mentre guidava come un pazzo per le vie di Chicago. Forse la zia aveva ragione. Una  maledizione gravava sugli Andrew, solo che la zia aveva sbagliato, non era Candy a portare sfortuna, erano stati gli Andrew a portare sfortuna a Candy e a tutti loro...

Perché a lui no? Perché doveva sopportare tutte quelle perdite, una dopo l'altra, senza poter fare nulla?

Arrivato a casa Brighton, aveva chiesto di parlare con i genitori di Annie. Cosa avesse detto di preciso non lo ricordava.... La coppia, stupita dal suo aspetto insolito e scarmigliato, lo aveva mandato in giardino, dove Annie stava facendo una passeggiata. Annie... Annie... Si era messo a correre per le scale. Si era messo a gridare il suo nome, mentre correva per i viottoli del giardino dei Brighton. Finalmente l'aveva vista, lo stupore nel suo viso al vederlo arrivare così sconvolto, pallido. Si era gettato tra le sue braccia, stringendola più forte che poteva. Cosa sarebbe successo se il destino gli avesse portato via anche lei?

"Archie... Mi stai facendo male... Che succede?"

************

Il leggero colpo di tosse della zia Elroy, seduta di fianco a lui, aveva riportato Archie al presente. Era davvero strano quanto accaduto con la zia, che aveva fatto pace con Candy solo dopo che era morta. Chiaramente la donna era dispiaciuta di quanto le era accaduto, ma i primi mesi il suo dispiacere non era maggiore di quello che dimostrava per la dipartita di qualsiasi giovane di sua conoscenza. Aveva partecipato alla cerimonia indetta da Zio William quando le spoglie mortali di Candy erano state trasferite nel cimitero di famiglia e seppellite accanto alla tomba di Antony. Il suo volto grave e severo non aveva mostrato segni particolari di sofferenza. Ma nel corso dei mesi seguenti, il dispiacere si era approfondito così tanto da diventare, se non il dolore vivo che provava chi amava Candy, quantomeno un grave rimorso per non averla trattata come meritava. Il cambiamento dei sentimenti che muovevano il cura della zia si era palesato alla prima cerimonia organizzata alla Casa di Pony per il compleanno di Candy, un anno dopo la sua morte.

Tutti erano convinti che Madame Elroy non sarebbe mai stata in una umile cappella di un orfanotrofio, eppure, lei era apparsa, il volto non più impassibile ma segnato da emozioni ben più forti e più vive.  Da allora, ogni volta che parlava di Candy, la zia non smetteva di tesserne le lodi. Qualche volta, Archie aveva scorto un luccichio nei suoi occhi...

E non solo. Stupendo ulteriormente tutti coloro che la conoscevano bene, aveva convinto Zio William ad adottare un'altra trovatella della casa di Pony. La cosa aveva oltremodo irritato Iriza e Sarah Legan e stupito ancor di più Archie.

Elroy Andrew guardò di sottecchi il nipote. Quello che era seduto al suo fianco era immerso in pensieri tristi e dolorosi. In effetti, aveva pensato tante volte, Candy e Stear se n'erano andati troppo velocemente, troppo vicini. Archibald era rimasto solo, definitivamente l'unico rimasto di quei quattro ragazzini che le avevano provocato così tanti mal di testa. Non c'era da meravigliarsi che si fosse aggrappato con tanta forza a quella Annie Brighton... E  meno male che per Archie c'era stata lei. Madame Elroy non potè trattene un sospiro. L'altro suo nipote, quello che sarebbe arrivato tra qualche momento e che si sarebbe appoggiato alla parete della cappella, in fondo per non essere visto da nessuno, non aveva avuto nessuno a cui appoggiarsi per sopportare quel dolore.

Tutto era emerso alla luce lentamente, mese dopo mese, particolare dopo particolare. Dopo il suo viaggio a Wingermere, William era cambiato. Spento. Non aveva più visto un sorriso comparire sul suo viso, ogni giorno era più magro e più pallido, gli occhi sempre più arrossati e gonfi. Annullato qualsiasi viaggio di lavoro, gli appuntamenti d'affari ridotti al minimo, e quando tornava a casa, a Chicago o a Lakewood, si chiudeva in camera. Quelle rare volte in cui avevano parlato, William le aveva dato poche risposte. Freddo, sembrava che ogni sua domanda fosse inutile, le rispondeva a monosillabi.

Possibile che quel persistente stato di cattivo umore e indifferenza fosse stato causato dalla morte di Candy? Elroy non aveva mai compreso quali fossero stati i rapporti tra William e quella ragazza. Nonostante fosse stata adottata su richiesta dei nipoti, quelle rare volte in cui aveva parlato di lei con William, aveva avuto l'impressione che la conoscesse.

A settembre di quell'anno, una banale conferenza stampa aveva mostrato al mondo il volto di William Andrew. Nessuna festa, nessuna cerimonia, solo i giornalisti, i fotografi, e dietro al tavolo della sala conferenze del quartier generale delle imprese Andrew, finalmente, il capo della famiglia si era fatto vedere.

In quel primo mese i giornali si erano scatenati: tutti volevano sapere tutto di lui, dov'era vissuto, che aveva fatto, chi frequentava. Com'era prevedibile, il mondo aveva scoperto in suo nipote un uomo di nemmeno trent'anni, biondo, bello e indiscutibilmente ricco, vestito a lutto... Ben presto furono delusi, perché William non faceva alcuna vita sociale, nessuna donna attorno a lui, nel suo passato non avevano trovato nulla di particolarmente interessante, tranne quel piccolo particolare dei due lutti che recentemente avevano colpito la famiglia in circostanze così tragiche. Quei due lutti che William non aveva cessato di portare, nonostante fossero passati sei anni. Oramai per la stampa era diventato "Il miliardario in nero".

