Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: Dadina91    23/12/2014    6 recensioni
"E' stata lei stessa a chiedermelo.
Forse perché anche lei, come me, si era accorta che quel pensiero costante, col passare del tempo, la stava logorando fino a farle perdere la lucidità delle sue azioni.
Non voleva perdere la sua umanità, non era da lei bramare vendetta, non ne era mai stata capace, mi disse.
Doveva trovare un modo per andare avanti. Doveva farlo per sé stessa, per preservare la sua integrità, sia mentale che spirituale.
Fu in quel momento che la sua mente partorì quell'unica, drastica, soluzione: "Ti prego, cancella tutto"."
Genere: Azione, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Nuovo personaggio, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questa me la paga.
Come ha potuto farmi questo?!
Prendere una decisione del genere senza interpellarmi..
Ancora non riesco a crederci!
Che diamine le è preso di punto in bianco?!
Unirsi al gruppo di questo sacco di pulci…
Tsk!
Deve aver battuto la testa durante la caduta, non vedo altra spiegazione!
L’unico risultato che otterremo unendoci a questo branco di idioti sarà quello di rallentarci…
 
…e questa è esattamente l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno.
 
Nella mia testa riecheggiano ancora le parole pronunciate solo qualche ora prima dal demone-rettile.
 
“Naraku mi aveva avvertito del fatto che oggi saresti giunta qui per reclamare anche il mio frammento.”
 
Maledizione..
Non ho ancora assimilato il fatto che quel bastardo sia stato in grado di individuarci malgrado i nostri mantelli..
E’ assurdo..
Semplicemente assurdo.
In questi anni ci siamo sempre premurati di non lasciare tracce, ma soprattutto, di non rivelare MAI la nostra identità agli abitanti dei villaggi nei quali ci imbattevamo..
 
…E ALLORA COME DIAVOLO HA FATTO?!?
 
Un fremito di rabbia mi attraversa il corpo mentre cerco di scacciare il pensiero di essere stato fregato da quella sottospecie di mezzo demone..
Dannato.
Se sta cercando di farmi passare per uno sprovveduto si sbaglia di grosso!
Sono sicuro che c’è qualcosa che mi sta sfuggendo..
DEVE esserci, dannazione!
 
Chiudo gli occhi per qualche istante inspirando profondamente, nel tentativo di riacquistare un briciolo di autocontrollo.
Devo mantenere la calma o manderò all’aria anche quel poco di razionalità che mi è rimasta. Rimuginare sul passato non mi porterà da nessuna parte, piuttosto devo prendere atto di questa notizia e concentrarmi sulla situazione attuale.
Se non ci sbrighiamo a raccogliere i frammenti che restano, infatti, lo farà Naraku…e allora a quel punto tutti i nostri sforzi risulterebbero vani. Sarebbe troppo tardi per mettere in atto qualunque controffensiva.
Ogni volta che il nostro nemico mette le mani su un nuovo frammento, corrompendone la purezza, il suo potere oscuro accresce esponenzialmente...
Una tale forza malvagia sarebbe troppo per chiunque…
…persino per Kagome.
 
E’ vero, i suoi poteri di sacerdotessa si sono affinati e sono notevolmente accresciuti nel corso di questi tre anni di allenamenti….tuttavia…
…non sono ancora sicuro che riuscirebbe ad avere la meglio su Naraku se ci dovessimo imbattere in lui in questo momento. Non sono pronto a rischiare.
Non posso permettermi di perderla.
 
Quella ragazzina fragile e cocciuta, dallo sguardo fiero, si è insinuata sempre più in profondità nel mio cuore…
…diventando più importante di quanto credessi.
 
Per questo abbiamo bisogno dei frammenti.
Più ne collezioniamo, più il loro potere avrà modo di combinarsi a quello di Kagome, incrementandolo..
Ma stando con questi imbecilli non faremo altro che rallentare il nostro ritmo!
Trovo talmente assurdo che in tutto questo tempo siano stati in grado di raccogliere un numero così misero di schegge, che comincio a chiedermi se avessero davvero intenzione di scovare Naraku e vendicare la loro compagna.
Per non parlare poi del fatto che rimanere con loro sarebbe alla stregua di piazzarsi un bersaglio sul petto! Da quanto mi risulta, infatti, finora Inuyasha e i suoi non si sono mai premurati di agire nell’ombra, sebbene siano da sempre nel mirino di Naraku.
….non mi stupisce affatto che nel corso degli anni abbiano perso molte persone a loro care.
 
Tuttavia, anche se il piano di quell’essere non mi è ancora del tutto chiaro, di una cosa sono abbastanza sicuro..
 
Se le sue intenzioni prevedevano che Inuyasha e Kagome si rincontrassero…beh..
…non credo che perderà tempo a compiere la prima mossa.
 
Quest’ultima consapevolezza mi rammenta che, in realtà, vi è un altro motivo, ben lungi da quelli considerati finora e molto, MOLTO meno razionale, per il quale non riesco in alcun modo ad accettare la decisione di Kagome…
 
Riemergo dai miei pensieri, sollevando lo sguardo dal terreno arido per posarlo sulla figura snella della mia compagna di viaggio, che cammina qualche passo dinanzi a me.
Ma la scena con la quale sono costretto a confrontarmi sembra confermare proprio quei timori che stavano alla base della mia riluttanza…
 
….e in men che non si dica, senza neppure rendermene conto, mi ritrovo a lottare contro un familiare impulso omicida, mentre cerco di reprimere un ringhio incontrollato che emerge dal profondo della mia gola.
 
Kagome, la ragazzina dal cuore ferito del quale ho avuto cura in questi anni, sta sorridendo.
…con mio rammarico però, quel sorriso non è per me.
Non questa volta.
Quel sorriso che mi sono guadagnato a piccoli passi, conquistando a poco a poco la sua fiducia, e che, per questo, credevo essere una mia esclusiva, in questo preciso istante è rivolto a un altro.
E per ironia del destino, proprio a colui che con la propria perenne indecisione, le ha provocato quelle ferite che io mi sono dato la pena di guarire.
 
Non riesco a sopportare di vederli così vicini. Così complici.
Così…intimi.
 
Sembra che, nonostante i ricordi perduti, nulla tra loro sia cambiato..
Posso ancora chiaramente scorgere quegli sguardi e quell’intesa di cui sono già stato testimone una volta, mentre rivivevo la visione del Mt. Hakurei. Del giorno in cui LUI l’ha abbandonata al suo destino per salvare una donna senza vita.
Dio, se solo Kagome sapesse..
Se solo potessi dirle la verità!
Non sarei costretto ad assistere impotente a tutto questo! Non mi sentirei…
…un intruso.
 
Ma soprattutto non proverei questa sgradevole fitta all’altezza del cuore ogni maledetta volta in cui il mio sguardo si posa su di loro.
Su di lei…
…e su quel sorriso del quale so di non essere la causa.
 
Tsk!
 
E’ inutile.
Sebbene in questi anni non abbia fatto altro che negare l’evidenza persino a me stesso, ignorando ostinatamente quei segnali che il mio cuore inesperto mi lanciava..
…pare proprio che, per la prima volta…
 
mi sia innamorato.
 
E’ un sentimento del tutto nuovo per me che non ho mai stretto legami affettivi neppure con gli appartenenti alla mia tribù, a causa di alcune divergenze di opinione.
Un sentimento che, al tempo stesso, uccide e rende vivi.
Non ho mai provato nulla del genere..
 
….Ed è proprio per questo motivo che non ho alcuna intenzione di lasciare che un insulso mezzo demone me la porti via.
Se pensa di poter rivendicare qualche diritto nei confronti di Kagome, beh, si sbaglia di grosso. Ha avuto la sua opportunità e se l’è lasciata sfuggire come un idiota. Non ne avrà un’altra!
 
Inconsciamente, le mie labbra si piegano in un ghigno di sfida.
 
Preparati cagnolino, perché non mi arrenderò senza combattere!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Se sto sognando, vi prego, non svegliatemi.
Il mio cuore non ha smesso per un solo istante di battere da quando Kagome ha espresso il desiderio di unirsi a noi per poter continuare insieme la ricerca dei frammenti mancanti.
Lei è qui. Al mio fianco.
E sembra tutto così dannatamente naturale. Come se non ci fossimo mai allontanati, come se avessi dormito un sonno lungo tre anni nella certezza che al mio risveglio l’avrei trovata al mio fianco.
Non riesco in nessun modo a nascondere la gioia che provo in questo momento! Beh...non che mi stia sforzando molto, a dire il vero.
Sono certo che ora come ora la mia espressione non debba essere delle più furbe, a giudicare dagli sguardi divertiti che di tanto in tanto mi lanciano Miroku e gli altri, poco distanti da noi.
Ma non mi importa!
Anche sui loro volti, infatti, riesco chiaramente a leggere la stessa gioia (o quasi) che mi pervade.
Il ritorno di Kagome sembra averci riportato indietro di tre anni, a quando non c’erano tensioni, né il timore che qualche parola di troppo potesse riaprire una vecchia ferita mai rimarginata.
Sembra quasi che tutto sia tornato alla normalità.
O almeno voglio illudermi che sia così..
 
Forse non tutto è perduto.
Forse posso ancora rimediare ai miei errori.
 
Mentre mi lascio trasportare da quest’insolita ventata di ottimismo e ritrovata speranza, non posso fare a meno di notare che, tuttavia, qualcuno non sembra condividere lo stesso entusiasmo..
 
 
Kikyo.
 
 
Da quando ci siamo rimessi in viaggio, non ha ancora aperto bocca.
Beh...non che prima fosse oltremodo loquace, ma per lo meno ci teneva costantemente aggiornati sugli spostamenti dei frammenti.
Non questa volta però.
A rendere il suo comportamento insolito, infatti, non vi è solo il suo silenzio, ma piuttosto il fatto che la giovane miko abbia deciso di procedere in testa al gruppo, frapponendo tra lei e noi una sorta di distanza di sicurezza. Al punto che se qualcuno ci vedesse in questo momento, probabilmente impiegherebbe qualche minuto per stabilire se la sacerdotessa faccia o meno parte del gruppo.
Malgrado la sua abilità a celarsi dietro una maschera di apparente imperturbabilità, non faccio fatica a capire che è fuori di sé dalla rabbia.
Lo sguardo completamente celato sotto la liscia frangia corvina, la presa attorno all’arco più vigorosa di quanto non voglia apparire…
Non l’ho mai vista in questo stato.
Il motivo…beh…sarebbe chiaro anche a un cieco.
 
 
Kagome.
 
 
Ancora una volta, mi sembra di aver fatto un salto indietro nel tempo, quando ad essere ferita per le mie attenzioni verso un’altra donna, era Kagome.
In passato Miroku e gli altri hanno rimproverato spesso il mio scarso spirito di osservazione…
 
…ma la verità è che non mai stato indifferente al dolore che provava la ragazza del futuro.
Mi era impossibile.
Perché anch’io, in quegli istanti, condividevo la stessa angoscia.
 
Ogni volta che la vedevo in quello stato, la consapevolezza di essere proprio io la causa delle sue sofferenze, mi lacerava dentro. Io, che avrei ammazzato chiunque avesse osato, anche solo per un attimo, oscurare il sorriso da quel viso perfetto, ero invece la ragione di quelle lacrime.
 
E allora perché non ho mai fatto nulla per rimediare ai miei sbagli?
Perché..
Beh..
Perché ho sempre creduto di dovere a Kikyo, qualcosa che Kagome non si sarebbe mai sognata di chiedermi.
 
La mia vita.
 
Giorno dopo giorno temevo sempre di più l’intensificarsi dei miei sentimenti per quella fanciulla così simile, ma allo stesso tempo così diversa da Kikyo. Li temevo perché, per quanto cercassi di allontanarla da me, arrivando persino ad interporre tra noi cinquecento anni, essi non accennavano minimamente a diminuire.
Anzi…la sua mancanza non faceva altro che acuirli.
In quegli istanti mi ritrovavo spesso a pregare con tutto me stesso che, nonostante tutto, lei riuscisse a trovare un modo per tornare a me..
Cosa che, con mio immenso sollievo, accadeva regolarmente..
 
Era un circolo vizioso.
L’avrei voluta al mio fianco per sempre, ma allo stesso tempo sapevo di dover prima adempiere ai miei obblighi nei confronti di Kikyo.
E questo, prima o poi, avrebbe significato dire addio una volta per tutte a Kagome.
 
