Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: ___Darkrose___    19/12/2014    1 recensioni
Kira fa parte degli Assassini di Tenebre e come ognuno dei membri di questa setta sa che il suo unico destino è quello di distruggere i demoni fino al giorno della sua morte.
La missione che le verrà affidata dal Gran Maestro e l'incontro con un demone di nome Kaliel la porteranno a fare scoperte sconvolgenti, fino a rivelarle cose che non avrebbe mai voluto sapere...
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 1

Solo un’assassina

La ragazza si fermò in mezzo alla radura con la sua arma in mano e il respiro calmo e regolare. Non doveva far avvertire la sua paura. Era un tutt’uno con il luogo che la circondava. Il buio della notte non era un problema, i suoi sensi erano sviluppati in modo da sfruttare tutte le percezioni.
Doveva essere fredda e distaccata, ma anche attenta e vigile allo stesso tempo. Un suo minimo passo falso poteva esserle fatale.
Sentì un piccolo rumore dietro un cespuglio.
Veloce come un fulmine lanciò i pugnali contenuti nella cintola, facendo uscire fuori dal nascondiglio una figura nera, che saltò sull’albero nascondendosi tra i folti rami.
Il maledetto aveva paura, lo sentiva. Aveva imparato a fiutare il terrore nell’aria.
Dodici anni di addestramento le avevano consentito di diventare agile e letale. Era una macchina addestrata ad uccidere.
Il demone uscì dal nascondiglio scagliandosi contro di lei e gettandola a terra.
- Sei una di quei bastardi! – disse il demone, tirando fuori la lingua biforcuta dalla bocca dentata e affilata, passandola sulla guancia della ragazza. – Appetitosa, ma il tuo odore ha una nota diversa da quella dei soliti Assassini -.
Lei si scansò, e si alzò in piedi. Il demone aveva un aspetto ripugnante. Kira ne aveva sentito parlare da suo padre; aveva ucciso gran parte degli Assassini mandati ad eliminarlo. Lei aveva appena concluso i suoi addestramenti da recluta, ma aveva voluto provarci lo stesso.
Osservò l’orripilante creatura che le si parava davanti: al posto delle braccia aveva un paio di ali da pipistrello dalle membrane ossute e sottili. Il corpo sembrava umano, se non per la presenza di squame chiare che gli ricoprivano il corpo.
Brandì la sua spada puntandola davanti a sé.
– E tu sei un ripugnante demone! Come tutti quelli della tua specie! – esclamò, e si lanciò all’attacco.
Scagliò un fendente contro di lui e riuscì a ferirlo. Un’ala cadde a terra e un urlo stridulo si levò per il bosco. Il sangue verde del demone sgorgò dalla ferita, macchiandole anche il viso e i vestiti.
Il demone si scagliò di nuovo contro Kira, con gli occhi rossi per la rabbia e per il dolore.
- Non ti risparmierò maledetta! Morirai sciolta dagli acidi del mio stomaco! – gridò. Quelle parole erano terrificanti quanto ripugnanti.
- Non ho alcuna intenzione di essere il tuo dessert! – sbraitò, rotolando sotto le sue gambe riuscendo a sbucargli alle spalle. Piantò la spada nella sua schiena. Dalla sua bocca uscì un secondo urlo di dolore.
Il demone la colpì in pieno viso con un’ala, scagliandola lontano contro un albero. Kira si ferì la spalla sinistra, e strisciò contro la corteccia della pianta, finendo a terra.
Si toccò la guancia dalla quale usciva un rivolo di sangue e lo annusò preoccupata.
Era veleno. Quel maledetto le aveva iniettato qualche strana tossina.
Si alzò tenendosi il braccio che aveva colpito la corteccia. Il demone era steso a terra e tentava di tirare fuori la spada dalla sua schiena.
Dopo qualche secondo riuscì ad estrarla e la scagliò con rabbia contro l’Assassina.
