II cap.
Entrarono,
la porta scivolò sul marmo sollevando due gatti di polvere ai lati.
Sasuke si premurò di non farla sbattere contro il muro e con la mano
libera invitò Naruto a precederlo dentro; prima di entrare sistemò
le sedie del portico vicino al muro nell'eventualità che potesse
piovere il mattino dopo. Naruto aspettava poco oltre l'ingresso con
le mani strette dietro la schiena, timido per andare a spiare oltre
la prima porta aperta sulla sinistra.
Sasuke chiuse alle spalle
la porta e buttò le valigie nel salotto quadrato che si apriva
subito a destra della porta vista da Naruto; le lasció vicine alla
finestra dirimpetta all'ingresso, appoggiate al termosifone, per non
dar fastidio a chi volesse sedersi sul divano per guardare la
televisione appesa al muro opposto - sapeva bene Sasuke che chi
avrebbe potuto vedere la televisione non avrebbe tollerato il minimo
fastidio lungo la sua linea di sguardo.
Naruto lo guardava
spaesato, Sasuke si strofinò il viso con entrambe le mani e con la
destra gli indicò la porta da cui era stato incuriosito.
- La
cucina.
Naruto diede un'occhiata fugace dentro, riconoscendo il
frigo e i fornelli piazzati in maniera atipica sul lato destro della
sala, sul muro del televisore in salotto; all'opposto vi era un
camino elettrico, sottile e pulito, con la presa staccata che stava
sotto un tavolo in legno con quattro sedie, due per lato, che
occupava il resto della parete. Un calendario era attaccato sulla
parete di fronte a Naruto; risaltava sopra le austere mura bianche
pur nello squallore dei marchi rossi di una ditta di spedizioni.
Mentre Naruto guardava il salotto Sasuke si tolse le scarpe e le
infilò in una scarpiera, nascosta dietro una porta vetrata parallela
a quella di cucina, situata all'inizio di scale che scendevano; disse
a Naruto - Di qua si va in dispensa. La usiamo anche come piccolo
magazzino - ma un giorno ti mostrerò meglio. -
Naruto seguì
l'esempio di Sasuke e appoggiò le sue fuori dalla scarpiera e poi,
seguendo la direzione indicata dalla mano del moro, si sedette sul
divano; Sasuke sbadigliò, gli si piazzò di fronte e lo redarguì:
- Per capirci. Resti il tempo necessario a trovarti un alloggio;
non volermi male ma non voglio casini ulteriori con quello. Dormire
lo fai in camera mia, domani ci organizziamo meglio mentre per ora ci
stringiamo nel mio letto; mangiare puoi quello che trovi in dispensa
e in frigo giusto non eccedere per non destare sospetti. Metti caso
che mio fratello ti scopra, tu sei un mio collega che lavora a un
progetto con me e hai perso il treno per tornare a casa la notte; con
molta fortuna non dovremmo nemmeno mai vederlo nei giorni in cui
starai qua quindi dovrebbe bastare. Il bagno è al piano superiore,
appena saliamo ti spiego un secondo la planimetria della casa ma è
piccola come vedi quindi capirai tutto al volo. Altro non mi viene in
testa, capito tutto?
Naruto assentì con un cenno del capo e si
alzò in piedi, stufo di sentire il tono da maestrina arrogante
cinquantenne che si diverte a rimproverarlo.
Entrarono nel vano
delle scale, prima della porta vetrata, e salirono al piano
superiore; Sasuke sussurrò a Naruto :
- La prima a sinistra è
il bagno, la seconda a sinistra è la mia stanza; la prima a destra è
una porta che non ti interessa, la seconda invece domani ti mostro
che funziona come ripostiglio e stanzino. Seguimi intanto che andiamo
di là. - I due accennarono un passo quando la porta della stanza che
non doveva interessare a Naruto si aprì mostrandogli un letto a due
piazze coperto da una trapunta primaverile rivolto al contrario
rispetto al suo sguardo, una finestra alla destra del letto e due
quadri appesi alla parete; sulla porta invece era affacciata Sakura
con gli occhi pesti di sonno, le palpebre socchiuse e le labbra
gonfie di sonno, che starnutì appena li vide, stropicciandosi gli
occhi col pugno e chiedendo: - Itachi? -
Lo sguardo di Sasuke si
incupì, Naruto lo vide ma non riuscì a piazzargli del nastro
adesivo intorno a bocca e occhi in quel nanosecondo e così rispose
sputando una pallina di acido come d'abitudine.
- No, non
preoccuparti, non hai bisogno di spogliarti al volo, passiamo e
basta.
Sakura sobbalzò e si coprì la bocca con le mani a
coppa:
- Sas...'ke!? E Naruto?
A Sasuke erano montati i nervi
a fior di pelle e non si trattenne dall'apostrofare la ragazza.
-
Mi fa piacere che non ci facciamo remore a zompare da un Uchiha
all'altro? Saran state due settimane fa che facevi la sciacquetta
dietro di me, com mesi che mi gironzolavi intorno senza lasciarmi in
pace, e guarda caso in mezza giornata sei la principessa innamorata
del castello! Cos'è, annusi odore di cazzi grossi nella nostra
famiglia con il tuo naso da troia? Mamma mia puttanella, per favore
scrostati dalla minchia e tornatene in culo dentro camera prima che
ti molli un manrovescio da ribaltarti.
