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Autore: Hikaru_Tsuki    26/12/2014    2 recensioni
"Questa è Berk
Dispersa in un arcipelago sperduto nel mondo. Un tempo era considerato una terra guerriera.
La leggenda narra che anni fa era in atto una guerra contro i draghi. Creature che avevano la sola gioia di distruggere Berk e mangiarsi le loro pecore.
In seguito un ragazzo ebbe il coraggio di dimostrare che non era vero, dimostro a tutti che i draghi avevano dei sentimenti e se distruggevano Berk era perché erano ordinati a farlo. Grazie a questo ragazzo coraggioso la vita per i Berkiani cambiò radicalmente, i draghi divennero i migliori amici dei loro cacciatori, e grazie a questa pace Berk ebbe il suo periodo d'oro.
Ma quarant'anni fa, per ragioni ancora sconosciute i draghi abbandonarono l'isola. Il ragazzo che fu il primo cavalca-draghi si ritrovò dunque a dire addio alla magnifica pace che c'era e nel popolo di Berk ritorno la tristezza."
(Secondo la storia dei film i draghi nel terzo film se ne andranno, questo sarebbe un continuo e di come la vita sia mutata, Nuovi personaggi e vecchi faranno di tutto per farli tornare in questa nuova avventura)
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Questa è Berk

Dispersa in un arcipelago sperduto nel mondo.

Un tempo era considerato una terra guerriera.

La leggenda narra che anni fa era in atto una guerra contro i draghi. Creature che avevano la sola gioia di distruggere Berk e mangiarsi le loro pecore.

In seguito un ragazzo ebbe il coraggio di dimostrare che non era vero, dimostro a tutti che i draghi avevano dei sentimenti e se distruggevano Berk era perché erano ordinati a farlo.

Grazie a questo ragazzo coraggioso la vita per i Berkiani cambiò radicalmente, i draghi divennero i migliori amici dei loro cacciatori, e grazie a questa pace Berk ebbe il suo periodo d'oro.

Ma quarant'anni  fa, per ragioni ancora sconosciute i draghi abbandonarono l'isola.  Il ragazzo che fu il primo cavalca-draghi si ritrovò dunque a dire addio alla magnifica pace che c'era e nel popolo di Berk ritorno la tristezza.

Peccato che quel ragazzo in realtà sia mio nonno. Il grande e possente Hiccup Horrendus Haddock III, figlio di Stoick l'immenso. Il più grande capo di sempre. Mio padre Stoick II il saggio, fu chiamato così in onore del mio bisnonno nella speranza che lui fosse saggio come il primo.

Ah una cosa importante mi sono dimenticata di dirvi, dopo che i draghi se ne andarono, almeno una volta all'anno una barca partiva alla ricerca degli loro migliori amici, tale barche a volte tornavano a volte no.

La penultima imbarcazione torno con ottime notizie, sostenevano di aver visto qualcosa muoversi sotto il mare, sostenendo che si trattasse di un drago marino. Gli occhi di mio nonno brillavano di gioia, fu questo a spingere mio padre a partire nell’ imbarcazione successiva, ma questo accade cinque anni fa. Fu’ l'ultima ricerca che fecero. Ora al raggiungere dei miei vent'anni avrei ereditato il ruolo di capo da mio padre, come vuole la tradizione, il primogenito ha il diritto di richiedere il ruolo di Capo di Berk se la popolazione è d'accordo, e ovviamente è avendo il sangue Haddock erano fin troppo allegri della mia obbligatoria candidatura.

In poche parole me la facevo sotto. Per quanto mia madre cercasse di calmarmi pettinandomi i capelli, ero tesa come una corda di un arco, chiusi gli occhi cercando di ricordare le parole che dovevo pronunciare… Sospirai non potevo semplicemente abbassare la testa e aspettare che la vecchia Gothi mi facesse quel cavolo di simbolo sopra la fronte? No… Dovevo pure recitare un’antica promessa che facesse gli dei vegliare sul mio regno.

-Val andrà tutto bene, guardati, sei una donna ormai, e poi sai come sono le leggi qui, appena ti sposerai non sarai più il capo ma bensì tuo marito- cercò di calmarmi mia madre, aprì gli occhi e mi guardai riflessa, ma vedevo solo una semplice ragazza dai capelli castani e occhi verdi. Mia madre d’altra parte era bellissima, oltre al fisico, aveva quel tipo di sorriso che ti avrebbe sciolto subito il cuore, e poi era così diversa da me, intorno a lei potevi quasi vedere una sottospecie di aurea che ispirava forza e dolcezza, io invece ero certa che ispiravo pietà.