Kira spiccò un balzo, riuscendo ad appendersi al ramo più basso dell’albero contro cui si era scontrata. La spada si conficcò nella corteccia, dove pochi secondi prima c’era la sua testa.
Bastardo, vuoi deciderti a morire! Pensò con rabbia. 
Il Gran Maestro aveva ragione, i demoni stavano diventando sempre più difficili da uccidere.
Il mostro non perse tempo. Si scagliò ancora contro la ragazza, assestandole un poderoso calcio nel petto e sbalzandola in un’altra radura poco distante.
Si tenne lo stomaco e sputò sangue dalla bocca.
- Maledetto! – sibilò Kira, alzandosi barcollante. Il colpo era stato molto forte, e faceva fatica persino a respirare. Nello sguardo dell’Assassina si accese una scintilla di determinazione e vendetta.
Il demone era nascosto tra gli alberi che circondavano la radura. Kira riusciva solo a sentire i suoi spostamenti attorno a lei, ma non capiva da dove provenissero.
- Muori! – gridò il demone, sbucandole alle spalle e saltandole sulla schiena, bloccando il suo corpo a terra.
Tentò di divincolarsi come poteva, provando ad alzarsi, ma i suoi sforzi furono inutili. Era troppo pesante e la teneva premuta a terra con quel suo corpo viscido e ripugnante.
- Sarai un pasto delizioso, come le tue compagne! – sibilò, passando la sua repellente lingua sul collo della ragazza.
- Mai! – sibilò lei, estraendo dalla cintola una piccola granata.
Si girò verso il demone e la stappò.
La sua bocca si era allargata a dismisura ed era grande quanto il doppio della sua testa.
Lanciò la granata dentro quel pozzo nero che era la sua bocca, poi appena riuscì a liberare le gambe lo spinse via con un calcio. Corse dietro un ammasso roccioso nella radura e attese l’esplosione.
- No! – gridò il demone, e con uno scoppio i suoi urli strazianti finirono.
Un intenso odore di putrefazione riempì l’aria e Kira fu costretta a portarsi una mano alla bocca per trattenere un conato di vomito.
Le volarono addosso alcuni brandelli del corpo e del sangue del demone, ma non solo. Accanto a lei atterrò una mano che riconobbe immediatamente dall’anello che portava all’anulare.
Katherine…pensò dispiaciuta. Era un membro della Congrega e, come molte altre, aveva tentato di distruggere quel demone. Purtroppo, anche lei era morta nel tentativo, nonostante combattesse con gli Assassini da molti anni.
In quel periodo i demoni continuavano ad aumentare il loro potere senza un motivo preciso. Nell’aria sembrava esserci un’emanazione di energia oscura come mai ne avevamo avvertite da millenni.
Si alzò tenendosi il braccio. Doveva essersi slogata una spalla, ma con le cure di Hunt e Marika sarebbe tornata come nuova.
Gli effetti del veleno cominciavano a farsi sentire. La testa le girava vorticosamente e sentiva le forze che cominciavano ad abbandonarla.
- Llyon –, gridò Kira, e la sua voce rimbombò per il bosco.
Dalla radura boscosa uscì un meraviglioso falco dal piumaggio nero.
L’Assassina scrisse velocemente il messaggio di aiuto su un pezzo di carta che aveva in tasca, mentre sentiva tutti i muscoli del suo corpo irrigidirsi.
- Vola dal Maestro e portagli questo messaggio… presto! – bisbigliò, mentre le forze cominciavano a venirle meno.
Il falco volò veloce nel cielo librandosi leggero come una foglia, e il suo profilo nero si stagliò contro la luna.
La ragazza sapeva di non poter rimanere allo scoperto, se c’erano altri demoni nelle vicinanze non avrebbero perso occasione per uccidere un membro degli Assassini di Tenebre.
Si nascose sotto un mucchio di rocce, coprendo il suo odore con una delle pozioni di Hunt.
Cominciò a vedere i contorni delle cose farsi sempre più sfocati, fino a quando non cadde nell’oblio del buio.