E ora, dopo tutto questo tempo, siamo di nuovo al punto di partenza.
La ragazza che amo è qui, a pochi centimetri da me, ma io sento di non poterla ancora amare come vorrei, a causa della costante presenza di Kikyo.
Dannazione!
Che razza di “uomo” sono per pensare una cosa del genere dopo quello che Kikyo ha fatto per me?
Sono uno stronzo. Un bastardo senza cuore, ma..
 
..non posso più mentire a me stesso.
Non posso.
 
Lancio un altro fugace sguardo alla miko, quasi a volermi assicurare di non aver inconsapevolmente espresso i miei pensieri ad alta voce. Ma la sua espressione è calma e imperturbabile come sempre. Velata solo da quella malinconia che, un tempo, era il riflesso della mia.
 
Mi chiedo cosa le passi per la testa in questo momento..
 
…e in un istante, mi ritrovo a tremare al pensiero di cosa sarebbe capace di dire o fare Kikyo nei confronti di Kagome, se il suo autocontrollo dovesse improvvisamente venire a mancare.
Maledizione!
Devo parlarle al più presto e cercare di chiarire la situazione, prima che sia troppo tardi.
E’ un discorso che riguarda me e lei, non c’è alcun bisogno di mettere in mezzo Kagome.
Soprattutto non ora.
 
-“Stai bene Inuyasha? Mi sembri un po’ pallido..” il tono apprensivo di Kagome mi giunge alle orecchie come una soave melodia. Ancora non riesco a credere di averla al mio fianco.
Mi volto verso di lei pronto a rassicurarla, ma le parole mi muoiono in gola quando incontro quello sguardo crucciato, che le conferisce un’adorabile espressione infantile.
-“S-si…va tutto bene, tutto bene, davvero! Ero solo un po’ sovrappensiero.” le rispondo dopo qualche esitazione, mentre mi gratto nervosamente la testa. Non sono mai stato bravo a mentire, motivo per il quale anni prima venivo regolarmente schiantato al suolo proprio dalla ragazza che mi sta di fronte..
Ma spero comunque di essere stato abbastanza convincente.
Kagome, infatti, dopo aver indugiato qualche istante su di me, sembra decidere di prendere per buona la mia risposta, riportando l’attenzione dinanzi a sé.
-“Ti capisco sai, anche la mia testa è piena di pensieri…” si interrompe per un istante, inspirando profondamente, per poi riprendere “mi chiedo continuamente quale sarà la prossima mossa di Naraku, ma ogni volta che credo di essere giunta ad una conclusione, ritorno sempre al punto di partenza. …E ora si è aggiunto persino questo ennesimo interrogativo..”
-“Sarebbe?” chiedo titubante, anche se temo di aver già intuito a cosa si riferisca.
-“Beh mi sembra ovvio!” esclama, leggermente seccata dalla futilità della mia domanda –“Non sei curioso di conoscere la ragione per cui Naraku abbia pianificato di farci incontrare?!”
Trattengo il respiro, mentre Kagome si lascia andare alle congetture.
-“Non riesco a smettere di pensarci da quando quel demone lo ha accennato..
Davvero. Non capisco perché Naraku si sia dato tanta pena per far incrociare le strade di due persone che nemmeno si conoscono.” osserva accennando un sorrisetto, divertita dall’assurdità di tale ipotesi. Nel dirlo, tuttavia, si volta verso di me come alla ricerca di qualche segno di smentita, che però non posso in alcun modo restituirle. Quel damerino è stato piuttosto chiaro al riguardo...se Kagome riacquistasse la memoria in una volta sola, le conseguenze sarebbero devastanti. E benché tutto ciò che desideri sia solo che Kagome possa ricordarsi al più presto di me, così da avere la possibilità di spiegarmi…di chiederle perdono, al tempo stesso non voglio in alcun modo arrecarle ulteriori sofferenze.
In passato gliene ho già procurate abbastanza, per le quali non so se riuscirò mai a perdonarmi.
 
Devo essere paziente..
 
Prima che possa risponderle qualcosa in grado di sedare il suo interesse nei confronti di questo argomento, però, vengo preceduto dal tono arrogante di un certo demone dai capelli color-da-idiota, del quale avevo quasi dimenticato la fastidiosa presenza.
-“Kagome, è inutile continuare ad arrovellarsi. Ancora non possiediamo elementi a sufficienza per dire con certezza cosa passi per la mente malata di quel bastardo, ma una cosa è certa: dobbiamo tenere gli occhi bene aperti. Se è già stato in grado di individuarci e anticipare le nostre mosse, non credo che esiterà ancora a lungo prima di uscire allo scoperto. E in quell’occasione, sarà meglio farci trovare preparati….e, possibilmente, in possesso di un maggior numero di frammenti!” aggiunge, accompagnando le ultime parole con un eloquente sguardo di sfida nei miei confronti, che non posso fare a meno di raccogliere.
-“Che c’è, pel di carota, stai per caso insinuando qualcosa?!”
-“Mmh, vediamo…se con “insinuare” intendi suggerire che in questi anni tu e i tuoi amici siate andati in giro a raccogliere margheritine piuttosto che darvi da fare con la raccolta dei frammenti, beh…allora sì, sto insinuando” mi risponde con fare provocatorio.
Il suo sguardo non nasconde l’astio che prova nei miei confronti…e sono certo che in questo momento il mio non debba essere da meno!
Come osa giudicarci?! Che diritto ha di sparare sentenze?! Lui non ha la più pallida idea di quello che abbiamo passato in questi tre anni di inferno! Di come il senso di colpa mi avesse logorato al punto da invocare la morte giorno dopo giorno.
 
LUI.NON.SA.ASSOLUTAMENTE.UN.CAZZO.DI.NIENTE.
 
Senza indugiare oltre, lascio che la mia mano, già salda attorno all’elsa, liberi Tessaiga che immediatamente si trasforma, impaziente quanto me di ingaggiare lo scontro. Non me ne starò in silenzio a farmi insultare da un pallone gonfiato che crede di “conoscermi” solo per aver frugato tra i ricordi di Kagome con i suoi trucchetti da strapazzo!
Da parte sua, Hideki, sembrava non aspettare altro e, in pochi istanti, siamo entrambi in posizione d’attacco, le spade sguainate e pronti a scagliarci l’uno contro l’altro, in quello che suona come un duello preannunciato.
 
….ma pare che qualcuno abbia qualcosa da obiettare al riguardo.
 
La voce di Kagome, infatti, stronca sul nascere qualsiasi proposito bellicoso, riportandoci per un attimo alla ragione.
-“Si può sapere che vi prende all’improvviso a voi due?! Vi conoscete appena e siete già arrivati al punto di volervi ammazzare l’un l’altro?!” sbotta improvvisamente, lanciandoci un’occhiata di fuoco che non lascia adito ad eventuali polemiche.
Poi, inaspettatamente, si rivolge a me, portandosi una mano davanti alla bocca nel tentativo di non farsi sentire dal demone che, a quanto pare, non ha affatto gradito il richiamo –“Inuyasha, ti chiedo scusa da parte sua, il mio compagno di viaggio tende a non essere molto socievole quando si tratta di fare nuove conoscenze” mi confessa con un’espressione di dissimulata esasperazione, incurvando le labbra in un sorriso divertito, che mi lascia imbambolato per diversi secondi, prima di riuscire a ricambiare con l’espressione più ebete del mio repertorio.
Per un attimo è come se fossimo tornati indietro nel tempo. A quando ci scambiavamo sguardi complici alle spalle dei nostri ignari compagni, unici testimoni di qualcosa che non riuscivamo ad esprimere a parole.
Ma i miei ricordi felici vengono bruscamente interrotti dall’ennesima intromissione del pel di carota.
-“Ti ricordo che ci sento benissimo, Kagome!” sbotta livido di rabbia, in direzione della ragazza al mio fianco.
Non mi piace il modo in cui le si rivolge.
Chi diavolo si crede di essere!?
Prima che possa dar voce ai miei pensieri, rischiando così di riaccendere la scintilla, però, Kagome mi precede.
-“Hideki, non sto assolutamente mettendo in dubbio l’infallibilità del tuo udito.” risponde con tono pacato, e leggermente sarcastico, nel chiaro intento di smorzare i toni della conversazione -“Ma vorrei comunque che ti rendessi conto di quanto sia stato fuori luogo il tuo comportamento!”
L’ultima frase, tuttavia, cela a fatica un moto di fastidio.
-“Fuori luogo?? FUORI LUOGO?! Sei seria!? Te la prendi con me per aver fatto una semplice osservazione, e a lui non dici nulla?!”- sbraita, puntando il dito nella mia direzione. Odio essere additato, mi ricorda la mia infanzia. Se non leva immediatamente questo artiglio da sotto al mio naso, giuro che glielo spezzo. Kagome, invece, continua a sostenere impassibile il suo sguardo, come se fosse abituata a questo genere di sfuriate da parte del demone –“Devo forse ricordarti chi dei due ha estratto per primo la spada?! La mia è stata solo legittima difesa. Mi sembra piuttosto chiaro ormai che il cuccioletto non sia in grado di sostenere una conversazione e per questo debba ricorrere alla violenza.”
 
Adesso mi ha davvero stufato!
Sto per aprire la bocca, ma ancora una volta Kagome non me ne dà il tempo.
 
-“Hai ragione, Hideki. Sicuramente lui ha sbagliato ad agire d’impulso estraendo la spada, su questo non ho nulla da obiettare…”
 
Hey aspetta un attimo! Quel bastardo sta rivoltando la situazione in suo favore! Sta forse cercando di farmi passare per l’unico attaccabrighe?! Anche lui non vedeva l’ora di piantarmi la sua zanbato dritta nel cuore, glielo potevo leggere chiaramente negli occhi!
 
Dopo un attimo di pausa, però, Kagome riprende a parlare.
 
-“…tuttavia è anche vero che le tue parole erano chiaramente mirate a provocarlo. Ed essendo entrambi, da quanto ho potuto vedere, due teste calde, credo proprio che al suo posto tu avresti reagito esattamente allo stesso modo. Quindi non me la sento di attribuire la colpa interamente a Inuyasha.”- ammette candidamente la fanciulla dinanzi a un Hideki sconcertato e ammutolito dallo shock. Poi, addolcendo lo sguardo, riprende –“Hideki, per favore, sforzati a trattenere le battutine taglienti, così da mantenere almeno una convivenza pacifica. Adesso non viaggiamo più da soli, e dato che abbiamo tutti un obiettivo comune, dovremmo per lo meno collaborare, non credi? Alla fine è per questo che ci siamo uniti al gruppo di Inuyasha!” conclude, sfoderando un sorriso disarmante rivolto al demone che non ha ancora reagito.
Poi, senza nemmeno attendere una risposta, supera entrambi riprendendo il cammino come se nulla fosse.
 
Mentre Kagome si allontana seguendo il percorso del sentiero, noto che anche Sango e Miroku sono stupiti quanto me dalla facilità con la quale la loro amica sia riuscita a placare la rabbia del demone.
Credevo che quel pallone gonfiato non si sarebbe lasciato zittire tanto facilmente..eppure..
 
Lancio un’occhiata nella sua direzione per poter godere ancora un po’ della sua espressione sconvolta, ma purtroppo ciò che vedo non lascia presagire nulla di buono.
 
Hideki è ancora lì.
Immobile nel punto esatto in cui Kagome lo ha lasciato. Ma il suo sguardo è completamente adombrato da alcune ciocche vermiglie che gli ricadono scomposte sulla fronte. Nella mano destra stringe ancora la spada, mentre quella che prima ricadeva inerme sul fianco sinistro, ora è serrata in un pugno. E il suo corpo…
…beh…
…il suo corpo è interamente scosso da fremiti di rabbia, come se fosse sul punto di esplodere.
 
Poi, improvvisamente, dalle sue labbra fuoriesce un sussurro appena percettibile, ma che allo stesso tempo mi fa accapponare la pelle per il tono con cui viene pronunciato.
-“Mi prendi in giro? Non ti permetto di trattarmi così dopo tutto quello che ho fatto per te..”
 
 
 
 
-“KAGOME!
 
 
 
 
L’urlo di Hideki riecheggia nella valle diverse volte, prima di lasciare il posto a un silenzio carico di tensione.
La ragazza, che si trovava già a qualche metro di distanza, si ferma all’istante, voltandosi altrettanto repentinamente nella direzione del demone. Questa volta, però, l’imperturbabilità del suo viso ha lasciato il posto a un’espressione confusa, allarmata.
-“Hideki, ma cos-“
 
-“Sei cambiata.” la interrompe secco, senza troppi preamboli. Il suo tono è piatto e lo sguardo freddo, mentre avanza lentamente verso Kagome.
La mia mano è già stretta attorno all’elsa di Tessaiga, pronta a scattare in qualsiasi momento se quel bastardo alzasse anche solo un dito su di lei.
 
