Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Zayle    21/12/2014    6 recensioni
"Des" bisbigliò lui rigirando la sigaretta tra le dita "il tuo nome, mi sono sempre chiesto cosa significhi."
Lei lo guardò mentre spegneva la sigaretta con un sorriso tirato.
"Daisy è l'equivalente di Margherita. E' il nome di mia nonna. Ha origini italiane e voleva che mi chiamassi come lei."
"Ah il fiore!" esclamò lui sorridendole "Ti sta bene"
"Cosa intendi?" chiese lei confusa.
"Perchè sei bella, come i fiori. Forse anche di più" disse alzandosi e lasciandola lì con i suoi pensieri.
Daisy. Zayn. Voglia di vivere. Voglia di amare, paura di farlo. Paura di perdere ancora.
Un segreto che cambierà la sua vita per sempre.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic





Capitolo 7
 
 
“Io ho bisogno di te” aveva detto Daisy sulla porta della camera di Zayn. Aveva aspettato che suo padre se ne andasse per scappare da lui, sua nonna l’avrebbe capita ma lei aveva bisogno Zayn, aveva bisogno di un suo abbraccio e di quella sensazione di pace che solo lui poteva darle.
Era ormai notte, le strade erano deserte, buie e fredde, sapeva che probabilmente avrebbe svegliato Zayn ma non sapeva a chi altro rivolgersi.
Aveva bussato e non c’era voluto molto perché lui aprisse. Vedendola lui aprì le braccia e lei si gettò all’interno di esse,  avrebbe tanto voluto piangere ma le lacrime non uscivano, come se fossero bloccate e rinchiuse nel suo petto dove sentiva un terribile peso.
Quando Daisy si staccò dall’abbraccio lui cominciò ad accarezzarle i capelli.
 
“Scusa io… io non dovrei essere qui, ti avrò svegliato e scusami ma…” balbettava “tu… io… Zayn ho paura”
Aveva terminato la frase con sforzo,  non trovava le parole da dire.
Zayn le aveva chiesto cosa fosse successo e lei abbassò il capo vedendosi passare davanti le immagini di suo padre seduto nella sua cucina. ‘Ciao fiorellino’.  Quelle parole le risuonarono nelle orecchie provocandole dei brividi e deglutì forte.
 
“Zayn lui è tornato, lui è qui, non doveva succedere” disse Daisy ormai seduta sul letto mentre si teneva il volto tra le mani.
Zayn dopo aver chiuso la porta si era seduto accanto a lei e cercava il modo di guardarla negli occhi.
 
“Chi è tornato? Ha a che fare con la telefonata dell’altro giorno? Des chi è?” aveva chiesto a raffica Zayn e lei aveva semplicemente annuito cercando le parole giuste da dire.
 
“Jeffry” si corresse “Mio padre è tornato” disse infine. Zayn la guardava incredulo ricordandosi ciò che gli aveva detto quella notte.
 
“Io non lo voglio qui, Zayn, lui mi ha causato solo sofferenza, non mi è stato vicino quando mia madre – sua moglie- è morta. Io avevo bisogno di lui, invece lui è scappato dimenticandosi di avere una figlia” raccontò irata con la voce quasi rotta.
 
“Des, calmati!” esclamò Zayn “Capisco che lo odi, che tu non lo voglia qui, ma perché dovresti aver paura di lui?”
 
Daisy alzò la testa e rimase immobile, aveva centrato il punto. Guardò nel vuoto e poi di nuovo verso di lui e iniziò a parlare con voce bassissima, quasi un sussurro:
“Dopo la morte di mia madre, lui mi ha tenuto in custodia fino ai tredici anni, nonostante mi lasciasse sempre con una baby sitter diversa io lo cercavo sempre, lui era il mio eroe. Non avevo capito che non era altro che un cattivo. Era riuscito a costruire un impero con la sua azienda e si era circondato di persone importanti che lo ammiravano e di tirapiedi che lo adulavano,  si occupava di vendite illecite – anche se io lo capì solo più tardi- e tormentava chiunque non fosse al suo cospetto. Un giorno, decise che ero abbastanza grande da farmi vedere cosa comportasse avere i suoi poteri, voleva insegnarmi che bisognava sacrificarsi  per ottenere ciò che si vuole.  Mi portò in un strada buia di Liverpool dove alcuni dei suoi uomini lo aspettavano mentre tenevano bloccato su una sedia un ragazzo. Era giovane, aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri, la pelle chiara; sembrava un angelo. Mi spiegò mio padre che non aveva saldato il suo debito e che ne avrebbe pagato le conseguenze. Non avrei mai potuto immaginare cosa gli avrebbero fatto. Mio padre schioccò le dita e due degli uomini liberi iniziarono a dare calci e pugni nello stomaco del ragazzo, poi passarono al viso e infine gli lanciarono in testa un enorme masso trovato per terra…” Daisy trasalì al ricordo di quelle immagini “Io iniziai a piangere e mio padre disse che non ero degna del suo impero, che io non ero la figlia che desiderava. Fu allora che decisi di andare a vivere da mia nonna, lei sa quello che lui ha fatto, lei è stata l’unica persona di cui potessi fidarmi prima…”
 