Kira, vieni da me…Kira!
Quella voce popolava ogni notte i suoi incubi senza darle mai tregua. La richiamava nell’oscurità delle tenebre. La voleva per qualche motivo, che continuava ad esserle oscuro.
All’improvviso, due occhi gialli apparvero nell’oscurità del suoi incubo.
- Non mi avrai! – gridò Kira, cominciando a correre senza riuscire a capire dove stesse andando. – Mai…mai…MAI! -

- Kira, Kira! Svegliati maledizione! – gridò Hunt, scrollandola.
Il ragazzo era stato tutto il tempo ad aspettare che si svegliasse, e si era spaventato appena l’aveva sentita gridare.
Kira si alzò di scatto, prendendo una testa contro la fronte di Hunt.
- Miseria Hunt, vuoi starmi più lontano una buona volta! – sbraitò, appoggiando la nuca sul cuscino dell’infermeria.
Era una grande stanza piena di letti e scaffali contenenti vari medicinali e erbe curative. Come tutta la Congrega aveva i muri fatti di pietra ed era illuminata dalle fiaccole appese. Vide la luce del sole filtrare dai vetri trasparenti e capì che doveva aver dormito per molto tempo.
- Scusa… - sussurrò lui, imbarazzato. – E’ che ti ho vista così spaventata, mi hai messo paura! –
Sbuffò: – Non sono affari tuoi –
Lui alzò gli occhi al cielo. – Sono il tuo Mago Protettore, questi sono affari miei! –
Lei incrociò le braccia sul petto volgendo lo sguardo sul pavimento di pietra scura, come era solita fare quando non poteva replicare in nessun modo.
- Abbiamo trovato le Assassine scomparse - disse Hunt, rivolgendo anche lui il suo sguardo altrove.
Quando Kira tornò a guardarlo, vide lo sguardo del suo amico incupirsi.
– Le aveva mangiate tutte – bisbigliò il Mago.
Non poté fare a meno di pensare a quell’odore di putrefazione e morte che  l’aveva circondata quando il demone era esploso, e alla mano di Katherine che era atterrata accanto a lei.
Sospirò tristemente: – Credo che quel veleno fosse un potente paralizzante. Ho i muscoli intorpiditi – disse, stiracchiandosi e facendo scricchiolare la spalla, che fino a qualche ora prima era slogata.
Hunt sei un genio! pensò, ma non glielo avrebbe mai detto apertamente. Odiava essere dolce, non era mai stato nella sua natura.
Lui annuì: – Se non fossimo arrivati in tempo saresti potuta rimanere paralizzata per almeno due mesi! –
Kira rimase scioccata, non poteva pensare di rimanere due mesi senza muoversi. Il suo corpo non poteva sopportare di rimanere fermo così a lungo. Era abituata a combattere dall’età di sei anni, non  poteva rimanere senza fare allenamento per tutto quel lasso di tempo.
Anton, il Gran Maestro, entrò nella stanza con il mantello che sventolava ai suoi piedi. Come tutti gli Assassini portava una camicia e dei pantaloni neri. A differenza degli altri, però, portava un gilet di ferro con il simbolo della Fenice tatuato sopra, serviva ad indicare il suo grado di superiorità. Aveva i capelli scuri e ricci e gli occhi azzurri e freddi. Nonostante avesse quarant’anni, il suo fisico allenato da anni di addestramento, lo faceva sembrare decisamente più giovane. Gli occhi erano sempre piegati in un’espressione di solennità e severità. Non era il tipo che sorrideva spesso, e aveva un gran rispetto nei confronti delle regole della Congrega.
- Ehi Tony! – esclamò Kira sorridendogli.
Adorava prenderlo in giro, soprattutto davanti ad Hunt, che era costretto a portargli un certo grado di rispetto.
Anton la fulminò con lo sguardo, mentre Hunt abbassò il capo in segno di rispetto.
- Buongiorno Maestro – disse il ragazzo, senza guardarlo neanche per un istante negli occhi.