-“Ma che diavolo ti prende Hideki??” la voce della ragazza del futuro è ferma, ma reprime a fatica una nota di stupore. Anche lei sembra non riuscire a comprendere il comportamento del suo compagno.
- “Cosa mi prende dici?”- le fa eco il demone con un sorriso canzonatorio, fermandosi esattamente di fronte a lei. Ciononostante la sua smorfia beffarda tradisce la collera che trasmettono i suoi occhi –“A me niente, Kagome. Piuttosto, dimmelo tu cosa ti prende?”
-“Cosa vuoi dire? Non capisco..”
-“Vediamo..da dove potrei cominciare... Ah sì! Ad esempio, dal fatto di aver deciso di unirti al gruppo di Inuyasha senza nemmeno interpellarmi!” gli sforzi del demone di mantenere la calma sembrano cedere sempre più sotto il peso di ogni parola.
-“Hideki stai davvero facendo questa scenata solo perché non ti ho chiesto il permesso di unirci a loro?! Ho solo ritenuto che non ci fosse nemmeno il bisogno di discuterne. Mi è semplicemente parsa la scelta più ragionevole per accelerare la raccolta dei frammenti e credevo che saresti stato d’accordo. Non c’è bisogno di prenderla sul personale!”
A quelle parole, però, il demone dai capelli rossi manda definitivamente in malora i suoi propositi di civiltà.
-“Non hai afferrato il punto, Kagome! La verità è che sei cambiata! Cambiata da quando abbiamo incrociato la loro strada! La sua strada.” e per la seconda volta in breve tempo, mi ritrovo di nuovo puntato contro il dito accusatorio del demone.
-“Tu stai delirando, hai bisogno di farti una dormita! Prima raggiungeremo un riparo meglio sa-”
-“Sono lucidissimo Kagome! Mai stato più lucido in vita mia! Piuttosto, fossi in te, mi farei un piccolo esame di coscienza chiedendomi se nelle ultime ventiquattr’ore io abbia agito razionalmente. Perché sai benissimo anche tu che finora non abbiamo mai avuto alcun problema a raccogliere i frammenti! Siamo solo in due e nonostante ciò possediamo un numero di schegge molto più alto rispetto al loro! Perciò te lo chiederò di nuovo, Kagome. QUAL E’ IL VERO MOTIVO PER CUI TI SEI VOLUTA UNIRE A LORO?!”
 
Tuttavia, di fronte alle parole accusatorie del demone, Kagome resta in silenzio, incapace di ribattere. Persa in chissà quali pensieri. Solo i suoi meravigliosi occhi color nocciola, impercettibilmente dilatati, esprimono la sorpresa e la confusione suscitate dal significato nascosto dietro a quella domanda.
Poi, senz’attendere una risposta, riprende.
-“Te lo dico io il perché! Credi che non mi sia accorto dell’odore del botolo su di te, quando siete usciti dalla grotta?!”
Quelle parole hanno il potere di riscuotere la giovane che sussulta improvvisamente, come se fosse stata colta in fallo. Com’è prevedibile, anche Miroku e gli altri, nell’udire tali accuse, indirizzano immediatamente i loro sguardi su di me, alla ricerca di una conferma o, preferibilmente, una smentita.
 
Dannato pel di carota.
Mi ha messo proprio in una bella situazione di merda.
 
Sebbene l’attenzione dei miei compagni converga completamente su di me, mi ostino a non distogliere lo sguardo fisso su Kagome e Hideki, fingendo noncuranza…
Ora come ora non ho assolutamente voglia di sorbirmi le loro ramanzine!
 
…anche se sono abbastanza certo che le molteplici tonalità assunte dalla mia faccia non siano passate inosservate.
 
Ma non sono le occhiate di rimprovero di Sango e gli altri che temo.
C’è uno sguardo che, più di qualunque altro, non sono ancora pronto ad affrontare.
 
Kikyo.
 
Sono piuttosto certo che se ora mi voltassi, verrei investito dal gelo dei suoi occhi.
….e al momento ho già abbastanza pensieri per la testa!
 
Hideki, infatti, non sembra affatto intenzionato a lasciar cadere il discorso, e imperterrito continua a inveire contro Kagome.
-“Quella che è uscita da quella grotta non è la Kagome che conosco! La Kagome che conosco non si sarebbe mai unita a questo branco di idioti buoni a nulla! La Kagome che conosco avrebbe fatto fuori senza esitazione chiunque altro mirasse a ottenere i frammenti della Sfera!”
 
-“ADESSO BASTA!
 
La voce di Kagome esplode improvvisamente, facendoci trasalire.
È ferma. Risoluta. Ma le mie orecchie non possono fare a meno di cogliere l’impercettibile nota incrinata che accompagna le sue parole.
 
Quando riprende a parlare, tuttavia, il suo tono cala al punto da risultare appena udibile persino per me.
-“Basta così, Hideki, ti prego. Non voglio litigare con te, chiudiamola qui.” sussurra, prima di voltarsi e riprendere a camminare. Lo sguardo fisso sul sentiero.
 
Ma a differenza sua, Hideki non sembra dello stesso avviso e, sfoderando un ghigno malefico, le si mette alle calcagna come un predatore con la propria preda.
 
-“Che c’è Kagome? La verità brucia, vero?! E io che credevo non fossi debole come le altre donne…tsk! Ma di cosa mi stupisco? Dovevo aspettarmelo. Infondo sei solo una femmina umana! Siete tutte uguali…vi bastano un paio di moine e una scopa-“
 
 
Il suono sordo di uno schiaffo, mette tutto a tacere.
Tutti.
Specialmente Hideki, ora immobile. La testa rivolta verso destra, in una posa innaturale. La guancia livida a causa del colpo inatteso.
Tuttavia...
Hideki non è il solo a provare dolore in questo momento.
 
Già.
Perchè..
 
Le lacrime di Kagome mi danno l’amara sensazione di aver appena assistito a una lite tra amanti.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
La mano pulsa per il dolore provocato dall’ impatto con la guancia di Hideki, mentre una lacrima solitaria sfugge al mio controllo, andando a rigarmi il viso.
Ma ormai non importa più.
Ho ancora il braccio fermo a mezz’aria, e non riesco a muovermi.
O meglio, non voglio muovermi.
Temo che nel momento in cui deciderò di abbassarlo, sarò costretta ad affrontare le conseguenze del mio gesto. O comunque a spiegarne il motivo.
 
E il motivo è che…
Hideki ha ragione.
 
Non riguardo alle ultime accuse che mi ha rivolto, ovviamente. Anzi, mi chiedo come possa essergli anche solo passata per l’anticamera del cervello un’assurdità del genere! Crede davvero che io sia quel tipo di donna?!
Le sue parole mi hanno profondamente ferita.
Mi ha praticamente dato della sgualdrina.
Ma, in realtà, ciò che mi ha fatto più male è stato sentirmi rinfacciare, senza mezzi termini, di essere cambiata.
 
Perché so che è la verità. Lo sento. Io mi sento diversa.
E questo mi terrorizza.
 
Hideki avrà anche i suoi modi bruschi, ma non avrebbe potuto esprimere il concetto in modo più chiara.
Ho sbagliato.
Ho sbagliato nei suoi confronti decidendo per entrambi, senza preoccuparmi di chiedere il suo parere.
Ma..
..è anche vero che, in quel momento, qualcosa dentro mi diceva che quella era la decisione giusta da prendere.
Non riuscivo a vedervi nulla di sbagliato, perché….
 
..Perché..
 
….mi avrebbe permesso di stare al fianco di Inuyasha.
 
Dio..
Cosa mi sta succedendo?
Non è da me fidarmi incondizionatamente di uno sconosciuto.
Lo conosco appena, e soprattutto, non l’avevo mai visto prima di incontrarlo per caso al villaggio Yusaka.
 
Eppure..
 
Quando l’ho visto privo di conoscenza dopo aver rischiato la vita per me…le barriere che fino a quel momento avevano protetto il mio cuore, si sono letteralmente sgretolate sotto il peso della paura. Improvvisamente, l’unica cosa che desideravo era poter rivedere i suoi occhi ambrati ed essere rassicurata dalla sua voce.
E, prima che me ne potessi rendere conto, il mio viso era già rigato dalle lacrime.
Una parte di me, quella razionale, era cosciente dell’assurdità della mia reazione. Perché piangere per qualcuno che non conosco? Per qualcuno che tecnicamente è mio nemico? Per qualcuno che potrebbe privarmi del piacere di uccidere Naraku? Se aveva deciso di seguirmi giù per la cascata la cosa non avrebbe dovuto riguardarmi. Io non avevo chiesto di essere salvata. Non avevo chiesto il suo aiuto.
 
Tuttavia…
…ho sempre faticato a tenere a bada il mio lato emotivo.
 
Sebbene in questi anni Hideki mi abbia sempre insegnato a non avere pietà dell’avversario, a non lasciar trapelare le emozioni sul campo di battaglia…..
….mantenere quella maschera di freddezza mi ha sempre comportato un notevole sforzo.
 
E’ bizzarro.
 
Anche se non ricordo nulla del mio passato, della persona che ero prima che Naraku mi portasse via tutto…ho sempre avuto la sensazione che tutto quello che facevo per perseguire il mio desiderio di vendetta, violasse la mia stessa natura.
E anche in quel frangente, dinanzi a un nemico che aveva messo a repentaglio la sua vita per me, il mio lato emotivo è riemerso.
Il groviglio di emozioni che ho provato in quella grotta mi ha destabilizzato. Mi ha confuso.
 
…ma mi è anche parso insensatamente familiare.
 
Non saprei spiegarlo, ma…
Mentre lasciavo sfogare la mia rabbia, la mia frustrazione, sul mezzo-demone appena risvegliatosi, tutto ciò che in realtà desideravo…che bramavo con tutta me stessa…era sentire il calore del suo corpo contro il mio.
Per questo non l’ho respinto.
Perché era l’unica cosa di cui avevo bisogno in quel momento.
Sapevo che quel gesto mi avrebbe tranquillizzata. Ne ero sicura, perché avevo già provato quella sensazione.
Durante la caduta.
Non appena Inuyasha mi ha stretta a sé, non mi è più importato nulla della distanza che mi separava dalla morte.
 
E ora eccomi qua.
Travolta da quei sentimenti che non riesco a comprendere, a fare i conti con la mia coscienza che, a quanto pare, porta il nome di Hideki. Ancora bloccata in questa stupida posizione che sta iniziando a farmi formicolare il braccio.
Con lentezza esasperante lo riabbasso, ma ancora non riesco a guardare in faccia il mio compagno.
Non so cosa dirgli. O meglio, lo so, ma non posso farlo ora. Non davanti a loro.
Non davanti ad Inuyasha.
Inoltre, ora che conosco la sua opinione in merito, non ho dubbi riguardo a come potrebbe reagire se gli confessassi che ha ragione. Non voglio che mi consideri una debole. O che possa credere che abbia rinunciato al mio desiderio di vendetta.
 
Maledizione!
E’ tutto un gran casino!
Non so nemmeno se quello che provo possa essere definito….amore?
Probabilmente no.
Non sono mai stata innamorata di nessuno, da quanto riesco a ricordare.
 
Il silenzio che è calato è quasi surreale.
E’ come se qualcuno avesse fermato il tempo. Persino le foglie hanno cessato il loro caratteristico frusciare.
Perché Hideki non dice niente? Perché non comincia a inveirmi contro per averlo schiaffeggiato? So perfettamente quanto sia orgoglioso, e di certo essere colpito da una donna umana rientra nella lunga lista di quei “disonori da lavare col sangue”.
Ma trattandosi di me probabilmente me la caverò con una sfuriata in perfetto stile Hideki.
Non dovevo schiaffeggiarlo, ho esagerato..
..ma sentirgli esternare tutto ciò che avevo rinnegato persino a me stessa, mi ha fatta sentire così sciocca…così vulnerabile…che ho agito di impulso.
 
Sono senza speranze..
 
Credo che questa volta tocchi a me fare il primo passo.
 
-“Hideki…ascolta…mi dispiace. Mi dispiace davvero, non volevo. Non so cosa mi sia preso...io-” ma nell’esatto istante in cui il mio sguardo incrocia quello del demone che mi sta difronte, le parole mi muoiono in gola.
 
Cosa significa quello sguardo?
Non..
Non l’ho mai visto in questo stato.
 
