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Autore: Berry Depp    26/12/2014    1 recensioni
"È così che funziona, pensi alla morosa, alla casa, eccetera, e sei morto. Quindi dammi retta, mister, pensa solo a ciò che vuoi veramente: farla finita con quei bastardi che stanno nascosti là dietro come conigli eunuchi, così puoi tornare a casuccia. Semplice, non trovi?"
Quella che prima era una semplice rivolta a Shamar si è trasformata in una vera e propria guerra mondiale su Mobius. Tutti voglio aggiudicarsi lo Smeraldo Gigante per poter conquistare l'intero pianeta. Un tempo un po' indeterminato, visto che ci sono ancora le carrozze, ma le armi sono all'avanguardia.
Qualcosa venutami in mente oggi pomeriggio e che ho subito sviluppato, la considero più una sfida contro me stessa, per mettermi alla prova, credo sarà la cosa più grande che abbia fatto finora, con i suoi (non calcolati, solo immaginati) 30 capitoli. Spetterà a voi dire cosa ne pensate ;)
[Sonic x Amy] [Silver x Blaze] [Shadow x Maria] [Knuckles x Rouge] [Vector x Vanilla] [Jet x Wave]
Genere: Comico, Guerra, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Shadow the Hedgehog, Silver the Hedgehog, Sonic the Hedgehog, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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Sonic aveva visto la nebbia prima di Shadow. Durante tutta la marcia il riccio nero gli era sembrato sovrappensiero e per questo non se ne era accorto prima, ma ora che gliel’aveva fatta notare e che tutto il campo era in subbuglio, sembrava ancora più assente di prima.
 -Porca puttana, Shadow, fai attenzione!- lo ammonì dopo che questi aveva inciampato su un corpo.
 Dal canto suo Shadow non aveva reagito in nessuna maniera apparente. Sonic pensava che se la sarebbe presa con lui per come lo stava trattando, come si fa con un bambino disattento durante una lezione, ma non aprì minimamente bocca, seppure avrebbe dovuto esigere rispetto in quanto capitano del suo squadrone.
 Stavano correndo in direzione opposta, battendo la ritirata come gli era stato ordinato e speravano (o almeno Sonic sperava, visto che Shadow sembrava diventato più apatico del solito) che Knuckles, Silver e Jet si fossero messi in salvo o lo stessero facendo.
 Furono più veloci di molti altri, in quanto la loro natura glielo permetteva, ed entrarono nelle trincee dove trovarono già alcuni soldati. Tutti correvano di qua e di là, chiedendo ordini, urlandone, tremando per la paura di morire, inciampando e chi più ne ha più ne metta.
 Era un putiferio, forse peggio del campo di battaglia stesso, visto che le trincee erano molto più piccole.
 Mentre cercavano Vector, anche loro bisognosi di ordini da eseguire, come giocattoli a molla che senza la giusta carica si ribaltano e continuano a muovere convulsamente le gambe emettendo quel fastidioso rumore, si imbatterono in Jet. In bocca teneva una granata e in mano il laccetto che se staccato dalla bomba la faceva esplodere. Shadow, ovviamente, non se ne curò molto, mentre Sonic sgranò gli occhi allarmato. Afferrò la granata ricoperta di saliva dalla bocca di Jet e la lanciò il più lontano possibile.
 Dopo alcuni secondi si senti il botto che Jet imitò con la voce: -Booom!
 -Jet, dove sono Knux e Silv?- chiese Sonic.
 Il falco si guardò intorno spaesato, poi sembrò ricordare: -Vector, cercavano. Di seguirli, mi avevano detto, ma li ho persi e avevo voglia di mangiare un mango- sorrise innocente.
 Sonic sospirò, rassegnato.
 -Mango- ripetè –Era una bomba Jet!- lo prese per le spalle e cominciò a scuoterlo –Una bomba, cazzo! Avevi in bocca una bomba, non era un mango, era una fottutissima bomba, siamo in una fottutissima situazione e tu mangi delle fottutissime bombe! Vaffanculo, Jet!
 A quel punto Shadow sembrò risvegliarsi e gli puntò il dito contro: -Non voglio sentire parole del genere all’interno del mio squadrone, mi sono spiegato, soldato?
 Sonic lo guardò incredulo, ma non osò ribattere.