Sakura lo fissava e delle
piccole lacrime luccicavano agli angoli degli occhi, prossime a
scorrere, la bocca chiusa e piegata verso il basso mentre teneva
strette le mani al petto nascondendo un fiocchetto che imperlava alla
fine dello spacco del collo il pigiama; Sasuke sorrideva tronfio,
gonfiava il petto e si sentiva invincibile, il lessico da ghetto che
aveva appreso vivendo serate nella GVB usciva ogni volta che la sua
arroganza prendeva il sopravvento e usarlo, quelle poche volte che
ormai se lo concedeva in tutta la completezza, lo faceva sentire un
vecchio duro che conosce la vita e ha diritto di usare tutti i
termini peggiori.
Mentre godeva del momento Naruto gli mollò uno
scappellotto sull'orecchio e gli piegò la testa in un goffo inchino,
il tutto mentre era ancora gonfio d'aria così che i suoi movimenti
parvero quelli di un omino gonfiabile che si piega a blocchi. -
-
Sakura, perdonalo!! È stata una giornata pesante e non sa cosa dice,
l'ho fatto arrabbiare prima e da allora se la sta prendendo con tutto
ciò che trova a tiro. - urlò e le pizzicò con dolcezza una guancia
- Domani ti spiego bene se vuoi, la cosa è che per un qualche giorno
almeno vivremo tutti e tre assieme! Andiamo d'accordo tutti dai! - e
le diede il cinque sulle mani strette a pugno sul seno, non ricevendo
risposta.
Sasuke spinse via il braccio di Naruto con rabbia e
tirò su la schiena, piantando due occhi spiritati in faccia a
Naruto, il quale tuttavia rispose con un sorriso falso che, lo avesse
compreso bene Sasuke, non prometteva niente di buono specie se
compariva su quel viso sempre allegro.
Sakura
tirò su con il naso, si asciugò le gemme che minacciavano di
scendere e prese un lungo respiro, poi si rivolse a Sasuke.
-
Non-no..non mi interessa che cosa pensi di me. Non mi frega come mi
chiami, se ti do fastidio, cosa credi. Non mi frega niente di te. Io
abito qua e sono la ragazza di tuo fratello quindi, che ti piaccia o
no, dovrai sopportare la mia presenza in questa casa. Capito? - e
rientrò in camera sbattendo la porta dietro di sè.
Si infilò
di nuovo a letto e strinse il pupazzo che le faceva compagnia nei
giorni in cui Itachi non era presente nel suo letto, piangendo
lacrime silenziose di vergogna.
Avrebbe desiderato che Itachi
fosse lì con lei in quel momento per difenderla dal fratello
cattivo; Sakura pensò che non tutti i figli di una coppia potevano
riuscire bene e che lei si sarebbe limitata ad avere un figlio.
Si
immaginò la facciotta del bimbo, gli occhi di Itachi e i suoi
capelli rosa, e si portò le mani alla testa: poteva succedere un
tale abominio! Le preghiere fiottarono da quel letto affinchè il
loro figlio ereditasse solo la bellezza del padre; in questo modo
dimenticò il problema Sasuke e ricominciò a dormire con in testa il
rosa sulla testa di un maschio che le ruotava e la faceva incrociare
le dita nel sonno.
Sasuke intanto rodeva dalla rabbia per la sfacciataggine con cui Sakura gli aveva rivolto quelle parole di dominio. Quella dannata ragazza, i capelli rosa scompigliati che lo avevano inseguito si erano intrufolati anche li. Era tornato e pure doveva sopportare l'incubo nato negli ultimi mesi passati? Chi glielo faceva fare? Non vedeva soluzione a quell'inghippo, Itachi non avrebbe mollato ancora la presa sulla sua preda e nel tempo che avrebbe dovuto intercorrere perchè ciò avvenisse Sasuke avrebbe potuto uccidersi. O ucciderla. Cosa doveva fare? Gli venne in mente il nome di Naruto. Che potesse davvero... Non formulò il pensiero. Non che non volesse farlo, no di certo no, ma scherziamo uno con il suo orgoglio che problemi si sarebbe fatto; il problema è che mentre pensava un toro enorme gli sbuffò dal naso dritto in faccia e lo placcò, bloccando i movimenti delle braccia, lo trascinò in fretta oltre la porta della camera di Sakura e lo spinse dentro la sua stanza e chiuse con un tonfo la porta dietro i suoi biondi capelli, incornandolo al materasso con un lancio.
Saluti a tutti, non c'è molto da dire
anche perchè...tutte le scuse di questo mondo non basterebbero!
Però... almeno ci provo a dir qualcosa, quindi... ehm... scusate il
ritardo ma (ecco che arriva il ma) i problemi nella vita reale
hanno causato tante fatiche e stanchezze che si son ripercosse nel
mio tempo (ciao università pure tu rientri!). Poi bè, non credo che
cento persone attendessero con grande suspence sto capitolo ma
tant'è, scusate questo sfogo ma mmm a questa storia in principio ci
tenvo e vedendo così poco seguito al sequel mi sono un po' depresso,
ma oh, ho un caratteraccio eh.
Boh. Mi spiace che faccia tanto
pena sto robo (?) ma non so scrivere in italiano corretto, eeeh.
Sigh. Detto ciò.... Diversi capitoli sono anche pronti, quindi
vediamo se riuscirò ad aggiornare prossimamente dai! SI state
attenti al prossimamente, ehm.
Spero che il capitolo Vi sia
piaciuto almeno un po', e che possiate almeno in parte accettare le
mie immense scuse.
Spero ve la stiate passando abbastanza bene
e... ah sì, Buon Natale!! *_* *hug
Un abbraccio, ora sparisco
(dopo questa belliisssssssima figura).
Vostro,
Bidirezione