La sua espressione è di pura delusione.
Non vi è rabbia sul suo viso…solo una profonda amarezza che mi stringe il cuore all’istante.
Non mi sarei mai aspettata una tale reazione da parte sua.
Non credevo che il mio gesto l’avrebbe ferito sino a questo punto..
Come siamo giunti a questo?
 
Cogliendo il mio disagio, Hideki ne approfitta per prendere finalmente la parola.
…facendomi preferire che non l’avesse mai fatto.
 
-“Beh, finalmente qualcosa su cui siamo d’accordo. Perché neanch’io ho idea di cosa ti sia preso negli ultimi tempi, Kagome.” – le sue parole sono gelo puro, in netta contrapposizione alla tristezza che traspare dai suoi occhi –“Sarà meglio darci una mossa se vogliamo raggiungere un posto sicuro prima che cali la notte. Abbiamo già perso fin troppo tempo.” conclude secco superandomi e stando ben attento a non sfiorarmi accidentalmente.
Un’accortezza che riesce perfettamente nell’intento di acuire ulteriormente il mio senso di colpa..
Consapevole ora più che mai di averlo tradito.
Consapevole di aver involontariamente voltato le spalle all’unica persona che mi sia mai stata vicina.
 
Kami…cosa ho fatto..
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-“Brrr…non avete anche voi l’impressione che il fuoco stia perdendo vigore?” la voce squillante e eccessivamente vivace di Shippo mi giunge alle orecchie urtandone, come al solito, la sensibilità.
Questa volta, però, non ho alcuna intenzione di dare il via al solito diverbio che, nel migliore dei casi, si concluderebbe con un bernoccolo viola sulla testa dello sventurato cucciolo di volpe.
No.
Decisamente non sono in vena di scherzare.
E’ bizzarro come il mio umore sia mutato drasticamente rispetto a stamattina. Fino a poche ore fa ero al settimo cielo al pensiero di quanto fossi fortunato a poter riavere Kagome al mio fianco….mentre ora sono ossessionato dal timore che lei possa provare qualcosa per un “uomo” che non sono io.
 
Non posso nemmeno a pensarci!
 
Il dubbio che tra loro potesse esserci qualcosa di più di una semplice amicizia, si era già insinuato nella mia mente nel momento in cui l’ho ritrovata in compagnia di quello spaventapasseri. Ma dopo aver assistito alla loro lite…beh…il timore si è del tutto radicato.
Infondo cosa so io dei tre anni in cui siamo stati separati? Poco e niente, se non quello che mi è stato raccontato proprio da Hideki. E sebbene lo conosca da poco, non escluderei l’ipotesi che quel bastardo possa avermi mentito solo per prevenire una mia eventuale sfuriata, che avrebbe senza dubbio destato sospetti agli occhi della ragazza del futuro.
 
Dannazione! Io lo ammazzo quel figlio di puttana.
Io…devo sapere! Ho BISOGNO di conoscere la verità o non riuscirò a darmi pace.
Di questo passo rischio di impazzire!
 
Dopo lo scontro di oggi pomeriggio il viaggio è proseguito nel totale silenzio. Nessuno sapeva cosa dire. L’intera scena ci aveva lasciati completamente spiazzati.
Prima di giungere all’accampamento ho scorto più di una volta, Sango e Miroku scambiarsi diverse occhiate eloquenti. E nonostante non sia mai stato particolarmente bravo a decifrare questi giochetti di sguardi, questa volta non mi sono nemmeno dovuto sforzare per capire che anche loro la pensano come me.
E questo non mi conforta per niente!
 
-“B-beh…se nessun altro ne ha voglia, io e Kirara ci proporremmo per andare a cercare un po’ di legna, che ne dite?” l’ennesimo tentativo del piccolo demone di sciogliere la tensione che aleggia su tutti noi non passa inosservato, e finalmente è Miroku ad intervenire prima che io riveda la decisione di astenermi dalla violenza.
-“Mi sembra un’ottima idea, Shippo! Già che ci siete perché non raccogliete anche un po’ d’acqua? Non credo che quella che ci è rimasta basterà fino a domani mattina.” le parole del monaco sono accompagnate, come di consueto, da un sorriso affabile che ha il potere di far immediatamente riacquistare fiducia nel cucciolo, il quale non fa nulla per celare il piacere di rendersi utile, ma soprattutto, il sollievo di potersi allontanare da quella situazione di disagio condiviso.
-“Ma certo! Corro!” esclama entusiasta quest’ultimo, prima di afferrare il secchio mezzo vuoto e sparire in tutta fretta all’interno della foresta, seguito dal demone-gatto.
 
Essendo stato Miroku l’ultimo a parlare, è di nuovo lui a prendere la parola prima che il silenzio prenda ancora una volta il sopravvento.
-“Allora, Kagome..” inizia il monaco, attirando l’attenzione di una Kagome completamente assorta nei suoi pensieri, intenta a giocherellare distrattamente col cibo ancora intatto.
-“S-si houshi-sama?” la risposta, inizialmente sorpresa, assume immediatamente un tono formale che suona alquanto inusuale pronunciato dalla stessa ragazza che un tempo non si faceva alcuno scrupolo a dare del pervertito proprio al monaco che le sta difronte.
-“Per tutti i Kami! Chiamami pure Miroku! Non c’è bisogno di tutte queste formalità, infondo adesso siamo compagni di viaggio!” risponde il monaco sfoderando un sorriso sghembo.
 
Se non lo conoscessi abbastanza penserei che ci sta provando con Kagome.
Ci manca solo lui oggi!
 
-“Già, direi di sì..” conviene Kagome poco convinta mentre ricambia con educazione il sorriso di Miroku.
Ho paura che la lite con Hideki possa averle fatto rivedere la sua posizione riguardo all’essersi unita a noi..
E se Hideki la convincesse di aver fatto una pessima scelta? Se la dissuadesse a riprendere la ricerca dei frammenti solo loro due, come hanno fatto finora?
Sparirebbero ancora una volta nel nulla sotto i loro mantelli…e a quel punto io non potrei fare niente per fermarli. Non la rivedrei mai più..
No..
No, non potrei resistere al dolore di vedermela strappare dalle mani ancora una volta.
Dannazione..
DANNAZIONE.
 
-“Beh, anche se forse è un po’ tardi per questo, credo che le presentazioni siano d’obbligo in modo da evitare altri equivoci di questo tipo!” aggiunge sicuro di sé Miroku, strizzandole l’occhio.
 
Se non la smette immediatamente non esiterò un secondo di più a infilzarlo con la mia Tessaiga.
 
Il monito sembra giungere forte e chiaro al monaco che, notando il mio sguardo omicida, tira un colpetto di tosse come a cercare di ridarsi un contegno. Anche se in realtà credo che il contributo maggiore lo abbia dato l’espressione piuttosto eloquente di Sango al suo fianco.
 
Quel dongiovanni da strapazzo non cambierà mai!
 
L’intera scena non passa inosservata agli occhi della fanciulla del futuro la quale, inaspettatamente, si lascia sfuggire una leggera risata che mi lascia imbambolato per alcuni secondi.
Credevo che non avrei mai più avuto il privilegio di vedere quel sorriso.
Credevo che non sarebbe più stato possibile dopo quello che ha sofferto a causa mia…
…eppure eccomi qui, a bearmi di quella risata cristallina.
Sembra tutto troppo bello per essere reale.
 
Ritrovata la serietà, il viso di Kagome si distende in un’espressione più rilassata. Adesso sembra sinceramente a suo agio.
-“Sono assolutamente d’accordo con te, Miroku” risponde, rivolgendogli un sorriso genuino.
-“Perfetto! Allora, se a voialtri non dispiace comincerei io.” propone con finto garbo il monaco che in realtà non aspettava altro.
 
Lo invidio.
Invidio la naturalezza con la quale riesce a tenere in piedi questa farsa. Io non ne sarei mai stato capace..
 
–“Dunque, io sono Miroku del villaggio Shibuya. Sono nato in una famiglia in cui tutti gli uomini studiano sin da piccoli per poter diventare monaci buddhisti, e questo è in realtà il solo motivo per cui ho preso i voti! Diciamo che la mia vera vocazione non ha mai incontrato i favori dei comuni uomini di fede…”
-“Già, Miroku rientra più nella categoria di uomini che preferiscono correre dietro alle donne facendo loro proposte indecenti! A me piace definirlo un inguaribile donnaiolo.”
Com’era prevedibile, il commento pungente di Sango non tarda ad arrivare.
-“Ma…Sanguccia mia…le tue parole mi feriscono nel profondo! Sai benissimo che io ho occhi solo per te!” tenta in vano, allungando una mano verso il sedere della sterminatrice e ritrovandosi, altrettanto prevedibilmente, cinque dita stampate sulla guancia.
 
Non imparerà mai.
 
-“Credo proprio che la tua definizione gli calzi a pennello!” osserva Kagome divertita, rivolgendosi alla sterminatrice che, colta impreparata, non fa in tempo a dissimulare la gioia di avere di nuovo un’alleata, nonché la sua migliore amica.
Fortunatamente faccio appena in tempo a farle segno di non lasciarsi travolgere dalla commozione, o la cosa non sarebbe stata affatto facile da spiegare alla ragazza del futuro.
-“Tu sei una sterminatrice di demoni, non è vero? Ho riconosciuto l’armatura tipica del vostro villaggio! Da quanto mi è stato raccontato è proprio lì che è stata creata la Sfera dei Quattro Spiriti, è esatto?”
-“Esatto! Ho vissuto lì con la mia famiglia, sottoponendomi ogni giorno a estenuanti allenamenti per mantenere alto il nome del mio villaggio. …E ora sono la sua ultima superstite…” a quel drammatico ricordo il volto della sterminatrice si rabbuia, proprio come in quei momenti in cui si domanda quali saranno le sorti del suo adorato fratellino Kohaku.
 
Ma questo la Kagome che le sta difronte non può saperlo.
 
-“M-mi dispiace! Perdonami non ne avevo idea…”- si affretta a scusarsi la giovane, sinceramente dispiaciuta.
-“Non ti preoccupare, ormai sono passati anni...anche se la ferita è ancora aperta. Ormai ciò che mi permette di andare avanti è tentare il tutto per tutto per strappare il mio fratellino dalle grinfie di Naraku!” replica amaramente la sterminatrice, animandosi di speranza.
 
Dall’espressione di Kagome, tuttavia, traspare chiaramente la sua confusione.
 
-“Naraku?! Mi vuoi dire che a sterminare gli abitanti del tuo villaggio e a rapire tuo fratello…è stato Naraku?!”
-“Proprio così…io e i miei compagni, tra cui mio padre e mio fratello minore, siamo stati convocati al castello da un principe della zona che necessitava del nostro aiuto con un demone…beh inutile dirti che quel principe era Naraku e che quella, in realtà, era una trappola. Fu lì che mio padre e gli altri trovarono la morte. E quel che è peggio è che la mano che l’ha provocata….è stata proprio quella di Kohaku, il mio fratellino, caduto sotto l’influenza di Naraku. Intanto, approfittando dell’assenza degli sterminatori migliori, i demoni al servizio di Naraku, radevano al suolo il nostro villaggio, uccidendo donne e bambini.”
-“E’…terribile… Quel maledetto bastardo!”- con un movimento repentino, le mani di Kagome si congiungono a quelle della sterminatrice, stringendole tra le sue in segno di conforto –“Mi dispiace tantissimo Sango…so perfettamente quello che hai dovuto sopportare..
Ma vedrai, presto avremo la nostra vendetta! Sono sicura che il giorno in cui prenderemo la vita di quel bastardo non sia lontano. Quel giorno, finalmente, onoreremo la memoria dei nostri cari e tu riavrai al tuo fianco il tuo adorato fratellino! Ne sono certa!”
Le parole di conforto della ragazza e il suo caldo sorriso contagiano la sterminatrice al punto che, in pochi istanti, le due giovani si ritrovano a scambiarsi un sorriso affettuoso e vagamente complice, proprio come un tempo.
 
 
Ma l’idillio non sembra destinato a durare.
 
 
Una risata amara, carica di rancore, infatti, interrompe inaspettatamente l’amorevole quadretto, facendomi gelare il sangue nelle vene.
 
Kikyo, che fino ad ora era rimasta in silenzio in disparte, sembra più che mai intenzionata a dire la sua in merito.
 
-“Ho forse detto qualcosa di divertente, miko-sama?” domanda la ragazza del futuro con garbo, sebbene il suo fastidio sia oltremodo evidente.
-“A dire il vero sì” replica divertita la miko, la quale ora si trova in piedi davanti alla sua reincarnazione.
 