“Prima di cosa?” chiese Zayn esortando Daisy a continuare.
 
“Prima di te” affermò Daisy, la voce le tremava ancora ma cercò di essere più sicura possibile nel dire quelle parole.
 
“Des è terribile… lui non merita di essere tuo padre” disse lui accarezzandole la mano.
 
“Mia madre credeva il contrario” disse Daisy e sospirò poggiando la testa sulla spalla di Zayn.
 
“Perché credi che sia tornato?” domandò Zayn stringendo la sua spalla.
 
“Non lo so, potrebbe volere qualsiasi cosa”.
 
 
 
 
I giorni seguenti trascorsero in tranquillità. Daisy era andata a scuola e, dopo  aver trascorso un po’ di tempo con Zayn, tornava  a casa per trascorrere del tempo con sua nonna.
Avevano discusso con lei sui libri che entrambe avevano letto e Margherita le aveva insegnato a cucinare la torta di mele per la quale Daisy andava matta; non avevano mai accennato alla visita di Jeffry e avevano parlato anche di Zayn.
 
“Sei diversa da quando lo hai conosciuto” le aveva detto Margherita “non hai più quell’espressione imbronciata sul viso, tu sorridi, segui le lezioni, fumi di meno, è come se tu fossi rifiorita”
 
Era vero, Zayn aveva portato nella sua vita cose belle e le aveva fatto provare nuove emozioni. Lui aveva rotto i suoi muri e si era insinuato in lei prendendo un pezzo del suo cuore, diventando parte importante del suo essere.
In quei giorni aveva parlato anche con Ashley, le aveva chiesto come andasse tra lei e Luke, non aveva mai avuto l’opportunità, da quando lei gli aveva confidato che i due erano ufficialmente una coppia, di approfondire l’argomento e di chiederle come stava e come si sentiva riguardo a questa novità.
 
“Essere innamorati è come essere sballati tutto il tempo, ti senti in paradiso e il minuto dopo all’inferno” le aveva detto Ashley prima che le squillasse il telefono e cominciasse a litigare con sua madre.
 
In quel momento, tra i banchi di scuola,  Daisy pensò a quanto la sua amica avesse ragione.
 
“Wilson vuole ripetere ciò che ho appena spiegato?” la voce del professore la riportò alla realtà e fu il suono della campanella a salvarla da quella domanda a cui non avrebbe saputo rispondere.
Quando uscì dalla classe si guardò in giro in cerca dei ragazzi ma non vedendoli decise di andare nel vicolo.
Mentre camminava si strinse nel cappotto a causa del freddo e notò che le temperature si erano abbassate e che l’inverno era alle porte, il telefono le vibrò in tasca e lo estrasse per leggere il messaggio. Numero  sconosciuto.
Si bloccò e lasciò scivolare il dito sullo schermo per aprire il messaggio:
 
‘Voltati fiorellino’
 
Nel leggere quelle parole rabbrividì, si girò lentamente vedendo dietro di se suo padre appoggiato alla sua macchina grigia.
Indossava un abito elegante nero, non indossava la cravatta e la camicia era aperta sui primi bottoni lasciando intravedere la peluria del petto, portava gli occhiali da sole e  i capelli grigi, gelatinati all’indietro, sembravano sporchi e unti, in mano teneva una sigaretta e non era da solo. Con lui, seduto nell’auto, c’era un ragazzo, indossava una felpa nera, aveva la testa bassa coperta dal cappuccio della felpa e teneva in mano un cellulare, probabilmente il messaggio era arrivato da lì.
 
“Cosa ci fai qui?” sbottò Daisy irritata stringendosi ancora di più nel cappotto nero.
 
“Come sei brusca fiorellino caro, sono venuto solo a vedere come sta la mia bambina” disse Jeffry  rigirando tra le mani la sigaretta.
 
“Sappi che la tua bambina è un pò cresciuta e sta benissimo” ribatté  scontrosa.
 