 -In mancanza di generali o tenenti o altre figure a cui lecchiamo le chiappette pelose, gli ordini da seguire sono quelli del capitano di squadrone più vicino. Dov’è il capitano più vicino, Hedgehog?
 Il blu continuò a guardarlo confuso e Jet parlò al posto suo: -Uh uh, io lo so, io lo so! George Washington!
 -Il sottoscritto!- lo corresse Shadow esasperato –E il sottoscritto vi ordina di mettere al riparo i vostri miseri aculei e le vostre misere piume in attesa di nuovi ordini. Sono stato chiaro?
 -Sissignore- mormorò Sonic. Al che sparì lasciandosi dietro una scia blu elettrico che andava verso il fiume. Jet lo seguì volando e sbandando un poco, ma anche lui abbastanza veloce perché potesse mettersi al riparo.
 Ora che era certo che fossero al sicuro, almeno per il momento, Shadow poteva pensare a Knuckles e Silver.
 Li trovò che aiutavano alcuni feriti che non potevano proseguire da soli, mentre la maggior parte dei dottori e delle infermiere sembrava sparita. Disse loro la stessa cosa che aveva detto a Sonic e Jet, ma loro decisero di rimanere ancora, mentre la nebbia avanzava.
 Lui rimase con loro.
 
 
Il bosco sembrava così vicino, eppure era irraggiungibile. Così come il fiume, che era ancora più vicino ma ugualmente irraggiungibile.
 Manic guardava confuso il paesaggio, quello che gli stava davanti ma che non poteva nemmeno toccare, respirare. Allungò di nuovo una mano e toccò l’invisibile barriera sul quale Kem pochi secondi aveva sbattuto il naso, che ora gli sanguinava, durante la corsa.
 -Sicuro di non essertelo rotto?- gli aveva chiesto ancora una volta Torelay, apprensiva.
 -No, no, sto bene. Non preoccuparti- aveva allora risposto il riccio castano arrossendo un poco. Effettivamente non era stata tanto la botta a farglielo sanguinare, quanto il fatto che Torelay indossasse solo la felpa di lui che le aveva prestato dopo che gliel’avevano restituita e nient’altro che le mutandine, di sotto.
 Il silenzio era calato una volta che tutti i superstiti erano arrivati al capolinea, come una mai pronunciata ma pesante condanna a morte. Erano tutti sconvolti che fissavano gli alberi, consapevoli che quando la nebbia li avrebbe raggiunti, sarebbe stata la fine.
 Perché quella barriera invisibile impediva loro la fuga? Da dove era spuntata, perché qualcuno avrebbe voluto la loro morte in quel modo?
 Erano i pensieri di Mar, abbracciata a Manic, con la faccia schiacciata contro il suo camice una volta bianco, ora sporco del sangue che le ricopriva le guance.
 Perché quelle infermiere le avevano impedito di passare e si erano dissolte in quella nube viola dopo che lei le aveva uccise? Cosa era effettivamente la nebbia che li stava uccidendo tutti?
 Cosa sarebbe successo ora?
 La morte. Si rispose da sola.
 No. Aveva sentito nella sua testa. Ci mise alcuni secondi per capire che non erano stati i suoi pensieri. Non voglio morire. Kem. Erano i suoi pensieri, l’aveva sentita e ora le stava rispondendo. Non ora che Torelay è mezza nuda accanto a me. Cioè, non avrei dovuto pensarlo a voce alta. No, aspetta... volevo dire che... okay no. Riformulo. Sono troppo giovane per morire! Meglio, molto meglio. E non andare in giro a raccontare quello che hai sentito.
 Mar sorrise leggermente, rincuorata del fatto che almeno suo fratello non aveva perso quella vena comica che, modestamente, gli aveva tramandato lei. Poi il sorriso si spense così come era apparso. A meno che non avesse urlato in quel momento i pensieri poco casti di un sedicenne nel bel mezzo di una crisi di ormoni adolescenziale, non avrebbe mai più potuto farlo a prescindere.
 Sonic arrivò in quel momento, seguito da Jet, che andò a sbattere contro la parete invisibile. Tutti lo ignorarono.
 -Cosa ci fate tutti qui? Correte!- li esortò Sonic.