Tutta questa situazione non promette nulla di buono!
 
-“Mi diverte molto il tuo ardore, dico davvero. Trovo bizzarro quanto il tuo odio verso Naraku sia radicato…..nonostante tu sia l’unica, tra noi, a non avere un motivo per provare rancore nei suoi confronti.”
La reazione di Kagome non si fa attendere e, in men che non si dica, le due donne della mia vita si trovano una di fronte all’altra, i visi a pochi centimetri di distanza. Entrambe sul piede di guerra.
-“Non capisco cosa stai blaterando, sacerdotessa, ma forse non hai prestato molta attenzione alle mie parole: quel bastardo ha ucciso i miei genitori.”
-“E tu hai ricordi al riguardo?”
La domanda di Kikyo la lascia interdetta per un paio di secondi, prima che Kagome riprenda a parlare.
 
Kikyo, che cazzo hai intenzione di fare?!
 
-“No, non ho ricordi al riguardo, ma solo perché quando è accaduto io ero già priva di conoscenza. E’ stato Hideki a trovarmi e a portarmi in salvo prima che Naraku potesse uccidere anche me.”
-“Quindi tu non hai mai visto Naraku uccidere i tuoi genitori?”
-“Mi stai per caso dando della bugiarda?”
-“Sto solo dicendo che tu non hai la benché minima idea di cosa significhi perdere una persona amata.” senza dare il tempo alla giovane di replicare, Kikyo si volta verso di noi, indicandoci uno a uno con gesto teatrale –“Ognuno di noi è legato a Naraku da una perdita. La sterminatrice ha perso la sua famiglia. Il monaco è vittima della maledizione del Vortice del Vento che si tramanda agli eredi maschi da generazioni, e la stessa ha provocato la morte di suo padre. Ma nulla di tutto ciò è minimamente paragonabile al destino che abbiamo subito io e Inuyasha!” le ultime parole restano sospese nell’aria per alcuni istanti, dando l’opportunità a Kagome di assimilarle e di studiare attentamente lo sguardo che intercorre tra me e la sacerdotessa, alla ricerca di una spiegazione alle parole di quest’ultima.
 
Ho già vissuto questa situazione, e so perfettamente come andrà a finire.
Qualcuno rimarrà ferito.
…E temo anche di sapere chi sarà.
 
-“Non ti seguo…” il viso di Kagome è l’esatta trasposizione della confusione che sta provando. Chiaramente non riesce più a comprendere la piega che sta prendendo la discussione.
E come potrebbe?
Lei non può sapere di aver già combattuto questa battaglia più e più volte, riportando ogni volta ferite sempre più profonde. Ferite che un tempo ho persino contribuito ad aggravare..
Quelle del suo cuore.
 
-“Chi è adesso a non prestare attenzione?” replica sarcastica la miko, consapevole oramai di averla in pugno –“Eppure mi era parso che al vostro primo incontro Inuyasha avesse accennato qualcosa riguardo al fatto di aver perduto la donna che ama a causa di Naraku. Beh…a questo punto credo sia giunto anche per me il tempo delle presentazioni! Mi presento, il mio nome è Kikyo…
….e sono io quella donna.”
 
 
 
-“KIKYO!”
 
 
 
La mia voce tuona, inattesa, facendo sussultare la miko che abbandona all’istante la sua maschera di spavalderia. La sua espressione è indecifrabile.
 
Adesso basta!
Ho sentito abbastanza.
So benissimo dove sta cercando di arrivare, e questa volta non ho intenzione di lasciarglielo fare.
E’ arrivato il momento per me e Kikyo di fare un bel discorsetto.
 
-“Vieni con me, dobbiamo parlare.”
 
Il mio tono secco non ammette repliche, e questo la miko sembra averlo notato a giudicare dalla prontezza con la quale si appresta a seguirmi, senza batter ciglio, nei meandri della foresta.
Poco prima di voltarmi, tuttavia, riesco per un attimo a scorgere due minuscole gocce lucenti far capolino agli angoli dei suoi occhi.
 
Ma è solo questione di un attimo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Sono ancora frastornata dalla recente sequenza di eventi.
Non saprei neppure dire a cosa ho appena assistito.
Una scenata di gelosia?
Un avvertimento?
Una litigio di coppia?
Le parole della miko sono suonate così…ostili…così cariche di rancore, che se non l’avessi appena conosciuta penserei che abbia qualcosa di personale nei miei confronti.
Davvero non capisco..
Com’è accaduto che il discorso si spostasse dai miei genitori a Inuyasha?
Che motivo c’era di specificare la natura del loro rapporto?
Forse, in quanto ultima arrivata, teme che possa rubarle l’uomo
 
Ridicolo!
 
Si vede che non mi conosce. Non sono minimamente interessata a certe cose.
Lungi da me interferire nel loro “amore”!
 
 
Già.
E allora…
 
 
 
….perché mi sento così?
Perché la consapevolezza del suo ruolo nella vita di Inuyasha è stato pari a ricevere un pugno in pieno stomaco?
Perché sento il peso di questo nodo in gola?
 
Perché sono….
gelosa?
 
Ho una tale confusione in testa, che temo possa scoppiarmi da un momento all’altro.
 
Troppi interrogativi e nemmeno l’ombra di una risposta.
 
Ogni volta che tento di trovare una spiegazione razionale a queste reazioni, a questo tumulto di sentimenti provocatemi dal mezzo demone, vengo puntualmente colta da queste maledettissime fitte alla testa.
Quasi come se la mia mente si rifiutasse di collaborare..
 
Erano anni che non si ripresentavano, e oramai mi ero quasi dimenticata quanto potessero essere dolorose.
 
Un tempo, però, al mio fianco c’era sempre Hideki. Pronto ad alleviare la mia sofferenza.
 
Le sue timide parole di conforto, il modo affettuoso in cui mi frizionava i capelli con le sue grandi mani, sono sempre state un balsamo per la mia anima tormentata.
 
…e io sono stata così brava da essere riuscita a far allontanare proprio la sola persona di cui mi sia mai fidata.
 
Come ho potuto essere così stupida?
Che diavolo mi è preso?!
 
Lascio vagare lo sguardo tra gli alberi immersi nell’oscurità, nella speranza di scorgere anche solo un segno della presenza del mio compagno. Ma com’era prevedibile, tutto tace.
Da quando siamo arrivati all’accampamento, Hideki si è dileguato nella foresta senza dire neppure una parola.
…anche se non faccio fatica a comprendere le ragioni che stanno dietro al suo comportamento.
 
E’ assurdo quanto la situazione sia precipitata rapidamente..
 
Siamo passati dall’essere una squadra affiatata, a non riuscire nemmeno a sopportare di stare nello stesso luogo contemporaneamente.
 
Non so che darei per potergli parlare, per spiegarmi...per dirgli quanto mi dispiace…
…ma comincio a chiedermi se me ne darà mai la possibilità.
 
Dio..
Non mi sono mai sentita tanto sola come in questo momento..
 
Hideki...ti prego..
Non mi lasciare.
Ho..
Ho bisogno di te..
 
 
 
 
 
 
-“Kagome?”
 
Con uno scatto repentino alzo la testa nella direzione da cui è giunta la voce, incredula.
Sto sognando forse?
 
Hideki è lì, davanti a me, come in risposta alle mie tacite preghiere. E il suo sguardo apprensivo fa definitivamente cedere le mie difese, lasciando i miei occhi liberi di colmarsi di lacrime.
 
Dopo anni al suo fianco non riesco ancora a smettere di stupirmi.
Come fa?
Come fa a sapere sempre quando ho bisogno di lui?
 
Credo che non mi abituerò mai a questo..
 
Sto per abbandonarmi a un pianto liberatorio, quando il ricordo delle sue parole di disprezzo, pronunciate solo qualche ora prima, mi riaffiora alla mente.
 
“E io che credevo che non fossi debole come le altre donne…tsk! Ma di cosa mi stupisco? Dovevo aspettarmelo. Infondo sei solo una femmina umana!”
 
Scuoto la testa energicamente, ricacciando indietro l’eco di quelle parole.
Non voglio mostrarmi debole davanti a lui. Non voglio perdere il suo rispetto.
Voglio che continui a reputami una combattente degna di tale nome.
Prima che possa accorgersene, perciò, mi asciugo gli occhi con un movimento fluido, cancellando definitivamente ogni traccia di quelle lacrime testimoni della mia fragilità.
-“Hideki..”- il tremore della voce, tuttavia, tradisce la mia espressione –“Dove sei stato?” chiedo, dissimulando una calma che non mi appartiene.
Non voglio che capisca quanto fossi in apprensione. Quanto avessi bisogno di vederlo.
-“In giro.. Avevo bisogno di stare un po’ da solo per schiarirmi le idee” ammette il demone, evitando accuratamente il mio sguardo.
-“Capisco..”
L’allusione alla nostra lite è piuttosto chiara, ma nonostante ciò, non riesco a dire altro. E’ come se le parole non volessero saperne di uscire e io non posso far altro che maledirmi mentalmente.
 
Dopo diversi secondi, che a me paiono un’eternità, finalmente è proprio Hideki ad alleggerire il peso di questo silenzio imbarazzante col suo solito tono spavaldo, che non mai stata così felice di sentire.
 
-“Che fine hanno fatto la frigida e il cagnolino?”
 
La domanda mi coglie impreparata, facendo riemergere in me lo stesso senso di inadeguatezza e risentimento che mi ha assalito nel momento in cui li ho osservati inerme allontanarsi insieme.
Non so dove siano, né cosa stiano facendo.
Tutto ciò che so è che lei è la donna per la quale Inuyasha ha giurato vendetta nei confronti di Naraku.
E questo già mi basta.
Per lui quella donna è importante quanto lo è per me la mia famiglia, e questa consapevolezza mi provoca una sgradevolissima stretta allo stomaco, che non riesco in nessun modo ad ignorare. Nonostante il mio tumulto interiore, mi sforzo a rispondergli cercando di sembrare il più naturale possibile.
 
-“Si sono allontanati in direzione del bosco…avevano bisogno di parlare in privato!”
 
Non appena termino la frase, però, lo sguardo di Hideki guizza immediatamente nella mia direzione, come se si aspettasse un qualche tipo di reazione. I suoi occhi mi scrutano attentamente per diversi minuti, tentando di cogliere anche la più impercettibile sfumatura del mio viso, finché finalmente non riprende a parlare.
 
-“Capisco…” sospira il demone, assumendo un’espressione indecifrabile. Un misto tra sollievo e pena. Perché ho come l’impressione che lui sappia qualcosa che io non so?
Ma prima che riesca a dar voce ai miei dubbi, Hideki mi precede, sorprendendomi con una richiesta insolita da parte sua.
 
-“Kagome, ti dispiacerebbe seguirmi? Avrei davvero bisogno di scambiare due parole con te.
Da soli.” aggiunge, fulminando con lo sguardo il monaco e la sterminatrice, che ancora non avevano aperto bocca.
 
Pfff.
Non cambierà mai..
 
-“D’accordo” rispondo pacata, mentre mi appresto a seguirlo col cuore che sembra volermi uscire dal petto da quanto ha iniziato a battermi forte.
Ma che mi prende?
Non sarò per caso diventata emotivamente instabile?
Non mi è mai capitato prima d’ora di sentirmi a disagio al pensiero di restare sola con Hideki.
 
Ma d’altra parte questa potrebbe essere la mia unica occasione per chiarirmi con Hideki.
Ho bisogno di parlargli.
Ho bisogno del suo aiuto..
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ormai dovremmo essere abbastanza lontani da evitare di essere sentiti..
 
Lancio un’occhiata al paesaggio intorno a me, studiandolo attentamente: non ha nessuna particolare peculiarità rispetto a dove abbiamo deciso di stazionare per la notte, ma perlomeno da questa distanza riesco ancora a percepire l’odore di Kagome.
 
Non voglio allontanarmi troppo da lei..
Dio solo sa come mi sentirei se dovesse accaderle qualcosa in mia assenza.
 
Ho potuto constatare coi miei stessi occhi quanto sia diventata forte in questi anni e sono sicuro che, se la situazione lo richiedesse, sarebbe perfettamente in grado di difendersi…
Ma neppure questa consapevolezza mi tranquillizza.
Quando si tratta della ragazza del futuro non posso fare a meno di essere ossessivamente apprensivo.
E’ più forte di me..
Anche se il cambiamento è innegabile…per me Kagome resterà sempre la ragazza indifesa e un po’ imbranata che mi ha risvegliato da un sonno lungo cinquant’anni.
 