- Hunt – disse Anton, facendo un cenno con la testa in segno di saluto. – Vorrei poter parlare con Kira in privato per qualche minuto, se non ti dispiace –.
Hunt annuì, facendo un secondo inchino e lasciando i due soli nella grande stanza.
Kira sapeva che era in arrivo una ramanzina. Aveva infranto gli ordini, fuggendo dalla Congrega e combattendo nonostante, in quanto nuova Assassina, le fosse vietato.
- Ti avevo detto di non immischiarti in questa faccenda! –,  cominciò a rimproverarla Anton con tono severo.
Kira alzò gli occhi al cielo, sbuffando: – Senti gli Assassini continuavano a sparire,  fa parte dei miei obblighi scoprire di che cosa si trattasse! –
Lui scosse il capo, sparpagliandosi i capelli ricci sul volto. – Non puoi continuare a cacciarti nei guai. Questa volta sei stata fortunata, ma la prossima volta potresti rimetterci la pelle! – sbraitò adirato.
Lei sospirò una seconda volta: – Avanti Tony! Il demone è morto, no? Questo è l’importante –
Lui puntò i suoi occhi azzurri e gelidi in quelli neri e profondi di lei: – No, non è questo l’importante! E smettila di chiamarmi Tony davanti a tutti! – esclamò scocciato.
L’Assassina sorrise, in quel modo maligno e subdolo che lui conosceva fin troppo bene: - E come dovrei chiamarti? Papà? –
Lui arrossì visibilmente, volgendo lo sguardo altrove. – Magari Maestro, come fanno tutti i membri della Congrega! –
Kira fece roteare gli occhi. – D’accordo, Maestro! –
Lui annuì e con un gesto del capo si congedò dalla stanza, lasciandola sola.
Il fatto che il Gran Maestro fosse suo padre, aveva sempre attirato su di lei l’odio dei suoi compagni d’armi. Non aveva mai ricevuto trattamenti di favore da parte del padre, ma il fatto di essere imparentata con lui aveva sempre fatto credere a tutti che avesse un trattamento speciale. Anton l’aveva sempre considerata come una dei tanti Assassini, e questo l’aveva sempre resa felice. Voleva raggiungere i suoi obbiettivi senza prendere scorciatoie e ci era riuscita. A differenza degli altri Assassini, lei era cresciuta dentro la Congrega e aveva sviluppato una grande affinità con tutte le armi. Nessuno degli Assassini di Tenebre era un vero e proprio essere umano. Nel corso dei secoli, era stata creata una dimensione parallela a quella terrestre e qui erano state collocate le creature più immonde dell’universo: i demoni. Gli Assassini erano portati in quel luogo dalla dimensione umana, poiché altri dei membri della Congrega li cercavano sulla Terra. Nessuno poteva tirarsi indietro da quella chiamata. Alcuni Assassini, però, ricevevano un periodo di congedo per rivedere i propri parenti sulla Terra.
Gli Assassini si distinguevano dagli esseri umani per la loro forza, l’agilità, i sensi incredibilmente sviluppati e l’innaturale attitudine alla lotta.
Queste caratteristiche appartenevano anche ai demoni, ma a differenza loro, gli Assassini, possedevano un’anima. Combattevano in quella dimensione parallela a quella umana, chiamata la Terra delle Tre Virtù. Era chiamata in quel modo, in onore dei valori che le tre città principali rappresentavano; Nam raffigurava la purezza, Riam la forza, e Sansarad la ricchezza di spirito.
Tutti gli Assassini erano riconosciuti con un marchio che portavano sull’avambraccio sinistro da quando erano appena nati; una Fenice. Kira lo guardava sempre con fierezza.
La ragazza rimase a fissare il soffitto per qualche momento, fino a quando non cadde in un sonno popolato dai soliti incubi.




Salve!
Questa è la mia prima storia originale e spero che vi piaccia!
Se è così fatemelo sapere, vi prego *.*
A presto!

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: ___Darkrose___