 -Non si può, Sonic- gli fece notare Manic –Siamo in trappola.
 Il blu aggrottò le sopracciglia, confuso. Dopo aver capito cosa stesse succedendo si lanciò in una corsa sfrenata, lungo il muro invisibile, deciso a scoprire se avesse una fine, andando a sbattere contro un’altra parete. Riprovò dall’altro lato, facendo sempre la stessa figura. Erano bloccati, sembrava che chiunque avesse eretto quelle mura -molto probabilmente lo stesso che aveva mandato quella nebbia- avesse voluto circondare l’intera parte di isola volante dove si svolgevano le battaglie.
 -Jet- lo chiamò Shadow, prendendo in mano la situazione. Il falco si voltò di scatto, rivelando due occhi iniettati di sangue, quasi volessero rispecchiare la sua eccitazione in quel momento. Cosa ci trovasse di eccitante, poi, se la vedeva lui.
 -Voglio che voli fin dove non troverai la fine del muro. Mi hai capito?
 Il falco fece il saluto militare e con voce infantile disse: -Si, signor capitano!- e poi, con voce più profonda: -Non ho sentito bene!- e ripeté: -Si, signor capitano!- e ancora: -Oooooh!
 -Shadow, sai che non servirà a nulla. Chiunque sia il pazzo che ha fatto questo di certo avrà pensato anche ad “incoperchiarci”- fece Sonic.
 -Vale la pena provare- ribatté l’altro, rivolgendosi poi a Mar: -Apri un portale. Dobbiamo mandare fuori tutte queste persone.
 Mar spalancò gli occhi. Non ci aveva pensato e la cosa era strana, visto che usava il suo potere per qualsiasi occasione, come quella volta che aveva il telecomando distante dal divano sul quale era stravaccata e l’aveva preso grazie ad un portale, pur di non alzarsi. Pensò che forse era la paura, che forse era ancora sconvolta per quello che aveva fatto poco prima a quelle infermiere dal sangue viola. Poi non pensò affatto e obbedì agli ordini.
 -Gente, ad uno ad uno, per favore- diceva, mentre le persone si spingevano e sgomitavano per scappare da quell’inferno –Non posso aprire varchi più grandi, mantenete la calma e passate rispettando una fila da brave persone civili che siet... oh, al diavolo!
 In quel momento tornò Jet con un occhio nero, dicendo che il muro stava anche nel cielo e che no, non aveva sbattuto l’occhio su di esso, ma che aveva pensato bene di darsi un pugno da solo perché si era ricordato di aver lasciato il gas acceso prima di partire per la guerra.
 -Shadow, la nebbia si avvicina e qui ci sono ancora centinaia di persone, che facciamo?- esclamò Sonic, terrorizzato.
 -Abbattiamo il muro- fece il nero senza scomporsi. Ordinò a Knuckles di colpire più forte che poteva la parete con i suoi guanti e a Silver di provare a spostarla con la telecinesi, ma ogni tentativo fu inutile e loro sprecavano solo tempo.
 La nebbia viola era sempre più vicina, sempre più vicina.
 -Forza, forza!- ora Manic si era messo ad incitare la gente che passava attraverso il varco di Mar –Non puoi aprirne un altro?
 -Non lo so, non ci ho mai provato!- esclamò lei esausta per lo sforzo di averne tenuto uno già per così tanto tempo.
 -E allora provaci, dai!
 -Io non... non ce la faccio!
 -Dobbiamo fare qualcosa, Kem- disse Torelay, che tirava il più possibile sulle gambe la felpa del suo amico che indossava ancora per coprirsi.
 Kem parve pensare, ma non gli venne nulla in mente. A parte...
 -Scavate! Scavate e fate dei tunnel che passino sotto il muro, forza!- gridò. Tutti lo ascoltarono e fecero come detto. Forse chi li aveva intrappolati aveva pensato anche a quello, ma ormai tanto valeva provare. Chi aspettava di passare per il portale scavava e chi passava per il portale scappava via, in preda al panico, senza pensare a chi ancora era intrappolato e senza chiamare aiuto.
 -Sonic, esci- disse Shadow.
 -Cos... Come?- domandò Sonic, pensando di non aver capito bene.
 -Esci e chiama aiuto, sei veloce, puoi raggiungere un centro abitato in fretta.