La mia totale disperazione si disperse per un lieve battito sulla porta seguito dall’entrata di mia nonna, le sorrisi, per quanto avesse già raggiunto la sessantina lei e mio nonno sembravano giovani, principalmente lei. Sin da bambina la invidiavo, lei e la sua sicurezza, e in più invidiavo il suo amore per mio nonno, raramente si parlavano, perché a loro bastava uno sguardo che capivano subito cosa l’uno pensava dell’altro. Loro si che si amavano

- Un uccellino mi ha detto che una giovane ragazza ha una crisi pre-rituale- sorrise avvicinandosi, mia madre fece un piccolo inchino ed uscì dalla stanza, per quanto avessero il rapporto nuora-suocera, fra loro non c’era mai stata un reciproca amicizia ma bensì rispetto, una rispettava l’altra e sicuramente non era fra i piani di mia madre prendere un tè con mia nonna Astrid.

- E se Gothi si sbagliasse? Insomma forse non sono ancora pronta! Guardami nonna chi mai mi rispetterebbe? Sembro un palo vivente, se avessi almeno un po’ del vostro fisico da guerriero, metterei un po’ di timore, invece sono uno stecchino per i denti ambulante- se con mia madre mi ero tenuta tutto ben nascosto, con mia nonna esplosi veramente, lei mi sorrise e riprese a intrecciare i miei capelli così diversi dai suoi.

- Tuo nonno ti ha mai detto come io e lui ci siamo messi insieme?- Sorrise lei, sospirai di nuovo con quella storia no.

- Tu avevi seguito di nascosto il nonno, e avevi visto che stava socializzando con un drago, mentre stavi per avvertire Berk lui ti ha letteralmente rapita, ma ti ha mostrato le bellezze di cavalcare un drago – le risposi guardando la sua espressione sul viso, sembrava triste.

- Tu non ci credi non è cosi? – si sedette accanto a me.

- Dimmi come posso credere nell’esistenza di essere fantastici che sputano fuoco? Nonna sono passati quasi cinquant’anni, come posso credere che siano veramente esistiti se le uniche prove sono dei disegni? – Lei sospirò e abbassò la testa.

- Io stessa uccisi vari draghi, prima di Tempestosa e anche quando l’avevo, il mondo era diviso in draghi buoni e draghi cattivi, principalmente quelli che seguivano Drago Bludvist, un cattivo…-

- Comandante di draghi, che per colpa sua mio Bisnonno Stoick l’immenso fu ucciso, dal drago di mio nonno Hiccup.-  Conclusi al posto suo.

- Sembri alquanto annoiata dal sentire sempre le stesse cose- commentò lei, la guardai ironica.

- Nonna la vita qui è una noia assurda! Dimmi come posso sperare di essere un bravo capo se devo ogni giorno ripetere le stesse cose? – Sussurrai guardandomi riflessa nello specchio.

- Quello che ti serve è una bella avventura, da farti sentire viva dentro. – Ammise lei alzandosi, mi finì la treccia in silenzio.

- Tua bisnonna sarebbe stata orgogliosa di te lo sai? Oltre ad avere lo stesso nome, avete quel coraggio innato che deve essere esposto all’avventura, ma allo stesso tempo sei divisa dallo spirito di tuo Bisnonno, sei responsabile. Sarai una grandissima Capo, saggia e coraggiosa.-  mi baciò la guancia appena ebbe finito e se ne andò.

Mi alzai e iniziai a cercare la mia amata spada, finche’ un colpo di tosse mi fece alzare lo sguardo. Davanti a me c’era Eret, figlio di Eret, Nipote di Eret, come vuole la dinastia dei totali testoni vuoti, per quanto avessero tutti dei bei aspetti, erano noti per la loro stupidità. Principalmente quello davanti a me, per mia sfortuna era innamorato da me sin dalla tenera età, ma sinceramente avrei preferito sposare una pecora che lui. Per mia sfortuna aveva in mano la mia spada, mi alzai e sistemai la mia gonna.

- Grazie Eret, mi ridaresti la spada, sai mi serve per il rituale- Sorrisi stendendo la mano.

- Potrei ridartela in cambio di qualcosa- Sorrise maliziosamente lui, incrociai le braccia al petto.

-Ossia? – borbottai mentre la mia pazienza stava per finire.

- Non so’ forse un bacio…- Si avvicinò a me, mentre indietreggiavo, finche’ non mi scontrai contro la mia toeletta. La mia mano finì subito sulla mia spazzola di ferro.

- E’ solo un innocente bacio… che può essere di così scandaloso?- Mi morsi il labbro.