Al tempo della conferenza  stampa, Elroy aveva scoperto che William era caduto in depressione. George le aveva confidato che con grande sforzo tentava di nascondere ai collaboratori che William in realtà passava le giornate a guardare nel vuoto e a bere. Un giorno l'aveva affrontato, ed aveva avuto la conferma dei suoi sospetti: sì, William aveva conosciuto Candy, senza che lei sapesse chi lui era in realtà. E aveva scoperto quasi con orrore che quel vagabondo con cui la ragazza aveva abitato per più di un anno in quella scandalosa relazione che tanto la preoccupava, per la quale l'aveva fatta interdire da tutti gli ospedali di Chicago, quell'uomo era proprio William, che aveva perso la memoria e da lei era stato accolto, curato e amato.

Elroy aveva capito tutto troppo tardi. Quella ragazza era si una piccola selvaggia, orfana e senza regole, ma aveva un cuore piu grande di lei. Per la prima volta aveva capito perché tutti i suoi nipoti stravedevano per lei. Soprattutto William. Lui, che non aveva mai sopportato le regole, chiaramente si era innamorato di quella anima libera. Erano uguali. Tutte le volte che Candy l'aveva fatta penare quando aveva tentato di educarla, le faceva tornare alla mente tutta la fatica che aveva fatto con William.

Pochi mesi aveva deciso di accogliere in casa la piccola Catherine della Casa di Pony, un'altra trovatella. Le lunghe trecce castane di Cathy avevano sostituito i codini biondi di Candy tra i mal di testa di Elroy Andrew. Era stato difficile fare imparare le buone maniere, il linguaggio educato, la storia e il francese a quel piccolo demonio che scappava per arrampicar si sugli alberi e andare a pescare nel lago dove una volta scivolavano sull'acqua le imbarcazioni del povero Stear.

Eppure William, con tanta pazienza e dolcezza, l'aveva accompagnata lungo quel difficile percorso di crescita, e insieme erano riusciti in quello che non erano riusciti a fare con Candy. Elroy spostò velocemente lo sguardo da Archie a Catherine, seduta alla sua destra: una fanciulla elegante e ammodo, che sapeva comportarsi in società, anche se ogni tanto si prendeva qualche libertà di troppo. Come adesso,ad esempio... Per quale motivo continuava a girare la testa verso l'ingresso, lasciando sfuggire qualche risatina? Elroy girò il capo e tutto fu chiaro: quello zotico di Jimmy Carter le stava facendo dei gesti. Elroy sospirò, facendo appello a tutta la sua pazienza. Forse era l'influenza di Candice. Anche se lei non c'era più, pareva che il suo spirito benevolo continuasse ad avvolgere tutti quelli a cui aveva voluto bene. O forse erano i bambini allevati alla Casa di Pony che non sapevano comportarsi ad una commemorazione funebre...

"Smettila Cathy!" sibilò Neil all'orecchio della cugina adottiva. Elroy lo fulminò con lo sguardo. Nemmeno lui era immune a quella febbre di maleducazione che sembrava colpire i suoi nipoti? Iriza che aveva inventato una pessima scusa per non esse presente, William che come sempre era in ritardo e si sarebbe tenuto in disparte, invece di sedersi in prima fila, come sarebbe stato giusto che fosse.

"Senti chi parla! È un'ora che ti diverti a tirarmi i nastri del vestito!"

"Bugiarda! Sei tu che ci stai giocando mentre fai la civetta con quel contadino!"

Elroy impallidì. Nemmeno Candice e i ragazzi nel fior fiore della loro giovinezza l'avevano fatta vergognare così tanto. Pazienza per la sedicenne Catherine, ma Neil era un uomo fatto! Avrebbe dovuto contenersi! Per far cessare quei sussurri imbarazzanti si era chinata verso Cathy, guardando il nipote dritto negli occhi.

"Neil, caro, per favore puoi andare a vedere se Zio William è arrivato?"

Mentre ascoltava le orazioni, finalmente senza distrazioni causate dal comportamento dei nipoti, Elroy aveva ripreso il filo dei suoi pensieri.

Grazie anche alla presenza della piccola Catherine, William era uscito da quel primo duro periodo, aveva abbandonato l'alcool, si dedicava agli affari, qualche volta presenziava a qualche evento sociale, in cui era regolarmente attorniato da giovani donne. Elroy aveva a lungo sperato che tra di loro prima o poi trovasse una medicina per alleviare il suo dolore. Perché ormai ne era certa, William non avrebbe mai dimenticato Candy.

Da qualche tempo aveva cominciato a frequentare una giovane amica di Iriza, Emily. Stupida come una capra, talmente sciocca che Elroy non riusciva a sopportarla. Nemmeno il fatto di essere di una famiglia importante era riuscita a fargliela stare simpatica. Ma non c'erano dubbi, bastava guardarla in faccia per capire per qual motivo William gradiva la sua presenza: era sufficiente vedere i suoi grandi occhi verdi e le lentiggini che coprivano il suo volto per capire il motivo per cui, tra tante giovani donne, William l’avesse scelta.

L'ennesimo sospiro di Madame Elroy fece venire una crisi di nervi a Terence Graham, seduto dietro di lei. Il grande attore di Broadway già era particolarmente irritato per la presenza dei giornalisti fuori dalla cappella.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Candy Candy / Vai alla pagina dell'autore: Monoi