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Autore: Giulij    22/12/2014    1 recensioni
Due donne totalmente diverse, ma uguali. Una madre e una figlia, due generazioni, due storie, due rotaie parallele.
Genere: Angst, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter -2

Something about Cassandra Lexie Gilmour.

Dopo l’ennesimo incubo avuto nella notte, Cassandra si sveglia al mattino malinconica. Nemmeno una doccia calda e il rigenerante profumo del bagnoschiuma sono in grande di conferirle un aspetto un po’ più allegro. Cassandra crede di non esser più in grado di esser felice, come se un dissennatore, direttamente dal mondo magico di Harry Potter, le avesse risucchiato via tutta la felicità.
Distratta da quei ridicoli pensieri, inizia a spazzolarsi i capelli biondo miele davanti allo specchio della sua camera. Sono piatti e senza nemmeno un po’ di volume, tutt’altra cosa rispetto ai morbidi boccoli color castano ramato che ostenta Jasmine Richmond, il capitano delle Cheerleader. Jasmine ha gli occhi verde smeraldo, delle curve al posto giusto ed è invidiabilmente corteggiata da tutti i ragazzi. I suoi movimenti sono fluenti e coordinati, anche i capelli sembrano seguirla quando si muove. Cassandra invece è molto rigida nei suoi passi, non è armoniosa e non ha la manicure elegante come quella di Jasmine. Il suo zainetto è viola, scarabocchiato da alcuni disegnini che le faceva Oliver, mentre la tracolla di Jasmine è incredibilmente nuova e profuma ancora di pelletteria.
Al contrario di quanto si possa immaginare, Jasmine non è antipatica o presuntuosa, è sempre ben disposta nei confronti di Cassandra e lei, non sa nemmeno perché, ha sempre visto una sorta di rivalità tra lei e la ragazza più popolare della scuola.
Gli occhi di Cassandra sono cerchiati da delle profonde e nerissime occhiaia e l’unico modo in cui riesce a mascherarle almeno un po’ è usare una quantità industriale di correttore.

 
Quando posteggia la sua piccola e vecchia Ford Fiesta nel parcheggio del Liceo, Cassandra si guarda intorno esasperata. Da quando non c’è più Oliver, lei non ha più nessun amico. A mensa mangia da sola e spesso in classe ha il banco tutto per sé. Spesso le ragazze le si sono avvicinate, le hanno chiesto di andare al cinema con loro e di sedersi al tavolo nell’ora della mensa, ma Cassandra non è riuscita a relazionarsi con nessuno dei piccoli gruppetti. Insomma, le salutava sì, ma poi si chiudeva sempre in sé stessa e si rintanava sotto una qualche quercia a leggere, per l’ennesima volta, i libri di Jane Austen. La sua copia di Orgoglio e Pregiudizio era stata riletta così tante volte che la copertina si era sgualcita e le pagine avevano perso la piattezza originaria. Sulla prima pagina, quella che riportava il titolo, si poteva leggere una dedica scritta con inchiostro blu: “A Cassie da Oliver, Natale 2008.” Quella pagina che riportava il nome dell’autore di quel regalo era così preziosa per Cassandra che, quando aveva minacciato di staccarsi, l’aveva incollata con un  etto di scotch.
Ancora seduta sul sedile della Ford Fiesta del 2001, Cassandra recupera le cuffiette dallo zainetto viola e le attacca all’MP4. Le voci soavi dei Beatles iniziano a spadroneggiare nella orecchie della ragazza, facendola rilassare e tirare un sospiro di sollievo. Con coraggio apre lo sportello e scende dall’auto: con coraggio, sì, perché per lei non era facile sopravvivere alla quotidianità senza Oliver. Sospettava che non sarebbe mai riuscita a passare oltre Oliver, ci si sarebbe solo abituata alla sua assenza e avrebbe imparato a sopravvivere senza. E’ così che si fa, d’altronde, ci si abitua ai cambiamenti, ma non si smette mai di provare nostalgia per quello che si aveva. Il valore delle cose e delle persone aumenta solo quando non ci sono più e per Cassandra era stato proprio così. Aveva capito quanto Oliver fosse la costante fondamentale della sua vita solo quando aveva realizzato di poterlo perdere da un giorno all’altro.
Passi concitati l’accompagnano fin sotto i portici della scuola, dove tutti ci si stanno radunando a causa di una leggera pioggerellina. Niente di troppo eccezionale per la seconda settimana di Dicembre.
La campanella l’avverte di entrare a scuola e lei, da studentessa modello la quale è sempre stata, si fa strada verso l’aula di chimica, prima lezione della giornata. Il professor Cooper non è ancora arrivato e lei non perde tempo e si sistema ordinata in un banco della prima fila. Chimica non è proprio la sua materia preferita, ma sui suoi test compaiono comunque tutte ‘A+’.
Jesse Newton le chiede se ha fatto tutti i compiti e scritto la relazione sui cambiamenti di stato e lei, capendo l’implicita richiesta del compagno, gli passa il quaderno in modo da fargli copiare tutti i suoi esercizi.
Cassandra non faceva caso a queste cose, non le importava se una compagna che le aveva copiato tutto il test prendesse il suo stesso voto o se qualcosa di scorretto la colpiva. A Cassandra non interessava nulla di tutto ciò. Era apatica, come se vedesse la sua vita scorrere in un film in bianco e nero, inesorabilmente lento e assolutamente noioso.