- Forse che sia tu a darmelo- Dissi dandogli in faccia la spazzola, mentre lui si copriva il viso con le mani la mia spada cade a terra, la raccolsi e in fretta uscì dalla mia stanza, ma nel farlo mi scontrai contro qualcuno.

- Hiccup- Sussurrai, mio nonno mi sorrise, aveva una folta barba castana, anche se nelle radici era lievemente più chiara, segno che stesse finalmente invecchiando. Mio nonno non aveva le spalle larghe come gli altri vichinghi, ma era alto tanto alto.  E poi aveva perennemente quel sorriso di uno che ne aveva combinato una delle sue.

- Dall’urlo di dolore che sento provenire dalla tua stanza, e conoscendoti, direi che si tratta di Eret, e che abbia appena ricevuto una ginocchiata tua- Rise, ma lo abbracciai stringendomi fortemente a lui.

- Non voglio diventare un Capo, ti prego convinci Gothi, non so come si diventi un capo e non voglio neanche scoprirlo. -Lui sorrise e mi accarezzò la guancia.

- Vieni con me, facciamo un giretto.- Annuì mentre uscivamo dalla nostra casa, mentre camminavo dovetti più volte fermarmi per ringraziare gli auguri.

Fuori Berk rimasi silenziosa seguendolo, cercando di capire dove andavamo ma quando iniziammo una salita capii subito che era un posto dove non ci ero mai andata.

- Attenta al ramo- Disse lui, prima che potessi dire qualcosa, un ramo mi colpì in pieno petto, e ancora prima che potessi sbroccare, notai che il ramo proveniva da un pino diviso in due, l’altra metà quella distrutta formava quasi un ponte, ci passai sotto, segui le orme di mio nonno e mi ritrovai davanti ad un lago.

- Fu qui che lo trovai.- Sorrise indicando un sasso per poi sedersi sopra ed osservare il lago, non serviva che gli chiedessi chi, sapevo già la risposta, Sdentato.

- Lo dovevi vedere, aveva lo sguardo terrorizzato, ma lo nascondeva. Cercava di farmi paura, ma in realtà lo capii subito che voleva aiuto, e che era solo. Così ci venivo ogni giorno qui, lo curavo, gli davo da mangiare, così che notai che gli mancava una parte della sua coda, quella metà gli serviva per volare- Sospirò al ricordo, io intanto rimasi zitta ascoltandolo.

- Quando riuscì a farlo volare, c’era un prezzo, dovevo volare assieme a lui, all’inizio lui non ne fu’ molto felice, ma anche lui capii che eravamo legati, da un destino.- Ingoiai secco osservando il lago anch’io, il tramonto stava arrivando, e sarei diventata Capo appena sarebbe giunta la notte.

- Tuo padre aveva due anni quando i draghi se ne andarono, lui e tua madre ci sperano davvero che torni, tu non li hai mai visti, ma ti saresti innamorata anche tu di Sdentato, per quanto sembri pericoloso sa’ essere un vero cucciolo.- Da bambina gli facevo notare che ogni volta quando parlava di Sdentato, usava il presente, come se il suo migliore amico fosse ancora vivo.

- Lo immagino- Sussurrai sospirando.

- Quando tuo bisnonno mi chiese di diventare Capo, avevo la tua stessa età, solo che ero più avventuriero, avevo il mio drago e volevo scoprire il mondo, passo per passo, giorno dopo giorno, volavamo per  registrare nuovi posti. Perciò quando mio padre mi chiese di diventare suo successore, letteralmente scappai con Sdentato. Solo Astrid mi trovò, alla fine accettai il ruolo di capo, ma no perché lo volessi, ma perché lo ero. Sdentato divenne l’Alpha dei draghi ed io il Capo di Berk, due grandi Capi con lo stesso cuore- lo guardai, questa storia non la sapevo.

-Tu sei scappato?- sussurrai.

- Oh si, ne ero terrorizzato, io un capo? Per anni fui considerato un peso morto, un inutile vichingo, ero la sfiga di Berk. Tuo Bisnonno si vergognava di me, e come dargli contro? Aveva ragione, ero il primo vichingo che si rifiutava di lottare contro i draghi, grazie a Sdentato lui capì che i draghi erano amici, no nemici. Ma nella lotta finale contro il drago Regina, persi la gamba. – Mi morsi il labbro.

- Come so’ che sono un vero Capo?- Sussurrai.

- Un vero Capo, deve sapere sempre cosa fare, si sacrifica per il suo popolo, raramente ascolta gli altri perché agisce col proprio cuore, un cuore che tutti si fidano- sorrise lui e mi alzai dal sasso.