“Vedremo di rimediare” disse il padre per poi soffiarle il fumo in faccia. Daisy indietreggiò tossendo e scacciando con le mani la nuvola di fumo “piccola Daisy sai benissimo cosa succede alle persone che intralciano i miei piani”
 
A quelle parole nella mente di Daisy tornarono le immagini del ragazzo massacrato a Liverpool e rabbrividì.
 
“C-che cosa vuoi dire?” balbettò indietreggiando ancora.
 
Jeffry stava per rispondere ma il ragazzo interruppe la conversazione.
 
“Signore dovremmo andare” disse con la testa ancora bassa verso il telefono. A Daisy la voce sembrò familiare ma non riuscì a capire di chi fosse essendo solo un sussurro.
 
“Goditela finchè puoi” disse mentre saliva sull’auto grigia insieme al ragazzo.
 
“Aspetta!” aveva gridato Daisy, ma l’auto era già partita.
La ragazza tremava, si tirò freneticamente i capelli castani dietro le orecchie con il cuore che le batteva a mille e tirò fuori il telefono dalla tasca dei jeans scuri. Nella fretta del digitare il numero sbagliò più volte ma alla fine inoltrò la chiamata.
Uno, due, tre squilli.  Avanti rispondi, pensò Daisy. Al quinto squillo la ragazza ebbe una risposta.
 
“Scusami Daisy stavo facendo un bagno” sentì dall’altro capo del telefono.
 
“Nonna non ti muovere da casa, sto arrivando” rispose per poi riagganciare.
 
 
Aveva corso per sei isolati per arrivare il più presto possibile a casa, ce l’aveva fatta in cinque minuti, meno della metà del tempo che impiegava solitamente per arrivare a casa da scuola.
Stava bussando continuamente alla porta aspettando che sua nonna aprisse, quando successe barcollò in avanti per poi entrare in casa e chiudersi la porta di legno dipinta di bianco alle spalle.
Affannata si poggiò contro di essa e pian piano scivolò sul pavimento. Sua nonna la guardava confusa mentre si riavviava i capelli castani ancora bagnati.
 
“Che sta succedendo?”
Daisy fece un respiro profondo per riprendere fiato in modo da poter parlare con sua nonna.
 
“La tua amica, la signora Cook o come diavolo si chiama, vive ancora a Londra o si è trasferita in Germania come aveva in programma di fare?” chiese Daisy cercando di calmarsi.
 
“No lei è ancora a Londra, mi ha chiesto di andarla a trovare qualche giorno proprio una settimana fa, perché?”  domandò Margherita.
 
“Vai da lei nonna”
 
“Perché adesso? Volevo aspettare le vacanze di Natale e andare insieme a te”
 
“Nonna devi andarci adesso” affermò Daisy sicura.
 
“Non credo che sia una buona idea” disse Margherita voltandosi per andare in cucina.
 
“Papà è venuto oggi a scuola, non so cosa voglia da me, ma ho bisogno che tu vada, voglio saperti al sicuro”
Margherita si bloccò a quelle parole.
 
“E tu come farai?” chiese poi preoccupata per sua nipote.
 
“Io andrò da Zayn, non può succedermi niente se sono con lui, ma ti prego vai” Daisy supplicò.
Margherita annuì mentre Daisy si alzava dal pavimento per abbracciare sua nonna.
 
“Promettimi che di qualsiasi cosa avrai bisogno mi chiamerai” disse Margherita mentre accarezzava la schiena della nipote.
 
“Te lo prometto” sussurrò Daisy.












Angolo autrice 

Buonasera tesori miei. Finalmente sono inziate le vacanze di Natale che aspettavo con tanta ansia e così ho avuto del tempo da dedicare alla storia.
In questo capitolo conosciamo meglio il padre di Daisy e il suo passato, inoltre lo vediamo minacciare Daisy e poi chi sarà mai il ragazzo insieme al padre? Lo so che è molto contorto ma pian piano tutti i nodi verrano al pettine. Quello che sentirete non vi piacerà e vi farà odiare Jeffry quasi quanto lo odio io che l'ho inventato ahah.
Ringrazio tutte le persone che seguono e recensiscono la storia, senza di voi non sarei niente e vi chiedo di essere clementi con me, vi ricordo che è la mia prima storia ed è tutto nuovo per me. 
Se vi va fatemi sapere cosa ne pensate, cosa sperate o supponete che succedere e le vostre opinioni.

Se volete potete trovarmi qui

Twitter   Tumblr Ask

Spero di aggiornare il più presto possibile.
Un bacio.
Zayle xx


 
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Zayle