-“Se volevi appartarti per guardare le stelle bastava dirlo.” il tono amaro della sacerdotessa alle mie spalle, tuttavia, mi ridesta dai miei pensieri.
 
Giusto. Sono arrivato fin qui col preciso intento di parlare a quattr’occhi con Kikyo. La prima donna che abbia mai amato.
Ed è esattamente quello che farò.
Ho bisogno di aprirmi con lei, e dirle ciò che realmente provo.
Sapevo, prima o poi, che questo giorno sarebbe arrivato. Per quanto continuassi a rimandarlo, sapevo che sarebbe giunto, per me e Kikyo, il tempo di affrontare questa discussione.
 
E’ dal giorno in cui Kagome è scomparsa che questo tarlo si è insinuato in me, e ora non posso più ignorarlo.
 
-“Kikyo..si può sapere cosa ti è saltato in mente?” le domando senza troppi giri di parole, cercando tuttavia di apparire il più calmo possibile.
Non voglio discutere con lei. Ho sempre avuto un timore quasi reverenziale nei suoi confronti.
Anche quando abbiamo scoperto che ci aveva sottratto i frammenti per consegnarli a Naraku, che così facendo aveva accresciuto il proprio potere arrivando persino a ridurmi in fin di vita, io….non sono mai riuscito ad accusarla di alcuna colpa. Di alcun tradimento.
Eravamo caduti nella trappola di Naraku proprio a causa della nostra reciproca mancanza di fiducia…e, semplicemente, non ho più voluto commettere lo stesso errore.
Forse commettendone uno anche più grave.
I piani di Kikyo non mi sono mai stati realmente chiari, ma nonostante ciò mi sono sempre fidato incondizionatamente, incontrando spesso la disapprovazione dei miei compagni di viaggio.
Specialmente di Kagome.
 
Ad essere sinceri finora non mi ero mai pentito della fiducia che ho sempre riposto in lei….
 
….ma recentemente ho dovuto rivedere la mia posizione al riguardo.
 
Aver scoperto che in questi anni, Kikyo fosse a conoscenza del fatto che Kagome fosse ancora viva da qualche parte e me l’abbia tenuto nascosto, ha fatto definitivamente crollare ogni mia convinzione.
 
Ora so, che quando si tratta di Kagome…..Kikyo non è affidabile.
 
-“Ho solo ritenuto necessario fare qualche precisazione, non ci vedo nulla di male.” risponde laconica la miko, ostentando una noncuranza che mi manda istantaneamente il sangue al cervello.
-“Niente di male?! NIENTE DI MALE?! Hai idea di quanto le tue “precisazioni” ci abbiano fatto rischiare?! Con le tue domande sulla sua fantomatica famiglia, sui suoi ricordi, potresti averle instillato il dubbio! Un dubbio che potrebbe crescere come un cancro fino a farle riaffiorare alla memoria quei ricordi che non è ancora pronta ad affrontare!”
 
-“Non ricordo di aver mai detto che avrei appoggiato questa farsa.”- ogni sua parola è satura di rancore. Ancora una volta stento a riconoscere la sacerdotessa di cui mi sono innamorato cinquant’anni fa: quella che ho davanti è solo un pallido riflesso della donna che ho amato.
–“A differenza tua, non mi importa di lei e della sua incolumità! Se dovesse impazzire o perdere il controllo, la cosa non potrebbe interessarmi meno! Ma non posso tacere quando sento qualcuno ostentare con così tanta naturalezza di conoscere il dolore legato alla perdita di chi si ama. Lei non sa niente! Niente! Sin dall’inizio, lei non ha mai avuto nulla a che fare con tutta questa storia. Come se il solo fatto di essere la mia reincarnazione le avesse dato il diritto di combattere questa battaglia al tuo fianco! E ad essere sincera non ho mai capito come tu abbia potuto permetterglielo.” la Kikyo posata e imperturbabile che ho sempre conosciuto, ha ormai lasciato il posto ad una donna ferita e sconvolta.
Mi si stringe il cuore a vederla in questo stato a causa mia.
Kikyo e Kagome. Perché riesco solo a farle piangere?
 
L’amore che provo per loro si è sempre tramutato in sofferenza.
 
Colto da un improvviso senso di colpa, mi avvicino a quella donna che mai come ora mi è parsa più fragile, avvolgendola delicatamente tra le mie braccia. Per tutta risposta, la miko si aggrappa alle mie spalle come se fossi la sua ancora di salvezza, nascondendo il viso nell’incavo del collo.
 
Restiamo in silenzio per diversi minuti, godendo uno della vicinanza dell’altro. Ma so che il discorso non è ancora concluso.
-“Kikyo..” azzardo esitante, per paura di rompere quest’attimo di quiete. Sentendosi chiamare, Kikyo riemerge dalle pieghe della mia veste, osservandomi leggermente stranita. Gli occhi impercettibilmente arrossati che le conferiscono un aspetto più umano. –“So quanto sia dura per te sopportare tutto questo. Niente potrà mai essere anche lontanamente paragonabile a ciò che Naraku ci ha fatto, privandoci della possibilità di una vita insieme..e io non mi perdonerò mai per averglielo permesso!” –come dotata di vita propria la mia mano si muove verso la guancia della miko, sfiorandola delicatamente coi polpastrelli. Lo sguardo della sacerdotessa si addolcisce all’istante, mentre assapora il contatto tra la nostra pelle. –“Ma le parole di Kagome sono solo dettate dall’inganno di Hideki. Prima di perdere i suoi ricordi, lei gli ha espressamente chiesto di fare in modo che non si dimenticasse di Naraku…e lui ha dovuto fornirle un’alternativa alla verità. Tuttavia, anche se il motivo per cui combatte non è reale….lei ha il nostro stesso diritto di odiarlo per ciò che le ha fatto tre anni fa.”- solo in un secondo momento mi accorgo che, a causa del dolore scaturito da quel ricordo, la mia presa intorno alla miko si è fatta più salda, portando quest’ultima a irrigidirsi.
-“Se tu fossi stato chiaro con lei sin dall’inizio e l’avessi rimandata indietro nella sua epoca quando ne avevi la possibilità, ora non ci troveremmo in questa situazione.” –la sua espressione è nuovamente tornata fredda e impassibile, facendomi presagire il peggio. –“Quando Urasue mi ha riportata in vita, in questo corpo di terra e ossa, non avevi più bisogno di lei e delle sue capacità di localizzare i frammenti. Avremmo potuto proseguire la ricerca insieme e compiere la nostra vendetta nei confronti di Naraku, ma tu hai preferito trasformare l’intera faccenda in una specie di caccia di gruppo, in cui hai perso completamente di vista il tuo obiettivo iniziale.”- sospira esasperata –“A volte mi chiedo se tu stia davvero combattendo per me..” -le sue parole restano sospese nell’aria in attesa di una mia reazione, di una smentita.
Ma io sono paralizzato.
Non riesco a parlare, non so cosa dirle…
 
Se non confermare i suoi dubbi.
 
So che se in questo momento la guardassi negli occhi, lei capirebbe. Per questa ragione mantengo ostinatamente lo sguardo puntato sul terreno arido, in segno di vigliaccheria.
Ma per la miko il mio silenzio è una risposta già abbastanza eloquente.
 
-“I-Inuyasha? E’ solo una mia impressione vero? Dì qualcosa.. Dimmi che mi sto sbagliando. Guardami negli occhi e dimmi che non è così, ti prego.” -l’ansia nella sua voce non fa che acuire il peso della mia coscienza, mentre sento aumentare la presa sulle mie braccia.
Non posso continuare a mentire, non è giusto nei suoi confronti.
Facendomi forza, alzo lo sguardo intrecciandolo con quello della donna che un tempo ho amato con tutto me stesso.
 
E tanto basta.
 
Nel mio sguardo affranto Kikyo riesce finalmente a leggere ciò che non sono mai stato in grado di confessarle.
 
-“N-non è possibile...tu…tu non puoi-” replica la miko, prima di portarsi una mano alla bocca, sconvolta.
-“Mi dispiace..” tento, avvicinandomi di un passo, ma, com’era prevedibile, lei indietreggia.
-“T-tu non puoi avermi rimpiazzata con quella ragazzina, NON PUOI!”
 
E’ fuori di sé: le mani tra i capelli e lo sguardo perso nel vuoto, le conferiscono un aspetto che differisce completamente dalla figura posata alla quale sono sempre stato abituato.
Ma non so che fare.
Se dicessi qualcosa, sono sicuro che non farei altro che peggiorare ulteriormente la situazione.
Merito il suo odio. Merito i suoi insulti. Merito ogni singola parola di disprezzo che deciderà di rivolgermi.
Se anche volesse picchiarmi, non reagirei. Ne ha tutto il diritto.
 
Ho impiegato troppo tempo ad accorgermi dei miei sentimenti verso la ragazza del futuro. E a pagarne il prezzo sono state entrambe.
 
Ma il mio subconscio non era pronto alle parole che la miko mi rivolge, dopo qualche istante dallo shock iniziale.
 
-“Bene…se le cose stanno così, ti auguro che Kagome ricordi tutto. Ogni singolo istante di quel giorno sull’Hakurei”- nel dirlo il suo volto si tramuta in un ghigno che non le avevo mai visto prima.
 
Quelle parole hanno il potere di fermare il mio cuore all’istante.
 
-“C-cosa vorresti dire?”  
In realtà sono terrorizzato al pensiero di conoscere la risposta, ma le parole escono da sole e io non faccio in tempo a fermarle.
 
Una risata inquietante precede la sua risposta.
 
-“Esattamente ciò ho detto, Inuyasha. Mi auguro che la tua Kagome ricordi tutto di te e di ciò che è accaduto sul Monte Hakurei. Voglio che ricordi esattamente il senso di abbandono che ha provato quando l’hai lasciata cadere nel vuoto, scegliendo me. Sono certa che se anche le raccontassi dell’inganno di Naraku, farebbe fatica a crederti visti i tuoi precedenti nei miei confronti. E a quel punto, se anche dovesse sopravvivere al peso di quei ricordi, dubito fortemente che vorrebbe ancora avere a che fare con un essere come te. Ti disprezzerebbe, proprio come me. E tu non avresti più nemmeno la tua amata ragazzina del futuro!”
 
Il mio corpo si muove da solo, e, prima che possa rendermene conto, le mie mani sono già strette attorno alle spalle della miko, imprigionata tra me e l’albero alle sue spalle.
Non avrebbe mai dovuto dire una cosa simile.
Non la credevo capace di concepire una tale bassezza.
 
-“Tu.mi.disgusti.” sussurro a pochi centimetri dal suo volto, scandendo ogni singola parola in modo che non possa perderne neppure una. Da questa distanza riesco a cogliere ogni sua minima reazione, e il risultato mi lascia soddisfatto. Ma non ho ancora finito. –“Faccio ancora fatica a credere che tu sia la donna di cui mi sono innamorato cinquant’anni fa. Ebbene sì, i miei obiettivi sono cambiati, e sai perché? Perché TU sei cambiata. La Kikyo che conoscevo è morta il giorno in cui mi ha sigillato a Goshinboku ed è a lei che devo mia gratitudine. E sarà anche per lei che ucciderò Naraku. Ma la donna piena di rancore che ho difronte non so chi sia.
E’ vero, mi sono innamorato di Kagome. E forse ci ho messo più tempo del previsto a rendermene conto, ma ora lo so. Me ne sono innamorato perché lei è stata al mio fianco anche se non ne era obbligata, anche se sapeva che la battaglia sarebbe stata pericolosa. Me ne sono innamorato perché, nonostante la mia indecisione le provocasse sofferenza, non mi ha mai chiesto di scegliere. Perché ogni volta che c’era da accorrere in tuo soccorso, lei era sempre in prima fila per aiutarti. Me ne sono innamorato perché lei è tutto ciò che tu non sei più, o che probabilmente non sei mai stata. ED E’ PER LEI CHE PRENDERÒ LA TESTA DI NARAKU AD OGNI COSTO!”
 
 
L’intenso bruciore alla guancia mi avverte dello schiaffo appena ricevuto.
Ma infondo è giusto così.
Sapevamo entrambi come si sarebbe conclusa questa discussione. Abbiamo rimandato troppo a lungo e, alla fine, gli argini del nostro cuore hanno ceduto sotto il peso di tutte quelle parole non dette.
Ho ancora il viso rivolto nella direzione opposta a quella da cui è partito il colpo, ma anche se non riesco a vederle, riesco a sentire distintamente l’odore delle lacrime di Kikyo.
E per quanto sia furioso con lei, la consapevolezza di averla fatta piangere mi fa sentire il più vile tra gli esseri.
 