All’ora di pranzo, la leggera pioggerellina della mattina si è trasformata in un forte temporale e ciò impedisce a Cassandra di ricavarsi un angolo tutto per sé sotto una delle querce secolari nel cortile della scuola per leggere i suoi tre capitoli quotidiani. L’opprimente nebbia rende impossibile vedere il piccolo boschetto al di fuori e la pioggia batte pretenziosamente sul tetto della scuola. Le finestre sono oltraggiate da rivoli d’acqua che quando vanno via le rendono appannate.
La sala mensa è riscaldata da un paio di grandi termosifoni e una grande allegria movimenta tutti i ragazzi. Tutti sperano che la pioggia si trasformi in neve, così tanta magari che il preside decida di chiudere la scuola e di anticipare le vacanze natalizie. E si sa, le vacanze mettono tutti di buonumore, anche Cassandra che, tradendo la sua perenne solitudine, si unisce al tavolo delle Cheerleader, prendendo posto tra Jasmine Richmond e Tanya Grayson. Il discorso è ovviamente sul nuovo quoterback della scuola, un ragazzo che si è trasferito da poco a New Bern per il lavoro dei genitori, un certo Bryan Mitchell. Quando Oliver era vivo, tutti nella scuola pensavano che lui e Cassandra fossero fidanzati visto il loro stretto legame, spesso li prendevano in giro chiamandoli “piccioncini” o altre piccole bravate da ragazzi. Ora, invece, nessuno osava pronunciare il nome di Oliver, era come se fosse diventato un tabù. Nessuno ne parlava invano, a volte lo ricordavano per il suo grande talento artistico e la sua bravura nel suonare la batteria. L’unica volta in cui era stato fatto il nome di Oliver a voce alta era stato il giorno in cui gli era stato dedicato l’auditorium e una grande targa dorata era stata affissa fuori dalla porta di esso:
                                                                “In memoria di Oliver Granger
                                                                     16/05/1996 – 21/10/2013
                                                                la tua vita fu breve ma intensa.”

I pensieri di Cassandra vengono interrotti dalla frizzante e eccitata voce di Jasmine che, al contempo, le scuote un braccio e dalla fastidiosa risatina di Tanya.
« Cassie, Cassie, Cassandra Gilmour », la chiama impaziente Jasmine.
Cassandra è come intontita, non capisce cosa sia successo di tanto importante.
« Amh… che c’è? Che è successo? »
« Come cosa è successo? Bryan Mitchell ti ha salutato e tu eri come impalata, non lo hai degnato di uno sguardo. Tu sei folle, cara. » La voce di Jasmine è veloce, su di giri, Cassandra non capisce come faccia ad essere sempre così felice.
« Probabilmente avrà pensato che anche tu fossi nuova, non ti aveva mai visto e voleva conoscerti », le annuncia Tanya, andando poi ad addentare una patatina con quasi rabbia. Tanya era la tipica biondina viziata, figlia del sindaco della cittadina, abituata ad avere tutto e tutti, ovviamente anche i ragazzi più carini cadevano sempre ai suoi piedi.
« Sì sì, ne sono sicura, sarà sicuramente così come dici, Tanya », replica Cassandra, sollevando appena il discorso e sorridendole bonariamente per chiudere il discorso.
A fine della mensa, i ragazzi si sparpagliano nelle loro classi per seguire ognuno la propria lezione e Cassandra, avendo un’ora buca, decide di usufruire degli spalti della palestra per leggere in tranquillità. Tranquillità è un eufemismo, i ragazzi che hanno l’ora di educazione fisica e giocano urlano e schiamazzano come pazzi. Cassandra si adegua, non ha mai preteso molto e nel giro di qualche minuto impara a leggere nonostante le urla.
Si immerge completamente nella lettura di quel suo libro, oggi diverso dai soliti a cui era abituata: la lettura de “Il ritratto di Dorian Gray” la stava appassionando parecchio. Non credeva che uno scrittore –piuttosto che una scrittrice –potesse rapirla talmente tanto.




|| E' un piccolo capitolo introspettivo su Cassandra, niente di troppo importante all'interno della trama. Ciò butta un accento sulla ragazza, non più sulla madre come nel primo capitolo. Spero possa piacervi e spero recensiate.
   
 
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