 -Anche tu sei veloce!
 -Ma sono il capitano, da adesso. E do gli ordini. Tu devi eseguirli- rispose con voce dura. Il blu continuò a guardarlo alcuni secondi. Non aveva mai provato quella sensazione, sembrava un misto tra umiliazione e disprezzo e non sapeva cos’altro. Decise di obbedire, anche perché sapeva che discutere non avrebbe portato a niente, e si infilò in un buco per terra, uscendo dall’altra parte e cercando una via da seguire per arrivare al centro abitato più vicino, dove avrebbe chiesto aiuto. Anche se, ora che ci pensava, chi avrebbe creduto a quella situazione così strana?
 Doveva pur provare.
 In quel momento Mar sentì una forte fitta alla testa e con un gemito si portò una mano alle tempie, chiudendo di botto i portali e piegandosi su se stessa.
 -Mar, cosa c’è?- si preoccupò Manic, che prontamente la prese per le braccia per non farla cadere. Si avvicinarono Kem e Torelay, anche loro preoccupati per averla vista fare in quel modo.
 -Niente, era solo... niente- balbettò la riccia, che si rialzò brancolando un poco. Riaprì con fatica un piccolo portale e lentamente lo allargò per far passare le altre persone. Erano migliaia, eppure la guerra doveva averne sterminato la maggior parte. Non seppe se sentirsi in colpa per quel pensiero, tentò di scacciarlo via.
 -Non è vero- disse Kem –Hai tenuto troppi portali aperti per troppo tempo. Sarai affaticata, non l’avevi mai fatto.
 -Tuo fratello ha ragione, riposati. Gli altri usciranno dalle fosse- fece Manic.
 -No.- nel pronunciarlo Mar si stupì della fermezza della sua voce –Non è la fatica. È qualcos’altro, non so cosa, ma non è la fatica. Sto bene, è già passa... Dah!- ancora una fitta, più forte, nel momento in cui aprì il secondo portale.
 -Fermati, Mar!- tentò Torelay, ma quasi non fece in tempo a finire la frase, che Mar aveva già ripreso a parlare: -Fermi!- l’aveva urlato ad alcuni che stavano per entrare nell’ultimo portale –Non entrate lì!
 -Qual è il problema, Mar?- chiese Manic in tono apprensivo, per quanto glielo permettesse l’ansia: la nebbia era solo a pochi metri dalla folla, che fortunatamente stava diminuendo perché correva in salvo oltre la cupola.
 -Sembra... un’interferenza...- realizzò Mar, gli occhi che le si illuminavano.
 I tre aggrottarono la fronte, confusi.
 -C’è un passaggio, uno strappo ultradimensionale!- spiegò Mar.
 -Beh, avremo tempo di scoprire quanto mitico possa essere, ora dobbiamo andare via- esclamò Kem.
 -No, Kem, non capisci. L’energia che emana è la stessa dell’aura delle infermiere di poco fa... È la dimensione dove si rifugia Mephiles. Ne sono certa.
 
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Cabina del Capitano:

Ahem...
*cantilenando* Chiedo umilmente perdono per il ritardo, mi dispiace tanto eccetera, eccetera...
Mar: Sai che sei antipatica?
Lasciami in pace, ho appena finito Cercando Alaska e sono un attimino intrattabile. Comunque. Buone feste!! :D
Mar: E pensi che gli auguri bastino a farti perdonare?
Tutti: AWWWW!!
Si. u-u
Vabbè, ehm... ragazzi, chiedo davvero scusa, ma sapete com'è, anche voi avete da fare, no?
Tizio in fondo: No.
Allora sparisci, pidocchio.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, gli ultimi che sto scrivendo sono per me un parto. Ormai la storia è quasi finita ed è prorpio il finale a spaventarmi. Scriverlo è difficile. Può sembrare stupido, ma credetemi, non lo è. 
Confido in commentini che mi aiutino a capire che ci sono ancora dei giovani prodi che non mollano, forse più per apere ormai come andrà a finire, ma che mi facciano comunque sapere cosa ne pensano di... 'sta roba...
Auguri ancora, vi amo tutti! 
No, tizio, tu no.
Don't touch the cinnamon!
BD & Mar
 
  
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