- Anche se ho il terrore è meglio finirlo il prima possibile, andiamo da Gothi- dissi, mentre lui si alzava, il ritorno fu silenzioso.

- Val?- Mi girai verso mio nonno.

- Mi sono sempre chiesto perché mi hai sempre chiamato per nome e raramente per Nonno- gli sorrisi.

- Hiccup, tu sei sempre stato più un amico per me che un vero nonno.- Sorrisi mentre Gothi mi faceva segno di avvicinarmi a lei.

- Respira fondo e dichiara le tue intenzioni davanti al popolo di Berk- Disse mio Nonno in veste di Capo anziano.

- Io Valka Heather Haddock, chiedo davanti a tutto il popolo di Berk, il permesso di regnare, che Odino e Thor mi siano giudici, che se al mio primo errore, il popolo mi aiuti ad essere un buon capo, che gli antichi capi mi siano da insegno per….- fui interrotta da un urlo femminile.

Presi subito la mia spada che doveva essere usata nel rituale e corsi verso la direzione del grido, non feci caso alle urla di mia madre e di mia nonna, sapevo già che dietro di me c’era mio nonno, perciò proseguì dritta.

La donna che urlava indicava un ragazzo bellissimo ingroppa ad un gigantesco drago.

- Un Uncinato Mortale nero…- Sussurrò mio nonno avvicinandosi al drago.

- Hiccup no! – Urlai correndo verso di lui, il ragazzo ingroppa al drago scese e si avvicinò a me.

Superò tranquillamente mio nonno che si avvicinava al drago con le lacrime agli occhi, il ragazzo davanti a me era alto quanto mio nonno, ma dalle spalle più larghe, il sorriso era un sorriso maliziosa come se davanti a lui ci fosse una buonissima torta, il colore dei capelli era quasi oro acceso, gli occhi a mia meraviglia erano neri come il carbone.

- Valka vero?- persino la sua voce era seducente, cavolo Valka un po’ di ritegno!

-Si, sono io tu chi sei?- dissi stringendo la mia spada.

- Draco Drago II Bludvist a vostro servizio- Sorrise lui, senza neanche saperlo mi ritrovai a puntargli la spada nella gola.

-Hiccup mi servi qui! Lascia stare quella creatura- Urlai in direzione di mio nonno, lui sospirando mi raggiunse.

- Chi è?- mi chiese girando attorno a Draco.

- Sono Draco Drago II Bluedvist, figlio adottivo di Drago Bluedvist, sono venuto qui per uno scambio, alquanto equo.- Inclinai il viso.

- E quale sarebbe questo scambio?- Chiesi alquanto curiosa.

- Sposarvi, sposatemi e vi dirò dove sono i draghi, anzi vi ci porto se volete- mio nonno si fermò e lo guardò.

-Non se ne parla neanche, mia nipote….-

-Ci sto, prima mi porti appena torniamo ti sposo.- Mio nonno mi guardò, mentre abbassavo la spada.

-Tu non ci andrai, punto.- Sorrisi mentre mettevo la spada nella sua federa.

- Nonno, tu stesso hai detto che un vero capo si sacrifica per il suo popolo, e se riuscissi a far tornare i draghi qui non credi che saremmo molto più felici?- Raramente lo chiamavo Nonno, e quando lo facevo era perché ero seria.

- Ma si tratta di matrimonio Val! Non puoi sposarlo se non lo ami!- Sorrisi e gli accarezzai la guancia.

-Per il mio popolo, questo e altro.- Guardai il ragazzo davanti a me che aveva il braccio teso.

- Val…- sorrisi mentre Draco mi aiutava a salire sopra il drago.

- Valka no, scendi subito! – Sorrisi a mia madre mentre Hiccup si avvicinava a me.

- Sai da bambina borbottavi che non avevi nulla in comune con noi ora ti guardo, e vedo la bellezza di Astrid, l’audacia della tua bisnonna, la curiosità di tuo padre ed infine l’altruismo che ho- mi morsi il labbro trattenendo le lacrime, Hiccup mi mise in mano un’elsa di una spada.

- Era la mia spada che usavo da ragazzo, usala solo per le emergenze, dalla parte di sotto rilancia il gas dell'Orribilante Bizzippo, dall’altro una scintilla, la puoi usare una sola volta, sii responsabile. La lamina che si attiva è fatta dalla saliva di un Incubo Mortale, alla fine avrai una vera e propria spada di fuoco.- Gli sorrisi.

- Vi voglio bene e prometto che tornerò viva e vegeta, preparatevi per celebrare un matrimonio al mio ritorno – strinsi i fianchi del ragazzo davanti a me mentre prendeva il volo.

   
 
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