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Autore: Figuringmyselfout    26/12/2014    2 recensioni
Tra tutte le figlie della famiglia principale degli Asakura proprio io dovevo essere scelta per sposalo.
Lui, che mi aveva rovinato la vita, ma che l'aveva anche trasformata in meglio….
Un matrimonio per creare un'alleanza con due persone che si odiano. Che cosa stupida…
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Madara Uchiha
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Quando mi svegliai vidi che Madara stava finendo di mettersi l'armatura, e mi fissava. “Ti ho fatto portare delle foglie di menta” lo guardai perplesso ma, quando mi misi a sedere, oltre all'immane mal di testa, notai che ero quasi nuda “Ehmm… Madara, cos'è successo esattamente la scorsa notte?” Sorrise malefico “Intendi oltre al fatto che volevi le mie attenzioni in tutti i modi?” “Io cosa?!”
 
“Non riuscivi a starmi lontana e quando ti ho fermata sembravi alquanto dispiaciuta” Per la prima volta arrossii… Come ho potuto fare una cosa del genere? E chissà cosa gli avrò detto poi… Sembra che il mio imbarazzo lo diverta parecchio tuttavia, dopo un po’, prende il mio mantello e me lo lancia “Indossalo e raggiungimi all'entrata: Io e gli uomini stiamo per partire e tu devi salutarmi come si deve.” Cosa vuol dire? Ricordo che mia madre dava sempre un bacio sulla fronte a mio padre quando stava per partire  in guerra e gliene dava un altro sulla guancia quando tornava a casa… Forse intende questo… Comunque mi vesto e mastico per un po’ le foglie di mente che alleviano leggermente la nausea.
 
Giunta al portone noto che quasi tutti gli uomini  stanno per partire. Alcune donne stanno piangendo, altre hanno uno sguardo speranzoso; chissà, forse sperano che il loro marito non torni più. Mi avvicino a Madara, che mi attira a se e mi sussurra all'orecchio “ Non tradire la poca fiducia che di do”  Annuisco godendomi il poco calore che questa vicinanza mi da. Dopo che si fu staccato lo baciai sulla fronte e partirono.
 
Appena furono spariti oltre l'orizzonte mi voltai a guardare le poche persone che erano rimaste “Bene gente, tornate ai vostri incarichi e soprattutto continuate a fare la guardia. Ora che la maggior parte dei guerrieri è via dobbiamo prestare più attenzione…Io andrò a cercare di farmi passare il mal di testa” Le mezze tacche di sesso maschile rimaste non sembrarono molto felici di sottostare agli ordini di una donna ma, non-è-un-problema-mio.
 
Una volta in camera mi preparai un bel bagno caldo e sguazzai nell'acqua finché sentii che gli effetti della notte precedente stavano svanendo. Mentre mi specchiavo, una volte uscita dalla vasca, attivai il mio sharingan: era di un blu paragonabile alle profondità degli oceani e aveva due tomoe ora. Probabilmente è apparsa quando sono stata avvelenata.
 
Fuori si stava rimettendo a piovere però devo costringere gli uomini ad allenarsi lo stesso…Che scocciatura. Mi dirigo verso la sala comune ed entrando li vedo tutti rilassati mentre le loro mogli gli versano del sakè. Soltanto i ragazzi più giovani mi hanno mostrato un po’ di rispetto quando sono entrata. “Signori, sbaglio o dovreste allenarvi a quest'ora?” Nessuno mi rispose. Mai ignorarmi. MAI. “Se non vi alzate entro 3 secondi considererò la cosa come deliberata disobbedienza”  Mi guardarono per un po’ ma poi tornarono al loro sakè. Brutti……
 
“Katon: Hoseuka no Jutsu!” Varie palle di fuoco cominciarono ad abbattersi su di loro facendoli scappare fuori “ALLORA, ESSERI SMIDOLLATI, SOLO PERCHÉ MADARA NON C'È NON SIGNIFICA CHE POTETE FARE QUELLO CHE VI PARE! ORA MUOVETE IL CULO E ANDATE AD ALLENARVI!” Li perseguitai senza sosta per tutto il giorno senza dargli un attimo di tregua. Così imparano a disobbedirmi!
 
Da quando Madara se n'è andato continuo a sentire che qualcuno ci osserva, ma non capisco chi possa essere…
 
Dopo cena lasciai gli uomini liberi (eccetto quelli che dovevano fare la guardia) e mi ritirai nelle mie stanze ma, ad un certo punto della notte, percepii un esercito avvicinarsi: cosi sulle mura del villaggio (dove le guardie dormivano beatamente) e vidi lo stendardo degli Imagawa in lontananza. Ci avevano fregati! Convocai le mezze tacche ma nessuno, a parte i ragazzini, mi diede ascolto. Pur di non prender ordini da me rischierebbero la sicurezza del villaggio…  Sono sicura che a Madara non farà piacere sentirlo. Già! Madara! Devo mandare qualcuno ad informarlo “Chi è il più veloce di voi?” Tutti i marmocchietti si spostarono per far passare un ragazzino (lo stesso che aveva il compito di portare il gunbai a Madara) “Ho un compito importante da assegnarti: devi correre più veloce che puoi da Madara e dirgli che è una trappola. Al confine non lo aspetta nessuno: stanno attaccando il villaggio” “Si, Mari-sama” Corse via e, nascondendosi nell'oscurità della notte sparì: “Ho una missione anche per voi: radunate i bambini e le donne in un'unica stanza e difendeteli nel caso io non ce la faccia a fermare i nemici” “Ma, Mari-sama, voi siete da sola e loro hanno a disposizione un intero esercito: Nono potete farcela da sola, avete bisogno d'aiuto!” “Certo che posso farcela. Madara non ha scelto me a caso. E ora sbrigatevi, fate come ho detto” Mentre loro correvano dento a prendere le donne ed i bambini, io feci circa 200 copie: 100 le mandai avanti e l'alto centinaio lo posizionai sulle mura. E così, la vera guerra ha inizio.
 
Combattei per tutta la notte e, nonostante non fossero molto forti, ero in difficoltà: risentivo ancora degli effetti del veleno, il mio chakra diminuiva rapidamente. Quando intravidi le prime luci dell'alba sentii la familiare presenza omicida di Madara avvicinarsi. Mpf, troppo tardi, la festa è già finita… nel momento in cui mise il piede nel villaggio io uccisi l'ultimo uomo. Gli uomini si guardavano attorno stupefatti; il terreno era intriso di sangue e c'erano corpi esanimi ovunque, il mio kimono bianco era diventato cremisi.
 
Togliendo la spada del cadavere che è ora dinanzi a me, mi dirigo verso Madara, facendola cadere a terra durante il breve tragitto; gli metto una mano sulla spalla e gli do un bacio sulla guancia “Bentornato a casa”
 
  
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