Senza dire una parola, Kikyo si libera dalla prigionia costituita dalla mia mole e, sempre nel totale silenzio, si allontana nella direzione opposta a quella dalla quale siamo venuti.
Scomparendo nel folto della foresta, inghiottita dal buio della notte.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-“Hideki non credi che ci stiamo allontanando un po’ troppo dal resto del gruppo?” domando improvvisamente, dopo una ventina di minuti di cammino.
-“Non ti preoccupare, col mio olfatto li ritroveremo in meno di un secondo. E poi è solo una tua impressione, in realtà non ci siamo allontanati di molto. Non mi verrai a dire che sei già stanca?? Sei proprio una pappamolla!” replica il demone canzonatorio, facendomi gonfiare le guance indispettita.
-“Non sono per niente stanca! La mia era una domanda più che lecita dato che stiamo girando intorno senza meta da quasi mezz’ora….E poi non sono una pappamolla! Potrei batterti in velocità in qualsiasi momento!” ribatto in tono di sfida, ma comunque divertita.
Sembra che improvvisamente l’atmosfera tra noi sia tornata quella di prima. Nessuna divergenza, niente accuse infondate, solo noi. La strana coppia. il demone e l’umana, amici a dispetto di quei luoghi comuni che vedono le nostre differenti nature come nemiche giurate.
 
-“Per caso mi stai sfidando, ragazzina?” replica il mio compagno, altrettanto divertito –“Sai che non mi tiro mai indietro davanti a una sfida!”
-“Hai capito bene! Ti sfido a una gara di corsa. Il primo che arriva al ruscello vince!”
-“E cosa c’è in palio?”
-“Mmm…vediamo…se vinco io mi porgerai le tue scuse per avermi dato della pappamolla.”
-“E se invece, come prevedibile, dovessi vincere io?”
-“Beh...allora a quel punto sarei costretta a riconoscere la sua superiorità, oh grande demone!” lo sfotto, sapendo quanto gli diano fastidio gli appellativi.
-“Ci sto, ragazzina. Al via!”- accetta Hideki, impaziente, cominciando il conto alla rovescia e mettendosi in posizione, così come faccio immediatamente anch’io.
 -“Tre…..
due…..
uno……
 
VIA!”
 
Lo scatto iniziale ci porta entrambi a diversi metri di distanza dal punto di partenza. Com’è ovvio, la natura demoniaca di Hideki conferisce alle sue gambe una forza sovrumana che si concretizza in una spinta più potente e lunghe falcate, che gli permettono di portarsi immediatamente in vantaggio….
…ma io non sono certo da meno!
Infondo, è stato proprio lui ad allenarmi duramente per tre anni!
Nonostante l’evidente squilibrio fisico, infatti, la distanza che ci separa non è poi così insormontabile. Anzi potrebbe essere calcolata in una decina di metri.
E inoltre, se c’è una cosa che Hideki mi ha insegnato è che, in quanto essere umano, troverò sempre qualcuno più forte: in quel caso toccherà a me batterlo in furbizia, sfruttando qualsiasi elemento presente sul campo di battaglia. Ed è esattamente quello che ho intenzione di fare!
 
Dopo una rapida occhiata all’ambiente circostante, ho già fatto la mia scelta. Con una spinta ben calibrata effettuo un salto verso uno degli innumerevoli alberi che ci circondano, atterrando con grazia su uno dei rami.
Questi dovrebbero fare al caso mio, sembrano abbastanza resistenti.
Se la natura umana non mi permette di raggiungere la sua velocità, allora vorrà dire che sfrutterò la spinta che mi può fornire la solidità di questi rami.
In men che non si dica, sto saltando da un albero all’altro usufruendo dello slancio che queste cortecce millenarie mi forniscono, guadagnando una velocità di gran lunga superiore. Da questa altezza riesco a tenere d’occhio anche il mio avversario che non sembra essersi accorto del mio cambio di strategia e probabilmente ora starà gongolando credendo di avermi seminata.
Siamo in condizione di parità quando finalmente, in lontananza, intravedo il ruscello che segna il nostro immaginario traguardo. Facendo appello alle mie ultime forze, esercito una pressione sulle gambe che mi permette di effettuare uno scatto molto più lungo del normale, emergendo dalla fitta schiera di chiome che finora mi avevano fornito una valida copertura, e atterrando leggiadra a pochi metri dal minuscolo corso d’acqua.
Ho vinto!
 
Prima che riesca a gioire della mia vittoria, però, le imprecazioni di Hideki si fanno sempre più vicine, e in men che non si dica mi ritrovo stesa sul terreno umido…
…schiacciata sotto il peso del mio compagno!
 
Ma cosa-?
 
-“Kagome! Stai bene?? Niente di rotto?!” l’ansia nella voce di Hideki è piuttosto evidente, così mi affretto a rassicurarlo.
-“Sto bene, niente di rotto, non ti preoccupare!”
Nonostante le mie parole abbiano sortito l’effetto sperato, sul suo volto fa immediatamente capolino un inconfondibile moto di rabbia.
-“Si può sapere che diavolo ti è preso?! Piombarmi davanti così all’improvviso! Non sono riuscito a fermarmi in tempo!  Avrei potuto farti seriamente male!”
Il suo volto corrucciato mi provoca un irrefrenabile senso di tenerezza, lasciandomi sfuggire un sorriso involontario. E’ così buffo quando si preoccupa per me.
Ovviamente la mia espressione divertita non passa inosservata.
-“Che c’è da ridere? Sono serissimo!”
Colta sul fatto, non provo nemmeno più a camuffare il mio divertimento, lasciandomi andare a una risata spontanea, che dopo poco contagia anche il mio compagno.
Ben presto, tuttavia, l’ilarità lascia il posto all’imbarazzo.
Solo ora, infatti, mi rendo conto del fatto che ci troviamo ancora uno sopra l’altra, i volti vicinissimi, in una posizione che, vista dall’esterno, potrebbe facilmente essere fraintesa.
Accorgendosi del colorito assunto dalla mia faccia, anche Hideki sembra finalmente realizzare quanto sia equivoca la situazione e, in un attimo, pone fine a quell’imbarazzante, quanto piacevole, contatto tra i nostri corpi.
Nell’aiutarmi ad alzarmi, tuttavia, mi accorgo che anche il viso di Hideki ha assunto lo stesso colorito che, presumibilmente, deve avere il mio.
 
Merda…che imbarazzo!
 
Prima che il silenzio possa prendere il sopravvento, mi affretto a sciogliere la tensione riprendendo la conversazione lasciata in sospeso.
-“Beh, che dire, ho imparato dal migliore!” lo punzecchio, strizzando l’occhio.
Il mio stratagemma sembra funzionare, dal momento che il demone riacquista immediatamente la sua spavalderia.
-“Non mi ricordo di averti mai insegnato a barare, a dire il vero!” replica scettico.
-“Non ho barato! Ho solo sfruttato l’ambiente che mi circonda per sopperire alle mancanze tipiche della mia natura” ribatto con fare saccente.
-“Soppe…che?”
-“Lascia perdere… Ad ogni modo bando alle ciance! Qui qualcuno mi deve delle scuse!” lo intimo, assumendo un’espressione solenne.
 
Ma è la reazione di Hideki a lasciarmi perplessa. Il suo sguardo si rabbuia immediatamente come se le mie parole lo avessero in qualche modo avvilito, mentre su di noi cala inesorabile il tanto temuto silenzio.
 
Si può sapere che ho detto di male?
 
-“Hey Hide-?” tento, ma come destato dai suoi pensieri, il demone mi interrompe.
-“Ti chiedo scusa dal profondo del cuore, Kagome” asserisce improvvisamente con un’espressione di genuino pentimento.
 
Ma che gli prende?
 
Insomma, non c’è bisogno di essere così seri…era solo un gioco!
-“Hideki ma che dici? Non penserai davvero che mi sia offesa per così poco!? Volevo solo prenderti un po’ in giro, non c’è bisogno di prenderla così seriamente!” cerco di sdrammatizzare mostrandomi tranquilla, ma in realtà qualcosa all’altezza del mio petto ha iniziato ad agitarsi. Mi sento stranamente a disagio.
 
-“Non è per questo che ti sto chiedendo scusa!” sbotta il demone chiaramente infastidito dal mio goffo tentativo di portare la conversazione a un piano più informale.
-“E allora per cosa?” domando sempre più confusa.
-“E’ per ciò che ti ho detto questo pomeriggio.”
 
 
Sono senza parole.
Le sue scuse mi hanno talmente colta alla sprovvista che non so cosa dire. Non ero pronta all’eventualità che la conversazione prendesse questa piega.
-“Non avrei mai dovuto parlarti in quel modo, ho esagerato.. Quello schiaffo me lo sono meritato tutto.” ammette, abbozzando un sorriso incerto. –“So che non sei quel genere di ragazza, e so anche che la tua decisione di unirci al gruppo del mezzo demone è stata presa con le migliori intenzioni. Ma, in quel momento, io…ero accecato dalla rabbia. Ero fuori di me e ho lasciato che la mia parte peggiore prendesse il sopravvento. Ho detto cose di cui mi sono subito pentito, ma ormai era troppo tardi per tornare indietro.. E di questo non ti chiederò mai abbastanza scusa..
Noi due siamo una squadra, e in quanto tale dobbiamo avere fiducia l’uno nell’altro. Perciò ti prometto che non dubiterò mai più delle tue scelte e ti sosterrò sempre, fino alla fine.” – afferma deciso, scrutandomi intensamente, prima di riprendere. –“Malgrado ciò…non posso prometterti di non essere geloso.”
 
G-geloso?
 
Cogliendo la confusione nel mio sguardo, Hideki si affretta a precisare.
-“I-intendo dire che sarò sempre un po’ turbato dalla possibilità che quel botolo e i suoi amici possano prendere il mio posto come tuo compagno di viaggio!” afferma, visibilmente a disagio.
 
Che stupido..
 
Prima che possa fare qualcosa per fermarle, le lacrime stanno già rigando il mio viso, e io non posso far altro che portarmi una mano all’altezza della bocca per soffocare almeno i singhiozzi.
Sono io ad avere torto.
Sono io a dover chiedere scusa.
 
-“Kagome ma cosa-?”
-“N-non merito le tue scuse, Hideki. Non le merito affatto.. Sono io piuttosto a doverti chiedere perdono..”
-“Kagome ma che stai dicendo?! Tu hai cercato in tutti i modi di evitare la lite, sono stato io a provocarti! Quindi non hai motivo di sentirti in colpa.” cerca di rassicurarmi invano il demone, ignaro della realtà dei fatti.
-“E invece un motivo ce l’ho eccome! Perché mi sono resa conto che avevi ragione. Ragione su tutto! Ho cercato ad ogni costo di evitare un confronto con te solo perché temevo che ti accorgessi di quanto le tue accuse fossero fondate. Sono cambiata, Hideki..sono cambiata e la cosa mi terrorizza. Tutto ciò che so è che il mio cambiamento è legato alla vicinanza di Inuyasha. Ogni volta che sono insieme a lui non riesco ad essere razionale e questo mi porta a prendere decisioni avventate come quella di unirci al loro gruppo. Avrei dovuto consultarmi prima con te, parlartene. Proprio perché siamo una squadra! E invece, non appena se n’è presentata l’occasione, ho pensato solo al mio tornaconto! Io…io sono una persona orribile Hideki…” singhiozzo, nascondendomi il volto tra le mani, incapace di sostenere lo sguardo del mio compagno dopo ciò che gli ho confessato.
 
Il silenzio surreale che ci avvolge non mi fa ben presagire.
Chissà cosa starà pensando...
Ho praticamente ammesso di averlo schiaffeggiato per aver detto la verità. Per non parlare del fatto che gli ho confidato i miei problemi di cuore!
Cosa mi è passato per la testa?!
Perché gliel’ho detto?!
Ora sì che mi reputerà una sciocca ragazzina umana..
 
La presa ferrea attorno ai polsi, tuttavia, mi costringe a rimuovere le mani dal volto, lasciandomi priva di difese davanti a Hideki. Sono pronta a scontrarmi col suo disprezzo, ma in realtà…non faccio neppure in tempo a guardarlo in viso.
Con uno scatto repentino, il demone dai capelli rossi mi attira a sé lasciandomi cadere tra le sue braccia. E’ una stretta spasmodica e io mi ritrovo, in un primo momento, nell’impossibilità di muovere anche solo un muscolo.
-“H-hideki?”
-“Non voglio mai più sentirti dire che sei una persona orribile, hai capito? Tu sei una delle persone più buone e leali che io abbia mai conosciuto, nonostante ciò che la vita ti ha riservato. E io non ringrazierò mai abbastanza i Kami per avermi concesso il privilegio di incrociare la tua strada. Non c’è nulla di sbagliato in te e in ciò che provi…”
Le lacrime ormai non accennano a fermarsi, mentre ricambio l’abbraccio del mio compagno, conscia di non essere degna del suo affetto.
-“E allora perché fa così male?” gli domando, scossa dai singhiozzi.
-“Perché è reale..”- sospira il demone, mentre riesco a sentire distintamente il battito del suo cuore accelerare –“Ma ti prometto che non durerà per sempre. Io ti aiuterò. Farò quanto in mio potere per far sì che tu non debba più soffrire a causa sua.” afferma risoluto, stringendomi ancora di più a sé.
Non riesco a comprendere il significato dell’ultima affermazione, ma non ci do peso, accoccolandomi meglio contro il suo petto e beandomi di quel senso di protezione che solo lui sa darmi.
 
…beh…
Lui e Inuyasha.
 
Quando finalmente il mio corpo smette di tremare, sciolgo l’abbraccio in cui Hideki mi aveva imprigionata, guardandolo per la prima volta dritto negli occhi.
 
-“Ti ringrazio, Hideki…non so cosa farei senza di te.” ammetto, riconoscente, regalandogli il più sincero dei sorrisi. Per tutta risposta il demone si limita a mantenere il contatto tra i nostri sguardi come se volesse scrutarmi l’anima, abbozzando un cenno di assenso con la testa. A volte l’intensità del suo sguardo mi mette in soggezione. E’ come se cercasse di entrarmi dentro.
 
Come un fulmine a ciel sereno, tuttavia, mi rammento di un particolare del suo discorso sul quale vorrei spendere ancora due parole.
-“Ah Hideki! Riguardo al timore di poter essere rimpiazzato da Inuyasha e gli altri…”- mi soffermo per protendermi verso il suo viso, sollevandomi sulle punte, e posargli un bacio leggero sulla guancia –“…loro non potranno mai e poi mai prendere il tuo posto nel mio cuore.
Tu sei la sola persona al mondo di cui mi fidi.”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Mentre percorro il sentiero che mi ricondurrà all’accampamento, non faccio che ripensare alla durezza delle parole che ho rivolto a Kikyo. Forse sono stato un po’ troppo brutale..
Infondo, a suo modo, anche lei sta soffrendo..
Ma non posso perdonarle ciò che ha augurato a me e a Kagome!
E’ stata troppo meschina.
 
Quando finalmente raggiungo l’accampamento vengo accolto dai volti inquieti di Sango e Miroku. E la ragione è alquanto evidente.
-“Dov’è Kagome?” domando immediatamente, mal celando l’ansia nella mia voce.
Dopo un rapido scambio di sguardi, quel vigliacco di Miroku lascia alla sterminatrice l’ingrato compito di rispondere.
-“Si è allontanata con Hideki ormai più di mezz’ora fa..”
Senza lasciarle il tempo di terminare la frase la incalzo con un’altra domanda.
-“Da che parte si sono diretti?”
-“Per di là, sembrava che Hideki avesse qualcosa di importante di cui discutere..”
Con uno scatto mi appresto a seguire direzione indicatami dalla sterminatrice, ma prima che riesca ad allontanarmi, Miroku richiama la mia attenzione.
-“Aspetta Inuyasha! Come mai Kikyo non è con te?”
La domanda mi coglie impreparato, facendomi tentennare per alcuni secondi prima di rispondere.
-“Voleva starsene un po’ per conto suo..” rispondo vago, sapendo che il bonzo probabilmente sospetta già qualcosa. Ma per questa volta sembra accontentarsi della spiegazione, lasciandomi libero di proseguire la mia corsa.
 
Che diavolo vuole da Kagome quel damerino?!
 
Non ci impiego molto a fiutare l’odore della ragazza del futuro, raggiungendola in men che non si dica. La sua fragranza si confonde col fetore di quell’insopportabile pallone gonfiato, e io non riesco in alcun modo a trattenere un moto di rabbia.
Non mi fido a saperlo da solo con lei.
Facendomi spazio tra la vegetazione finalmente intravedo il ruscello, dal quale sento provenire delle voci concitate. Tra le quali distinguo chiaramente quella di Kagome.
 
Cosa sta succedendo?
 
Quando, però, riesco finalmente a scorgere le due figure in questione, la scena che mi si presenta davanti mi impedisce di muovere un altro passo.
Kagome sta piangendo.
Non riesco a vederla in volto da questa posizione, ma l’odore delle sue lacrime è inconfondibile.
A causa della distanza e della voce rotta riesco a distinguere solo alcune parole.
 
-“…io….io sono una persona orribile Hideki!”
 
Mi si lacera il cuore a vederla così fragile e non poter far nulla per alleviare il suo dolore.
L’impulso di uscire allo scoperto e prenderla tra le mie braccia è forte, ma sono costretto a bloccarmi quando a fare ciò che tanto bramo, è proprio Hideki.
Li osservo, paralizzato, scambiarsi parole che non riesco a udire.
E’ come se intorno a me tutti i rumori risuonassero ovattati.
 
Quello che fa più male, tuttavia, è vedere Kagome ricambiare senza esitazione l’abbraccio di quel bastardo, lasciandosi cullare tra le sue braccia come se fossero un porto sicuro.
Quando sono stato io ad abbracciarla nella grotta, sebbene non mi avesse respinto…Kagome non lo ha ricambiato. Come se fosse a disagio…
Come se…
…Non si fidasse.
 
Sapere di non avere la sua fiducia, fa quasi più male di saperla morta.
Che scopo ha la mia esistenza se la donna che amo non si fida di me? Come posso proteggerla da Naraku se non mi permette di starle accanto?
Ma è proprio quando credo che non ci sia limite al peggio che ricevo il colpo di grazia.
All’improvviso Kagome si solleva sulle punte dei piedi, portandosi all’altezza del viso del demone dai capelli rossi.
Non riesco a vedere esattamente cosa succede, ma non ce n’è bisogno.
La scena parla già da sé.
 
Col cuore in frantumi, mi affretto ad allontanarmi da quel luogo maledetto, combattendo con tutte le mie forze contro quel sangue demoniaco che, per quanto deleterio, mi consentirebbe di non provare più dolore.
 
L’ho persa.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Chiudo gli occhi mentre assaporo il contatto di quelle labbra morbide sulla mia guancia.
Il gesto di Kagome mi ha colto completamente alla sprovvista…ma allo stesso tempo mi ha colmato di una gioia inesprimibile.
 
Farò qualunque cosa pur di mantenere intatto quel sorriso.
Il sorriso della donna che amo.
 
-“Beh, credo che a quest’ora gli altri si staranno chiedendo che fine abbiamo fatto! Sarà meglio tornare indietro, che dici?” propone improvvisamente Kagome, interrompendo il flusso dei miei pensieri.
-“Tu va pure avanti, io ti raggiungo a breve. Vorrei fare un giro di perlustrazione per assicurarmi che nei dintorni non ci siano demoni pronti ad infastidirci!” mento spudoratamente, sperando che Kagome se la beva. Non posso certo dirle che ho bisogno di stare ancora un po’ all’aria aperta per placare i bollenti spiriti!
Dopo qualche attimo di esitazione, la fanciulla decide di assecondarmi, precedendomi sul sentiero che porta all’accampamento.
-“Non metterci troppo mi raccomando!”
-“Sta’ tranquilla!” la rassicuro, mentre la osservo sparire nel buio della foresta.
 
Sono completamente frastornato dal recente sviluppo degli eventi. Mai avrei pensato che Kagome mi avrebbe baciato di sua spontanea volontà..
Ok, si è trattato solo di un bacetto, ma le parole che mi ha rivolto…quelle, mi hanno fatto battere il cuore all’impazzata.
Sentirle dire che nessuno, neppure Inuyasha, prenderà mai il mio posto nel suo cuore, mi ha riempito di una speranza che ormai credevo morta e sepolta. Ho sempre creduto di essere per Kagome, alla stregua di un fratello maggiore. E questa consapevolezza mi uccideva.
Ho impiegato anni a guadagnarmi la sua fiducia, sapendo quanto le ferite del suo passato la portassero a non fidarsi più di nessuno. E con la stessa pazienza mi sono guadagnato un posto nel suo cuore. Un posto che un tempo era di Inuyasha, ma che adesso mi spetta di diritto.
…e non ho intenzione di cedere!
Non dopo tutta la fatica che ho fatto per tenerla lontana dal ricordo di quell’amore che la stava uccidendo!
Sebbene sia a conoscenza della profondità del legame tra quei due, voglio credere che, inconsciamente, anche Kagome stia cominciando a nutrire i miei stessi sentimenti.
E che forse, un giorno, sarò proprio io a farle dimenticare del tutto Inuyasha.
 
Il fruscio dei cespugli alle mie spalle, tuttavia, mi riporta alla realtà, obbligandomi a volgere l’attenzione verso la fonte di quel rumore.
Ma ciò che ne fuoriesce mi provoca un moto di rabbia incontrollato, che si tramuta immediatamente in un ringhio minaccioso.
 
-“Bene, bene. Pare proprio che qualcuno qui si sia preso una bella cotta per la nostra Kagome.”
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolino dell’autrice:
Heilà! ^-^ no, non è un miraggio! Sono proprio io ^-^ ormai non ci speravo più di riuscire a terminare questo capitolo. L’ho letto e riletto diverse volte, ma proprio non mi convinceva. Forse anche la lunghezza (ben 40 pagine O_O) ha reso l’impresa più ardua del previsto! In ogni caso, dopo innumerevoli revisioni, tagli, aggiunte, crisi di nervi, questo è il risultato…e spero che non faccia a voi lo stesso schifo che fa a me! In ogni caso fatemelo sapere xD
Prima di soffermarmi sul capitolo, tuttavia, credo di dovere a coloro che seguono la mia ff alcune spiegazioni riguardanti i tempi biblici che ultimamente intercorrono tra un aggiornamento e l’altro: ho cominciato a scrivere il capitolo qualche mese fa, poi ho avuto il cosiddetto "blocco dello scrittore" per il quale ogni cosa scrivessi mi sembrava un'emerita schifezza (non che la situazione sia migliorata col tempo -.-). A ottobre, poi, ho cominciato la magistrale in Traduzione e Interpretariato (un sogno che si avverava *-*) e credevo che durante i corsi avrei avuto più tempo per scrivere e invece? Ci danno i compiti a casa! Assurdo. Non ci volevo credere. Quindi ogni volta che tornavo a casa il pomeriggio, ero costretta a rimanere col naso sui libri fino a tardi e ovviamente la voglia di scrivere era direttamente proporzionale a quella di buttarsi sul letto >.< 
Nelgi ultimi tempi, però, ho ritrovato l’ispirazione e soprattutto il tempo per scrivere e TADAAAAN! Sono riuscita a portare a termine il capitolo! ^-^ purtroppo non posso promettervi che con i prossimi capitoli sarò più celere, perché mentirei :( ma di una cosa potete stare certe: non lascerò mai e poi MAI incompiuta questa ff. Ci tengo troppo! <3
Quindi nel bene e nel male, andrò avanti. Anche se ci volessero cent’anni! u.u ….ecco magari così tanto no O_O ma credo di aver comunque reso il concetto ^-^
Ma ora passiamo al capitolo! Diciamo che lo avrei potuto intitolare “Slapping hard” dalla quantità di ceffoni che volano xD ma alla fine ho optato per la frase di una canzone che mi ha ispirata e che si intitola “Think twice” degli Eve 6. Beh…che dire! Anche se a livello di trama non succede un granché [ndTutti ma che cacchio hai scritto in 40 pagine?!], questo capitolo scava a fondo nei sentimenti dei nostri protagonisti ed era fondamentale ai fini della storia. Tra gelosie e baci pare proprio che Inuyasha avrà il suo bel da fare con Hideki :D
Ps: se nella storia vi è parso di leggere una cit. dell’ultimo film de “Lo Hobbit”, beh…non vi sbagliate! E’ proprio così!
“E allora perché fa così male?”
“Perché è reale..”
Questo scambio di battute tra Tauriel e il padre di Legolas mi è rimasta impressa e mi ha colpito per quanto, nella sua semplicità, fosse profonda.
Dopo questo sproloquio direi che posso salutarvi e augurarvi BUONE VACANZE!
Alla prossima! ^-^
Bacioni <3

Dadina91
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: Dadina91